L'IDEA DEL
MUSEO.
IDENTITA',
RUOLI, PROSPETTIVE.
di Stefano Armellin
Semplicemente il Museo del XXI
secolo non è ancora nato.
Vivono tutti di rendita con una
miopia impressionante sui reali problemi del mondo contemporaneo. Ma quel ch’è
più grave, i musei del mondo sono insufficienti perché non riescono ad imparare
dalle stesse opere che espongono. Questi dinosauri del sapere sono assolutamente
fermi davanti alle concrete esigenze di sei miliardi di persone.
Quanto ancora dobbiamo aspettare
per vedere realizzata una rete museale mondiale che sappia esprimere realmente
le potenzialità espressive che essa stessa contiene ?
E’ proprio ripensando l’idea di
museo che possiamo ripensare il mondo.
Perché il museo è la finestra
privilegiata sui contenuti del mondo.
Per una nuova identità, il
Vaticano ha il dovere di dare l’esempio, indicando ruoli e prospettive
evangeliche e non proponendosi solo come il “magazzino” della conservazione ma
bensì come centro propulsore.
Non sono solo i musei diocesani
periferici che rimangono deserti, ma le stesse sale del Louvre quando non
contengono quadri famosi come La Gioconda.
C’è uno studio per amplificare la
percezione del pubblico ?
Ci sono dei percorsi per
indirizzare verso la conoscenza di capolavori che rimangono in ombra ?
Il museo fisico non è
raggiungibile da tutti , un DVD sì ; allora, quale sinergia fra musei e scuola,
musei e aziende ?
Così come sono i musei del mondo
non rispondono alle esigenze della società contemporanea. Solo la costituzione
di una rete museale mondiale può generare quella cascata di idee fruibili da
chiunque , di concerto con i ministeri dell’istruzione e della cultura di tutto
il mondo.
Ma non per sommergere gli utenti
con la quantità delle opere ma per fare crescere la loro capacità di visione
sulla realtà delle cose e della vita del mondo.
Finalmente con un filtro insieme
al DVD del museo , che tolga di mezzo ogni possibile accesso a immagini
pedopornografiche , a siti ambigui, e di commercio di armi e droga, e di ogni
discorso contrario ad una sana pedagogia per i giovani di ogni razza e di ogni
credo atei compresi. Se i musei non riusciranno a generare la prospettiva di un
altro luogo, diverso da quello di residenza di ciascuno, perderemo tempo
prezioso verso il raggiungimento di un auspicato equilibrio mondiale.
Purtroppo il sistema economico
internazionale dell’arte impone una visione che privilegia il profitto puro e
non il bene dell’anima.
Stefano Armellin
Fonte :
Per contattare l'artista Stefano Armellin :
"THE OPERA" DI STEFANO ARMELLIN
Esposizione permanente in studio:
Viale Martiri della Libertà 68/B/12 17031 Albenga
(Savona)-Italia Tel.0182.51039
Esposizione permanente in studio:
Viale Martiri della Libertà 68/B/12 17031 Albenga
(Savona)-Italia Tel.0182.51039
E-mail:
stefano.armellin@gmail.com
THE OPERA 1983 / 2006
L'arte di Armellin ( Conegliano TV 18.XI.1960 ) è il ponte dal XX al XXI secolo. Quello che è stato fatto dalle avanguardie storiche fra XIX e XX secolo coinvolgendo molti artisti, Armellin lo realizza praticamente in solitudine (anche se quella della solitudine è una dimensione condivisibile con molti colleghi). Aveva già iniziato a disegnare da qualche anno quando nel 1973 muore Picasso. Nel 1983 l'anno in cui inizia The Opera, la sua composizione principale, muore Mirò. Dire pittura è riduttivo, nell'opera di Armellin è l'arte che parla. Una profonda evocazione d'insieme non solo degli spiriti creativi a lui più simili e vicini ma bensì della coscienza dell'intera umanità nel suo rapporto con il sacro, con il divino-umano, quindi con la croce di Gesù Cristo. Nella sua arte Armellin affronta il dialogo dell'individuo, il pensiero della folla, il conflitto fra persona e società, persona e politica, persona e amore; un'opera che fa pensare allo spazio dell'anima oggi ristretta e soffocata dalla follia sia dell'Occidente sia dell'Oriente; che fa soprattutto pensare che The Opera è il ponte fra il XX e il XXI secolo. Armellin riassume in una frase il senso della sua ricerca: "Quello che non conosciamo è più importante di quello che conosciamo perchè determina ciò che siamo".
THE OPERA 1983 / 2006
L'arte di Armellin ( Conegliano TV 18.XI.1960 ) è il ponte dal XX al XXI secolo. Quello che è stato fatto dalle avanguardie storiche fra XIX e XX secolo coinvolgendo molti artisti, Armellin lo realizza praticamente in solitudine (anche se quella della solitudine è una dimensione condivisibile con molti colleghi). Aveva già iniziato a disegnare da qualche anno quando nel 1973 muore Picasso. Nel 1983 l'anno in cui inizia The Opera, la sua composizione principale, muore Mirò. Dire pittura è riduttivo, nell'opera di Armellin è l'arte che parla. Una profonda evocazione d'insieme non solo degli spiriti creativi a lui più simili e vicini ma bensì della coscienza dell'intera umanità nel suo rapporto con il sacro, con il divino-umano, quindi con la croce di Gesù Cristo. Nella sua arte Armellin affronta il dialogo dell'individuo, il pensiero della folla, il conflitto fra persona e società, persona e politica, persona e amore; un'opera che fa pensare allo spazio dell'anima oggi ristretta e soffocata dalla follia sia dell'Occidente sia dell'Oriente; che fa soprattutto pensare che The Opera è il ponte fra il XX e il XXI secolo. Armellin riassume in una frase il senso della sua ricerca: "Quello che non conosciamo è più importante di quello che conosciamo perchè determina ciò che siamo".
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