Monastero Janua Coeli
Sr. Maria Teresa della Croce,
O.Carm.
DIO CI CHIAMA
Cristiani
in Internet
Una vita che sia contemplativa: rivelazione e profezia
Giovanni Paolo II nel messaggio
per la 33a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali "Mass Media:
presenza amica accanto a chi è alla ricerca del Padre" del 24 gennaio
1999 così si esprimeva: «Guardiamo con grande speranza al nuovo
millennio, confidando che ci saranno persone, sia nella Chiesa sia nei mezzi
di comunicazione sociale, disposte a cooperare per garantire che la promessa
prevalga sulla minaccia, la comunicazione sull’alienazione. Ciò
farà sì che il mondo dei mezzi di comunicazione sociale diventi sempre più
presenza amica per tutte le persone, presentando loro «notizie» degne del
ricordo, una informazione ricca di saggezza e uno svago che sia sorgente di
gioia; e assicurerà un mondo nel quale
la Chiesa e i mezzi di comunicazione sociale potranno operare
insieme per il bene dell’umanità. Ciò è necessario se si vuole che il potere
dei mezzi di comunicazione sociale non sia una forza distruttiva, ma un amore
creatore, un amore che rifletta l'amore di Dio «che è Padre di tutti, che è al
di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,
6).
L’uomo vive immerso in un grande universo di simboli da decodificare, un mondo
di ampie prospettive che non pone limiti alla conoscenza e all’interscambio.
L’intervento intelligente dell’uomo sulle potenzialità degli elementi
creaturali porta la realtà a un continuo rivelarsi attraverso la
comunicazione. Ricordando quanto dice la Dei Verbum: «Dio ha parlato agli
uomini come ad amici, e si intrattiene con loro» (DV 2) è possibile afferrare
il senso della comunicazione come rivelazione. Il duplice significato del
termine: rivelare, offre l’opportunità dell’entrare dentro. Rivelare
può indicare due realtà contrarie: togliere il velo e quindi
conoscere, vedere ciò che era nascosto, e: rimettere il velo, velare
nuovamente, quindi non conoscere, non vedere più ciò che era stato visibile.
Sono i due aspetti contemporanei della comunicazione divina. Il Signore si
comunica, parla di Sé, si manifesta, si rivela, ma al tempo stesso resta
mistero, inconoscibile, ineffabile, inafferrabile. Stessa cosa si può
affermare della comunicazione umana dal momento che l’uomo è fatto a immagine
e somiglianza di Dio: gli esseri umani possono esprimere ciò che pensano, ma
nel trasferirsi al linguaggio il pensiero si vela in quanto l’intelligibile
non si contiene interamente in parole, per quanto eloquenti e appropriate
siano. Il pensiero che è un’attività spirituale nell’uomo e che affonda le sue
origini in mente Dei non può infatti essere tradotto per intero da facoltà in
esercizio nel tempo. La stessa Parola sacra che si identifica con la Persona
stessa di Dio cammina nei limiti del definito. Con una differenza enorme però:
le nostre parole spesso sono flatus vocis, non incidono la realtà; le Parole
di Dio invece fanno la realtà, perché oltre che “verba” sono “opera”. La
Scrittura ce lo ricorda: «Dio disse: “Sia la luce”. E la luce fu… Dio
disse:… e così avvenne» (cfr Gn 1, 3.7). Quando l’uomo vive in un ascolto
attento al trascendente, diventa luogo di rivelazione. Tutti i profeti hanno
parlato le Parole di Dio nelle loro parole, dopo essere stati purificati nelle
labbra (Is 6,5-8; Ger 1,4-10). Di Samuele si dice che non lasciò andare a
vuoto nessuna delle sue Parole (1Sam 3,19). Questo è il compito di ogni
contemplativo: essere profeta. Parlare in nome di Dio. Comunicare le sue
Parole. Come? Percorrendo i sentieri di un incontro autentico con Dio, capaci
di diventare irradiazione di Lui per i fratelli.
Una presenza debole in mare aperto...
I
mezzi di comunicazione offrono la possibilità dell’incontro. Non potendo
andare sempre nelle piazze e per le strade, è possibile oggi approdare in
quegli angoli affollati di solitudine che sono il mondo multimediale per
porgere vocaboli di speranza e condividere il pane della desolazione di fronte
all’unico Signore che salva tutti gratuitamente. Il processo relazionale si
costruisce in una vita "nascosta" agli occhi dei più, la vita dello spirito. E
nello spirito di un Dio che si comunica incessantemente non può restare
"nascosta"! è necessario che fluisca verso molteplici direzioni.
L'interattività, implicita nel concetto stesso di comunicazione, potendo
diventare dialogo autentico unicamente tra due poli aperti e ricettivi,
alternativamente, l’uno all’altro, conduce necessariamente a una crescita. In
tal senso la comunicazione non è mai strumentale, ma sempre strettamente
personale.
