lunedì 15 luglio 2019

Incontro : Vangelo in versi , di Rosarita De Martino




Rosarita De Martino

Incontro
Vangelo in versi




Dedica
Dedico a padre Egidio Calderone, (oggi parroco a Santa Maria della Consolazione di Mascalucia) questo mio libretto frutto maturo della sua guida spirituale. Voglio esprimergli la mia riconoscenza, perché tramite il suo gioioso sacerdozio, condiviso nelle parrocchie di San Cristoforo e di Maria Ausiliatrice a Fossa Creta, mi ha fatto percepire l'Amore di Dio che mi ha arricchito di una moltitudine di fratelli. Mi auguro, lettore sconosciuto, che queste mie poesie possano essere anche per te nuovo motivo di speranza per unirci in una rinnovata cordata di fede,
Con amicizia Rosarita.
 

Presentazione
Lo scrittore Italo Calvino dice: "la pagina ha il suo bene solo quando la volti e c'è vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro".
La nostra Rosarita, con ardire poetico, indossa le vesti di cronista e ci trasporta nelle assolate strade della Palestina per cantare il vangelo in poesia.
Insieme ascoltiamo, dalla viva voce del Maestro Gesù, le parabole più significative per la nostra fede che si incarna nell'oggi della storia illuminandola di speranza.
Prof. Aurelio Biondi
 
 

Biografia

Rosarita De Martino ha insegnato nella scuola elementare Maria Montessori di Catania, dove ha profuso la sua passione di educatrice in un dinamico rinnovamento professionale, realizzato nei suoi trentotto anni di insegnamento, coronato dalla stima delle famiglie e dal gioioso riconoscimento di diverse generazioni di alunni.
Si è diplomata all’Istituto magistrale di Locri, in Calabria, e ha vissuto nel piccolo paesello di Canolo, che con viva nostalgia descrive: “Due monti che si abbracciano, il fiume che li bacia, il mare in lontananza è un tremulo sussurro”.
Catania, fin dal 1962, è diventata la sua città d’adozione, Rosarita, inserendosi in un gruppo ecclesiale, ha potuto apprendere l’importanza dei rapporti comunitari, del lavoro condiviso, del dialogo e ha potuto gustare momenti forti di catechesi e di preghiera, espressi poi in poesia.
Nella raccolta Dalla ricerca all’incontro la poetessa ripropone la stessa parola di Dio raccontando il Vangelo con un linguaggio immediato e coinvolgente.
“E la sua è la poesia che incontra l’Amore” (Carlo Sarno, www.artcurel.it ).
Le sue poesie sono state pubblicate con successo in diverse antologie e nella rivista letteraria “Il Convivio”.
Rosarita De Martino ha conseguito diversi premi e segnalazioni ad Assisi (Premio Madre Terra e Sorella Luna), ad Orvieto (premio Duomo), a Catania, ad Acireale, a Castiglione di Sicilia, a Naxos, a Gravina di Catania, a Motta di Camastra .
Nel concorso nazionale di Roma “Premio letterario Ama Rossella II edizione” la poetessa si è classificata al quarto posto con la poesia religiosa Il mio grazie.
Rosarita ha scritto anche un libro autobiografico dal titolo “Storia di una chiamata” in cui racconta i momenti più significativi della sua vita sotto il profilo umano, spirituale e professionale della sua vita.








PREGHIERA

Io inquietudine, mai risolta,
Tu infinita certezza,
io tormento e paura.
Tu, riposo e pace.
Io assente a me stessa
Tu presenza viva d'amore.
Io coltivo cupi pensieri
ma Tu sei eterna calma.
Per parlarti, o Dio,
ho solo piccole parole,
ma Tu per sedurmi
hai spazi di silenzio.








LA SAMARITANA  (Gv. 4,4-42)


Al sole brilla il pozzo di Sicar

stanco del viaggio, per primo

il Maestro arriva e attende.

Mezzogiorno infuoca l’aria intorno

la donna sale con la brocca vuota.

