GIUSEPPE UNGARETTI POETA
LA PREGHIERA
(1928)
Come dolce prima dell'uomo
Doveva andare il mondo.
L'uomo ne cavò beffe di demòni,
La sua lussuria disse cielo,
La sua illusione decretò creatrice,
Suppose immortale il momento.
La vita gli è peso enorme
Come liggiù quell'ale d'ape morta
Alla formicola che la trascina.
Da ciò che dura a ciò che passa,
Signore, sogno fermo,
Fa' che torni a correre un patto.
Oh! rasserena questi figli.
Fa' che l'uomo torni a sentire
Che, uomo, fino a te salisti
Per l'infinita sofferenza.
Sii la misura, sii il mistero.
Purificante amore,
Fa' ancora che sia scala di riscatto
La carne ingannatrice.
Vorrei di nuovo udirti dire
Che in te finalmente annullate
Le anime s'uniranno
E lassù formeranno,
Eterna umanità,
Il tuo sonno felice.
POESIA (Sagrado
il 28 novembre 1916)
I giorni e le notti
suonano
in questi miei nervi
di arpa
vivo di questa gioia
malata di universo
e soffro
di non saperla
accendere
nelle mie
parole.
DUE NOTE (1927)
Inanella erbe un rivolo,
Un lago torvo il cielo glauco
offende.
STELLE (1927)
Tornano in alto ad ardere le favole.
Cadranno colle foglie al primo
vento.
Ma venga un altro soffio,
Ritornerà scintillamento nuovo.
Fonte: Ungaretti, vita d'un uomo, tutte le poesie, a cura di Leone Piccioni, Mondadori, 2001, Milano
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