PENSIERI E RIFLESSIONI
di Antonia Chimenti
LA CROCE COME VALORE
Senza inutili compiacimenti si può affermare che
quando la vita e' incentrata sul Cristo Redentore ogni evento è considerato alla
luce di questa realtà umana e sovrumana. Tutto acquista un senso, anche gli
eventi negativi, che non scalfiscono la Fede, ma, al contrario, la rinsaldano,
in quanto ogni evento evidenzia la sua importanza o la sua futilità nel suo
rapporto con la realtà del Sacrificio del nostro Creatore.
Da ciò deriva l'ordine in cui collocare le cose che sono veramente importanti e il riconoscere come finalità della vita la necessità di redimere se stessi e il mondo, tenendo fisso lo sguardo a quel cammino doloroso, che si e' concluso con la Crocifissione, ma che e' glorificato nella Risurrezione, cioè nella vittoria della vita spirituale.
Da ciò deriva l'ordine in cui collocare le cose che sono veramente importanti e il riconoscere come finalità della vita la necessità di redimere se stessi e il mondo, tenendo fisso lo sguardo a quel cammino doloroso, che si e' concluso con la Crocifissione, ma che e' glorificato nella Risurrezione, cioè nella vittoria della vita spirituale.
IL VERO CRISTIANO E' SANO DI
MENTE
Gesù fu Maestro e Medico. Medico dell'anima e del
corpo. Il Cristiano, in virtù della sua amicizia col Redentore, vive il suo
tempo con realismo e forza. Non teme il male, perché chiede ogni giorno al Padre
di esserne liberato. Non chiede la libertà nell'arbitrio; chiede la liberazione
dal male, quel male che insudicia l'anima. Non teme attacchi ed insulti, perché
si corrobora alla fonte della Grazia e della Parola divina e riversa nel mondo
l'energia spirituale che ne deriva.
Il Cristiano e' lievito per un pane sempre fresco da distribuire per il nutrimento dell'umanità. Il Cristiano dona se stesso, si da' in pasto per il Regno, come il suo Dio. In ogni ambiente, in ogni attività, in ogni condizione sociale il Cristiano anima con dinamismo sempre inedito la materia. Porta vita e luce. Il Cristiano non fa crociate contro qualcuno, ma porta la croce con gioia; domina il dolore con un sorriso. Il Cristiano vince gli impulsi ferini con la ragione, illuminata dalla Fede e sorretta dalla Grazia.
La mente del Cristiano e' sana perché nel riconoscimento della sua fragilità, guarisce al contatto salvifico con il suo Dio.
Il Cristiano e' lievito per un pane sempre fresco da distribuire per il nutrimento dell'umanità. Il Cristiano dona se stesso, si da' in pasto per il Regno, come il suo Dio. In ogni ambiente, in ogni attività, in ogni condizione sociale il Cristiano anima con dinamismo sempre inedito la materia. Porta vita e luce. Il Cristiano non fa crociate contro qualcuno, ma porta la croce con gioia; domina il dolore con un sorriso. Il Cristiano vince gli impulsi ferini con la ragione, illuminata dalla Fede e sorretta dalla Grazia.
La mente del Cristiano e' sana perché nel riconoscimento della sua fragilità, guarisce al contatto salvifico con il suo Dio.
PENSIERI, PAROLE, AZIONI
L'armonia fra di loro ha una sola fonte, che
consente di non vacillare mai: la luce della Verità.
E' la luce che ispirò gli artisti di tutti i luoghi a ritrarre effluvi di luce dorata, che investono personaggi raccolti in meditazione.
Come rappresentare diversamente la scoperta abbagliante della Verità?
Si deve accoglierla totalmente, senza riserve, senza schermi; si devono eliminare cortine polverose, timori, futili ansie, abitudini sedimentate.
Alla luce della Verità la realtà interiore acquisisce contorni netti che non consentono alibi, giustificazioni puerili, ambiguità.
Pensieri, parole, azioni devono seguire la scia luminosa del faro della Verità, senza esitazioni o debolezze.
L'anima si ristora alla sorgente luminosa, si abbandona con cieca fiducia, senza resistenze, senza paura, al suo flusso inebriante e ne e' appagata.
E' la luce che ispirò gli artisti di tutti i luoghi a ritrarre effluvi di luce dorata, che investono personaggi raccolti in meditazione.
