LUIGI CACCIA DOMINIONI : architetto milanese
di Alessio Varisco
Luigi
Caccia Dominioni nasce il 7 dicembre
1913 a Milano, dove vive e lavora. Il padre –Ambrogio- svolge la professione di
avvocato –fu eletto sindaco della città di Morbegno in Valtellina- e di Maria
Paravicini.
Luigi Caccia Dominioni vive la sua giovinezza
nel centro di Milano. Il capoluogo lombardo era la città più brillante e fervida
dal punto di vista culturale. Luigi abita presso la casa di famiglia in piazza
Sant'Ambrogio, luogo significante anche per la sua carriera professionale.
Nell’anno 1931 Luigi si immatricola presso il
Politecnico di Milano, iscrivendosi alla Facoltà di Architettura, dove ha modo
di incontrare tanti studenti, fra cui i fratelli Castiglioni, Zanuso, Peressuti
e Rogers (che insieme a Banfi e Belgioso fonderanno lo studio d’architettura
B.B.P.R.), Bernasconi che poi lavorò per l'Olivetti, Renato Castellani. Tra i
suoi compagni che si dedicheranno ad altra professioni sono da segnalare
Lattuada e Comencini, che si evolsero svolgendo ricerche nel campo della
cinetografia ed in seguito divenendo registi cinematografici. Lo stesso Caccia
Dominioni dirà di questo periodo: «… si imparava a far progetti, si capiva se
avevamo una vocazione, se la nostra era una missione». Tutti questi giovani
promettenti devono molto alla guida di due straordinari maestri -loro docenti-
Moretti e Portaluppi. Difatti grazie agli insegnamenti appresi, da questo gruppo
di giovani emergeranno sentimenti e attitudini davvero encomiabili.
Luigi Caccia Dominioni consegue la Laurea in
Architettura nell’anno 1936. Con i fratelli Livio e Piergiacomo Castiglioni apre
uno studio professionale.
Malgrado siano gli anni difficili del ventennio
fascista, la foga e l’esaltazione per l'architettura è una quella grande
scintilla che consente a Caccia Dominioni -insieme ai suoi colleghi- di sentirsi
spinto ad affrontare sia tematiche di più piccola scala, quali il disegno
industriale -design dell'oggetto d'uso quotidiano- unitamente all'architettura
di interni.
Luigi Caccia Dominioni insieme ai due fratelli
Castiglioni si imbatte –con un più ampio respiro- nella progettazione
industriale. Fervente è l’attività dello studio dei tre soci alla partecipazione
a concorsi, mostre e manifestazioni con grande intelletto d’amore ed un pathos
senza eguali fra gli artisti presenti nello scenario di quegli anni.
Sono gli anni della nascita della Triennale
-che un tempo era ospitata presso la Villa Reale di Monza e poi a Milano presso
la nuova sede del Palazzo dell’Arte che tutt’ora la ospita- e il giovane Caccia
Dominioni partecipa alla VI Triennale del 1936 -l’esposizione della mostra
“Priorità italiche in arte”- mentre alla VII nel 1940 con la presentazione del
radioricevitore Phonola a cinque valvole. Inoltre prende parte ad alcuni
considerevoli concorsi con efficaci soluzioni innovative che contraddistinguono
la sua vena creativa. Luigi Caccia Dominioni è secondo nella classificazione al
concorso per la sistemazione del centro di Fiume nel 1939. Nel 1941 si
classifica primo nel concorso per la sistemazione del centro di Morbegno, mentre
nell’anno 1948 per la scuola di Vimercate.
L’anno 1939 segna un inversione di tendenza
nella partecipazione –da un lato- all’attività professionale dello studio,
mentre –dall’altra- in maniera irrimediabilmente divergente a causa del richiamo
al servizio militare come ufficiale dell'esercito. Dal 1941 al 1943 è richiamato
alle armi e partecipa al conflitto mondiale.
Nell’anno 1941 sposa Natalia Tosi, dalla quale
avrà tre figli.
