DIO EDUCATORE DEL SUO
POPOLO : LA SUA PEDAGOGIA
di Padre Claudio Traverso
DIO
EDUCATORE DEL SUO POPOLO: LA SUA PEDAGOGIA
Dio
educa
il suo popolo attraverso un rapporto stabile, facendosi prima di tutto
conoscere attraverso le sue opere, che sono opere di giustizia e di
salvezza.
E’
un
educatore che la Bibbia rappresenta secondo schemi umani: dialoga,
corregge,
mette alla prova… ma soprattutto ama.
E’
l’amore il mezzo di cui Dio si serve per educare; un amore esigente e
paziente
nello stesso tempo, un amore dalle braccia grandi e disposto al
perdono, severo
e generoso insieme.
Educare
è
complesso, per questo è indispensabile avere punti di riferimento certi
e “la
Scrittura” lo è perché Dio ci vuole educare attraverso la sua Parola.
Meditando
la Parola impariamo che Dio educa sempre con modalità che rispettano
l’umano e,
insieme, lo conducono ad un oltre, ad una crescita.
L’elemento
importante è che Dio educa e agisce dentro la realtà autentica e reale,
non in
quella che forse noi vorremmo nelle nostre aspirazioni. Pertanto la
buona notizia
è che la salvezza di Dio non è fuori delle nostre storie screpolate,
slavate e
peccaminose, ma è proprio dentro: Dio fa salvezza a partire
dall’autentica
realtà della nostra esistenza.
Così
Dio
sta attento a tutte le esigenze dell’umano e la salvezza di Dio ci
raggiunge
nella povertà in cui noi siamo, nella cicatrice del nostro peccato. Dio
ci
aspetta lì per fare salvezza.
(Geremia
18, 1ss): “Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: Alzati e
scendi
nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola.
Scesi
nella bottega ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si
guastava il
vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio,
egli
riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva
giusto.
Allora
mi
fu rivolta la parola del Signore: Forse non potrei agire con voi, casa
di
Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla
è nelle
mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele”.
(Deuteronomio
32, 10-12): “Egli lo trovò in una terra deserta, in una landa di
ululati
solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come la pupilla del suo
occhio.
Come
un’aquila veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli
spiegò le ali
e lo prese, lo sollevò sulle sue ali.
Il
Signore, lui solo lo ha guidato, non c’era con lui alcun dio straniero”.
Il
castigo più terribile che potrebbe colpire gli uomini della Bibbia non
sarebbe
quello di punizioni particolari, ma di sentirsi abbandonati da questa
guida
amorevole, sapiente, instancabile.
Quali
sono le coordinate fondamentali del cammino educativo che Dio fa
percorrere al
suo popolo e a ciascuno dei suoi figli ?
1)
Educazione
personale e comunitaria:
Il
termine dell’educazione non è solo ed esclusivamente il singolo
individuo, ma
un intero popolo.
Le
singole persone sono educate, amate e rispettate nella loro
individualità; a
ognuna di esse si attribuisce un valore assoluto MA il termine
dell’educazione
è la “maturità dell’intero popolo”.
La
maturità di ciascuno non si attua se non nella maturazione della
comunità. E la
pienezza di sviluppo della comunità comprende e presuppone la raggiunta
pienezza del singolo. Personale e comunitario nella Bibbia si
intrecciano.
Dio
è
educatore di ogni uomo e di ogni donna, di ciascuno di noi, MA anche la
comunità ha una personalità che non è la somma degli individui singoli.
Occorre
partire sempre dal punto in cui si trova il soggetto da educare. Non
programmare a tavolino punti di partenza o supporre prerequisiti.
Rendersi
conto di dove il soggetto in realtà si trova. Iniziare un cammino.
All’inizio
di ogni processo educativo c’è la domanda: “Adamo, dove sei?” (Gen 3,9)
- Significa aver cura di individuare il
passo
successivo da compiere! Quello che concretamente la persona può fare.
Quindi
non una richiesta esorbitante o eccessiva ma neppure troppo blanda o
remissiva.
Occorre
la capacità di proporre un itinerario rispettoso dei tempi e delle
situazioni.
(Isaia
43,18-19): “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle
cose
antiche! Ecco io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve
ne
accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella
steppa”.
La
conversione non è semplicemente una ripartenza da zero; c’è un momento
di
rottura con il passato, una svolta completa:
(Salmo
77/78): “Ascolta popolo mio la mia legge, porgi l’orecchio alle parole
della
mia bocca: ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno
raccontato. Non dobbiamo essere una generazione ribelle e ostinata,
generazione
dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio, dimenticando le
sue opere,
le meraviglie che aveva mostrato”.
Accanto
all’ubbidienza, alla guida paterna, ci sta anche la disobbedienza.
Accanto alle
indicazioni positive ci sta anche il castigo.
La
guida
del popolo ha richiesto a Dio una infinita pazienza, una continua
ripresa, una
riprogettazione instancabile del cammino.
(Esodo
16, 2-3): “Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro
Mosè e
contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: Fossimo morti per mano del
Signore
nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della
carne,
mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo
deserto per
far morire di fame questa moltitudine”.
L’azione
educativa di Dio non si è svolta in situazioni facili e con esiti
favorevoli,
ma è stata coinvolta nella giungla delle vicende storiche più avverse,
continuamente insediata e minacciata dalla fragilità umana.
