martedì 23 luglio 2019

I MARTIRI : TESTIMONI DELLA FEDE ( seconda parte ), di padre Claudio Traverso



Padre Claudio Traverso

I MARTIRI : TESTIMONI DELLA FEDE
 
( seconda parte )



Quando il Concilio Vaticano II° afferma che la Chiesa ha sempre venerato i martiri (LG 50) esprime una verita' storica pacificamente ammessa da tutti.
Il martire e' stato sempre considerato l'esponente piu' eminente del cristianesimo.
L'autenticita' del cristiano si riconosce nella misura in cui in lui si puo' riconoscere il Cristo. Ora il martirio costituisce l'imitazione piu' perfetta di Lui. Con esso infatti  "il discepolo e' reso simile al Maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e a Lui si conforma nella effusione del sangue" (LG 42).
La misura dell'amore e' data dalla capacita' di sacrificarsi per l'amato: piu' si e' disposti a sacrificare piu' si ama. Il massimo che l'uomo puo' sacrificare e' la vita e Cristo l'ha offerta per gli uomini. Era pertanto logico che i cristiani considerassero apice della perfezione imitare realmente, nella carne, quella passione.
Il sacrificio della vita si comprende e ha valore solo se e' sostenuto dalla carita', e solo a queste condizioni il martirio era un perdere la vita per Colui che ne aveva promesso il ritrovamento (Mt 10,39).
Il martire vive fino in fondo l'ideale cristiano incarnato nel Cristo che si immola per la gloria del Padre e per la redenzione degli uomini in suprema testimonianza di fedelta' e carita'.
«Nel nostro tempo sono tornati i martiri, spesso sconosciuti, “militi ignoti” della grande causa di Dio» - ha affermato con forza Giovanni Paolo II -  che tanti di questi cristiani ha elevato agli onori degli altari, proponendone la testimonianza alla chiesa e al mondo. Potrà sembrare eccessivo a qualche cristiano che ritiene il martirio un retaggio del passato, ma il ventesimo secolo ha “prodotto”, per lo più fra i cattolici, oltre 45 milioni di martiri: ovvero più di due terzi della loro somma totale dagli inizi del cristianesimo.
Vittime di ideologie stataliste, immanentiste, razziste; o di fondamentalismi religiosi. La disinformazione al riguardo si spiega col fatto che si è cercato di ignorare (se non di occultare) il più possibile questa esperienza cruenta da parte dei governi che per motivi ideologici hanno inteso liquidare la religione.
Solo qualche cenno o scarno ricordo se ne trova infatti nei libri di storia e nei mass media. Ma responsabili di questa ignoranza sono stati a volte gli stessi cristiani, quando hanno rimosso questa verità, preferendo un cristianesimo più accomodante all’evangelico «sì sì, no no !».
Il Novecento, iniziato con la rivoluzione dei Boxers in Cina, è proseguito con il genocidio degli armeni  ad opera dei turchi, le persecuzioni anticlericali (massoniche e social-comuniste) in Brasile,  Messico, Spagna, la persecuzione nazista in buona parte dell’Europa;  il comunismo in Urss e nell’Europa dell’Est. In Africa le persecuzioni sono state provocate da gruppi etnici (come nella regione dei Grandi Laghi, in Nigeria, nell’Africa Centrale, nel Corno d’Africa);  da fondamentalismi religiosi (Algeria, Libia, Egitto, Sudan...); da guerre ideologiche o di potere (Congo-Kinshasa, Congo-Brazzaville, Angola, Sudafrica, Mozambico, Madagascar, Zimbabwe, Etiopia).
In Asia alle persecuzioni dettate da fondamentalismi religiosi  (India, Indonesia, Filippine, Pakistan, Siria, Irak, Libano, Arabia Saudita)  si sono aggiunte le persecuzioni di matrice marxista (Cina, Vietnam, Laos, Cambogia, Corea del Nord, Myanmar). Perfino l’Oceania, con la Papua Nuova Guinea o l’Iryan Jaya
(negli anni Quaranta e attualmente), non è fuori dal quadro geografico a 360 gradi dei martiri del XX secolo!
Ma il discorso continua illustrando le vicende di testimoni significativi come Charles de Foucauld, padre Kolbe, Edith Stein, mons. Romero, padre Puglisi, ma soprattutto quelle sconosciute di persone “normali”, che magari non
avevano mai aspirato al martirio, ma all’occasione sono riuscite a comportarsi in modo coerente con la propria fede, fino alla fine.
In testa a tutti, come numero di vittime, l’Europa.
«Paradossalmente una delle civiltà e delle culture più avanzate del mondo ha prodotto le atrocità peggiori del XX secolo». E ciò per limitarsi ai cristiani, senza considerare i “martiri” appartenenti ad altre religioni, in special modo gli ebrei vittime dell’olocausto.
Ci viene offerta una occasione per meditare sul mistero del male presente nella storia umana e, al tempo stesso, sulle inimmaginabili risorse del bene, che rimette in auge una dimensione della testimonianza considerata nei primi secoli parte integrante del cristianesimo. Di drammatica attualità, poi, se si considera che ciò di cui si legge sta avvenendo in modo del tutto simile anche “adesso”, in questo preciso momento in qualche parte del mondo; senza contare che potrebbe verificarsi anche in quei paesi dove la vita cristiana scorre più pacificamente: perché non sono ancora state estirpate dal mondo le radici dell’ingiustizia da cui nasce l’odio anticristiano.
Dice Gesu’: “Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non e’ piu’ grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perche’ non conoscono Colui che mi ha mandato” (Gv 15,20).
   
