mercoledì 24 luglio 2019

PACS : lo strano affare dei diritti senza doveri Lettera aperta , di Adele Caramico



Adele Caramico
FAMIGLIA  E  VITA
 
Sacra Famiglia

 
PACS : lo strano affare dei diritti senza doveri
Lettera aperta
 
 
Signor Presidente del Consiglio,
Signori Ministri,
Onorevoli Deputati e Senatori,
 
 
ci pare del tutto condivisibile la presa di posizione dell’Osservatore Romano (9-10 dicembre) a proposito delle dichiarazioni fatte da membri della maggioranza di governo sulla scadenza del 31 gennaio, data entro la quale verrà presentato un disegno di legge che riconosca valore giuridico pubblico alle unioni di fatto, cioè a coppie eterosessuali conviventi e non sposate, ma anche a coppie omossessuali conviventi.
A costo di risultare rigidi e intransigenti è necessario ripetere con tutto il fiato che abbiamo in gola il nostro « no » a questo ennesimo regalo ‘sociale’ che il governo Prodi vuole fare agli Italiani. In meno di un anno è oramai sinistramente stonato il sottotitolo del programma di governo dell’Unione : « per il bene dell’Italia ».
Quale bene, Presidente Prodi ?
Quale bene può venire a un Paese se se ne polverizzano le fondamenta della vita comunitaria ? Secoli di riflessioni filosofiche hanno individuato nella famiglia la base della società e dello Stato, ma il nome di Hegel dirà ancora qualcosa a qualcuno ? La famiglia tante volte è stata indicata come il primo livello della socializzazione e dell’educazione. E adesso si vogliono mischiare le carte e fraintendere  e relativizzare l’essenza del nucleo familiare. Il primo dei grandi cavalli di battaglia dei « nemici della famiglia » è : « Ma l’idea di famiglia è cambiata, ha avuto un’evoluzione e bisogna stare a passo coi tempi ».    Certo, bisogna stare a passo con i tempi.     Ma che razza di tempi sono questi, se non si è più in grado di osservare l’evidenza : che piaccia o meno un nucleo familiare è composto da un uomo e una donna, che possono procreare figli. E’ talmente  e banalmente evidente che si comincia ad avere paura di dirlo, secondo il nuovo costume dominante per cui la dittatura del pensiero non si esercita con la violenza, ma con la persuasione occulta. La purtuttavia assurda pretesa di fare di un insieme di pratiche sessuali una scelta libera e fonte di diritti (a quando i feticisti avranno i loro specifici ‘diritti civili’ in quanto feticisti ?) sfocia – neppure paradossalmente – nel creare miriadi di ‘ghetti’ protetti : mentre il razzismo biologico voleva sopprimere certi ghetti (che so, i malati di mente, gli zingari, gli omossessuali stessi), il nuovo sfrenato individualismo mira a proteggere tutti i ghetti, perché vi ci si entra e vi ci si esce ‘a piacere’. Non c’è più nulla di naturale, l’uomo diventa una costruzione al servizio di ogni fantasma, il principio di realtà non esiste più. Anche alla fine dell’Impero Romano la società vedeva tutto come una libera scelta : poi arrivarono i barbari, e solo la mediazione del Cristianesimo impedì una tabula rasa. 
Un uomo e una donna non sono famiglia per il solo fatto di essere eterosessuali, ma perché decidono di unire le loro vite, non solo i loro corpi, e quindi se ne prendono la responsabilità pubblica (il matrimonio) assumendo dei precisi doveri che gli articoli di legge ricordano e godendo di alcuni diritti che provengono dalla loro scelta. E poi possono decidere, se ne hanno la fortuna, di mettere al mondo dei figli e di educarli, ma il nucleo familiare è già costituito prima dell’eventuale arrivo dei pargoli, perché la società conferisce uno statuto privilegiato ad una comunità che naturalmente è potenzialmente capace di generare figli. A meno che non si celi dietro alle nuove proposte il delirio dell’uomo artificiale, contro cui infinite tradizioni culturali mettono in guardia, ma che dall’Ottocento in poi molti pensatori traboccanti di umanità hanno fomentato.
