Padre Claudio Traverso
LUCI NEL BUIO
IL TUO VOLTO,
SIGNORE, IO CERCO
Ecco quello che potremmo qualificare come la
ricerca del volto di Dio.
Il
volto di Dio che rifulge nella Pasqua del Cristo costituisce una dimensione
costitutiva della liturgia Pasquale e svela definitivamente chi è il Maestro per
il quale s'intraprende e si rinnova un cammino di sequela.
Il
Salmo antico sembra suggerirci l'ispirazione spirituale attorno alla quale tutto
si raccoglie: «Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto » ; il tuo
volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto ... » (Sal 27,8-9). Il
volto di chi sta in mezzo a noi «come colui che serve»
La
narrazione di Lc 22,14-34 è un testo capace di condurci con immediatezza e
profondità nel clima di quella cena di vigilia, intenzionalmente programmata
nell'imminenza della passione di Gesù.
Siamo
colpiti da una rivelazione folgorante del Maestro («io sto in mezzo a voi come
colui che serve... ») proprio nel cuore d'una discussione mondana (su «chi è il
più grande»). Ed è mondana proprio perché è ben lontana dal riconoscere il volto
vero di Gesù; non è infatti quello di chi ha potenza e garantisce perciò i
favori ai suoi fedelissimi. Il dibattito tra i dodici evidenzia una distanza
grande tra Gesù e i discepoli, nonostante il contesto di straordinaria
familiarità. E’ lontano dal volto vero di Gesù anche Pietro; lo pensa meno
esigente, se presume di garantire con sicurezza la propria perseveranza (v. 33).
E lo è
soprattutto Giuda che ha ormai collocato altrove il proprio cuore; quel volto
del Maestro gli diviene del tutto insopportabile.
I
tratti del volto di Gesù vanno cercati piuttosto in altre direzioni, sempre
aiutati dal racconto lucano. Sono quelli che sottolineano come il Maestro sia
colui che desidera una comunione vera: «ho desiderato ardentemente di mangiare
questa Pasqua con voi, prima della mia passione ... » (v. 15). Lui che prega
per noi, come ha fatto per Pietro: «ma io ho pregato per te, che non venga meno
la tua fede», affidando addirittura a dei discepoli fragili il compito di
aiutare i fratelli: «e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (v.32).
Soprattutto ha il volto di chi si mette a servire gli altri pur essendo lui il
più grande: «chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo, e chi
governa come colui che serve» (v. 26).
Di
fronte a un volto così rinasca una scelta di discepolato autentico; e si faccia
strada sempre più nitidamente la libertà d'una consegna di se stessi umile e
insieme tenace, propria di chi ha imparato a non presumere delle proprie forze e
a confidare in Dio. E ci persuada fino in fondo quella modalità tipicamente
cristiana d'essere maestro servendo i fratelli. Siamo al cuore della nostra
vocazione di discepoli.
Da
considerare il pensiero vibrante e profondo di Paolo: il volto di Dio che Gesù
ci ha svelato non coprirà l'incoerenza di chi si trincera nell'osservanza delle
tradizioni religiose e non rinnova invece il cuore e la vita («quando vi
radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore»: 1 Cor
11,20).
E'
solo il volto inatteso e straordinario di Gesù che s'incammina nella
sconcertante strada della Passione proclamata dal testo evangelico di Matteo a
dischiuderci la buona notizia del Vangelo. «Il tuo volto Signore io cerco». Ti
preghiamo così Signore, rinnovando la nostra dedizione della vita, per radicarci
nell'appartenenza a te. Solo questa densità di discepolato può dare sostanza
alla fede che viviamo; perché sia quello della vita donata, del servizio
gratuito e gioioso al Signore e alla Chiesa.
Perciò
nei secoli la fede ha cercato quel Volto su cui far riposare la sua sete, da cui
attingere la pace, anticipo della bellezza eterna: il Volto di Cristo è stato
rappresentato, evocato, inseguito.
Di questo sguardo ci parla proprio quest’anno il Santo Padre Benedetto XVI: "Anche oggi lo sguardo commosso di Cristo non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli". E mai come oggi "è necessario che il nostro sguardo sull’uomo si misuri su quello di Cristo… Occorre cercare quello sguardo, farsi pellegrini verso quella luce".
Di questo sguardo ci parla proprio quest’anno il Santo Padre Benedetto XVI: "Anche oggi lo sguardo commosso di Cristo non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli". E mai come oggi "è necessario che il nostro sguardo sull’uomo si misuri su quello di Cristo… Occorre cercare quello sguardo, farsi pellegrini verso quella luce".
Abbiamo trovato accesso ad una vita nuova e pienamente consapevole mediante il
lieto annuncio di Cristo. Nelle gioie e nelle fatiche di ogni giorno celebriamo
comunitariamente, in letizia, la sua Cena, che ci dà la forza di perseverare
nonostante tutte le prove e le sofferenze.
Signore, luce e salvezza delle anime nostre,
ravviva in noi la fiducia nel tuo amore:
donaci la forza di credere e di sperare, fino al
giorno in cui,
nella terra dei viventi, potremo contemplare la
tua bontà !
Buon cammino !
Fonte : http://www.cantalleluia.net
, website a cura di Padre Claudio Traverso .
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