Dio
nella
storia della salvezza si mostra come un educatore energico. Non
accondiscendente, non rassegnato o fatalista. Ma impegnato, deciso e
capace
anche di rimproverare.
(Salmo
50/49: “Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi
come
te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa. Capite questo, voi
che
dimenticate Dio…”.
(Proverbi
3, 11-12): “Figlio mio, non disprezzare l’istruzione del Signore e non
avere a
noia la sua correzione, perché il Signore corregge chi ama, come un
padre il
figlio prediletto”.
(2
Maccabei 6,12-17): “Io prego coloro che avranno in mano questo libro di
non
turbarsi per queste disgrazie e di pensare che i castighi non vengono
per la
distruzione, ma per la correzione del nostro popolo… Dio non ci toglie
mai la
sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il
suo
popolo”.
Dio
non
educa a casaccio, con interventi educativi saltuari e sconnessi.
L’azione
educativa nella storia è sempre mirata, anche se non è così facile
cogliere,
ogni volta, il senso del singolo intervento.
(Isaia
49, 14-16): “Sion ha detto: Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi
ha
dimenticato. Ma si dimentica forse una donna del suo bambino, così da
non
commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si
dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme
delle mie
mani ti ho disegnato, le tue mura sono sempre davanti a me”.
Che
cos’è
dunque l’incarnazione di Dio in Cristo se non l’empatia portata al
massimo
livello? Dio non si mette soltanto nella nostra pelle ma nella nostra
carne.
Nell’insegnamento
divino si sottolinea dunque l’aspetto personale e dinamico dell’azione
di Dio,
che non si manifesta nella comunicazione di nozioni, ma nella
concretezza delle
opere e dei comportamenti: una concezione dell’educazione come proposta
autorevole e non come imposizione autoritaria comporta il
riconoscimento che la
libertà individuale è un dono originale di Dio, un diritto di ciascuno,
un
fondamento essenziale della dignità di ogni persona.
Per
questo la libertà non si concede, ma la si riconosce e la si rispetta:
trova
solo due limiti, nella libertà degli altri e nella nostra capacità di
essere
veramente liberi, cioè nel nostro grado di maturità umana per poterla
vivere
con responsabilità nel contesto sociale.
Noi
abbiamo tutto da imparare dallo stile di Dio nei nostri confronti.
E
per noi
il compito dell’educatore è veramente difficile perché è uno sforzo
continuo
teso a individuare il grado di libertà di cui un ragazzo è realmente
capace e
di conseguenza il grado di autorità che va esercitato su di lui per
aiutarlo a
crescere e ad essere veramente uomo, capace di scelte autonome e
responsabili.
E’
una
strada che può conoscere delusioni, risultati inattesi e diversi da
quanto si
sperava, sulla quale l’educatore può imbattersi nel rifiuto e nella
disobbedienza, ma è l’unica percorribile da chi vuole “promuovere” e
non
“schiacciare” il ragazzo e il giovane che si sta accompagnando.
Agire
con
gradualità significa avere un orizzonte spalancato e chi educa dovrebbe
avere idee
almeno poco confuse se non chiarissime, sapere che ci sono elementi a
medio
raggio, a vasto raggio, a raggio brevissimo e accompagnare le persone
sapendo
qual è il passo successivo da compiere.
Questo
atteggiamento importante, che emerge dalla Scrittura, diventa
particolarmente
bello quando emerge una chiamata di Dio verso qualche cosa che
trascende la
persona.
L’uomo
è
tale solo quando si auto trascende, quando viene fuori da sé e si
impegna per
altri e per altro. Qui c’è tutto il senso dell’esistere.
Gesù
lo
dice in altre parole: “Chi stringe a sé la propria vita la perde, chi
la dà ne
trova il senso”.
Nella
storia della salvezza, dunque, si manifestano la guida provvidenziale
di Dio e
la sua pedagogia misericordiosa che raggiungono la pienezza in Gesù
Cristo; in
lui trovano compimento la legge e i profeti (Cf, Mc 9,2-10).
E’
Lui il
Maestro alla cui scuola riscoprire il compito educativo come una
altissima
vocazione alla quale ogni fedele, con diverse modalità è chiamato.
Gesù
Cristo è la via che conduce ciascuno alla piena realizzazione di sé
secondo il
disegno di Dio. E’ la verità che rivela l’uomo a se stesso e ne guida
il
cammino di crescita nella libertà. E’ la vita perché in Lui ogni uomo
trova il
senso ultimo del suo esistere e del suo operare: la piena comunione di
amore
con Dio nell’eternità.
Che
il
Signore risorto, facendoci sperimentare questo suo amore totale, aiuti
noi a
donarlo agli altri e a riprendere il cammino educativo che ci ha
affidato senza
soste, senza stanchezze. Amen!
Links al video collegato con la riflessione :
http://gloria.tv/media/DxRpee7P6a7https://www.youtube.com/watch?v=xdPcnssE3MQ
Fonte : Padre Claudio Traverso , e-mail: padreclaudio_c@libero.it
Su
You Tube
canale video attivato da Padre Claudio Traverso con i suoi spunti di riflessione,
vedi il seguente link
vedi il seguente link
https://www.youtube.com/channel/UCncVZ2qXM4Wan_gttx8h-bQ
Gli stessi video sono pubblicati anche in Gloria TV : http://gloria.tv/?user=11912&medias=videos&language=KiaLEJq2fBR (home page dei video)
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