lunedì 15 luglio 2019

Don Carlo Papa , poesia di ispirazione cristiana



Don CARLO PAPA
poesia di ispirazione cristiana
 



A EDGARDO DI MONTECALVO


                    I
Venti anni e mezzo, un volto di bambino,
sopra la tua divisa di tenente
di bersagliere, e sotto la visiera
del bel cappello altissimo,
come volea lo stile sempliciotto
di quel lontano quindici diciotto.
 A EDGARDO MANZELLI
DOTTORE IN LEGGE, dice la "legenda"
impressa al piedistallo. Io mi domando:
"Dottore in legge un giovane ventenne?"
Allora è ver quel che di te hanno scritto
mamma e papà, Giuseppe e Giuseppina
Sombrero, là, sul retro del tuo cippo:
"IL NOSTRO ORGOGLIO E BEN NE AVEMMO DONDE
VENTI ANNI E MEZZO! ERI LA NOSTRA UNICA
FELICITA' E OR SENZA TUA LUCE
IN NOI MISERRIMI LA NOTTE BUIA
E TEMPESTOSA SOLO RESTERA' ".
                    II
Cent'anni fa, Edgardo, tu nascesti
nel caldo giugno del novantasette,
nel momento sbagliato della storia.
Tutte le tappe avevi già bruciate,
se a vent'anni, matrigna, lì, a Valbella
la guerra bruciò te, povero figlio,
morto di ferro austriaco, come scrisse
qualcuno su quel cippo con puntiglio.
Io t'ho guardato e ho pianto,
come se fossi morto in quell'istante,
anche se tua vicenda è ora storia.
Il dolore straziante dei miserrimi
l'ala del tempo portò via con essi,
ma resta l'eco dell'atroce pianto,
nel vento sibilante dei cipressi.
                    III
Ho pianto e ho ricordato quel che disse
Papà Vincenzo, tuo commilitone:
" Ho nelle mie pupille ancora fissa
la scena di due giovani abbracciati
ed appoggiati a un albero. Italiano
l'uno, austriaco l'altro, ma l'abbraccio
era abbraccio di morte: scintillavano
tutte intrise di sangue le baionette ".
                    IV
Son passati cent'anni. Alle tue spalle
vigila la chiesetta ove si prega
per tutti i morti delle infami guerre
di tutte le nazioni. Siam fratelli.
Davanti a te, due file di soldati
fanno il "presentat'arm", perenne omaggio
di un duplice filare di cipressi,
in questo cimitero di villaggio.
E davanti al cancello, due solenni
alberi fan la guardia al monumento,
mentre quattro serpenti, in fer battuto,
s'avvinghiano fra due colonne egizie,
a simbolo del MALE che è la GUERRA.
                    V
Oh! Se tu avessi invece, dolce Edgardo,
potuto ai tuoi nipoti, un dì, narrare
che quando avei vent'anni, nel diciotto,
eri stato turista in Austria, a Vienna,
e avevi sorseggiato un bel caffé
con un tuo amico austriaco, e poi di lì
passati ad ascoltar la Filarmonica
e l'ispirata musica di Strauss.
          E' solo un sogno !
Ora son qui, cent'anni dopo, a piangere,
davanti al simulacro di un "Bambino",
seduto con il volto tra le mani,
sopra un muretto, a Montecalvo Irpino.
Era dottore in legge, era tenente
dei Bersaglieri. Avea vent'anni e mezzo.
Nato in Irpinia, in questa terra bella;
"morto di ferro austriaco" a Valbella.
(Montecalvo, 10 agosto 2001)




OASI A MONTECALVO
Alle tue spalle, o Sant'Antonio, (1)
il sole,
grande disco infocato,
con fulgore,
manda gli ultimi raggi.
Uno splendore !
onde l'Oasi tutta n'è inondata.
            Qui il silenzio è preghiera,
            è tutto il bene :
            pace, umiltà, serenità, letizia;
            è mitezza, dolcezza,
            adorazione ;
            qui la giornata è chiusa nel perdono.
Qui puoi imparare l'arte del tacere,
e l'attesa paziente;
puoi vedere
le virtù dei fratelli,
in parresia,
con cuore grande,
senza gelosia.
Nell'Oasi tutto parla
del buon Dio :
L'erba dal vento accarezzata,
il viale
delle " Sorgenti della Grazia ",
il lago,
la Via Crucis, la Grotta
e il bel Presepe . (2)
           E' un vero itinerario della vita :
           con la presenza di fratelli santi,
           guidati di Francesco dal sorriso,
           la sera giunge come un paradiso.
Domani il sole,
pieno di splendore,
irraggerà il tuo volto,
o Padovano,
segno di quell'Agape,
che il Signore,
riverserà sull'Oasi
e su me.
(Montecalvo, 10 agosto 2001)
Note:
1) Statua di Sant'Antonio, posta da Padre Filippo nel piazzale dedicato al Santo, col volto rivolto ad Oriente.
2) L'Oasi è percorsa da molti e preziosi viali, ben tenuti, a ognuno dei quali è stato dato un nome. Sono situati nel boschetto, alcuni (Viale delle Sorgenti, della Via Crucis, del Rosario); altri, tutt'intorno alla casa (Viale di san Francesco, di Santa Chiara, di Sant'Antonio...). In alto, al limite del boschetto, v'è la Grotta di Lourdes, punto di arrivo del Viale del Rosario.




