Rosarita De
Martino
DALLA
RICERCA ALL'INCONTRO
Raccolta di Poesie
Scrivo a voi...
Eccoci al XXXIII Anniversario della
nostra Parrocchia per ringraziare il Signore dell'anno passato e di quello che
inizia in cui ancora una volta possiamo vivere nella vigilanza, cercando di far
sempre più posto a Gesù Cristo nella nostra vita. Questo segno, che ci viene
donato dalla nostra cara Rosarita, è testimonianza visibile di quanto e di come
il Vangelo possa essere vissuto nella quotidianità su esempio di Gesù Cristo,
unica speranza del mondo. Sia Lui quel piccolo seme che, morto nella terra,
diviene per noi alimento di salvezza e stimolo ad una vita tutta missionaria. La
Vergine Maria interceda per noi e ci doni di essere sempre più Comunità
Eucaristica, Famiglia di fratelli chiamati e mandati ad essere lievito e
presenza del Regno di Dio nel nostro quartiere e nel mondo intero.
Catania, 16 Dicembre 2006.
Il Parroco Sac. Roberto
Mangiagli .
Biografia
Rosarita De Martino ,
poetessa e scrittrice , ha
insegnato nella scuola elementare “Maria Montessori” di Catania dove ha profuso
la sua passione di educatrice. La sua poesia sgorga limpida come "Acqua
canterina" (titolo della sua prima silloge di poesie).
Il tema religioso costituisce un
elemento pregnante nella raccolta di poesie "Dalla ricerca all’incontro”.
Ha conseguito diversi premi e segnalazioni ad Assisi (Premio Madre Terra e
Sorella Luna con le poesie "Contemplazione" e "Chiamata"), ad Orvieto (Premio
Duomo con la poesia "Silenzio"), a Catania, ad Acireale, a Castiglione di
Sicilia, a Naxos, a Gravina di Catania, a Motta di Camastra.
Le sue poesie sono state pubblicate
settimanalmente nel giornale di quartiere "Il Notiziario", nella rivista
letteraria "Il Convivio" e in diverse antologie.
Rosarita ha scritto anche un libro autobiografico dal titolo "Storia di una chiamata" in cui racconta i momenti più significativi della sua vita sotto il profilo umano, spirituale e professionale.
Rosarita ha scritto anche un libro autobiografico dal titolo "Storia di una chiamata" in cui racconta i momenti più significativi della sua vita sotto il profilo umano, spirituale e professionale.
Rosarita De Martino testimonia in
maniera emblematica con le sue opere di quanto può essere importante per un
poeta incontrare Dio, e trovare nel vero Amore la sorgente viva e luminosa della
propria arte e della propria vita.
Presentazione della raccolta
Il titolo delinea l'inquietudine
esistenziale di Rosarita De Martino che emblematicamente confessa: "Sempre
cammino è stata la mia vita". La scoperta della Comunità, quale luogo
privilegiato dello Spirito, placa la sua arsura spirituale. Nel Pellegrinaggio
in Terra Santa si realizza quella comunione fraterna che rende possibile
"l'impossibile riconoscimento del Volto di Cristo" nel pozzo di Sicar in
Palestina (da Sete).
In una continua ricerca di
autenticità, poesia e fede si confondono per esprimersi in ritmi musicali e
solari nell'incontro con la stessa Parola di Dio. Così il Vangelo viene
riproposto in un linguaggio immediato, fresco che coinvolge il lettore. I versi,
via, via, acquistano calore, colore, corposità, culminando in uno slancio
mistico: " O silenzioso Dio ti offri al mio sguardo e io al Tuo " (da Riposo in
Te).
L'Autrice sceglie una forma metrica
dai versi liberi, posti in sequenza non strofica, legati dal libero gioco degli
accenti, mentre lascia fluire le immagini in felici associazioni e comparazioni
e al lettore sembra di partecipare di persona al flusso degli eventi evangelici
raccontati.
E. Montale ha scritto " l'uomo di
oggi guarda ma non contempla, vede ma non pensa ". Rosarita De Martino nella sua
poesia, invece, guarda estatica il mondo, che svela la "tela" nascosta di Dio
sia nella natura sia nel vissuto quotidiano e ci regala attimi eterni di
contemplazione.
La Redazione di "La Parrocchia
In-Forma"
Si può inviare un messaggio all'Autrice al seguente indirizzo e-mail:
lilumar@alice.it
RICERCA
CHIAMATA
L'autobus colmo, di giovani promesse,
sale verso Gambarie:
alta sul monte, splendida sul lago:
E' festa nel magico 25 aprile del '68
e parole nuove corrono fra noi
già attenti al vento della nuova storia.
Scendiamo in frotta: liberi e ridenti,
il passo è lieve, cadenzato e lento
ma il cuore corre...
Eccola la Pineta appare immensa
quale improvvisa stupenda "cattedrale"
che ha per volta il cielo
e intorno, intorno le verdi "guglie"
svettanti al vento.
