lunedì 15 luglio 2019

Rosarita De Martino , la poesia che incontra l'Amore




ROSARITA DE MARTINO
la poesia che incontra l'Amore
( Si può inviare un messaggio o commento all'Autrice al seguente indirizzo e-mail: lilumar@alice.it  )
 


LUCE

Oggi, ricami d'infinita luce
squarciano
tenebre d'insignificanza
e mi ritrovo, o Dio,
in Tua presenza.







ADORAZIONE


Mistero d'amore
oscuro, infinito
Tu Dio nascosto stai
in piccolo spazio.
 
Ognuno di noi
ti parla
ti aspetta.
 
Vuoto è il mio cuore
d'amore.
 
Stasera
allagalo di luce
riempilo di carità
riscaldalo di speranza.
 






LA PAROLA DI VITA


Dalla nuova torre di Babele,

costruzione fatua di orgoglio,

parole insane

precipitano impazzite

nella valle dell’insignificanza,

ma luce travolgente

squarcia

l’oscurità infinita,

la parola di vita

scende sulla terra:

è Natale !







CAPODANNO 2007


Mi affaccio alla finestra
del mio cuore,
e, dal prato del tempo
un bimbo appare:
anno novello,
dono di ore,
giorni di pace.
Nuova perla adorna
la collana della vita
donata da Te, o Dio,
che sei l'Amore.
 






LA CREAZIONE DI MICHELANGELO


Impresso nella tela eterna
contemplo il particolare
delle due mani che si cercano,
si sfiorano, infine si toccano.
L'una è immensa luce creatrice,
l'altra, piccola opaca carne,
ma già vibrante di vita.
Ecco tu, altero uomo, ti sollevi
e Dio compiaciuto
ti accarezza di eterno riso.
 






PIETRE   (GV, 1-11)
 

Ecco la donna avanza incerta
accerchiata da turba urlante di farisei
affamati di facile giustizia.
Intorno intorno rabbia aumenta
paura risponde e la donna nasconde
il bianco viso nel rosso mantello,
mentre i piedi affondano
negli aguzzi sassi.
Ora improvviso si smorza, tace
il vociare della folla
e l’aria vibra di sfavillio di luce.
Il palmizio offre ombra amica
e i piedi scivolano su rilucente terra.
Chino su dorata sabbia,
Gesù scrive attento
ma concitata domanda
lo raggiunge, lo ferisce:
“Maestro, la legge di Mosé ordina di lapidarla,
Tu che ne dici?”
La sentenza di morte è affidata
a pietre acuminate.
La sentenza di vita
è affidata a bianche perle di perdono.
La Sua voce imperiosa rimbomba
da monte a monte
da fiume a fiume
da mare a mare
“Chi di voi è senza peccato
scagli la prima pietra”.
Ondeggia, borbotta, mormora
l’eccitata turba dei farisei
e lenta si allontana.
Le pietre acuminate
formano inutile catasta.
La donna salva
beve acqua di luce
dagli occhi del Maestro.
 







PASQUA
 

Ieri ti guardavo,
Crocifisso, corpo lacerato,
groviglio contorto di dolore.
Oggi Ti guardo,
sfolgorante Corpo di luce,
vibrante di vita,
mistero sconfinato del tuo Amore,
a noi offerto dolorante;
a noi ridato sfavillante,
nella Gloria della Resurrezione;
certezza unica di fede.

 






GRAZIE, O MARIA!
 
Nel primo natale della storia,
ti adorna il Padre
di eterno riso
e madre ti rende
del Verbo, nostro Signore,
che prende umana carne.
Grazie, o Maria!
E sotto il tuo sguardo di luce,
cresce Gesù fratello
di affamati e oppressi.
E pane di vita dona
alla gente avida di pace.
Ma ecco, folla inferocita,
venduta a potere infame,
lo insulta, lo condanna a morte.
E tu, Madre, con Lui percorri
la dolorosa via.
Soffri strazio di chiodi
acuti, perforanti
su carne da Te amata.
Grazie, o Maria!







SORRISO CHIARO
(per i 50 anni di sacerdozio di P. Salemi)
 
Laggiù nell'Africa lontana,
bimbi neri festeggiano
il tuo sorriso chiaro.
Nell'oscurità luminosa della fede
avanzi lieto
indossando l'azzurra collana
della gioia.
E così accendi,
in cuori stanchi,
fuochi spenti di speranza.
Sempre accogli povertà infinite
di pane, di salute, di paure.
Il tuo sacerdozio ,
nel tempo,
si rinnova in donazione nuova.
 







CONTINUITA’

La statua di don Bosco brilla di pace,
nel verde chiostro della chiesa,
che oggi accoglie mostra di pittura.
Cammino cauta, ammirando
icone bizantine rilucenti
in barbaglio dorato.
Improvviso uno sguardo festoso
mi sorprende, mi capta, si avvicina
e con giovane voce mi chiama:
“Maestra Rosarita!”.
Si riaprono vetrate di speranze,
ecco,  mi ritrovo d’incanto
fra i banchi della scuola.
Un mormorio noto risento,
rivedo bimbi intenti
a ricamar parole.
Giuseppe dai miei occhi beve
acqua di luce.
Oggi uomo lo rivedo,
e, come me, allora,
cura, ama, figli non suoi.
Così nel tempo continua
la misteriosa generazione della gioia.
 





 
VENDEMMIA

Di mano in mano corrono
ceste di uva profumata
e s'intrecciano sorrisi.
La  vigna generosa
regala grappoli maturi.
Ferve il lavoro
traboccano di uva
i fusti colorati.
Il sole di Sicilia accarezza
i tralci.
I pampini, rossicci, vividi,
s'incendiano alla luce.
Mi fermo, vedo i fratelli
e "vendemmio" sazia
il rosso fiore della gioia.








I DUE ALBERI

Cammino nel vialetto solitario
ed ecco laggiù il verde appare.
Avanzo  e, pur tra tanta gloria,
incontro albero brullo,
inaridito, accartocciato.
Perplessa mi fermo,
lo accarezzo attenta
e improvviso sussulto
mi percuote.
Sotto ruvida scorza
freme nuova gemma.
Ma l’albero di mia vita
avrà fioritura nuova di speranza?
Ora ala di vento
sfiora il mio viso.
Respiro aria di luce.
Ti invoco, o Dio,
sicuro faro al porto di mia vita.








FESTOSA FEDE

A noi arriva prete novello
da chiesa africana
luminosa di gioia.
Fresca amicizia
sgorga dai suoi occhi neri
e canta in rivoli
di fresca acqua canterina,
che riempie di festosa pace
l’arido pozzo di mia vita.
Raccolgo perle di sorrisi,
riluce collana di mia fede.








PROFUMO

Biancore di rose,
musica lieve
mi trascinano fuori
da sepolcro di paure,
da scompiglio di pensieri.
Festose squillano campane
nel mio cuore,
e mi guardo intorno:
lunga è la via ancora
ma già fiori di speranza
dondolano lievi al vento
del tuo Amore.







I DUE GIARDINI
Apro il balcone al nuovo sole
e rivedo il mio giardino,
da erbacce è infestato:
estirpo e taglio
ed ecco riappare l'incanto di rose
prima soffocato.
Dentro il mio cuore
ristagna una palude.
Rabbia, rimpianto, paura.
Esito, avanzo, mi fermo,
ritorno, vinco, infine ritrovo
l'azzurra acqua del perdono
e dalle radici della speranza,
rinasce il bianco fiore della pace.
Ride, canta, rifiorisce
il giardino del mio cuore.








PERDONO (Lc. 7,36-8,3)
 
Tu Gesù, in umiltà d'Amore
siedi a tavola
e Simone dottoreggia
di leggi antiche,
di precetti nuovi.
Ma lontano, mormorio
turba quiete di sua casa.
Tu donna, calpestata, usata,
avanzi cauta tra folla ostile.
Stringi trepida vaso di prezioso unguento
usato per riti intriganti
di profano amore,
vuoto di pace.
Gesù trepido ti aspetta,
lieta tu inventi
nuovo rito di Amore sacro:
spargi sui piedi santi
lacrime e unguento
che asciughi
tenera, con improvvisata
tovaglia di tua chioma.
Incroci il suo sguardo di luce
che ti inonda.
Dall'arcobaleno di perdono
raccogli perle colorate
per la nuova collana
di tua vita.








IL MIO GRAZIE
 
Ti vedo, o Dio nel fiore del campo
risplendi nel suo sguardo amico
che mi circonda,
vincendo brume di paure.
Ora libera corro in spazi di cielo.
Ascolto lo sciabordio delle onde
pulsanti sulla scogliera lavica.
Contemplo l'arcobaleno
filigrana di luce,
mentre tremula una goccia,
iridescenza di mille colori,
si dondola lieve
su una foglia di limone.
Io, goccia di vita,
mi getto nell'oceano...
del tuo Amore !
 
