LO SVILUPPO E LA MATURAZIONE
DEL COMPORTAMENTO DELL'ESSERE UMANO TRA BIOLOGIA E AMBIENTE SIN DALLE PRIME ORE
DI VITA
di Elisa Sparano Bosco
Ogni generazione trae profitto dal ricordo
di ciò che gli uomini delle generazioni precedenti hanno esperimentato o
scoperto e ,a sua volta,aggiunge qualcosa di nuovo alle abilità trasmesse.
Questa trasmissione avviene grazie a dei
comportamenti istintivi innati,di cui tutti gli individui sono dotati,che
assicurano la sopravvivenza e ad altri comportamenti che sono appresi
attraverso l’esperienza.
Vi sono,cioè, comportamenti che fanno parte
del bagaglio genetico,che sono indipendenti dall’esperienza
(cibo,protezione,atteggiamento materno,sociale e
sessuale ) e comportamenti derivanti
dall’esperienza individuale nel contatto con l’ambiente.
Vorrei puntualizzare che i comportamenti
innati non sono mai del tutto immodificabili : sono suscettibili di cambiamento
nel contatto con l’esperienza,così come i comportamenti acquisiti trovano le
loro radici in strutture cerebrali ereditarie,che sono alla base della
curiosità,della memoria e dell’intelligenza.
Vi sono ,poi,anche dei tipi di risposte che
compaiono solo se l’individuo viene a contatto con alcuni stimoli in un
determinato periodo della propria esistenza.
Un esempio di tale risposta è l’ ”
imprinting “ ( impronta) ,che hanno messo in risalto Lorenz,Hess,etc.,
mediante studi effettuati sul comportamento animale (1965). Ad esempio le
anitre cinerine seguiranno per tutta la vita la prima sagoma vista muoversi
entro le prime 24 ore dalla loro nascita,sia essa di cartone o la loro
madre o addirittura lo stesso sperimentatore.
Questo particolare tipo di apprendimento,
l’impronta, si verifica anche nell’essere umano e soltanto nel cosiddetto “periodo
critico” ; una volta verificatosi non è reversibile .
L’idea di “ periodo critico “ risale a
W.James,secondo il quale, in certi stadi di sviluppo, l’organismo è più
sensibile a determinate esperienze : per esempio l’apprendimento del
linguaggio è più rapido nell’infanzia . Numerosi sono gli psicologi tra cui
Freud,Bowlby,Spitz,Piaget,etc., che ,oltre Lorenz, direttamente o
indirettamente, hanno sostenuto l’esistenza del “ periodo critico “.
Spitz e Bowlby,studiando il sorriso del
neonato, hanno rilevato che la fase del “sorriso indiscriminato”,che si
verifica dai tre ai cinque mesi ,è un “periodo critico” in cui iniziano il
processo di socializzazione e l’attaccamento alla madre.
Secondo il Bowlby,inoltre,la mancanza di una
adeguata relazione tra madre e bambino e di un ‘ impronta al sorriso,è causa di
un anormale comportamento sociale in quegli adulti che siano stati ,appunto,
deprivati affettivamente durante i primi mesi di vita.
Anche durante la vita intrauterina si possono
verificare alcuni tipi di impronta ; ad esempio il bambino , nelle
ultime settimane prima della nascita, può essere influenzato dal ritmo e dal
rumore del battito cardiaco della madre . Esperimenti hanno dimostrato che si
addormenta più facilmente se sente un disco riproducente il battito del cuore
materno, oppure se la madre stessa lo culla sul suo petto.
Gli studi sull’impronta confermano,a mio
avviso,ancora una volta, che l’essere umano nasce dotato di una vasta
programmazione genetica,la quale ha bisogno dell’ambiente per manifestarsi
e,data l’estrema plasticità della corteccia cerebrale, secondo il tipo e la
qualità degli stimoli che riceve, specialmente nel periodo critico, il suo
comportamento può essere profondamente modificato.
E’ chiaro,dunque,che la personalità dell’uomo
è la risultante di innumerevoli fattori, sia di carattere biologico e genetico
che culturale,storico,situazionale,etc.
