Ugo Abate
Il vero valore della donna
Cara sorella in Cristo,
Dio Padre ha voluto mettere tutto nelle mani
di una donna, persino le stesse sorti dell’Umanità intera! Ma perché?
Ricordiamoci sempre che ciò che Dio opera ha
sempre un senso! La donna, infatti, se da un lato Egli l’ha strutturata più
debole fisicamente, ha in compenso ricevuto da Lui qualcosa che, dall’altra,
l’ha pur resa più forte psicologicamente e dotata di quello che “normalmente “ è
detto: ”Il sesto senso” (vedere altre riflessioni a riguardo).
La donna è considerata più debole non perché
essa sia veramente tale, ma perché tale essa vuole rendersi e farsi talvolta
considerare! Si dà il caso che, infatti, essa sia, in realtà, psicologicamente
più forte dello stesso uomo.
Inoltre credo, per una questione di lealtà e
di giustizia verso i nostri progenitori, che Dio abbia voluto permettere che
fosse la donna tentata dal Maligno Satana, anziché l’uomo. E cioè l’elemento più
forte, che avesse più forza per far fronte ad una tale prova. Che fosse, dunque,
tentata Eva anziché Adamo.
Dio non fa e non permette che avvengono le
cose che hanno un senso così per caso, ma tutto sottostà al Suo sapientissimo
governo ed alla Sua Infinita Onniscienza!
Eva ha voluto il Peccato! Ha
voluto cedere e da lei il Peccato è passato ad Adamo, attraverso la
tentazione presentata a costui.
Dopo tale tragica caduta, Dio ha voluto porre
tutto ancora nelle mani di una donna: Maria! E ciò per risollevare le sorti
dell’Umanità decaduta. E così è stato! Maria, infatti, è la vera donna, con
tutta la sua fortezza ma anche con tutta la sua femminilità e la parte debole di
questa.
Ricordiamo sempre che per fare un vero uomo è
stato quasi sempre necessario una vera donna!
Gesù stesso è stato formato principalmente da
Maria, certo, oltre anche da Giuseppe. Maria, però, è la vera donna, forte, che
a Gesù è stato vicino specialmente nei tre anni più terribili e forti della Sua
vita sulla Terra: gli ultimi.
E’ così un po’ la storia anche di tanti grandi
santi e sante, per non dire quella di tanti grandi uomini, nascosti nelle
innumerevoli vite familiari ordinarie, normali. Sono i cosiddetti santi e sante
nascoste, così come soleva spesso dire Padre Pio: “ Ci so più santi nelle
famiglie che sui calendari!”
Tra le tante figure di tanti santi, che hanno
avuto una grande donna affianco, ricordiamo s.Agostino, che ha avuto accanto sua
madre, santa Monica; s. Francesco d’Assisi, che ha avuto affianco s.Chiara; e
tante altre figure di santi.
Si ricordi il periodo avignonese quale grande
donna abbia avuto la Santa Madre Chiesa: s. Caterina da Siena! Ed, ancora, s.
Teresa d’Avila, che è stata affianco a s. Giovanni della Croce! Ecc…ecc…!
Se verranno formate delle vere donne, fin
dall’adolescenza, sul modello di Maria: complete, forti, intraprendenti per e
nel bene, audaci, decise, risolute contro il male e contro le proprie cattive
inclinazioni, che siano di buona e sana volontà di fortificare il bene in se
stesse e di usare nel bene le proprie qualità e caratteristiche femminili e le
proprie virtù naturali, se si farà ed avverrà ciò, potremo, allora, sperare di
avere dei futuri veri uomini, poiché questi, sin dal loro concepimento alla loro
morte naturale, sentono dentro di sé un’innata, naturale, istintiva,
psicologica, affettiva positiva dipendenza verso la donna che, ordinariamente
viene, prima del matrimonio, identificata con la stessa madre naturale. Ma non
sempre ciò accade, poiché questa stessa figura, che è quella che, in sostanza,
ogni uomo cerca in ogni donna, l’uomo la ricerca e spesso la trova nella propria
compagna, se è sposato, od in una cara sorella, od in ogni altra donna (ma non
in una qualunque!) che abbia costituito per lui una vera madre. Prima ed
ultima, in tale ricerca e sguardo, troviamo, per molti uomini, la figura proprio
di Maria! Vedi non ultimo, l’attuale Papa, Giovanni Paolo II!
Ma tale “dipendenza” non è una schiavitù,
anche se può diventarlo, talvolta!
Tale realtà non è patologia dell’affettività
od esistenziale, ma è una realtà psicologica, un realismo psicologico-affettivo.Chi
volesse ironicamente snobbarlo, certamente farebbe comprendere di non voler
accettare lo stesso piano divino, piano che ha voluto proprio una donna accanto
all’uomo:
“maschio e femmina li fece” (cfr.Genesi), non
un uomo accanto ad un altro uomo! E ciò perché avvenisse il compimento della
complementarietà non solo fisica, necessaria per la perpetuazione della specie
ed attuare l’Una caro, l’”Una sola carne”, ma anche per realizzare l’unità
psicologico-affettiva-ontologica e spirituale!