 


MARTIRI DI OGNI TEMPO E NAZIONE

SPLENDIDE FIGURE DI VESCOVI, SACERDOTI, RELIGIOSI E LAICI.

Giovanni Paolo II ha canonizzato nel 1998 P. Kolbe e beatificato 267 martiri del nostro secolo. 218 di essi sono martiri della persecuzione religiosa spagnola, provocata dal comunismo, tra il 1934 ed il 1939; 25 sono martiri della persecuzione messicana promossa dal governo locale negli anni venti e trenta; 10 sono testimoni della fede del periodo del regime nazionalsocialista in Germania e in Europa. Gli altri appartengono a paesi dei cinque continenti e a situazioni socio-politiche diverse, ma tutti hanno un comune denominatore: sono stati uccisi in odium fidei, in odium Ecclesiae oppure sono morti a causa delle sofferenze subìte nelle prigioni o nei campi di concentramento. Ci sono anche tre giovanissime donne martiri, per aver difeso, come Santa Maria Goretti, la loro verginità: le beate Kózka, Morosini e Mesina.
Come Gesù, anche loro morirono per i loro carnefici e per il loro popolo perdonando e chiedendo a Dio che suonasse l'ora della riconciliazione. Siamo sicuri che anche nel giorno della loro glorificazione questi martiri hanno alzato la voce del loro sangue innocente per invocare che la pace e la riconciliazione siano una gioiosa realtà fra tutti gli uomini. L'utimo martire beatificato da Giovanni Paolo II è stato il Vescovo Vincenzo Eugenio Bossilkov: ecco alcune parole di Giovanni Paolo II, pronunciate durante l'omelia della S.Messa di beatificazione, il 15 marzo 1998:
"Il Vescovo martire Vincenzo Eugenio Bossilkov si e’ abbeverato alla roccia spirituale che è Cristo. Seguendo fedelmente il carisma del fondatore della sua Congregazione, san Paolo della Croce, ha coltivato intensamente la spiritualità della Passione. Si e’ dedicato, inoltre, senza riserve al servizio pastorale della Comunita’ cristiana a lui affidata, affrontando senza esitazione la prova suprema del martirio"; "Sono lieto, in questo giorno di festa per la Nazione bulgara, di rendere omaggio a quanti, come Mons. Bossilkov, hanno pagato con la vita l'adesione senza riserve alla fede ricevuta nel battesimo"; "Quando l'ostilità del regime comunista contro la Chiesa si fece più decisa e minacciosa, il Beato Bossilkov volle rimanere accanto alla sua gente, pur sapendo che ciò significava rischiare la vita. Non temette di affrontare la bufera della persecuzione"
ROMA — All'ombra del Colosseo che ricorda, almeno nell'immaginario collettivo, altre persecuzioni ed altri martiri, il 7 maggio 2000 sono stati  celebrati a Roma gli innumerevoli martiri di questo secolo.
«Mai come ai tempi nostri, dopo quelli primitivi, la nostra Chiesa è stata Chiesa di martiri» ha detto il cardinale Etchegaray. E monsignor Crescenzio Sepe ha ricordato la «montagna delle croci» eretta in Lituania per commemorare anonimamente tutte le vittime della fede cristiana in quel Paese.
Vittime della fede cristiana, non solo cattolica, perché questa giornata dei martiri del XX secolo non ricorderà solo i cattolici, ma anche i battezzati seguaci di altre confessioni. E a fianco del Papa la celebreranno anche esponenti di altre fedi cristiane. Una novità di assoluto rilievo.
D'altronde è difficile fare distinzioni, anche perché questa giornata del ricordo non e’ una beatificazione, cioe’ una cerimonia caratteristica del cattolicesimo. Come non ricordare poi che molte delle vittime della persecuzione in Russia erano ortodosse e che fra quelle dei campi di concentramento nazisti, oltre a cattolici gia’ beatificati, c'e’ stata gente come il pastore luterano Bonhoeffer, già comandante di U boot. L'ex sommergibilista non è citato espressamente, ma è invece nominato il pastore Paul Schneider, morto a Buchenwald. 
