IL MARTIRIO CRISTIANO
DELLE ORIGINI E DEL NOSTRO TEMPO
di Padre Claudio Traverso
IL
MARTIRIO CRISTIANO DELLE ORIGINI
E
DEL NOSTRO TEMPO.
Secondo
il comune significato viene indicato con questo termine uno dei
fenomeni più
originali e importanti del cristianesimo: dare testimonianza della
propria fede
con l’effusione del sangue.
L’idea
della morte violenta per la fede era già virtualmente inclusa nella
missione e
nell’obbligo affidato da Gesù ai suoi discepoli prima e a tutti i
cristiani
poi.
Infatti
istruendo gli apostoli sul loro futuro apostolato Gesù li ammoniva: “Io
vi
mando come pecore in mezzo ai lupi”.
Gli
apostoli furono ben consci di questa loro missione e nelle loro
predicazioni
hanno sempre annunciato la risurrezione di Cristo sfidando ogni
possibile
reazione nei loro confronti. Mai si sono tirati indietro perché non
possono non
parlare di quello che hanno visto e udito (cf Atti 10,42).
Rendere
dunque testimonianza della vita e della predicazione di Gesù è la
missione
degli Apostoli; ma a questa missione è unita inevitabilmente la
persecuzione,
la sofferenza. “Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi” li
aveva
ammoniti Gesù (cf Gv 15,20).
In
realtà
è impossibile essere cristiano, vivere da cristiano, rendere cioè
testimonianza
a Cristo e non partecipare alle sue sofferenze, alla sua passione. Se
infatti
il cristiano deve rendere testimonianza contro il mondo, è inevitabile
lo
scatenarsi della lotta, perché il mondo deve odiare chi non è con lui;
anzi chi
predica contro di lui. E poiché al cristiano non è lecito usare la
forza
materiale, in quella lotta la peggio l’avrà sempre il testimone della
verità.
Il
martirio perciò, sia esso cruento o morale, è la conseguenza perentoria
della
vera ed efficace testimonianza. Così fu al principio e così sarà sempre.
Così
Stefano è il primo vero martire (cf atti 22,20).
La
storia di Stefano segue «gli stessi passi di quella di Gesù»,
e cioè lo schema dei «falsi testimoni» per «sollevare il popolo e
portarlo a
giudizio. E oggi abbiamo sentito come finisce questa storia, perché
Stefano nel
sinedrio spiega la dottrina di Gesù, fa una lunga spiegazione». In
realtà i
suoi accusatori «non volevano ascoltare, avevano il cuore chiuso». Così
«alla
fine Stefano, con la forza dello Spirito, dice loro la verità:
“Testardi e
incirconcisi nel cuore e nelle orecchie”, cioè pagani, “non avete il
cuore e le
orecchie della fede in Dio”». Con quel «siete pagani, incirconcisi»
Stefano
proprio «vuol dire quello». E aggiunge: «Voi opponete sempre resistenza
allo
Spirito Santo».
Il
martirio rende il fedele cristiano simile a Cristo: non si rinuncia
alla vita, e spesso tra atroci sofferenze per un mito, per un fantasma,
per una idea filosofica, ma per amore a una persona, il Nostro Signore
Gesù Cristo che ha per primo offerto la sua vita sulla croce per
salvarci dal male, dalla morte eterna, e per assicurarci, grazie alla
nostra fede, un’altra vita insieme con Lui e con tutti i santi, nella
gioia e nella pace senza fine.
Dopo
i due grandi apostoli Pietro e Paolo, la Chiesa ricorda i primi
cristiani di Roma messi a morte nella persecuzione di Nerone degli anni
64-67. Di questa persecuzione abbiamo due testimonianze: l'una
proveniente dal mondo pagano, l'altra di origine cristiana. La prima,
riportata da Tacito negli Annali, afferma che a Roma circolava con
insistenza la voce secondo la quale Nerone fosse responsabile del
colossale incendio che il 16 luglio 64 distrusse completamente diversi
quartieri della città. Per stornare da sé questo sospetto, l'imperatore
indusse alcuni cittadini corrotti a denunciare come colpevoli i
cristiani. Essi vennero arrestati in gran numero e giustiziati in modo
particolarmente crudele. La testimonianza di provenienza cristiana è
presente nella lettera che Clemente Romano mandò alla comunità di
Corinto poco dopo
l'anno 90. Le due testimonianze concordano nella descrizione dei fatti,
non certo nella valutazione. Tacito non prova alcuna compassione per
dei cittadini messi a morte per il crudele arbitrio di un singolo.