Ha fretta ma improvvisamente

vede lo straniero: è un nemico di sua gente

ma è stanco, è inerme

e incontro le viene, umilmente le chiede:

“DAMMI DA BERE!”

e l’accorta donna a lui:

“Tu giudeo, chiedi da bere a me samaritana?”

Ma ecco che il suo intenso sguardo

la capta, la rassicura, la coinvolge

in un intenso dialogo d’amore,

che sgorga limpido fra lei Creatura

e Lui suo Creatore!

La parola di vita sazia la sua arsura
e ora della sete non ha più paura!
Immemore del tempo ascolta
e confessa ignara la speranza arcana
“So che deve venire il Messia!”
e subito Gesù proclama
“Sono io che ti parlo!”.
Esulta la prima missionaria
lascia la brocca lì, sulla bordura,
corre, non sente la calura.
“Venite, ho incontrato il Messia!”
Il suo annuncio corre di fiore in fiore,
di campo in campo, di monte in monte,
da fiume a mare
“E’ venuto il Messia!” Lui il Salvatore!
Lui l’Amore!
 
 





BETANIA  (Lc 10,38-42)


Entro nella vostra casa antica
stanca del mio pellegrinare.
Avvolta in lunghe vesti, corri o Marta
presa sei dall'affannoso "fare".
Ora un sonoro silenzio mi inebria,
assorta, quieta, avvolta in perle di sorrisi,
ti vedo sorella mia Maria!
Bianche onde di preghiera mi raggiungono
e in vortice di gioia,
voce nota mi raggiunge:
"Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato,
da questo vi riconosceranno come miei".
Avida assorbo gocce di sorrisi
che come perle colorate,
scendono lievi nel mare di mia vita,
e vedo: boschi profumati,
montagne innevate,
verdeggianti prati colorati,
uomini finalmente affratellati.
 







IL PROSSIMO  (Lc 10,29-37)


Giaci prostrato tra la polvere
deriso, bastonato, ferito:
sei solo lacerato fagotto
di carne umana calpestata.
Ansante, trafelato,
assorto in progetti impegnati
un sacerdote avanza
ma non ti vede: ha lo sguardo appannato
e ti lascia morente ai bordi della strada.
Frettoloso, trafelato
un "levita" passa
ma è personaggio impegnato
e non ti vede: ha lo sguardo appannato
ti lascia morente ai bordi
della strada.
Ma da infinite lontananze
uno straniero arriva
e ti vede morente ai bordi della tua-sua strada.
Lascia i suoi progetti preparati,
si ferma, si avvicina, ti sfiora,
ti solleva con fraterna mano
e sulla tua amara ferita
versa premuroso balsamo di pace.
Non sei per lui ingombrante fagotto

di carne umana lacerata.
La sua pietà ti ha ricreato UOMO.
Tu allo straniero, ora tuo amico,
doni le rilucenti perle del sorriso.
 
 






IL FIGLIOL PRODIGO  (Lc 15,11-32)

Con speranzoso sguardo scruta
l'orizzonte lontano
il vecchio padre che ancora attende il figlio,
che deluso stringe foglie accartocciate,
e pietra priva di venatura d'oro.
Assorto risente l'invitante tintinnio,
rilucente e scivoloso sul tavolo da gioco.
Le sguaiate risa di donne
in cerca di monete,
gli risuonano ancora dentro.
E ritorna il figlio già pentito a casa.
Avanza lento sulla via,
ma, il lontano sguardo del padre
lo raggiunge, lo salva, lo ristora.
Nella casa avita la misericordia paterna
già gli prepara accoglienza cara
l'anello d'oro, la festosa veste del perdono
e le braccia aperte in rinnovato amore!
 
 





IL CIECO DI GERICO  (Lc 18,35-43)


Incerto e goffo ti muovi

mentre l’immane folla

preme, ondeggia, ti spintona .

Tu gridi e invochi:

“Figlio di Davide, abbi pietà di me”.

