giovedì 25 luglio 2019

PAGINE SCELTE, di Antonia Chimenti



PAGINE  SCELTE


 
di Antonia Chimenti
 






PAGINE SCELTE DA GEORGES BERNANOS ( Diario di un curato di campagna, Ed. Plon)
Traduzione di Antonia Chimenti
 

La noia
 
Mi dicevo dunque che il mondo é divorato dalla noia.
Naturalmente si deve riflettere un po' per rendersene conto, non si coglie con immediatezza.
E' una specie di polvere. Si va e si viene senza vederla, la si respira, la si mangia, la si beve ed é così sottile, così tenue che non scricchiola nemmeno sotto i denti.
Ma appena vi fermate un attimo, vi ricopre il viso e le mani.
Vi dovete agitare senza fine per scuotere questa pioggia di cenere.
Allora la gente si agita molto.
 

La riflessione
 
Per chiunque sia abituato alla preghiera la riflessione é troppo spesso solamente un alibi, un modo sornione di rassicurarsi riguardo a un progetto.
Il ragionamento lascia facilmente nell'ombra ciò che desideriamo tener nascosto.
Il mondano  che riflette calcola i suoi vantaggi, ma che peso hanno i nostri vantaggi per noi che abbiamo accettato, una volta per tutte, la terribile presenza del divino in ogni istante della nostra povera vita?
A meno che non perda la fede - e che gli resta allora - dato che non può più perderla senza rinnegarsi? - un prete non sarebbe capace di avere in merito ai suoi interessi la visione chiara, così diretta - si dovrebbe dire così ingenua - dei figli del secolo.
Calcolare i nostri vantaggi, a che pro?
Non si gioca contro Dio.
 

L'infanzia
 
Da che cosa dipende il fatto che il tempo della nostra infanzia ci appare così dolce, così luminoso?
Un bambino ha delle sofferenze come tutti ed é, in somma, così disarmato contro il dolore, la malattia !
L'infanzia e la vecchiaia estrema dovrebbero essere le due grandi prove dell'uomo.
Ma é dal sentimento della sua impotenza che il bambino trae umilmente il principio stesso della gioia.
Fa riferimento a sua madre, capisci?
Presente, passato, futuro, tutta la sua vita, la vita intera é contenuta in uno sguardo e questo sguardo é un sorriso.
 

La vecchiaia e la morte
 
Una bambolina da quattro soldi renderà felice una bambina per tutta una stagione, mentre un vecchio sbadiglierà davanti a un gioco da cinquecento franchi.
Perché? Perché ha perduto lo spirito dell'infanzia.
Ebbene Dio ha incaricato la Chiesa di mantenere nel mondo questo spirito dell'infanzia, questa ingenuità, questa freschezza.
Il paganesimo non era nemico della natura, ma solo il cristianesimo l'ingrandisce, l'esalta, la colloca alla dimensione dell'uomo, del sogno dell'uomo...
A che cosa vi servirebbe fabbricare la vita stessa, se avete perso il senso della vita?...
L'immagine che voi date della morte avvelena a poco a poco il pensiero dei miserabili, incupisce, scolorisce lentamente le loro ultime gioie.
Andrà così fino a quando la vostra industria e i vostri capitali vi permetteranno di fare del mondo una fiera...
Ma aspettate, aspettate il primo quarto d'ora di silenzio.
Allora sentiranno la parola - non quella che hanno rifiutato, che diceva tranquillamente ' sono la Via, la Verità, la Vita",- ma quella che sale dall'abisso:
" Sono la porta chiusa per sempre, la strada senza uscita, la menzogna e la perdizione."
 
 
 
La Chiesa
 
Avrei dovuto dire al dottor Delbende che la Chiesa non é solamente ciò che immagina - una specie di Stato sovrano con le sue leggi, i suoi funzionari, le sue armate - un monumento così glorioso della storia degli uomini.
Essa attraversa il tempo come una truppa di soldati attraversa paesi sconosciuti, dove i rifornimenti normali sono impossibili.
Essa vive sui regimi e le società successive come le truppe sugli abitanti, giorno per giorno.
Come potrebbe restituire al Povero, erede legittimo di Dio, un regno che non é di questo mondo?
Essa é alla ricerca del Povero, erede legittimo di Dio, lo chiama su tutte le strade della terra. E il Povero é sempre allo stesso posto, all'estrema punta della cima vertiginosa, di fronte al Signore degli Abissi, che gli ripete instancabilmente da venti secoli, con una voce d'Angelo, con la sua voce sublime, con la sua prodigiosa voce: " Tutto questo é vostro, se prostrati, mi adorerete".
 

