QUANTO DURA E QUANTO E' DURO
QUESTO MIO ESILIO SULLA TERRA...!
di Ugo Abate
Quanto dura e quanto duro è questo mio esilio sulla Terra dopo
aver conosciuto i Tuoi segreti e provato le Tue dolcezze ed i Tuoi aromi
inebrianti!!!
Ma ora sono nell’oscurità e solo raramente Ti fai sentire. E non
posso dire: “Fatti vedere, vienimi a consolare, fammi giacere col mio capo sulle
Tue divine ginocchia e, finalmente, trovare pace su questa Terra!”
Ma, invece: nulla! E solo mi concede, il Padre Celeste, di vedere
con gli occhi dello spirito, e di vedere Te, Mammina del Cielo, con gli stessi
occhi e, seppur mi porti Teco in braccio, al terminar della Santa Messa, col mio
capo chino sulla Tua spalla destra, sento, sento, sento il bisogno di una
carezza femminile, dolce, fraterna, consolante anche materialmente!
Ed, invece, questo, il Padre Celeste non me lo concede!
Ed io rispetto la Sua Santa Volontà. E come non potrei, perché,
diversamente, sarebbe falso il mio pregare: “ Padre, sia fatta la Tua volontà!”
Eppure, ricordo e vedo Te, Santissima Trinità, col mio spirito,
ma, umanamente, sento tutto il peso dell’umana debolezza, solitudine!
Per quanto tempo ancora, o Padre, mi lascerai peregrinare su
questa Terra e mendicare una carezza? Cosa Ti chiedo d’altro, se non questo?
Non Ti ho chiesto e non Ti chiedo di rivederVi, perchè so come
venire a Te ed a Voi, Santissima Trinità, in spirito, davanti al Tuo Trono
Celeste!
Non chiedo di rivedere Te, Gesù, né Te, Mammina Celeste, Che,
alla fine di ogni Santa Messa del mattino, mi tendi la mano e mi porti Teco, me
in spirito di fanciullo, dopo avermi posto fra le tue braccia ed il capo chino
sulla Tua spalla destra, verso il Cielo, insieme a Gesù.
E, pur facendomi incontrare, sul mio cammino terreno, altri
fratelli buoni, non si estingue in me la brama, specie quando sento il peso dei
miei sensi e delle mie debolezze e dell’umana ingratitudine, non si estingue la
brama di abbandonare finalmente questo mio corpo!
Ma, con e come Gesù, chino il capo, rassegnato ad ogni nuova
sconfitta e riaperte solitudini, nelle quali mi lasci porre, o Padre, anche
dalle più vicine, affettivamente, umane creature. E, dicevo: come Gesù, chino il
capo, e non mi resta che questo e dire: “Padre, sia fatta la Tua Volontà!” E,
riaprendo di colpo gli occhi su questo mondo, sempre più confuso e traviato da
Satana, riprendo a correre, abbandonato in Te, per non perdere me, per
santificare me, per soccorrere i fratelli e le sorelle nel bisogno, per
soccorrere chi mi chiede una preghiera, per donare un suffragio ai miei fratelli
e sorelle che sono in Purgatorio, anime che so essere unite a me nell’unica
Carità di Cristo e prone su di me a donarmi il loro sostegno e la loro
intercessione. E pregano continuamente per me e mi mediano, quotidianamente,
sostegno e grazie, per me e per tutti coloro per i quali il Padre da sempre mi
ha chiamato a pregare. E prego, pur fra gli alti e bassi della mia misera
condizione umana.
Ma, la cosa che mi conforta, nelle delusioni di questa vita e che
mi ispira continuamente a perseverare, per il bene mio e delle altre anime, vive
e/o defunte, è il fatto che ho scoperto, non da tanti anni, che Tu, Padre mio
Celeste, mi stimi e mi ami profondamente.
Grazie, Padre, e rendimi sempre riconoscente di questo dono, che
mi sostiene nelle cadute e mi invitano, continuamente, a rialzarmi e ributtarmi,
fiducioso, fra le Tue braccia, nelle braccia della Tua amorevole infinita
Misericordia !
Il tuo
Ugo di Gesù Misericordioso
A lode e gloria del Padre. Amen!
Fonte :
L'Autore ha pubblicato il libro "Un figlio di un grande albero" , di Ugo Abate; chi è interessato
al libro, essendo edito in proprio, può contattare l'Autore scrivendo a
ugoabate@libero.it
, oppure
telefonando al n° 3291861293.
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