mercoledì 24 luglio 2019

OLTRE LA FRONTIERA AL DI LA’ DAL MARE: LE RAGIONI DELLA FEDE ... (Parte II°), di Anna Rita Giardoni



OLTRE LA FRONTIERA AL DI LA’ DAL MARE:
LE RAGIONI DELLA FEDE ...
(Una “pecora” …. nell’arena del Forum”)

autore: Anna Rita Giardoni




 
 (PARTE II°)

Ma la bibbia che roba è?
" La bibbia o biblios i libri sono un insieme di libri sacri, raccolte. I vari libri sono stati scritti da diversi autori, spesso in epoche differenti. La Bibbia stata scritta, in ebraico, nel 500 A.C circa, in seguito i libri che la costituiscono sono stati raccolti e uniti insieme nel corso dei secoli, le altre lingue della bibbia del Nuovo testamento sono aramaico e greco. Oltre ad ebrei e cristiani sono molte “le somiglianze esistenti tra le dottrine presenti nel Corano e quelle riscontrabili nella Bibbia, difatti nel Medioevo non pochi cristiani credevano che l'Islam fosse un'eresia cristiana”. Questo libro per i credenti è l'epressione stessa della Parola di Dio comunicata all'uomo attraverso altri uomini "i profeti".
Perché proprio la bibbia?
Una storia e una scelta: Dio e un patto
Nella bibbia non si narra solo la storia di un popolo, ma la storia del popolo di Dio è la rivelazione (apocalisse). La bibbia non racconta solo il modo in cui Dio si è rivelato agli uomini nella storia che abbraccia tutta l’umanità, ma i libri dell'Antico Testamento, per i credenti (sia ebrei che cristiani) sono l'espressione della Parola di Dio comunicata all'uomo attraverso alcuni uomini "i profeti", sono la traccia vissuta, e di conseguenza scritta, dell’esperienza di un incontro non di un solo uomo, ma di un popolo con Dio, un incontro voluto da Dio per “una alleanza nuova”. Difatti, Dio stesso rivelandosi a Mosè nel roveto ardente, interviene nella storia per liberare gli ebrei dalla schiavitù e per ricondurre a se il suo popolo, il popolo che Egli si è scelto e dona agli uomini "la thora" i comandamenti. Il patto sarà consacrato con il sangue dell'agnello e Mosè quale sacerdote aspergerà con questo sangue tutto il popolo. Una alleanza forte, scritta direttamente da Dio sulle tavole della legge (la tohorà) e da Dio voluta e fatta per ricondurre a se il suo popolo. Un patto basato sulla libertà di scelta, una scelta che sia reciproca, perché sia reciproco anche l’amore da parte dell’uomo nei confronti di Dio, amarsi è accettarsi reciprocamente; lo stare insieme nell’Amore non è un obbligo, comporta la libertà di scegliere di poter “tornare alla casa del padre” e di voler stare insieme.
Esiste un linguaggio primordiale che unisce varie culture?
UTENTE: Non mi meraviglierò mai abbastanza di come si possa veramente credere in queste cose, in accadimenti cioè, che se togliamo loro il simbolismo, diventano automaticamente favole per bambini, o imbrogli per grandi.....

Argi: Vedi questo è il punto: non si tratta solo di simbologia, perché se così fosse non staresti qui a obiettare, ma al contrario tu consideri favole tutto il contesto religioso in cui viveva Gesù stesso. Il racconto dei vangeli è scritto da ebrei che sono stati testimoni di un avvenimento, che si è concretizzato in Gesù: Gesù alla luce di questo avvenimento è il Messia che essi aspettavano. Pertanto non si può estrapolare Gesù da questo contesto religioso, cioè non si può riconoscere Gesù se non nel suo ruolo, nel suo "mandato" , nella sua identità di ebreo e messia (che in ebraico significa "unto" del Signore, e anche qui c'è tutta una simbologia da dover conoscere fatta di allacci concatenanti nell'A. T. altrimenti non si può comprendere in pieno il significato del termine messia cioè colui che avrebbe salvato il popolo). E' chiaro che il racconto della bibbia è simbolico, come simbolico ad es. è il racconto in Genesi, come simbolico è il passaggio nel mare, ma simbolico non significa falso o fiabesco, significa dover legare ai segni "simboli" il racconto, per poter comprenderne il mistero, il mistero dell'intangibile che diventa tangibile, perché ed è questo il punto il racconto biblico è il mistero stesso di Dio nella storia dell'uomo, mistero che non significa non poter conoscere ma al contrario invito a conoscere attraverso il segno stesso che "rivela".

Nella bibbia Dio si avvale di simboli “segni” tangibili per rivelarsi all’uomo.
C’è da precisare che la simbologia è presente fin dall’inizio nell'A. T. non è dunque una "evoluzione di adattamento " dell’illuminismo, per la scienza o per la "convenienza".
La Parola fin dall’inizio, è la "comunicazione" che diventa azione, è “l'agire di Dio”:
Disse sia luce e luce fu!” (Genesi). I racconti della genesi sono quelli che ritroviamo anche in altre culture e non solo quella mesopotamica, dunque in tutte le culture e anche nei vari racconti il filo conduttore di tutto è il linguaggio.
La comunicazione per uscire fuori da se ha bisogno di una parola e questa parola diventa in primis espressione, azione, energia che si utilizza nell’atto iniziale un linguaggio simbolico che sia espressione della sua origine e, man mano svela il suo essere quale espressione evoluta in una comune parola che abbia in se il significato dell’appartenenza originaria che possa essere intesa.
In tutti i racconti mitologici sopra citati; sia “il Dio saggio”, o “gli dei che operano”, o “il sapientissimo” che possiede tutti i segreti della magia, aprono la bocca e parlano, e il loro parlare è un agire nei confronti dell’uomo; il filo conduttore comune di questi racconti è il simbolo o segno che in essi vi si ritrova, (e non solo in questi tre esempi ma anche in altri racconti mitologici).
Dunque, la chiave comune per comprendere è decodificare il linguaggio, arrivare cioè all’espressione più alta del linguaggio stesso, cioè la parola.
Difatti nel linguaggio di questi testi, sembra esserci, al di là di differenze antropologiche locali, una comune matrice, in relazione alla cultura umana, che si ritrova racchiusa nello stesso processo di diffusione del linguaggio, questa è espressione comune di tutte le culture (e quindi una ideologia) primordiale comune.
Questo è valevole non solo per la culture mesopotamiche, dal momento che alcuni ricercatori universitari analizzando la scrittura cinese, che è arcaica e conservatrice ed assegna a ogni parola un segno, o carattere, distintivo e ben preciso, hanno evidenziato che alcuni di questi caratteri (fatti di segni o disegni) hanno corrispondenze con la bibbia.
Inoltre c’è da sottolineare che i testi più antichi di questa scrittura cinese scoperti finora risalgono agli inizi del  XIV secolo a.C. e sono responsi oracolari incisi su gusci di tartaruga e scapole di buoi da astrologi di corte della dinastia Shang, e anche se da allora il sistema grafico è stato uniformato e modificato nello stile, rimangono fondamentalmente identici non solo i principi, ma anche parecchi fra i simboli fondamentali. [2].
Ecco degli esempi fra i più salienti”:
Parola
Ideogramma
cinese[4]
Scomposizione[5]
Riferimento biblico[6]
Creare




