martedì 23 luglio 2019

LUCI NEL BUIO IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO, di padre Claudio Traverso



Padre Claudio Traverso
 


LUCI NEL BUIO
IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO
 


Ecco quello che potremmo qualificare come la ricerca del volto di Dio.

Il volto di Dio che rifulge nella Pasqua del Cristo costituisce una dimensione costitutiva della liturgia Pasquale e svela definitivamente chi è il Maestro per il quale s'intraprende e si rinnova un cammino di sequela.
Il Salmo antico sembra suggerirci l'ispirazione spirituale attorno alla quale tutto si raccoglie: «Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto » ; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto ... » (Sal 27,8-9).  Il volto di chi sta in mezzo a noi «come colui che serve»
La narrazione di Lc 22,14-34 è un testo capace di condurci con immediatezza e profondità nel clima di quella cena di vigilia, intenzionalmente programmata nell'imminenza della passione di Gesù.
Siamo colpiti da una rivelazione folgorante del Maestro («io sto in mezzo a voi come colui che serve... ») proprio nel cuore d'una discussione mondana (su «chi è il più grande»). Ed è mondana proprio perché è ben lontana dal riconoscere il volto vero di Gesù; non è infatti quello di chi ha potenza e garantisce perciò i favori ai suoi fedelissimi. Il dibattito tra i dodici evidenzia una distanza grande tra Gesù e i discepoli, nonostante il contesto di straordinaria familiarità. E’ lontano dal volto vero di Gesù anche Pietro; lo pensa meno esigente, se presume di garantire con sicurezza la propria perseveranza (v. 33).
E lo è soprattutto Giuda che ha ormai collocato altrove il proprio cuore; quel volto del Maestro gli diviene del tutto insopportabile.
I tratti del volto di Gesù vanno cercati piuttosto in altre direzioni, sempre aiutati dal racconto lucano. Sono quelli che sottolineano come il Maestro sia colui che desidera una comunione vera: «ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione ... » (v. 15).  Lui che prega per noi, come ha fatto per Pietro: «ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede», affidando addirittura a dei discepoli fragili il compito di aiutare i fratelli: «e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (v.32). Soprattutto ha il volto di chi si mette a servire gli altri pur essendo lui il più grande: «chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo, e chi governa come colui che serve» (v. 26).
Di fronte a un volto così rinasca una scelta di discepolato autentico; e si faccia strada sempre più nitidamente la libertà d'una consegna di se stessi umile e insieme tenace, propria di chi ha imparato a non presumere delle proprie forze e a confidare in Dio. E ci persuada fino in fondo quella modalità tipicamente cristiana d'essere maestro servendo i fratelli. Siamo al cuore della nostra vocazione di discepoli.
Da considerare il pensiero vibrante e profondo di Paolo: il volto di Dio che Gesù ci ha svelato non coprirà l'incoerenza di chi si trincera nell'osservanza delle tradizioni religiose e non rinnova invece il cuore e la vita («quando vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore»: 1 Cor 11,20). 
E' solo il volto inatteso e straordinario di Gesù che s'incammina nella sconcertante strada della Passione proclamata dal testo evangelico di Matteo a dischiuderci la buona notizia del Vangelo.  «Il tuo volto Signore io cerco».  Ti preghiamo così Signore, rinnovando la nostra dedizione della vita, per radicarci nell'appartenenza a te. Solo questa densità di discepolato può dare sostanza alla fede che viviamo; perché sia quello della vita donata, del servizio gratuito e gioioso al Signore e alla Chiesa.
Perciò nei secoli la fede ha cercato quel Volto su cui far riposare la sua sete, da cui attingere la pace, anticipo della bellezza eterna: il Volto di Cristo è stato rappresentato, evocato, inseguito.
Di questo sguardo ci parla proprio quest’anno il Santo Padre Benedetto XVI: "Anche oggi lo sguardo commosso di Cristo non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli". E mai come oggi "è necessario che il nostro sguardo sull’uomo si misuri su quello di Cristo… Occorre cercare quello sguardo, farsi pellegrini verso quella luce".
Abbiamo trovato accesso ad una vita nuova e pienamente consapevole mediante il lieto annuncio di Cristo. Nelle gioie e nelle fatiche di ogni giorno celebriamo comunitariamente, in letizia, la sua Cena, che ci dà la forza di perseverare nonostante tutte le prove e le sofferenze.

Signore, luce e salvezza delle anime nostre, ravviva in noi la fiducia nel tuo amore:

donaci la forza di credere e di sperare, fino al giorno in cui,

nella terra dei viventi, potremo contemplare la tua bontà !

Buon cammino !
 

 


Fonte : http://www.cantalleluia.net  ,  website a cura di Padre Claudio Traverso .















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