Nell'incanto della natura,
la Pineta accoglie e amplia,
degli uccelli il canto.
Mi fermo... ascolto:
è padre Antonio
giovane con noi,
parla... e le Parole di vita
arrivano fino a me,
di nuove attese fremente.
Il lago, tremulo in palpiti d'argento,
rispecchia i pini,
e i nostri volti attenti.
Ci alziamo insieme liberi e ridenti
e siamo già una comunità.
Nel tramonto d'oro il canto
sale dalla terra al Cielo.
Ti riconosco come Dio d'amore
sale verso Gambarie:
alta sul monte, splendida sul lago:
E' festa nel magico 25 aprile del '68
e parole nuove corrono fra noi
già attenti al vento della nuova storia.
Scendiamo in frotta: liberi e ridenti,
il passo è lieve, cadenzato e lento
ma il cuore corre...
Eccola la Pineta appare immensa
quale improvvisa stupenda "cattedrale"
che ha per volta il cielo
e intorno, intorno le verdi "guglie"
svettanti al vento.
Nell'incanto della natura,
la Pineta accoglie e amplia,
degli uccelli il canto.
Mi fermo... ascolto:
è padre Antonio
giovane con noi,
parla... e le Parole di vita
arrivano fino a me,
di nuove attese fremente.
Il lago, tremulo in palpiti d'argento,
rispecchia i pini,
e i nostri volti attenti.
Ci alziamo insieme liberi e ridenti
e siamo già una comunità.
Nel tramonto d'oro il canto
sale dalla terra al Cielo.
Ti riconosco come Dio d'amore
e liberamente... mi consegno a Te.
FREMITI DEL '68
Vedo salire con me volti noti e cari
e rivedo il mio giovane volto innamorato.
In un crescendo di sguardi di gioia
conquistiam la cima, lassù.
Lassù sulla verdeggiante collina di Vizzini.
Ora arrivati, largo umano cerchio formiamo,
noi della cordata.
Paola proclama la tua Parola Santa:
"Amatevi l'un l'altro come io vi ho amati,
da questo sapranno che siete miei".
Mi inebrio di gioia: con lo sguardo abbraccio
il cielo e la terra, e finalmente ti vedo,
giovane Chiesa nascente per il mondo,
illuminata dal sole dell'amore.
Vedo salire con me volti noti e cari
e rivedo il mio giovane volto innamorato.
In un crescendo di sguardi di gioia
conquistiam la cima, lassù.
Lassù sulla verdeggiante collina di Vizzini.
Ora arrivati, largo umano cerchio formiamo,
noi della cordata.
Paola proclama la tua Parola Santa:
"Amatevi l'un l'altro come io vi ho amati,
da questo sapranno che siete miei".
Mi inebrio di gioia: con lo sguardo abbraccio
il cielo e la terra, e finalmente ti vedo,
giovane Chiesa nascente per il mondo,
illuminata dal sole dell'amore.
CAMPO DI LAVORO '70
Dall'alto della collina
Dall'alto della collina
già il sole sale e indora la
campagna.
Il rosso trattore rumoreggiando
appare.
E padre Antonio, giovane con noi,
con agil passo vi balza.
Saltiamo dentro liberi e ridenti.
"E mio fratello viene con me...",
con calda voce intona
la nostra guida saggia.
E' Aurora, i bei capelli al
vento,
gli fa eco;... "E mia sorella
viene con me".
E il coro intona: "La lunga
strada che porta a Te",
e il creato in armonia di luce,
ripete: "... che porta a Te...".
Il canto sale dalla terra al
cielo,
le mucche placide ruminano nei
campi.
Corre il trattore lungo la
trazzera,
dai filari già occhieggiano
colorate pere,
la raccolta inizia attenta e
premurosa.
Con mani svelte prendiamo i
frutti,
il cuore caldo è immerso già in
preghiera.
Ora breve sosta c'è data dalla
calura estiva.
L'acqua gorgoglia fresca e
cristallina,
grata la prendo con il cavo delle
mani;
mi ristoro, avida bevo pace.
Alberi amici ci ricoprono di
frescura
e cumuli biancastri di lieve
pietrisco
ci attendono invitanti.
Mi isolo, e attraverso la falda
del cappello
intravedo "il mio pezzo
d'azzurro",
poi con un attento sguardo
abbraccio i fratelli:
immersa sono in una comunità
d'amore.
Il cielo complice mi sorride,
in uno sfolgorio di nubi
spumeggianti,
gli uccelli in cielo volano
sicuri
e io... con loro!
Laudato sii mi' Signore!
SETE
Lunga, faticosa, assolata,
Lunga, faticosa, assolata,
tanta la strada della tua Terra
Santa.
Novella samaritana
imploro l'acqua per la mia
arsura.
Scendiamo insieme e in ordinata
fila.
Entriamo nel santuario,
ecco in un silenzio arcano
il pozzo appare: antico,
riposante e santo.
