domenica 14 luglio 2019

Alfonso Gatto (1909-1976)



ALFONSO  GATTO  (1909-1976)

                          
      
Alfonso Gatto è nato a Salerno nel 1909 da Giuseppe e da Erminia Albirosa. Qui ha trascorso gli anni dell'infanzia e quelli della giovinezza e qui ha compiuto i primi studi. Iscrittosi all'università di Napoli nel 1926, dopo qualche anno abbandonò i corsi senza conseguire la laurea ed iniziò, poco più che ventenne, il suo ininterrotto peregrinare per l'Italia portandosi dietro la sua naturale inquietudine e le aspirazioni, i sogni, le speranze e le sofferenze propri dell'intellettuale meridionale povero. Questo periodo della vita di Gatto, (la fanciullezza, i luoghi nativi, la terra meridionale) ritornerà sempre come struggente nostalgia, nella memoria del poeta.Per vivere egli fa tutti i mestieri, commesso di libreria, correttore di bozze, istitutore di collegio, assaporando spesso il pane amaro della disoccupazione.
Nel 1932 pubblica il suo primo libro di versi e prose liriche Isola che viene accolto dalla critica con molto interesse e si reca a Milano, la sua città di elezione, dove vivrà a lungo ininterrottamente.
Ha appena 24 anni e la sua attività letteraria che già è notevole, da questo momento non avrà più soste: essa si amplia, si estende a giornali e riviste d'arte e d'architettura, si intensifica in forme diverse, spaziando dalla poesia  alla nota critica, al racconto, al saggio.

Nel 1936 viene tratto in arresto per antifascismo e rinchiuso per sei mesi a San Vittore.
Pubblica altre raccolte poetiche: Morto ai paesi nel 1937. Poesie nel 1939, poi ampliata nel 1941 e nel '43 vede la luce La sposa bambina, un volume in cui sono riunite le prose poetiche che in quel periodo era andato pubblicando su giornali e riviste.
Gatto ormai si è affermato in pieno come uno dei giovani letterati più sensibili degli anni trenta: il premio Savini che gli viene assegnato nel 1939 e che costituisce il più ampio riconoscimento della critica, sottolinea la sua posizione di primo piano nel campo delle lettere.

Nel 1939 a Firenze fonda e dirige, assieme a Pratolini, la rivista quindicinale Campo di Marte, estende la sua collaborazione a Letteratura e a Tempo e ottiene, per merito, nel 1941, una cattedra al Liceo artistico di Bologna che assicurandogli uno stipendio mensile fisso, se pure modesto, varrà ad alleviare un poco le ristrettezze economiche nelle quali si troverà sempre a dibattersi.
Intanto la guerra che ha messo a nudo tutte le miserie, le deficienze, le incapacità della classe dirigente ed ha procurato tanti lutti e tanti dolori al popolo, tante distruzioni al paese, fa precipitare gli eventi verso la catastrofe. Nel luglio del '43 crolla il fascismo e nel mese di settembre già divampa la guerra partigiana che sarà combattuta per venti lunghi mesi con asprezza inusitata tra fascisti ed antifascisti, tra italiani e tedeschi. Gatto che, come si è accennato, era stato già incarcerato per antifascismo, partecipa attivamente alla Resistenza e scrive alcune delle sue liriche più belle su quel periodo tormentato, diventando dopo la liberazione uno degli intellettuali più impegnati nella lotta per il rinnovamento della cultura da realizzare nel più vasto quadro del rinnovamento della coscienza morale e civile della società e delle riforme delle strutture economiche del paese. In questi anni diviene direttore di Settimana, condirettore di Milano Sera, inviato speciale de L'Unità, collaboratore di altri giornali e riviste di sinistra.
La sua produzione poetica si intensifica: vedono la luce successivamente Amore della vita nel 1944, La spiaggia dei poveri nello stesso anno, Il Capo sulla neve, che raccoglie le poesie sulla Resistenza, nel 1948, Nuove poesie 1941-1949, riunite in volume, nel 1950. Poi ancora La forza degli occhi nel 1954, La madre e la morte, un volumetto fuori commercio, nel 1959, Osteria flegrea e Carlomagno nella grotta nel 1962 e, nel successivo 1963, in un'edizione rinnovata e accresciuta, vengono ristampate le prose poetiche de La sposa bambina ed esce per i tipi di "Nuova Accademia" Il vaporetto, una raccolta di poesie, fiabe, ballate per "bambini di ogni età", corredata di un disco microsolco con la voce del poeta. Alfonso Gatto ha ricevuto numerosi premi letterari, oltre al già ricordato premio Savini del 1939 che segnalava la sua importanza ad un più vasto pubblico di lettori, nel 1948 gli veniva assegnato il "Premio Saint Vincent", nel 1954 il "Premio Marzotto", nel '56 il "Premio Bagutta", nel '60 il "Premio Rustichello da Pisa", nel '62 il "Premio Isola d'Elba e il "Premio Napoli". E' da rilevare ancora l'interesse di Gatto per le arti figurative, che egli ha dimostrato sia dipingendo, sia scrivendo di pittori e scultori come Rossi, Guidi, Carrà, Soldati, Del Bon, Broggini ed altri.
Nel 1961, con Poesie, Gatto comincia ad organizzare per Mondadori il suo "piano dell'opera". Seguono in ordine di pubblicazione, Osteria flegrea (1962), La storia delle vittime (1966), Rime di viaggio per la terra dipinta (1969) e Poesie d'amore (1973). La morte troverà Alfonso Gatto l'8 marzo 1976, in un incidente stradale ad Orbetello. Stava lavorando ad una nuova raccolta , Desinenze, che uscirà postuma giusto un anno dopo la sua scomparsa.

da Un poeta e la sua città nota bio-bibliografica di Pietro Laveglia





Alla mia terra

"Io so che nulla potrà mutare
il nero della mia gente, …
… io so che nulla potrà spiegare
la testa dura dei bambini,
mia madre non sa calmarli,
scende per i vicoli la stella,
e d’ogni casa
pare che venga e sia lontano il mare.."




Parole a un pubblico immaginario 

…’’ Ho scritto la mia prima
poesia a vent’anni in una
stanza diroccata. Di là dalla
finestra c’era il mare, piove
va dolcemente. Avevo visto
per vent’anni le montagne
chiudere il golfo e contro
il cielo una casetta odorare
del suo intonaco rosa che la
pioggia le risvegliava.
Tante sere io mi dicevo:
‘’Dopo di me vivrà il mondo,
chissà se altri guarderà
questi colli e il mare col mio
stesso sguardo e senza
saperlo mi ricorderà’’.




Agli uomini del Sud

 …"Forse un uomo
davanti al golfo della sera parla
della speranza da lasciare ai figli.

Dalla mia casa, dalle vostre case
– gli uni negli altri – un popolo di canti
saluterà la luce della terra."




Notte a riva

"…La nenia solitaria
d’una barca si perde
in una scia d’aria,
al suo profumo verde
di pesca e d’alghe il mare
scampagna già dai lumi
dei gozzi alle lampare
che tornano sui fiumi
 del plenilunio. …"









Fonte:  http://ins.rotospeed.net/alfonsogatto/ 
























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