Il Male
 
L'uomo é ovunque il nemico di se stesso, un nemico segreto e sornione.
Il male seminato ovunque germina quasi sicuramente.
Occorre invece una fortuna miracolosa per non far soffocare il più esiguo seme di bene.
 

La preghiera
 
Ci facciamo generalmente della preghiera un'idea così assurda!
Come osano coloro che la conoscono poco o non la conoscono affatto, come osano parlarne con tanta leggerezza?
Un trappista certosino lavorerà anni per diventare un uomo di preghiera e il primo balordo pretenderà di giudicare lo sforzo di tutta una vita !
Se la preghiera fosse realmente ciò che pensano, una specie di chiaroscuro, il dialogo di un maniaco con la sua ombra, o meno ancora - una vana e superstiziosa richiesta per ottenere i beni di questo mondo - sarebbe credibile che migliaia di esseri ritrovassero fino al loro ultimo giorno, non dico nemmeno tante dolcezze - diffidano delle consolazioni sensibili - ma una dura, forte e piena gioia.
Oh! certo, gli studiosi parlano di suggestione. Non hanno mai visto questi vecchi monaci, così riflessivi, così saggi, dal giudizio inflessibile e tuttavia radioso di intendimento e di comprensione, di un'umanità così tenera. Per quale miracolo questi mezzi matti, prigionieri di un sogno, questi dormienti svegli sembrano avanzare ogni giorno di più nella comprensione delle miserie degli altri? Strano sogno, singolare oppio che, lungi dal ripiegare l'uomo su se stesso, dall'isolarlo dai suoi simili, lo rende solidale con tutti, nello spirito della carità universale!
 

Il perdono
 
Anche sulla croce, compiendo nell'angoscia la perfezione della sua Santa Umanità, Nostro Signore non si afferma vittima dell'ingiustizia: "Non sanno quello che fanno". Parole comprensibili per i bambini più piccoli, parole che si vorrebbero definire infantili, ma che i demoni devono ripetersi da allora senza comprenderle, con uno spavento crescente.
Mentre aspettavano il fulmine, é come una mano innocente che chiude su di loro il pozzo dell'abisso.
 

Amare se stessi
 
E' più facile di quanto si creda odiare se stessi.
La grazia consiste nel dimenticarsi.
Ma se anche tutto l'orgoglio fosse morto per noi, la grazia delle grazie sarebbe di amare umilmente se stessi come membra sofferenti di Gesù Cristo.
 
 
 
 
 
 


 

SIMONE WEIL , LA FORZA DI GRAVITA' E LA GRAZIA , ed. Routledge, New York- London, 2002
traduzione dall'Inglese di Antonia Chimenti
Passi scelti


La gravità e la Grazia
Tutti i moti naturali dell'anima sono retti da leggi analoghe a quelle della gravità fisica.
La Grazia e' l'unica eccezione.
Dobbiamo sempre aspettarci che le cose accadano in conformità con la legge di gravità , a meno che non ci siano interventi soprannaturali.
... generalmente ciò che ci aspettiamo dagli altri dipende dall'effetto della gravità su noi stessi, ciò che riceviamo da loro dipende dagli effetti della gravità su di loro.
Talvolta ( per caso) le due cose coincidono, spesso no.
Qual'é la ragione per la quale non appena un essere umano mostra che ha bisogno di un altro ( non importa se il suo bisogno é piccolo o grande) l'altro si allontana?
Gravità.


Non giudicare
Tutti gli errori sono gli stessi. C'e' solo un errore:
L'incapacità di nutrirsi di luce, poiché dove la capacità di fare questo e' stata persa, tutti gli errori sono possibili.


Vuoto e compensazione
Chiunque soffra cerca di comunicare la sua sofferenza ( sia maltrattando qualcuno sia chiedendo la sua pietà ) per diminuirla e la riduce veramente in questo modo.
Nel caso di un uomo nelle più abissali profondità, per il quale nessuno ha pietà, che e' nell'impossibilita' di maltrattare qualcuno ( se non ha bambini o persone che lo amano) , la sua sofferenza rimane all'interno e lo avvelena.
Questo e' categorico, come la forza di gravità.
Come ci si può liberare?
Come otterrà la liberazione da  una forza che e' come la gravità?
La tendenza a diffondere male intorno a se: la possiedo ancora!
Gli esseri e le cose non sono abbastanza sacri per me.
Potessi mai non sporcare niente, anche se fossi trasformata in fango. Non sporcare nulla, neanche col pensiero. Anche nei miei peggiori momenti non vorrei distruggere una statua greca e un affresco di Giotto.
Perché allora qualsiasi altra cosa?
Perché, per esempio, un momento nella vita di un essere umano,  che potrebbe essere stato felice per quel momento?


