PASQUA
1958
di Rosarita De Martino
E’ la notte di Pasqua del 2012 e mi
ritrovo, in estatica contemplazione di Te, Gesù Risorto, che mi parli dal quadro
appena “svelato”. Mi trovo nella parrocchia dello Spirito Santo a Catania e sono
fra “la mia gente”.
Mi sembra strano il fatto di avere
riconosciuto il Tuo Volto perché, per me, questi tuoi lineamenti mi sono già
noti da tanto tanto tempo.
E mi chiedo perplessa “Dove Ti ho
visto?” “ Dove Ti ho già visto, o mio Signore?”
E con la memoria del cuore ritorno
alla mia giovinezza lontana.
Oggi, nella terza domenica di Aprile
del 1958, mi trovo nella grande piazza del mio paesello montano di Canolo
(Reggio Calabria.)
Da poco è finita la messa delle ore
undici e tutto il paese è in attesa della “svelata”.
Le tre statue, Maria Addolorata, S.
Giovanni Apostolo, Gesù Risorto, sono già state sistemate in tre diversi vicoli,
perché sta per iniziare la Sacra Rappresentazione.
Io ho scelto di aspettare nella
piazza, proprio all’imboccatura del terzo vicolo, dove in fondo si trova la
statua di Gesù Risorto adorna di un fantastico manto rosso.
Giro lo sguardo intorno e proprio di
fronte a me vedo l’abbeveratoio con le sue tre fontane che mandano, a getto
continuo, l’acqua cristallina proveniente dalla Timpa.
E proprio dietro l’abbeveratoio, è
nascosta la statua della Madonna Addolorata ancora ricoperta dal suo manto nero.
Dall’altro lato della piazza, nascosti dietro gli alti, frondosi alberi, c’è la
statua di S. Giovanni apostolo che indossa un bianco, setoso mantello.
Ora tutto il paese in un sacro
silenzio attende l’apertura della porta della chiesa.
Io sento come un martellare intenso
e mi guardo in giro, ma è solo il mio cuore che è come impazzito dalla gioia e,
sollecita, vi pongo una mano sopra per calmarlo.
Ora un festoso scampanio annuncia
l’apertura della porta della chiesa ed ecco si affacciano sulla soglia le
autorità del paese: l’arciprete, il sindaco, il maresciallo con i suoi baldi
carabinieri.
Il maresciallo è mio padre e indossa
la sua divisa nera, che esalta la sua virile bellezza. Sono lontana da lui
eppure vedo che si gira, si guarda intorno come per cercarmi tra la folla e mi
sento sicura, protetta dalla sua cara presenza.
Ora da dietro l’abbeveratoio esce e
avanza verso il centro della piazza la statua della Madonna Addolorata, ancora
avvolta nel manto nero mentre arriva in piazza la statua di San Giovanni, che
s’inchina e dice a Maria che Gesù è risorto, ma la Madre non lo crede.
La statua di San Giovanni torna
nella sua postazione poi ritorna indietro e ripete a Maria il messaggio stupendo
della Risurrezione ma la Madre ancora non riesce a credere a tale prodigio e
muove la testa in senso di diniego.
Così tutto il paese si commuove per
il dolore di Maria e anche per la bravura dei portantini.
Stavolta Giovanni raggiunge Gesù
Risorto e lo invita a seguirlo per condurlo dalla
Madre.
Con la sveltezza della gioventù e
della fede anch’io mi muovo e, mentre si forma la processione, riesco a mettermi
proprio dietro la statua del Risorto e per un attimo il suo rosso mantello mi
sfiora il viso e, in un nuovo inaspettato bagliore di gioia, il mio cuore già
innamorato gli canta luminose canzoni d’amore!
La terza processione (dove ci sono
io) si porta al centro della piazza e il Cristo Risorto
segue Giovanni che indica alla Madre
il Figlio.
Ora abili mani tolgono a Maria il
manto nero da lutto e la Madre Santa appare d’azzurro vestita.
E tutto è azzurro dentro di me: la
vita, la fede, l’esultanza …
Improvvisamente, non so come, mi
trovo vicinissima proprio di fronte la statua del Risorto e d’istinto alzo gli
occhi e lo guardo e ho la strana impressione di essere
guardata dai suoi azzurri occhi di
cielo che acquistano corposità umana.