Riferimento alla creazione dell’uomo.
Genesi 1:26 - Poi Dio disse: "Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza…"
Genesi 2:7  - Allora l’Eterno Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente.
Genesi 5:1b - Nel giorno che Dio creò l’uomo, lo fece a somiglianza di Dio.
Finire Completo


Riferimento al termine della creazione. Dopo aver fatto i cieli (sole, luna stelle…), la terra, le piante, gli animali, Adamo ed Eva, fu tutto compiuto.
Genesi 2:2 - Il settimo giorno, Dio terminò l’opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l’opera che aveva fatto.
Avvertire
Proibito
 
  

Riferimento ai due alberi (vedi sopra) e all’avvertimento divino.
Genesi 2:9 - Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
tentatore
  
   

Riferimento al tentatore che indusse Eva a peccare.
Genesi 3:1-5 - Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il Signore aveva fatti. Esso disse alla donna: "Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?"... La donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete."... Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male."
Bramare
Desiderare
  
   

Riferimento ad Eva nel giardino di Eden, che bramava il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Nel giardino era presente anche l’albero della vita.
Genesi 2:9 - Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Genesi 3:6 - La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.
Giardino
  
  
Riferimento alle conseguenze della disubbidienza di Adamo ed Eva.
Genesi 3:19 - "Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai."
Genesi 3:23-24 - Dio il Signore mandò via l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto. Così egli scacciò l’uomo [e la donna] e pose a oriente del giardino d’Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell’albero della vita.
Battello Nave
  
  
Chiaro riferimento a Noè nell’arca: erano presenti Noé e sua moglie, i tre figli e le loro mogli. Otto persone in tutto.
Genesi 7:13 - In quello stesso giorno Noè, Sem, Cam e Iafet, figli di Noè, la moglie di Noè e le tre mogli dei suoi figli entrarono con loro nell’arca.
Siamo dunque in presenza di una fonte esterna alla Genesi che ne conferma il contenuto. Quelle stesse tradizioni che si conservarono più o meno inalterate anche in altre culture (semitiche e non) e che vennero ad un certo punto impresse in modo ispirato nella Parola di Dio.
Anche oggi, nell’ipertecnologico XXI secolo, un cinese scrive “nave” come “vaso con otto persone” e “concupire” con “donna e due alberi pochi sanno il perché di questa bizzarria, ma è forse proprio per la presenza di queste antiche radici bibliche che i cinesi sono attualmente fra i più aperti all'ascolto della Parola di Dio.”
Un linguaggio primordiale comune non essendo ancora stata inventata la scrittura.
(la più antica scrittura del mondo sembra risalire al mito del re Uruk signore della città di Aratta, che gli archeologi ormai pensavano non esistesse, ma che un recente ritrovamento in Iran di un reperto archeologico di Jiroft, ha riacceso le speranze di riscoprire sotterrata, le rovine di questa mitica città, ciò sarebbe una scoperta di importanza al pari di quella di Troia)
Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Studi sulle Origini - aggiornato il 20/04/2009 
Dunque l’immagine all’inizio è un emozione forte che va trasferita, ricordata, nel segno che si riporta per millenni, ma oggi per comprendere ciò non abbiamo che il suo “precipitato figurativo”. I linguaggi antichi nel simbolismo possono aiutare a comprendere. “Dal raffronto fra termini (e linguaggi) in apparenza diversi (ma pur sempre simbolici e figurativi), potremmo, allora, essere portati a pensare che il “contenitore formale” dell’emotività abbia potuto trovare e mantenere nel tempo, come una sorta di “archetipo figurativo”, espresso sotto forma di particolari tipologie grafiche (il cinese e quello ebraico).
Certamente alcuni ideogrammi preistorici sembrano conservare la memoria di una originaria derivazione naturalistica. La loro probabile origine è ben evidenziata da Leroi-Gourhan che vede in certi segni allungati (“lineette, bastoncini, file di punti”) la schematizzazione di rappresentazioni realistiche maschili (falliche) e in certi segni pieni (“ovali, triangoli, rettangoli”) la semplificazione di rappresentazioni realistiche femminili (vulvari).
E questo tanto nel cinese antico, nell’egiziano e nelle antiche forme di scrittura ebraica.
E se l’accostamento sembra eccessivo si consideri che, secondo gli ebraisti, ogni lettera dell’Alef-Beit ebraico è un vettore d’energia e di luce divina, che agisce sulla consapevolezza umana in modo triplice: tramite la sua forma, nome, valore numerico. Infatti per la tradizione ebraica le lettere sono cariche di una energia trascendente che lega l’umanità alla ragione stessa del suo divenire escatologico. Ogni lettera ebraica è un canale tramite il quale vengono riversati nel mondo correnti di purissima energia, che si differenziano a seconda dell’aspetto grafico, del suono, del significato del nome, e del valore numerico della lettera in questione[10]. Tutto questo non è forse prossimo all’idea cinese di “nome” e di “parola”?
Il Dio che presenta la bibbia
unico, vero, santo, giusto, nascosto, misterioso e…passionale:
UTENTE 1: Infinitamente buono e infinitamente giusto: un credente in lui la pensa così, ma se uno si avvicina al vecchio testamento non è questa l'idea che viene data di dio. L'amore non è un'idea questo è chiaro.
Gesù non può aver fede in un dio che chiede ad un suo fedele un sacrificio umano. Il dio di Abramo non è il dio di Gesù.
Dio è come Gesù e noi conosciamo Gesù e null'altro. Non è vero il contrario cioè Gesù è come Dio.
Capisci la differenza ? La differenza tra le due affermazioni è la religione.
Gesù è amore, passione, sentimento povertà in spirito.
Abramo è violenza, codardia, sottomissione, schiavitù, non lo riconosco come patriarca, non ne voglio sentir parlare. Abbandonare una donna e un bambino nel deserto con una borraccia e un tozzo di pane è da barbari non da patriarchi. Non credo nell'antico testamento, è pieno di terribili stronzate. Dio è come Gesù e Gesù tra dio e l'uomo ha sempre scelto l'uomo.
Argi: Ciao comprendo la difficoltà a unire il Dio di Abramo a quello di Gesù, ma è proprio per questo che Gesù dice: "IO SONO", (il Padre) ha mandato suo Figlio, per farsi conoscere, e non tramite gli uomini, ma il tramite stesso di TUTTO l'"IO SONO" cioè Dio stesso Gesù. La fede ebraica si basa sull'Antico Testamento, Jhave, è un Dio impronunciabile, (le stesse lettere del suo nome sono impronunciabili), un Dio passionale e geloso, tutto questo non viene rinnegato nel Nuovo Testamento, ma non è un Dio selvaggio ma un Dio fedele, è l'uomo che ha esposto con il linguaggio in cui vive il suo tempo la Parola di Dio, cioè con quel “segno”, quel linguaggio, ma quel segno quel linguaggio, diventa chiaro con Gesù perché Gesù è la stessa Parola di Dio, è lo stesso “segno” che tutto comprende e spiega.
Comunque Dio non ha permesso che Abramo sacrificasse suo figlio Isacco, cioè il figlio della promessa fatta dallo stesso Dio ad Abramo di diventare padre di una moltitudine di popoli attraverso quell’unico figlio, mentre ha permesso il sacrificio del suo unico Figlio Gesù Cristo. Abramo, resta sempre e comunque quale esempio della fede totale in Dio;anche di fronte alla frontiera dell’incomprensibile ed impossibile, egli resta fedele a Dio perché sa che “oltre l’incomprensibile ed impossibile” c’è il Dio che è fedele alla Sua parola e la fiducia di Abramo alla fine non viene smentita.
Il Dio unico:
Gli ebrei prima di questo evento adoravano altre divinità “idoli” come molti altri popoli della terra (ed ecco il legame che c’è nella bibbia riguardo alla mitologia e cultura degli altri popoli), ma il primo comandamento della legge, la Thora, incisa da Dio stesso su tavole di pietra (i 10 comandamenti di Dio) consegnata a Mosè sul monte Sinai, è unico nella storia di tutta l’umanità, e la sua “unicità” rende anche gli ebrei un popolo unico, difatti ecco il comandamento:
"Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all'infuori di me". Ecco perché da politeisti, adoratori di molti dei (e quindi anche conoscitori dei vari miti), gli ebrei, pur con la difficoltà, ricordata dai profeti, "abbracciano" il monoteismo cioè seguono l’unico vero Dio.
Il Dio geloso:
È la passionalità dell’amore; la gelosia per il suo popolo
"Io sono il Signore, tuo Dio…Non ti farai idolo immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
Non ti
prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso,…“(Es 20, 5)
è l’autorevolezza del Creatore, del Signore di tutto, nei confronti degli altri dei che sono nulla, sono “idoli fatti da mani d’uomo”.
il Dio vero
il vivente, l’eterno, che proclama la Verità:Il Signore, invece, è il vero Dio, egli è Dio vivente e re eterno;… Egli ha formato la terra con potenza, ha fissato il mondo con sapienza, con intelligenza ha disteso i cieli.
perché la mia
bocca proclama la verità e abominio per le mie labbra è l'empietà.
Prv 8, 7
il Dio che si è nascosto
C’è da dire che il primo nascondersi nella bibbia è Adamo, quando disobbedisce alla parola data a Dio stesso cogliendo e mangiando del frutto della conoscenza del bene e del male.
Solo allora Adamo “sa di essere nudo” e si nasconde a Dio che lo chiama :
"Dove sei?". Adamo : “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Dio :Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Gn 3, 10.
Il sapere di essere nudi” è la conoscenza del male che fa nascondere e allontanare Adamo da Dio ma questa è la scelta di Adamo, allo stesso tempo Dio si nasconderà a causa del male che allontana sempre più l’uomo da Dio: “Io, in quel giorno, nasconderò il volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei.” Dt 31, 17
Ma che tornerà a rivelarsi a Noè proponendo una “alleanza” per salvare “la carne di quanto vive”
Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arcaGn 6: 18
Poi chiamerà Abramo riproponendo la sua alleanza