MONTECALVO DALL'OASI
La pineta a sinistra e sei cipressi,
a destra, son cornice a questo quadro
di naturale bellezza, sul cui sfondo
s'adagia, dolce, Montecalvo Irpino.
Dietro di te, l'altre colline e i monti
sfumano nell'azzurro. A palmo a palmo,
il verde ti circonda e par che neghi
il toponimo antico " monte calvo ".
Limpida è l'aria, fresca l'acqua e pura;
fiori dovunque, linde le vie tue,
anche se le ferite ancora mostrano
quel che soffristi nel sessantadue.
Belli i portali, segno di una vena
d'arte, che sempre accompagnò i tuoi figli,
gente gentile e semplice, i cui tratti
raccontano l'antica " gens irpina ".
Le tue casette, dolcemente in fila,
salgono sulla cima, in processione,
verso il Castello, ove l'antica chiesa
si asside come nobile matrona.
T'ho mirata dall'Oasi, in un meriggio,
quando il sole abbagliante ti vestiva
d'oro splendente, come una regina.
Sei bella ! Sei la perla dell'Irpinia.
(Montecalvo, 11 agosto 2001)




PACOGNANO
D'oro è il tramonto,
in lontananza,
i suoi riverberi
tutto indorano te,
o Sereno Soggiorno Salesiano,
" Santa Perla " di Dio, posta sul monte
di Vico Equense, là, sopra Seiano.
O Pacognano mia, dolce Betania,
come è caro per me questo ritorno !
qui, dove scorre il fiume della Grazia.
Stridono le cicale, ed il fringuello,
coi versi suoi, la lor monotonia
abbellisce, ed il "cri-cri" del grillo
rende questa natura viva e bella.
Che sento? Taci: l'usignolo canta!
Nei suoi gorgheggi, un'estasi d'amore.
Poi tutto tace. Nel silenzio sento
calmo, profondo, il respiro di Dio.
(Pacognano di Vico Equense, 26 luglio 2001)




NEMI
Il tenue rumore dei passi
sulle foglie secche,
nel silenzio del bosco,
sopra il lago di Nemi,
fa da timido sfondo
al canto gentile del fringuello.
Lungo il sentiero,
i piccoli fiori di bosco
bianchi viola e gialli
tremebondi mi guardano.
" Non abbiate paura!
Il mio morbido passo,
di lato,
non vi calpesterà. "
Laggiù, lontano,
il lago profondo e nero
respira appena.
E' già sera.
La luna
illumina il silenzio.
E' un mondo di pace !
Ma, lontano,
a Bethlemme,
bagliori di guerra.
(Nemi , 2 maggio 2002)




PENSO
I miei passi lenti
e pesanti
affondano
nel soffice tappeto
delle foglie
secche,
lungo il sentiero boschivo
di Nemi.
Sul mio capo,
nell'ombra dei rami,
un fringuello
tenta
un trillo indeciso,
solitario.
Sarebbe
l'ora della siesta.
Mi siedo su un sasso;
osservo :
lungo il viale,
ai margini,
un vecchio aratro
con due ruote moderne,
male accoppiati.
Alla rinfusa:
una tenaglia arrugginita,
una vecchia caffettiera
e un mantice ammuffito
che un giorno ha sbuffato
chi sa per chi,
... ultimi rantoli
di un mondo antico
che muore.
Mi gira intorno
una farfalla,
confusa
e solitaria.
Io
sono ancora là,
seduto su un sasso,
con la paura che spunti
una vipera.
Penso.
A un passo da me,
in un coccio di bottiglia
si specchia
il sole.
(Nemi , 2 maggio 2002)




QUESTA SERA
Il lago è invisibile
questa sera
senza luna.
Il cielo è basso
e la nebbia
offusca ed ovatta
ogni cosa
intorno.
Ma il sole spunterà
più bello domani
e il lago di Nemi
in tutto il suo splendore
brillerà.
(Nemi , 30 aprile 2004)