È costretto a riparare in Svizzera –dove
resterà sino al termine del Secondo Conflitto Mondiale- a causa del suo rifiuto
di aderire alla Repubblica di Salò. Ciò costringe il Caccia Dominioni è
costretto ancora una volta a sospendere l’attività professionale sino al 1945.
Luigi Caccia Dominioni
Edificio residenziale di via Ippolito Nievo 28 a Milano, 1955
Foto di Paolo Rosselli
Edificio residenziale di via Ippolito Nievo 28 a Milano, 1955
Foto di Paolo Rosselli
Al rientro in Italia inaugura l’apertura di uno
studio professionale presso la bella storica dimora di famiglia. Perciò lo
studio di architettura Caccia Dominioni avrà sede, nell’immediato secondo
dopoguerra, presso il palazzo in piazza Sant'Ambrogio –che lo aveva visto
crescere- annichilito dai bombardamenti e riedificato su progetto dello stesso
Caccia Dominioni sul sito ove sorgeva l'antica residenza.
Nel 1947 fonda un nuovo studio di progettazione
con due storici amici: l’architetto Ignazio Gardella e l’avvocato Corrado
Corradi Dell’Acqua la Azucena, che creerà artigianalmente arredamenti ed oggetti
di design (si pensi alle maniglie da lui progettate).
Gli anni dell’immediato dopoguerra vedono
Caccia Dominioni occupato in molti progetti legati all'edilizia urbana
rappresentati dalla considerazione delle esigenze rappresentative della nuova
borghesia imprenditoriale lombarda.
Difatti dal 1947 al 1950 lo vediamo impegnato
nella progettazione della ricostruzione delacasa di famiglia in piazza Sant'Ambrogio.
Progetta –sempre in Milano- per l’edilizia privata : nel 1955 bei condomini in
via Nievo, tra il 1958 e 1963 di via Massena, tra il 1958-64 in via XX
Settembre, nel 1959 in via Vigoni, fra il 1960 ed il 1961 in piazza Carbonari.
Tra i progetti più importanti –che hanno una
grande pregnanza civile- urge sottolineare: tra il 1963 e il 1964 in corso
Monforte, gli uffici Loro Parisini realizzati tra il 1951 e il 1957, le cinque
sedi per uffici in corso Europa progetto realizzato in due fasi –una prima tra
il 1953 e 1959, una seconda tra 1963 e il 1966 nel 1966 l’intera
ristrutturazione degli interni della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e
dell’annessa Pinacoteca, nell’anno 1969 ed il 1970 il raccordo tra la chiesa di
San Fedele e la Chase Manhattan Bank di piazza Meda.
L’estro creativo di Luigi Caccia Dominioni si
può riscoprire nelle sue interpretazioni estetiche in alcuni grosse
caratteristiche: enorme e sapiente rigore espressivo, flessibilità
dell’architetto di sapersi adeguare ad ogni esigenza concreta dell'uso degli
spazi e delle committenze, nonché ambiti e contesti urbani; una sensibilità alle
componenti tecnologiche, a cui però va aggiunta la perfetta padronanza dei
processi formali sono alla base della "storia professionale" di Luigi Caccia
Dominioni.
Da sottolineare il contributo reso da Luigi
Caccia Dominioni al processo di rinnovamento dell’architettura moderna europea
ed in particolare l’apporto dato ad una cultura dell'abitare, seppur
riprendendo la scorta di un debito/eredità della tradizione lombarda.
L’architetto –bisogna chiarire- non vive come vincolo limitante l’eredità, gli
stilemi precedenti, la modernità accademica, ma anzi come sprone al fine di
equilibrare preesistenze ai nuovi interventi. Un’architettura moderna,
discretamente ardita, ma rispettosa del contesto in cui è collocata, anche
laddove pare “soverchiare” l’ordine precedente attraverso il rimando a forme che
la modernità in rapporto a tradizioni antiche mediante linee estetiche
inopinabilmente presenti nel passato realizzatosi in quel tessuto urbano.
Un’architettura quella di Caccia Dominioni mai
troppo “concettuale”, ma molto fluida, in continuità con codici
espressivi/estetici preesistenti.