Come rappresentare diversamente la scoperta abbagliante della Verità?
Si deve accoglierla totalmente, senza riserve, senza schermi; si devono eliminare cortine polverose, timori, futili ansie, abitudini sedimentate.
Alla luce della Verità la realtà interiore acquisisce contorni netti che non consentono alibi, giustificazioni puerili, ambiguità.
Pensieri, parole, azioni devono seguire la scia luminosa del faro della Verità, senza esitazioni o debolezze.
L'anima si ristora alla sorgente luminosa, si abbandona con cieca fiducia, senza resistenze, senza paura, al suo flusso inebriante e ne e' appagata.
EDUCAZIONE NEL QUOTIDIANO
La vita quotidiana riserva gioie e dolori. La
consapevolezza di essere cittadini ed eredi del Regno assume per il Cristiano
una funzione importante.
L'amore che deve governare i rapporti fra gli esseri umani, cui è vincolato da legami di fratellanza, non esime dal giudicare con raziocinio le situazioni.
Non è facile superare emozioni che indurrebbero talvolta all'animosità, ma il modello di Gesù deve servire da guida. Durante la sua vita terrena il Salvatore dell'umanità invitò a distinguere i comportamenti corretti da quelli scorretti, mostrò una ferma condanna del male, ma non lo identificò con le persone che lo commettevano. Lasciò loro il tempo per redimersi, per ammettere la loro colpevolezza e per evitare di ricadere nei medesimi errori.
Il superamento delle emozioni negative, il loro dominio esercitato dalla ragione e la costante concentrazione dell'anima, della mente e del cuore sul modello sublime del Maestro di Vita e Verità costituisce per il Cristiano una dolce, luminosa, lucida e virile certezza, che santifica ogni istante e lo rende prezioso e unico.
L'amore che deve governare i rapporti fra gli esseri umani, cui è vincolato da legami di fratellanza, non esime dal giudicare con raziocinio le situazioni.
Non è facile superare emozioni che indurrebbero talvolta all'animosità, ma il modello di Gesù deve servire da guida. Durante la sua vita terrena il Salvatore dell'umanità invitò a distinguere i comportamenti corretti da quelli scorretti, mostrò una ferma condanna del male, ma non lo identificò con le persone che lo commettevano. Lasciò loro il tempo per redimersi, per ammettere la loro colpevolezza e per evitare di ricadere nei medesimi errori.
Il superamento delle emozioni negative, il loro dominio esercitato dalla ragione e la costante concentrazione dell'anima, della mente e del cuore sul modello sublime del Maestro di Vita e Verità costituisce per il Cristiano una dolce, luminosa, lucida e virile certezza, che santifica ogni istante e lo rende prezioso e unico.
LA FEDE OGGI
Non e' impresa facile vivere oggi l'ideale cristiano
in un mondo dove la vita e' sempre più ridotta a spettacolo da esibire, dove la
forma prevale sulla sostanza.
Non e' facile soprattutto per chi ha ricevuto talenti speciali.
Se si rilegge attentamente il Vangelo si scopre che Gesù parla alle folle e che le folle sono alternativamente entusiaste e ostili, amiche e nemiche, osannanti e violente.
I momenti più belli sono quelli delle conversioni individuali, dove i personaggi decidono di cambiar vita e lo fanno perché nel loro cuore, nella loro mente, nella loro anima la Parola opera uno sconvolgimento che li rimette in discussione.
Lo stesso avviene giorno dopo giorno per il credente.
La Parola pone interrogativi ineludibili.
La mancata risposta positiva al richiamo di Dio alimenta ansie e timori, produce disorientamento. La salda certezza della Fede congiunta all'Amore e al sacro timore produce un dinamismo che nulla può arrestare.
La dimensione terrena si vive con slancio ed entusiasmo, ancorati al Salvatore.
E la Grazia non tarda a manifestare l'imprevedibile.
Non e' facile soprattutto per chi ha ricevuto talenti speciali.
Se si rilegge attentamente il Vangelo si scopre che Gesù parla alle folle e che le folle sono alternativamente entusiaste e ostili, amiche e nemiche, osannanti e violente.
I momenti più belli sono quelli delle conversioni individuali, dove i personaggi decidono di cambiar vita e lo fanno perché nel loro cuore, nella loro mente, nella loro anima la Parola opera uno sconvolgimento che li rimette in discussione.
