martedì 23 luglio 2019

EUCARISTIA CENA DEL SIGNORE Dono immenso , di padre Claudio Traverso



Padre Claudio Traverso

EUCARISTIA CENA DEL SIGNORE

EUCARISTIA, CENA DEL SIGNORE
Umilta’ e misericordia di Dio.
 
Dono immenso
 

L’Eucaristia – dice San Tomaso – “e’ la piu’ grande di tutte le meraviglie operate da Cristo, il mirabile documento del suo amore senza limiti per gli uomini”.
In 1 Cor 11,23 troviamo il piu’ antico racconto dell’istituzione dell’Eucaristia:
“Il Signore Gesu’, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzo’ e disse:
Questo e’ il mio corpo, che e’ per voi; fate questo in memoria di me.
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo:
Questo calice e’ la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me.
Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finche’ egli venga”.
Se la Messa e’ comunione con la Persona di Cristo, allora io devo calarmi nei suoi sentimenti, nei suoi pensieri, nei suoi gusti. Devo calarmi nella mentalita’ di Cristo…
“Non sono piu’ io che vivo – dovrei dire dopo la Messa – e’ Cristo che vive in me”. E’ Cristo che parla, che muove, che opera, che agisce…
Noi siamo esseri totalmente dipendenti, pur nella nostra liberta’. Ogni cosa che siamo ed abbiamo, deriva da Dio: “Difatti, in lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (At 17,28) dice la Scrittura.
Se siamo umili, sara’ per noi un pensiero consolante e non minaccioso il fatto che Dio abbia controllo illimitato su di noi, che a Lui dobbiamo tutto, e che indiscutibilmente Egli abbia diritto a condurre la nostra vita secondo il beneplacito della Sua volonta’.
Nell’adempimento dei suoi doveri, nella prosperita’ come nell’avversita’, quando la vita le infonde un senso di insicurezza ed incertezza, o quando fa i suoi piani per il futuro, la persona umile non si affida al suo discernimento, ne’ alla sua forza, ma piuttosto confida nel Signore con tutto il suo cuore. Lo riconosce in tutte le sue vie e guarda a Lui affinche’ guidi ogni suo passo.
Ma noi possiamo soltanto “imparare” da Dio ad essere umili.
La semplicita’ del segno del pane, cibo ordinario quotidiano dell’uomo, ci aiuta ad accostarci senza timore, con immensa fiducia a Colui che si fa “pane della vita”, cioe’ si fa dono.
Cristo si immola, si annienta per l’uomo. Non si ama a parole, si ama a fatti ! Questa e’ la grande lezione dell’umilta’ di Dio, che offre il suo Corpo per comunicare Vita.
Ecco l’umilta’ di Dio: offrirsi, donarsi, mettersi nelle mani di chi al suo cospetto e’ nulla, semplice creatura. Ma questo e’ possibile perche’ Egli e’ l’Onnipotente.
Tutto il presupposto dell’amore cristiano, quell’amore che la vita di Gesu’ porta e che secondo Giovanni e’ Dio stesso, riposa su questa umilta’.
Dio e’ l’umile amante. Veramente questo Dio capovolge tutto cio’ che l’uomo, nell’orgoglio della sua ribellione, pretende edificare da se’.
Naturalmente, non bisogna confondere questo farsi dono umilmente, con debolezza.
Umilta’ e carita’ sono le virtu’ dei forti: si capisce di qui che un uomo puo’ essere umile soltanto nella misura in cui vive la grandezza che egli e’ e che deve diventare, in stretta comunione, in perfetta amicizia con Dio, con immensa gioia e riconoscenza.
 
 
 



Fonte : http://www.cantalleluia.net  ,  website a cura di Padre Claudio Traverso .











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