Clara Antoniani Di Gennaro
PECCATO DI ORIGINE
La rivelazione afferma che l'uomo è
costituito da Dio in uno stato di " giustizia originale virtuale " , deve cioè
dinamicamente evolversi verso un compimento finale per raggiungere liberamente
il proprio fine .
Se riflettiamo sulla condizione
attuale della umanità facciamo l'esperienza della miseria fisica e morale in cui
essa vive , che non corrisponde all'intuizione del Creatore buono . Se
dagli effetti si deve risalire alla causa , dobbiamo domandarci cosa è successo
perché la creazione si sia così deformata : egoismo - traviamento - rivolta -
guerre . Tutto l'universo geme e soffre nella speranza di essere
liberata dalla schiavitù della corruzione , avendo subito la negatività del
peccato dell'uomo : " sunt lacrimae rerum " afferma Virgilio .
Certo non era questa l'aspirazione
di Dio Creatore buono . Allora qual'è la causa di questo stato di cose , di
questa degenerazione ?
Gli autori sacri , ispirati dallo
Spirito Santo ci trasmettono che in un qualche momento antecedente alle vicende
descritte dalla storiografia vera e propria , all'inizio della creazione è
avvenuto qualcosa di molto grave che ha alterato il rapporto Creatore - creatura
.
Il racconto della Genesi è un
racconto sapienziale di cui dobbiamo cercare l'intelligenza . Usando la
simbologia degli alberi ci viene rivelato qualcosa di molto profondo : i beni di
cui l'uomo ha bisogno non hanno sorgente in lui stesso ma gli sono offerti come
dono del Creatore : la " Ruah " ( soffio di vita ) è stata spirata da Dio nelle
narici della creatura per cui " divenne un essere vivente " (Gen. 2,7) e Dio
affida all'uomo l'universo perché nell'obbedienza al suo Creatore " esercitasse
il dominio su tutto il creato " (IV preghiera eucaristica) .
Tra gli alberi che Dio fece
germogliare nel giardino in Eden vi era l'albero della " conoscenza " del bene e
del male e Dio diede questo comando all'uomo : " Tu potrai mangiare di tutti gli
alberi del giardino , ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non
devi mangiare " (Gen. 2,16) . Conoscenza nel senso biblico è
coinvolgimento con l'oggetto conosciuto e il bene e il male è principio di tutto
; allora questo albero è l'albero della divinità , dell'essere di Dio , quindi
non è alla portata dell'uomo per cui Dio dà alla sua creatura un avvertimento
salutare : " la tua consistenza non sta dentro di te , Io ti voglio libero ma ti
dico anche di quale tipo di libertà è la tua . Tutto è tuo ma Dio sono io " .
Questa è la verità per cui l'uomo non può perdere la sua relazione filiale e
deve vivere in amicizia con Dio ; ma ecco che una terza persona si intromette
tra Dio e la creatura , Satana , il diavolo " invidioso della felicità dell'uomo
" (Sap. 2,24) , " omicida e bugiardo fin dalle origini " (Gv. 8,41) vuole
pervertire la relazione Creatore - creatura e seducendo l'uomo lo istiga a
mangiare il frutto di quell'albero ( così è simboleggiata questa trasgressione
che chiamiamo " peccato originale " ) . E' una misteriosa disubbidienza ,
una ribellione , un " no " a Dio , il primo " no " detto dall'uomo
con lucida deliberazione .
Adamo ed Eva per istigazione di
Satana dubitano di Dio come uno che voglia salvaguardare i propri privilegi ,
diffidano di lui e vedono un Dio interessato e preoccupato a proteggersi contro
la creatura e violano il suo precetto , mossi da rifiuto di dipendenza ; cedendo
alla suggestione dell'ingannatore vogliono essere come dei , vogliono disporre
di loro stessi a modo loro e si altera così la relazione Creatore - creatura .
Nella rottura del rapporto con Dio
si rompono anche gli altri due rapporti con i quali l'uomo nasce relazionato ,
si rompe la solidarietà con l'altro , si accorgono di essere nudi , non si
fidano più l'uno dell'altro , si sentono indifesi , esposti alle insidie , si
accusano e per coprirsi alterano il rapporto con la terra perché usano foglie di
fico non destinate a questo fine .
Con questa prima ribellione a Dio
l'uomo cade in uno stato di miseria che ferisce e colpisce tutta la natura umana
, tutte le generazioni future non come responsabilità personale ma come chi la
deve subire , come quei figli che nascendo da genitori che hanno sperperato
tutti i loro beni entrano nel mondo in uno stato deficitario , come apertamente
confessiamo a Dio nel Salmo 5-1,7 : " Ecco nella colpa sono stato generato , nel
peccato mi ha concepito mia madre " .
Però ciascuno per mezzo della grazia
può superare questa situazione perché come ci conferma il Concilio di Trento :
dopo che il peccato è stato assunto e pagato da Cristo , rimane quella debolezza
che ci inclina al peccato che chiamiamo tendenza alla concupiscenza , per cui
nel cuore dell'uomo c'è un profondo squilibrio : " Video meliora ,
probagne , deteriora sequor " dice il poeta latino Ovidio e Petrarca canta : "
Io vedo il meglio e a peggior m'appiglio " e tutti facciamo esperienza di questa
dicotomia .
Teniamo presente che il nostro
peccato personale e attuale va ad appesantire quella situazione negativa
apportata dal peccato originale e chi nasce dopo di noi ne subisce il peso e
perciò ne siamo responsabili .
Il nucleo di questo primo peccato è
deicida , tende a uccidere Dio nella coscienza per cui l'uomo perde il senso di
Dio ed è così che il male continua ad entrare nel mondo : manca il " timore di
Dio " .
L'autore sacro per farci comprendere
quanto Dio detesti il peccato dice : " Dio si pentì " (Gen. 6,6) ma ciò non poté
essere perché Dio non muta mai in sè . Invece da questo momento in cui la
creatura rifiuta l'amicizia del suo Creatore , l'amore di Dio diviene
misericordioso , ossia il suo cuore si accosta alla miseria umana . Il "
si " di Dio è primario rispetto al " no " dell'uomo ed è ben più grande ,
allora in Genesi 3,15 c'è quell'annuncio che chiamiamo il " protovangelo " con
cui Dio Padre promette che nella pienezza dei tempi avrebbe mandato il Salvatore
.
Ma " qual'era mai persona che al
Santo inaccessibile potesse dir : Perdona ? " come si chiede Alessandro Manzoni
.
Il " no " a Dio era stato detto da
esseri umani e nella carne umana doveva essere risarcito il " no " a Dio e solo
il Verbo incarnato poteva farlo . La promessa di Gen. 3,15 è tenuta desta
dai profeti , come da Isaia otto secoli prima di Cristo (Is. 7,14) . Il
Figlio di Dio incarnato in ubbidienza al Padre per amore di ciascuno di noi
accetta questo kenosi ( umiliazione ) e ci salva col suo sacrificio redentore
offrendo a noi la " grazia " che , se liberamente accettata , ci darà l'energia
necessaria per poter entrare nella gloria , fine della volontà creatrice .
Fonte : scritti e
appunti della teologa Clara Antoniani Di Gennaro .
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