Lo stesso avviene giorno dopo giorno per il credente.
La Parola pone interrogativi ineludibili.
La mancata risposta positiva al richiamo di Dio alimenta ansie e timori, produce disorientamento. La salda certezza della Fede congiunta all'Amore e al sacro timore produce un dinamismo che nulla può arrestare.
La dimensione terrena si vive con slancio ed entusiasmo, ancorati al Salvatore.
E la Grazia non tarda a manifestare l'imprevedibile.
GESU' NELLA CULTURA ACCADEMICA
Recenti studi tendono ad ulteriori approfondimenti su Gesù e con rigorose
indagini storiche e filologiche si impegnano a restituire al mondo della
cultura un ritratto tratteggiato secondo criteri scientifici, che vogliono
porsi senza pregiudizi ideologici di sorta.
Impegno lodevole, che, tuttavia, non deve far trascurare un analogo impegno
ad individuare ciò che permane, aldilà dei motivi indagati dagli studiosi, e
cioè l'esemplarità di una vita nella quale anima, cuore e mente formano
un'armonia perfetta, nell'ordine e nella pace.
Che
Gesù sia nato da una vergine, preservata per volontà divina dal peccato
originale, e' un mistero ineffabile e dolcissimo, ma questo dogma di fede,
che ci fa valicare i limiti della dimensione materiale e' congiunto
all'evidenza tangibile di uno stile di comportamento improntato a coerenza e
giustizia. In ogni occasione della sua vita Gesù ha mostrato come ci si deve
comportare.
Che
Gesù sia da considerare inserito nella dimensione culturale e ideologica
ebraica risulta secondario rispetto al fatto che ci ha mostrato come si deve
vivere. Poche parole, molti fatti, molta solitudine, talvolta subita e
sofferta, talaltra ricercata.
Gesù
ha insegnato come vivere da soli e con gli altri e come accettare la morte.
La
Sua vita terrena chiede di essere osservata, meditata, capita e imitata.
Ne
consegue l'impegno quotidiano di essere buoni nel cuore, nella mente, nelle
parole e nelle azioni.
I MIRACOLI
Tutti gli esseri umani amano le cose
belle che la vita può riservare, inattese, poiché nel fondo di ogni
cuore permane quella nicchia ovattata che sollecita sorprese piacevoli.
Il fanciullino di cui il poeta Giovanni
Pascoli parlò vive perennemente nel cuore più indurito dal male e dalla
sofferenza.
La pietà di Gesù per l'uomo sofferente
lo indusse a compiere prodigi, che colmarono di entusiasmo le folle, ma
nel contempo il Maestro invitò a cambiare vita, a diventare Santi.
La fiducia nell'intervento
soprannaturale nelle umane vicende non deve far perdere di vista
l'impegno personale a fare miracoli, non a riceverli dall'alto.
Fare miracoli per l'essere umano
significa accettare eroicamente di portare la croce col sorriso sulle
labbra, rispondere con parole pacate alle osservazioni, compiere opere
buone senza ostentazione, essere continuamente sorpresa e meraviglia per
gli altri, con l'aiuto soprannaturale del Creatore.
UNA VITA NEL SERVIZIO
Se accetto la visione cristiana vivo la mia vita
nella completa accettazione dell'invito di Gesù a servire, a essere utile
nel rispetto della Legge di Dio.
Servire Dio nel mondo, in mezzo ai miei fratelli
che hanno bisogno di me.
Usare ogni istante della mia vita per favorire
con le mie azioni e con le mie parole l'affermazione dei valori spirituali.
Essere fiammella sempre accesa dalla carità.
Vagliare ogni pensiero, ogni emozione al
setaccio della Parola.
Domare l'orgoglio, la vanità, la paura,
l'arroganza, la malevolenza, la tendenza a giudicare, l'ambizione, la
cupidigia.
L'Uomo-Dio annuncia la sua morte fra atroci
sofferenze e nessuno condivide l'angoscia di questi momenti.
Una donna senza nome sogna trionfi per i suoi
figli, vuole trarre profitto dalla loro amicizia con Gesù, su questa terra.
La risposta di Gesù non alimenta sogni e
illusioni di grandezza.
I figli di Zebedeo berranno l'amaro calice del
dolore.
Condivideranno con Gesù un destino di
sofferenza.
Gesù si pone in antitesi nei confronti dei
"grandi" di questo mondo.