Il Signore disse ad Abram:
"
Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla
casa di tuo padre,
verso il
paese che io ti indicherò.
Gn 12: 1
|

 
"Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza
tra me e te e ti
renderò numeroso molto, molto". "Eccomi: la mia alleanza è con te
e sarai
padre di una moltitudine di popoli.

Non ti
chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine
di
popoli ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re.
Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.
Gn 17: 2

Il Dio giusto ma misericordioso che invita ad essere giusti
Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l'innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
Non
accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti.
Non
opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri nel paese d'Egitto.” Es 23: 7
Non commetterete ingiustizie nei giudizi, nelle misure di lunghezza, nei pesi o nelle misure di capacità.. Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie prescrizioni e le metterete in pratica. Io sono il Signore". Lv 19: 36
che scende a patti con il giusto Abramo che intercede per l’umanità
Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: "Davvero sterminerai il giusto con l'empio?
Forse vi sono
cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?
Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?"….. Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei cinquanta".
Poi Abramo continua a “contrattare” scende; quarantacinque, poi quaranta, poi trenta, venti …poi ”Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse se ne troveranno dieci". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci". Gn 18, 23-32

Consegnerà a Mosè la sua legge “la Thorà” e il sangue sarà il simbolo dell’allenza conclusa tra Dio e il suo popolo
Dio parlò a Mosè e gli disse: "Io sono il Signore!
Sono
apparso ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio onnipotente, ma con il mio nome di Signore non mi son manifestato a loro.  Ho anche stabilito la mia alleanza con loro, per dar loro il paese di Cànaan, quel paese dov'essi soggiornarono come forestieri.

Sono ancora io che ho
udito il lamento degli Israeliti asserviti dagli Egiziani e mi sono ricordato della mia alleanza.
Per questo
agli Israeliti: Io sono il Signore! Vi sottrarrò ai gravami degli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi libererò con braccio teso e con grandi castighi.
Io vi
prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Voi saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, Es 6: 5
Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra!
Voi sarete per me un
regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste parole dirai agli Israeliti". Es 19: 5
Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!".
Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.

Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare.
Quindi
prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: "Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!".

Allora
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: "Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!". Es 24: 7

Ma il suo popolo che dovrà camminare nella sua legge
come sono stato con Mosè, così sarò con te; non ti lascerò né ti abbandonerò.

Sii coraggioso e forte, poiché tu dovrai mettere questo popolo in possesso della terra che ho giurato ai loro padri di dare loro.
Solo
sii forte e molto coraggioso, cercando di agire secondo tutta la legge che ti ha prescritta Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, perché tu abbia successo in qualunque tua impresa.

Non si
allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte, perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto; poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e avrai successo.
Non ti ho io
comandato: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada". Gs 1: 5
fonderà la sua giustizia nel giusto suo germoglio, il Messia, proveniente dalla stirpe di Davide
Il Messia sarà re di giustizia ma anche uomo dei dolori
Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe
stato manifestato il braccio del Signore?

È
cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una
radice in terra arida.
Non ha
apparenza bellezza
per
attirare i nostri sguardi,
non
splendore per provare in lui diletto.

Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si
copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Eppure egli si è caricato delle nostre
sofferenze,
si è
addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo
castigato,
percosso da Dio e umiliato.

Egli è
stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il
castigo che ci salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue
piaghe noi siamo stati guariti.

Noi tutti eravamo
sperduti come un gregge,
ognuno di noi
seguiva la sua strada;
il
Signore fece ricadere su di lui
l'
iniquità di noi tutti.

Maltrattato, si lasciò umiliare
e non
aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come
pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non
aprì la sua bocca.

Con
oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si
affligge per la sua sorte?
Sì, fu
eliminato dalla terra dei viventi,
per l'
iniquità del mio popolo fu percosso a morte.

Gli si
diede sepoltura con gli empi,
con il
ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse
commesso violenza
né vi
fosse inganno nella sua bocca.

Ma al
Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando
offrirà se stesso in espiazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si
compirà per mezzo suo la volontà del Signore.