Il neonato viene al mondo completamente
bisognoso di aiuto per sopravvivere,in quanto ha una corteccia cerebrale
nettamente immatura,tanto da potersi definire un essere precorticale,cioè
fornito solo di attività fondamentalmente istintive.E’ dal secondo-terzo mese
di vita fino ai 16/17 anni che si verifica progressivamente,anche se
lentamente,la maturazione della corteccia,simultaneamente allo sviluppo
cognitivo,motorio,verbale ;anche se essa procede secondo modalità innate,in
questo lungo arco di tempo, molte possono essere le interferenze positive o
negative provenienti dall’ambiente esterno.
A differenza,infatti, delle specie
inferiori,che in breve tempo raggiungono la maturità necessaria per sopravvivere
(procurarsi il cibo,difendersi dai pericoli,etc.,evidenziando il proprio
comportamento istintivo,secondo i meccanismi biologici della specie di
appartenenza) l’essere umano impiega molti anni , e precisamente tutta l’età
evolutiva ,per completare la maturazione delle sofisticate strutture del sistema
nervoso : egli,che ha in sé una parte dell’Intelligenza di Dio,è stato da Lui
creato con elevate potenzialità razionali,con infinita capacità di apprendimento
e di adattamento comportamentale,per cui è in grado di raggiungere forme
altissime di creatività,di logicità e di spiritualità.
Il neonato,dunque, siccome non dispone ancora
di funzioni psichiche,si trova in uno stato di “non differenziazione “
(secondo il termine usato da Hartmann ) .
Per lui non esistono relazioni oggettuali
,che si svilupperanno durante i mesi successivi . Egli non è in grado di
differenziare un oggetto dall’altro,né il suo corpo dall’ambiente ; anche il
seno materno o la madre sono percepiti come parte del suo corpo.
La percezione del mondo esterno gli è
preclusa in quanto ha una soglia di percezione molto alta. Questa soglia
elevata lo protegge ,nei primi mesi di vita , dagli stimoli ambientali ,che
vengono percepiti solo quando superano la predetta soglia e fanno irruzione nel
suo stato di quiete , al quale reagisce con dispiacere .Come vediamo,
il contrario dello stato di quiete è quello
di dispiacere , non esistendo per lui la tonalità piacevole.
Fino al secondo mese il neonato avrà tutte
funzioni prettamente fisiologiche ed interocettive.Solo nel terzo mese la sua
risposta col sorriso al viso dell’adulto rappresenterà il primo debole segno del
passaggio dalla passività completa ad un comportamento attivo e
intenzionale,che andrà sempre più aumentando man mano che progredirà la
maturazione e l’azione di controllo della corteccia.
Le zone più immature alla nascita sono larghe
porzioni delle aree della corteccia parietale,occipitale e frontale che
rivestono un ruolo essenziale nei processi più elevati della memoria e
dell’apprendimento.
La corteccia cerebrale,che rappresenta tutte
le strutture neoencefaliche,consente di ideare schemi individuali nella
risoluzione dei problemi,di inibire e di tenere a freno i centri sottostanti
del paleoncefalo,le cui attività istintive hanno il compito di soddisfare i
bisogni dell’organismo e di coordinare le pulsioni dell’individuo.
Essa può essere suddivisa in tre diversi
tipi di aree corticali : le aree motrici e quelle sensitive , il cui sviluppo si
verifica dal secondo mese di vita e le aree associative dal terzo mese in poi.Queste
ultime occupano la maggior parte della corteccia ; la loro estensione prevale
nettamente su quella delle aree sensitive e motrici ( che,invece, nei mammiferi
inferiori occupano quasi tutta la corteccia).
Le aree motrici inviano ordini verso la
periferia ; quelle sensitive ricevono informazioni dai vari territori del
corpo ; decodificano.poi,queste informazioni che viaggiano dagli organi
recettori verso la corteccia e permettono all’individuo di rendersi conto di
cosa succede nell’ambiente circostante o all’interno del suo stesso corpo (es.vista,tatto,dolore
) , contribuendo alla maturazione delle aree occipitali, parietali e frontali
.Le aree associative sono la sede delle funzioni di associazione e di
integrazione e sono correlate con abilità complesse come il linguaggio,la
lettura e la scrittura.