 
 





SANTA MARIA DEGLI ANGELI
 
Profumo di pane
salato di gioia
respiro avida.
Nelle tue viuzze, o Assisi,
gente generosa
mi regala perle di sorrisi.
Con fatica lieve salgo
scale pianeggianti.
E la basilica appare,
spazio infinito di eternità.
Musica silenziosa mi canta dentro
in arcobaleni di preghiere.
Nel silenzio sacro
la Porziuncola brilla,
piccola di spazio,
immensa di speranza.
Con Te, Francesco, intono
il mio canto d'amore
fresco come acqua canterina.
 
 
 





GRATUITA'
 
Sull'arpa del tempo
lievi tintinnano
fili rilucenti di speranza.
Tua presenza amica
mi rassicura.
Ascolto:
vibrano i violini
dell'anima
che respira rugiada
di pace nuova,
dono gratuito
di amicizia sacra.
 
 
 





COMPAGNIA

E arriva Agosto
con afoso caldo.
M’investe
silenzio opprimente
di giorno senza voci.
Mi perdo
in strade deserte.
Mi attacco al telefono
ma metallica voce
stridula ripete:
“Lasciate un messaggio
siamo partiti”.
Manto di solitudine
tetro mi avvolge.
Ma ecco improvviso
trillo canoro
mi scuote.
Un passero solitario
resiste e Ti loda, o mio Signore,
in suo linguaggio lieto.
E mi ritrovo
e Ti ritrovo, o Dio:
Tu non sei in ferie.
La Tua Presenza Amica
già vibra lieve
nei caldi spazi dell’anima.









RINASCITA

Oggi, ricami d'infinita luce
squarciano
tenebre d'insignificanza
e mi ritrovo, o Dio,
in Tua presenza.

 
 





MILLE OCCHI VERDI … PIANGONO

Ti guardo,         
uomo cacciatore,
mentre ti circonda
eccitata muta di cani.
E tu guardingo ti apposti,
avanzi, ti fermi.
Orgoglioso di tuo potere insano,
ora prendi la mira
e  spari
a piumini canterini,
a piccoli indifesi animali.
Restano nidi abbandonati,
tane sotterrate.
Impietriti di dolore,
ti guardano mille occhi verdi.
Il bosco grida in suo linguaggio
muto.
Ma tu, ebbro di scempio,
eserciti un tuo diritto noto:
calpesti, imbratti,
lasci spine di morte.
Poi fiero riempi il tuo carniere
e non capti il lamento arcano
della natura violentata.
 
 
 





MELODIA ETERNA

Ti cerco, o Dio,
nell'ordine dell'universo
e nella bellezza fiorita.
Attonita capto
Tua presenza amica
nel suo sguardo
ridente,
nella musica verde
del bosco,
nel silenzio melodico
del cuore.
 
 
 





ABBANDONO

Il bimbo farfuglia
parole di gioia.
Sicuro si affida
a braccia paterne.
Non io.
Paura, tensione
bloccano
mio cammino di fede.
Attonita
m'interrogo.
Vorrei anch'io
affidarmi
alle tue braccia
di Padre
come tenero
bimbo vezzoso.
 
 
 





VENERDI' SANTO

Ora le folle
deluse,
sole,
non palpitano più
di vita,
di speranza.
Prive sono di Tua presenza amica.
Alberi scheletriti
gridano al cielo
arcano dolore.
Dispersi,
avvolti in manto
di nera paura,
piangono
i tuoi discepoli.
Venerdì Santo
mistero sconfinato
di dolore,
ma già preludio .
 
 





PASQUA 2008

Nell' oggi di mia storia,
fiume di gioia
impetuoso sgorga
dai caldi spazi dell' anima.
Arriva la Tua Pasqua.
Noi celebriamo
la Tua pazzia di Dio,
che ha rivestito
nostra umana carne
afflitta da bufere
di paura;
ma risorta con Te
a speranze di vittoria,
risalgo il monte della poesia
e vi ritrovo
la mia acqua canterina,
che pace offre
ad arcane inquietudini.
 
 
 
 





TU, O DIO, SEI TRINITA'

Noi atomi d'infinito,
smarrito il tuo sigillo di figli,
privi di Tua gioiosa Compagnia,
ci perdiamo in solitudini siderali,
in deserti di speranze,
ci imbattiamo amareggiati
in finestre chiuse di fraternità.
Ma ecco improvviso alito
di Tua Presenza Amica
ci pungola lieve, veloce,
irruento, potente
e, come i vinti
alla mercé dei vincitori,
dai caldi spazi dell'anima
Ti invochiamo, o Trinità,
Tu sei un Dio al plurale,
Misericordia di Padre,
Redenzione di Figlio,
Santificazione di Spirito Santo.
Pacificati ci immergiamo
nell'oceano del Tuo Amore.
 







ASSISI

Sola,
chiusa in manto d'insignificanza,
cammino fra frettolosa, ignara folla.
Ma ecco, da dietro una vetrina,
Francesco la tua immagine amica
mi sorride da carta patinata.
Mi fermo e le mie mani deluse
stringono ancora valigia
di speranza vuota.
Corre ora trepido
il treno di mia vita.
Visione di pace mi sorprende,
nuova.
Lassù, in filigrana di luce,
superba di splendore,
Assisi appare.
 
 
 





PENTECOSTE 2008

Ancora stupefatti
ti rivedono
i tuoi discepoli spauriti sigillati insieme
nel cenacolo delle loro paure.
Attraverso chiuse sbarre
entri
nella prigione del loro cuore
e con vento di speranza
li liberi,
li salvi
e, generoso,
consegni loro
li chiavi del Tuo Regno.
 
 
 





ANELITO

Io, atomo d'infinito,
dagli abissi dello spazio,
dalla sabbia del tempo,
Ti chiamo o Dio,
rispondimi...
col Tuo eterno sorriso.
 







ARMONIA

Su sfondo bianco
troneggia la Tua croce
dagli abissi dello spazio.
Mistero sconfinato
di dolore...
Su sfondo scuro
canta il Tuo presepe:
Mistero sconfinato
del Tuo Amore.
 
 






LOURDES

Immenso dolore,
immensa gioia
si armonizzano
in perenne
miracolo d'amore.
 
 






TRIONFO  E... CONDANNA

Con vesti intrise di egoismo
con sandali chiodati di perché
arrivo nella tua Terra Santa.
Immane folla mi circonda.
Resisto, avanzo, mi fermo,
da mie lontananze d’ amore
mi raggiunge profumo noto
di Tua Presenza.
Alla fine dell’ assolata via,
ti intravedo, Maestro di pace.
Avanzi cavalcando l’ umile
asinello e mi coinvolge grido
di folla festosa: “Osanna al Figlio di Davide,
benedetto colui che viene
nel nome del Signore”.
Ora uno sfolgorio di luce
mi investe, mi scuote, mi acceca,
mi turba, mi interroga.
Ma ecco il vocio si spegne
e improvviso vento di bufera
tetro mi percuote.
La folla, istigata dal potere,
da osannante diventa
inferocita e Ti condanna.
“A morte, a morte, sia crocifisso!
E ancora Ti vedo, sfigurato Dio.
Sulle Tue spalle poggia
il dolore del mondo:
l’ infame commercio della droga,
il nero della guerra,
l’ incendio doloso del bosco,
che ora piange cieco
dei suoi mille occhi verdi
e sa che l’ uomo ha ucciso
la speranza.
 
 
 





ETERNO PADRE

Uccelli in cielo
sfrecciano veloci,
li seguo
libera e felice.
L'Etna brilla
di bellezza eterna
e il mare freme
in spumeggianti onde.
Il vigneto verdeggiante
mi circonda
complice di gioia.
Mi ritrovo innestata
ancora in Te
mia "Vite",
ancora in Te
Padre ritrovato
di eterno amore
inondato.
 
 
 





E MI SORPRENDI
Nell’oggi di mia storia
ritorno
in silenzi ineffabili di chiesa
con mani impaurite,
riarse da vento di bufera
e, ancora avvolta
da solitudini d’Amore,
decisa riaccendo
con nuove attese
la mia lampada spenta.
Al suo tremulo chiarore
appare
nuova strada di mia vita.
E mi sorprendi ancora,
o mio Signore.
 
 
 





RISPOSTA

E ora suona melodie nuove
l’ arpa del tempo.
Dagli abissi
infiniti
del silenzio
irruento sale
canto di preghiera.
E mi ritrovo immersa
in fiume di speranza.
 
