martedì 23 luglio 2019

DIO EDUCATORE DEL SUO POPOLO : LA SUA PEDAGOGIA , di Padre Claudio Traverso




DIO EDUCATORE DEL SUO POPOLO : LA SUA PEDAGOGIA
 
di Padre Claudio Traverso
 
 
 


DIO EDUCATORE DEL SUO POPOLO: LA SUA PEDAGOGIA

Dio educa il suo popolo attraverso un rapporto stabile, facendosi prima di tutto conoscere attraverso le sue opere, che sono opere di giustizia e di salvezza.
E’ un educatore che la Bibbia rappresenta secondo schemi umani: dialoga, corregge, mette alla prova… ma soprattutto ama.
E’ l’amore il mezzo di cui Dio si serve per educare; un amore esigente e paziente nello stesso tempo, un amore dalle braccia grandi e disposto al perdono, severo e generoso insieme.
Educare è complesso, per questo è indispensabile avere punti di riferimento certi e “la Scrittura” lo è perché Dio ci vuole educare attraverso la sua Parola.
Meditando la Parola impariamo che Dio educa sempre con modalità che rispettano l’umano e, insieme, lo conducono ad un oltre, ad una crescita.
L’elemento importante è che Dio educa e agisce dentro la realtà autentica e reale, non in quella che forse noi vorremmo nelle nostre aspirazioni. Pertanto la buona notizia è che la salvezza di Dio non è fuori delle nostre storie screpolate, slavate e peccaminose, ma è proprio dentro: Dio fa salvezza a partire dall’autentica realtà della nostra esistenza.
Così Dio sta attento a tutte le esigenze dell’umano e la salvezza di Dio ci raggiunge nella povertà in cui noi siamo, nella cicatrice del nostro peccato. Dio ci aspetta lì per fare salvezza.
(Geremia 18, 1ss): “Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: Alzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola.
Scesi nella bottega ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto.
Allora mi fu rivolta la parola del Signore: Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele”.
(Deuteronomio 32, 10-12): “Egli lo trovò in una terra deserta, in una landa di ululati solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come la pupilla del suo occhio.
Come un’aquila veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali.
Il Signore, lui solo lo ha guidato, non c’era con lui alcun dio straniero”.
Il castigo più terribile che potrebbe colpire gli uomini della Bibbia non sarebbe quello di punizioni particolari, ma di sentirsi abbandonati da questa guida amorevole, sapiente, instancabile.
Quali sono le coordinate fondamentali del cammino educativo che Dio fa percorrere al suo popolo e a ciascuno dei suoi figli ?

