PELLEGRINI CRISTIANI A GERUSALEMME
di Padre Felice
Artuso
I cristiani di origine giudaica e gentile seguono il Signore, che li
guida verso la patria eterna. Nei momenti più propizi si recano
privatamente a Gerusalemme, che amano come i profeti e i giusti
d’Israele. Procedono in modo anonimo e senza farsi notare, perché lo
Stato romano non li riconosce come un’entità religiosa autonoma.
Visitano i luoghi della passione, morte, sepoltura e apparizione di
Gesù. Rinnovano la loro fede in lui che purifica,
santifica e unisce a sé. Ritornano quindi alle loro abitazioni,
contenti di quello che hanno visto, osservato, toccato e baciato.
L’imperatore Adriano non approva questi pellegrinaggi clandestini e decide di stroncarli, ordinando di erigere sul Golgota un’immagine di Venere e di innalzare sul sepolcro di Gesù una statua di Giove. Impone che le due celebri divinità romane siano anche lì conosciute, onorate e invocate. Nonostante il divieto dell’imperatore, il vescovo di Gerusalemme e i suoi collaboratori accompagnano in segreto i pellegrini sui vari luoghi del passaggio di Gesù. Mentre li guidano da un posto all’altro, chiedono a loro di rimanere fedeli al suo straordinario insegnamento.
All’inizio del quarto secolo cessa il divieto dei riti anticristiani. L’imperatore Costantino I concede ai cristiani la libertà e stabilisce che in Israele siano edificati dei santuari commemorativi su Gesù. Affida la direzione dei lavori a sua madre, Elena, che attua il progetto del figlio. Costruiti gli edifici di culto, la chiesa locale incrementa le celebrazioni liturgiche, le processioni e i pellegrinaggi. I cristiani d'ogni rango sociale, favoriti dalle efficienti reti stradali dell’impero romano e dalle crescenti flotte marittime, lasciano le loro abitazioni e si dirigono in Terra Santa.
L’imperatore Adriano non approva questi pellegrinaggi clandestini e decide di stroncarli, ordinando di erigere sul Golgota un’immagine di Venere e di innalzare sul sepolcro di Gesù una statua di Giove. Impone che le due celebri divinità romane siano anche lì conosciute, onorate e invocate. Nonostante il divieto dell’imperatore, il vescovo di Gerusalemme e i suoi collaboratori accompagnano in segreto i pellegrini sui vari luoghi del passaggio di Gesù. Mentre li guidano da un posto all’altro, chiedono a loro di rimanere fedeli al suo straordinario insegnamento.
All’inizio del quarto secolo cessa il divieto dei riti anticristiani. L’imperatore Costantino I concede ai cristiani la libertà e stabilisce che in Israele siano edificati dei santuari commemorativi su Gesù. Affida la direzione dei lavori a sua madre, Elena, che attua il progetto del figlio. Costruiti gli edifici di culto, la chiesa locale incrementa le celebrazioni liturgiche, le processioni e i pellegrinaggi. I cristiani d'ogni rango sociale, favoriti dalle efficienti reti stradali dell’impero romano e dalle crescenti flotte marittime, lasciano le loro abitazioni e si dirigono in Terra Santa.
Accompagnati da guide preparate, i pellegrini gioiscono vedere i luoghi
santificati da Gesù e dai suoi primi discepoli. Visitano con entusiasmo
la Galilea, la Samaria, la Giudea e qualche altra località. Durante il
viaggio si sottopongono a volontarie penitenze. Alcuni portano sulle
spalle una pesante croce e procedono sotto il cocente sole. Si espongono
a logoranti fatiche, per purificarsi, approfondire i contenuti della
propria fede e darne una convincente
testimonianza. Sostano prevalentemente nelle basiliche di Gerusalemme,
ornate di marmi, di gemme, di ori e di fiori. Adempiono i loro voti e
devozioni con vibrante emozione. Aprono il loro cuore al Signore, lo
invocano e si affidano a lui. Riflettono anche su qualche sua parola e
sugli impegni della vocazione battesimale. Guardano e baciano i luoghi,
che egli ha consacrato con il suo passaggio. Prendono inoltre qualche
appunto per conservare il ricordo delle loro impressioni. Ritornano poi
nel paese d’origine, soddisfatti di non aver faticato invano. Nel IV
secolo dei pellegrini europei attraversano il mare Mediterraneo su una
nave e arrivano a Gerusalemme. Uno di loro su una lastra marmorea del
Santo Sepolcro incide una barca a remi con l’albero rovesciato.