Il pane soprannaturale
Per aver la forza di contemplare l'afflizione, quando siamo afflitti, abbiamo bisogno di pane soprannaturale.
Una situazione troppo dura ci degrada ...
...l'energia prodotta dalle emozioni più elevate é limitata. Se la situazione richiede di andare al di sotto di questo limite, dobbiamo cadere su sentimenti più bassi ( paura, bramosia, desiderio di battere il primato,piacere di onori esterni), che sono più ricchi di energia.
Questa limitazione é la spiegazione della retrocessione di molti.
La tragedia di coloro che , essendo stati guidati dall'amore di Dio in una strada nella quale si deve sopportare il dolore, dopo un certo momento raggiungono il loro limite e sono destabilizzati.


Il perdono
Un essere amato che mi delude.
Gli ho scritto. E' impossibile che non debba rispondere, dicendo ciò che ho detto a me stesso in suo nome.
Gli uomini [gli esseri umani] ci debbono ciò che immaginiamo che ci diano.
Dobbiamo perdonare loro questo debito.
Accettare che siano diversi dalle creature della nostra immaginazione é un imitare la rinuncia di Dio.
Anch'io sono altro da quello che immagino di essere.
Questa consapevolezza  e' perdono.


Accettare il vuoto
La tradizione ci insegna in riferimento agli dei, e l'esperienza ci mostra riguardo agli uomini che, per necessità di natura, ogni essere invariabilmente esercita tutto il potere di cui é capace ( Tucidide)..
Come un gas l'anima tende a riempire l'intero spazio che gli è dato. Un gas che si é contratto lasciando il vuoto dovrebbe essere il contrario della legge di entropia.
Non é così con il Dio dei Cristiani.
E' un Dio soprannaturale, mentre Jeovah é un Dio naturale.
Non esercitare tutto il potere a disposizione significa sopportare il vuoto.
Ciò è contrario a tutte le leggi di natura.
Soltanto la Grazia può farlo.
La Grazia riempie spazi vuoti, ma può entrare solo quando c'é un vuoto a riceverlo ed é la Grazia stessa che fa questo vuoto.
...
Amare la verità significa sopportare il vuoto e, come risultato, accettare la morte.
La verità è dalla parte della morte.
L'uomo sfugge dalle leggi di questo mondo in flashes luminosi. Istanti nei quali ogni cosa é presente, istanti di contemplazione, di pura intuizione, di vuoto mentale, di accettazione del vuoto morale
E' attraverso questi istanti che è capace di soprannaturale.
Chiunque sopporti un momento di vuoto o riceve il pane soprannaturale o cade.









PAGINE SCELTE DA MARIO LUZI ( M. Luzi, Il giusto della vita, Garzanti, Milano, 1960 )
"Trascrivo, senza commento, alcune poesie di Mario Luzi, dove compaiono figure femminili di tutte le età. Credo che l’arte vera non abbia bisogno d’interpretazioni. In questo caso la poesia pura parla da sé. E’ un raggio di sole che riscalda e illumina...Mi ispira profondamente la sua maniera di vedere le cose, la riuscitissima simbiosi fra natura, spiritualità ed arte... ". Antonia Chimenti.
 
Immagini di donne nello sguardo puro del poeta Mario Luzi :
  

Parca - Villaggio

A lungo si parlò di te attorno ai fuochi
dopo le devozioni della sera
in queste case grigie ove impassibile
il tempo porta e scaccia volti d’uomini.

Dopo il discorso cadde su altri ed i suoi averi,
furono matrimoni, morti, nascite,
il mesto rituale della vita.
Qualcuno, forestiero, passò di qui e scomparve.

Io vecchia donna in questa vecchia casa,
cucio il passato col presente, intesso
la tua infanzia  con quella di tuo figlio
che traversa la piazza con le rondini.



Canto notturno per le ragazze fiorentine
 
Lasciate il vostro peso alla terra
il nome dentro il nostro cuore
e volate via,
quaggiù non è vostro l’amore.