I discepoli si affrettano a zittirti,

ma Gesù, pur nella folla immensa,

capta la tua presenza

ed amoroso si ferma ad aspettarti.

Inciampi, traballi, cadi,

il tuo mantello abbandoni

e svelto indossi quello della fede.

Ti rialzi, avanzi ancora

ecco lo sfiori, gli sei accanto

e ne respiri la Presenza Santa

e Gesù incrocia il tuo sguardo spento

che si riaccende di luce propria.

Esultante di gioia

Lo segui lungo la tua-sua strada.








ZACCHEO  (Lc 19,1-10)
 

Mentre il Maestro a Gerico inizia la salita,
tu Zaccheo scendi dalla tua casa
e improvvisamente ti ritrovi
travolto da una fiumara umana
che ti spintona, ti avvolge, ti trascina.
Ma ecco che vicino, intravedi il sicomoro
e salvezza improvvisa
ecco ti offre l’albero frondoso.
Ti sollevi con immane fatica,
afferri un robusto ramo amico
ti arrampichi e infine in alto arrivi.
Ora il tuo sguardo
libero, spazia sull’affollata strada
e avvolto, in una bianca luce,
il Maestro avanza e ti scova attento.
Si smorza l’assordante grido della folla
e la sua voce amica ti invita:
“Scendi subito Zaccheo,
oggi voglio fermarmi a casa tua!”.
E tu ora agile ti muovi,
incroci il suo sguardo atteso,
spalanchi la porta del tuo cuore
ai poveri che ora sono per te
fratelli e amici.







IL FARISEO ED IL PUBBLICANO  (Lc 18,9-14)


Due uomini salgono insieme
verso il tempio sacro:
il borioso fariseo, l'umile pubblicano.
Avanza il primo, in un fruscio di seta,
con superbo piede si porta in su l'altare.
Eccolo, sospira, si pavoneggia
e compiaciuto, ricorda al Padre
le sue virtù e la scrupolosa decima
versata in sonante moneta.
Ma il suo arido elenco
non è preghiera,
e come fiore avvizzito muore:
manca l'acqua della fede.
Con composto piede,
con pentito cuore
il pubblicano umile
implora il perdono santo.
La sua sentita richiesta,
simile a fiore rinfrescato,
dalla benefica rugiada della fede,
gradita sale al Cielo
in onde luminose di preghiera.








LA PARABOLA DEI TALENTI  (Lc 25,14-30)

Nella casa avita,
il padrone generoso e attento,
consegna i suoi tre doni
e parte con il suo cavallo bianco.
Il primo rigira le sue cinque monete fra le dita:
ne gode, inizia la fatica santa:
canta, corre, ride, piange
e nuova ricchezza presto lo ricopre.
Anche il secondo rigira
i due talenti fra le dita,
ma non li posa nel buio della noia
li traffica al sole della gioia
e corre, canta, e piange e ride
infine attonito riguarda
le sue monete raddoppiate.
Ma l'ultimo dei servi,
rigira ancora fra le dita
il suo unico talento.
Esita incerto, inerte
ma non lo traffica al sole della gioia,
lo nasconde nel buio della noia.
E passano i giorni
e passano le ore
e passa il tempo.
Ma ecco, si sente già vicino
un galoppo chiaro
e il padrone appare.
I due servi corrono,
solleciti gli mostrano
ricchezze nuove,
e il padrone li guarda compiaciuto,
e li invita al banchetto della gioia!
Ma non è così per il terzo servo
che tiene stretto il suo unico talento:
sotterrato nella terra buia
e mai trafficato
e mai donato.