Appoggio la mano sulla sua
bordura
e già ne respiro la frescura.
Sfioro altre mani trepidanti,
ognuno ha la propria "arsura"
gioia mi inonda, e sale
in rapidi cerchi rilucenti
agli occhi arriva, si trasforma
in pianto.
Tra i fratelli ne ricerco uno,
infine lo trovo
e il suo sguardo sollecito
incrocia il mio.
Fulgida gioia, serena pace
mi inonda e mi rassicura.
Ora il secchio cigolando sale,
l'acqua trasborda fresca
e nel cerchio rilucente
il mio volto appare:
insieme altri volti, appaiono
fluttuano, scompaiono, si
uniscono.
Come per un mosaico bizantino,
l'acqua si increspa,
e un unico Volto appare
risplendente,
lo riconosco: è il tuo, o mio
Signore.
Sazia, bevo la sua acqua viva.
SILENZIO DI DIO
Ti vedo, bronzeo
Crocifisso,
viluppo di forme offese
incatenate.
Respiro pianto innocente
strazio di madri
fiumara nera di dolore.
Guerra urla
terrore di universo risponde
con terra riarsa
natura violentata.
Infame riso di potenti,
mentre gli inermi pagano
l'amaro prezzo della vita.
Ma muta la tua offerta
di pace
pretende uomini nuovi
capaci di vivere l'Amore.
CONTEMPLAZIONE
Dall'altura della campagna
bella
splende la rossa palla di fuoco
che, dal lontano cielo
sembra baciare l'azzurro mare.
Ora il sole si rifrange
in rossa scia rilucente
perdendosi infine all'orizzonte.
Uccelli insieme volano festosi
gli uliveti, con le chiome d'argento,
dondolano al vento lieve.
La ricca vigna fa pregustare
i grappoli dorati,
l'ombra amica dell'enorme pianta
verdeggiante
abbraccia la rustica casetta,
i gialli limoni sprigionano
la loro acre fragranza
intorno.
In una gioia pura
godo dell'abbraccio cosmico
in questo attimo eterno.
Giovinezza nuova
mi rifiorisce dentro
guardo l'Etna immensa.
Nel silenzio attonito
della natura tutta
mi ritrovo figlia
e ti ritrovo Padre.
Laudato sii mi' Signore.
splende la rossa palla di fuoco
che, dal lontano cielo
sembra baciare l'azzurro mare.
Ora il sole si rifrange
in rossa scia rilucente
perdendosi infine all'orizzonte.
Uccelli insieme volano festosi
gli uliveti, con le chiome d'argento,
dondolano al vento lieve.
La ricca vigna fa pregustare
i grappoli dorati,
l'ombra amica dell'enorme pianta
verdeggiante
abbraccia la rustica casetta,
i gialli limoni sprigionano
la loro acre fragranza
intorno.
In una gioia pura
godo dell'abbraccio cosmico
in questo attimo eterno.
Giovinezza nuova
mi rifiorisce dentro
guardo l'Etna immensa.
Nel silenzio attonito
della natura tutta
mi ritrovo figlia
e ti ritrovo Padre.
Laudato sii mi' Signore.
FEDE
Tu sei rilucente stella,
bianca bandiera
che sventoli lieve
al soffio dello Spirito.
Sei tu il candido setoso gomitolo
che ognuno di noi riceve in dono,
ma l'invidia, la paura,
l'indifferenza al bello,
rendono sfilacciato il delicato filo
che più non sostiene
le nostre attese vane.
ATTESA
Nel vespro dicembrino
Nel vespro dicembrino
trema di rosa
l'azzurro cielo
intorno tutto è pace.
Natale verrà ancora sulla terra.
NATALE
Sospinta dalla folla della città
Sospinta dalla folla della città
in fretta cammino tra la gente,
abbagliata dalle insegne luminose
che brillano, scintillano di
fredda luce
che non può riscaldare il cuore
che inquieto cerca un segno del
Natale.
Improvvisamente, dietro una
vetrina,
un rustico presepe mi ristora.
D'incanto mi rivedo bambina,
nella notte santa, nel caro
paesello
e tra l'armonia di nenie
natalizie,
ardita mi sollevo sui piedini
ed ecco il Bambinello di cera,
al tocco lieve delle mie
innocenti labbra,
si anima, mi guarda e mi sorride.
Sorriso di Natale in fondo al
cuore.
NOTTE DI NATALE
Vuoto di luce
Vuoto di luce
oggi
silenzio di voce amica
lontananza chiara
eppure speranza tenue
vive
di cieli aperti
liberi, spaziosi
nel cuore ingombro
di mercanzie vane.
Piccolo spazio forse...
ti ho lasciato
riempilo ancora
del tuo "Amore"
sicura pace
per l'arcana inquietudine.
NOTTE SANTA
Profumo di gioia nell'attesa
Profumo di gioia nell'attesa
e la zampogna risuona
in alto per la stretta via.