LAGO DI NEMI
Oh ! lago di Nemi,
com'è che ogni mattina
corro sull'ampia terrazza
per guardarti,
contemplarti
e ammirarti incantato ?
Quale dolce, armonica sintonia
corre
tra me e te ?
E perché, ogni volta che posso,
da una finestra -
da un angolo di strada -
da un belvedere -
da una terrazza di Nemi,
io corro a rimirarti ?
Sempre diverso
e sempre uguale,
immenso anfiteatro,
ora luminoso,
ora imbronciato
come un bimbo ribelle,
sempre bello,
hai stregato i secoli !
Io resto qui,
incantato,
a contemplarti,
con stupore ed amore,
Lago di Nemi.
(Nemi , 5 maggio 2004)




A UNA SUORA
Sguardo attento
e perspicace,
passo svelto
e premuroso,
viso dolce e severo,
insieme,
tu incedi sicura,
sorella,
serva per amore.
Bianca come colomba,
coi colori di Colei
che è Vergine della Mercede,
annunzia, annunzia,
con la tua vita,
la serenità
del cuore,
la serietà
della vita,
la gioia
della pace.
(Nemi , 1 maggio 2004)




A SARA , SPONSA CHRISTI
Dolce e affabile
sei,
Sara.
Attenta all'ascolto,
serena.
Amabile
come una mamma,
solenne e nobile
come una matrona.
Dal tuo volto traspare
un  amore grande
per Colui
che ha donato
alla tua mano
l'Anello.
Per un amore immortale.
(Nemi , 1 maggio 2004)




LA NEVE
E' caduta pian piano la neve
ed è bianca la strada e la pieve.
Tutto bianco è il paese e il vecchino,
chiuso in casa è vicino al camino.
Ma per i bimbi che festa è la neve !
Come è bello slittar lieve lieve
sulla candida coltre leggera
e scaldarsi al camino la sera.








IL CASTELLO DI ARECHI
Lassu', sulla collina te ne stai,
castello antico, forte e maestoso,
che tanti secol trascorrendo vai,
nel tuo silenzio ascoso.
Gli alberi verdeggianti a te d'intorno
ti fan corona e le casette intanto
sparse di qua e di là rendono adorno
il prezioso manto.
Gli ampi tuoi muri ormai sono ammantati
di pampini trifogli e campanelli
muri che pur essendo diroccati
ancor sembrano belli.
Ma, quando sul tuo capo il ciel s'oscura,
l'alto squittir della civetta sento,
uccello della notte che paura
mi fa col suo lamento.
Intorno ormai v'è sol silenzio e pace;
dormon gli uccelli, immobile è l'abete:
tu solo vegli, mentre tutto tace,
assiso in tua quiete.







TRAMONTO SUL MARE
Snella su l'onde adagia
l'ombra gentil la vela.
Il pescator la rete
cala con mano anela.
La nuvoletta indorasi
all'orizzonte e il cielo
soavemente adornasi
con rosseggiante velo.
Lontano, in mar s'intrecciano
dell'iride i colori.
Manda dai monti il sole
l'ultimo raggio e muore.









MONS. CARLO PAPA
Note biografiche
 

                  


Carlo Papa è nato a Vietri sul Mare il 26-12-1928. Risiede a Cava de’ Tirreni (SA).
È sacerdote ed è stato parroco per 36 anni in Santa Lucia di Cava (SA), e per 15 anni Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni.
Ha conseguito la licenza in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dei Padri Gesuiti di Napoli, e ha seguito i corsi di bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
È stato uno dei co-fondatori del Centro Nazionale Vocazioni ed è Commendatore del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Come direttore della Caritas Diocesana, negli anni 90 realizzò il gemellaggio con la Diocesi di Sibenik, in Croazia. È Protonotario Apostolico Soprannumerario di Sua Santità Giovanni Paolo II.
Per molti anni ha tenuto la cattedra di religione al Liceo Ginnasio «Marco Galdi» di Cava de’ Tirreni. Ha scritto vari articoli di carattere teologico e molte poesie inedite. Alcune sono state inserite in antologie poetiche.
Attualmente è Rettore della Rettoria di San Vincenzo Ferreri al viale Crispi di Cava de’ Tirreni e Presidente del Comitato pro Monastero di San Liberatore, antichissimo Eremo che, dal monte Butornino, detto di San Liberatore, in uno scenario naturale d’incomparabile bellezza, si affaccia sul Golfo di Salerno e abbraccia con amore i tre Comuni di Salerno, Vietri sul Mare e Cava de’ Tirreni.






Fonte :  si ringrazia l'Autore Mons. Carlo Papa ( e-mail:  carlopapa28@gmail.com ) che ha gentilmente inviato la documentazione per questo articolo alla Redazione di ARTCUREL . 


















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