 
 





SUL FILO DELLA FEDE

Farfuglio di parole,
groviglio di perché
sono io.
E vago in deserti di città
scalo monti di egoismo
Riempio valli
 di insignificanza.
Improvviso, liberante,
atteso,
nel mio cielo
brilla il bianco filo
di mia fede.
Trepida ne svolgo
il gomitolo luminoso
Respiro
arcobaleno di speranze
E mi ritrovo figlia,
o mio Signore,
sicuro Faro
al porto di mia vita.
 
 
 





TRIONFO E... CONDANNA

Con vesti intrise di egoismo
con sandali chiodati di perché
arrivo nella tua Terra Santa.
Immane folla mi circonda.
Resisto, avanzo, mi fermo,
da mie lontananze d’ amore
mi raggiunge profumo noto
di Tua Presenza.
Alla fine dell’assolata via,
ti intravedo, Maestro di pace.
Avanzi cavalcando l’ umile
asinello e mi coinvolge grido
di folla festosa: “Osanna al Figlio
di Davide, benedetto colui che viene
nel nome del Signore”.
Ora uno sfolgorio di luce
mi investe, mi scuote, mi acceca,
mi turba, mi interroga.
Ma ecco il vocio si spegne
e improvviso vento di bufera
tetro mi percuote.
La folla, istigata dal potere,
da osannante diventa
inferocita e Ti condanna.
“A morte, a morte, sia crocifisso!
E ancora Ti vedo, sfigurato Dio.
Sulle Tue spalle poggia
il dolore del mondo:
l’infame commercio della droga,
il nero della guerra,
l’incendio doloso del bosco,
che ora piange cieco
dei suoi mille occhi verdi
e sa che l’ uomo ha ucciso
la speranza.
 
 
 





CI SEI ANCORA

Sul mio cielo
scendono
arabeschi di stelle .
E cantano in note
di speranza .
Ritorno
nella tua campagna
odorosa di mentastro.
La tua giovinezza
ride fra gli alberi.
Al pozzo verde
attingo
vortici di gioia.
 
 
 





UTOPIA

Convivialità,
comunione,
dialogo
siete tre mattoni,
impastati di speranza,
necessari per costruire
tra popoli diversi
la cattedrale
della pace
 
 
 





ANNIVERSARIO SACERDOTALE
di  P. Egidio Calderone
( 21/09/1985 – 21/09/ 2008)
 
Mi fermo estatica a
contemplare il mare
nel piccolo spazio
del porticciolo
di Ognina.
E, con l’azzurra
visione nel cuore,
entro nel santuario.
Mi avvolge il bianco
candore dell’altare.
Ti vedo, sei radioso
e mi avvicino
in ordinata fila
per baciare le tue
giovani mani,
oggi per noi consacrate.
Mi regali la perla
profumata del tuo sorriso
che depongo nel prato
del mio cuore.
Oggi, come ieri lontano,
mi ritrovo con il tuo
nuovo popolo,
in nuova chiesa antica
e ancora in ordinata fila,
arrivo all’ altare
e silenziosa vi depongo
la bianca perla
della gioia che tu,
in paterna amicizia,
mi hai donato
un ieri lontano.
 
 
 





SEMI NOVELLI 
 
Lieve, leggiadra,
filigrana di pioggia
volteggia
nel cielo mattutino.
Gioia respirano
piante assetate
Bianca pace,
dentro mi rinasce
nuova.
E acqua di preghiera
bagna aride zolle
di mia vita
pronta per coltivare
semi novelli
di speranza.
 
 
 





CANTO DI PACE

Campanelle delicate,
sfilacciate in ricami di bianco,
in vostro linguaggio
cantate la pace.
 
 
 





E TI GUARDO, O DIO
 
E arrivo
da mie lontananze siderali.
T' incontro ancora,
o misterioso Dio,
che stai racchiuso
in Ostia consacrata.
Tu, in immensità d' amore,
ti doni a noi.
Candore di gigli
Ti circonda tenue.
Bianca tovaglia
Ti sostiene.
Da lampade accese
sorride tenue luce.
Dentro mi farfuglia
tumulto di pensieri.
Ma ecco,
il tuo silenzio ineffabile
mi afferra con luce di pace.
Ora festoso m' inonda
tintinnio di gioia.
 
 
 





SORGENTE ANTICA
 
Ricca di anni,
ma povera di pace,
ritorno a mia sorgente antica.
Respiro silenzi
di chiesa amica
e risento profumo
di fratelli
e, sfolgorante di luce,
Ti ritrovo, o Dio,
in Ostia consacrata.
Lucerne accese
Ti sono compagnia.
Mi canta dentro
improvvisa
musica incantata,
che sbriciola
neri macigni
di solitudine.
Paura più non mi atterra.


Catania, 22/02/2009
Parrocchia Natività del Signore.
 
 





IL TABOR
 
E Tu Maestro avanzi
con agil passo
verso l' alto monte,
ridente di verde vita.
Dietro di Te, affannati
con peso di domande,
arrancano i tuoi discepoli.
Ma, ecco, Ti raggiunge
calda, possente,
paterna voce,
che Ti ammanta di luce,
in gloria sacra
di Trasfigurazione ...
Attoniti, trepidi
ora esultano i tuoi discepoli
e proclamano che Tu sei
il Messia a lungo atteso.
Ma ignorano ancora
il tuo dolorante
cammino della Croce!
..............................
Noi, nell'oggi della storia,
dimentichi di Tua presenza amica
e di nostra divina figliolanza,
viviamo trasfigurati,
disincarnati di umanità.
Con immane rabbia
ci contendiamo
pozze stagnanti
di sesso, di potere, di denaro.
Ma l'inquinata acqua
non spegne
nostra sete di pace,
non sazia
nostra atavica
fame di gioia!
 
 
 





BEATITUDINE
 
Dalla fonte dell' essere
zampillano,
ridono
pensieri di luce,
che cantano silenziosi
in mare di mia preghiera.
 
 
 





VOCE  AMICA
 
In alba di mattino,
tu, Maria, donna afflitta,
sconsolata
al terzo giorno
di sua crocifissione
risali sentiero già noto
per arrivare
al suo sepolcro.
Ma aperto lo trovi,
privo di pietra
rotolata via.
Stupore, dubbio, paura
ti entrano in cuore
già vuoto di Sua
Presenza amica.
Il Maestro, già risorto,
ti guarda trepido,
ma tu non lo riconosci
avvolta ancora
in velo di pianto.
Commosso  Gesù ti chiama:
“Maria!”
Interrogativa lo guardi.
Ma ecco la sua voce nota
ti canta in cuore
sinfonia di gioia,
che avanza,
corre
da monte a valle,
da fiume a mare
diventando  fremito di speranza
per ogni uomo della terra.

 
 





NUOVA  PARTENZA
 
Scintillano
arcobaleni di preghiere
nei tuoi verdi occhi di prato
avvezzi a frequentare
il Cielo.
Vi salgo e ne capto
filo colorato.
Svelta l’annodo
a barca di mia vita,
 che traballa incerta
tra onde di paura.
E sicura riparto
in libertà di pace.

 






...E SCORRE IL FIUME
 
Sull’arpa del tempo
volteggiano lievi
fili di speranza.
Sul mio albero,
adorno di preghiera,
sbocciano fiori di luce:
sono i pensieri.
Con la memoria del cuore
rivedo l’Etna,
immenso candore di gloria.
Nel bosco di Milo
mi riscaldano i colori autunnali.
Ora la sua mano amica
stringe forte la mia
e giovinezza mi rifiorisce dentro,
fresca, profumata.
... e il fiume scorre,
respiro calura estiva,
mentre onde di mare
sussultano
sulla nera scogliera di Acitrezza.
E scorre il fiume della vita
e va verso di Te
infinito, eterno Amore.
 
 
 





ARSURA
 
Oggi
ruota del tempo
mi smeriglia ruvida.
Resisto
mi scuoto.
Da solitudini siderali
riparto.
Mi inerpico
su appigli di speranze.
Trepida affido
a macina di preghiera
la mia vita.
Contemplo
cattedrali di silenzi.
E il muto mio grido
Ti raggiunge, o mio Signore,
Ecco mi folgora
luminosità di luce.
Ardita afferro
lembo di Tuo mantello
e si spegne
la fiamma di mia arsura.
 
 
 





FOLGORAZIONE
 
Nel labirinto
del mio cuore,
improvviso,
inatteso,
si riaccende
un raggio di luce.
Riverbera,
brilla,
illumina,
irrora di speranza
latebre dell'anima,
cantando lieve
in fiume di certezze.
Mi  ride dentro
presenza di Dio.
 
 
 





BREZZA DI LUCE
 
Insieme andiamo verso l'infinito
slittano i passi sugli aguzzi sassi
ma ecco bellezza mi sorprende
lì sull'ultima scogliera
sospesi siamo fra cielo e mare.
Lo sguardo spazia
in trasparenti onde di gioia
e il mare... ride.
Di lato un anfratto vedo
e fra nere laviche pietre
brilla cristallina verde acqua
che, in rilucenti granelli di luce,
diventa pace e rasserena il cuore.
Incrocio il suo azzurro sguardo
sintonia di fede corre fra noi,
e siamo già in preghiera.
Padre nostro che sei sul mare
e il vento porta il nostro grazie al cielo.
Un silenzio azzurro ci avvolge e ci ristora.
 
