Clara Antoniani Di Gennaro
NATALE
"Voi chi dite che io sia ?" Chiede
Gesù ai suoi discepoli. E Pietro risponde: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente". E Gesù: "Beato te... perché te l'ha rivelato il Padre mio" (cfr. Mt.
16,15).
Anche a noi il Padre che sta nei
cieli deve rivelarlo perché nel Natale ogni creatura sappia riconoscere in quel
Bambino, nato in una grotta, il Salvatore promesso dall'amore misericordioso,
accoglierlo ed adorarlo. In lui il divino si incontra con l'umano, il temporale
con l'eterno: è la pienezza del tempo! Ecco il Natale, il punto focale di tutta
la storia della salvezza.
E' tutta la Trinità che partecipa a
questa incarnazione: l'intenzione, l'impegno, la decisione del piano salvifico è
del Padre; il Figlio in obbedienza al Padre, e per amore della creatura, entra
nel divenire ed è l' "Emanuele", il "Dio con noi"; lo Spirito Santo si impegna
nella realizzazione del progetto.
La liturgia orientale nel Natale
canta così: "Danza ed esulta, creazione del Signore, perché il tuo Salvatore è
nato!". "Gloria a Dio nel più alto dei cieli" (Lc 2,14) cantano gli
angeli.
"Ora lasciami andare - chiede
Simeone - perché i miei occhi han visto la tua salvezza" (Lc 2,29). Matteo
col suo Vangelo vuole dimostrare ai Giudei che in quel Bambino si compiono le
scritture. Il popolo attendeva un capo politico, restauratore della
monarchia davidica. Pochi aspettavano quel "Messia" promesso dal Padre: Maria,
Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria, Simeone, Anna, Giovanni Battista e gli esseni di
Qumran.
I pastori crederono all'Angelo: "Vi
annuncio con grande gioia oggi vi è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il Segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una
mangiatoia, ed essi andarono senza indugio...e se ne tornarono glorificando e
lodando Dio" (Lc 2,10).
Sentiamo rivolto anche a noi
l'annuncio dell'Angelo e andiamo al presepe, inginocchiamoci ed adoriamo: "il
Verbo si è fatto carne!". Gridiamolo al mondo distratto nel Natale da tante e
tante cose che allontanano dalla sacra verità!
Perché questo grande avvenimento
ricorre il 25 dicembre ? La Chiesa primitiva celebra il fatto storico
della nascita del Cristo innestando questa festa in una festa pagana in onore
del dio Mitra, il dio Sole dei persiani che in Roma aveva tanto riconoscimento.
Era la festa della luce (sono semi del Verbo inviati all'umanità) perché è in
questi giorni dell'anno solare che le notti cominciano ad essere più corte e
Giovanni nel prologo del suo Vangelo ci dice: "la luce splende nelle tenebre...Egli
venne per rendere testimonianza alla luce". Anche Isaia aveva profetato: "Viene
la luce, la gloria del Signore brilla sopra di te" (Is 60,1).
Per quel che riguarda l'anno i
vangeli e la Chiesa primitiva non ebbero la preoccupazione di tramandarci una
biografia di Cristo ma vollero donarci il messaggio per la nostra formazione
spirituale. fu il monaco sciita Dionisio il Piccolo nel sec. VI a fissare la
data della nascita di Gesù nell'anno 750 di Roma, errando così con un ritardo di
4 o 6 anni, non tenendo conto del Censimento di Quirino e dell'anno della morte
di Erode, fatti storicamente affermati da scrittori extrabiblici come Giuseppe
Flavio, Tacito, Svetonio...e accennati da Luca e da Giovanni.
Cristo è nato per tutti "non ha
preferenze di persone... a qualunque popolo appartengano" (cfr AA 10,31).
A quanti non sanno ancora del grande
evento o che rimangono dubbiosi dinanzi a quel Bambino, auguriamo di sentire nel
loro profondo la grande risposta che ricevettero i pastori della "Buona Novella"
di Giovanni Pascoli (In Oriente) giunti in prossimità della grotta: " Noi
cercavamo quei che non muore...Dio"... Rispose all'uomo l'Universo :
- " E' quello ! " -
Fonte : scritti e
appunti della teologa Clara Antoniani Di Gennaro .
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