Mentre fra i cristiani «uccisi per amore di Cristo e dei fratelli» in America latina si fanno due nomi per tutti. Quello del vescovo colombiano Emilio Jaramillo Monsalve, sequestrato e assassinato da un gruppo di guerriglieri, e quello di un altro vescovo, il cappuccino, Alejandro Labaka che «spese tutte le sue energie a favore di una popolazione amazzonica». Non si dice chi lo abbia ucciso, ma è probabile che siano stati dipendenti del governo o di qualche grande compagnia decisa a tutto per sfruttare il legname amazzonico.
«Così nel nostro tempo sono tornati i martiri» scrisse papa Wojtyla nella sua enciclica Tertio Millennio adveniente. Chi sono? Il cardinale Etchegaray afferma che e’ difficile identificarli. «Non sempre sappiamo reperirli - aggiunge - vi sono quelli che sono perseguitati da un odio palese contro Cristo e la sua Chiesa. Vi sono quelli che sono vittime di nuovi Cesari sotto copertura di una politica da difendere o di una sicurezza da assumere. Oggi il seme di martire si trova spesso nell'alleanza della Chiesa con i poveri, gli esclusi, gli oppressi». Non c'e’ una letterale condanna dei regimi militari che hanno tragicamente segnato la vita dei popoli dell'America latina, ma le parole del cardinale sono sufficientemente esplicite.
Certo le vittime dei regimi nazista e comunista sono state, per così dire, privilegiate. Forse il fatto che la commissione che ha preparato un elenco foltissimo di nomi sia stata presieduta da un vescovo ucraino, cioe’ monsignor Michel Hrynshyshyn, ha avuto la sua influenza. Ma soprattutto conta il fatto che il Papa abbia deciso di non fare nomi esplicitamente oltre a pochissimi ben calibrati. «Sarà compito - dice il cardinale - soprattutto di ogni chiesa locale di non perdere la memoria di questi testimoni esemplari di una fede professata fino al sacrificio supremo».
Il fatto di unire in un'unica venerazione cattolici e non cattolici, seguaci di Chiese che condannano il culto dei santi, ha già un precedente. Paolo VI commemorò in Uganda i martiri vittime della pazzia di re Mutesa e Giovanni Paolo II invita al Colosseo i rappresentanti di tutte le Chiese. «L'ecumenismo dei santi e dei martiri - dice il Papa - è quello che convince di più».
Oltre all’indimenticabile arcivescovo Oscar Romero ucciso all’altare durante la celebrazione del sacrificio eucaristico, c’e’ tutta una moltitudine di sacerdoti generosi, catechisti e catechiste coraggiosi, religiosi e religiose fedeli alla loro consacrazione, laici impegnati nel servizio della pace e della giustizia, testimoni della fraternità senza frontiere; essi hanno fatto risplendere la beatitudine degli affamati e degli assetati della giustizia di Dio. Siano saziati con la visione del tuo volto, o Signore, e siano per noi testimoni della speranza !".
Veramente questa risposta mondiale ci ha commosso, ma se ci guardiamo indietro con uno sguardo d’insieme, e’ davvero incalcolabile il numero di chi ha offerto la propria vita per Cristo in tutti i continenti e in tutte le epoche, senza alcuna paura, convinto di entrare nel modo migliore nella vita senza fine, nella beatitudine eterna con il Signore.    


 
 




Fonte : http://www.cantalleluia.net  ,  website a cura di Padre Claudio Traverso ; per la versione integrale dell'articolo accompagnato con immaginette sacre della Collezione Privata Ercole Oliva si rinvia al sito Cantalleluia.net .











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