L'eco rimbomba lieto
da monte a valle
corro festosa
già treccine sciolte.
La voce trepida
di mia madre
ferma solo i miei piedi
ma non placa
la fretta del cuore.
Le rustiche casette
fiorite sono di giovani donne
con poppanti al seno.
Belati di agnelli nelle stalle
odor di latte, di campagne
intorno,
lontano nitriti di cavalli
ed abbaiar di cani.
Presepio di vita.
Tintinna lieto il suono di
campane
e pioggia di stelle rilucente
arriva dalla strapiena chiesa.
Freddo pungente intorno
caldo tepore nel cuore fanciullo
ricco di sacri affetti
e di speranze certe.
ARMONIA
Su sfondo bianco
troneggia la tua croce
Mistero sconfinato
di dolore...
Su sfondo scuro
canta il tuo presepe
Mistero sconfinato del Tuo amore.
RICERCA
Sempre "cammino" è stata la
mia vita,
poche e brevi le soste:
"Chiamata comune" non mi è data.
Il cuore inquieto ha ricercato la comunità
e l'ho avuta quale famiglia
d'amore immensa piena,
ma sol per breve tratto.
E' stata come goccia di rugiada,
fresca sui fiori avidi di acqua,
è stata come raggio di sole
che vince la cupa nebbia,
è stata lucente piccozza
nella scalata del monte della Vita.
Oggi sono stanca e sola,
poche e brevi le soste:
"Chiamata comune" non mi è data.
Il cuore inquieto ha ricercato la comunità
e l'ho avuta quale famiglia
d'amore immensa piena,
ma sol per breve tratto.
E' stata come goccia di rugiada,
fresca sui fiori avidi di acqua,
è stata come raggio di sole
che vince la cupa nebbia,
è stata lucente piccozza
nella scalata del monte della Vita.
Oggi sono stanca e sola,
apro il tuo Libro santo:
"Venite a me voi tutti affaticati e oppressi
e io vi ristorerò".
Eccomi son venuta
nella ricca vigna di Mongibello
con la mente che,
ancora ingombra di domande,
pretende facili risposte.
Ora faticano i piedi:
affossati nella terra molle
ricoperti di variopinto
strato di foglie.
"Venite a me voi tutti affaticati e oppressi
e io vi ristorerò".
Eccomi son venuta
nella ricca vigna di Mongibello
con la mente che,
ancora ingombra di domande,
pretende facili risposte.
Ora faticano i piedi:
affossati nella terra molle
ricoperti di variopinto
strato di foglie.
Ecco una vola leggera
lassù in alto e io ardita la seguo:
mi riempio di verde luce
e mi risento un giovane tralcio
della tua vigna, o Padre.
Come viandante riprendo la bisaccia,
la riempio di attese e di speranze
e in ritrovata pace riparto per la mia strada,
anche se in salita.
lassù in alto e io ardita la seguo:
mi riempio di verde luce
e mi risento un giovane tralcio
della tua vigna, o Padre.
Come viandante riprendo la bisaccia,
la riempio di attese e di speranze
e in ritrovata pace riparto per la mia strada,
anche se in salita.
INCONTRO
PREGHIERA
Io, inquietudine, mai risolta,
Tu, infinita certezza,
io tormento e paura.
Tu, riposo e pace.
Io assente a me stessa
Tu presenza viva d'amore.
Io coltivo cupi pensieri
ma Tu sei eterna calma.
Per parlarti, o Dio,
ho solo piccole parole,
ma Tu per sedurmi
hai spazi di silenzio.
io tormento e paura.
Tu, riposo e pace.
Io assente a me stessa
Tu presenza viva d'amore.
Io coltivo cupi pensieri
ma Tu sei eterna calma.
Per parlarti, o Dio,
ho solo piccole parole,
ma Tu per sedurmi
hai spazi di silenzio.
INVOCAZIONE
Da pulpito di chiesa arriva a me
una voce tuonante
"Guai a voi o ricchi
vi condanna l'iniquo tesoro
avidamente accumulato,
il salario, ai poveri derubato,
vi grida contro".
Ma la minaccia non mi sfiora
io sono povera: di beni, di salute, di gioia.
Ora un bimbo mi sorride, mi scuoto.
Riapro decisa la porta di mia casa
mi respinge l'odore acre
di domande antiche, resisto, avanzo
e vedo cataste di egoismo,
macigni di paure, grovigli di rancori.
Ecco posseggo ricchezza iniqua
che mi grida contro.
Rabbrividisco, esito, invoco:
"Bruciami pure, o mio Signore,
ma usa il fuoco del tuo AMORE!"
una voce tuonante
"Guai a voi o ricchi
vi condanna l'iniquo tesoro
avidamente accumulato,
il salario, ai poveri derubato,
vi grida contro".
Ma la minaccia non mi sfiora
io sono povera: di beni, di salute, di gioia.
