Clara Antoniani Di Gennaro
MORTE DELL'UOMO : FINE -
COMPIMENTO
L'uomo teme la morte e la esorcizza
non parlandone mentre è bene guardarla in faccia essendo una " avventura "
che tutti dobbiamo affrontare sicuramente una sola volta nella nostra esistenza
.
" Dio non ha creato la morte e non
gode per la rovina dei viventi . Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza "
, così la Rivelazione in Sapienza 1, 13-14 .
Creandoci Dio ci dona la vita , bene
massimo e non ce la toglie più . Dio crea gli Angeli puri spiriti e l'uomo
, preordinato al supernaturale , spirito incorporato , unità sostanziale d'anima
e corpo , entità correlativa per cui non può sussistere in una sola delle due
parti ; non si può parlare di anima separata , non ci sarebbe più l'uomo .
Nella dimensione spazio-tempo l'uomo
, posto a vivere nel cosmo , per solidarietà all'ambiente ha un corpo
corruttibile costituito da cellule cosmiche : idrogeno , ossigeno , carbonio ,
azoto , ecc. , corpo che riceve tutte le potenzialità dal corpo spirituale che è
quello proprio di ciascun uomo , come ci conferma il Concilio di Vienna (
Delfinato - Clemente V 1311-1312 ) : " Il corpo ( fisico ) riceve tutte le
realtà dall'anima che è per sé ed essenzialmente la forma del corpo ed il corpo
è quello che ne è informato ( significato e significante ) " .
Queste due entità - spirituale e
materiale - compiono nel corso della vita terrena due diverse parabole : l'uomo
esteriore ( corpo fisico ) nasce con un enorme potenziale dinamico energetico
che si consuma irreversibilmente ogni momento invecchiando e morendo e quando ha
esaurito tutte le energie vitali muore , ovvero cessa di morire .
E' questa la morte biologica ,
cessazione della vita organica , fenomeno naturale , esperienza che tutti
dobbiamo fare . Il contrario succede per la parte spirituale : l'uomo
interiore può crescere e svilupparsi sempre più finché " divenuto caro a Dio "
viene trasferito ( Sap. 4,10 ) e nel passaggio la vita non è tolta ma mutata
entrando nello stato definitivo dell'esistenza , anche se dinanzi a quella salma
facciamo l'esperienza di una assenza : anche se il nostro uomo esteriore va in
corruzione il nostro uomo interiore si rinnovella giorno per giorno ci rassicura
Paolo in 2 Corinzi 4,16 .
Morire dunque fa parte della vita e
questo stato di vita spazio-tempo ci è dato perché l'uomo possa scegliere
liberamente il suo destino eterno percorrendo la via che Dio ci indica con la
sua " Parola " lampada ai nostri passi ( Sal. 119,105 ) e con l'esempio del
Figlio suo , che in obbedienza al Padre e per amore di ciascuno di noi si è
umiliato nell'incarnazione dichiarando :" Vi ho dato l'esempio perché come ho
fatto io facciate anche voi " Gv. 13,15 .
Ma allora perché l'uomo teme tanto
questa morte e ne sente tanta ripugnanza ? Ci risponde la Rivelazione : "
è il salario del peccato " Rom. 6,23 ed " è entrata nel mondo per invidia
del diavolo " ( Sap. 2,23 ) .
" Questo mio figlio era morto ed è
tornato alla vita " dice il padre misericordioso del figlio che ritornava dopo
essersi allontanato da lui .
Quando l'uomo va lontano da Dio non
ha più la capacità di assumere la morte serenamente come passaggio ad una sfera
superiore dell'esistenza e questa è vista in un orizzonte disperato . La
morte che Dio chiede alla creatura è il " quotidie morior " , ossia lo
spogliarsi del proprio " Io " morendo ogni giorno all'egoismo , per somigliare
sempre di più al Figlio suo perché , come afferma la Lumen Gentium 24 , nella
vita eterna " ci sarà l'attuazione piena di quello che è venuto crescendo in
questa vita " .
Nell'entrare nella dimensione ultima
, dopo aver lasciato quelle cellule cosmiche che ci hanno rivestito nel tempo e
nello spazio e che dissolvendosi vanno a formare altri corpi , animali , piante
, ecc. perché , come dice Lavoisier , niente si crea e niente si distrugge
, saremo svincolati da tutto ciò che è effimero e transeunte , sottratti alle
ordinarie leggi di questa esistenza , nella piena realizzazione di noi stessi ,
nella completa umanizzazione di noi stessi , nel contatto personale con Dio ,
rivestiti di incorruzione e immortalità e saremo eredi della gloria : è questo
il fine-compimento in cui trova ragione la vita temporale .
Se riusciamo a comprendere tutto
questo vivremo la vita come preparazione per entrare nella dimensione ultima
dell'esistenza .
Auguriamoci che il momento del
nostro trasferimento ci trovi preparati e con le lampade accese !
Fonte : scritti e
appunti della teologa Clara Antoniani Di Gennaro .
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