 
 





FONTE PERENNE
 
In ridente pineta,
in spazio di Cielo
letizia di fede
mi sorprende lieve.
Musica silenziosa
mi canta dentro
in note di preghiera.
L’ anima sazia
beve acqua di luce
alla fonte perenne
del Tuo Amore!
 
 
 





LIBERAZIONE
 
Nell’ oggi di mia storia
improvvisi,
insistenti
mi martellano
lontani
pensieri d’amore .
Ora corrono,
si inseguono
infine
si ingarbugliano
in grate di ricordi.
Ma festoso,
inatteso
rintocco di campane,
sfiora,
 placa,
ferma,
i martelli dell’ anima
che, come farfalla spensierata,
volteggia e si riposa
nel prato verde
di mia fede.
 
 
 





MARIA
 
Giovane donna,
passo di danza,
occhi di luce
avanzi lieta
per la lunga via.
Tre perle Ti adornano
preziose:
povertà, castità, obbedienza.
Per te sorride il Padre
Raggio d’amore santo
Madre ti rende
Di Figlio, nostro Signore.
Tu, o Maria, sei per noi
Icona di speranza eterna.
 
 
 





MI APRI ?
 
Mi percuote
brivido inatteso,
lampo di desiderio,
assenza di Tua presenza amica.
Gravida di macigno d'egoismo,
con brocca vuota di luce,
con bastone tarlato di speranza,
con contorti fili di fede,
ecco riparto.
Mi attende ripida salita,
avanzo, mi fermo,
attraverso valli d'insignificanza,
scalo monti di orgoglio.
Lacera arrivo
alla Tua tenda.
Mi apri, o Mio Signore?
Arabesco tremolio di stelle
rischiara la mia tenda.
 
 
 





RESPIRO
 
Ansante ritorno
da irta salita.
Acqua di fede
disseta mia vita.
Fulgore di luce
m’ inebria di gioia.
Respiro
Tua Vita.
 
 
 





L’ ALBERO DELLA MIA VITA
 
Ferma, sull’ amaro
monte dell’ orgoglio,
rumino cupi pensieri,
che mi precipitano
in pantano d’ insignificanza.
Improvviso incontro
Il tuo sorriso amico
che risveglia
mia speranza di riscatto.
E riparto
e cammino
in cerca dell‘ albero di mia vita.
Lo ritrovo, infine,
decisa ne poto il ramo sterile
del rancore
e v’ innesto la talea
del perdono.
D’ incanto sbocciano
fiori bianchi di pace
che riportano
pensieri di luce.
Dentro mi rifiorisce
giovinezza lontana
che diventa arcobaleno
di nuove speranze.
 
 
 





LA CANZONE DEL SILENZIO
 
Sfumano in lontananza
rombi di motori cittadini
e arrivo infine alla Tua Casa.
Avida respiro
l'arcano profumo
di silenzio
che mormora fra gli alberi.
L' orchestra improvvisata
degli abitatori dell'aria
ora placa lo stridio
di impensabili catene.
Volteggiano in alto
nuvole bianche di pace.
Con volo ardito di pensiero
l' afferro
e percepisco
l'improvvisa certezza
che il cielo sostiene
peso di terra.
 
PIME (Mascalucia)
23-27 Giugno 2009
 
 
 





ISOLA E CONTINENTE
 
Sosto serena
nell’isola incantata
del mio cuore,
ma improvviso,
impetuoso
un mare di preghiera
lievemente
mi sospinge
nel continente
dell’ umanità.
 
 
 





L’ ANFORA

Ho svuotato la mia anfora
dall’ acqua putrida
del rimpianto,
l’ho purificata con balsamo
di perdono.
Finalmente essa è vuota!
Ora trabocca
di acqua di luce.
Privo di sterpaglia è
Il giardino del mio cuore!
Improvvisi,
ma attesi
ruscelli di grazia
m’ inondano
e si materializzano
in fiume di preghiera.
 







IL PERDONO DELLA PORZIUNCOLA

Giunta da lontananze di perdono
con un cesto ricolmo
di spine di rancori,
salgo incerta scale di Tua Casa.
Fra folla sconosciuta
mi sfiora saio di fraticello
che sollecito si gira, si ferma,
mentre il suo giovane sorriso
tintinna in note di preghiera.
Capto suo messaggio arcano,
mi fermo, l’ ascolto,
mi ascolta.
Depongo pesante macigno
di rancore e ricevo
dalla sua benedicente mano
la piuma del perdono.
Ora pacificata
contemplo la Basilica incantata.
Ecco laggiù
In bellezza di gloria
la Porziuncola appare,
piccola di spazio
ma immensa di speranza.
Acqua di gioia
spegne la mia sete!
 
29/07/1980 – 29/07/2009
 
 
 





PIENEZZA

Libera da gravami di pensieri
volteggio in spazio di mio cielo.
Lieve mi accosto
al bianco altare
e le mie mani unite
simili a culla di accoglienza
ti ricevono
in ostia consacrata
che ora, quale nuvola di luce
riempie la mia vita.
Sazia di grazia
respiro in te,
o mio Signore!
Bevo  il tuo eterno sorriso
e mi raggiunge
tintinnio di pace!
 
 
 





APPRODO

Oggi, nella mia provvisorietà,
aguzzi scogli di pensieri
assalgono insistenti
la navicella di mia storia,
che ondeggia incerta
nel mare della vita.
Mi scuoto e, ancora
tremante di paura,
afferro il timone.
Con ardito cuore
lo dirigo nel faro
di tuo sorriso amico.
Ti trovo infine
e sollecito mi regali
attento ascolto
che sgretola
catasta ingombrante
di tormenti.
La navicella di mia vita
scivola ora leggera
in mare di certezze.
Mi rifugio
in approdo di pace,
o mio Signore!                  

 
 





CANTO  D’ AMORE

Un rosso papavero prepotente
irrompe, sul bordo della strada,
un uccello regala al mondo
la sua melodia
sfiorando lieve il tetto di mia casa.
Un bimbo rinfresca l'aria calda
col suo riso argentino
mentre un tramonto d'oro
incendia il cielo di rosso fuoco.
La sua mano amica stringe forte la mia
e il cuore ascolta,
rassicurato, in pace.
Nel sacro silenzio del bosco di Milo
noi tre insieme calpestiamo
le foglie accartocciate
e gioia mi nasce dentro:
fresca e profumata.
Fra i verdi rami della pineta
intravedo l'Etna immensa
bianco-vestita di candida neve.
Svelta ricerco la pura fonte
della mia "acqua canterina"
e infine la trovo.
Fra le nubi dorate,
Ti vedo e Ti parlo o mi' Signore,
con musica silenziosa di preghiera
eseguita con note di eterno canto.
 
 
 





COMUNIONE
 
Padre e fratello di mio lungo cammino,
ti cerco nella lontana,
antica, nuova tua chiesa
e d’ incanto ritrovo
il tuo azzurro sorriso di cielo.
Mi ristora profumo di fede,
che scende sui candidi gigli,
sui veli di bimbe festose,
su madri gioiose,
su te … radioso.
Ora perle di sorrisi
arrivano a me,
formando collana rilucente
di pace e di fraternità.
E nella mia grande mano
lieve si appoggia l’Ostia
in una rinnovata
" Prima Comunione ".
 
 





CONVERSIONE
 
Nei campi della Galilea
tu, Maddalena, donna usata, calpestata,
comprata con vile denaro,
con il cuore in tumulto avanzi
ancora ignara della vicina pace.
Davanti a te immensa folla
ferma i tuoi passi.
Da lassù, in bianche vesti,
Gesù, il Maestro, parla.
Ed ecco, prima lieve, poi chiara,
la sua voce ti raggiunge,
si smorza il tuo tormento
in musica di silenzio.
Profumo di pane caldo ti inebria
e, fresco di gioia, arriva a te
sbriciolandosi in un arcipelago di croste.
E la tua vita è purificata
da perle di sorrisi.
 
 





E VERRAI ANCORA

Nell' oggi
di mio faticoso cammino,
la mia arpa di pensieri
vibra in luce d' attesa,
perché ancora T' incontrerò
quale promessa
di nuove speranze,
quale rifugio
sereno di pace,
quale spazio
di eterna bellezza,
o mio Dio!
 