Annuncia con serenità il suo ruolo di servizio,
che si consuma e si sublima nel dono della vita per la salvezza dell'uomo.
Non ci sono privilegi nel regno dello spirito,
non ci sono fazioni in competizione, non ci sono i primi della classe; c'e'
solo servizio, solo amore.
IL PENSOSO PALPITO
Non esistono
distanze, confini, barriere nel mondo cristallino che Gesù vuole edificare
con noi.
Allo zampillio
delle sorgenti, al riverbero del sole che filtra attraverso i flessibili
rami degli abeti corrisponde la melodia di cuori puri, che si ristorano alla
viva fonte della Parola e della grazia.
Il "pensoso
palpito", 'il Santo che soffre"* infonde vita, gioia pura di carità a chi
accetta di ricevere il trapianto di un cuore nuovo, dilatato all'infinito.
(* G.
UNGARETTI, Mio fiume anche tu.)
PASQUA DI RESURREZIONE
PASQUA DI RESURREZIONE
La Pasqua si
annuncia col fremito gioioso dei cuori pronti a chiedere perdono e a darlo,
pronti a dare amore nella giustizia, pronti a stringere in un abbraccio
festoso.
Le palme e gli
ulivi rallegrano con la loro fresca esultanza, nel tono rinverdito delle
mirabili foglie.
E' l'attesa
sublime del grande prodigio: la vittoria sulla morte, il trionfo
dell'uomo-Dio, che riconquista per noi il Paradiso perduto.
Che si effonda
su questa terra questo slancio che tutto abbraccia, che tutto eleva !
Che si spanda
ovunque e per sempre questa gioia esplosiva, che incenerisce il male !
Che si perpetui
da uomo a uomo quello sguardo amoroso, quella voce, quel richiamo dolce di
Gesù risorto: " Maria!"
Buona Pasqua di
Resurrezione!
Antonia Chimenti
IL CANTICO DELLE CREATURE - SAN
FRANCESCO - IL FRANCESCANESIMO
Il Cantico delle creature di San Francesco
costituisce uno dei primi documenti della lingua italiana, E’ la prima poesia in
Italiano. Fu composto nel 1226.
Altissimo, onnipotente, bon
Signore
Tue so’ le laude, la Gloria e
l’honore et onne benedictione
Ad te solo, Altissimo, se konfano
Et nullo homo ène digno te
mentovare
Laudato sie, mi’ Signore, cum
tucte le tue creature,
Spetialmente messer lo frate
Sole’
Lo qual è iorno, et allumini noi
per lui.
Et ellu è bello et radiante cum
grande splendore;
De te, Altissimo, porta
significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora
nostra madre terra,
La quale ne sustenta et governa,
Et produce diversi fructi con
coloriti fiori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore,
Per quelli che perdonano per lo
tuo amore
Et sostengo infirmitate et
tribulatione,
Beati quelli ke ‘l sosterranno in
pace,
Ke da te, Altissimo, sirano
incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per
sora nostra morte corporale,
Dalla quale nullu homo vivente
po’ scappare;
Guai a quelli ke morranno ne le
peccata mortali;
Beati quelli ke trovarà ne le tue
sanctissime voluntadi;
Ka la morte secunda no ‘l farà
male.
Laudate et benedicete mi’ Signore
et rengraziate
Et serviteli cum grande
humilitade.
La vita esemplare di San Francesco ispirò Giotto che
ritrae il Santo negli episodi più significativi, quando è incaricato di
affrescare la basilica superiore d’Assisi.
(Il dono del mantello, Il miracolo della fonte, La
predica agli uccelli)
Giotto comprende l’anima francescana, non si limita
a ritrarre fatti, non fa dell’agiografia.
Con gli strumenti a sua disposizione e con i tratti
dei suoi pennelli illumina il canto e la musica aggraziata del Poverello, grande,
umile creatura, la cui vita stessa fu lode perenne.
L’anima francescana è colta nel vivo anche da
Alessandro Manzoni, quando ritrae Padre Cristoforo
“… tale era la condizione de’ cappuccini che nulla
pareva per loro basso, nè troppo elevato.
