giovedì 25 luglio 2019

QUANTO DURA E QUANTO E' DURO QUESTO MIO ESILIO SULLA TERRA...! di Ugo Abate



QUANTO DURA E QUANTO E' DURO QUESTO MIO ESILIO SULLA TERRA...!
di Ugo  Abate



Quanto dura e quanto duro è questo mio esilio sulla Terra dopo aver conosciuto i Tuoi segreti e provato le Tue dolcezze ed i Tuoi aromi inebrianti!!!
Ma ora sono nell’oscurità e solo raramente Ti fai sentire. E non posso dire: “Fatti vedere, vienimi a consolare, fammi giacere col mio capo sulle Tue divine ginocchia e, finalmente, trovare pace su questa Terra!”
Ma, invece: nulla! E solo mi concede, il Padre Celeste, di vedere con gli occhi dello spirito, e di vedere Te, Mammina del Cielo, con gli stessi occhi e, seppur mi porti Teco in braccio, al terminar della Santa Messa, col mio capo chino sulla Tua spalla destra, sento, sento, sento il bisogno di una carezza femminile, dolce, fraterna, consolante anche materialmente!
Ed, invece, questo, il Padre Celeste non me lo concede!
Ed io rispetto la Sua Santa Volontà. E come non potrei, perché, diversamente, sarebbe falso il mio pregare: “ Padre, sia fatta la Tua volontà!”
Eppure, ricordo e vedo Te, Santissima Trinità, col mio spirito, ma, umanamente, sento tutto il peso dell’umana debolezza, solitudine!
Per quanto tempo ancora, o Padre, mi lascerai peregrinare su questa Terra e mendicare una carezza? Cosa Ti chiedo d’altro, se non questo?
Non Ti ho chiesto e non Ti chiedo di rivederVi, perchè so come venire a Te ed a Voi, Santissima Trinità, in spirito, davanti al Tuo Trono Celeste!
Non chiedo di rivedere Te, Gesù, né Te, Mammina Celeste, Che, alla fine di ogni Santa Messa del mattino, mi tendi la mano e mi porti Teco, me in spirito di fanciullo, dopo avermi posto fra le tue braccia ed il capo chino sulla Tua spalla destra, verso il Cielo, insieme a Gesù.
 
E, pur facendomi incontrare, sul mio cammino terreno, altri fratelli buoni, non si estingue in me la brama, specie quando sento il peso dei miei sensi e delle mie debolezze e dell’umana ingratitudine, non si estingue la brama di abbandonare finalmente questo mio corpo!
 Ma, con e come Gesù, chino il capo, rassegnato ad ogni nuova sconfitta e riaperte solitudini, nelle quali mi lasci porre, o Padre, anche dalle più vicine, affettivamente, umane creature. E, dicevo: come Gesù, chino il capo, e non mi resta che questo e dire: “Padre, sia fatta la Tua Volontà!” E, riaprendo di colpo gli occhi su questo mondo, sempre più  confuso e traviato da Satana, riprendo a correre, abbandonato in Te, per non perdere me, per santificare me, per soccorrere i fratelli e le sorelle nel bisogno, per soccorrere chi mi chiede una preghiera, per donare un suffragio ai miei fratelli e sorelle che sono in Purgatorio, anime che so essere unite a me nell’unica Carità di Cristo e prone su di me a donarmi il loro sostegno e la loro intercessione. E pregano continuamente per me e mi mediano, quotidianamente, sostegno e grazie, per me e per tutti coloro per  i quali il Padre da sempre mi ha chiamato a pregare. E prego, pur fra gli alti e bassi della mia misera condizione umana.
Ma, la cosa che mi conforta, nelle delusioni di questa vita e che mi ispira continuamente a perseverare, per il bene mio e delle altre anime, vive e/o defunte, è il fatto che ho scoperto, non da tanti anni, che Tu, Padre mio Celeste, mi stimi e mi ami profondamente.
Grazie, Padre, e rendimi sempre riconoscente di questo dono, che mi sostiene nelle cadute e mi invitano, continuamente, a rialzarmi e ributtarmi, fiducioso, fra le Tue braccia, nelle braccia della Tua amorevole infinita Misericordia !                         
 
Il tuo
Ugo di Gesù Misericordioso  
A lode e gloria del Padre. Amen!




Fonte :  L'Autore ha pubblicato il libro "Un figlio di un grande albero" , di Ugo Abate; chi è interessato al libro, essendo edito in proprio,  può contattare l'Autore scrivendo a ugoabate@libero.it  , oppure telefonando al n° 3291861293.








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