LAZZARO


Marta e Maria colpite siete da straziante dolore:
Lazzaro vostro fratello,
già non è più tra i vivi:
ed ecco il lamento si smorza, tace.
Improvviso grido di attesa,
di meraviglia lo ricopre.
Vi sorprende ancora la sua voce nota:
il Maestro è arrivato,
ma già la morte nera
a voi nemica, ha trionfato.
Nella musica del silenzio
la sua voce imperiosa
comanda: "Lazzaro vieni fuori!".
Sconfitta morte, vittoriosa vita.
Lazzaro si risveglia:
traballa incerto,
si muove, ora avanza
fra attonita folla amica,
stupore immenso,
brivido di fede.
... Ed io, ancora oggi,
MURATA sono nel sepolcro
delle mie attese vane,
ingrovigliata in amare sconfitte
di perché senza risposta
e vento di angoscia mi percuote,
mi avvolge tetro.
Ma ecco, nuovo miracolo,
compiuto da altrui fede,
mi porta a guarigione attesa:
"Rosarita, vieni fuori!"
Ascolto:
raggio di luce squarcia brume di paure.
Una mano si allunga amica
sfiora la mia.
Mi risveglio, mi scuoto,
risento una voce, la Tua?
Riso sul volto e musica nel cuore.



- Veglia di preghiera, 25 maggio 2000, Parrocchia Maria Ausiliatrice.







LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI  (Mc 6,30-44)

Nei campi della Galilea
tu Maddalena, donna usata, calpestata,
comprata con vile denaro,
con il cuore in tumulto avanzi
ancora ignara della vicina pace.
Davanti a te immensa folla
ferma i tuoi passi.
Da lassù, in bianche vesti,
Gesù, il Maestro, parla.
Ed ecco, prima lieve, poi chiara
la sua voce ti raggiunge
si smorza il tuo tormento
in musica di silenzio.
Profumo di pane caldo ti inebria
e, fresco di gioia, arriva a te
sbriciolandosi in un arcipelago di croste.
E la tua vita è purificata
da perle di sorrisi.










RISURREZIONE


La Tua forza divina
irrompe potente
squarciando la dura roccia
del sepolcro nuovo
e la vita trionfa.
Ora sfiori la terra da Te creata
con il tuo corpo glorioso
toccato appena da chiodi
segno di rosso fuoco d’amore.
Nel silenzio attonito della natura,
rigogliosa di vita,
si ode vicino un lieve scalpiccio
di femminili passi
ma forte è il pulsare del cuore,
una donna trepida Ti cerca,
morto ancora Ti crede
e non Ti riconosce vivo!
Ed ecco la Tua voce nota
la chiama: "Maria!"
Sussulta, Ti guarda incredula
Ti ritrova, rivive, ama, esulta.
Dagli occhi sgorgano
improvvise perle
quali promesse di speranze eterne.


 






PIETRE   (GV, 1-11)
 

Ecco la donna avanza incerta
accerchiata da turba urlante di farisei
affamati di facile giustizia.
Intorno, intorno rabbia aumenta
paura risponde e la donna nasconde
il bianco viso nel rosso mantello,
mentre i piedi affondano
negli aguzzi sassi.
Ora improvviso si smorza, tace
il vociare della folla.
E l’aria vibra di sfavillio di luce.
Il palmizio offre ombra amica
e i piedi scivolano su rilucente terra.
Chino su dorata sabbia,
Gesù scrive attento
ma concitata domanda
lo raggiunge, lo ferisce:
“Maestro, la legge di Mosè ordina di lapidarla,
Tu che ne dici?”
La sentenza di morte è affidata
a pietre acuminate.
La sentenza di vita
è affidata a bianche perle di perdono.
La Sua voce imperiosa rimbomba
da monte a monte
da fiume a fiume
da mare a mare
“Chi di voi è senza peccato
scagli la prima pietra”.
Ondeggia, borbotta, mormora
l’eccitata turba dei farisei.
E lenta si allontana.
Le pietre acuminate
formano inutile catasta.
La donna salva
beve acqua di luce
dagli occhi del Maestro.