Servire gli infimi ed esser servito da’ potenti,
entrar ne’ palazzi e ne’ tuguri. Con lo stesso contegno d’umiltà e di sicurezza,
esser talvolta, nella stessa casa, un soggetto di passatempo e un personaggio
senza il quale non si decideva nulla, chieder l’elemosina per tutto. “
Il Cantico delle creature ha compiuto un lungo
cammino, si è fatto indagine scientifica, dialogo incessante, quesito non
appagato, ma la limpidezza innocente dello sguardo sul creato e sulle creature
resta integra e diviene forza che scatena rimorsi, illumina i più reconditi
anditi della psiche, dove vorrebbe rifugiarsi la menzogna per sfuggire alla
Verità, per non farsi avvolgere dalla Grazia, per macerarsi in un logorante
autismo morale, impossibile perchè suicida.
Tuttora questa sobrietà elegante nella semplicità
caratterizza le anime nobili che hanno scelto di condividere con San Francesco
la via austera della povertà nell’obbedienza.
Figure luminose di francescani sono un modello,
costituiscono un modello ed un orientamento alle anime semplici e pure che il
messaggio evangelico affascina.
Tra queste Padre Aldo Bergamaschi, insigne filosofo-
pedagogista, formatore di coscienze, rigoroso predicatore della parola di Dio,
fermo e risoluto baluardo contro la dispersione di un’epoca tumultuosa e confusa.
Voce chiara, profonda e autorevole di una lotta
senza tregua contro il Male in tutte le sue forme, soprattutto quelle
ideologiche e mentali, le più radicate e perniciose. Una vita al servizio della
Verità, l’olocausto di una forte personalità, offerta per il ritorno di tanti
figli prodighi al Padre.
In riferimento al testo evangelico, alla parabola
del Figliol prodigo (San Luca 15,1-3,11-32) si espresse così nel corso di
un’omelia:
“ dopo la lettura di questo testo non ci sarebbe
bisogno di spiegazione alcuna tanto la parabola è chiara…
Le anime più belle del cristianesimo sono
insoddisfatte e sto pensando a San Francesco il quale non si è trovato a suo
agio in quel tipo di civiltà …
La parabola è per colui e per coloro che finalmente
hanno capito che fuori dalla casa del Padre c’è il Male, c’è l’inizio della
definalizzazione di ogni bene… non si è scoperto dall’insegnamento di Gesù… che
l’amore del Padre è l’ideale etico che puö appagare tutti i desideri della
persona umana e creare finalmente una società rinnovata”.
A Toronto, nella Cappella della Madonna della Salute, un altro frate francescano, Padre Celestino Canzio, anima,
protegge, guida la comunità dei residenti della casa di riposo ‘ Villa Colombo’.
L’ispirazione di San Francesco è magistralmente
attuata in un ministero speciale, dove carità, servizio, severità e giocosità
convivono.
Le sue omelie scavano con serenità la coscienza.
La S. Messa diviene un momento reale di comunione
coi fratelli, è un momento privilegiato, una vera festa.
In quell’occasione la sofferenza dei residenti si
stempera in dolci sorrisi di gratitudine per la generosità del loro padre
spirituale.
Il gusto per l’arte in tutte le sue forme (
pittura,
musica, canto), l’amore prodigato agli ospiti della residenza e…ai
canarini
dalle piume variegate, nutriti, allevati e custoditi – ma non
imprigionati - in una gabbietta situata di fianco alla cappella,
evidenziano uno stile che fu
quello spontaneo, naturale, diretto, vivo di Gesù, di San Francesco e
dei loro
seguaci.
--
Antonia Chimenti
Writer
Italian and French Teacher
DA ASSISI A TORONTO
A Toronto, nella Cappella della Madonna
della Salute, un frate francescano, Padre Celestino Canzio, anima,
protegge, guida la comunità dei residenti della casa di riposo ‘ Villa
Colombo’.
L’ispirazione di San Francesco è magistralmente attuata in un ministero speciale, dove carità, servizio, severità e giocosità convivono.
Le sue omelie scavano con serenità la coscienza e la S. Messa diviene un momento reale di comunione coi fratelli, un momento privilegiato, una vera festa.
In quell’occasione la sofferenza dei residenti si stempera in dolci sorrisi di gratitudine per la generosità del loro padre spirituale.
Il gusto per l’arte in tutte le sue forme ( pittura, musica, canto), l’amore prodigato agli ospiti della residenza e…agli uccellini dalle piume variegate, nutriti, allevati e custoditi – ma non imprigionati - in una gabbietta situata di fianco alla cappella, evidenziano uno stile che fu quello spontaneo, naturale, diretto, vivo, di Gesù, di San Francesco e dei loro seguaci.