Lo sviluppo del sistema nervoso si accompagna
anche a graduali modificazioni dello EEG che può essere considerato un indice
abbastanza fedele delle tappe maturative .
Nel bambino l’EEG è irregolare e scarsamente
definito alla nascita ed assume un aspetto più regolare ad un anno di età.Un
quadro elettroencefalografico simile a quello dell’adulto viene raggiunto in
media soltanto verso i 16-17 anni , età in cui ha termine il processo di
mielinizzazione delle fibre nervose cerebrali.
E’ solo da circa un secolo che viene
riconosciuta l’importanza che le condizioni ambientali ed educative possono
assumere in rapporto alle prime fasi dello sviluppo
dell’essere umano.
In precedenza ci si preoccupava unicamente
dell’alimentazione e della salute,ignorando lo sviluppo psichico.Poichè lo si
riteneva incapace di relazioni con l’ambiente,il bambino veniva tenuto per mesi
isolato nella culla e stretto in fasce.
L’importanza dello sviluppo infantile e la
necessità di una giusta relazione tra il bambino e la madre è stata messa a
fuoco da insigni psicologi e pedagogisti del primo Novecento,i quali si sono
avvalsi del processo di scientifizzazione della psicologia,per cui essa è
divenuta una disciplina autonoma e non più un settore marginale della filosofia
; ciò ad opera dei primi psicologi ,comparsi nella seconda metà dell’800,come
Helmholtz,Fechner,Ebbinghaus,Brentano e soprattutto Wilhelm Wundt.
Questi ,nel 1879,aprì a Lipsia, in Germania
un istituto psicologico a carattere internazionale ,ove ben presto accorsero
psicologi da tutto il mondo per studiare la psicologia sperimentale dal “grande
maestro” Wundt.
Nell’ambito di una materia tanto
complessa,come è quella dello studio dell’uomo,si formarono ben presto varie
Scuole ispirate a differenti principi teorici e metodologici.
Vorrei,però, sottolineare che il primo ad
avere approfondito ,con la scoperta dell’inconscio,il mondo psichico del
bambino,mettendo in risalto l’importanza del suo rapporto con la madre ai fini
dello sviluppo del comportamento - anche se contestato in alcuni aspetti - è
stato Freud,fondatore della Psicoanalisi : se non si hanno sufficienti
esperienze e cure affettive, o se si creano conflitti interiori nella prima
infanzia,da adulti si avranno difficoltà a relazionare con gli altri,o forme di
nevrosi o di disadattamento.
Proprio a seguito delle sue intuizioni
,comprovate poi anche dalla pratica clinica,successivi psicoanalisti,come Adler
,Jung e persino Erich Fromm,ideatore della “nuova scienza dell’uomo “ e tanti
altri studiosi,pur discostandosi dalla sua teoria,hanno cominciato a guardare
alla prima infanzia come ad un’epoca in cui hanno luogo esperienze destinate a
lasciare tracce determinanti nella psiche del bambino, facendolo orientare
positivamente o negativamente verso il mondo.
Nei primi anni di vita,infatti,si sviluppa l’autostima
e si instaura uno stile di comportamento che farà da filtro alle
esperienze successive.
L’ambiente svolge, a mio avviso, per il
bambino , un ruolo davvero fondamentale.
Esso lo circonda con le sue persone,con i
suoi suoni,con i suoi oggetti,con i suoi colori ed i suoi odori,cioè con le sue
stimolazioni.
Immaginiamo cosa proverebbe qualcuno di noi
se dovesse rimanere anche solo per poche ore in uno stato di completo
isolamento !