Detto questo, alle coppie eterosessuali non-sposate, ma stabilmente conviventi – la stabilità è richiesta dal programma prodiano (cfr. p.72) quasi ci fosse un modo per misurarla - vorremmo tanto domandare :    perché non siete sposati ?
Perché la vostra è un’unione frutto di matrimoni precedenti falliti ? Non può essere il vero motivo perché è da un pezzo che esiste il divorzio. Allora forse non credete all’ « istituzione del matrimonio » ? Sì, in effetti quasi sempre è così. Fa molto intellettuale di sinistra dire questa frase, o meglio lo faceva. Perché è dalla fine degli anni sessanta che la si sente e francamente ci ha un po’ stufato. E’ ormai del luogocomunismo puro e semplice ed è proprio incredibile che continui ad essere pronunciata con l’aria di chi sente di aver fatto una grande scoperta. Eppure è così.
Non si crede al matrimonio dunque. Come dire che non si crede ad un’istituzione che lo Stato prevede per fornire alle coppie stabilmente conviventi diritti e doveri. Questo è il punto : non è tanto che non si creda al matrimonio, in realtà non si vogliono i doveri del matrimonio. Non a caso la parola più gettonata e inflazionata dei sostenitori dei Pacs è DIRITTI. Povero Kant, quanto anche la sua di riflessione è stata inutile visti questi risultati…Si vogliono solo i diritti - ad un esame attento si nota facilmente che i diritti che sarebbero riconosciuti con i Pacs sono gli stessi del matrimonio civile -  ma si pretende di non avere doveri. In effetti, che doveri hanno due contraenti di Pacs ? Nessuno. La legge positiva può tutto, in fondo come un dittatore assoluto ; se la legge protegge un comportamento, qualunque esso sia, o ancora se definisce una condizione di vita e la protegge in chi vi si riconosce, allora tutto ciò che la legge protegge è immediatamente giusto e legittimo. Ma questa onnipotenza della legge, è garantita da qualcosa oltre al principio del piacere ?
Guai a negare i diritti a qualunque formazione eversiva dell’ordine naturale. Si possono negare dei diritti ad una comunità religiosa in quanto tale, dato che i tecnocrati traboccanti di umanità sanno che la religione porta con sé ogni male, fatto che hanno sperimentato con successo con il loro imperialismo culturale nei paesi extra-occidentali, che veicolano violenza a causa delle loro religioni tradizionali, non per le blasfemie che la tecnocrazia del mondialismo (europeo e mondiale) perpetra sistematicamente. E questi diritti devono essere pubblici, non basta che siano privati (chessò una qualche forma di accordo prevista dal diritto privato), devono per forza ricevere una legittimazione legislativa. La negazione di ogni legittimità morale conduce alla tirannia della legge che tutto definisce : rimossa la coscienza del male, basta che la legge mi dica che faccio bene, e tutto diviene bene, almeno sino a quando non cambio idea. E’ quindi la legge italiana che deve sancire che i Pacs sono in difesa dei diritti di quei cittadini che  non vogliono però doveri.
Ma c’è sempre un peggio per ogni male, e in questo caso forse è proprio il vero obiettivo del tutto : questi stessi diritti, senza alcun dovere, li vogliono anche le coppie omosessuali. Non basta loro la nostra società aperta e permissiva in cui il loro ‘orientamento sessuale’ è pubblicizzato fino a divenire motivo di grande orgoglio, vittime che gareggiano con gli ebrei per essere altrettanto vittime di loro (l’omofobia si pretende un crimine quanto la negazione dei campi di sterminio nazionalsocialisti o comunisti, dove ebrei sono pure morti). Non basta loro la possibilità di stabilire un accordo privato in base al quale i beni dell’uno possono essere lasciati all’altro con un testamento – ricordo che Freddie Mercury, famoso non solo per la sua bisessualità, ma soprattutto per la sua straordinaria voce e il suo genio musicale unico, lasciò parte delle sue fortune al suo ultimo compagno e addirittura ai suoi amatissimi gatti.
