PAOLO DI TARSO
di Lucia Cecca
Paolo nasce a Tarso di Cilicia verso l’anno
10 della nostra èra, da una famiglia giudaica, ebbe una profonda educazione
religiosa secondo le dottrine dei farisei.
Persecutore accanito della chiesa cristiana, fu poi
convertito sulla via di Damasco dalla apparizione di Gesù risorto
manifestandogli la verità della fede.
Per Paolo Dio è tutto, lo serve con lealtà assoluta,
il suo ardore la sua passione si rivelano nelle sue lettere.
Paolo ci fa conoscere il progetto di Dio, il
significato che ha la vita dell’uomo, la verità di fare, l’azione e l’amore in
tutte le sue dimensioni.
Il punto di aggancio con la realtà sta proprio nella
esigenza che sente l’uomo di dare un senso alla sua vita nella sua capacità di
amare.
Il Vangelo è Cristo vivente che, nella sua morte e
resurrezione, si presenta alla coscienza di ogni uomo, inducendolo ad una presa
di posizione radicale per un si o per un no.
Mediante l’annuncio del Vangelo l’uomo è invitato ad
inserirsi nel progetto di Dio, il progetto è totale, coinvolge tutto ciò che
esiste, la storia, il mondo, il cosmo.
Coinvolge tutti i singoli uomini che sono invitati
per nome a prendervi parte nella situazione concreta in cui vivono, è una
benedizione, un atto di grazia e di amore.
Paolo ci parla del tempio il luogo in cui avviene
l’incontro tra l’uomo e Dio.
Uniti a Cristo mediante il Battesimo il cristiano è
santificato in permanenza ( 1Cor 1,21) deve quindi separarsi sempre più dal
profano e dedicarsi a Dio.
Il Battesimo è l’espressione ecclesiale della scelta
che il fedele fa di Cristo e della redenzione che ne segue.
La vita del cristiano associata a Cristo
“primogenito” è una vita di figlio, Dio è per lui il padre impegnando nella sua
paternità tutta la sua divinità, il fedele da tutto se stesso nell’essere figlio
di Dio insieme a Cristo.
La vita reale di figlio è resa possibile dallo
Spirito nel quale il Padre e Cristo partecipano se stessi.
Lo Spirito inserendosi nello spirito dell’uomo, lo
segue in tutta la sua attività, specificandola e qualificandola.
Animato da questa forza vitale, il cristiano ne
esprime il “frutto” in una vita in cui è in grado di realizzare la sua
autenticità più profonda.
La Chiesa infine costituisce la rivelazione e la
moralizzazione del progetto di Dio ed è questa la “concretizzazione” storica di
Cristo stesso (Ef. 1,22-23).
La mia realizzazione del tempo è in fase di
crescita, nonostante tutto, il mondo va avanti.
Non è fatto, si sta facendo e tende ad una sua
pienezza.
Tutto il male presente sarà superato ed il bene che
si intravede potenziato all’infinito.
E’ l’ “utopia cristiana”, fatta di speranza.
Fonte : scritti e
appunti di Lucia Cecca, Laureata in Scienze Religiose presso la Pontificia
Università Gregoriana. E-mail:
lucia.cecca@maurarte.com
.
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