"Ero in carcere e mi sei
venuto a trovare"
di Concetta Mattiello Rizzo
Mettendo a posto i miei libri ho trovato una
pubblicazione del 1999 e mi domandavo come mai io l'avessi conservata.
Percorrendo le pagine ho trovato un articolo di una cara amica, Angela Minardi,
che da molti anni porta aiuto spirituale ai carcerati del Carcere di Rebibbia in
Roma ed anche ora, non più giovanissima, continua nella sua opera caritativa.
Con il suo permesso offro alla meditazione di tutti
le sue splendide parole che ci insegnano a non giudicare e ad amare tutti :
di Angela Minardi
Sono un'assistente volontaria (art.78)
per il sostegno morale ed il reinserimento sociale dei detenuti negli istituti
di Rebibbia: Casa di Reclusione e Casa Circondariale maschili. E' un'attività
che richiede una grande disponibilità a compatire e a penetrare nell'animo
umano, tanto complesso quanto fragile e mutabile. Nel mio lontano passato non
avrei mai pensato di dedicarmi a questa missione, se Qualcuno non mi avesse
messo nel cuore tale idea, aprendomi la strada e agevolandomi per percorrerla
con il Suo aiuto e la Sua guida costanti.
Negli anni del terrorismo entrai per
la prima volta nel carcere. In quel periodo non era in uso il Volontariato, come
avviene oggi, soprattutto da parte dei laici. La mia famiglia e gli amici
rimasero stupiti della mia decisione. Io tenevo gelosamente nel cuore il Nome di
Colui che mi aveva dato l'ispirazione. Probabilmente nessuno mi avrebbe
compresa.
Dai carcerati ho ricevuto
moltissimo, sia per la crescita della mia fede che per una profonda conoscenza
della psiche umana. Ora, avanti negli anni, sento forte il desiderio, anche se
grandi sono i dubbi sulle mie capacità di scrittrice, di lasciare loro un
ricordo sulle esperienze della mia vita e dei flash su esperienze di carcerati
che, d'accordo con me, vogliono consigliare agli altri a riflettere per aprire
il cuore alla speranza e soprattutto alla Verità, alla sola ed essenziale Verità
che rende liberi gli uomini.
...Mi rivolgo a te, che sei
chiuso da molto o da poco tempo nel carcere; se non mi conosci, mi conoscerai
leggendo questa testimonianza. Ascoltami come preferisci: amica, madre o nonna;
ti voglio bene e sono certa che tu sei un essere prezioso, anche se fossi
considerato dai giudici il peggiore dei malfattori. Credente o no, lo ripeto, tu
sei prezioso per Colui che per te si è incarnato nella debolezza della carne
umana ed ha patito, innocente, un'infame condanna. Poi è risorto perché tu,
proprio tu, risorga a nuova vita, forse oggi, forse domani, ma certamente nel
tempo che Lui già conosce.
Mi rivolgo a te, qualunque sia il
tuo nome, la tua età, il tuo reato: ciò non ha importanza; ti considero come uno
di coloro che facevo chiamare dall'agente e si presentavano a me tristi o
sorridenti. Desidero rivelarti che, vivo e presente, vicino a te, nella tua
cella, c'è una Persona invisibile che bussa al tuo cuore, in attesa che tu
l'ascolti e gli apra un tantino la porta. Non sorridere! Credimi. Posso
assicurarti che Lui è il solo vero fedele Amico che hai. Ti puoi fidare perché
ti ama di un amore grande, misericordioso, infinito che, dolcemente, con il
tempo, riuscirai a percepire.
Leggimi con pazienza, arriva alla
fine: ti farà bene e ti sarà utile.
La nostra esistenza dall'aurora
al tramonto, ossia dalla nascita alla morte, pur con percorsi diversi, è
disseminata di poche gioie, miste a problemi e dolore. - Perché? - ci chiediamo.
Come in te stesso puoi
constatare, noi persone limitate, esseri finiti, tendiamo all'infinito. Vogliamo
amare ed essere amati, inseguiamo ovunque la felicità e l'amore, per poi
ritrovarci smarriti e delusi. Attaccati al tenue filo della vita che una Mano
invisibile può improvvisamente interrompere, siamo sempre sospesi tra due
esperienze: l'esperienza che è in noi e quella che è fuori di noi. Come sospesi
tra il nostro cuore e quello degli altri, tra il bene e il male, tra la certezza
dell'oggi e il dubbio di domani. Così consciamente o inconsciamente, finiamo con
il compiere le nostre scelte. Ci trasformiamo in ciò che scegliamo, dove il
nostro cuore fissa la sua tenda, ed infine, molto ne soffriamo. Ci troveremmo
meglio se avessimo la saggezza di riflettere, di chiedere aiuto a qualcuno per
poter scegliere la strada che ci allontana dal male e ci porta al bene.
Meditiamo su quanto ha scritto il
filosofo Blaise Pascal: "L'uomo non è che un giunco, il più debole della natura,
ma è un giunco pensante". E su ciò che riporta la Bibbia: "Che cosa è l'uomo
perché te ne curi? Il figlio dell'uomo perché tu ti ricordi di lui? Eppure l'hai
fatto di poco inferiore agli angeli, di gloria e di onore l'hai incoronato".
Nella realtà triste della tua
carcerazione, non disperare, ma approfitta della solitudine per pensare e farti
queste domande: Chi sono? Che cosa è la vita? Esiste Dio? Perché c'è il male e
la morte?
Scoprirai le medesime risposte
che io stessa ho trovato. Non sarai solo nella tua ricerca, posso assicurartelo,
se la farai con il cuore. La mia esistenza non è stata facile, ho molto sofferto
e lottato prima di essere libera dalle nostre catene, dare il vero senso alla
mia vita e scoprire l'Amico. Ora posso dirti con certezza e sincerità che la
mia, la tua, l'esistenza di tutti gli uomini fa parte di un progetto d'amore che
inizia qui sulla terra, anche se, purtroppo, per il male che ci rende ciechi,
questo Disegno divino da molti è ignorato...
Angela Minardi.
Fonte : scritti e
appunti di Concetta Mattiello Rizzo .
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