Ma gli omosessuali famosi o meno dei nostri giorni vogliono che sia lo Stato a garantire l’esecuzione delle loro volontà e di alcuni loro desideri. E loro cosa garantiscono allo Stato e agli altri cittadini in quanto coppia ? Nulla. E’ proprio uno strano affare : diritti pretesi in cambio di nulla. Mentre in Europa ci trastulliamo sull’orlo del precipizio con questi giochi suicidari, il resto del mondo sviluppa il diritto demografico (facendo figli) di succhiare alle mammelle dei più ricchi. Bella immagine tardo-antica e medievale, ma questo diritto demografico a volte porta a strappare quelle stesse mammelle. E’ stato giusto creare premi alla denatalità, dall’aborto alla costante pressione sull’aumento dei prezzi che hanno fatto passare delle schiavitù (per esempio, la necessità e non la scelta di avere due stipendi in famiglia) come conquiste sociali ? La storia ci insegna che un popolo ha il diritto di suicidarsi, ma è diabolico chiamare un suicidio ricerca della felicità.
E come ciliegina sulla torta ecco la cara, vecchia, irrinunciabile polemica – che diventa spesso attacco feroce – contro la Chiesa. Basta leggere l’editoriale di Scalfari del 10 dicembre (per fortuna eccellentemente replicato in rete su ilmondochevogliamo.net) per notare con evidenza lampante che la Chiesa Cattolica diventa il grande bersaglio da colpire anche con il diritto ai Pacs. Senza voler entrare nel merito di atti di maleducazione intollerabile verso Sua Santità Benedetto XVI, bisogna comunque saper vedere, come invita a fare anche P. Livio Fanzaga dai microfoni di Radio Maria, anche oltre ciò che viene proposto in superficie, una ‘battaglia’ per i diritti civili in superficie è spesso in profondità un attacco ai messaggi più importanti che da due millenni il Cristianesimo porta con sé.
Insomma, le riflessioni si susseguono e non si può fare a meno di pensare che cosa abbiamo noi meno di loro, noi che accettiamo  e ci impegniamo a rispettare i doveri del matrimonio, che assumiamo il compito di spendere energie materiali (e non) per educare i nostri figli, Presidente Prodi, Ministra Pollastrini (guardi che non sta affatto tutelando le pari opportunità, se compromette le famiglie), Ministra Bindi, Onorevoli e Senatori che cosa abbiamo meno di loro ?  Non ci sta proprio bene questo ddl, e quindi anche se non ricopriamo incarichi politici o cariche pubbliche di rilievo sentiamo il bisogno di far sentire la nostra voce a voi che siete gli eletti del popolo e non potete legiferare per accontentare una parte del Paese infischiandovene di quello che pensano tutti gli altri che sono di certo la maggioranza.
Non vi accorgete proprio che i Pacs porteranno tutti i cittadini a fare questa riflessione e che la dissoluzione della famiglia sarà già in stadio avanzato ?
Non meriterebbero forse aiuti in modo prioritario e sostanzioso le famiglie che stentano ogni mese ?
 

Postilla : si conoscono tante persone, anziani e giovani single, che dividono le loro giornate con un cane o un gatto, che li colma di quell’affetto che altri uomini non sono in grado di dare loro. Perché non pensate, Egregi Ministri anche ai loro diritti ? Perché non proponete coerentemente anche  un Pacs ad hoc anche in questi casi ?
 
Piero e Adele Stenta
Luca e Antonella Parisoli
Fabio Masci
Antonio Adorno
e
tutti gli aderenti al sito e alla Mailing List di Bioetica e Famiglia ( www.bioeticaefamiglia.it )
 
 
 


Fonte :  www.bioeticaefamiglia.it , sito di Morale familiare e Bioetica a cura della dott.ssa Adele Caramico Stenta.











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