mercoledì 24 luglio 2019

MORTE DELL'UOMO : FINE - COMPIMENTO , di Clara Antoniani Di Gennaro



Clara Antoniani Di Gennaro
MORTE DELL'UOMO : FINE - COMPIMENTO
 
 
 
L'uomo teme la morte e la esorcizza non parlandone mentre è bene guardarla in faccia essendo una  " avventura " che tutti dobbiamo affrontare sicuramente una sola volta nella nostra esistenza .
" Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi . Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza " , così la Rivelazione in Sapienza 1, 13-14 .  
Creandoci Dio ci dona la vita , bene massimo e non ce la toglie più .  Dio crea gli Angeli puri spiriti e l'uomo , preordinato al supernaturale , spirito incorporato , unità sostanziale d'anima e corpo , entità correlativa per cui non può sussistere in una sola delle due parti ; non si può parlare di anima separata , non ci sarebbe più l'uomo .
Nella dimensione spazio-tempo l'uomo , posto a vivere nel cosmo , per solidarietà all'ambiente ha un corpo corruttibile costituito da cellule cosmiche : idrogeno , ossigeno , carbonio , azoto , ecc. , corpo che riceve tutte le potenzialità dal corpo spirituale che è quello proprio di ciascun uomo , come ci conferma il Concilio di Vienna ( Delfinato - Clemente V 1311-1312 ) : " Il corpo ( fisico ) riceve tutte le realtà dall'anima che è per sé ed essenzialmente la forma del corpo ed il corpo è quello che ne è informato ( significato e significante ) " .
Queste due entità - spirituale e materiale - compiono nel corso della vita terrena due diverse parabole : l'uomo esteriore ( corpo fisico ) nasce con un enorme potenziale dinamico energetico che si consuma irreversibilmente ogni momento invecchiando e morendo e quando ha esaurito tutte le energie vitali muore , ovvero cessa di morire .
E' questa la morte biologica , cessazione della vita organica , fenomeno naturale , esperienza che tutti dobbiamo fare .  Il contrario succede per la parte spirituale : l'uomo interiore può crescere e svilupparsi sempre più finché " divenuto caro a Dio " viene trasferito ( Sap. 4,10 ) e nel passaggio la vita non è tolta ma mutata entrando nello stato definitivo dell'esistenza , anche se dinanzi a quella salma facciamo l'esperienza di una assenza : anche se il nostro uomo esteriore va in corruzione il nostro uomo interiore si rinnovella giorno per giorno ci rassicura Paolo in 2 Corinzi 4,16 .
Morire dunque fa parte della vita e questo stato di vita spazio-tempo ci è dato perché l'uomo possa scegliere liberamente il suo destino eterno percorrendo la via che Dio ci indica con la sua " Parola " lampada ai nostri passi ( Sal. 119,105 ) e con l'esempio del Figlio suo , che in obbedienza al Padre e per amore di ciascuno di noi si è umiliato nell'incarnazione dichiarando :" Vi ho dato l'esempio perché come ho fatto io facciate anche voi " Gv. 13,15 .
Ma allora perché l'uomo teme tanto questa morte e ne sente tanta ripugnanza ?  Ci risponde la Rivelazione : " è il salario del peccato " Rom. 6,23 ed  " è entrata nel mondo per invidia del diavolo " ( Sap. 2,23 ) .
" Questo mio figlio era morto ed è tornato alla vita " dice il padre misericordioso del figlio che ritornava dopo essersi allontanato da lui .
Quando l'uomo va lontano da Dio non ha più la capacità di assumere la morte serenamente come passaggio ad una sfera superiore dell'esistenza e questa è vista in un orizzonte disperato .  La morte che Dio chiede alla creatura è il " quotidie morior " , ossia lo spogliarsi del proprio " Io " morendo ogni giorno all'egoismo , per somigliare sempre di più al Figlio suo perché , come afferma la Lumen Gentium 24 , nella vita eterna " ci sarà l'attuazione piena di quello che è venuto crescendo in questa vita " .
Nell'entrare nella dimensione ultima , dopo aver lasciato quelle cellule cosmiche che ci hanno rivestito nel tempo e nello spazio e che dissolvendosi vanno a formare altri corpi , animali , piante , ecc.  perché , come dice Lavoisier , niente si crea e niente si distrugge , saremo svincolati da tutto ciò che è effimero e transeunte , sottratti alle ordinarie leggi di questa esistenza , nella piena realizzazione di noi stessi , nella completa umanizzazione di noi stessi , nel contatto personale con Dio , rivestiti di incorruzione e immortalità e saremo eredi della gloria : è questo il fine-compimento in cui trova ragione la vita temporale .
Se riusciamo a comprendere tutto questo vivremo la vita come preparazione per entrare nella dimensione ultima dell'esistenza .
Auguriamoci che il momento del nostro trasferimento ci trovi preparati e con le lampade accese !






Fonte : scritti e appunti della teologa  Clara Antoniani Di Gennaro .









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