Luigi Caccia Dominioni, Poltrona Catilina grande, 1958 Azucena (Foto di
Gionata Xerra)
La già descritta attività di designer viene
avviata già nel ’47. La prosecuzione dell’attività di disegno industriale[1]
è segnata da una fortunata presentazione al mercato della lampada da terra
Monachella del 1953, la poltrona Catilina del 1958, particolare –legata ad un
gusto alimentare- la maniglia Melanzana del 1960, il piccolo mobile Casaccia del
1962, il divano e la poltrona Toro del 1973, per arrivare alla panchina in
metallo Monforte e alla maniglia Cristallo del 1986.
Tornando all'attività architettonica di Luigi
Caccia Dominioni vanno sottolineati: la Biblioteca Vanoni a Morbegno realizzata
fra il 1965 ed il 1966, notevole l’apporto reso all’edificazione di edifici
religiosi –soprattutto dopo la ristrutturazione dell’Ambrosiana- come la Chiesa
di San Biagio a Monza nel 1968, le chiese di Arenzano nel 1968 e in ultimo
l’ardita chiesa parrocchiale di San Giuseppe a Morbegno –progetto realizzato fra
il 1988 ed il 1993-.
Tra le opere di architettura civile tra il 1967
ed il 1975 in collaborazione con Vico Magistretti i grandi complessi
residenziali di Milano San Felice, tra il 1972 e il 1985 realizza il Golf Club
di Monticello a Fino Mornasco in provincia di Como, tra i gli anni 1991 e 1996 i
complessi di Garbagnate e di via Mangolfa, la sede dell’Assicurazione Cattolica
a Verona tra il 1967 ed il 1970.
All’Estero non è certo da trascurare
l’esperienza monegasca –Caccia Dominioni trascorre sette anni nel Principato di
Monaco- dove realizza un importante
edificio residenziale: il Parc di Saint Roman.
A Bologna nel 1989 risale il progetto per la
sistemazione di piazza Santo Stefano, lo studio per la pedonalizzazione
all'interno della Fiera di Milano, nel 1990 elabora il progetto del Centro
Ekotecne tra Lecce e Monteroni. A fine anni Novanta progetta a Milano la
sistemazione di piazza San Babila con l’installazione di una fontana a forma di
cono che introduce all’isola pedonale di via Vittorio Emanuele. Ulteriori
progetti per la ristrutturazione di parte del palazzo sede della Banca Popolare
di Verona effettuata da Carlo Scarpa e a Bologna la riqualificazione della sede
della Facoltà di Agraria.
Concludo citando Luigi Caccia Dominioni: «Io
sono un “piantista”: nel senso che sulla pianta ci sono, ci muoio, sia che si
tratti di un palazzo per uffici che di un appartamento di sessanta metri quadri…
Sono architetto sino in fondo e trovo l'urbanistica ovunque… In realtà
l'appartamento è una microcittà, con i suoi percorsi, i suoi vincoli, gli spazi
sociali e quelli privati. Mi sono sempre appassionato agli spazi piccoli e ho
sempre dato l'anima per farli sembrare più grandi, ad esempio allungando i
percorsi, contrariamente a una certa tendenza che tende a ridurli. L'ingresso
diretto in soggiorno non lo amo perché non riserva sorprese, mentre il compito
dell'architetto, io credo è anche quello di suscitare un succedersi di emozioni…
I miei ingressi, le mie scale, persino i mobili sono soluzioni urbanistiche».
Esaminando l'opera dell’architetto milanese è
stato possibile metter a fuoco un personaggio unico, nella sua straordinaria
semplicità complessa, in cui si percepisce -con tutta evidenza e magnificamente
espressa- la legge generale a cui egli si ispira: un dialogo uomo/ambiente, sia
nei suoi arredi di design che negli elaborati interventi urbanistici mediante la
costruzioni di abitazioni civili o religiose.
Questa la sua “particolare” architettura –a
volte élitataria-.
Questo, per me, Luigi Caccia Dominioni.
Prof. ALESSIO VARISCO
Storico dell’arte
Art director Técne Art Studio
Fonte : scritti dell'Artista Prof. Alessio Varisco , Técne Art Studio www.alessiovarisco.it
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