 
 





… E IMPROVVISAMENTE
 
… e improvvisamente mi fermo
abbracciando il silenzio.
Mi perdo in spazio
di preghiera.
Ed ecco, lenzuolo di luce
ricopre
povertà di mia fede,
che ora rivive
in eterna giovinezza.
Quale vetrata
al sole dell’ amore
oggi
la mia vita riluce.

 
 





INCONTRO
 
Fuori, il mondo è avvolto
in un turbinio di odio.
Ma io, insieme ai fratelli cari,
stasera, nella veglia santa
Ti contemplo,
o silenzioso, misterioso Dio!
Immenso sei eppur racchiuso
in una bianca ostia,
molecola di pane,
Ti offri al mio sguardo,
e io al tuo, e pian piano
il miracolo si compie.
Ora son sola con Te,
pur nella folla tanta,
la Tua luce bianca
mi si espande dentro,
e mi inonda di azzurra gioia.
Riposo in Te e percepisco
la Tua presenza amata
e soavemente
ne respiro la frescura!
 
 
 





LA DRACMA PERDUTA

Cerco, ricerco,
tra carabattole
di mia casa,
la mia dracma perduta.
Il mio rabbioso cuore
fa avvizzire
fiore di speranza.
Mi fermo,
riguardo
i miei illusori possessi.
Improvviso,
impensabile pensiero
mi afferra,
mi vince.
Decisa riaccendo
lampada di perdono.
Si frantuma
l’amara catena
di rancore.
Risplende il mio cielo
di pacificata luce
 e ritrovo,
inattesa,
la mia dracma smarrita.
 
 
 





E RISALI ANCORA
 
Dal pendio del pensiero
rotola la botte del mio cuore.
Intatta arriva
in nostro antico spazio di pace.
Risento sapore di mentastro
mentre lassù l’Etna ride
in suo linguaggio eterno.
Avida ricerco
il frizzante vino
di tuo sorriso amico.
Ma stordita mi fermo.
La botte del tuo cuore,
perforata
da tarlo d’insignificanza,
lacerata
dal banale quotidiano,
traballa, si svuota,
cade
non più sostenuta
dai tuoi cardini di gioia.
Cauta mi accosto
al tuo spinoso
recinto dei perché
e, con ferite mani
ne sciolgo i nodi.
Ora esausta guardo
l’azzurro sopra di noi
e con ardito cuore
da sola volo in alto,
Verso l’infinito.
Afferrati, o amico,
al mio filo di preghiera
e risali ancora.
 
 
 





NON E' NATALE
 
E luci accattivanti
luccicano ai “Portali”,
panettoni passano
in cartoni argentati.
Stridono
carrelli strapieni.
Ma non è Natale!
Albero sradicato
da terra amica
aspetta inerme
addobbo preparato.
Per strada scorrono
macchine impazzite
che si urtano, si scontrano
e uomini inferociti
scendono
scambiandosi
minacce di avvocati.
Le insegne auguranti
Immobili
mandano messaggio muto,
che non arriva al cuore.
E la gente spende
denaro grondante
di amara fatica.
Ora, dietro addobbata vetrina,
l’enorme pupazzo di rosso velluto
Ammonisce:
“Prego non toccatemi,
ma comprate!”
Il freddo cartellino mi sventola in viso,
ma nessuno può comprare l’amore!

 
 





LA CASCATA DELLE MARMORE
 
Assetata di gioia
cammino in strada di mia vita.
E improvvisa mi appari,
o perla di cascata.
Sei incastonata in brillio
di verde,
che tu stessa nutri.
Dall’alta rupe
saltelli irruenta
in polifonia di suoni,
in caleidoscopio
di colori generati
da tuo candore di spuma.
Con ardito sguardo
ti raggiungo,
ti abbraccio,
ti posseggo.
Ora sei solo mia,
o eterna bellezza!
Tua forza possente
mi capta, mi avvolge,
mi placa
e si trasforma
in mio fiume
di pace.


 





RITROVO IL NATALE
 
Mi aggiro nella città,
mi abbagliano
ammiccanti insegne,
m'inseguono nordici pupazzi,
ma manca la certezza del Natale.
Confusa mi fermo,
mi scuoto
e con volo di pensiero
mi salvo.
Imboccando
i tornanti del tempo
raggiungo il mio paesello
arroccato su sicura
roccia di fede.
Nella notte santa
m'inebria di pace
nenia di zampogna.
Vedo la mia gente
stipata
in luce di chiesa.
Con forza di preghiera
ne spingo la vetusta porta,
si colmano le mie valli di sfiducia,
appendo mia razionalità
a stelle di meraviglia
e, indossando mantelli
di gratuità,
Ti guardo mentre, Tu Bimbo,
appari in statuina di cera.
Ora tenero riposi
nella culla del mio cuore
quale Signore di mia vita.
E ritrovo il mio Natale!








SORELLA ACQUA

Francesco  canta di te
sorella acqua ,
chiamandoti  umile,
preziosa e casta.
E tu accogli i rifiuti
di nostri umani corpi
accaldati e stanchi
regalandoci  sollievo
di frescura.
Ora, incastonata
in fonte battesimale,
diventi per noi lavacro
di vita  eterna!

 
 





IL PARALITICO  (Lc. 5, 17-26)

Ristretto
in assolata casa
Tu, Maestro Gesù,
spargi
la Tua Parola di vita,
mentre la gente
si accalca intorno
attenta, numerosa.
Ma tu, uomo paralitico,
inchiodato al tuo lettuccio
invano attendi
il sospirato incontro.
Ma ecco, improvviso si ode,
martellio di sassi,
schianto di rami
sradicati via
da tegole spostate.
Ora, sul tetto assolato
brilla grossa apertura.
La robusta corda di fede
dei tuoi amici cari
ti depone
in Sua presenza santa.
Gesù incrocia
il tuo muto sguardo
e con imperiosa voce afferma:
“Ti sono rimessi i tuoi peccati “.
Si agita, mormora, critica
la turba ipocrita dei farisei.
Ma Tu, Maestro compassionevole,
comandi:  “Alzati e cammina”.
Ora tu, guarito, Lo segui
lungo la  tua - sua  strada.
     (19/01/2010)
 








VERSO EMMAUS  (Lc. 24, 13-35)

Già bruma la mia e la vostra sera
e voi, discepoli delusi, avanzate
con stanco passo,
con afflitto cuore.
Muta vi raggiungo
con ali di preghiera
e ascolto
vostro dialogare.
Ora vedo un ignoto pellegrino
che premuroso
si accosta a voi
e interroga
mia e vostra vita
priva di manto di speranza,
priva di bastone di fede,
ma la sua voce chiara
scuote
mio e vostro torpore.
Improvvisamente
raggio di Sua luce,
raggio di Sua pace
dissolve
I vostri e i miei pensieri impauriti
sciogliendo
grumi di perché.
Ora i vostri occhi risorti
incrociano
quelli del Maestro,
che spezza con voi e per voi
il Pane di Vita,
che sazia vostra
e mia fame d’ amore.
Pacificata
mi accosto al bianco altare
e il sacerdote depone
in culla di mia mano
l’Ostia consacrata.
 







LA MADONNA DELLE LACRIME

Oggi contemplo il tempietto
mentre vi cantano intorno
gigli in candore di pace.
La preziosa tovaglia
intarsiata di ricami,
paziente opera
di femminili mani,
freme in attesa
di Tuo reliquiario.
Ritrovo manto di mia fede fanciulla
e trepida l’ indosso.
Mi rivedo nel mio paesello montano,
odoroso di mentastro.
Le roselline selvatiche
abbarbicate ai muri
gridano bellezza.
Io bimba,
con furtivi piedini,
m’infilo in lunga processione
ed ebbra di gioia,
già treccine sciolte,
ricerco
il tuo ondeggiante
simulacro, o Madre,
ma sventolio d’ azzurro lo nasconde.
Mi fermo incerta.
Trepida ti cerco,
ma ecco giovane sorriso sacerdotale
mi richiama in spazio di mia chiesa,
sostenendo
con mani robuste di fede
il tuo reliquiario,
e umile ti rinnova, o Maria,
l’offerta di sua vita.
Ora, o Madre,
brillano le tue lacrime
e improvvisamente
diventano per noi
perle di sorriso.
 
 
 





PARTENZA

Mi opprime
afa cittadina
che alimenta
tumultuosi pensieri.
Ma ecco che sollecita,
paterna
la tua voce amica
mi indica
nuovo spazio di vita,
incantato di silenzio.
Parto,
ricercando
leggerezza spenta
e arrivo
in oasi di pace.
Mi sorridono
alberi amici,
mi ristorano
sguardi di fratelli.
Mi placo.
Improvvisa mi afferra
lama di Tua Luce,
che brucia il mio groviglio
di pensieri
e nelle mie mani perdonate
riluce il colorato filo
della pace.
 