Con ciò non è tolto al maschio il suo
specifico ruolo e, se egli matura armonicamente, potrà e sarà capace di
corrispondere alla donna in modo paritario, alla famiglia, alla società, secondo
quanto il proprio ruolo, le esigenze psico-affettivo-sociale-spirituale e la sua
vocazione specifica richiedono.
Tale preparazione, formazione e maturazione
non è esigita e non è solo per donne od uomini chiamati alla vita coniugale, ma
per ogni uomo ed ogni donna, a qualsiasi vocazione essi siano chiamati.
Infatti, una vera consacrata, suora o monaca
che sia, non può essere da meno di una madre di famiglia, così come un vero
consacrato (frate, Diacono, Sacerdote, Vescovo, Papa) non può e non deve essere
da meno di un vero padre di famiglia. Anzi, tutt’altro! E ciò per la “speciale”
vita, quella consacrata totalmente a Dio nel servizio alla Chiesa ed al prossimo
e per i doni particolari affidati loro da Lui stesso, specialmente a chi è stato
chiamato all’Ordine Sacro (Diaconi, Sacerdoti, Vescovi), ed i frati e le suore
che hanno fatto i voti solenni, detti anche perenni.
Costoro dovranno cercare di essere migliori,
ma non per se stessi o solo per se stessi, ma per poter meglio servire, guidare
e consigliare le anime sia verso il bene umano, sia verso il bene spirituale, al
fine di giungere tutti alla Vita Eterna.
Si capisce, perciò, anche il perché dell’isostituibile
ruolo del consacrato e della consacrata nel contesto della famiglia umana: del
Diacono, del Sacerdote, del Vescovo, del Papa, delle suore, dei frati e delle
monache nel dirigere, dal loro contesto, la società umana, stando nel mondo ma
non più condividendo la parte negativa della mentalità dello stesso mondo.
A tale motivo si comprende l’insostituibile
guida pedagogico dei Sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate in genere,
nelle scuole, tempo e luogo in cui tanti giovani ricevono la più forte e
cospicua formazione umana, culturale e spirituale, prima di inserirsi
pienamente, col proprio ruolo personale, nella vita pubblica, nella propria
famiglia, nella società.
Il laico, la laica, perciò, non potranno mai
sostituire un vero consacrato, un vero sacerdote, una vera consacrata. E ciò non
perché essi siano dammeno, meno capace intellettualmente o meno santi o meno
capaci di santità, ma perché costituiscono una realtà diversa, con un ruolo
diverso, pur complementari, nella stessa Chiesa, nella stessa unica società
umana!
Allo stesso modo e per analoghi motivi, un
sacerdote, un consacrato, una consacrata non potranno mai sostituire il ruolo
fondamentale di mantenere e perpetuare sulla terra la “materia” umana: la prole,
i figli. Essi consacrati non potranno mai sostituire il ruolo di un vero padre
e/o di una vera madre di famiglia, di un vero laico o laica nella Chiesa e nella
vita di questo mondo.
Il rispetto dei ruoli e delle vocazioni
specifiche fa anche comprendere come sia sostanzialmente inconciliabile (e ciò
esprime la stessa volontà di Dio sancita nel Vangelo) che un Sacerdote, seppur
non contraddicendo il comando divino del “crescete e moltiplicatevi, siate
fecondi e riempite la Terra”, per quanto riguarda alla stretta umana universale
vocazione, scegliendo anche di sposarsi, venga a contraddire sostanzialmente lo
specifico e non universale comando del Signore Gesù a seguirLo nella via del
sacerdozio ministeriale, vita nella quale si è chiamati ad incarnarLo in
tutto, nella totalità dell’esistenza, umana e divina,
come semplice uomo e come uomo-Dio. Il divino che è nella persona del sacerdote
è costituito dalla sua conformazione ontologica alla stessa Persona di Cristo,
conformazione che avviene attraverso l’Ordinazione, per imposizione delle mani
del Vescovo!
I Sacerdoti, insieme ai propri Pastori, i
Vescovi, successori degli Apostoli, sono chiamati a moltiplicare i salvati,
generandoli e rigenerandoli continuamente alla fede ed alla vita di Grazia coi
Sacramenti, prima di tutti la Santa Confessione e la Santa Eucaristia, che solo
essi possono amministrare in virtù dei poteri conferitigli da Cristo con
l’imposizione delle mani degli stessi Vescovi di Santa Madre Chiesa.
Infine, i Religiosi (frati, monaci, monache e
suore), il Diacono, il Sacerdote ed il Vescovo, sono tutti egualmente chiamati
ad essere fecondi nella vita di Grazia, rendendo testimonianza a Dio ed al Regno
dei Cieli con la propria castità consacrata, riempiendo, sì, la Terra, ma con
una generazione di tanti figli e figlie alla fede, in sintonia con Paolo che,
nella Lettera a Filemone dice: ” Ti prego, dunque, per mio figlio, che ho
generato in catene, Onesimo…” (Fil. 10).
Ugo Abate
Teologo
E-mail:
Fonte : Dal
libro "Un figlio di un grande albero" , di Ugo Abate; chi è interessato
al libro, essendo edito in proprio, può contattare l'Autore scrivendo a
ugoabate@libero.it
, oppure
telefonando al n° 3291861293.
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