Ora un bimbo mi sorride, mi scuoto.
Riapro decisa la porta di mia casa
mi respinge l'odore acre
di domande antiche, resisto, avanzo
e vedo cataste di egoismo,
macigni di paure, grovigli di rancori.
Ecco posseggo ricchezza iniqua
che mi grida contro.
Rabbrividisco, esito, invoco:
"Bruciami pure, o mio Signore,
ma usa il fuoco del tuo AMORE!"
LA SAMARITANA (Gv 4,4-42)
Al sole brilla il pozzo di Sicar
stanco del viaggio, per primo
il Maestro arriva e attende.
Mezzogiorno infuoca l’aria intorno
la donna sale con la brocca vuota.
Ha fretta, ma improvvisamente,
vede lo straniero: è un nemico di sua gente
ma è stanco, è inerme
e incontro le viene, umilmente le chiede:
“DAMMI DA BERE!”
e l’accorta donna a lui:
“Tu giudeo, chiedi da bere a me samaritana?”
Ma ecco che il suo intenso sguardo
la capta, la rassicura, la coinvolge
in un dialogo d’amore,
che sgorga limpido fra lei Creatura
e Lui suo Creatore!
La parola di vita sazia la sua
arsura
e ora della sete non ha più paura!
Immemore del tempo ascolta
e confessa ignara la speranza
arcana
“So che deve venire il Messia!”
e subito Gesù proclama
“Sono io che ti parlo!”.
Esulta la prima missionaria
lascia la brocca lì, sulla
bordura,
corre, non sente la calura.
“Venite, ho incontrato il Messia!”
Il suo annuncio corre di fiore in
fiore,
di campo in campo, di monte in
monte,
da fiume a mare.
“E’ venuto il Messia!” Lui il
Salvatore!
Lui l’Amore!
BETANIA (Lc 10,38-42)
Entro nella vostra casa antica
stanca del mio pellegrinare.
Avvolta in lunghe vesti, corri, o Marta
presa sei dall'affannoso "fare".
Ora un sonoro silenzio mi inebria,
assorta, quieta, avvolta in perle di sorrisi,
ti vedo sorella mia Maria!
Bianche onde di preghiera mi avvolgono
e in vortice di gioia,
voce nota mi raggiunge:
"Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato,
da questo vi riconosceranno come miei".
Avida assorbo gocce di sorrisi
che come perle colorate,
scendono lievi nel mare di mia vita,
e vedo: boschi profumati,
montagne innevate,
verdeggianti prati colorati,
uomini finalmente affratellati.
stanca del mio pellegrinare.
Avvolta in lunghe vesti, corri, o Marta
presa sei dall'affannoso "fare".
Ora un sonoro silenzio mi inebria,
assorta, quieta, avvolta in perle di sorrisi,
ti vedo sorella mia Maria!
Bianche onde di preghiera mi avvolgono
e in vortice di gioia,
voce nota mi raggiunge:
"Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato,
da questo vi riconosceranno come miei".
Avida assorbo gocce di sorrisi
che come perle colorate,
scendono lievi nel mare di mia vita,
e vedo: boschi profumati,
montagne innevate,
verdeggianti prati colorati,
uomini finalmente affratellati.
IL BUON SAMARITANO (Lc 10,29-37)
Giaci
prostrato tra la polvere
deriso, bastonato, ferito:
sei solo lacerato fagotto
di carne umana calpestata.
Ansante, trafelato,
assorto in progetti impegnati
un sacerdote avanza
ma non ti vede: ha lo sguardo appannato
e ti lascia morente ai bordi della strada.
Frettoloso, trafelato,
un "levita" passa
ma è personaggio impegnato
e non ti vede: ha lo sguardo appannato
ti lascia morente ai bordi
della strada.
Ma da infinite lontananze
uno straniero arriva
e ti vede morente ai bordi della tua-sua strada.
Lascia i suoi progetti preparati,
si ferma, si avvicina, ti sfiora,
ti solleva con fraterna mano
e sulla tua amara ferita
versa premuroso balsamo di pace.
Non sei per lui ingombrante fagotto
di carne umana lacerata.
La sua pietà ti ha ricreato UOMO.
Tu allo straniero, ora tuo amico,
doni le rilucenti perle del sorriso.
deriso, bastonato, ferito:
sei solo lacerato fagotto
di carne umana calpestata.
Ansante, trafelato,
assorto in progetti impegnati
un sacerdote avanza
ma non ti vede: ha lo sguardo appannato
e ti lascia morente ai bordi della strada.
Frettoloso, trafelato,
un "levita" passa
ma è personaggio impegnato
e non ti vede: ha lo sguardo appannato
ti lascia morente ai bordi
della strada.
Ma da infinite lontananze
uno straniero arriva
e ti vede morente ai bordi della tua-sua strada.
Lascia i suoi progetti preparati,
si ferma, si avvicina, ti sfiora,
ti solleva con fraterna mano
e sulla tua amara ferita
versa premuroso balsamo di pace.