 
 





IL NUOVO CANTIERE

Oggi,
insidiate da sabbie mobili
di rimpianti
traballano
le fondamenta di mia casa
e precipito in buche di perché
e impaurita annaspo.
Ma ecco un raggio di luce
mi raggiunge trepido, deciso,
bruciando putridume di ferita.
Riparto
con scarpe chiodate di fatica,
e finalmente arrivo
in nuovo cantiere
di mia storia.
Con forza di preghiera
acquisto purificato sguardo.
Ora vedo mattoni colorati
di speranza
e svelta li accatasto
legandoli con malta di perdono.
Vi unisco cemento di fraternità
e così rafforzo
le fondamenta di mia casa
che riluce di giovinezza ritrovata.
 
 
 





TRAMONTO 

Improvviso
mi avvolge
profumo campagnolo
Intessuto da libertà
di voli canterini.
Mi capta, da lassù,
la rossa palla di fuoco
e umile ne ascolto
la silente voce.
Barcollo,
resisto
e finalmente,
sostenuta
da cerchio d’amore
di fratelli,
volteggio sicura
in Tuo spazio di luce.
 
 
 





M'INNALZO

Il fiume di parole
si placa,
si smorza
imbrigliato
da diga di silenzio.
E finalmente
odo la Tua voce,
che avanza
in tintinnio
di pace.
 
 
 





LA MIA VERDE ROTONDA
 
E arrivo
da vita cittadina,
indossando ancora
il mio logoro vestito
intessuto da frettolosità
d’amore,
da vuoti di speranza.
Ma trepida ti cerco
tra ricami di fogliame,
tra silenzi ineffabili
di cielo
e m’inonda
nuvola di luce.
Mi perdo,
Ti perdo,
ma ecco ritorno
e Ti trovo
in ostia consacrata.
Ora mi ricopri
con la bianca camicia
della pace.
 
 
 





SACERDOZIO, DONO DI DIO

Pensosa guardo oggi
la mia pattumiera che trabocca
di catene di egoismo
di dubbi di perché
di grumi di solitudini
di spine di rancore
di ruggine di rimpianti.
Soffoco, mi alzo.
cammino.
Da lontananze siderali
rientro in spazi di chiesa
e cerco te, ministro di Cristo
e finalmente ti trovo.
Premuroso mi offri
attento ascolto
che sgretola catasta
ingombrante di tormenti
e dalla tua benedicente mano,
ricevo l’acqua del perdono,
che spegne mia arsura.
Ora, insieme ai fratelli,
mi accosto al bianco altare
e tu, sacerdote, nostro pastore,
proclami la sua Parola di vita
e Cristo ci doni in Ostia consacrata
che sazia nostra fame d’amore
aprendo la via dell’ eterna gioia !
Tu, sacerdote, sei ponte
fra noi e Dio
eppure sei nostro fratello
che abbracci la Croce
ancora di salvezza,
fiume di redenzione
certezza di Resurrezione !
 
 
 





FATICA IMMANE

E Ti cerco, o Signore,
lungo i sentieri tortuosi
dei miei umani smarrimenti
e mi accorgo che
il mio persistente egoismo
non ti permette di compiere in me
le grandi cose promesse.
Non mi affido a Te?
Vedo che la mia smania
di fare previsioni e conti
fa abortire,
dentro di me,
il tenero arboscello
della meraviglia, che si chiude
alle Tue imprevedibili,
impensabili sorprese.
Io, ancora ostinata,
provo a rinchiuderti
nel ristretto recipiente
dei miei desideri.
Ma improvviso, inatteso
un limpido sguardo,
sorriso di cielo
vibrante nella voce
di mille silenzi
mi scuote.
Attenta
io ascolto …
Si scioglie gelo
di Tua assenza
e Ti ritrovo quale
compagno di cammino.
Mi scendono dentro
lievi, rassicuranti
falde di pace.
Termina mia fatica immane.
Ritrovo le ali leggere
del Tuo Amore, o Dio!
 
 
 





IL TUO SORRISO

E’ libero come volo d‘uccello,
è limpido come montano ruscello,
è radioso come sole nascente,
è amorevole come sguardo paterno,
è fresco come riso di bimbo.
Il tuo giovane sorriso
è vela di fede
nel mare di mia vita.
Trepida l’afferro
e mi lascio trasportare
dentro le vicinanze vertiginose
di Dio.
 
 
 





SUL PONTE
 
Ferma sul ponte di mia vita,
guardo
mio intrigante fiume
irruento di paure,
di rimpianti
che mi tormentano
con impossibili ritorni.
Mi soffocano
gravami di pensieri.
Ma ti cerco ancora,
o Signore di mia vita,
con rinnovata
incapacità di volo.
E quale gallina razzolo
in limitato cortile
di mia casa.
Ma inatteso
sguardo sacerdotale
mi riconcilia a Dio.
Indosso ali di speranza
e, quale aquila veloce,
riprendo ardito volo
verso “Tuoi” spazi di luce.
 







QUATTRO PASSI INTORNO ALL'ANIMA
 
Sola a Catania passeggio
in ristretto spazio cittadino,
frenetico m’ investe
rombo di motori.
Accanto mi sfrecciano
macchine veloci.
Mi estraneo e attenta
mi rifugio in mio spazio
di pace.
Con filo colorato di pensiero
mi arrampico
nell’infinità
del cielo.
Trepida immergo
la spugna di mia vita
in sua vibrazione di luce,
in suo sfolgorio di colori:
arancio, rosa, azzurro lieve.
Ora nuvole spumeggianti,
in rifrangenza d’oro,
mi sostengono
complici di gioia.
A lungo vi dimoro,
l’ anima s’ immerge
in trasparenza di bellezza,
ma improvviso mi raggiunge
riso di bimbo.
Pacificata ritorno a terra
ora la spugna di mia vita,
è grondante di acqua
di eternità,
solo per aver fatto
quattro passi intorno
all’ anima.
 
 
 





PATERNITA' DIVINA (Lc. 15, 11-32)
 
Reduce dagli effimeri
prati del piacere,
con passo incerto,
con deluso cuore,
ritorna il figlio
a sua paterna casa.
Tu, o padre trepido,
scruti l’orizzonte
attendendo il suo ritorno.
Ecco, lo vedi:
è lacero, smarrito,
gli corri incontro
chiudendolo
nel tuo paterno abbraccio
e lo ricrei “tuo figlio”
donandogli
l’anello d’oro
e la ricca veste del perdono.
 
 
 





IL FRATELLO MAGGIORE  (Lc. 15, 11-32)

Il fratello maggiore
stanco di soma di fatica,
dai campi ritorna
in sua ricca, paterna casa.
Ma ecco che improvviso
vocio di suoni, di canti,
di festa lo blocca
in su la soglia.
Esitante chiede ai servi
il perché di tanta gioia.
“E’ tornato tuo fratello” –
rispondono eccitati.
Impietrito da insana rabbia,
d’amara delusione,
accusa il padre
di peso d’ingiustizia
elencando
le sue scrupolose prestazioni,
insieme alla doverosa permanenza
in casa avita.
Il padre esce fuori,
lo guarda,
gli sorride
e tenero lo abbraccia,
ridonandogli il posto
sacro di figlio
nell’ampio spazio del suo cuore.
 
 
 





L'ANNUNCIAZIONE

Nella tua festa, o Maria,
ritrovo sotto l' altare
la tela del Beato Angelico a me cara.
Vedo che la colonna di tua casa
è sostenuta
da forza di cielo.
Contemplo il tuo viso verginale
che s' imporpora al saluto
dell' Arcangelo Gabriele.
Ti avvolge il fulgore
di sua perlacea luce
e l' aria si ferma trepida
in attesa del Tuo "SI' ".
Tu, docile al divino volere
lo pronunci
con cuore fanciullo.
Esplode scintilla di grazia
fra Dio Parola e
Tu Silenzio,
fra Dio Voce e
Tu Accoglienza.
Così il Tuo "FIAT"
s' innesta nel delta
dell' Eterno Amore e
in te, o Maria,
s' incarna
Nostro Signore.          
 
 
 





LE TRE PERLE
 
Staziono delusa
sul mio monte di orgoglio,
mentre vento gelido
sferza mia nudità di fede,
non più adorna
delle smarrite perle
del credere, dell’amare,
dello sperare.
Ma ecco voce di preghiera
mi raggiunge attenta
ricoprendomi
di azzurro
manto di umiltà.
Trepida lo indosso.
Trasformata,
perdonata,
amata
respiro luce
in sorrisi di fratelli,
che mi riconsegnano
le tre perle colorate.
Ritorno in pace di pensieri
e libera intono
giovane canzone
d’amore.
 