Ogni anno la festa del Santo patrono d'Italia si svolge nella spaziosa cornice della piazza della Residenza, con fasto ed accurata attenzione ai dettagli.
Liturgia, adesione di fede e devozione convivono in questo speciale luogo di preghiera, dove, per l'occorrenza, anche quest'anno anno, a conclusione della Santa Messa, sono stati benedetti piccoli animali domestici.
Un modo concreto per testimoniare l'amore per le piccole tenere creature che nel quotidiano rasserenano la vita dell'uomo di tutte le età, e al tempo stesso un' espressione di gratitudine al Creatore.
Antonia Chimenti, Toronto, 7 ottobre 2012
L’ispirazione di San Francesco è magistralmente attuata in un ministero speciale, dove carità, servizio, severità e giocosità convivono.
Le sue omelie scavano con serenità la coscienza e la S. Messa diviene un momento reale di comunione coi fratelli, un momento privilegiato, una vera festa.
In quell’occasione la sofferenza dei residenti si stempera in dolci sorrisi di gratitudine per la generosità del loro padre spirituale.
Il gusto per l’arte in tutte le sue forme ( pittura, musica, canto), l’amore prodigato agli ospiti della residenza e…agli uccellini dalle piume variegate, nutriti, allevati e custoditi – ma non imprigionati - in una gabbietta situata di fianco alla cappella, evidenziano uno stile che fu quello spontaneo, naturale, diretto, vivo, di Gesù, di San Francesco e dei loro seguaci.
Ogni anno la festa del Santo patrono d'Italia si svolge nella spaziosa cornice della piazza della Residenza, con fasto ed accurata attenzione ai dettagli.
Liturgia, adesione di fede e devozione convivono in questo speciale luogo di preghiera, dove, per l'occorrenza, anche quest'anno anno, a conclusione della Santa Messa, sono stati benedetti piccoli animali domestici.
Un modo concreto per testimoniare l'amore per le piccole tenere creature che nel quotidiano rasserenano la vita dell'uomo di tutte le età, e al tempo stesso un' espressione di gratitudine al Creatore.
Antonia Chimenti, Toronto, 7 ottobre 2012
DAL DOLORE ALLA GIOIA
L'invito a varcare la Porta Fidei con il quale S.S. Benedetto XVI ha indetto l'anno della Fede, ha trovato sensibile, accurata, seria e profonda accoglienza nella partecipazione degli anziani residenti di Villa Colombo alla Santa Messa pomeridiana di giovedi' 11 ottobre.
L'altare allestito nella spaziosa piazza della residenza spiccava in tutto il suo nitore di addobbi e decorazioni floreali.
La musica d'organo e i canti accuratamente preparati prefiguravano quel percorso di trasformazione gioiosa e luminosa che la Fede produce.
L'accento posto dal Pontefice sugli strumenti della Fede: Bibbia, Catechismo, Documenti del Concilio Vaticano II, e l'invito a proclamare, vivere, testimoniare la Fede ha trovato un'energica e vibrante eco nella bella omelia pronunciata da Padre Celestino Canzio, che ha sottolineato l'importanza del rinnovamento che la Fede produce, un rinnovamento non limitato nel tempo, da perseguire nel corso dell'esistenza, senza indulgere a pigrizia.
La Porta della Fede introduce a Gesù, quel Gesù che con parole suggestive S.S. Benedetto XVI, sulla scia delle sacre Scritture ( Eb. 12,2) indica come la risposta totale al dramma della vita umana.
E sempre sulle orme del Sommo Pontefice l'omelia ha sottolineato l'esemplare testimonianza di Fede che da Maria, attraverso gli Apostoli, i Discepoli, i Martiri, i Consacrati e uomini e donne di ogni tempo che si sono riconosciuti in Gesù, giunse fino a noi.
Il brano del Vangelo, che esorta all'accettazione dell'amaro calice della vita e dell'umile compito di servizio (" Il Figlio dell'Uomo non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti") penetrava nelle coscienze e nei cuori come un lapidario invito a dare un senso alla propria vita nell'accettazione della sofferenza e nell'essere utili in umiltà, nel servire.
