Padre Claudio Traverso
LE DONNE E GLI APOSTOLI ,
Testimoni della Resurrezione
La Risurrezione di Cristo e' la verita' culminante della nostra fede, creduta e vissuta come verita' centrale dalla prima comunita' cristiana, trasmessa come fondamentale e predicata come parte essenziale del Mistero Pasquale, insieme con la croce.
Maria di Magdala e le pie donne che andavano a completare l'imbalsamazione del Corpo di Gesu' (Gv 20,5-7) sepolto in fretta la sera del Venerdi' Santo, sono state le prime ad incontrare il Risorto (Gv 20,11-18; Mt 28,9-10).
Le donne furono cosi' le prime messaggere della Risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli (Lc 24,9-10). A loro Gesu' apparve in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici (1 Cor 15,5).
Pietro, chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli (Lc 22,31-32), vede dunque il Risorto prima di loro ed e' sulla sua testimonianza che la comunita' esclama: "Davvero il Signore e' risorto ed e' apparso a Simone" (Lc 24,34).
Tutto cio' che e' accaduto in quelle giornate pasquali impegna ciascuno degli Apostoli - e Pietro in modo del tutto particolare - nella costruzione dell'era nuova che ha inizio con il mattino di Pasqua.
La fede della prima comunita' dei credenti e' fondata sulla testimonianza di uomini concreti, conosciuti dai cristiani e, nella maggior parte, ancora vivi in mezzo a loro.
Questi testimoni della Risurrezione di Cristo sono prima di tutto Pietro e i Dodici, ma non solamente loro: Paolo parla chiaramente di piu' di cinquecento persone alle quali Gesu' e' apparso in una sola volta, oltre che a Giacomo e a tutti gli Apostoli.
Lo sbigottimento provocato dalla passione fu cosi' grande che i discepoli non credettero subito alla notizia della Risurrezione. I Vangeli ci dicono la verita' e ci presentano discepoli smarriti e spaventati, perche' non hanno creduto alle pie donne che tornavano dal sepolcro e "quelle parole parvero loro come un vaneggiamento" (Lc 24,11).
Anche messi davanti alla realta' di Gesu' risuscitato, i discepoli dubitano ancora, tanto la cosa appare loro impossibile: credono di vedere un fantasma. "Per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti" (Lc 24,41). Tommaso conobbe la medesima prova del dubbio e, quando vi fu l'ultima apparizione in Galilea riferita da Matteo, "... Alcuni dubitavano" (Mt 28,17).
La fede nella Risurrezione e' nata sotto l'azione della grazia divina, dall'esperienza diretta della realta' di Gesu' Risorto e dall’incontro concreto con Lui.
GESU' RISORTO E' VICINO
Gesu' risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto e la condivisione del pasto.
Li invita a riconoscere da cio' che Egli non e' un fantasma, ma soprattutto a constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro e' il medesimo che e' stato martoriato e crocifisso, perche' porta ancora i segni della passione.
Questo corpo autentico e reale possiede pero' al tempo stesso le proprieta' nuove di un corpo glorioso; esso puo' rendersi presente a suo modo e quando vuole.
Per questa ragione Gesu' risorto e' sovranamente libero di apparire come vuole, alle donne e agli apostoli, per suscitare la loro fede.
La Risurrezione di Cristo non fu un semplice ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni che Egli aveva compiute prima della Pasqua: quelle della figlia di Giairo, del giovane di Naim e di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per i potere di Gesu', una vita terrena ordinaria. Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo.
La Risurrezione di Cristo e' essenzialmente diversa.
Nel suo corpo risuscitato Egli passa dallo stato di morte ad un'altra vita al di la' del tempo e dello spazio. Il Corpo di Gesu' e', nella Risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria.
Avvenimento storico, la Risurrezione resta non di meno al cuore del Mistero della fede. Per questo motivo Gesu' si manifesta ai suoi discepoli, "a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme" (Gv 14,22), i quali "ora sono i suoi testimoni davanti al popolo" (At 13,31).
Gesu' risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto e la condivisione del pasto.
Li invita a riconoscere da cio' che Egli non e' un fantasma, ma soprattutto a constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro e' il medesimo che e' stato martoriato e crocifisso, perche' porta ancora i segni della passione.
Questo corpo autentico e reale possiede pero' al tempo stesso le proprieta' nuove di un corpo glorioso; esso puo' rendersi presente a suo modo e quando vuole.
Per questa ragione Gesu' risorto e' sovranamente libero di apparire come vuole, alle donne e agli apostoli, per suscitare la loro fede.
La Risurrezione di Cristo non fu un semplice ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni che Egli aveva compiute prima della Pasqua: quelle della figlia di Giairo, del giovane di Naim e di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per i potere di Gesu', una vita terrena ordinaria. Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo.
La Risurrezione di Cristo e' essenzialmente diversa.
Nel suo corpo risuscitato Egli passa dallo stato di morte ad un'altra vita al di la' del tempo e dello spazio. Il Corpo di Gesu' e', nella Risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria.
Avvenimento storico, la Risurrezione resta non di meno al cuore del Mistero della fede. Per questo motivo Gesu' si manifesta ai suoi discepoli, "a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme" (Gv 14,22), i quali "ora sono i suoi testimoni davanti al popolo" (At 13,31).
Fonte : http://www.cantalleluia.net
, website a cura di Padre Claudio Traverso ; per la versione integrale
dell'articolo accompagnato con immaginette sacre della Collezione Privata Ercole
Oliva si rinvia al sito Cantalleluia.net .
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