giovedì 25 luglio 2019

LE BEATITUDINI (gr. Macarismòs), di Clara Antoniani Di Gennaro



LE BEATITUDINI  (gr. Macarismòs)
di Clara Antoniani Di Gennaro
 
 
 
 
L'uomo aspira alla felicità ma non la trova in questo mondo, né se possiede ricchezze, né se ha poteri, perché non sono questi i veri valori.
Riflettiamo insieme sulla nostra esistenza e su ciò che ci viene rivelato.
Dio chiama l'uomo dal nulla alla vita ed è questo il dono più grande che ogni creatura riceve e che non le sarà mai tolto.
Messo a vivere in questo spazio-tempo prima di entrare nella dimensione ultima ed eterna egli deve, con la sua responsabilità, in piena libertà, compiere una scelta continua davanti alle prove e davanti ad ogni azione, momento per momento, un "aut aut" (come dice il teologo e filosofo danese Soren Kierkegaan) per potere acquistare i meriti per i quali troverà la "Felicità" cui aspira.
L'Antico Testamento ci dice che due sono le vie del cammino verso l'eterno: una è per la vita e una è per la morte (Mt 7,13), quella per la morte porta lontano dalla partecipazione alla gloria.
Il Siracide (15,19) afferma " a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà ".
Nella difficile e continua scelta il Signore suggerisce : "Lampada ai tuoi passi è la mia Parola" (Sal 119,105).
E' nell'ora presente che l'uomo deve preparare il suo destino eterno, nel "già e non ancora" che deve viverlo.
Cristo "Verbo di Dio", venuto nel mondo per pagare i debiti di tutti gli uomini, ci ha resi "giusti" col suo sacrificio.
Per potere mantenere tali ci propone il programma contenuto nelle "Beatitudini". "Ascoltatelo" dice il Padre (Mt 17,5b) Egli è il Verbo che rovesciando tutto quello costituito in questo mondo ci indica quello che dobbiamo vivere nel nostro quotidiano per raggiungere la "felicità" nel futuro assoluto.
Il discorso delle Beatitudini riportato da Luca e Matteo non è solo per gli Apostoli e i suoi seguaci, ma è rivolto a tutti gli uomini.
In situazioni esistenziali di sofferenza può anche sembrarci assurdo questo "Discorso della montagna". Ci sembra quasi scandaloso sentirci dire "Beati gli afflitti, beati i perseguitati, beati voi che ora piangete" ma possiamo riconoscere che è proprio i questi appuntamenti col dolore che incontriamo Gesù.
Dice Isaia (53,3) che il Messia che arriverà nella pienezza del tempo è l' "uomo del dolore" che raccomanda a tutta l'umanità "Io sono la Via, la Verità, la Vita".
"Se qualcuno vuol venire dietro di me , prenda la sua croce ogni giorno e mi segua" (Luca 9,24). E Giovanni vede la Croce come al Trono di Cristo "Re dei re" e Paolo ci esorta "ognuno nella propria carne continui la passione di Cristo" (Col. 1,24).
Dobbiamo essere certi che le parole di questo programma sono garanzia di felicità perché sono dette da Colui che solo può guidare il presente conoscendo il futuro, e ci raccomanda: "Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano" (Luca 11,28).
Quanto grande sarà questa Beatitudine promessa se Gesù che la conosce ci dice: "Beati !".
Sforziamoci di percorrere la Via che il Verbo che si è fatto carne, è venuto a indicarci perché "Beati" potremo vivere in Cieli nuovi e Terra nuova.
Auguriamoci di avere sempre fame e sete di giustizia che è bisogno vitale per lo spirito e fame della "Parola". Auguriamoci di sentirci sempre poveri, piccoli, umili per rivolgerci sempre al Padre nostro che solo sa di cosa abbiamo bisogno.
Dobbiamo essere misericordiosi accostando il nostro cuore alla miseria dei fratelli, operatori di pace e nei Cieli nuovi e Terra nuova la nostra "Beatitudine" sarà piena.
Affermiamo anche noi con S. Agostino: " inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te !".





Fonte : scritto della teologa  Clara Antoniani Di Gennaro inviato alla Redazione di Artcurel il 14-2-2010 .










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