Così trepida, innamorata, lo
interrogo “ma è possibile?” “ Dimmi, che cosa vuoi Gesù da me?”
Imprimo nel cuore i suoi lineamenti
perché, confusamente percepisco che mi accompagneranno per sempre e
illumineranno anche il mio cammino di fede.
Ora ecco che la folla aumenta,
aumenta, mi spinge, mi strattona, mi allontana dal Risorto interrompendo il
nostro muto dialogo d’amore!
Le campane squillano a festa e vi
rispondono quelle del mio cuore!
La processione ora è lunghissima
perché tutta la gente sistemata prima nei tre diversi vicoli ora segue le tre
statue e tutti ci incamminiamo, perché stiamo uscendo dal paese per andare a
deporre i fiori sulla collinetta del Calvario.
L’ordine è tornato, si son formate
due lunghe file di fedeli, io riesco a mettermi accanto ai bambini della prima
comunione che si trovano dietro la statua del Risorto.
Compiaciuta noto che è stato ottimo
il servizio d’ordine guidato dall’arciprete e dal maresciallo mio padre che ora
cerca di raggiungermi, ma stavolta cerco di svicolare.
Sto ancora gustando lo sguardo del
Risorto e sento di non dovere dare nessuna spiegazione! E poi, nella sua
concretezza, si sarebbe troppo stupito di questa mia sensazione!
E mi giro ma Gesù ora è immobile
senza vita è tornato a essere una statua di cera!
Ora aumenta sempre più il profumo
della campagna, mi capta, mi avvolge l’odore della ginestra e improvvisamente il
colore giallo diventa luminoso e si trasforma in uno sfolgorio di luci che
sembrano provenire dai lampadari di una chiesa.
Ritorno in me così mi ritrovo nella
mia parrocchia dello Spirito Santo e sono fra la “mia gente”.
Ora lo sfolgorio di luci, si
confonde con il canto di gloria, è tolto il drappo dorato dal quadro che ora
appare in tutto il suo splendore.
Certo l’artista l’ha fatto in
preghiera! Lo credo d’istinto.
Gesù Risorto è raffigurato nella
duplicità della sua natura umana e divina.
Il rosso del mantello non nasconde
bensì esalta la sua vigorosa fisicità fermata in una vita che diventa eterna.
La sua divinità è sottolineata dal
suo poggiarsi sicuro sulle nuvole mentre misericordioso dirige il suo azzurro
sguardo sulla terra che benedice.
Il quadro vibra di una sua
interiorità resa visibile con l’uso di colori intensi che sembrano immersi nella
Luce.
E proprio stasera Pasqua del 2012,
contemplo il quadro e riconosco in esso gli stessi lineamenti della mia
giovinezza lontana, lontana …
E il mio cuore esulta perché ancora,
o mio Signore, mi doni del tempo per convertirmi e per continuare il mio cammino
in tua compagnia in una rinnovata giovinezza di fede e di speranza vissuta
insieme alla comunità parrocchiale dove tu, ancora una volta, mi hai chiamato
per vivere da “laica” la mia consacrazione a Te Unico Signore della mia vita. Il
Salmo 91 spiega i miei sentimenti di oggi - “Nella vecchiaia daranno ancora
frutti/saranno vegeti e rigogliosi/ per annunciare quanto è retto il
Signore:/mia roccia, in lui non c’è ingiustizia.”
Ora dal quadro proviene un bagliore
di luce che mi avvolge nella pace.
E vedo che nell’albero della mia
vita sbocciano i saporiti frutti della gioia.
In silenzio li gusto ma sono troppi
per me e allora penso di regalarli a tutti voi fratelli ancora sconosciuti.
Rosarita De Martino
"Nell'arte è l'uomo che loda Dio, nella Natura , invece, è Dio che loda se
stesso!" Rosarita De Martino
FONTE : scritti di Rosarita De Martino .
Chi
è interessato può inviare un commento a Rosarita De Martino al seguente
indirizzo e-mail (Maria):
lilumar@alice.it
Per chi vuole approfondire sulle
poesie di Rosarita De Martino , può visitare i siti :
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