A conclusione del rito un dirigente della Casa di riposo ha acceso la fiamma di una lucerna collocata ai piedi dell'altare, altro emblema evangelico della Fede, solida, intensa, duratura, fonte di luce e di calore, che il credente deve alimentare giorno per giorno per tutta la vita.
I residenti hanno ricevuto in dono l'immaginetta raffigurante la Porta della Porziuncola, altro emblema di Grazia che nel richiamo alla testimonianza del Poverello illumina la mente e il cuore.
Assisi con la Porziuncola, porta privilegiata di Riconciliazione e di Perdono, ma anche apertura al mondo con le iniziative di Pace e di dialogo interreligioso.
Da ultimo un segno speciale della Grazia rappresentato da una residente che mi ha confidato con atteggiamento umile e rispettoso: " Queste cose me le diceva sempre la mia mamma. Ora i tempi sono cambiati...". Ha congiunto le mani in preghiera, con dolcezza.
Una testimonianza di dolce olocausto, di sofferenza sublimata dalla Fede e dalla preghiera.
Una fra le tante in questa casa di riposo, dove ogni giorno il dolore si offre individualmente e nella coralità, in attesa del vero riposo dell'anima in Dio.
Nella stessa giornata circolava fra gli amici di FaceBook l'immagine rasserenante di Papa Giovanni XXIII, ideatore del Concilio Vaticano II, ma soprattutto papà buono e sacro per tutti e il testo del suo celebre Discorso
della luna, che idealmente stabilivano la continuità di una Chiesa perennemente viva nella diversità dei carismi.
Inestimabile, gioioso dono per concludere una giornata preziosa per l'itinerario dell'anima .
Antonia Chimenti, Toronto 12 ottobre 2012
L'invito a varcare la Porta Fidei con il quale S.S. Benedetto XVI ha indetto l'anno della Fede, ha trovato sensibile, accurata, seria e profonda accoglienza nella partecipazione degli anziani residenti di Villa Colombo alla Santa Messa pomeridiana di giovedi' 11 ottobre.
L'altare allestito nella spaziosa piazza della residenza spiccava in tutto il suo nitore di addobbi e decorazioni floreali.
La musica d'organo e i canti accuratamente preparati prefiguravano quel percorso di trasformazione gioiosa e luminosa che la Fede produce.
L'accento posto dal Pontefice sugli strumenti della Fede: Bibbia, Catechismo, Documenti del Concilio Vaticano II, e l'invito a proclamare, vivere, testimoniare la Fede ha trovato un'energica e vibrante eco nella bella omelia pronunciata da Padre Celestino Canzio, che ha sottolineato l'importanza del rinnovamento che la Fede produce, un rinnovamento non limitato nel tempo, da perseguire nel corso dell'esistenza, senza indulgere a pigrizia.
La Porta della Fede introduce a Gesù, quel Gesù che con parole suggestive S.S. Benedetto XVI, sulla scia delle sacre Scritture ( Eb. 12,2) indica come la risposta totale al dramma della vita umana.
E sempre sulle orme del Sommo Pontefice l'omelia ha sottolineato l'esemplare testimonianza di Fede che da Maria, attraverso gli Apostoli, i Discepoli, i Martiri, i Consacrati e uomini e donne di ogni tempo che si sono riconosciuti in Gesù, giunse fino a noi.
Il brano del Vangelo, che esorta all'accettazione dell'amaro calice della vita e dell'umile compito di servizio (" Il Figlio dell'Uomo non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti") penetrava nelle coscienze e nei cuori come un lapidario invito a dare un senso alla propria vita nell'accettazione della sofferenza e nell'essere utili in umiltà, nel servire.
A conclusione del rito un dirigente della Casa di riposo ha acceso la fiamma di una lucerna collocata ai piedi dell'altare, altro emblema evangelico della Fede, solida, intensa, duratura, fonte di luce e di calore, che il credente deve alimentare giorno per giorno per tutta la vita.
I residenti hanno ricevuto in dono l'immaginetta raffigurante la Porta della Porziuncola, altro emblema di Grazia che nel richiamo alla testimonianza del Poverello illumina la mente e il cuore.
Assisi con la Porziuncola, porta privilegiata di Riconciliazione e di Perdono, ma anche apertura al mondo con le iniziative di Pace e di dialogo interreligioso.