Dopo il suo
intimo tormento vedrà la luce
e si
sazierà della sua conoscenza;
il
giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà la loro
iniquità.

Perciò io gli
darò in premio le moltitudini,
dei
potenti egli farà bottino,
perché ha
consegnato se stesso alla morte
ed è
stato annoverato fra gli empi,
mentre egli
portava il peccato di molti
e
intercedeva per i peccatori. Is 53: 11
Questo giusto tornerà per giudicare,
Sorgi, Dio, a giudicare la terra,
perché a te
appartengono tutte le genti. Sal 82: 8|
davanti al Signore che viene,
perché viene a
giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e con
verità tutte le genti. Sal 96: 13|
Il Signore appare per muovere causa,
egli si
presenta per giudicare il suo popolo.
Il
Signore inizia il giudizio
con gli
anziani e i capi del suo popolo:
"Voi avete
devastato la vigna;
le
cose tolte ai poveri sono nelle vostre case.
Qual
diritto avete di opprimere il mio popolo,
di pestare la
faccia ai poveri?". Is 3: 13
Si affrettino e salgano le genti
alla
valle di Giòsafat,
poiché
siederò per giudicare
tutte le
genti all'intorno.
Date mano alla falce,
perchè la messe è matura;
venite, pigiate,
perchè il torchio è pieno
e i
tini traboccano...
tanto
grande è la loro malizia!
Folle e folle
nella
Valle della decisione,
poiché il
giorno del Signore è vicino
nella
Valle della decisione. Gl 4: 12

ma allo stesso tempo Egli è anche “re di misericordia
Sulla croce Gesù dirà: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” ; queste ultime parole di Gesù sono la via della misericordia.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Chi
crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il
giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.” Gv 3: 17

 
la porta lasciata aperta da Dio
io sono la porta
Obiezioni sulla bibbia
UTENTE 1: Allora non si può dimostrare che dio esiste, ma allo stato attuale, non è possibile nemmeno dimostrare la sua non esistenza. Tuttavia l'onere della prova aspetta a chi asserisce la sua esistenza e non agli scettici, ai quali spetta il compito, se mai, di sottoporre tale prova al processo di falsificazione.
Argi: Prova? Che intendi per prova? Ma pensi davvero che Dio possa essere "un esperimento" da poter provare? Se fosse solo ciò sarebbe riduttivo non trovi? Comunque “la prova” è nel quotidiano; prima ancora di cercarlo, Dio si “respira”.
UTENTE 1:Non basta raccogliersi e ascoltare dio direttamente da soli, che senso ha giocare agli indovinelli (dio-assistito) con un best-seller di 5000 anni?
Argi: Se Dio avesse voluto parlare solo con un uomo ne avrebbe fatto uno, o pochi, invece ne ha fatti tanti “come le stelle del cielo, come la sabbia del deserto” e ha lasciato che l’esperienza personale dell’uno (testimonianza) va ad arricchire quella dell’altro, come una genesi spirituale evolutiva, un mare: questa è la rivelazione che termina con l'Uomo nuovo il Figlio di Dio fatto a immagine e somiglianza del Padre celeste.
UTENTE 2: Ha un senso in effetti. Se non sei ebreo questa è l'unica spiegazione logica per tenere in piedi il costrutto bibbia-vangelo. In effetti alcune correnti cristiane degli albori erano "reincarnazioniste". Origene sviluppò il reincarnazionismo. Sei consapevole, che se Costantino avesse voluto la reincarnazione ora crederesti nella reincarnazione?
Ma non ti accorgi che il tuo Dio non è altro che l'immagine di tuo padre, colui che nei tuoi sogni ti guarda è ti dice "bravo ragazzotto mio, ben fatto, sono fiero di te", colui che quando sei afflitto e stanco ti dice "sei mio figlio, non ti accadrà nulla, ora riposa che ci penso io", colui che quando morirai ti dirà "non temere la morte, io ti ho dato la vita e solo io te la posso togliere, tu vivrai figlio mio amatissimo", tutto questo è inconscio, uccidi il tuo padre-illusione e sarai libero. Il dolore è un illusione.
(caspita mi sento veramente come il ssserpente)
Argi: Spigare le proprie motivazioni non significa convincere, comunque quello che hai scritto è il meccanismo del "tuo funzionamento". Rincarnazione? Rinascita in epoche successive? (si vede che "Highlander" ti ha colpito il cervello.
Non è Dio che tappa i buchi, né Costantino ha spaccato la storia a metà e la resurrezione non è la rincarnazione.
Dio è sempre lo stesso idem il suo modo di comunicare, è l'uomo che diventa capace di Dio. Solo l'uomo ha la capacità di comprensione del mondo e ciò avviene attraverso la sua mente ma anche attraverso “il suo cuore”. La mente non sono solo neuroni, la mente non è solo cervello, la mente è intelligenza e intelletto è coscienza, autocoscienza, la mente è ragione, è molto di più del suo contenitore (o almeno, così dovrebbe essere ma ... leggendoti ora ho dei dubbi ) .
Nel piano della salvezza di Dio non c'è un prima e un dopo c'è un progetto che si realizza nella creazione e, tutta la creazione partecipa direttamente (operando, agendo in libertà) e indirettamente attraverso l'azione della grazia di Dio che comunque agisce per salvare l'uomo. Gesù è il punto di congiunzione dove si ritrova tutta l'opera della creazione di Dio, l'eternità è la base del tempo, il tempo non passa siamo noi che passiamo, o meglio sono i legami che tengono insieme la nostra energia. Difatti il tempo si misura, abbiamo bisogno di un punto di riferimento per misurarlo, un punto di partenza, ma l'eterno è il presente; quando il tempo sembra "volato", ad es. quando trovi la cosa "giusta" il tempo vola, quando fai cose che non ti piacciono il tempo non passa mai. Il tempo è relativo al nostro essere: l'eterno è il presente. Perciò nell'eterno non ha senso parlare di un prima e di un dopo ma di un tutto che tutto racchiude.
UTENTE 2: Non mi piace ripetermi, quindi ti dico semplicemente "poco ortodosso":
ma va pure avanti per la tua strada, la chiesa ha bisogno di gente come te, Sant'Agostino fu influenzato dalle idee neo-platoniche, non vedo perché tu non ti possa far influenzare dal mistero dei quanti e relative risoluzioni ontologiche, vivi la fede nel presente e fai bene!
Quindi, me ne striscio via, le parole sono esaurite.
UTENTE 3: se foste ciechi non avreste colpa ma siccome dite - noi ci vediamo- la vostra colpa rimane " (Gesù) guardati dentro e considera le menzogne che a buon mercato vai spacciando, ciò che il Padre opera ci mancherebbe altro che non fosse straordinario, non stai parlando di Berlusconi, "DEUS EST QUOD MAJOR NE COGITARI POSSET= Dio è ciò di cui non si può pensare il maggiore" (Sant'Anselmo d'Aosta) ed proprio x questo che la Resurrectio Corpus Christi è in Lui quanto di più credibile e non v'è speranza più alta. E' imbarazzante leggere la tua presunzione di saccenza condita di sarcasmo di infimo livello
Argi: Con chi ce l'hai? Spiegati meglio? Io credo di pensarla esattamente come te, sia sulla resurrezione sia sulla "ricapitolazione" (anakephalaiosis), e anche riguardo al pensare a Dio (sento mio lo stesso pensare di S. Agostino, capaci di Dio ma incapaci di contenere tutta la sua grandezza; ecco perché la fede e la ragione contemplano)
UTENTE 3:...temo seriamente di aver cliccato te erroneamente quindi scusami, e sono tuttavia felice di aver commesso quest'errore xchè stavo perdendo ogni speranza di trovare interlocutori con cui serenamente e costruttivamente dialogare x cui a proposito di Agostino "oh felix culpa!". Purtroppo ho poco tempo x rintracciare e leggere tutti i tuoi interventi in merito...però poco alla volta.
Ben trovata! Origene non sviluppò il reincarnazionismo ma usò il condizionale...ma andò ben oltre con l'apokatastasi = ricapitolazione di tutte le cose in Cristo, la sua versione però fu condannata in un concilio di fine VI sec., tale dottrina però non fu abbandonata in ambito cattolico ma sviluppate già poco dopo da Santi testimoni della fede (tecnicamente: confessori...) San Massimo il Confessore, San Gregorio Nazianzeno, alcuni autori tardo medioevali e rinascimentali fino ai giorni nostri in cui la dottrina stessa gode di ottima salute e ampio credito presso autori come Von Balthasar, Kung, Sequeri...in tutto questo breve excursus invece la reincarnazione e la metempsicosi o non sono state contemplate o smentite con argomenti categorici.
L'uomo è capax Dei poiché Dio a Sua immagine e a Sua somiglianza l'ha creato...il primo e fondamentale movimento è solo e tutto Suo...ed in ciò trovami un seppur minimo spazio x l'induismo.
Non esistono libri biblici allegorici, ma testi redatti con scopi precisi secondo cultura, schemi mentali e linguistici dell'epoca e cultura d'appartenenza...essi non contengono errori dottrinali...e già Sant'Agostino
ha scritto (sconcertato poverino e lo capisco) che Dio nel testo vuole formare "...cristianos non mathematicos...".
Domanda : ma xché x parla re di Bibbia non indagate le innumerevoli e competenti fonti di chi la Bibbia la studia veramente e per quelle verità ha dato e sempre darà il suo sangue?...invece di interpellare chi la ignora.....
......x fare le tagliatelle o il timballo teramano chiedete forse agli indiani o ai cinesi?