I primi esperimenti in tal senso furono
effettuati nel 1957 da W.Heron e poi approfonditi da Cramer,mediante la
cosiddetta “camera silente “ , basata sull’isolamento acustico e sulla
monotonia sensoriale .I risultati dimostravano che la deprivazione sensoriale
sviluppa rapidamente nell’individuo illusioni ed allucinazioni.Se l’isolamento
fosse prolungato,potrebbe portare a delle modifiche nella neurochimica
cerebrale, sfocianti in comportamenti aggressivi o autoaggressivi o a scompensi
della personalità ,come si è verificato nei casi di “tortura pulita “ usata
sui prigionieri per indurli a confessare.
Altri studi hanno dimostrato che l’assenza
di stimoli e di esercizi visivi ,tattili, acustici,motori negli individui
animali o umani appena nati,può causare una menomazione permanente o una
mancanza di certe attività motorie o intellettive.
Ad esempio,se si tengono dei soggetti
nell’oscurità nei primi mesi di vita,si comporteranno in età adulta come se
fossero ciechi,oppure risulteranno gravemente impediti nelle situazioni che
richiedono una discriminazione visiva ; ciò è dovuto all’atrofia delle cellule
e delle diramazioni nervose dei lobi cerebrali che captano gli impulsi
visivi.
Così pure i bambini che nascono sordi,non
potendo sentire i loro stessi suoni che emettono dalla nascita, come tutti i
neonati,regrediscono nella fonazione sino a diventare sordo-muti.
Esperimenti opposti,condotti dal
neuropsicologo contemporaneo Mark R. Rosenzweig,dimostrano come dei ratti che
vengono allevati in un ambiente ricco di stimolazioni sensoriali e motorie sono
caratterizzati da una maturazione cerebrale più precoce : accanto a un cervello
più pesante ,a cellule nervose più numerose,gli animali mostrano di possedere
più elevate capacità in vari tests di apprendimento nel confronto di animali
allevati in isolamento e privi di stimolazioni.
Anche nel bambino, fattori ambientali
positivi possono tradursi in una accelerazione dei processi di maturazione
psicomotoria e percettiva.
Al contrario,fattori ambientali negativi (
malattie infettive,denutrizione grave,deprivazione sensoriale o
affettiva),possono ritardare lo sviluppo delle diverse strutture della
corteccia cerebrale.
Il bambino,dunque, fin dai primi giorni di
vita deve ricevere numerose stimolazioni
tattili,visive,uditive,motorie,olfattive,cinestesiche e in particolar modo
premure affettive,che alimentino il cervello in modo adeguato.
Numerosi psichiatri e psicologi
contemporanei,quali Renè Spitz,Adriano Ossicini,John Bowlby,William Goldfarb,Susan
Isaacs,Benjamin Spook,etc., hanno effettuato approfonditi studi sulla
carenza di cure materne,dimostrando che si possono verificare,in tali
casi,delle atrofie,cioè ,dei blocchi nella maturazione del tessuto cerebrale ,
che provocano danni irreversibili ed arresti di sviluppo in ogni settore della
personalità.
Interessantissimi sono, in merito, gli
scritti di Spitz sull’ “ospitalismo” e sulla conseguente “depressione
anaclitica “ che si verifica nei bambini ospedalizzati o allontanati
bruscamente dalla figura materna con la quale avevano già intrapreso un rapporto
affettivo.Tali bambini,infatti,evidenziavano un comportamento di lamentele e di
pianto nel primo mese di separazione ; di perdita di peso e di insonnia nel
secondo mese ; di rifiuto del contatto fisico e di ritardo nello sviluppo
motorio con tendenza a contrarre malattie nel terzo mese ; di posizione prona e
stato letargico dopo il terzo mese , con un rilevante indice di mortalità nei
casi più prolungati.
In realtà,dunque,per avere uno sviluppo
normale del sistema nervoso , solo cibo ed acqua non bastano !
H.F: Harlow è riuscito a dimostrare,con il
suo famoso esperimento del 1958 , che il conforto di una calda sensazione
tattile è superiore a quello che deriva dall’alimentazione.
Se,infatti, una scimmietta viene nutrita da
una “ madre adottiva” (un manichino di fil di ferro),la scimmia trascorrerà il
tempo appena necessario per nutrirsi e passerà il resto del tempo in stretto
contatto con un’altra “madre adottiva” ,cioè un manichino rivestito di morbido
panno.E anche dopo mesi riconoscerà questa seconda madre come la sua “figura di
attaccamento” ogni qualvolta avrà bisogno di essere confortata.