Clemente, invece, dice che questi cristiani divennero uno splendido
esempio nella convinzione che chi soffriva per il nome di Cristo
diveniva per ciò stesso partecipe e compagno della sua passione. A
fondamento della Chiesa di Roma, come di altre comunità cristiane di
ieri e di oggi, vi è il sangue dei martiri che invita alla sequela e
all'imitazione di Cristo.
La
storia
del martirio è cominciata allora; essa continuerà più o meno crudele e
sanguinosa fino alla fine dei secoli.
In
ogni tempo ma soprattutto oggi la Chiesa è Chiesa di martiri». E tra
questi ci sono «i
nostri fratelli sgozzati sulla spiaggia della Libia; quel ragazzino
bruciato
vivo dai compagni perché cristiano; quei migranti che in alto mare sono
buttati
in mare perché cristiani; quegli etiopi, assassinati perché cristiani».
Richiamando la storia del protomartire santo Stefano, Papa Francesco
ricorda spesso i tanti martiri di oggi: anche quelli di cui non
conosciamo i nomi,
che soffrono nelle carceri o vengono calunniati e perseguitati «da
tanti
sinedri moderni» o, ancora, vivono ogni giorno «la fedeltà nella
propria
famiglia».
La
Chiesa copto-ortodossa in Egitto ha
annunciato che i 21 cristiani uccisi
recentemente dallo Stato islamico in Libia sono stati ufficialmente
canonizzati come
martiri. I loro nomi sono stati inseriti nel Sinassario copto e
verranno
festeggiati ogni 15 febbraio.
«Icone,
manoscritti e storici ci
hanno testimoniato le gesta dei martiri fin dall’alba del
cristianesimo ma
questo dei 21 religiosi copti è il più grande caso di martirio
cristiano del nostro tempo», dichiara
in un’intervista Anba Macarius, vescovo
copto-ortodosso di Minya, il governatorato egiziano da cui
proveniva la
maggior parte dei 21 cristiani sgozzati dai jihadisti.
Il
martirio diventa segno del regno di Dio solo nella logica delle
beatitudini. Il suo contenuto è una felicità che ha l'attesa come sua
dimensione essenziale, perché partecipa della tensione tra il "già" e
il "non ancora" che è propria del regno di Dio.
La
felicità del cristiano è fondata su una promessa; gli esseri umani
toccati da questo tipo di beatitudine sono di una tempra speciale.
Anche se non sono protagonisti di una rivoluzione diretta contro le
potenze oppressive, essi le minacciano ben più pericolosamente dei
rivoluzionari.
I
martiri protestano contro una situazione in cui domina il male.
Essi
sanno vedere però che non solo gli oppressi, ma anche gli oppressori
sono vittime di esso.
Anticipano
così un rovesciamento radicale della condizione umana. Il vincitore di
oggi sarà vinto a sua volta: non da una rivincita del martire, ma da
quella "potenza" che lo sostiene: Colui al quale il martire si è
abbandonato, il nostro Signore Gesù Cristo.
Una
vittoria che non umilia il vinto, ma lo libera a sua volta.
Il
martirio è annuncio della fedeltà di Dio, fatto di fronte e
contro un mondo in cui l'ingiustizia trionfante è diventata
endemica e istituzionalizzata.
Tenere
il martirio davanti agli occhi significa per la Chiesa d'oggi assumere l'atteggiamento
giusto di fronte al mondo: né quello della resa accomodante, né quello
della provocazione. L'atteggiamento, appunto, dei martiri di tutti i
tempi, i quali hanno saputo trovare nella promessa la luce sufficiente
per camminare incontro al Signore che viene, sopportando la
tribolazione, senza mai spegnere il canto.
Il
canto dei martiri, che abbiano a subire la prova cruenta o quella
incruenta, è quello intonato da Giobbe:
"Sì,
io lo so che il mio Redentore è vivo, e alla fine si ergerà
sulla polvere e, dopo che questa mia pelle, senza la mia
carne, vedrò Dio.
Io
lo vedrò, io stesso e i miei occhi lo contempleranno non da
straniero"!
(cf Gb 19,25-27)
Link al video collegato con la riflessione:
https://www.youtube.com/watch?v=c0BRb0yhj-w http://gloria.tv/media/Er2uZJ9zBYj
Fonte : Padre Claudio Traverso , e-mail: padreclaudio_c@libero.it
Su
You Tube canale video attivato da Padre Claudio Traverso,
vedi il seguente link
vedi il seguente link
https://www.youtube.com/channel/UCncVZ2qXM4Wan_gttx8h-bQ
Gli stessi video sono pubblicati anche in Gloria TV : http://gloria.tv/?user=11912&medias=videos&language=KiaLEJq2fBR (home page dei video)
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