1)  Educazione personale e comunitaria:
Il termine dell’educazione non è solo ed esclusivamente il singolo individuo, ma un intero popolo.
Le singole persone sono educate, amate e rispettate nella loro individualità; a ognuna di esse si attribuisce un valore assoluto MA il termine dell’educazione è la “maturità dell’intero popolo”.
La maturità di ciascuno non si attua se non nella maturazione della comunità. E la pienezza di sviluppo della comunità comprende e presuppone la raggiunta pienezza del singolo. Personale e comunitario nella Bibbia si intrecciano.
Dio è educatore di ogni uomo e di ogni donna, di ciascuno di noi, MA anche la comunità ha una personalità che non è la somma degli individui singoli.
Occorre partire sempre dal punto in cui si trova il soggetto da educare. Non programmare a tavolino punti di partenza o supporre prerequisiti. Rendersi conto di dove il soggetto in realtà si trova. Iniziare un cammino.
All’inizio di ogni processo educativo c’è la domanda: “Adamo, dove sei?” (Gen 3,9) -  Significa aver cura di individuare il passo successivo da compiere! Quello che concretamente la persona può fare. Quindi non una richiesta esorbitante o eccessiva ma neppure troppo blanda o remissiva.
Occorre la capacità di proporre un itinerario rispettoso dei tempi e delle situazioni.
(Isaia 43,18-19): “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa”.
La conversione non è semplicemente una ripartenza da zero; c’è un momento di rottura con il passato, una svolta completa:
(Salmo 77/78): “Ascolta popolo mio la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca: ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato. Non dobbiamo essere una generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio, dimenticando le sue opere, le meraviglie che aveva mostrato”.
Accanto all’ubbidienza, alla guida paterna, ci sta anche la disobbedienza. Accanto alle indicazioni positive ci sta anche il castigo.
La guida del popolo ha richiesto a Dio una infinita pazienza, una continua ripresa, una riprogettazione instancabile del cammino.
(Esodo 16, 2-3): “Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame questa moltitudine”.
L’azione educativa di Dio non si è svolta in situazioni facili e con esiti favorevoli, ma è stata coinvolta nella giungla delle vicende storiche più avverse, continuamente insediata e minacciata dalla fragilità umana.
Dio nella storia della salvezza si mostra come un educatore energico. Non accondiscendente, non rassegnato o fatalista. Ma impegnato, deciso e capace anche di rimproverare.
(Salmo 50/49: “Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa. Capite questo, voi che dimenticate Dio…”.
(Proverbi 3, 11-12): “Figlio mio, non disprezzare l’istruzione del Signore e non avere a noia la sua correzione, perché il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto”.
(2 Maccabei 6,12-17): “Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di pensare che i castighi non vengono per la distruzione, ma per la correzione del nostro popolo… Dio non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo”.
Dio non educa a casaccio, con interventi educativi saltuari e sconnessi. L’azione educativa nella storia è sempre mirata, anche se non è così facile cogliere, ogni volta, il senso del singolo intervento.
(Isaia 49, 14-16): “Sion ha detto: Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato. Ma si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato, le tue mura sono sempre davanti a me”.
Che cos’è dunque l’incarnazione di Dio in Cristo se non l’empatia portata al massimo livello? Dio non si mette soltanto nella nostra pelle ma nella nostra carne.
Nell’insegnamento divino si sottolinea dunque l’aspetto personale e dinamico dell’azione di Dio, che non si manifesta nella comunicazione di nozioni, ma nella concretezza delle opere e dei comportamenti: una concezione dell’educazione come proposta autorevole e non come imposizione autoritaria comporta il riconoscimento che la libertà individuale è un dono originale di Dio, un diritto di ciascuno, un fondamento essenziale della dignità di ogni persona.
Per questo la libertà non si concede, ma la si riconosce e la si rispetta: trova solo due limiti, nella libertà degli altri e nella nostra capacità di essere veramente liberi, cioè nel nostro grado di maturità umana per poterla vivere con responsabilità nel contesto sociale.
Noi abbiamo tutto da imparare dallo stile di Dio nei nostri confronti.
E per noi il compito dell’educatore è veramente difficile perché è uno sforzo continuo teso a individuare il grado di libertà di cui un ragazzo è realmente capace e di conseguenza il grado di autorità che va esercitato su di lui per aiutarlo a crescere e ad essere veramente uomo, capace di scelte autonome e responsabili.
E’ una strada che può conoscere delusioni, risultati inattesi e diversi da quanto si sperava, sulla quale l’educatore può imbattersi nel rifiuto e nella disobbedienza, ma è l’unica percorribile da chi vuole “promuovere” e non “schiacciare” il ragazzo e il giovane che si sta accompagnando.
Agire con gradualità significa avere un orizzonte spalancato e chi educa dovrebbe avere idee almeno poco confuse se non chiarissime, sapere che ci sono elementi a medio raggio, a vasto raggio, a raggio brevissimo e accompagnare le persone sapendo qual è il passo successivo da compiere.
Questo atteggiamento importante, che emerge dalla Scrittura, diventa particolarmente bello quando emerge una chiamata di Dio verso qualche cosa che trascende la persona.
L’uomo è tale solo quando si auto trascende, quando viene fuori da sé e si impegna per altri e per altro. Qui c’è tutto il senso dell’esistere.
Gesù lo dice in altre parole: “Chi stringe a sé la propria vita la perde, chi la dà ne trova il senso”.
Nella storia della salvezza, dunque, si manifestano la guida provvidenziale di Dio e la sua pedagogia misericordiosa che raggiungono la pienezza in Gesù Cristo; in lui trovano compimento la legge e i profeti (Cf, Mc 9,2-10).
E’ Lui il Maestro alla cui scuola riscoprire il compito educativo come una altissima vocazione alla quale ogni fedele, con diverse modalità è chiamato.
Gesù Cristo è la via che conduce ciascuno alla piena realizzazione di sé secondo il disegno di Dio. E’ la verità che rivela l’uomo a se stesso e ne guida il cammino di crescita nella libertà. E’ la vita perché in Lui ogni uomo trova il senso ultimo del suo esistere e del suo operare: la piena comunione di amore con Dio nell’eternità.
Che il Signore risorto, facendoci sperimentare questo suo amore totale, aiuti noi a donarlo agli altri e a riprendere il cammino educativo che ci ha affidato senza soste, senza stanchezze. Amen!



Links al video collegato con la riflessione :
http://gloria.tv/media/DxRpee7P6a7
https://www.youtube.com/watch?v=xdPcnssE3MQ 



 



Fonte :  Padre Claudio Traverso , e-mail: padreclaudio_c@libero.it 


Su You Tube canale video attivato da Padre Claudio Traverso con i suoi spunti di riflessione,
vedi il seguente link

https://www.youtube.com/channel/UCncVZ2qXM4Wan_gttx8h-bQ 


Gli stessi video sono pubblicati anche in Gloria TV : http://gloria.tv/?user=11912&medias=videos&language=KiaLEJq2fBR   (home page dei video)
 










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