Clara Antoniani Di Gennaro
IL SACRIFICIO NEL NUOVO E
NEL VECCHIO TESTAMENTO
Chiariamo innanzi tutto il
significato del termine "sacrificio " : è " sacrum facere " fare sacra
un'azione , è un'offerta fatta dagli uomini a Dio e non un termine che comporti
privazione .
Come ci è rivelato nel primo libro
della Genesi , Dio amore , per avere dei figli d'amare e da cui essere amato ,
crea l'uomo per partecipargli la sua gloria . Ma l'uomo , creato libero ,
tentato dal maligno , per desiderio di autosufficienza rompe il rapporto con Dio
. Fedele al suo amore Egli non annulla il suo progetto , primario rispetto
al no della creatura , e in Gen. 3,15 promette che manderà il Figlio che con il
suo sacrificio , con l'offerta della sua vita , redimerà tutta l'umanità .
Se ci è chiaro tutto questo il
sacrificio di Cristo non sarà né scandalo , né follia ma intervento necessario
per l'ultima perfezione della natura umana , per il destino finale che è
l'elevazione al supernaturale ed è così che si attuerà il progetto del Creatore
.
Per capire cosa Dio ci vuole
rivelare col sacrificio del Figlio dobbiamo fare attenzione alla tematica del
Vecchio Testamento . Diamo uno sguardo alla più remota umanità e ci
accorgeremo che dovunque ci siano fenomeni umani ci sono manifestazioni di
fenomeni religiosi e ciò ci rivela che il " no " dell'uomo al Creatore non lo ha
sottratto alla dipendenza creaturale . L'uomo avrà sempre la percezione di
una realtà trascendente al di fuori e al di sopra di tutto , ha un " sensus
numinis " , per cui avverte il bisogno di purificarsi , ringraziare , onorare
pur senza un rituale predisposto .
Il primo sacrificio che troviamo
nella Bibbia è quello di Caino e Abele e ci è rivelato che Dio non guardò le
mani che offrivano , ma lesse nei loro cuori . Vide quelo di Abele pieno
di amore e distolse lo sguardo da Caino che offriva con cuore invidioso .
I profeti ribadiranno il primato dello spirito cioè come sia essenziale la
disposizione interna nell'offerta , cosa che ugualmente affermerà Cristo .
Il sacrificio di Abramo è esemplare
. Egli per fede offre il figlio che non gli sarà tolto , ma resta ad Abramo
tutto il merito di averlo offerto . I primi sacrifici di cui troviamo
descrizione in Es. 12 sono quelli dei preisdraeliti , pastori nomadi che al
tempo del plenilunio di primavera si predisponevano alla transumanza . Era
un momento difficile per il gregge . Il capo famiglia offriva a Dio un
agnello maschio , il più bello di tutti a cui non doveva essere spezzato neanche
un osso e il suo sangue , cui veniva assegnato un valore apotropaico ( cioè la
capacità di allontanare influenze maligne ) veniva spruzzato dal capo famiglia
con un fascio di issopo su gli stipiti e su l'architrave delle tende . La
nostra Pasqua resta legata a questa antica festa del plenilunio di primavera e
perciò anch'essa festa mobile che va dal 22 marzo al 25 aprile a secondo del
calendario lunare .
Gli Israeliti in Egitto , dove hanno
dimorato per 430 anni , continuarono ad offrire il sacrificio dell'agnello a Dio
ad ogni plenilunio di primavera (1). Quando dietro Mosé uscirono dal Mar
Rosso è ancora il plenilunio di primavera ed essi offrono il sacrificio
dell'agnello .
Anche nei quaranta anni di cammino
nel deserto il popolo continua ad offrire il sacrificio . Giunti a Cana
gli Israeliti assorbono i riti dei popoli con cui venivano a contatto ma li
filtrarono , li rettificarono , li spiritualizzarono orientando tutto al vero
Dio .
Divenuti agricoltori , istituirono
altre due feste : quella delle Primizie e quella degli Azzimi . Quando
Salomone costruì il tempio in questo luogo sacro che , nella ricorrenza della
Pasqua e sempre in ricordo del passaggio del Mar Rosso e della salvezza dei
figli degli Israeliti dallo sterminio , si cominciò a sacrificare l'agnello ed
ora era un sacerdote a presiedere al rito , non più il capo famiglia in casa
.
Al tempo di Gesù la Pasqua era la
festa più importante dell'anno , ma ora la Pasqua giudaica aveva compiuto la sua
missione e tutta l'economia veterotestamentaria è portata a compimento da Gesù .
Egli che vive in un contesto giudaico ogni anno ha mangiato quell'agnello e ora
in questa atmosfera di convito di comunione inserisce la sua pasqua ( il
suo passaggio da questo mondo al Padre ) e fa il suo proprio convito stabilendo
una relazione intenzionale tra il suo sacrificio e quello dell'agnello pasquale
.
Nella moltiplicazione dei pani egli
fa una mirabile sintesi : " venendo sera , prese , benedisse , spezzò , diede "
ed è quello che egli farà nell'ultima cena . Nella festa di Pasqua
dell'anno 36 d.c. la sera del 13 di Nisan ( plenilunio di primavera ) Gesù
anticipa di un giorno la cena pasquale e durante questa cena in atmosfera di
convito pasquale votandosi in anticipo alla morte ne celebra una anteprima
incruenta e con un atto decisivo affida al pane e al vino il valore eterno del
suo sacrificio redentore . Egli fissa per i secoli questa offerta di se
stesso al Padre per la salvezza del mondo e sarà l'eterno mediatore .
Nella notte in cui fu tradito Gesù
col cuore pieno di tenerezza prepara i discepoli alla sua passione... " è
meglio per voi che io me ne vada " (Gv. 16.7) esclama ,... " prese il pane ,
rese grazie , lo spezzò , lo diede e disse : questo è il mio corpo offerto in
sacrificio per voi ... prese il calice e disse : questo è il calice del mio
sangue della nuova ed eterna alleanza versato per voi in remissione dei peccati
" .
Per questo " sacrificio " tutta
l'umanità e tutto l'universo ritornano al Padre . Gesù durante un pasto
innesta nel rito pasquale ebraico il suo nuovo rito e istituisce il sacramento
dell'Eucarestia per rimanere in mezzo a noi come vittima offerta e alimento
celeste .
E' innegabile la continuità
tra i due Testamenti ma è altrettanto innegabile il superamento perché Gesù pur
ricapitolando l'economia veterotestamentaria la supera con una realtà
essenzialmente nuova : unicità di vittima e di offerente , il massimo di
interiorità , di dono , di efficacia e con il suo sacrificio che è l'archetipo
di tutti i sacrifici , realizza una volta per tutte il fine di ogni sacrificio :
unire l'umanità a Dio !
Il giorno dopo il 14 Nisan mentre
nel cortile del tempio si immolavano gli agnelli a Dio che ha liberato il popolo
dalla schiavitù di Egitto , sul Calvario si immola l'Agnello di Dio , quello che
libera il mondo dalla schiavitù del peccato e sul Calvario tutto è compiuto !
Note :
(1) - Come al momento
dell'afflizione della 10° piaga , l'uccisione dei primogeniti degli Egiziani ,
Jahvé salta ( Pesah , da cui Pasqua ) le tende degli Israeliti contrassegnate
dal sangue dell'agnello ed è già prefigurazione del sangue sacrificale che salva
.
Fonte : scritti e
appunti della teologa Clara Antoniani Di Gennaro .
Nessun commento:
Posta un commento