PERDONO (Lc. 7,36-8,3)
 
Tu Gesù, in umiltà d'Amore,
siedi a tavola
e Simone dottoreggia
di leggi antiche,
di precetti nuovi.
Ma lontano, mormorio
turba quiete di sua casa.
Tu donna, calpestata, usata,
avanzi cauta tra folla ostile.
Stringi trepida vaso
di prezioso unguento
usato per riti intriganti
di profano amore,
vuoto di pace.
Gesù trepido ti aspetta,
lieta tu inventi
nuovo rito di Amore sacro:
spargi sui piedi santi
lacrime e unguento
che asciughi tenera, con improvvisata
tovaglia di tua chioma.
Incroci il suo sguardo di luce
che ti inonda.
Dall'arcobaleno di perdono
raccogli perle colorate
per la nuova collana
di tua vita.
 
 
 

 




LA PAROLA DI VITA


Dalla nuova torre di Babele,

costruzione fatua di orgoglio,

parole insane

precipitano

impazzite

nella valle dell’insignificanza.

Ma luce travolgente

squarcia

l’oscurità infinita,

la Parola di vita

scende sulla terra:

è Natale !








ADORAZIONE
 
Mistero d'amore,
oscuro, infinito
Tu Dio nascosto stai
in piccolo spazio.
Ognuno di noi
Ti parla
Ti aspetta.
Vuoto è il mio cuore
d'amore.
Stasera
allagalo di luce,
riempilo di carità
riscaldalo di speranza.
 







LA TEMPESTA SEDATA


Sul lago di Tiberiade scivola lieve

la vostra barca amica

ma ecco, improvviso, nemico urlo di vento

vi percuote il cuore.

A poppa, lassù, il Maestro dorme sicuro

mentre l’uragano rapido avanza.

E in voi vince la paura

e implorate: "Salvaci, Signore, siamo perduti!"

Gesù alza la sua mano santa

e già il vento canta una canzone nuova

mentre il mare placido ride.

E pace torna nelle nostre vite.

Ma ecco vi pungola la domanda antica:

"Perché avete paura, uomini di poca fede?"

L’interrogativo della storia

arriva nella barca di mia vita

che ondeggia incerta fra onde di paura.

Imploro fede sicura e grido:

"Annego, salvami, Signore!"

E già ridono,

dentro di me, onde di luce.







IL MIO GRAZIE
 
Ti vedo, o Dio, nel fiore del campo
risplendi nel suo sguardo amico
che mi circonda,
vincendo brume di paure.
Ora libera corro in spazi di cielo.
Ascolto lo sciabordio delle onde
pulsanti sulla scogliera lavica.
Contemplo l'arcobaleno
filigrana di luce,
mentre tremula una goccia,
iridescenza di mille colori,
si dondola lieve
su una foglia di limone.
Io, goccia di vita,
mi getto nell'oceano...
del tuo Amore !
 
 
 





 
SANTA MARIA DEGLI ANGELI
 
Profumo di pane
salato di gioia,
respiro avida.
nelle tue viuzze, o Assisi,
gente generosa
mi regala perle di sorrisi.
Con fatica salgo
scale pianeggianti.
E la basilica appare,
spazio infinito di eternità.
Musica silenziosa mi canta dentro
in arcobaleni di preghiere.
Nel silenzio sacro
la Porziuncola brilla,
piccola di spazio,
immensa di speranza.
Con Te, Francesco, intono
il mio nuovo canto d'amore
fresco come acqua canterina.
 
 
 
 



 








"Nell'arte è l'uomo che loda Dio, nella Natura , invece, è Dio che loda se stesso!" Rosarita De Martino



Fonte :  si ringrazia l'Autrice Rosarita De Martino, che ha gentilmente inviato la documentazione alla Redazione di ARTCUREL. Alcuni testi di Rosarita De Martino sono accessibile dalla scheda sull'Autrice nella webpage Rubriche Autori di ARTCUREL :  Rubriche Autori 

Fonte Immagine :  "Incontro" , disegno di Giuseppe D'angelo (amico dell'Autrice Rosarita De Martino).

Per chi vuole approfondire sulle poesie di Rosarita De Martino , può visitare i siti : 



















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