 
 





IL MIO CANDELABRO
 
Sul monte di mia vita
riluce, in vivida fiammella,
il mio candelabro,
ma un gelido,
irruento vento di bufera
l’investe,
lo scuote,
lo precipita in valle solitaria
ed ora giace inerte
in tempo di mia storia.
Ma ecco improvviso,
inatteso
un noto suono
di campana
lo risolleva,
richiamandolo
a prati nuovi di speranza.
Ora fraterne presenze
ravvivano fiammella
di mia fede ritrovata
e il tuo sorriso chiaro
m’inonda di pace.
In luce di certezze
si espande dentro di me
limpida
l’azzurra gioia.
 
 
 





PREGHIERA PER IL PADRE SPIRITUALE

Signore Gesù, ti affido il mio Padre Spirituale.
Fa’ che io lo consideri sempre come un ponte da attraversare per arrivare a Te e mai come un albergo in cui sostare.
Tu, o Spirito Santo, illumina la sua mente e il suo cuore perché sappia guidarmi con responsabilità paterna e sappia discernere il progetto d’amore che, fin dall’eternità, Tu, o Dio, hai voluto per me.
Fa’ che lui, quale tuo ministro sia sempre attento alle “cose di lassù” e così sappia indicarmi l’urgenza e la priorità del cielo rispetto alle cose della terra, impregnate di provvisorietà.
Fa’, o Signore, che la mia obbedienza di figlia sia gioiosa e continua e fa’ che il suo “ascolto” di padre sia attento e sereno.
Fa’ che entrambi, pur nella diversità dei ruoli, possiamo conquistare il mondo della santità e ritrovarci insieme un giorno a godere della presenza della Tua Comunità: la Trinità beata.
Grazie Gesù per il dono del sacerdote che ti rende visibile in mezzo a noi, Tua Chiesa. Amen
 
 
 





CORSA TRA LE NUVOLE

Nel Tuo cielo di cobalto
Corrono nuvole veloci.
Appaiono in candore di spuma,
scompaiono,
si perdono
in raggi dorati.
Ora le inseguono uccelli
in libertà di volo
ed io, ardita,
indossando ali di poesia,
le raggiungo.
M’innalzo
respirando la bellezza del creato
che assaporo
con il mio cuore fanciullo.
 
 
 





INFINITO AZZURRO

Oggi, fiaccata da calura estiva,
ingombra da peso di pensieri,
avanzo sulla lunga riva
e già m’interrogano
i due azzurri di cielo e di mare,
che si confondono
in unica armonia.
Estasiata raccolgo
sale di perdono
e si placano
i miei tumultuosi pensieri.
Ora, biancore di spuma,
complice di gioia,
mi sorride
ed io, molecola di finito,
m’immergo
nel Tuo infinito azzurro.
 
 
 





MATERNITA'  RITROVATA

E ancora cammino
su strade solo mie
ignorando tua materna presenza.
Ma ecco, mano amica
mi offre tuo volto
incastonato
in prisma di vetro,
che già scintilla per me
in ritrovata fede.
Ora percepisco Tua dolcezza
di Madre,
tua ubbidienza di figlia
al Suo volere santo.
Il mio cuore,
d’amore assetato,
esulta di gioia
e ti possiede
e mi possiedi
donandomi
il nome sacro di “figlia”.
 
 






DAVANTI A TE

La mia ragione
sicura, caparbia,
si ribella ostinata
davanti al Tuo Mistero.
Tu, infinito eterno Dio,
Ti offri a noi
Imprigionato
in briciola di pane,
ma il mio cuore innamorato
ricerca Tua Presenza santa.
Ora pacificata Ti rapisco
e ardita Ti trasporto
nei caldi spazi dell’anima,
dove esultante intono
la mia canzone d’amore.
 
 
 
 




RITROVAMENTO
 
Cammino,
brivido di freddo
nel mio cuore.
Primi ricami del tempo
sul mio viso.
Scintillano
anonime luci natalizie
che cantano la festa,
eppure manca il festeggiato.
Ma ecco tra folla immane
improvviso
mi sorprende
sorriso di bimbo,
che mi offre
sua corda di speranza.
Sorpresa l’afferro
e respiro profumo d’infanzia
mentre, in certezza di fede,
ritrovo il mio presepe.
Contemplo , o Bimbo Divino,
la potenza disarmata
e disarmante
del Tuo Amore.
In luminosità di pace
accanto a Te
Ridono
fiori colorati
E ritrovo
la mia gioia,
che, quale tenera rugiada,
si posa sul mio viso
in luce di giovinezza
ritrovata.
 
 
 





IMMACOLATA
 
Entro in luce
di mia chiesa.
Oggi Ti fanno festa
sette girasoli
che, intrecciati
a rosso bagliore di rose,
ridono in Tua presenza
nel loro breve fulgore
di bellezza.
Io, inebriata
capto il fiore eterno
dei Tuoi operosi silenzi
e respiro lieve
in oasi di preghiera.
Guida Tu, o Madre,
la mia ascesa.

 
 





CORONA DI ROSE
 
Sei filo splendente di luce
fluente di grazia,
che scorre lieve fra le mie mani
intessute di materia.
Sei  scarpa chiodata
di speranza
per affrontare
il cammino della vita.

 
 





LA DANZA DELLA VITA
 
Oggi, nel prato di mia vita,
ondeggia
l’albero della speranza.
Lo guardo estatica
e sollecita vi annodo
fili colorati di preghiera.
Ecco, improvvisi danzano
I frutti del Tuo Amore,
o Dio!
M’inonda
pioggia di grazia,
frescura di pace
sul mio viso.
 
 
 





PAESAGGIO DELL’ANIMA
 
Captata
da raggio di preghiera,
in leggerezza di pensieri,
entro
nel paesaggio dell’anima.
Mi accompagna
Il faro del tuo sacerdotale ascolto
che guida la mia ascesa.
Ritrovo
la montagna del perdono
e pacificata ne contemplo
la cima conquistata.
Ora, mormorio lieve
di ruscello di fede
attira mio limpido sguardo.
Dentro vi ridono
volti di fratelli.
Sazia m’immergo
in soavità di pace.

 
 





LA TUA CORDA
 
Caparbia, sicura
scalo montagne di mia vita,
ma ostacolo improvviso
blocca la mia ascesa.
Tu m’intravedi
stanca, impaurita
e sollecito mi lanci
la tua corda amica.
La vedo, l’afferro
e rassicurata
riprendo la mia scalata,
respirando
dentro spazio di cielo
ritrovato.








PATERNITA' SACERDOTALE
 
Spine di paura,
chiodi di perché
depongo
nel tuo giovane cuore sacerdotale.
Tu, attento,
premuroso,
mi ascolti
e comprendi
mie umane miserie,
intrecciate
in amaro groviglio,
che tu, o sacerdote,
sciogli
con benedicente mano.
Mi ridai forza
per mio cammino
in rinnovata
giovinezza di fede.
Mi alzo lieta,
libera,
pacificata.
Mi attende
eucaristico incontro.
 
 
 





VERSO EMMAUS

Già bruma la mia e la vostra sera
e voi, discepoli delusi, avanzate
con stanco passo,
con afflitto cuore.
Muta vi raggiungo
con ali di preghiera
e ascolto
vostro dialogare.
Ora vedo un ignoto pellegrino
che premuroso
si accosta a voi
e interroga
mia e vostra vita
priva di manto di speranza,
priva di bastone di fede,
ma la sua voce chiara
scuote
mio e vostro torpore.
Improvvisamente
raggio di Sua luce,
raggio di Sua pace
dissolve
i vostri e i miei pensieri impauriti
sciogliendo
grumi di perché.
Ora i vostri occhi risorti
incrociano
quelli del Maestro,
che spezza con voi e per voi
il Pane di Vita,
che sazia vostra
e mia fame d’amore.
Pacificata
mi accosto al bianco altare
e il sacerdote depone,
in culla di mia mano,
l’Ostia consacrata.

 
 
 





LA MIA CERTEZZA

Oggi appaiono
i primi incerti ricami del tempo
sul mio viso,
mentre dentro mi cantano
in freschezza giovani pensieri.
Esco.
Mi rapisce lo splendore
dell’Etna innevata
ed io ardita la raggiungo,
felice la possiedo.
Ora, dentro di me,
conservo il suo candore
e riparto.
Incontro
giovane padre che sostiene
amato peso di neonato,
il piccolo mi regala sua innocenza
con i suoi incantevoli
occhi di cielo.
Ecco, su bordura di marciapiede,
un improvviso cespuglio
di margherite gialle
ridono in bellezza.
Ardita la rubo e ne adorno
la collana di mia vita.
Respiro gioia.
Sento la Tua Presenza santa.
Signore Tu sei la certezza
di mia vita,
che Tu rinnovi  ogni giorno
con la luce
del Tuo Amore.
 
