mercoledì 24 luglio 2019

"NESSUNO PUO' SERVIRE A DUE PADRONI" (Mt. 6,24), di di Concetta Mattiello Rizzo



"NESSUNO PUO' SERVIRE A DUE PADRONI" (Mt. 6,24)
     
    
  
 




di Concetta Mattiello Rizzo 



Dio, creando l'uomo , lo fece a sua immagine e somiglianza ed "era cosa molto buona".
Lo pose nel giardino dell'Eden perché lo coltivasse e lo custodisse ed amava passeggiare con lui nella brezza del mattino.
Ma il serpente, invidioso ed omicida, spinse l'uomo alla disubbidienza verso il suo Creatore e da quel momento  è incominciata per la creatura la lotta interiore: scegliere tra il bene e il male.
Il fascino dei beni terreni e dei piaceri esercita una forte attrazione sulla creatura, che vuole solo la felicità e disdegna il dolore e il sacrificio.
Per ottenere un bene immediato dimentichiamo la visione dei beni futuri, che la tignola non consuma e i ladri non rubano.
Senza accorgercene diventiamo schiavi di un padrone esigente e bugiardo che ci porta a non arretrare davanti a nulla, pur di ottenere il potere, la ricchezza e il piacere.
Il potere viene esercitato su larga scala dalle nazioni ricche, che provvedono con ogni mezzo al loro benessere, non preoccupandosi della fame e delle malattie che devastano il resto del mondo.  Ma il potere lo esercita anche chi non dà la giusta mercede all'operaio, chi chiede cifre onerose all'immigrato per un posto letto, chi maltratta un ammalato che non è in grado di difendersi.
E che cosa non si fa per avere tutto e subito ?
Una vita onesta e laboriosa non attira; per ottenere i beni della moderna società, che continuamente ci sollecita con inviti allettanti, siamo disposti a qualsiasi compromesso, felici di apparire, dimenticandoci di essere.
E che dire dello scempio che si fa della persona umana, immagine di Dio, e che viene considerato solo strumento di piacere ?  Si organizza il turismo sessuale verso paesi dove la fame e la disperazione spingono a vendersi per potere sopravvivere !  Viene violata l'innocenza e calpestata la dignità dell'uomo.
Come si potrà, ritornando in patria, riabbracciare i propri figli e guardare negli occhi la compagna della vita senza provare vergogna ?
E come non provare disagio e umiliazione per lo sfruttamento della prostituzione che si offre come uno spettacolo sulle nostre strade ?
Dice San Paolo in Romani 6,12 : "Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri".
Ma c'è un altro padrone che non ci chiama schiavi ma figli e perciò eredi e ci indica la strada da seguire per ottenere un tesoro incorruttibile ed eterno e "là dove sarà il tuo tesoro ci sarà pure il tuo cuore".
"Entrate per la porta stretta perché larga è la porta che conduce alla perdizione" (Mt. 7,13).  La sequela e il servizio al divino Maestro richiedono vigilanza e fedeltà.
Non sappiamo né il giorno né l'ora in cui saremo chiamati, ma quando arriverà lo sposo vorrà trovarci svegli e con le lampade accese.
Non temiamo di servire il nostro Dio; il suo giogo è soave e il suo peso è leggero.  Facciamo fruttare i talenti che la sua Provvidenza ci ha dato e quando saremo alla sua presenza Egli ci dirà: "Servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore" (Mt. 25,21).





Fonte : scritti e appunti di Concetta Mattiello Rizzo .










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