Poiché le strutture cerebrali che regolano
questi meccanismi emotivi sono simili nel neonato e nella scimmia,Harlow
ipotizzò che gli stessi atteggiamenti dovessero verificarsi anche nel bambino.Esperimenti
successivi ,infatti, confermarono questa ipotesi.
Vorrei chiarire,però, che anche se nei primi
mesi di vita il comportamento del bambino e quello della scimmietta si
equivalgono,successivamente le loro linee di condotta si separano nettamente.
Ciò perché nel bambino si manifesta lo sviluppo lento delle facoltà
intellettive,mentre nell ‘animale ci sono sempre gli stessi schemi
comportamentali,che non si evolvono in forme individuali e ricche e di
esperienza,come avviene nell’essere umano !
Tornando,quindi,al rapporto tra madre e
neonato,è pur vero che nella maggior parte dei casi l’alimentazione e il
contatto pelle - pelle avvengono contemporaneamente, ma vi sono delle
situazioni in cui egli viene alimentato in fretta, di malavoglia e non è
sufficientemente rassicurato.
In questi casi ricercherà la vicinanza e la
compagnia di quelle persone che, avvolgendolo con il loro corpo e parlandogli
dolcemente, gli forniscono le sensazioni di conforto tattile di cui ha
bisogno,indipendentemente dalla gratificazione alimentare.
Una serie di osservazioni scientifiche ha
dimostrato che quei neonati, che ricevono una manipolazione supplementare di
venti minuti al giorno, piangono di meno dei loro coetanei che vengono
dimenticati per lunghe ore nella culla ; essi sono, inoltre, anche visivamente
più vigili perché placati dal contatto fisico,sono meno tesi e meno inclini ad
irritarsi.
Come ben si vede,il bambino ha bisogno di
sentirsi curato ed amato da chi sta intorno a lui ed è necessaria la
comunicazione e l’intesa con la madre, con la quale egli instaura un codice di
mimiche e di azioni seguite da vocalizzi che anticipano il linguaggio.
Il codice usato con la madre è di vitale
importanza,in quanto,come sostiene J.Bowlby, l’essere umano è “programmato”
,per un meccanismo legato alla sopravvivenza (potremmo dire per il suo DNA) ad
attaccarsi a qualcuno, che diviene la sua “figura di attaccamento “
.Quando,infatti,non riconosce tale codice,trovandosi con persone estranee,entra
in uno stato di angoscia.
Mi piace ricordare che quando ho presentato
il libro di M.R.Pagnani “Dormi tesoro”,composto di 22 ninne nanne,ho apprezzato
molto l’autrice per la sua riscoperta della ninna nanna negli anni 2000.Tale
libro,infatti,anche se con un contenuto apparentemente semplice,vuole essere un
diretto messaggio alle mamme
di oggi,le quali,non tutte certamente,cantano
ancora la ninna nanna ai propri figli,per motivi di lavoro o per l’evoluzione
dei tempi.
Essa,invece,potrebbe rivelarsi importante,
perché da un lato rafforza il rapporto affettivo tra madre e bambino e
dall’altro favorisce il sonno ,che è per l’organismo un bisogno
neurofisiologico indispensabile .
Nell’approccio al sonno,infatti, il bambino,
sentendosi cullato,ascoltando suoni e parole dolci dirette solo a lui,avendo la
vicinanza di una persona sorridente che gli dedica del tempo,riceve grande
conforto affettivo,nonché una serie incredibile di informazioni e di
stimolazioni ,più importanti della stessa nutrizione, come già abbiamo visto.
In tal modo acquisisce anche il modello
educativo di una persona dolce,
premurosa,paziente ;modello di comportamento
tanto importante per il processo di identificazione dell’Io.
