CONCITA SAMBATARO
la poesia che dialoga con il Creato
SALMO
Siano benedetti i cieli ,
e
Colui che in essi dimora.
Sia
Benedetta la terra;
terra del Dio che era e che é.
Porgi l’orecchio Dio di misericordia,
dona ai tuoi figli il caldo sole di speranza.
O
vita di ogni vita,
o
fonte di sapienza,
che
il giorno lo dica alla notte,
che
il passero lo canti all’aquila,
che
il lupo lo riferisca all’agnello,
che
la pace lo invochi alla guerra.
Eccolo il Dio del tutto,
il
Dio dal forte braccio,
possente la sua forza,
lenta la sua ira.
Eccolo il Dio di carità,
che
tutto copre con il suo manto di letizia;
Ti
invocano i figli della terra o Padre,
come le crepe di terra arida invocano la pioggia!
Non
distogliere da noi il Tuo sguardo!
O
Dio che sei l’Amore e sei l’Amato,
il
sommo re, ed il calpestato.
Effondi su di noi il tuo Spirito Divino,
affinché ciò che seminasti un dì nei nostri cuori,
porti germogli di vita e di saggezza,
e
fiorisca, tra noi creature erranti,
che
solo in Te confidiamo.
O
mio Signore!
O
mio Dio!
SOGNO
Verrà il giorno in
cui,
il sole calando non
toccherà più,
anonimi tetti grigi.
Calerà e non vedrà più
uomini morti,
e bambini spaventati,
croci in mezzo alla
via,
cadute giù, da alte
colonne,
innalzate da chi non
le capiva,
da chi dell’amore
gratuito, ha dimenticato il sapore,
e non vede più il suo
volto riflesso,
nel fratello che oggi
calpesta.
Quando quel giorno
verrà,
l’arcobaleno di tutte
le razze,
formerà un grande
cerchio di giochi:
e girando veloce agli
occhi del cielo,
apparirà come un unico
abbaglio di umanità.
MISTERO
Eccolo lo portano
giù…..
Tremano le tue mani..
Il tuo respiro d’un
tratto si ferma…
Sussulti…!
Non ha piú lacrime il
tuo dolore
….muta lo accogli.
Eccolo!
braccia pietose lo
depongono caute,
sul tuo grembo di
madre, trafitta.
Eccolo il tuo bambino,
é lì, immobile…, muto,… straziato.
E tu, smarrita,
attonita, incredula,
vedi il suo sangue
bagnare la terra.
Lo abbracci, lo
culli, pietosa madre,
la mansueta vittima, il
sacrificio divino!
La folla più intorno
non corre,
il silenzio ora avvolge
il tuo mistero.
Ma ecco, gli occhi
benigni del cuore,
con balzo furtivo ti
portano indietro,
e rivedi il tuo placido
dono, succhiare sereno, e saziarsi di te.
E poi corre veloce il
pensiero,
e tu madre ansante
d’amore ,
Schiudi le braccia ed
accogli, in te il cielo, che barcolla e poi inciampa
e poi cade, e ti
chiede, e ti dona ristoro.
..E poi anni, e poi
mesi, e poi giorni, e le ore perdute, fugaci!
Tutto si ferma ed
arresta, in quel muto supplizio.
Risenti le urla
beffarde che per sfregio lo hanno deriso,
E rivedi quei ciuffi di
barba, stretti in pugno a dita malvagie,
ed infine le mani,
quelle mani assassine, che impietose lo hanno inchiodato.
Senti ancora l’eco
atroce dei colpi, e d’istinto lo stringi di più a te.
Si,madre, il tuo
dolore, e il suo dolore deriso,
il tuo sangue, e il suo
sangue immolato,
il tuo amore, nel suo
amore si è compiuto.
Madre sua, madre mia,
madre nostra,
quale dono immane hai
avuto1
Il tuo grembo
Tabernacolo vivo, ed acceso,
plasmò le ossa del
Verbo, che si fece creatura.
O Maria dell’attesa la
madre!
silenziosa hai contato
le ore.
Al mattino il sepolcro
suo é vuoto!