Alludendo al salmo 122,1, con un colore rosso scrive sotto l’intaglio:
“Domine, ivimus” (Signore, siamo venuti) . Abbiamo adempiuto il nostro
desiderio di incontrarti nei segni che tu ci hai lasciato, per
fortificare la nostra speranza in te, senza la quale la nostra vita non
ha promettenti prospettive.
Qualche pellegrino protrae la permanenza nei paraggi della Città santa,
per partecipare alle celebrazioni liturgiche della chiesa madre e
ampliare la meditazione sugli ultimi insegnamenti di Gesù. San Girolamo
precisa nell'elogio funebre della monaca romana, santa Paola, che si era
stabilita a Betlemme: «Fece il giro di tutti quei luoghi con tale
ardore e impegno, che se non fosse stato che non le restavano altri
luoghi da visitare, non ce l'avrebbe
fatta a staccarsi dai primi. Davanti alla Croce si buttò a terra, e vi
adorò il Signore; era come se ve lo vedesse appeso. Entrata poi nel
sepolcro delle Resurrezione, continuava a baciare la pietra che l'angelo
aveva rimosso dall'apertura della tomba, e sul punto esatto in cui era
stato deposto il corpo del Signore vi passava sopra le labbra per la
fede che sentiva, come un’assetata di fronte all’acqua sospirata» .
Le comunità locali incrementano le loro strutture, per accogliere il crescente aumento dei pellegrini, aristocratici e popolani. Procurano ai viandanti alloggio, acqua, nutrimento e assistenza sanitaria. Esponendosi a diversi rischi, li difendono dagli agguati del brigantaggio e da altri pericoli.
Le nuove amministrazioni politiche limitano l’afflusso dei pellegrini e mutano gradualmente gli insediamenti urbani. Nel 614 i Persiani di Cosroe II occupano Gerusalemme e saccheggiano sia il Calvario sia il Santo Sepolcro. Nel 638 i musulmani, guidati dal Califfo Omar, sconfiggono i Persiani, s’impadroniscono della Città Santa, vi avviano una pacifica intesa con i cristiani ed evitano di ostacolare i pellegrini, perché sono una cospicua risorsa economica. Poi cambiano strategia e passano a iniziative aggressive. Assalgono le chiese e i monasteri restaurati. Massacrano i laici, i preti, i monaci e i pellegrini.
Le comunità locali incrementano le loro strutture, per accogliere il crescente aumento dei pellegrini, aristocratici e popolani. Procurano ai viandanti alloggio, acqua, nutrimento e assistenza sanitaria. Esponendosi a diversi rischi, li difendono dagli agguati del brigantaggio e da altri pericoli.
Le nuove amministrazioni politiche limitano l’afflusso dei pellegrini e mutano gradualmente gli insediamenti urbani. Nel 614 i Persiani di Cosroe II occupano Gerusalemme e saccheggiano sia il Calvario sia il Santo Sepolcro. Nel 638 i musulmani, guidati dal Califfo Omar, sconfiggono i Persiani, s’impadroniscono della Città Santa, vi avviano una pacifica intesa con i cristiani ed evitano di ostacolare i pellegrini, perché sono una cospicua risorsa economica. Poi cambiano strategia e passano a iniziative aggressive. Assalgono le chiese e i monasteri restaurati. Massacrano i laici, i preti, i monaci e i pellegrini.
Nel 1009 il califfo, Tariqu al-Hakim dei Fatimiti d'Egitto, assolutizza
la professione di fede musulmana. Perseguita i cristiani e gli ebrei,
che rifiutano di passare all’islam. Per identificarli, li obbliga di
indossare un vestito distinto dagli altri e costringe i cristiani di
appendere al collo una croce di legno. Vieta i pellegrinaggi in
Palestina e proibisce le celebrazioni liturgiche. Autorizza la
demolizione delle chiese in quel territorio
e a Gerusalemme è persino distrutta la basilica, che ingloba il
Calvario e la rotonda del Santo Sepolcro. Gli europei non tollerano il
nuovo corso politico. Organizzano le guerre episodiche e stagionali, per
ridare la libertà ai cristiani, ridotti una presenza, sempre più
esigua. Nel 1020 rioccupano il territorio, preso dai mussulmani. Nel
1042 iniziano i lavori di ricostruzione della basilica gerosolimitana,
centro dell’amore di Dio per l’umanità e simbolo delle realtà celesti .