Lo stato di serenità,di sicurezza emotiva e
di benessere,inoltre,che sprigiona da tale rapporto,favoriscono un aumento del
livello di endorfine,il cosiddetto ormone endogeno di gratificazione,nonché
delle difese immunitarie e nello stesso tempo predispongono il bambino ad un
sonno migliore.
Dobbiamo tenere presente che il sonno
è di fondamentale importanza per la vita dell’uomo,in quanto ha il compito di
“recupero biologico” dell’organismo,cioè di ripristinare la energia
spesa durante il giorno e di consolidare la memoria e l’apprendimento.
Perché ciò avvenga pienamente,il sonno,come
sostiene il neuro- psicologo Williuam Dement ,deve essere qualitativamente buono.Durante
il sonno,infatti si verifica una notevole secrezione dell’ormone della crescita
(somatotropina),che è importantissimo per lo sviluppo infantile,tanto che
vengono attribuiti al cattivo sonno ( in situazioni di
rumore,promiscuità,agitazione) alcuni ritardi della crescita .
Con l’invenzione dell’elettroencefalogramma ,
che registra i movimenti oculari,neuropsicologi tra cui Fisher ,Jouvet,hanno
evidenziato che il sonno del bambino,il quale dorme molto,fino a 16 ore al
giorno,è prevalentemente REM,ovvero ricco di sogni.
Il sonno REM (rapid eye movements) o sonno
paradosso,energia onirica importantissima (che si alterna a quello ortodosso,
sonno lento privo di sogni),apportando intensa irrorazione sanguigna al cervello
con elevata temperatura,è responsabile delle sintesi chimiche indispensabili
per i processi di rigenerazione e di adattamento del cervello stesso.
Se,infatti,l’attività onirica viene a mancare
o perché si impedisce totalmente il sonno in un individuo,o perché lo si
depriva selettivamente del sonno REM,tramite psicofarmaci o droghe,etc.,si
verificano menomazioni psicofisiche che vanno,da
forme di sonnolenza o di allucinazioni,a
gravi alterazioni biochimiche cerebrali che offuscano le capacità intellettive.Esperimenti
su soggetti animali ne hanno constatato la morte.
E’ da sottolineare che i bambini iniziano a
sognare molto presto e che nei loro sogni sono sempre presenti la madre
,l’ambiente familiare,i bisogni fondamentali come la nutrizione,la sicurezza
emotiva o , nei bambini dai due ai sei anni,i complessi edipici.
Ma il sogno,come sostiene Freud nella sua
“Interpretazione dei sogni “ , trasforma sia nei bambini che negli adulti,le
pulsioni ed i desideri inappagati o conflittuali della vita diurna in immagini
simboliche,evitando che essi possano essere angosciosi e disturbare il sonno.
Freud,perciò, definisce i sogni “custodi “ o
“guardiani” del sonno.
In conclusione,perché si abbia una
equilibrata maturazione del comportamento ed un sano ed integrale
sviluppo psicofisico,devono essere offerti all’essere umano, sin dalle prime ore
di vita,contatti con gli altri,stimolazioni sensoriali e rapporti affettivi.
L’uomo,infatti,è dotato di una vita affettiva
e sociale oltre che di intelligenza,per cui è necessario che l’educazione sia
finalizzata non solo alla sfera intellettiva,ma anche alla sfera emotiva,che è
la più fragile nel processo di sviluppo.
La funzione principale della persona che
segue il bambino è ,dunque, di dargli calore,amore e sicurezza,di arginare le
sue naturali angosce,di mettersi da parte qualora egli non abbia bisogno di
lei,di capire i suoi interessi per far sviluppare in lui l’autonomia,l’autostima
ed il vero Sé ; deve cioè favorire le occasioni e le esperienze necessarie
per aiutarlo a realizzare nel modo migliore le sue modalità comportamentali,nel
rispetto delle predisposizioni genetiche volute da Dio per lui .
Fonte : scritti
e appunti della professoressa Elisa Sparano Bosco. E-mail:
gabrirobur@alice.it . La
Redazione di ARTCUREL ringrazia l'avvocato Carlo Bosco, marito dell'Autrice, per la
collaborazione nella pubblicazione dell'articolo.
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