SILVIA AMODIO
Fotografia zooantropologica
SILVIA AMODIO
nasce a Milano il 3 febbraio 1968. Si laurea in
filosofia con una tesi, svolta alle Hawaii, sulle competenze linguistiche dei
delfini. Collabora come giornalista free-lance con settimanali e mensili
(Famiglia Cristiana, Airone, D la Repubblica delle Donne, l’Espresso, Mondo
Sommerso, New Age), scrivendo sempre di animali e accompagnando gli articoli con
le sue foto. Ha collaborato per
un anno alla rubrica ZOO dell’Espresso. Negli ultimi tempi la fotografia
d’autore è divenuta la sua occupazione principale. Nel maggio 2000 ha
organizzato un convegno interdisciplinare con studiosi provenienti da tutto il
mondo sui delfini e la comunicazione, in collaborazione con il Cnr.
Hanno parlato del suo lavoro varie
riviste tra le quali:Photo, Stop, That’s art, New Age, Repubblica (toscana),
l’Espresso, Anna, Arte Mondadori, Specchio…
e trasmissioni televisive e
radiofoniche:Geo e Geo (rai 3), National Geographic Channel, Mediolanum, tg 3
Toscana, radio svizzera, rtl e radio 2. Recentemente ha realizzato
un’animazione con la quale partecipa a convegni e festival. |
" ...Questo lavoro non è fatto
solo con la macchina fotografica , ma anche con l'amore , la passione e tanta
pazienza . Quello che sto facendo ha uno scopo preciso : avvicinare , attraverso
lo strumento fotografico , il mondo animale a quello umano . Un lavoro
zooantropologico , si potrebbe definire , perché riguarda gli animali ma anche
gli uomini . L'intenzione è di indurre le persone a riconoscere , attraverso
l'incontro tra gli sguardi , la comunanza di sentire tra l'uomo e gli animali .
Suggerire allo spettatore di guardare da una prospettiva diversa che mette in
discussione il nostro antropocentrismo . E' una sfida sottile che si origina
dall'anima , non dalla ragione . Forse sarebbe più semplice osservare immagini
crude e di sofferenza per schierarsi dalla parte dei più deboli . Ma non voglio
creare turbamento , vorrei piuttosto riuscire ad evocare una sorta di
immedesimazione , di affinità , di empatia . Giraffe , zebre , ippopotami e
rettili vengono ritratti come fossero persone . I loro occhi ci guardano , gli
sguardi oltrepassano e arrivano a noi creando un legame simbolico , una
continuità tra le due specie .
Ho iniziato ad osservare gli
animali fin da bambina , mi piaceva appostarmi in un angolo per ascoltare i loro
versi , per percepirne gli odori e provare a capire i loro comportamenti . Avrei
voluto più di ogni altra cosa al mondo riuscire a parlare con loro , avere un
canale telepatico che mi permettesse di decodificare i loro pensieri . Non avevo
dubbi : gli animali pensavano e mi parlavano , in qualche modo . Il mio gioco
preferito era sentirmi parte di essi , entrare nei loro corpi , immaginare di
muovere la coda , le zampe , le orecchie . Più di tutto mi piaceva chiudere gli
occhi , concentrarmi intensamente e pensare di essere un elefante .
Ritrarre gli animali significa
per me entrare in sintonia con loro , riuscire a prevederne i comportamenti .
Non scatto a ripetizione confidando nella fortuna , preferisco attendere , anche
un giorno intero , l'espressione che mi piace . Così il tempo acquista un valore
importante , è parte della fotografia stessa , impone la riflessione . E
l'attesa assume un significato romantico .
Gli animali che fotografo sono
generalmente selvatici , diffidenti per natura : solo dopo essere stata
accettata posso scattare una fotografia . E' un momento magico : click , un
semplice gesto crea un ponte , anche solo per una frazione di secondo , ma
quell'attimo , grazie alla fotografia , è mio per sempre . E' questa la
fotografia che amo , o meglio questo modo di fotografare : discreto , non
invasivo ma che mi permette al tempo stesso una straordinaria intimità con la
natura .
Curo con attenzione
l'inquadratura e cerco di osservare bene il mondo dietro al mirino ,
ciononostante , alcuni dettagli mi sfuggono , ma non fa niente , la fotografia
congela la realtà e va oltre : in camera oscura ritrovo quello che ho visto e
anche molto di più . Il piede dell'ippopotamo sembra un fiore disegnato da un
bambino , la giraffa sembra sorridere , l'orecchio del rinoceronte ha la forma
di una calla . Dentro i loro occhi ritrovo lo sguardo di quand'ero bambina e
vedo un mondo pieno di malinconia : la malinconia , non so perché , è parte
della mia fotografia , è uno stato d'animo che mi piace , ha un sapore
agro-dolce . Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima . Credo che ogni
animale abbia una "personalità" .
Ho quindi cercato di rafforzare
questo concetto attraverso una stampa che rendesse le fotografie dei pezzi unici
. Utilizzo un antico metodo artigianale : stendo una speciale emulsione su dei
fogli da incisione che vengono poi impressionati come normale carta fotografica
. In questo modo le opere , grazie alla porosità della carta e alle
caratteristiche dell'emulsione , si pongono al confine tra pittura e fotografia
. E , per i loro contenuti , anche tra poesia , filosofia e scienza... "
Silvia Amodio
Fonte : notizie fornite dall'artista Silvia Amodio , Via G. B. Vico, 25 , 50136 , Firenze ,
e-mail: nahele@iol.it , website: www.silviaamodio.com .
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