Spinti dalla propaganda orale e dalla brama di prepararsi all’accesso
del Paradiso, molti cristiani riprendono il pellegrinaggio verso
Gerusalemme. Per farsi riconoscere, indossano la caratteristica divisa
dei pellegrini e prima di partire si sottopongono a un rito di
penitenza. Arrivati sulle sponde della terra desiderata, trovano i
religiosi dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro come pure i Templari e
gli Ospedalieri di san Giovanni, dediti all’accompagnamento e alla
difesa dei viandanti. Di sosta in sosta ascoltano le letture, che
evocano un passaggio o un insegnamento di Gesù. All’ascolto alternano
tratti di silenzio, di preghiera e di canto. Dopo aver pellegrinato nei
luoghi della rivelazione di Dio, ritornano entusiasti in patria,
portando con sé dei ricordini, ossia indumenti locali, medaglie,
statuette, oggetti devozionali, bottiglie d’acqua, anfore, vasetti di
terra e altro .
Nel 1187 il Califfo Saladino vince gli europei, riprende la Terra Santa e
impone leggi anticristiane. Nel nome di Dio ordina di decapitare i
Templari e gli Ospedalieri catturati. Permette di distruggere le croci
dei luoghi sacri e di trasformare le chiese in moschee. Vieta ai
cristiani il culto pubblico e addossa a loro alte tasse. Per garantirsi
un conveniente tenore di vita, molti cristiani emigrano nei paesi
accoglienti, altri rinnegano Gesù Cristo
e passano all’islam. Chi rimane sotto governo del Califfo e persevera
nella fede cristiana, conosce lo sfruttamento, la povertà, la perdita
dei diritti civili e l’emarginazione. Gli resta solo la modesta difesa
dei vescovi, dei presbiteri e degli abati locali . Durante un armistizio
tra cristiani e musulmani i Francescani si recano a Gerusalemme e
fondano la prima comunità, cui seguono le altre del Medioriente.
Favoriti dalla diplomazia, nel 1342 ottengono l’erezione canonica della
Custodia della Terra Santa e il permesso di promuovere il culto dei
luoghi sacri.
I pellegrinaggi a Gerusalemme diventano tuttavia pressoché ardui e rari. I Francescani trovano una soluzione a questo problema, Erigono in Europa delle cappelle commemorative sulle soste della vita, della passione, della morte, della sepoltura e delle apparizioni di Gesù. Agli edifici conferiscono talora una struttura architettonica simile a quelli della Palestina, Ornano anche le cappelle con sculture e pitture, che rispecchiano la pietà barocca, i drammi liturgici della Settimana Santa e gli spettacolari teatri sacri .
I pellegrinaggi a Gerusalemme diventano tuttavia pressoché ardui e rari. I Francescani trovano una soluzione a questo problema, Erigono in Europa delle cappelle commemorative sulle soste della vita, della passione, della morte, della sepoltura e delle apparizioni di Gesù. Agli edifici conferiscono talora una struttura architettonica simile a quelli della Palestina, Ornano anche le cappelle con sculture e pitture, che rispecchiano la pietà barocca, i drammi liturgici della Settimana Santa e gli spettacolari teatri sacri .
Nel Medioevo è molto diffusa la pietà cristocentrica e in varie zone
d’Europa s’inizia a riprodurre la struttura architettonica della chiesa
del Santo Sepolcro, per facilitare la devozione dei cristiani, che non
possono andare a Gerusalemme, impediti dagli impegni quotidiani, dalle
risorse finanziarie e dal libero spostamento. Per quanto ci riguarda, il
francescano, Bernardino Caimi, scaduto l’incarico di custode della
Terra Santa, ritorna in Italia. Con i
migliori architetti e artisti locali progetta di costruire su un’altura
di Varallo Sesia (VC) un modellino originale di Gerusalemme. Ottenuti i
permessi dalle autorità, nel 1486 incomincia i lavori, che saranno
completati nell’arco di due secoli. Pertanto il suo iniziale progetto
sarà trasformato in un percorso di devota preghiera, Le cappelle con
affreschi di grandezza naturale e con le statue di legno o di terracotta
sono un autentico capolavoro di cultura, di arte, di costumi e di pietà
medioevale. Le immagini policrome suscitano un sentimento di
ammirazione e invitano a implorare la misericordia del Signore. Migliaia
di persone d'ogni ceto sociale salgono in processione sulla
verdeggiante altura. Sostano a ogni cappella e meditano i misteri
principali della nostra fede. Ritornano quindi alle loro case
intimamente trasformate. San Carlo Borromeo, illustre pellegrino e
promotore del culto alla Passione del Signore, si reca sul Sacro Monte
nel 1578 e nel 1584. Commemorando il IV centenario della sua morte,
anche Giovanni Paolo II il 3 novembre 1984 visita il Sacro Monte di
Varallo.