Il tempo e la creazione alla luce della ragione

Per quel che riguarda la fede per il libro più antico del mondo, quindi per ebrei cristiani e in parte mussulmani, Dio ha creato il mondo in 7 tempi, sette  è il numero dei giorni per esprimere la totalità la completezza, anche per i buddisti 7 è la completezza.
UTENTE: “O non possiamo forse a maggior ragione parlare di...Increato..?
Nel senso che tutto, ma proprio tutto sia esistito da sempre, e si sia andato continuamente trasformando...?”
Argi: E’ vero che su questo argomento, si potrebbe parlare all’infinito, come del resto di tutto ciò che trascende l’uomo, il tema è unico anche se affrontato da menti diverse in tempi diversi, cioè l’origine del mondo.
In “tempi non sospetti” cioè quando non si parlava ancora di creazione è bene ricordare che Platone affermava con forza che la vera realtà non è questa che noi vediamo (la realtà immanente) perché la vera realtà da dove tutto proviene è il mondo delle idee (o iperuranio dove l’idea del bene è la somma idea. Anche se questo non è “il motore” da cui tutto parte di Aristotele che, al contrario di Platone non distingueva le due realtà, ma le unificava in una unica realtà immanente). Per questo se diamo retta a Platone le idee non fanno altro che proiettare la vera realtà su uno schermo (o caverna, il mondo numenico) e la nostra esistenza, non sarebbe che una proiezione che parte dal “vero mondo” quello dell’idea, ove tutto sussiste.
A questo proposito la scrittura dice:
“Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note;
allo stesso modo anche dopo la creazione. ( Sir 23: 20)”

Poi specificatamente questa domanda se la pose con forza S. Agostino e riguarda “il tempo di partenza del tutto” o tempo della creazione:
se tutto è partito da un punto, cioè se questo mondo è stato creato,”Perché non è stato creato prima?” La conclusione è che non c’è un prima o un dopo ma il tutto è in un eterno presente perché solo il presente realmente è; difatti se pensiamo al passato lo pensiamo nel presente “come memoria” e se pensiamo al futuro lo pensiamo nel presente “come attesa” . Ma c’è un’altra conseguenza di ciò, che il tempo risiede, dunque, soggettivamente nella mente di chi attende o ricorda . Per tornare dunque alla domanda tutto sussiste, creato o increato, solo nell’eterno presente, luogo dove si fonda anche l’oggettività del tempo stesso, il passato e il futuro come idea e anche come proiezione dell’idea stessa in un presente “sfuggevole”. Il tempo, e in una realtà sfuggevole in trasformazione ove l’idea tende a realizzarsi nella materia e “nell’attimo” del presente e in quel presente
è, "ma non tutto", non tutto si realizza pertanto diviene.
All’idealista Platone risponde il “materialista” Aristotele, per lui le idee sono la forma, e la sostanza, è l’elemento attraverso il quale l’essere stesso si realizza in un sinolo (materia forma), ma mentre la materia è relativa, cioè è soggetta al trasformarsi, la forma resta ed è presente. Tutto proviene da quel “motore immobile” dal quale tutto ha inizio. Anche la potenza, cioè la predisposizione che la materia ha a trasformarsi. Dall’ "increato" tutto ha origine (creazione), ma questo "motore immobile" non solo ha la potenza. Talete afferma anche che questo “increato” è la mente del mondo: è l’increato che da origine all’idea o forma e attraverso “la potenza” la trasforma in atto, ed Eraclito, aveva visto nel fuoco l’elemento derivante del tutto e dello stesso trasformarsi.
Il tempo è "lo strumento" che rende evidente il dinamismo della trasformazione della materia.
La realtà si realizza nel tempo e nel movimento del trasformarsi della materia in atto. Il ricordo si riferisce al vissuto del passato che vive, grazie all'azione della mente, riproiettato nel presente (idea), ma ciò non significa che non sia stato vissuto, cioè che non sia reale: perché è reale "nell'attimo presente" al presente e nel presente. Dunque la realtà “è un attimo”, se guardiamo la rappresentazione della realtà ad es. una foto di diversi anni fa, o meglio ancora un filmato, vediamo come quella realtà pur essendo stata non è, ma nel presente continua ad essere nella rappresentazione fotografica che "rende vivo" il ricordo nella memoria. Pur vedendo la foto o il filmato abbiamo la percezione del non è più, se non "in quell'attimo" che è nel presente e che ora non è; "in quell'attimo" e resta nel ricordo o idea.
Quindi, "quell'attimo è l’eternità”, nel momento del divenire "è" collegato all'eterno, e resta nell’idea di chi l’ha vissuto, "l'attimo presente";è fuori dal tempo, ma anche è nel tempo, (un pò come nella foto o nel film che riesci a rendere presente il passato), fuori dal tempo, ma allo stesso tempo dentro il tempo, dentro ogni cosa.
UTENTE: “se osservo la natura e mi avvalgo di microscopi sempre più potenti, vado sempre più dentro la materia, senza scoprirne mai l'essenza: un processo infinito, chiamato microcosmo. E...la materia allora dov'è..?.”
Argi “nel vuoto” tutto è energia; la polvere cosmica, (la materia, tutto è fatto di "polvere", polvere rovente e “fuoco” energia, vuoto)
UTENTE: “E mi dico che la materia in fondo non esiste, ma è quel turbinio di elettroni ad altissima velocità che ne crea l'illusione…”
Argi :Non crea l'illusione, ne realizza la forma attraverso l'atto della potenza.
P. S. x tutto vale sempre la premessa postata inizialmente cioè che di questo argomento, si potrebbe... parlare all’infinito...


