giovedì 25 luglio 2019

Il vero valore della donna , di Ugo Abate



Ugo  Abate
Il vero valore della donna
 



 
Cara sorella in Cristo,
Dio Padre ha voluto mettere tutto nelle mani di una donna, persino le stesse sorti dell’Umanità intera! Ma perché?
Ricordiamoci sempre che ciò che Dio opera ha sempre un senso! La donna, infatti, se da un lato Egli l’ha strutturata più debole fisicamente, ha in compenso ricevuto da Lui qualcosa che, dall’altra, l’ha pur resa più forte psicologicamente e dotata di quello che “normalmente “ è detto: ”Il sesto senso” (vedere altre riflessioni a riguardo).
La donna è considerata più debole non perché essa sia veramente tale, ma perché tale essa vuole rendersi e farsi talvolta considerare! Si dà il caso che, infatti, essa sia, in realtà, psicologicamente più forte dello stesso uomo.
Inoltre credo, per una questione di lealtà e di giustizia verso i nostri progenitori, che Dio abbia voluto permettere che fosse la donna tentata dal Maligno Satana, anziché l’uomo. E cioè l’elemento più forte, che avesse più forza per far fronte ad una tale prova. Che fosse, dunque, tentata Eva anziché Adamo.
Dio non fa e non permette che avvengono le cose che hanno un senso così per caso, ma tutto sottostà al Suo sapientissimo governo ed alla Sua Infinita Onniscienza!
Eva ha voluto il Peccato! Ha voluto cedere e da lei il Peccato è passato ad Adamo, attraverso la tentazione presentata a costui.
Dopo tale tragica caduta, Dio ha voluto porre tutto ancora nelle mani di una donna: Maria! E ciò per risollevare le sorti dell’Umanità decaduta. E così è stato! Maria, infatti, è la vera donna, con tutta la sua fortezza ma anche con tutta la sua femminilità e la parte debole di questa.
Ricordiamo sempre che per fare un vero uomo è stato quasi sempre necessario una vera donna!
Gesù stesso è stato formato principalmente da Maria, certo, oltre anche da Giuseppe. Maria, però, è la vera donna, forte, che a Gesù è stato vicino specialmente nei tre anni più terribili e forti della Sua vita sulla Terra: gli ultimi.
E’ così un po’ la storia anche di tanti grandi santi e sante, per non dire quella di tanti grandi uomini, nascosti nelle innumerevoli vite familiari ordinarie, normali. Sono i cosiddetti santi e sante nascoste, così come soleva spesso dire Padre Pio: “ Ci so più santi nelle famiglie che sui calendari!”
Tra le tante figure di tanti santi, che hanno avuto una grande donna affianco, ricordiamo s.Agostino, che ha avuto accanto sua madre, santa Monica; s. Francesco d’Assisi, che ha avuto affianco s.Chiara; e tante altre figure di santi.
Si ricordi il periodo avignonese quale grande donna abbia avuto la Santa Madre Chiesa: s. Caterina da Siena! Ed, ancora, s. Teresa d’Avila, che è stata affianco a s. Giovanni della Croce! Ecc…ecc…!
Se verranno formate delle vere donne, fin dall’adolescenza, sul modello di Maria: complete, forti, intraprendenti per e nel bene, audaci, decise, risolute contro il male e contro le proprie cattive inclinazioni, che siano di buona e sana volontà di fortificare il bene in se stesse e di usare nel bene le proprie qualità e caratteristiche femminili e le proprie virtù naturali, se si farà ed avverrà ciò, potremo, allora, sperare di avere dei futuri veri uomini, poiché questi, sin dal loro concepimento alla loro morte naturale, sentono dentro di sé un’innata, naturale, istintiva, psicologica, affettiva positiva dipendenza verso la donna che, ordinariamente viene, prima del matrimonio, identificata con la stessa madre naturale. Ma non sempre ciò accade, poiché questa stessa figura, che è quella che, in sostanza, ogni uomo cerca in ogni donna, l’uomo la ricerca e spesso la trova nella propria compagna, se è sposato, od in una cara sorella, od in ogni altra donna (ma non in una qualunque!) che abbia costituito per lui una vera madre.  Prima ed ultima, in tale ricerca e sguardo, troviamo, per molti uomini, la figura proprio di Maria! Vedi non ultimo, l’attuale Papa, Giovanni Paolo II!
Ma tale “dipendenza” non è una schiavitù, anche se può diventarlo, talvolta!
Tale realtà non è patologia dell’affettività od esistenziale, ma è una realtà psicologica, un realismo psicologico-affettivo.Chi volesse ironicamente snobbarlo, certamente farebbe comprendere di non voler accettare lo stesso piano divino, piano che ha voluto proprio una donna accanto all’uomo:
“maschio e femmina li fece” (cfr.Genesi), non un uomo accanto ad un altro uomo! E ciò perché avvenisse il compimento della complementarietà non solo fisica, necessaria per la perpetuazione della specie ed attuare l’Una caro, l’”Una sola carne”, ma anche per realizzare l’unità psicologico-affettiva-ontologica e spirituale!
