mercoledì 24 luglio 2019

"Ero in carcere e mi sei venuto a trovare" , di Concetta Mattiello Rizzo



"Ero in carcere e mi sei venuto a trovare"
 
di Concetta Mattiello Rizzo  


Mettendo a posto i miei libri ho trovato una pubblicazione del 1999 e mi domandavo come mai io l'avessi conservata. Percorrendo le pagine ho trovato un articolo di una cara amica, Angela Minardi, che da molti anni porta aiuto spirituale ai carcerati del Carcere di Rebibbia in Roma ed anche ora, non più giovanissima, continua nella sua opera caritativa.
Con il suo permesso offro alla meditazione di tutti le sue splendide parole che ci insegnano a non giudicare e ad amare tutti :
 
 
"Che cosa è l'uomo perché ti ricordi di lui ?"
di Angela Minardi
 
Sono un'assistente volontaria (art.78) per il sostegno morale ed il reinserimento sociale dei detenuti negli istituti di Rebibbia: Casa di Reclusione e Casa Circondariale maschili. E' un'attività che richiede una grande disponibilità a compatire e a penetrare nell'animo umano, tanto complesso quanto fragile e mutabile. Nel mio lontano passato non avrei mai pensato di dedicarmi a questa missione, se Qualcuno non mi avesse messo nel cuore tale idea, aprendomi la strada e agevolandomi per percorrerla con il Suo aiuto e la Sua guida costanti.
Negli anni del terrorismo entrai per la prima volta nel carcere. In quel periodo non era in uso il Volontariato, come avviene oggi, soprattutto da parte dei laici. La mia famiglia e gli amici rimasero stupiti della mia decisione. Io tenevo gelosamente nel cuore il Nome di Colui che mi aveva dato l'ispirazione. Probabilmente nessuno mi avrebbe compresa.
Dai carcerati ho ricevuto moltissimo, sia per la crescita della mia fede che per una profonda conoscenza della psiche umana. Ora, avanti negli anni, sento forte il desiderio, anche se grandi sono i dubbi sulle mie capacità di scrittrice, di lasciare loro un ricordo sulle esperienze della mia vita e dei flash su esperienze di carcerati che, d'accordo con me, vogliono consigliare agli altri a riflettere per aprire il cuore alla speranza e soprattutto alla Verità, alla sola ed essenziale Verità che rende liberi gli uomini.
 
...Mi rivolgo a te, che sei chiuso da molto o da poco tempo nel carcere; se non mi conosci, mi conoscerai leggendo questa testimonianza. Ascoltami come preferisci: amica, madre o nonna; ti voglio bene e sono certa che tu sei un essere prezioso, anche se fossi considerato dai giudici il peggiore dei malfattori. Credente o no, lo ripeto, tu sei prezioso per Colui che per te si è incarnato nella debolezza della carne umana ed ha patito, innocente, un'infame condanna. Poi è risorto perché tu, proprio tu, risorga a nuova vita, forse oggi, forse domani, ma certamente nel tempo che Lui già conosce.
Mi rivolgo a te, qualunque sia il tuo nome, la tua età, il tuo reato: ciò non ha importanza; ti considero come uno di coloro che facevo chiamare dall'agente e si presentavano a me tristi o sorridenti. Desidero rivelarti che, vivo e presente, vicino a te, nella tua cella, c'è una Persona invisibile che bussa al tuo cuore, in attesa che tu l'ascolti e gli apra un tantino la porta. Non sorridere! Credimi. Posso assicurarti che Lui è il solo vero fedele Amico che hai. Ti puoi fidare perché ti ama di un amore grande, misericordioso, infinito che, dolcemente, con il tempo, riuscirai a percepire.
Leggimi con pazienza, arriva alla fine: ti farà bene e ti sarà utile.
La nostra esistenza dall'aurora al tramonto, ossia dalla nascita alla morte, pur con percorsi diversi, è disseminata di poche gioie, miste a problemi e dolore. - Perché? - ci chiediamo.
Come in te stesso puoi constatare, noi persone limitate, esseri finiti, tendiamo all'infinito. Vogliamo amare ed essere amati, inseguiamo ovunque la felicità e l'amore, per poi ritrovarci smarriti e delusi. Attaccati al tenue filo della vita che una Mano invisibile può improvvisamente interrompere, siamo sempre sospesi tra due esperienze: l'esperienza che è in noi e quella che è fuori di noi. Come sospesi tra il nostro cuore e quello degli altri, tra il bene e il male, tra la certezza dell'oggi e il dubbio di domani. Così consciamente o inconsciamente, finiamo con il compiere le nostre scelte. Ci trasformiamo in ciò che scegliamo, dove il nostro cuore fissa la sua tenda, ed infine, molto ne soffriamo. Ci troveremmo meglio se avessimo la saggezza di riflettere, di chiedere aiuto a qualcuno per poter scegliere la strada che ci allontana dal male e ci porta al bene.
Meditiamo su quanto ha scritto il filosofo Blaise Pascal: "L'uomo non è che un giunco, il più debole della natura, ma è un giunco pensante". E su ciò che riporta la Bibbia: "Che cosa è l'uomo perché te ne curi? Il figlio dell'uomo perché tu ti ricordi di lui? Eppure l'hai fatto di poco inferiore agli angeli, di gloria e di onore l'hai incoronato".
Nella realtà triste della tua carcerazione, non disperare, ma approfitta della solitudine per pensare e farti queste domande: Chi sono? Che cosa è la vita? Esiste Dio? Perché c'è il male e la morte?
Scoprirai le medesime risposte che io stessa ho trovato. Non sarai solo nella tua ricerca, posso assicurartelo, se la farai con il cuore. La mia esistenza non è stata facile, ho molto sofferto e lottato prima di essere libera dalle nostre catene, dare il vero senso alla mia vita e scoprire l'Amico. Ora posso dirti con certezza e sincerità che la mia, la tua, l'esistenza di tutti gli uomini fa parte di un progetto d'amore che inizia qui sulla terra, anche se, purtroppo, per il male che ci rende ciechi, questo Disegno divino da molti è ignorato...
Angela Minardi.
 




Fonte : scritti e appunti di Concetta Mattiello Rizzo .











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