Non sei per lui ingombrante fagotto
di carne umana lacerata.
La sua pietà ti ha ricreato UOMO.
Tu allo straniero, ora tuo amico,
doni le rilucenti perle del sorriso.
IL FIGLIOL PRODIGO (Lc
15,11-32)
Con speranzoso sguardo scruta
l'orizzonte lontano
il vecchio padre che ancora attende il figlio,
che deluso stringe foglie accartocciate,
e pietre prive di venatura d'oro.
Assorto risente l'invitante tintinnio,
rilucente e scivoloso sul tavolo da gioco.
Le sguaiate risa di donne
in cerca di monete,
gli risuonano ancora dentro.
E ritorna il figlio già pentito a casa.
Avanza lento sulla via,
ma, il lontano sguardo del padre
lo raggiunge, lo salva, lo ristora.
Nella casa avita la misericordia paterna
già gli prepara accoglienza cara
l'anello d'oro, la festosa veste del perdono
e le braccia aperte in rinnovato amore!
I DIECI LEBBROSI (Lc 17,11-19)
Passa il maestro
lungo l’affollata strada
e voi lebbrosi cauti avanzate,
ma la folla impaurita,
si allarga, si allontana
mentre voi implorate:
“Figlio di Davide, abbi pietà di noi!”
Gesù premuroso, si ferma, vi vede,
vi ama, e alza la sua mano santa.
La vostra pelle inaridita, lacerata,
sana, fresca è già ridiventata!
Un invito vi è rivolto:
“Guariti, perdonati, dai sacerdoti andate”.
Ecco il coro afflitto dei lebbrosi
esulta, corre, grida eccitato
perdendosi poi nella folla sconfinata.
Ma dei dieci, solo lo straniero,
il samaritano, torna a benedirti
e i vostri sguardi s’incontrano
in un’armonia di “grazia”.
IL CIECO DI GERICO (Lc 18,35-43)
Incerto e goffo ti muovi
mentre l’immane folla
preme, ondeggia, ti spintona .
Tu gridi e invochi:
“Figlio di Davide, abbi pietà di me”.
I discepoli si affrettano a zittirti,
ma Gesù, pur nella folla immensa,
capta la tua presenza
ed amoroso si ferma ad aspettarti.
Inciampi, traballi, cadi,
il tuo mantello abbandoni
e svelto indossi quello della fede.
Ti rialzi, avanzi ancora
ecco Lo sfiori, Gli sei accanto
e ne respiri la Presenza Santa
e Gesù incrocia il tuo sguardo spento
che si riaccende di luce propria.
Esultante di gioia
Lo segui lungo la tua-Sua strada.
ZACCHEO (Lc 19,1-10)
Mentre il Maestro a Gerico inizia la salita,
tu, Zaccheo, scendi dalla tua casa
e improvvisamente ti ritrovi
travolto da una fiumara umana
che ti spintona, ti avvolge, ti trascina.
Ma ecco che vicino, intravedi il sicomoro
e salvezza improvvisa
ecco ti offre l’albero frondoso.
Ti sollevi con immane fatica,
afferri un robusto ramo amico
ti arrampichi e infine in alto arrivi.
Ora il tuo sguardo
libero spazia sull’affollata strada
e avvolto in una bianca luce
il
Maestro avanza e ti scova attento.
Si smorza l’assordante grido della folla
e
la sua voce amica ti invita:
“Scendi subito Zaccheo,
oggi voglio fermarmi a casa tua!”.
E tu ora agile ti muovi,
incroci il suo sguardo atteso,
spalanchi la porta del tuo cuore
ai poveri che ora sono per te
fratelli e amici.
IL FARISEO ED IL PUBBLICANO (Lc 18,9-14)
Due uomini salgono insieme
verso il tempio sacro:
il borioso fariseo, l'umile pubblicano.
Avanza il primo, in un fruscio di seta,
con superbo piede si porta in su l'altare.
Eccolo, sospira, si pavoneggia
e, compiaciuto, ricorda al Padre
le sue virtù e la scrupolosa decima
versata in sonante moneta.
Ma il suo arido elenco
non è preghiera,
e come fiore avvizzito muore:
manca l'acqua della fede.
verso il tempio sacro:
il borioso fariseo, l'umile pubblicano.
Avanza il primo, in un fruscio di seta,
con superbo piede si porta in su l'altare.
Eccolo, sospira, si pavoneggia
e, compiaciuto, ricorda al Padre
le sue virtù e la scrupolosa decima
versata in sonante moneta.
Ma il suo arido elenco
non è preghiera,
e come fiore avvizzito muore:
manca l'acqua della fede.
Con composto piede,
con pentito cuore
il pubblicano umile
implora il perdono santo.
La sua sentita richiesta,
simile a fiore rinfrescato
dalla benefica rugiada della fede,
gradita sale al Cielo
in onde luminose di preghiera.
con pentito cuore
il pubblicano umile
implora il perdono santo.