Se in ogni comunicazione umana l'aiuto è reciproco, anche l’opportunità di
crescita è vicendevole. Ogni vita cristiana del resto, chiusa in sé, corre il
rischio di una sclerosi, di uno spirituale "protettivo" che in qualche modo
rifugga le mediazioni umane attuali. Entrare e uscire attraverso i mezzi di
comunicazione richiede coinvolgimento, costituisce un arricchimento notevole,
offre motivo di confronto, diventa stimolo per la testimonianza, un non
dimenticare le urgenze perdendosi nelle piccole cose di una vita sempre uguale
nei suoi ritmi. Perdere i contatti con gli altri vuol dire atrofizzare quella
capacità di intellezione che permette la vitalità della relazionalità e un
apprendimento incessante. L’uomo che cerca il senso della vita e
bussa silenziosamente al cuore degli altri può "mostrarsi" perché la
vigilanza non venga meno e i cuori, bruciati di amore, attendano il ritorno
del Signore in quei volti che chiedono l'alloggio del sostare per dissetarsi
di conforto. Potremmo paragonare la comunicazione alla vela di una barca. Se
si vuole, è la parte più fragile, eppure, quando il vento la gonfia, conduce
al porto rapidamente. Una presenza debole in mare aperto, discreta e il più
delle volte non visibile, ma una presenza viva e intelligente, pronta a
donarsi spontaneamente all’azione del Vento per permettere a chiunque salga di
agire con estrema libertà. È nel farsi prossimi il segreto dellei ascensioni
luminose e delle notti stellate, vissute insieme sulla rotta del
Navigatore. Quando gli strumenti tacciono le parole vagabonde, udite e
pronunciate, scendono sui fondali dell’interiorità per immergersi nella pace
e riformularsi in preghiera nella shekinah di Dio. Questa è la zolla ancora da
dissodare nei campi delle nostre comunità cristiane! la certezza che una vita
di comunicazione sia essenzialmente una vita contemplativa, una dimora nel
cammino e una tenda che si accampa nel deserto dell’incredulità per attendere
il pane del cielo con tutti coloro che mendicano assaggi di verità.
Il navigare dei cristiani in internet è
coraggio oppure temerarietà?
Nel mondo virtuale di internet è facile perdersi. Alla metafora del viaggio si
può accostare quella del labirinto. La libertà di navigazione, gli spazi
illimitati delle informazioni che circolano in rete, il gusto
dell’esplorazione virtuale possono condurre in un labirinto dal quale risulta
difficile venirne fuori illesi. Un collegamento porta ad un altro collegamento
e via via, fino a perdere il punto di partenza e la meta alla quale si voleva
arrivare.
Di fronte a tali affermazioni è facile cogliere due atteggiamenti opposti di
reazione a questa tecnologia avanzata. La posizione di chi, amante
dell’avventura, sa cogliere dalla rete gli stimoli corretti per entrarci e non
lasciarsi travolgere, non punta il dito e tanto meno rifiuta, ma cerca di
capirne il significato e con sguardo attento sa evidenziare ogni forma di
pericolo per prevenirlo. E questa posizione è quella richiesta dalle nostre
comunità aperte non alla novità delle scoperte, ma alla novità dello Spirito
che soffia dove vuole (cfr Gv 3,8). La posizione invece di chi, per paura di
restare intrappolato e chiuso nel labirinto, se ne sta fuori, osserva con
occhio giudice e non si pone il problema di conoscere per accogliere: è la
posizione più diffusa nelle comunità dove la vita evangelica è ferma alle
modalità consuete di andare.
Se si imposta il proprio navigare in termini cristiani, vale a dire, come
Cristo navigherebbe, possiamo dire che «la più grande opportunità della
Rete è permettere di andare oltre la scelta e iniziare a creare. La Rete è
incredibilmente malleabile: permette di costruire delle comunità, di trovare
delle idee, di condividere informazioni, di collegarsi con altre persone»
(E. DYSON, Release)
.
Ciò che ci è chiesto di fare è di saper educarci all’equilibrio per non
rischiare di lasciarci suggestionare facilmente e soprattutto di affinare la
capacità di discernimento per saper individuare ciò che ci chiede il Signore
in questo e ciò che non ci chiede. Non tutto ciò che è buono, è salvifico. La
vigilanza, virtù richiesta dal Maestro, è la via che dobbiamo percorrere lì
dove abita l’uomo. E se il Signore mi aspettasse in quel sito per dare
risposta a una mia domanda interiore? La sua dimora è tra i figli degli
uomini, sempre. La sua immagine e somiglianza può delinearsi nei messaggi di
speranza e di condivisione dei portali cattolici come anche i germi del male
possono giungerci con la marea di virus che scarichiamo. Munirsi di un buon
antivirus non è auspicabile solo a livello tecnico, ma simbolicamente è
doveroso in senso umano. Non possiamo andare sprovvisti, in maniche e camicia.
Una sana astuzia non può mancare: «Io vi mando come pecore in mezzo ai
lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt
10,16), prudenza che mette in fuga di fronte al pericolo, semplicità che non
vede lupi dappertutto. In nome di una carità poco intelligente sono trascorsi
gli anni di molte giovinezze consacrate. È tempo di intelligenza perché la
carità non sia più un mettere tutti buoni, evitando di chiamare le cose per
nome con la malsana abitudine di spiritualizzare tutto, ma un costruire
percorsi umani capaci di Dio.
Le vie della comunicazione profonda abitano il silenzio, non l’assenza. Quel
silenzio che è «una vicinanza interiore, una profondità e una pienezza,
anzi quasi un fluire calmo della vita segreta» (ROMANO
GUARDINI, Volontà e Verità).
sr teresa della +
Fonte :
Monastero Janua Coeli -
Santuario dell’Addolorata (Comunità monastica carmelitana), 58010 Cerreto
di Sorano GR tel. 0564.633298-633073, fax 0564.632742 ,
ccp 11855582,
e-mail:
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; siti web: www.januacoeli.it ,
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