2 NOVEMBRE : COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
di Padre Claudio Traverso
E’ questo
il grande giorno del suffragio cristiano, nel pensiero dei fratelli che ci
hanno lasciato.
Constatiamo
tuttavia che questo grande evento, la morte che ci accomuna tutti, ricchi e
poveri, santi e peccatori, giovani e anziani, è continuamente sottoposto al
tentativo di coprirla o di renderla irrilevante, di ridurla da morte a mero
decesso, tentativi che continuamente si rinnovano e continuamente vengono
delusi.
Effettivamente
non è possibile dare fino in fondo un senso alla fatica dell’uomo sulla terra,
e poi anche alla sua morte, se non in una prospettiva di fede: l’unico modo è proprio
quello di vedere il termine della sua esistenza come l’apertura ad un altro
ordine dell’essere, nell’ambito del quale le pene trascorse, le lacrime e il
sudore versato, le opere realizzate, insieme ai peccati e a tutte le nostre
negatività, non restino nel silenzio.
Per il
cristiano questa apertura è una realtà e non si può scegliere qualcosa di
diverso: il nostro Creatore ha preparato tutto questo per ciascuno di noi.
Ciò non
toglie che l’uomo non possa disporsi ad accogliere la nostra realtà ultima
nella speranza, e sicuramente nel segno della nostra realtà umana fisica e
spirituale: nel segno della lotta interiore, della sofferenza, al limite del
terrore nei confronti della morte.
Chi
sostiene la nostra fede venendoci incontro ?
La
visione di Dio è l’essenza stessa della beatitudine eterna, ma questa meta è
raggiungibile solo dopo la morte.
Nella
vita presente la visione di Dio costituisce l’oggetto principale della virtù
della speranza: Riconciliazione ed Eucaristia ci sostengono.
Mangiare
la Carne di Cristo è assolutamente necessario come l’unica via di accesso alla
vita con Dio: “Se voi non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete
il suo sangue non avrete in voi la vita” (cf Gv 6,53).
D’altra
parte “…è lo spirito che vivifica, la
carne non giova a nulla; le parole che io vi dico sono spirito e vita. Ma ci
sono alcuni tra voi che non credono” (cf Gv 6,63-64).
La
liturgia è in stretto rapporto con la contemplazione in forza della sua
dimensione misterica che introduce nel grande silenzio di Dio. In essa il
credente si apre alla Parola di Dio che lo illumina e all’azione divina che lo
santifica, ma in ogni caso l’azione liturgica resta sempre un incontro
misterioso con un Dio misterioso.
Il Dio
che si incontra nella celebrazione sacramentale e l’azione salvifica da cui si
è raggiunti restano sempre e solo una pregustazione; sono un assaggio autentico,
ma non tale da costituire un’esperienza piena. Tuttavia l’incontro con un Dio e
una salvezza “misteriosi” stimolano il cammino verso la visione, l’obiettivo finale
della nostra esistenza terrena.
Dio
dirige la storia e la porta a termine. Sullo sfondo di questa attesa emerge
progressivamente la fede nella risurrezione dei morti: “Quelli che dormono
nella polvere della terra si risveglieranno per la vita o per la condanna
eterna” (Dn 12,2).
La
vittoria di Dio si compie per mezzo del Signore Gesù. La risurrezione dei
giusti è un prolungamento della sua gloriosa risurrezione.
Sempre il
cuore dei credenti rimane nella fede proteso verso la vita che non ha fine, e il
corpo rivestirà l’immortalità.
Tutti
risorgeranno con i propri corpi per ricevere ciascuno. secondo le loro opere,
cattive o buone, la pena o la gloria eterna con Cristo.
Il corpo
è capacità di presenza agli altri e al mondo; risurrezione dei morti nel proprio
corpo significa dunque suprema realizzazione di questa capacità di presenza e
di azione, che per i giusti va a loro maggiore perfezione e felicità.
La
vittoria di Dio sarà la completa attuazione del suo disegno di amore: Gesù
disse: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per
mezzo di me” (Gv 14,6).
Il
Signore Gesù è l’unica via per arrivare al Padre perché è la rivelazione di Dio
in questo mondo e la comunicazione della sua vita agli uomini.
E’ la via
perché è anche la meta: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30).
L’originalità
del cristianesimo è proprio questa: Dio si è fatto uomo e ci chiama a vivere
eternamente con sé; si è donato nella storia perché vuole donarsi
nell’eternità.
Se
crediamo che Dio è arrivato a dare il Figlio unigenito e lo Spirito Santo per
attirarci a sé, dobbiamo anche noi amare senza misura e costruire la Chiesa
come comunità di carità al servizio di tutto il mondo.
Cristo è
la via “nuova e vivente” (Eb 10,20) da seguire e la meta dove incontreremo il
Padre.
Lo
Spirito Santo ci unisce sempre più a lui e ci rende “lieti nella speranza,
forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le
necessità dei fratelli” (Rm 12, 12-13).
“Canta dunque
come il viaggiatore, canta e cammina, senza deviare, senza indietreggiare,
senza voltarti. Qui canta la speranza, lassù canterai alla sua Presenza.
Questo è
l’alleluia della strada, quello l’alleluia della patria raggiunta!”
(dai
Discorsi di Sant’Agostino, 256,3)
Link al video collegato con la riflessione:
https://www.youtube.com/watch?v=tZe7P6hzAAA
Fonte : Padre Claudio Traverso , e-mail: padreclaudio_c@libero.it
Su
You Tube canale video attivato da Padre Claudio Traverso,
vedi il seguente link
https://www.youtube.com/channel/UCncVZ2qXM4Wan_gttx8h-bQ
vedi il seguente link
Gli stessi video sono pubblicati anche in Gloria TV : http://gloria.tv/?user=11912&medias=videos&language=KiaLEJq2fBR (home page dei video)
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