La sua sentita richiesta,
simile a fiore rinfrescato
dalla benefica rugiada della fede,
gradita sale al Cielo
in onde luminose di preghiera.
LA PARABOLA DEI TALENTI
(Lc 25,14-30)
Nella casa avita,
Nella casa avita,
il padrone generoso e attento,
consegna i suoi tre doni
e parte con il suo cavallo
bianco.
Il primo rigira le sue cinque
monete fra le dita:
ne gode, inizia la fatica santa:
canta, corre, ride, piange
e nuova ricchezza presto lo
ricopre.
Anche il secondo rigira i due
talenti fra le dita,
ma non li posa nel buio della
noia
li traffica al sole della gioia e
corre, canta, e piange e ride
infine attonito riguarda
le sue monete raddoppiate.
Ma l'ultimo dei servi, rigira
ancora fra le dita
il suo unico talento.
Esita incerto, inerte
ma non lo traffica al sole della
gioia,
lo nasconde nel buio della noia.
E passano i giorni
e passano le ore
e passa il tempo.
Ma ecco si sente già vicino
un galoppo chiaro e il padrone
appare.
i due servi corrono,
solleciti gli mostrano ricchezze
nuove,
e il padrone li guarda
compiaciuto,
e li invita al banchetto della
gioia!
Ma non è così per il terzo servo
che tiene stretto il suo unico
talento:
sotterrato nella terra buia
e mai trafficato
e mai donato.
LAZZARO (Gv 11,1-45)
Marta e Maria colpite siete
da straziante dolore:
Lazzaro vostro fratello,
già non è più tra i vivi:
ed ecco il lamento si smorza, tace.
Improvviso grido di attesa,
di meraviglia lo ricopre.
Vi sorprende ancora la sua voce nota:
il Maestro è arrivato,
ma già la morte nera a voi nemica, ha trionfato.
Nella musica del silenzio la sua voce imperiosa
comanda: "Lazzaro vieni fuori!".
Sconfitta morte, vittoriosa vita.
Lazzaro si risveglia:
traballa incerto, si muove, ora avanza
fra attonita folla amica stupore immenso,
brivido di fede.
Lazzaro vostro fratello,
già non è più tra i vivi:
ed ecco il lamento si smorza, tace.
Improvviso grido di attesa,
di meraviglia lo ricopre.
Vi sorprende ancora la sua voce nota:
il Maestro è arrivato,
ma già la morte nera a voi nemica, ha trionfato.
Nella musica del silenzio la sua voce imperiosa
comanda: "Lazzaro vieni fuori!".
Sconfitta morte, vittoriosa vita.
Lazzaro si risveglia:
traballa incerto, si muove, ora avanza
fra attonita folla amica stupore immenso,
brivido di fede.
... Ed io, ancora oggi,
MURATA sono nel sepolcro
delle mie attese vane,
ingrovigliata in amare sconfitte
di perché senza risposta
e vento di angoscia mi percuote,
mi avvolge tetro.
Ma ecco, nuovo miracolo,
compiuto da altrui fede,
mi porta a guarigione attesa:
"Rosarita, vieni fuori!"
Ascolto:
raggio di luce squarcia brume di paure.
Una mano si allunga amica
sfiora la mia.
Mi risveglio, mi scuoto,
risento una voce, la Tua?
Riso sul volto e musica nel cuore.
MURATA sono nel sepolcro
delle mie attese vane,
ingrovigliata in amare sconfitte
di perché senza risposta
e vento di angoscia mi percuote,
mi avvolge tetro.
Ma ecco, nuovo miracolo,
compiuto da altrui fede,
mi porta a guarigione attesa:
"Rosarita, vieni fuori!"
Ascolto:
raggio di luce squarcia brume di paure.
Una mano si allunga amica
sfiora la mia.
Mi risveglio, mi scuoto,
risento una voce, la Tua?
Riso sul volto e musica nel cuore.
LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI
(Mc 6,30-44)
Nei campi della Galilea
Nei campi della Galilea
tu Maddalena, donna usata,
calpestata,
comprata con vile denaro,
con il cuore in tumulto avanzi
ancora ignara della vicina pace.
Davanti a te immensa folla
ferma i tuoi passi.
Da lassù, in bianche vesti,
Gesù, il Maestro, parla.
ed ecco, prima lieve, poi chiara
la sua voce ti raggiunge
si smorza il tuo tormento
in musica di silenzio.
Profumo di pane caldo ti inebria
e, fresco di gioia, arriva a te
sbriciolandosi in un arcipelago
di croste.
Ti guardi intorno,
la folla avida consuma
il pane nuovo che, donato e
moltiplicato,
sazia fame di pace,
fame di amore.
Ora la tua vita è purificata
da perle di sorrisi.
