Padre Claudio Traverso
CRISTO E' RISORTO
"Nessuno ha un amore piu' grande di
chi da' la propria vita per gli amici" (Gv 15,13).
Cosi', attraverso la risurrezione,
la croce e' stata trasformata da strumento di castigo e di morte nelle mani dei
crocifissori in strumento efficace dell'amore divino nelle mani del Buon
Pastore, che ha riscattato le sue pecore e che ancora oggi va alla ricerca della
pecora perduta fino ai confini della terra.
La croce e' diventata uno strumento
di gioia per tutti quelli che vi sanno scorgere il mistero del perdono e
dell'amore divino: "Egli mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20).
Questo significa che la risurrezione
di Cristo nella carne il terzo giorno e' diventata la forza fondamentale ed
efficace per il perdono dei peccati.
Se Cristo e' risorto, allora la
nostra fede e' autentica e noi non siamo piu' nei nostri peccati. La sua croce
non fu infamia ma gloria. Se il corpo di cui ci nutriamo e' il corpo della sua
crocifissione, e' anche il corpo della sua risurrezione e noi diventiamo
partecipi proprio della stessa risurrezione e della vita eterna.
La risurrezione di Cristo ha mutato
l'infamia e la maledizione della croce in grazia, salvezza e gloria e ha reso il
corpo spezzato e il sangue versato realta' non solo vive, ma anche datrici di
vita.
Cio' di cui abbiamo bisogno e' una
risurrezione che abbia la stessa forza rivelatrice di quella data ai discepoli
al terzo giorno, una risurrezione che possa correggere tutti i nostri errati
concetti di paura della sofferenza e della croce, e diventi un punto di partenza
per la nostra fede, una forza dalla quale trarre la capacita' non solo di capire
il potere che ha la croce di perdonare i nostri peccati, ma anche di sopportare
le stesse sofferenze della croce ripieni di gioia.
Non sara' piu' un'agonia ma una
comunione nella gloria, come ha scoperto San Paolo: "Partecipiamo alle sue
sofferenze per partecipare anche alla sua gloria" (Rm 8,17).
Lo scopo dell'incarnazione percio',
nella visione dei Padri della Chiesa, non si e' mai limitato all'espiazione
della croce e alla redenzione per mezzo del sangue, ma e' sempre andato oltre,
fino a concepire la risurrezione in vista del rinnovamento dell'uomo come fine
ultimo dell'incarnazione. Questo perche' l'uomo non avrebbe cessato di cadere in
peccato, di rompere la comunione con Dio e di incorrere nell'ira divina anche se
i suoi peccati fossero stati rimessi.
La risurrezione di Cristo dai morti
con lo stesso corpo con cui era morto offre la risposta pratica e divina al modo
della nostra nuova nascita intesa come nuova creazione.
E' attraverso la risurrezione che
Cristo, vivente e vincitore non solo del peccato ma anche della morte, ha aperto
una volta per tutte le porte per il nostro ritorno al regno di Dio, cioe' alla
vita eterna, dopo aver pagato Egli stesso il prezzo dei nostri peccati sulla
croce.
Si tratta di un sacrificio che
ottiene non solo il perdono dei peccati, ma anche la ri-creazione del peccatore
in Cristo e nel suo Spirito: cosi' il Cristo puo' presentare gli uomini al
Padre, prendendoli con se' nel suo amore, dopo averli lavati nel suo sangue; li
presenta nel suo risorgere e sedere alla destra del Padre, affinche' possano
essere senza macchia davanti a Dio nell'amore, ed essere creature nuove che
traggono il proprio respiro vitale dallo Spirito di Dio, amati come il Figlio.
Come afferma Cristo stesso: "L'amore con il quale mi hai amato sia in essi" (Gv
17,26).
Cristo e' vivente per sempre e,
anche dopo essere morto per noi e averci giustificati con il suo sangue,
continua a intercedere per noi presso il Padre con l'audacia dell'amore con cui
realizzo' la redenzione, in modo che non venga mai meno la speranza nonostante
la nostra ignoranza e la putroppo ancora presente trasgressione: "Ma Dio
dimostra il suo amore per noi perche', mentre eravamo ancora peccatori, Cristo
e' morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue,saremo
salvati per mezzo di Lui" (Rm 5,8-9).
Fonte : http://www.cantalleluia.net
, website a cura di Padre Claudio Traverso .
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