Genesi... come mai tutto comincia con un peccato?
Domanda dal Forum:
Quali oscuri significati si nascondono in questo racconto?
Il peccato di Adamo ed Eva non è la dimostrazione lampante di una sorta di complotto storico-letterario- funzionale alla definizione della natura peccaminosa dell’uomo dotato del famoso Libero Arbitrio che proprio in seguito a questa strana prerogativa lo trasforma in trasgressore della Legge divina? Ma, allora, chi tentò Adamo ed Eva?
Non è stato forse quello stesso Dio che li aveva creati?
Non piantò Lui stesso l’albero della conoscenza del bene e del male per metterli alla prova? E poi, c'era tanto bisogno di metterli alla prova?
Perché li voleva tentare? Quindi, non era sicuro delle sue creature?
E se non era sicuro, allora perché li aveva messi al mondo? “
Argi: Perché oscuri? Dio è luce e la luce illumina l’ oscurità. Il termine genesi in greco significa creazione. Se ben ricordo i racconti della genesi sono due, anche se il blocco è unico, un "tutto" che sottolinea la storia dell'uomo alle origini. ma una storia che fin dalle origini rappresenta la storia di salvezza: un inizio per un inizio “In principio Dio creò il cielo e la terra”(Gn 1, 1).
I due racconti vengono da due tradizioni lo Jahvista che considera "Jahve" nome con il quale Dio si rivela a Mosè, e lo Elohista da Elohim "Dio". I racconti sono entrambi antichissimi, prima raccolti sotto forma orale e poi trascritti, infine raccolti in un unica tradizione, sembrerebbe dopo la caduta del regno del nord (722 a.c.). Entrambi anche se provenienti da due tradizioni diverse narrano un’ unica storia, quella della comparsa della vita sulla terra fino ad arrivare all’uomo. Nella Genesi l'uomo viene creato da Dio dopo un tempo, sette giorni (sette rappresenta sempre nella bibbia il numero simbolico della completezza), dopo di che c'è il tempo del riposo e la consacrazione del settimo giorno quale giorno di Dio.
Il secondo racconto si riferisce alla frattura il cosiddetto peccato, frattura che da luogo al distacco dall'unione con Dio e alla cacciata.

Sul significato uso alcuni termini filosofici, impropri per la fede, ma la filosofia,  pur non essendo teologia, è uno strumento dato alla ragione e quindi utilizzabile.

Il bene e il male non sono entrambi principi assoluti; c'è un principio e in quel principio c'è un assoluto che ha in se quell'energia "fuoco" che brucia autonomamente, chiamiamolo “Logos” (Dio quando si rivela a Mosè è “un roveto ardente”, un fuoco che “brucia ma non si consuma” e nel libro del profeta Daniele è scritto
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.” Dn 7,9-10.13-14)
.
Nell’essere non c’è un prima o un dopo; il tempo è nel divenire delle cose. Il Logos è  l'essere, e l’essere è conoscenza, la conoscenza in se non è né bene né male. Il principio primo dell'essere non è solo "il fuoco" ma anche la libertà di agire. L'essere o logos vuole comunicarsi per questo si articola in dei parametri di comunicazione, in un linguaggio essenziale.
L’espressione essenziale del linguaggio nella sua comunicazione è la parola: la Parola è la freccia che  espande la scintilla del fuoco e della libertà e …  “la Parola prende forma” . Plasmata in se nell’essere, nel “fuoco” la Parola prende forma: “Dio disse sia luce! E luce fu.”. Tutto parte per essere luce non oscurità. I suoi parametri sono chiari, sono il seme cioè la scintilla vitale di Dio in tutte le cose ( per gli ebrei e i cristiani è  lo Spirito stesso di Dio è in tutto). 
Dunque Dio sceglie di uscire fuori di se; sceglie di dare e di darsi per comunicarsi.
La forma conserva in se la capacità originale del logos nella sua spinta iniziale, il suo “seme”, seme di libertà. Il seme nel suo percorso di vita in evoluzione ha la facoltà di divenire essere capace di comunicare,  cioè può conoscere l’essere, anzi può essere l’essere ma non tutto l’essere; non può essere Dio. Ed Ecco l’uomo immagine e somiglianza, ma l’uomo proprio perché figlio di quel seme di libertà può scegliere di  unirsi al progetto di Dio ovvero seguire la spinta iniziale del darsi di Dio oppure può scegliere di rifiutare l’Altro il suo progetto.
Questo “uscire da se”, questo scegliere di darsi all’altro è il fondamento dell’amore. L’Amore è la scintilla "il fuoco" che ha mosso tutto. L’Amore non si ingabbia, agisce in libertà, l'Amore si comunica è fatto per essere dono di se, è fatto per darsi all'altro e trovare nell’altro il suo compimento: questa è l’origine ma è anche la continuazione della Vita.
Il dono da gioia; nel dono non c’è solitudine, perché c’è l’attesa ma c’è anche l’incontro. Chi attende l’altro sa di non essere solo ha la consapevolezza di essere, per essere insieme. Il peccato dunque, è il non volere essere insieme, l’uno per l’altro. Nel peccato non c’è gioia perché c’è la solitudine, non c’è speranza perché non c’è l’attesa.

L’attesa dunque si articola nel tempo. L
'essere, non può rinnegare se stesso cioè quella scintilla di se che comunque resta  nella materia, nella creazione e ha accettato di sostenere fuori di se, in un tempo, “il tempo dell’attesa”, anche il peccato affinché ciò che è bene possa far ritorno al suo essere mediante la stessa identica via, lo stesso identico principio originale cioè la scelta libera del distacco  che ha causato la separazione dall’Essere in un’altra dimensione quella del  tempo dell’attesa.
Per mezzo di Gesù Cristo tutta la creazione cioè tutto ciò che continua a seguire la spinta iniziale è ricondotta alla unità dell’essere, attraverso un varco che concilia l’immanente con il trascendente. La porta  è Gesù Cristo che può “vagliare”, ricondurre al Padre la creazione trasformata dallo stesso “seme” (linguaggio-Parola) del Padre che è Gesù, il vangelo. Un seme buono perché proviene dall’alto, dallo Spirito Santo, cioè da Dio stesso. Gesù è il  Figlio di Dio è la stessa sua Parola, Gesù sa la vera volontà del Padre, conosce ciò che ha mosso la spinta iniziale, quell’ “uscire da se per unirsi all’Altro” che è un po’ come morire a se stessi per poi rinascere “se il chicco di grano non muore non può dar frutto”. La morte è parte della vita ma è prolifica solo se è consapevole  di poter essere nuova vita: si muore a se stessi per poi ritrovarsi nella Luce, nel DONO c’è il TUTTO, nel Dono c’è Dio.

