UDIENZA GENERALE
Mercoledì 5 dicembre 2001
Mercoledì 5 dicembre 2001
Salmo 117,
Canto di gioia e di vittoria
Lodi Domenica 2a Settimana (Lettura: Sal 117, 1-2.19-20.22.24).
Lodi Domenica 2a Settimana (Lettura: Sal 117, 1-2.19-20.22.24).
Salmo 117 (118)
Celebrate il Signore, perché è buono;perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.
Lo dica la casa di Aronne:
eterna è la sua misericordia.
Lo dica chi teme Dio:
eterna è la sua misericordia.
Nell'angoscia ho gridato al Signore,
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.
Il Signore è con me, non ho timore;
che cosa può farmi l'uomo?
Il Signore è con me, è mio aiuto,
sfiderò i miei nemici.
E' meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell'uomo.
E' meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Tutti i popoli mi hanno circondato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
Mi hanno circondato come api,
come fuoco che divampa tra le spine,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto meraviglie,
la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie.
Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore.
Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
Apritemi le porte della giustizia:
voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.
E' questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso.
Dona, Signore, la tua salvezza,
dona, Signore, la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;
Dio, il Signore è nostra luce.
Ordinate il corteo con rami frondosi
fino ai lati dell'altare.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Celebrate il Signore, perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.
1. Quando il cristiano, in sintonia
con la voce orante di Israele, canta il Salmo 117 che abbiamo appena sentito
risuonare, prova dentro di sé un fremito particolare. Egli trova, infatti, in
questo inno di forte impronta liturgica due frasi che echeggeranno all’interno
del Nuovo Testamento con una nuova tonalità. La prima è costituita dal v. 22:
"La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo". Questa frase è
citata da Gesù, che la applica alla sua missione di morte e di gloria, dopo aver
narrato la parabola dei vignaioli omicidi (cfr Mt 21, 42). La frase è
richiamata anche da Pietro negli Atti degli Apostoli: "Questo Gesù
è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo. In
nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il
cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (At 4, 11-12).
Commenta Cirillo di Gerusalemme: "Uno solo diciamo il Signore Gesù Cristo,
affinché la filiazione sia unica; uno solo diciamo, perché tu non pensi che ve
ne sia un altro… Infatti è chiamato pietra, non inanimata né tagliata da
mani umane, ma pietra angolare, perché colui che avrà creduto in essa
non rimarrà deluso" (Le Catechesi, Roma 1993, pp. 312-313).
La seconda frase che il Nuovo
Testamento desume dal Salmo 117 è proclamata dalla folla nel solenne ingresso
messianico di Cristo in Gerusalemme: "Benedetto colui che viene nel nome del
Signore!" (Mt 21, 9; cfr Sal 117, 26). L’acclamazione è
incorniciata da un "Osanna" che riprende l’invocazione ebraica hoshiac
na’, "deh, salvaci!".
2. Questo splendido inno biblico è
collocato all’interno della piccola raccolta di Salmi, dal 112 al 117, detta lo
"Hallel pasquale", cioè la lode salmica usata dal culto ebraico per la
Pasqua e anche per le principali solennità dell’anno liturgico. Il filo
conduttore del Salmo 117 può essere considerato il rito processionale, scandito
forse da canti per il solista e per il coro, sullo sfondo della città santa e
del suo tempio. Una bella antifona apre e chiude il testo: "Celebrate il Signore
perché è buono, eterna è la sua misericordia" (vv. 1.29).
La parola "misericordia" traduce la
parola ebraica hesed, che designa la fedeltà generosa di Dio nei
confronti del suo popolo alleato e amico. A cantare questa fedeltà sono
coinvolte tre categorie di persone: tutto Israele, la "casa di Aronne", cioè i
sacerdoti, e "chi teme Dio", una locuzione che indica i fedeli e successivamente
anche i proseliti, cioè i membri delle altre nazioni desiderosi di aderire alla
legge del Signore (cfr vv. 2-4).
3. La processione sembra snodarsi
per le vie di Gerusalemme, perché si parla delle "tende dei giusti" (cfr v. 15).
Si leva, comunque, un inno di ringraziamento (cfr vv. 5-18), il cui messaggio è
essenziale: anche quando si è nell’angoscia bisogna conservare alta la fiaccola
della fiducia, perché la mano potente del Signore conduce il suo fedele alla
vittoria sul male e alla salvezza.
Il poeta sacro usa immagini forti e
vivaci: gli avversari crudeli sono paragonati ad uno sciame d’api o a un fronte
di fiamme che avanza riducendo tutto in cenere (cfr v. 12). Ma la reazione del
giusto, sostenuto dal Signore, è veemente; per tre volte si ripete: "Nel nome
del Signore li ho sconfitti" e il verbo ebraico evidenzia un intervento
distruttivo nei confronti del male (cfr vv. 10.11.12). Alla radice, infatti, c’è
la destra potente di Dio, cioè la sua opera efficace, e non certo la mano debole
e incerta dell’uomo. Ed è per questo che la gioia per la vittoria sul male si
apre ad una professione di fede molto suggestiva: "Mia forza e mio canto è il
Signore, egli è stato la mia salvezza" (v. 14).
4. La processione sembra essere
giunta al tempio, alle "porte della giustizia" (v. 19), cioè alla porta santa di
Sion. Qui si intona un secondo canto di ringraziamento, che è aperto da un
dialogo tra l’assemblea e i sacerdoti per essere ammessi al culto. "Apritemi le
porte della giustizia: entrerò a rendere grazie al Signore", dice il solista a
nome dell’assemblea processionale. "È questa la porta del Signore, per essa
entrano i giusti" (v. 20), rispondono altri, probabilmente i sacerdoti.
Una volta entrati si può dar voce
all’inno di gratitudine al Signore, che nel tempio si offre come "pietra"
stabile e sicura su cui edificare la casa della vita (cfr Mt 7, 24-25).
Una benedizione sacerdotale scende sui fedeli, che sono entrati nel tempio per
esprimere la loro fede, elevare la loro preghiera e celebrare il culto.
5. L’ultima scena che si apre
davanti ai nostri occhi è costituita da un rito gioioso di danze sacre,
accompagnate da un festoso agitare di fronde: "Ordinate il corteo con rami
frondosi fino ai lati dell’altare" (v. 27). La liturgia è gioia, incontro di
festa, espressione dell’intera esistenza che loda il Signore. Il rito delle
fronde fa pensare alla solennità ebraica delle Capanne, memoria del
pellegrinaggio di Israele nel deserto, solennità nella quale si compiva una
processione con rami di palme, mirto e salice.
Questo stesso rito evocato dal Salmo
si ripropone al cristiano nell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, celebrato nella
liturgia della Domenica delle Palme. Cristo è osannato come "figlio di Davide" (cfr
Mt 21, 9) dalla folla che, "venuta per la festa… prese dei rami di palme
e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome
del Signore, il re d’Israele!" (Gv 12, 12-13). In quella celebrazione
festosa che, però, prelude all’ora della passione e morte di Gesù, si attua e
comprende in senso pieno anche il simbolo della pietra angolare, proposto in
apertura, acquisendo un valore glorioso e pasquale.
Il Salmo 117 rincuora i cristiani a
riconoscere nell’evento pasquale di Gesù "il giorno fatto dal Signore", in cui
"la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo". Col Salmo essi
possono quindi cantare pieni di gratitudine: "Mia forza e mio canto è il
Signore, egli è stato la mia salvezza" (v. 14); "Questo è il giorno fatto dal
Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso" (v. 24).
Fonte : www.vatican.va
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