Nella sua profondità si libra il biancore notturno
le ore passano senz’orme
e ovunque una dolce carità
di voi, d’ogni bellezza parla del vostro corpo che dorme.
 
e dormendo naviga senza dondolare al suo porto,
lascia consumare il suo volto
il suo tenue colore ed il fiore
del viso dove odoran le giovani pene, il desiderio raccolto.

Come acque di un fiume sepolto rampollano dalla notte
le immagini addormentate
di voi, dei vostri occhi assenti,
senza forma, senza calore passan sul cuore degli adolescenti.

Dalla terra volano via gli eventi, le dolci passioni
escono dai corpi spenti,
la povertà le illusioni,
i sorrisi profondi delle umane consolazioni.
 
Noi non amiamo che quella vanità che ci addolora,
vi porta di ora in ora leggere
come un lume che non si può tenere
ma solo morirne. Come cere cadono intorno le stagioni,

e noi andiamo con la volontà di Dio dentro al cuore
per le strade nel lieve afrore
delle vostre stanze socchiuse,
nell’ombra che sommerge le vostre pupille deluse.

Lasciate il vostro peso alla terra
il nome dentro il nostro cuore
e volate via,
quaggiù non è vostro l’amore.



Alla primavera
 
Dal fondo dei mari i vascelli si faranno un’erba
per la rondine acerba al valico dei continenti,
i naviganti nell’oceano vuoto di venti
specchiano la faccia indurita,
i brevi anni nel flusso dell’acqua infinita.
Scendono persuasioni calde sulla terra fiorita,
il timore, l’umiltà della vita.
Le mamme asciugano la loro tristezza
nelle chiese, delle infaticate verità, di se stesse sorprese,
stanno sotto le lampade accese con la loro fanciullezza.



Le meste comari di Samprugnano
 
Si cercano negli occhi
la ragione oscura di trovarsi qui
fiori tratti all’autunno, la forza della natura,
nel tepore che fa rosa i volti,
pe’ diti spolti
guardano le età trascorse, il solco
d’antichi lavori e di semente senza frutto
per l’aie  e i campi sereni
dove un giorno tenendosi per mano
correvano odorando ne’ fieni.
 
Tutto è già così strano
lontano come se fluisse al di là
della vita, in un’altra infinita
dolcezza d’esistere, più vicine
al sole. Perde
calore in cielo l’aereo tremore,
a intervalli cadono le messi ne’ campi gialli,
Esse salendo a Dio
saranno nelle sue mani come un fiore
in quelle d’una giovinetta  che le ha belle.










Una poesia giovanile di Alessandro Manzoni

Se si ripercorre la produzione poetica di Alessandro Manzoni si è attratti da una lirica giovanile nella quale la purezza virginea vivifica della sua essenza una poesia d'amore dal titolo "Alla sua donna", composta quando l'autore aveva diciassette anni.


Alla sua donna

Se pien d'alto disdegno e in me securo
Alteramente io parlo e penso e scrivo
Oltre l'etate e il vil tempo in ch'io vivo,
E piacer sozzo e vano onor non curo;
Opra è tua, Donna, e del celeste e puro
Foco che nel mio petto accese il vivo
Lume de gli occhi tuoi, che mi fa schivo
Di quanto parmi, al tuo passaggio impuro.
Piacerti io voglio, nè piacer ti posso,
Fin ch'io non sia, negli atti e pensier miei,
Mondo cosi' ch'io ti somigli in parte.
Cosi' per la via alpestre io mi son mosso:
Nè volendo ritrarmene, il potrei;
Perchè non posso intralasciar d'amarte.


Aldilà delle suggestioni stilnovistiche e petrarchesche si nota quell'inclinazione dell'anima , del cuore e della mente che troveranno compimento artistico e spirituale nei capolavori dell'età matura ( Gli Inni e I promessi sposi).
C'è l'affermazione forte di una necessità di coerenza fra pensieri ed azioni che troverà anche nelle parole una fulgida ed esemplare espressione da ricordare e tramandare come antidoto a certa letteratura seminatrice di illusioni e di vana dispersione.
Il Manzoni va riletto, studiato, riproposto con convinzione ai giovani come luce per un percorso educativo che non deve mai disgiungere la ricerca della verità e di valori etici dalla realizzazione estetica.
Antonia Chimenti, 15 ottobre 2012













Fonte : pagine scelte, traduzioni e appunti della prof.ssa Antonia Chimenti. E-mail: a.chimenti@email.it  .  









Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari negli ultimi 30 giorni