La simbologia nell’atto creativo alla luce della conoscenza:
Nella Genesi l’atto creativo iniziale è così descritto "Ora la terra era deserta e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso (Tehom)" e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio Disse "Sia luce!" E la luce fu.
“Il deserto” e “il vuoto”. Come accennato in precedenza che nella fisica il vuoto  è la forma dove l’energia si manifesta, non è "il nulla”; comunque Dio è in se energia sufficiente a tutto, ricordiamo anche il paradosso; cioè che dall'infinitamente piccolo è nato tutto l'universo, pertanto già in quel momento iniziale nell’atto della creazione, l'infinitamente piccolo possedeva in se l’infinitamente grande, cioè tutta l'energia esistente e necessaria dell'universo; lì, cera TUTTO. Il vuoto indica l’agire di Dio nel creare.
(Il tempo è nell’immanente, Dio trascende il tempo, in quell’attimo è l’eterno e l’eterno è il presente.)
Dio dunque è presente nell’atto iniziale della genesi, quando ancora non c'è storia, c'è invece, dice il testo Dio nella sua presenza unica, ma, nell’espressione di se, c’è anche lo Spirito “che aleggia” e la forza creatrice della sua Parola “Dio Disse””: In principio era il Verbo, “il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli
era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.” Gv 1, 1
c’è dunque, fin dall’inizio in genesi, il Dio trinitario rivelato da Gesù Cristo: c’è il Padre Dio, il Figlio la sua Parola e lo Spirito Santo, che è la forza creatrice, l’energia vitale, quello che in filosofia rappresenta "il motore", ma un motore che genera in piena libertà, è il “soffio di Dio” “Ruah” , che è libero come il vento e, come il vento “ ne senti la voce ma non sai di dove viene e dove va” è l’energia stessa di Dio.
E’ questa LA CONOSCENZA: di fronte all’albero di cui parla la Genesi c’è di nuovo la scelta tra il bene e il male e dalla scelta fatta dipende il “frutto dell’albero”. “L’albero buono si riconosce dai frutti che da” difatti c’è un albero dal frutto buono, ma anche un albero “che non porta frutti” e per questo che “si secca e muore”. Di fronte alla croce abbiamo tutto il riassunto di quella scelta primordiale; sulla croce c’è la catalizzazione del bene e del male, la croce è ancora quell’albero, l’albero della vita.
La generazione è un dono gratuito è la libera scelta di Dio, è IL DONO DEI DONI, che si rappresenta nella libera scelta di darsi senza interessi: è’ l’Amore del creatore che si avvale della libertà di donarsi, quale “vento” che aleggia”, è quale fuoco che forgia e trasforma e riconduce il tutto nell’unità divina, è lo Spirito che rende possibile l’unità di Dio e del tutto a Dio.
La simbologia (*)del “deserto” indica, il luogo in cui Dio parla e attraverso la sua Parola agisce nella storia dando luogo al suo progetto da Lui stesso ideato all’inizio dei tempi fino alla fine dei tempi. Nel vuoto, nel luogo in cui l’energia si manifesta Dio compie l’atto creativo, da luogo alla sua idea, al suo progetto finale del 7° giorno (sette numero perfetto che ricorre in tutte le culture) “E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, ; (Gn 1: 26)
L’acqua, è il mare della Sapienza di Dio; per taluni è la vita per altri rappresenta la loro stessa morte, è l’albero della vita della conoscenza del bene e del male. L’attraversamento del mare, è la barriera della dimensione umana a quella divina, vita e morte; ricordiamo che ad es. gli ebrei liberati da Dio,  attraversano incolumi il mare verso una nuova terra, la terra promessa, mentre per gli egizi quello stesso mare si richiuderà sopra di loro uccidendoli.
Questo tema sarà ripreso anche da Gesù. Gesù insegna stando in MARE, stando su una BARCA.
Ecco che torna la simbologia: il mare è il mistero di Dio., non l’oscurità ma la luce per chi segue il suo progetto Gesù camminerà sulle acque e inviterà i suoi a farlo. Ecco perché Gesù dirà io sono la porta, Lui è “la porta del mistero”, colui che cammina sulle acque e fa camminare sulle acque e permette di entrare nel mistero di Dio. La barca che sta sopra le acque, è il luogo dove il mistero viene comunicato: è la chiesa, la sposa di Cristo, fatta da tutti coloro che, attraverso lo Spirito Santo, riceveranno lo stesso battesimo per immersione nella simbologia dell’acqua della fonte battesimale, ed è lo stesso Spirito che riverserà sui credenti tutto ciò che a loro occorrerà (“ i 7 santi doni” cioè l’unione totale con Dio, con il suo Spirito che è il dono dei doni). E’ dall’acqua nata dal costato di Cristo trafitto sulla croce nasce la chiesa; è lì che muore (per immersione bat andare sotto) l’uomo vecchio Adamo e nasce (emerge dalle acque come dall’utero materno) l’uomo nuovo il Cristo il Figlio obbediente. Fuori dall’acqua della fonte battesimale si formeranno ad immagine e somiglianza del Figlio, coloro che: “non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.” i figli che nel Figlio possono chiamare “abbà” papà Dio.
(*) vedi cap. Esiste un linguaggio primordiale che unisce varie culture?
Nella bibbia Dio si avvale di simboli “segni” tangibili per rivelarsi all’uomo.
  