LA TEMPESTA SEDATA (Mt 8,23)
Sul lago di Tiberiade scivola lieve
la vostra barca amica,
ma ecco, improvviso,
nemico urlo di vento
vi percuote il cuore.
A poppa, lassù, il Maestro dorme sicuro
mentre l’uragano rapido avanza.
E in voi vince la paura
e implorate: "Salvaci, Signore, siamo perduti!"
Gesù alza la sua mano santa
e già il vento canta una canzone nuova
mentre il mare placido ride.
E pace torna nelle nostre vite.
Ma ecco vi pungola la domanda antica:
"Perché avete paura, uomini di poca fede?"
L’interrogativo della storia
arriva nella barca di mia vita
che ondeggia incerta fra onde di paura.
Imploro fede sicura e grido:
"Annego, salvami, Signore!"
E già ridono,
dentro di me, onde di luce.
RESURREZIONE
La tua forza divina
irrompe potente
squarciando la dura roccia
del sepolcro nuovo
e la vita trionfa
ora sfiori la terra da Te creata
con il tuo corpo glorioso
toccato appena da chiodi
segno di rosso fuoco d’amore.
Nel silenzio attonito della natura,
rigogliosa di vita,
si ode vicino un lieve scalpiccio
di femminili passi
ma forte è il pulsare del cuore,
una donna trepida Ti cerca,
morto ancora Ti crede
e non Ti riconosce vivo!
Ed ecco la Tua voce nota
la chiama: "Maria!"
Sussulta, Ti guarda incredula
Ti ritrova, rivive, ama, esulta.
Dagli occhi sgorgano
improvvise perle
quali promesse di speranze eterne.
irrompe potente
squarciando la dura roccia
del sepolcro nuovo
e la vita trionfa
ora sfiori la terra da Te creata
con il tuo corpo glorioso
toccato appena da chiodi
segno di rosso fuoco d’amore.
Nel silenzio attonito della natura,
rigogliosa di vita,
si ode vicino un lieve scalpiccio
di femminili passi
ma forte è il pulsare del cuore,
una donna trepida Ti cerca,
morto ancora Ti crede
e non Ti riconosce vivo!
Ed ecco la Tua voce nota
la chiama: "Maria!"
Sussulta, Ti guarda incredula
Ti ritrova, rivive, ama, esulta.
Dagli occhi sgorgano
improvvise perle
quali promesse di speranze eterne.
RIPOSO IN TE
Fuori il mondo è avvolto
Fuori il mondo è avvolto
in un turbinio di odio.
Ma io, insieme ai fratelli cari,
stasera, nella veglia santa
ti contemplo
o silenzioso, misterioso Dio!
Immenso sei eppur racchiuso
in una bianca ostia,
molecola di pane,
ti offri al mio sguardo,
e io al Tuo.
E pian piano
il miracolo si compie
ora son sola con Te
pur nella folla tanta
la tua luce bianca
mi si espande dentro
e mi inonda di azzurra gioia.
Riposo in Te e percepisco
la Tua presenza amata
e soavemente
ne respiro la frescura!
ANELITO
Io, atomo d’infinito,
dalla sabbia del tempo,
dalla sabbia del tempo,
dagli abissi dello spazio,
ti chiamo, o Dio!
Rispondimi...
con il Tuo eterno sorriso.
ti chiamo, o Dio!
Rispondimi...
con il Tuo eterno sorriso.
Indice
Scrivo a voi...
Biografia
Presentazione della raccolta
RICERCA:
Chiamata
Fremiti del '68
Campo di lavoro '70
Sete
Silenzio di Dio
Contemplazione
Fede
Attesa
Natale
Notte di Natale
Notte Santa
Armonia
Ricerca
INCONTRO:
Preghiera
Invocazione
La Samaritana
Betania
Il buon Samaritano
Il figliol prodigo
I dieci lebbrosi
Il cieco di Gerico
Zaccheo
Il fariseo e il pubblicano
La parabola dei talenti
Lazzaro
La moltiplicazione dei pani
La tempesta sedata
Risurrezione
Riposo in Te
Anelito
Fonte :
" Dalla Ricerca all'Incontro " di Rosarita De Martino ;
Supplemento a Dicembre 2006 (Anno 4, N°3) del Foglio di formazione ed
informazione della Parrocchia "Natività del Signore", Piazza S. Maria
Ausiliatrice, 15, Catania, Tel/Fax 095363144, E-mail:
nativitadelsignore@virgilio.it
, Sito Internet:
www.nativitadelsignore.it , Edizione: La Parrocchia In-Forma , redazione in
proprio con la collaborazione delle famiglie Laudani e Maugeri e Lidia
Mangiarotti e disegni a cura delle Monache Carmelitane di San Giovanni La Punta.
Alcuni testi di Rosarita De Martino
sono accessibile dalla scheda sull'Autrice nella webpage Rubriche Autori di
ARTCUREL : Rubriche Autori
Per chi
vuole approfondire sulle poesie di Rosarita De Martino , può visitare i siti :
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