martedì 30 luglio 2019

SILVIA AMODIO, Fotografia zooantropologica



SILVIA  AMODIO  
Fotografia zooantropologica

                       

       

  SILVIA AMODIO nasce a Milano il 3 febbraio 1968. Si laurea in filosofia con una tesi, svolta alle Hawaii, sulle competenze linguistiche dei delfini. Collabora come giornalista free-lance con settimanali e mensili (Famiglia Cristiana, Airone, D la Repubblica delle Donne, l’Espresso, Mondo Sommerso, New Age), scrivendo sempre di animali e accompagnando gli articoli con le sue foto. Ha collaborato per un anno alla rubrica ZOO dell’Espresso. Negli ultimi tempi la fotografia d’autore è divenuta la sua occupazione principale. Nel maggio 2000 ha organizzato un convegno interdisciplinare con studiosi provenienti da tutto il mondo sui delfini e la comunicazione, in collaborazione con il  Cnr.  Hanno parlato del suo lavoro varie riviste tra le quali:Photo, Stop, That’s art, New Age,  Repubblica (toscana), l’Espresso, Anna, Arte Mondadori, Specchio e  trasmissioni televisive e radiofoniche:Geo e Geo (rai 3), National Geographic Channel, Mediolanum,  tg 3 Toscana, radio svizzera,  rtl e  radio 2. Recentemente ha realizzato un’animazione con la quale partecipa a convegni e festival.
 
 
" ...Questo lavoro non è fatto solo con la macchina fotografica , ma anche con l'amore , la passione e tanta pazienza . Quello che sto facendo ha uno scopo preciso : avvicinare , attraverso lo strumento fotografico , il mondo animale a quello umano . Un lavoro zooantropologico , si potrebbe definire , perché riguarda gli animali ma anche gli uomini . L'intenzione è di indurre le persone a riconoscere , attraverso l'incontro tra gli sguardi , la comunanza di sentire tra l'uomo e gli animali . Suggerire allo spettatore di guardare da una prospettiva diversa che mette in discussione il nostro antropocentrismo . E' una sfida sottile che si origina dall'anima , non dalla ragione . Forse sarebbe più semplice osservare immagini crude e di sofferenza per schierarsi dalla parte dei più deboli . Ma non voglio creare turbamento , vorrei piuttosto riuscire ad evocare una sorta di immedesimazione , di affinità , di empatia . Giraffe , zebre , ippopotami e rettili vengono ritratti come fossero persone . I loro occhi ci guardano , gli sguardi oltrepassano e arrivano a noi creando un legame simbolico , una continuità tra le due specie .
Ho iniziato ad osservare gli animali fin da bambina , mi piaceva appostarmi in un angolo per ascoltare i loro versi , per percepirne gli odori e provare a capire i loro comportamenti . Avrei voluto più di ogni altra cosa al mondo riuscire a parlare con loro , avere un canale telepatico che mi permettesse di decodificare i loro pensieri . Non avevo dubbi : gli animali pensavano e mi parlavano , in qualche modo . Il mio gioco preferito era sentirmi parte di essi , entrare nei loro corpi , immaginare di muovere la coda , le zampe , le orecchie . Più di tutto mi piaceva chiudere gli occhi , concentrarmi intensamente e pensare di essere un elefante .
Ritrarre gli animali significa per me entrare in sintonia con loro , riuscire a prevederne i comportamenti . Non scatto a ripetizione confidando nella fortuna , preferisco attendere , anche un giorno intero , l'espressione che mi piace . Così il tempo acquista un valore importante , è parte della fotografia stessa , impone la riflessione . E l'attesa assume un significato romantico .
Gli animali che fotografo sono generalmente selvatici , diffidenti per natura : solo dopo essere stata accettata posso scattare una fotografia . E' un momento magico : click , un semplice gesto crea un ponte , anche solo per una frazione di secondo , ma quell'attimo , grazie alla fotografia , è mio per sempre . E' questa la fotografia che amo , o meglio questo modo di fotografare : discreto , non invasivo ma che mi permette al tempo stesso una straordinaria intimità con la natura .
Curo con attenzione l'inquadratura e cerco di osservare bene il mondo dietro al mirino , ciononostante , alcuni dettagli mi sfuggono , ma non fa niente , la fotografia congela la realtà e va oltre : in camera oscura ritrovo quello che ho visto e anche molto di più . Il piede dell'ippopotamo sembra un fiore disegnato da un bambino , la giraffa sembra sorridere , l'orecchio del rinoceronte ha la forma di una calla . Dentro i loro occhi ritrovo lo sguardo di quand'ero bambina e vedo un mondo pieno di malinconia : la malinconia , non so perché , è parte della mia fotografia , è uno stato d'animo che mi piace , ha un sapore agro-dolce . Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima . Credo che ogni animale abbia una "personalità" .
Ho quindi cercato di rafforzare questo concetto attraverso una stampa che rendesse le fotografie dei pezzi unici . Utilizzo un antico metodo artigianale : stendo una speciale emulsione su dei fogli da incisione che vengono poi impressionati come normale carta fotografica . In questo modo le opere , grazie alla porosità della carta e alle caratteristiche dell'emulsione , si pongono al confine tra pittura e fotografia . E , per i loro contenuti , anche tra poesia , filosofia e scienza... "   Silvia Amodio





Fonte  :  notizie fornite dall'artista Silvia Amodio ,    Via G. B. Vico, 25  , 50136 , Firenze  ,  
e-mail:   nahele@iol.it  ,      website:   www.silviaamodio.com .




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