martedì 23 luglio 2019

ORDINI RELIGIOSI I Cistercensi, di padre Claudio Traverso



Padre Claudio Traverso

ORDINI  RELIGIOSI
 
I  Cistercensi




Le origini dei cistercensi affondano le loro radici nel vasto e complesso movimento di riforma del secolo XI°. Non e' senza significato che la data ufficiale di nascita del loro ordine sia segnata al giorno della festa di San Benedetto (21 marzo 1098); ma piu' importante e' il fatto che i primi 21 coraggiosi, che in quel giorno sotto la guida di San Roberto abate di Molesmes, davano inizio a una nuova comunita' a Citeaux ( nome latino Cistercium: da cui il nome "cistercensi"), erano tutti monaci benedettini.  Con l’idea chiara di cio' che si voleva attuare in netta distinzione dalle comuni usanze di altri ambienti monastici, questa fondazione fu detta "il nuovo monastero".  A questo scopo i religiosi si impegnarono senza riserva per trovare le forme piu' genuine della tradizione nei testi sacri, nel canto, negli usi liturgici, nella disciplina regolare, armonizzando insieme con un tono di accentuata semplicita' e poverta', la lode di Dio e lunghe ore di lavoro manuale, la solitudine e la piu' completa vita comunitaria, il distacco e un particolare buon gusto artistico: tutti elementi che dovevano poi riflettersi nella loro dottrina spirituale.  L'espansione prende l'avvio nel 1113 grazie al genio organizzatore di Santo Stefano Harding, abate di Citeaux e lo slancio mistico di San Bernardo.  L'arrivo di Bernardo e' qualcosa di strabiliante: aveva coinvolto nella sua scelta di vita religiosa i suoi parenti e i suoi amici, e pertanto quando bussa alla porta del monastero e' circondato da un folto stuolo di giovani che lo hanno seguito.  Cosi' il monastero di Citeaux che contava appena quindici anni di vita e sembrava destinato a morire presto, riceve invece un imprevisto quanto straordinario impulso.  A contatto con le pagine della Bibbia, Bernardo novizio fa una esperienza stupenda, e il suo spirito spazia con facilita' nella luce di Dio attraverso il testo sacro.  Le austerita' e le malattie che gli affliggono il corpo vanno di pari passo con le dolcezze che gli inondano l'anima: il lavoro materiale e la preghiera si alternano nelle sue giornate senza turbarne la contemplazione.  Bernardo si dedica con tutto se stesso alla preghiera che lo intrattiene con Dio, accompagnato e sostenuto dalla stima reciproca con i suoi monaci che serve umilmente.  Nella nuova fondazione di Clairvaux , il giovanissimo abate che a Citeaux aveva imparato a vivere solo con Dio, impara a vivere in Dio con gli uomini. A questo punto viene ordinato sacerdote.  Nonostante la sua precaria condizione di salute viaggia molto di frequente perche' i bisogni della Chiesa reclamano altrove la sua presenza e la sua voce.  Muore a Clairvaux il 20 agosto 1153, lasciando un'impronta personalissima nell'Ordine monastico e nella Chiesa. Ben presto fu canonizzato ed ebbe il titolo di Dottore della Chiesa, esprimendo in modo irresistibile un largo influsso grazie alla sua personalita' e ai suoi scritti, influsso che va ben oltre gli ambienti cistercensi.  San Bernardo ha comunicato e comunica agli altri la sua ricchissima esperienza mistica, quell'urgente bisogno di riversare nei suoi fratelli la sovrabbondanza di cui il Signore lo ha colmato, affinche' anche loro siano ripieni dell'amore di Dio.
 
 

LA SPIRITUALITA' CISTERCENSE

Ci troviamo di fronte a monaci che si sono convertiti a Cristo lasciando effettivamente tutto.   E' questa conversione totale che li porta alla solitudine, al silenzio, alla poverta', alla penitenza, al distacco da tutto nell'esercizio costante dell'umilta' e dell'obbedienza, sicuri che soltanto cosi' cercano sicuramente Dio.   E tutto deve rispecchiare questa aderenza alla rinunzia totale: la rozzezza delle vesti, la riduzione e rusticita' del vitto, la poverta' delle abitazioni monastiche, la semplicita' estrema anche nelle chiese e nella suppellettile sacra, il duro lavoro manuale nei boschi e nella raccolta delle messi, la separazione piu' completa dai contatti col mondo.  Non si puo' negare che queste note caratteristiche hanno costituito un modo nuovo di vivere la Regola benedettina.  Piu' che i particolari delle varie osservanze e' utile notare come i religiosi veramente santi capirono che su tutto vale la carita', la quale, fra gli altri vantaggi, sa correggere e accettare docilmente la correzione.  Il contatto con gli esempi e i sentimenti di Cristo, le consolazioni dello Spirito Santo, nell'esercizio vivo della carita', portano l'uomo all'umilta' vissuta con naturalezza. In questa felice condizione l'uomo, benche' a intervalli e di passaggio, sperimenta la liberta' dalla miseria della vita e, fatto piu' somigliante a Dio, pregusta la liberta' della vita gloriosa del cielo.  E' il Cristo, umilta'-verita', che prende possesso dei suoi figli e li riempie dei doni del suo amore fino alla contemplazione.  In questo piano si inserisce la mediazione della Madonna.   Se la via maestra del ritorno a Dio e' la meditazione e l'imitazione dei misteri di Cristo, la Madonna e' talmente legata ad essi che non si puo' fare a meno di lei nel cammino spirituale che ci riporta a Dio.   Rispondere all'amore di Dio, che per primo ci ha amati creandoci e redimendoci; amarlo senza misura, perche' tutto abbiamo da Lui e soltanto in Lui si realizza la pienezza del nostro essere e della nostra felicita'; amarlo, perche' Egli e' l'Amore: ecco lo scopo supremo e unico di tutta la vita umana.  Queste sono le profonde intuizioni dei santi cistercensi e in particolare di San Bernardo di Clairvaux.






Fonte : http://www.cantalleluia.net  ,  website a cura di Padre Claudio Traverso ; per la versione integrale dell'articolo accompagnato con immaginette sacre della Collezione Privata Ercole Oliva si rinvia al sito Cantalleluia.net .














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