È risorto il tuo
mistero d’amore!
Tu ti
volti….sorridi….una voce…..!,
o Maria , delle madri
la Madre,
……. ti chiama Mamma,
chi ti ha creata!
E NASCI ANCORA
(dedicata
alla carissima Rosarita)
Vorrei
lodarti Signore
nei
giorni di festa,
portare il tuo nome
fra
gli uomini senza sorriso,
ogni
giorno scrutarti,
vegliarti, adorarti.
O Dio
che nasci ancora
e il
mondo tace.
Custodisci per sempre in me
un
amore grande e semplice
che
possa non stancarsi nel cammino,
ma
accrescersi e portare
nuovi
frutti
e
concedimi, se vuoi,
Signore della vita
di
scorgere il tuo viso
nei
miei fratelli,
e di
servirti ed amarti sempre
come
nel primo giorno
in cui
ci siamo detti
“si”.
MI PERDO
NELL'INFINITO
Tu non sei il
mio Dio,
io mi perdo in
te,
ma non mi
appartieni,
non sei mio,
non cammini
lungo i miei sentieri
non
giustifichi ogni mia azione
solo perché è
mia.
Scopro ogni
giorno che non Ti posseggo.
Eppure Ti
sento in me
più mio di me
stessa.
FUI... SONO
Fui
tue braccia,
fui
tua voce,
fui, e
non sono.
Lieve
il tempo ha corroso in me,
i tuoi
frutti. Passata è la brezza soave,
il
vento sibila impetuoso, spalanca porte,
rende
tremula la candela.
Fui
tabernacolo divino,
fui e
non sono,
portando in me i segni di una gioia misteriosa.
Ho
rivisto, ho riletto, ho rivissuto,
gli
attimi più preziosi di un amore,
che
cerco in me,
lo so
sei ancora lì.
Aspetti.
Aspetti, che ciò che fui,
rifiorisca in ciò che
sono.
MANI DI VITA
Chinati sul mondo
O Creatore,
e guarda ciò
che le tue mani hanno plasmato,
inonda di letizia chi è sperduto,
ed avvolgi con il tuo sguardo
amorevole ed onnisciente
ciò che un sol tuo soffio lieve,
può ridurre in polvere.
SILENZIO D'AMORE
Signore, fammi gustare
pienamente il tuo silenzio.
Tu che mi cerchi nel silenzio,
Tu che mi scruti nel silenzio,
Tu che ascolti nel silenzio,
Tu che mi ami nel silenzio,
Fa, che io Ti trovi,
e liberamente
mi abbandoni a Te.
Note biografiche
a cura di Concita Sambataro
Il mio nome è Concita Sambataro.
Fin da piccola ho sempre amato la
poesia, ed ho cominciato a scriverne di mie, in effetti quando ho imparato a
scrivere, letteralmente!
Mi sono diplomata, e dopo qualche
anno dal diploma, ho iniziato l’avventura universitaria, con l’intento non
ancora perseguito di laurearmi in lettere.
Ho partecipato al concorso “Santa
Rita da Cascia” vincendo con le poesie inviate, inoltre ho due pubblicazioni in
antologia.
Amo la natura, in cui percepisco
Dio, che in essa ci fa conoscere la sua immensa grandezza e perfezione, potrei
fissare la perfezione di un fiore per ore, e pregare Dio per questo dono.
Ho frequentato vari gruppi
ecclesiali della mia città, cercando sempre Dio nella comunità dei fratelli. Da
qualche anno, ne frequento assiduamente due: l’MGD (movimento Giovanile
Domenicano) e la comunità delle “Ancillae Domini”.
Della mia poesia posso dire che è un
dialogo a volte, ma soprattutto, è una ricerca, un bisogno di trovare quel Dio,
che come tessitore esperto tesse la trama della mia vita.
Pace a voi.
Fonte :
si ringrazia l'Autrice Concita Sambataro che ha gentilmente inviato la
documentazione per questo articolo alla Redazione di ARTCUREL .
Concita
Sambataro , e-mail: nefelex@jumpy.it
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