Da ultimo un segno speciale della Grazia rappresentato da una residente che mi ha confidato con atteggiamento umile e rispettoso: " Queste cose me le diceva sempre la mia mamma. Ora i tempi sono cambiati...". Ha congiunto le mani in preghiera, con dolcezza.
Una testimonianza di dolce olocausto, di sofferenza sublimata dalla Fede e dalla preghiera.
Una fra le tante in questa casa di riposo, dove ogni giorno il dolore si offre individualmente e nella coralità, in attesa del vero riposo dell'anima in Dio.
Nella stessa giornata circolava fra gli amici di FaceBook l'immagine rasserenante di Papa Giovanni XXIII, ideatore del Concilio Vaticano II, ma soprattutto papà buono e sacro per tutti e il testo del suo celebre Discorso
della luna, che idealmente stabilivano la continuità di una Chiesa perennemente viva nella diversità dei carismi.
Inestimabile, gioioso dono per concludere una giornata preziosa per l'itinerario dell'anima .
Antonia Chimenti, Toronto 12 ottobre 2012
LETTERA APERTA - riflessione sulle
dimissioni di S.S. Papa Benedetto XVI
Come cristiana e come cattolica ho appreso con
tristezza la notizia delle dimissioni di S.S. Papa Benedetto XVI dalla sua
funzione.Come cristiana e come cattolica il primo moto è stato quello di pregare per lui e per la Santa Chiesa.
La mia interiore convinzione mi suggerisce un profondo rispetto per questo nobile personaggio di fine e sensibile spiritualità.
Nulla può, per chi crede, il magma infuocato di roboanti passioni, di turpitudini, di orientamenti faziosi.
Il credente continua la sua vita in un perseverante, coerente stile che la garbata figura del Santo Padre ha incarnato sulla scena del mondo e che perpetuamente vive nelle sue chiare, adamantine parole, ispirate da Gesù, Parola e Vita .
La spiritualità, l'anima di questo grande Papa vive nelle sue riflessioni, nel suo profondo impegno di testimone eccelso della gioiosa trasformazione delle anime che il Vangelo propone agli uomini di buona volontà.
Le lacrime emozionali si accompagnino per tutti alle lacrime di contrizione per le ombre delle nostre coscienze che dobbiamo dissipare, aprendoci alla Grazia che a piene mani Dio continua a riversare su tutti.
Antonia Chimenti. Toronto 12 febbraio 2013
IL FRATE DELLE DUE CORONE
Un’altra grande anima è salita al cielo, quella di
Padre Gregorio Imbroll, O.F:M.,nato a Malta il 22 gennaio 1927 e morto a Toronto
il 10 maggio 2014.
Un timbro di voce forte e possente al servizio della
Parola, una dolce fermezza nella guida delle anime, alle quali indicava la
preghiera come strumento di salvezza.
Era solito dire: “La preghiera apre le porte del
Paradiso!”
Semplicità e purezza di una fede cristallina!
In ospedale, nel momento in cui è deceduto a due
giorni dal ricovero, il frate stava pregando con la corona in mano.
Per questo motivo nel ricomporre la salma per
l’ultimo saluto, oltre alla corona che i frati francescani portano in cintura
gli è stata collocata una corona fra le dita.
Una volta dovevo partire per l’Italia. Quando lo
salutai mi disse:”Saluti Gesù! “, indicandomi il Crocifisso appeso al muro.
Baciai i piedi di Gesù e d’un tratto mi misi a
piangere sulla scia di un ricordo e gli confidai che da bambina, in occasione
della Settimana Santa, ero andata nella piccola chiesa sottostante la mia
abitazione per vedere la Croce deposta sul pavimento in orario non celebrativo.
Mi guardò e mi disse: “ Continui così!”
In sua memoria ho composto questi versi:
Padre Gregorio,
questo mese
l’Eterno ha scelto
per chiamarti a sé.
Mai più trionfale
la salita al cielo fu
di un’anima
tenera e forte
serena e pura.
La Santa Madre
di tutti noi,
Che pregasti
e facesti pregare,
ti accompagnò
nel volo sublime
al Paradiso agognato.
Intercedi per noi,
che affidati fummo
alle tue cure,
perché nulla si perda
di ciò che ti fu affidato.
Antonia Chimenti. San Michele, 18 novembre 2014
Fonte : scritti e
appunti della prof.ssa Antonia Chimenti. E-mail:
a.chimenti@email.it
.
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