Il francescano p. Tommaso da Firenze imita il confratello Bernardino Caimi. Per irrobustire la fede dei cristiani nel 1500-1515 erige il Sacro Monte di San Vivaldo in Valdelsa (FI). Le cappelle, da lui ordinate, evocano la passione del Signore e si conservano pressoché inalterate.
Il francescano p. Tommaso da Firenze imita il confratello Bernardino Caimi. Per irrobustire la fede dei cristiani nel 1500-1515 erige il Sacro Monte di San Vivaldo in Valdelsa (FI). Le cappelle, da lui ordinate, evocano la passione del Signore e si conservano pressoché inalterate.
Per attuare gli orientamenti del concilio di Trento (1545-1563) i
cattolici europei edificano i Calvari sui loro monti. Mossi dalla
spiritualità francescana, creano dei percorsi devozionali, che conducono
a un santuario, dedicato alla passione del Signore. Ai lati del
tragitto erigono dei sacelli, che evocano il suo ultimo cammino. Molti
pellegrini da soli o in gruppo, mentre si avvicinano al Calvario
prescelto, meditano gli episodi della passione di Gesù, rinnovano la fede sul suo dominio universale e gli chiedono di essere liberati dai loro peccati.
Negli ultimi due secoli riprendono i pellegrinaggi a Gerusalemme, grazie ai confortevoli e rapidi trasporti. I cristiani scelgono l’andata in Terra Santa, per vedere i luoghi della residenza e del passaggio di Gesù come anche per approfondire i tradizionali aspetti della chiesa madre. Negli anni recenti i pellegrinaggi sono diminuiti per le guerriglie, i frequenti attentati e la diminuzione della fede nel Signore. I cristiani del continente europeo e americano non hanno un grande desiderio di visitare i luoghi di Gesù. Non bramano prendere un contatto con la Terra Santa e in particolare osservare la roccia dove Gesù fu crocefisso e i resti del suo letto funebre. Restano estranei alla convinzione di ricavarne un profitto spirituale. Preferiscono dirigersi su mete turistiche e piacevoli. I cristiani asiatici invece non temono il rischio di qualche imprevisto. Appena possono, accedono a Gerusalemme,
Il nostro pellegrinaggio terreno, denso di oscurità e di luci, d’insicurezze e di certezze, termina con la morte. Non siamo soli nel nostro lungimirante cammino, ma accompagnati dal Risorto. Papa Francesco c’invita a sentirci pellegrini, che rialzano chi è caduto, ne condividono la debolezza, promuovono la pace nel mondo e perseverano nella direzione intrapresa .
Negli ultimi due secoli riprendono i pellegrinaggi a Gerusalemme, grazie ai confortevoli e rapidi trasporti. I cristiani scelgono l’andata in Terra Santa, per vedere i luoghi della residenza e del passaggio di Gesù come anche per approfondire i tradizionali aspetti della chiesa madre. Negli anni recenti i pellegrinaggi sono diminuiti per le guerriglie, i frequenti attentati e la diminuzione della fede nel Signore. I cristiani del continente europeo e americano non hanno un grande desiderio di visitare i luoghi di Gesù. Non bramano prendere un contatto con la Terra Santa e in particolare osservare la roccia dove Gesù fu crocefisso e i resti del suo letto funebre. Restano estranei alla convinzione di ricavarne un profitto spirituale. Preferiscono dirigersi su mete turistiche e piacevoli. I cristiani asiatici invece non temono il rischio di qualche imprevisto. Appena possono, accedono a Gerusalemme,
Il nostro pellegrinaggio terreno, denso di oscurità e di luci, d’insicurezze e di certezze, termina con la morte. Non siamo soli nel nostro lungimirante cammino, ma accompagnati dal Risorto. Papa Francesco c’invita a sentirci pellegrini, che rialzano chi è caduto, ne condividono la debolezza, promuovono la pace nel mondo e perseverano nella direzione intrapresa .
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