giovedì 25 luglio 2019

Di Dio si può sapere come la pensa, di Ugo Abate


Ugo  Abate
Di Dio si può sapere come la pensa
 
 
 
 
 
L’articolo presente si collega, per una parentesi in essa presente, ad un altro ed anche ad alcuni concetti espressi in altre riflessioni. Se uno dei precetti più importanti della vita cristiana è: “Conoscere Dio”, come si fa a continuare a dire che di Dio non si può conoscere come la pensa, non Lo si può conoscere Lui, che è Amore!? 
E si continua a predicare che non possiamo conoscere i pensieri di Dio, nostro Padre, come se volessimo dire pure che non possiamo sapere come la pensa il nostro Padre Celeste e, quindi, non far pensare alle anime di avere la possibilità di mettersi nell’ottica del proprio Padre!? Dio è papà, e, di mio Padre, se lo voglio, se lo amo veramente, non conoscerò certo i suoi insondabili pensieri distinti, singoli, questo mai, ma certamente “come” la pensa questo si, lo posso conoscere e sapere ed è, anzi, indispensabile per poterGli obbedire, oltre che amarLo e, quindi, servirLo.
Infatti, il “come” la pensa Dio lo si può comprendere e conoscere indirettamente, dalle Sue opere e da tutte quante le norme ed i dettami morali, comprese le Opere di Misericordia, che dobbiamo seguire per salvarci, per raggiungerLo, oltre ai dettami sommi, che sono i Dieci Comandamenti, le Leggi, tutte indistintamente ed ugualmente importanti e che, prima ancora di essere dettate da Dio stesso a Mosè alcuni secoli prima della venuta di Cristo, nascono con noi, sin dal momento del nostro concepimento e sono scritte nella nostra anima, nel nostro cuore, sin dal momento della loro personale creazione, unica ed irripetibile per ciascuno di noi.
 Tali Leggi, emanate da Dio e da Lui poste in noi, vengono irradiate dal nostro cuore, dal cuore di noi stessi, che è la nostra anima, che risiede nella nostra ipofisi (n.d.A.). Da qui, dalla nostra anima si irradia si irradia il suo spirito e la sua luce vitale che da vita a tutto noi stessi. Dall’Ipofisi, la luce, che è essenzialmente la natura della nostra anima, appunto creata ad immagine di Dio, Che per essenza è Luce,come dice pure S. Giovanni evangelista, tale luce si irradia ed irradia tutto il nostro essere, la nostra persona, tutte le nostre facoltà che la costituiscono: la memoria, l’intelligenza e la volontà, oltre che dare vita alla materia del nostro corpo e crea persino un alone intorno a noi, quello che scientificamente è stata scoperta e detta: aura, che è di colore e sfumature diverse a seconda di ciascuna persona creata. A queste Leggi siamo liberamente chiamati a rispettarle sin dal momento che ciascuno di noi matura la cosiddetta età della ragione, quella, cioè, nella quale si riesce a capire e distinguere la differenza tra il bene ed il male morale e scegliere liberamente o l’uno o l’altro.
A seconda delle persone, tale età è variabile e può corrispondere ora ai 7, ora ai 6, ora anche ai 5, ora persino ai 4 od ai 3 anni! In genere sono i 7 anni l’età della ragione, della vera capacità di discernere il bene dal male e di liberamente scegliere il primo e rifiutare l’altro o viceversa. Ma a volte, tale coscienza può persino scendere a 3 anni. Ciò per una personale maggiore capacità intellettiva e potenzialità intellettiva e spirituale del soggetto. Si, anche se fortunatamente non è la norma, persino a 3 anni un bambino può avere una volontà libera ed il libero arbitrio di commettere opere buone e meritorie od anche peccati di pensiero, di parole, di opere od omissioni e di varia gravità morale, fino, persino, a poter peccare persino mortalmente!
Certamente, ripeto, anche se questa evenienza, fortunatamente, non è la norma, cioè non avviene di frequente, ma può certamente essere una possibilità concreta. Tali Leggi siamo chiamati a rispettarle, tutte, a rispettarle e farle rispettare e seguirle, oppure, menefreghisticamente ed autolesionisticamente ad infischiarcene, facendo, nel primo caso, la nostra felicità, già ora terrena e poi, anche eterna, guadagnandoci, non senza l’aiuto della Grazia di Dio, il Paradiso, la vita per sempre con Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e tutti i Suoi Angeli Sante e le altre anime sante, che ci hanno preceduto nel passaggio su questa Terra. Nel secondo caso, cioè se rifiutiamo di assecondare tali Leggi, i Dieci Comandamenti, infischiandocene volontariamente e liberamente e coscientemente, anche di una sola di esse, facciamo, fin da questa terra, per mano nostra, collaboratore anche Satana ed i suoi servitori, la nostra infelicità, che un giorno diventerà, dopo la morte, anche l’atroce eterna infelicità infernale.
E dire che, con le Tavole affidate a Mosè, sul Monte Sinai, e sulle quali erano scritte, col dito di Dio Stesso, i Dieci Comandamenti, Dio ci ha voluti paternamente e misericordiosamente farci conoscere questi ultimi anche coi nostri sensi esterni: vista ed udito e, quindi, di nuovo farli giungere, ancora una volta, ai nostri sensi interni, al nostro cuore, alla nostra intelligenza, alla nostra memoria ed alla nostra volontà, a tutta la nostra anima, al nostro spirito, per ridestarne il ricordo offuscato, ahimè, dalle conseguenze del Peccato Originale. Infine, Dio ha voluto di nuovo imprimerle dentro di noi con la Potenza dello Spirito Santo nel Santo Battesimo. E, come se non bastasse, conscio della nostra miseria e debolezza umana e l’azione instancabile di Satana, nostro acerrimo nemico, Dio ci ha donato gli altri Sacramenti, ma, essenzialmente, per la vita di Grazia, quello della Confessione o Riconciliazione o Penitenza e la Santa Eucaristia, quest’ultimo cibo essenziale per mantenere la Grazia in noi e farla crescere, non senza le buone opere, fatte per amore di Cristo: le opere di Carità e le opere di Misericordia.
Riguardo ai Sacramenti, se da un lato la Confessione ci riporta alla vita di Grazia, ci riguadagna la Grazia, ci ridona la Grazia, quando l’abbiamo persa o del tutto, commettendo anche un solo peccato grave (mortale), od anche solo in parte, con i peccati veniali, l’Eucaristia, la S. Comunione è l’Alimento, Cristo Stesso, Che nutre e ci fa crescere in questa stessa vita di Grazia. E si! Per non salvarsi, ce ne vuole proprio, occorre proprio mettercela tutta!
Certo, come per salvarsi, anche se, per raggiungere questo Porto Eterno, la Vita Eterna, il Paradiso, basta lasciarsi guidare docilmente da Dio, dallo Spirito Santo, da Cristo, dalla Grazia, da Maria Santissima, dagli Angeli e dalle anime Sante! Allo stesso modo come per dannarsi, per andare all’Inferno: ci vuole proprio tutta la nostra cattiva volontà ed il rifiuto di tanto aiuto ed Amore e Misericordia del Padre Celeste, Che ha chiamato, fin dalla Creazione, chiama e continuerà a chiamare tutti alla Salvezza, fino all’ultimo istante del Tempo. Purtroppo non tutti accettano questo amoroso progetto del Padre Celeste e ciò principalmente grazie all’ingannatore per eccellenza: il Maligno Satana e ai suoi diabolici collaboratori, Angeli ed anime dannate!
ALEGDP. Amen! Sia lodato Gesù Cristo!









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