Con ciò non è tolto al maschio il suo specifico ruolo e, se egli matura armonicamente, potrà e sarà capace di corrispondere alla donna in modo paritario, alla famiglia, alla società, secondo quanto il proprio ruolo, le esigenze psico-affettivo-sociale-spirituale e la sua vocazione specifica richiedono.
Tale preparazione, formazione e maturazione non è esigita e non è solo per donne od uomini chiamati alla vita coniugale, ma per ogni uomo ed ogni donna, a qualsiasi vocazione essi siano chiamati.
Infatti, una vera consacrata, suora o monaca che sia, non può essere da meno di una madre di famiglia, così come un vero consacrato (frate, Diacono, Sacerdote, Vescovo, Papa) non può e non deve essere da meno di un vero padre di famiglia. Anzi, tutt’altro! E ciò per la “speciale” vita, quella consacrata totalmente a Dio nel servizio alla Chiesa ed al prossimo e per i doni particolari affidati loro da Lui stesso, specialmente a chi è stato chiamato all’Ordine Sacro (Diaconi, Sacerdoti, Vescovi), ed i frati e le suore che hanno fatto i voti solenni, detti anche perenni.
Costoro dovranno cercare di essere migliori, ma non per se stessi o solo per se stessi, ma per poter meglio servire, guidare e consigliare le anime sia verso il bene umano, sia verso il bene spirituale, al fine di giungere tutti alla Vita Eterna.
Si capisce, perciò, anche il perché dell’isostituibile ruolo del consacrato e della consacrata nel contesto della famiglia umana: del Diacono, del Sacerdote, del Vescovo, del Papa, delle suore, dei frati e delle monache nel dirigere, dal loro contesto, la società umana, stando nel mondo ma non più condividendo la parte negativa della mentalità dello stesso mondo.
A tale motivo si comprende l’insostituibile guida pedagogico dei Sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate in genere, nelle scuole, tempo e luogo in cui tanti giovani ricevono la più forte e cospicua formazione umana, culturale e spirituale, prima di inserirsi pienamente, col proprio ruolo personale, nella vita pubblica, nella propria famiglia, nella società.
Il laico, la laica, perciò, non potranno mai sostituire un vero consacrato, un vero sacerdote, una vera consacrata. E ciò non perché essi siano dammeno, meno capace intellettualmente o meno santi o meno capaci di santità, ma perché costituiscono una realtà diversa, con un ruolo diverso, pur complementari, nella stessa Chiesa, nella stessa unica società umana!
Allo stesso modo e per analoghi motivi, un sacerdote, un consacrato, una consacrata non potranno mai sostituire il ruolo fondamentale di mantenere e perpetuare sulla terra la “materia” umana: la prole, i figli. Essi consacrati non potranno mai sostituire il ruolo di un vero padre e/o di una vera madre di famiglia, di un vero laico o laica nella Chiesa e nella vita di questo mondo.
Il rispetto dei ruoli e delle vocazioni specifiche fa anche comprendere come sia sostanzialmente inconciliabile (e ciò esprime la stessa volontà di Dio sancita nel Vangelo) che un Sacerdote, seppur non contraddicendo il comando divino del “crescete e moltiplicatevi, siate fecondi e riempite la Terra”, per quanto riguarda alla stretta umana universale vocazione, scegliendo anche di sposarsi, venga a contraddire sostanzialmente lo specifico e non universale comando del Signore Gesù a seguirLo nella via del sacerdozio ministeriale, vita nella quale si è chiamati ad incarnarLo in tutto, nella totalità dell’esistenza, umana e divina, come semplice uomo e come uomo-Dio. Il divino che è nella persona del sacerdote è costituito dalla sua conformazione ontologica alla stessa Persona di Cristo, conformazione che avviene attraverso l’Ordinazione, per imposizione delle mani del Vescovo!
I Sacerdoti, insieme ai propri Pastori, i Vescovi, successori degli Apostoli, sono chiamati a moltiplicare i salvati, generandoli e rigenerandoli continuamente alla fede ed alla vita di Grazia coi Sacramenti, prima di tutti la Santa Confessione e la Santa Eucaristia, che solo essi possono amministrare in virtù dei poteri conferitigli da Cristo con l’imposizione delle mani degli stessi Vescovi di Santa Madre Chiesa.
Infine, i Religiosi (frati, monaci, monache e suore), il Diacono, il Sacerdote ed il Vescovo, sono tutti egualmente chiamati ad essere fecondi nella vita di Grazia, rendendo testimonianza a Dio ed al Regno dei Cieli con la propria castità consacrata, riempiendo, sì, la Terra, ma con una generazione di tanti figli e figlie alla fede, in sintonia con Paolo che, nella Lettera a Filemone dice: ” Ti prego, dunque, per mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo…” (Fil. 10).
 
Ugo Abate
Teologo
E-mail:
 





Fonte : Dal libro "Un figlio di un grande albero" , di Ugo Abate; chi è interessato al libro, essendo edito in proprio,  può contattare l'Autore scrivendo a ugoabate@libero.it  , oppure telefonando al n° 3291861293.








Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari negli ultimi 30 giorni