 
 





FATICOSA SCALATA

Nell’oggi della storia,
dimentichi di Tua Presenza amica
e di nostra divina figliolanza,
con immane rabbia,
ci contendiamo
pozzi stagnanti
di sesso,
di potere,
di denaro,
ma l’inquinata acqua,
salata di contese,
aumenta nostra arsura.
Ma ecco raggio di sole
ci afferra,
c’interroga
deciso
e pentiti scaliamo
la montagna del perdono
con doloranti piedi,
con scorticate mani.
Improvviso accanto
ci ristora
limpido ruscello
d’ acqua zampillante
di vita eterna.
 
 
 





SICURA PRESENZA

Oggi, improvvisa
nuvola nera,
gonfia di pioggia,
ricopre di buio
la stella di luce,
che scompare
perdendosi lontano.
Mi rifugio
nel cielo di mia vita
e ricerco il mio sole
e ti ritrovo, o Dio,
quale sicura presenza
d’amore.
 
 
 





SCALATA

Oggi, la potenza
impotente del rimpianto
investe
la montagna di mia vita,
che ancora rumina
cumuli di ricordi
marchiati
da impossibili ritorni.
Inatteso suono di campane
mi scuote
e si scioglie
grumo di tormenti.
Ascolto.
Dentro di me
si materializzano
le tue parole,
fili di speranza,
che accompagnano
mia nuova scalata.
 
 
 





LE NOTE DEL SILENZIO

Mi travolge il silenzio
assordante della vita,
ma ecco ricerco
oasi di chiesa.
Mi fermo,
ascolto.
Il mio cuore
vibra,
esulta,
riposa
avvolto da eterne
silenziose
melodie di pace.
 
 
 





IL DONO

Mi sveglia
festoso suono
di campane.
Sollecite  rispondono
quelle del mio cuore.
Il nuovo giorno,
intatto di speranza,
inizia.
E’ il dono
del Tuo Amore.
 
 
 





MISTERO SACERDOTALE
 
Ti guardo nella nostra messa
e incontro tuo fraterno
sguardo di pace.
Ogni giorno tu paghi
con l’offerta di tua vita,
il faticoso prezzo
del mistero sacerdotale
e diventi motivo di speranza
per tutti i poveri di Dio,
per tutti i poveri di salute,
per tutti i poveri di speranza.
Sei tu sacerdote l’umile,
ma solerte scopritore
della luce sepolta
nei cuori degli uomini,
tuoi fratelli in Cristo.
 
 
 





VEGLIA EUCARISTICA
 
Ancora vibrante
di tumulto di pensieri,
arrivo in spazio di preghiera.
Mi fermo.
Mi ritrovo in pace di silenzio.
Nel cielo del mio cuore
si accendono stelle di luce
che vibrano,
corrono,
scoppiettano
in esultanza di gioia.
Rassicurata ascolto
il canto inatteso
del Tuo Amore, o Dio.
 
 
 





IL MIO VELIERO

Circondata
da sorriso di fratelli
tolgo
il gravame di pensieri
dal mio veliero,
che libero scivola
in sicuro mare di preghiera.
Mi rifugio,
nell’assordante silenzio
del mio cuore
e Ti raggiungo, o Dio.
Mi rispondi
con Tue parole d’amore.
 
 





LA PREGHIERA

E’ goccia di rugiada
che ristora fiore inaridito.
E’ gioia di bimbo
che sorride alla vita.
E’ sguardo d’amico
che sostiene la salita.
E’ bastone di speranza
che sostiene la fatica.
E’ candore di monte innevato.
E’ fuoco d’amore rinnovato.
E’ dono di grazia ritrovata.
 
 





LUCE D’AMORE

Sulla roccia del tempo
lieve si posa
la colorata farfalla
del pensiero
e mi vibra dentro
certezza
di Tua Presenza,
o Dio.
 
 





GIOVEDI’ SANTO

Le lunghe scalinate
dell’altare della Reposizione,
in drappeggio di veli,
in candore di rose e di gigli,
attendono Te, Gesù,
imprigionato in ostia consacrata.
Ecco mani sacerdotali
Ti trasportano su scale di fede,
ove brillano le sette lucerne,
simboli di doni dello Spirito
e dei Sacramenti.
Ora le fiammelle,
tremule di luce,
spandono intorno
soffio di vento
e si muove lieve
il dorato drappo,
che adorna bellezza
di Tua Madre santa,
che apre a Te e a noi
Sue braccia d’amore.
 
 





TEMPESTA DI PENSIERI

Improvvisa,
violenta
tempesta di pensieri
mi raggiunge insidiosa
e prepotente mi afferra,
precipitandomi
in vuoti di speranza.
Ma attenta voce amica
mi scuote,
mi solleva
e mi accompagna
dentro spazi di luce.
Mi lascia.
Io mi ritrovo, o Dio,
al riparo delle tue ali.
Respiro dentro
infinità di silenzio.
 
 
 

 

 
GIOVEDI’ SANTO 2013

Oggi mi avvio verso l’altare
della Reposizione.
Guardo.
Vedo che in preziosa teca
è custodito il Tuo Corpo Santo
donato a noi in Ostia consacrata.
Di sotto, al centro dell’altare,
spicca un angelo dorato
che sostiene un cesto
di bianche rose
e di candide inflorescenze.
Contemplo estatica.
Dall’alto scendono rametti
di verde, rilucente edera
che vuole simboleggiare
la speranza.
Due lunghe scale
abbellite di candore
di bianchi veli
indicano il faticoso
cammino della fede.
Sopra luccicano sette candelieri
che raffigurano i Sacramenti
che Tu, o Signore,
tramite il sacerdozio,
hai donato a noi,
Tua Chiesa.
Bevo luce di pace,
bevo acqua di gioia.
Tra la folla tanta
vince il raccoglimento
e riesco a percepire
il fresco abbraccio
del Tuo silenzio,
o mio Dio.
 
 
 

 
 
 
PASQUA 2013

Scintille di luce
e candore di gioia
fanno ressa
dentro il mio cuore
in festa.
Si fermano un attimo.
Ora, in sazietà di pace,
ripartono
in scia luminosa
per incontrarsi
con sguardo di fratelli.


 





PER TE NOSTRO “PASTORE” FRANCESCO

Ricami del tempo
sul mio viso,
ma giovinezza di fede
dentro il cuore.
Quale novello Francesco
da lontano a noi sei venuto
e il “Suo Volere”
ti ha accompagnato.
Ti raggiunga la mia
filiale preghiera
incastonata nell’esultanza
della Chiesa catanese.
Nei tuoi occhi
che parlano di cielo
e nel tuo sorriso chiaro
vediamo brillare
le tre perle preziose
del nostro cammino:
la rossa perla della fede,
la verde perla della speranza
e la bianca perla della carità,
che guarisce i poveri di salute,
i poveri di affetti
e che sfama i poveri di pane
e i poveri di Dio.
Grazie!
 
 
 
 
 





Leggi anche dell'Autrice Rosarita De Martino la Raccolta di Poesie pubblicata su ARTCUREL :









"Nell'arte è l'uomo che loda Dio, nella Natura , invece, è Dio che loda se stesso!" Rosarita De Martino


Note biografiche

            
Rosarita De Martino ha vissuto la sua prima giovinezza (dal 1948 al 1960) nel paesello di Canolo (RC) in un clima culturale ricco di fermenti religiosi e politici ispirati ai racconti di Guareschi. Si è diplomata nell’Istituto Magistrale di Locri (RC) nel 1960. Ritornata a Catania, patria dei suoi genitori nel 1962, ha iniziato ad insegnare nella scuola Maria Montessori di Catania, dove, per ben 38 anni, ha profuso la sua passione di educatrice, realizzando un dinamico rinnovamento professionale e spirituale, che la poetessa racconta nel libro autobiografico “Storia di una chiamata”, che si trova pubblicato nel sito Artcurel.it/Itinerari/Rubriche Autori. Ha partecipato a diversi concorsi letterari nazionali, dove ha conquistato i primi posti. Le poesie vincitrici sono state pubblicate in diverse antologie e nella rivista letteraria “Il Convivio”. Rosarita ha scritto inoltre un libro edito “Incontro- Vangelo in versi”.


Alcuni testi di Rosarita De Martino sono accessibile dalla scheda sull'Autrice nella webpage Rubriche Autori di ARTCUREL :  Rubriche Autori 




Fonte :  si ringrazia Maria (Margherita), l'amica dell'Autrice Rosarita De Martino, che ha gentilmente inviato la documentazione per questo articolo alla Redazione di ARTCUREL .

Chi vuole contattare l'Autrice Rosarita De Martino può scrivere al seguente indirizzo e-mail:  lilumar@alice.it   

Fonte Immagine :  "Incontro" , disegno di Giuseppe D'angelo (amico dell'Autrice Rosarita De Martino).

Per chi vuole approfondire sulle poesie di Rosarita De Martino , può visitare i siti :
















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