Il fatto che va “oltre”…
la resurrezione dal forum
UTENTE: Come se la resurrezione fosse cosa niente affatto assurda. Non penso che cambierebbe qualcosa senza la resurrezione di Gesù. Qualsiasi persona sa che quella della resurrezione è una storiella inventata per dare maggiore risalto alla religione. E' umanamente impossibile (anche scientificamente) che qualcuno possa resuscitare: ma i primi credenti dovevano inventare un qualcosa di particolare per dare maggiore risalto al nuovo credo. Lo so, bisogna prendere la resurrezione non in termini fisici, ma spirituali. Ma la Bibbia ci trae in inganno, perché c'è scritto che Gesù risorto viene visto prima dalla Maddalena e poi dai discepoli. Ora mi chiedo: o credi e accetti senza farti domande quello che è scritto nella Bibbia, oppure ci ragioni un po' su, ti fai qualche domanda ed allora ti potrebbero venire dei dubbi che potrebbero farti pensare in maniera diversa.
Argi: Ora che sia umanamente impossibile risorgere non vi è dubbio, ma qui stiamo parlando di Dio e per Colui che ha fatto il mondo e tutto ciò che esiste e il suo “soffio di Vita” lo Spirito Santo, può ridare la vita, una nuova vita a ciò che più non è. Proviamo ad immaginare una luce grandissima, una luce abbagliante, quel “fuoco ardente” come viene descritto nella bibbia la presenza di Dio davanti a Mosè sul monte: “un fuoco che arde e non si consuma”. Ora per la scienza di allora un fuoco che arde e non si consuma non era possibile, ma oggi sappiamo che, un fuoco che arde e non si consuma sarebbe spiegabile ad es. se pensiamo all’energia atomica e questa al momento è la sola forma di energia ma non la sola ipotizzata, la ricerca continua. Quello che voglio dire è che se ora la scienza non può spiegare la resurrezione non vuol dire che ciò non possa essere possibile. La resurrezione indica che in quella luce grande e potente c’è Dio, il Dio creatore! “Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.”
UTENTE: E' un bel ragionamento logico, ma stai dimenticando una cosa: è scientificamente provato che il nostro corpo (Gesù è resuscitato con il corpo) si consuma dopo la morte, ridiventiamo cenere per usare delle parole di Chiesa. Il corpo che abbiamo a 20 anni non è lo stesso che abbiamo a 50. Io, per esempio, a 20 ero un po' più magro, non avevo rughe d'espressione mentre adesso (ne ho 43) mi ritrovo con un corpo un po' usurato: insomma non ho più 20 anni e più passano gli anni più il mio corpo si degrada. E' il corso della vita corporea e non si può arrestare. Quindi ribadisco quello che ho detto prima: non si PUO' risorgere, il nostro corpo non ce lo permette.
Argi: Le nostre conoscenze attuali ci dicono che non si può, ma come ben sai la materia è in evoluzione e nella materia tutto si trasforma. La” conoscenza nella sua origine e nella sua complessità” è stata capace di operare la trasformazione: dalla polvere cosmica alla natura, dalla natura all’uomo. Tutto ciò per noi ha avuto un tempo storico; “tempo della creazione”, ma fuori da questo tempo, anche la materia non è più la stessa perché viene trasformata nel passaggio dalla “porta” dalla “luce”, dove il tempo (il vuoto che trasforma la materia) non c’è più ma c’è l’incontro con la luce iniziale dell’eterno presente.

La tomba vuota:
dal “VUOTO” la resurrezione
Gli apostoli non danno importanza al sepolcro perché il sepolcro è vuoto: sanno che Gesù è risorto. "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?" Dirà l'angelo ai suoi.
Il culto del sepolcro di Gesù nasce solo in seguito, (II sec. d.c) quando i fedeli cominciano a viaggiare nei luoghi sacri e vogliono vedere la tomba "il santo sepolcro".

“All'interno della chiesa del Santo Sepolcro c'è però anche una costruzione sepolcrale più grande, nella cosiddetta Cappella Siriana. Nelle guide turistiche essa viene denominata spesso come «Sepolcro di Giuseppe di Arimatea».
È distante più di venti metri dal Sepolcro di Gesù, ed anche questo gioca a favore dell'autenticità dell'antica tradizione; poiché la tomba di Gesù non si trovava in mezzo ad altre tombe anche se, com'era allora del tutto normale, il terreno fu poi utilizzato per altri sepolcri. Partendo da questo quadro, il professor Biddle e il suo collega londinese Michael Cooper hanno compiuto notevoli passi in avanti nella ricerca.

Con l'aiuto della fotogrammetria essi hanno ricostruito l'intera storia della edificazione del Sepolcro vuoto, procedendo all'indietro, dallo stato attuale fino all'antico. La tecnica della fotogrammetria o «misurazione delle immagini» rende possibile la ricomposizione geometrica o strutturale di fotogrammi di territori e oggetti. In questo modo, ad esempio, possono essere ricostruite graficamente o isometricamente costruzioni che non si sono conservate o non sono accessibili interamente. Si adotta per questo soprattutto lo stereorilevamento: due figure vengono poste sotto due microscopi oppure due strumenti di misurazione, e vengono fuse in un'unica immagine. Biddle e Cooper hanno realizzato migliaia di foto del Sepolcro con questo procedimento ed ora sono in grado di avere un'immagine precisa al millimetro della «Aedicula» attraverso i secoli. Naturalmente loro non utilizzano solo le proprie fotografie, bensì analizzano anche disegni, incisioni in rame, monete e altro, risalenti a varie fasi della costruzione, fino al IV secolo. Alla fine si otterrà una minuziosa storia dello sviluppo del luogo dal I al XX secolo, ed ogni pietra potrà essere esaminata da qualsiasi angolo visuale.
Tra i molti risultati finora ottenuti ce n'è uno che appare sorprendente anche a prima vista: non è stata scoperta alcuna antica epigrafe di pellegrini. Ma proprio questa apparente lacuna è a sua volta un indizio a favore dell'autenticità dell'antichissima tradizione del luogo. Nei primi decenni del cristianesimo primitivo, quando ancora vivevano le generazioni dei testimoni oculari, non c'era alcun interesse alla venerazione particolare di determinati luoghi. Il Sepolcro vuoto di Cristo era appunto vuoto, il Signore era risorto. Ciò era noto e così ovvio, che neanche una volta Paolo sottolinea questo fatto. Nelle sue Lettere ciò viene semplicemente presupposto. Nella prima Lettera ai Corinti egli esorta i suoi interlocutori ad interrogare i testimoni oculari del Risorto, nel caso che ancora avessero qualche dubbio; ma in nessun passo c'è un invito a recarsi a Gerusalemme e a visitare il Sepolcro vuoto.
http://www.storialibera.it/il_sabato/articolo.php?id=77 [/url]
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http://www.storialibera.it/epoca_antica/cristianesimo_e_storicita/passione_di_gesu/santa_croce_in_gesusalemme_a_roma/articolo.php?id=1979 [/url]
Tutto nasce, dunque, non da un personaggio storico, ma da “un fatto”: una tomba vuota.
E’ da quella tomba vuota che nasce il cristianesimo. Questa tomba è vuota perché Gesù è risorto ed è questa “la buona novella” ; il vangelo, cioè l’annuncio dirompente del vangelo, che oggi anche i cristiani hanno dimenticato, "la morte è stata sconfitta". La morte; il distacco da Dio, dal bene, dalla giustizia, da tutto ciò che trascende l’uomo. La materia continua ad essere mossa dal “soffio di vita”, lo Spirito, ma attende con impazienza anch’essa di essere liberata dalla sofferenza del distacco: la natura attende la nuova vita e sta per essere ricreata…
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio;
essa infatti è stata
sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Rm 19,8-23

Materia e anima trovano il punto d'incontro in Gesù Cristo. Tutta la creazione sarà liberata dal male che causa la corruzione (il disfacimento della materia) e la morte. Questa è la speranza dei cristiani, "la speranza che non delude", perché “si spera ciò che non si vede, ma noi abbiamo visto e abbiamo creduto che Gesù Cristo è il Signore". Chi ha visto dunque, ha più che una speranza perché è testimone.
Ora tutto ciò per il mondo come dice Polo “è follia”. Bene, la fede follia? Ma non lo è anche l'Amore?
Il fondamento della nostra fede, è l’incontro con il Cristo risorto che rende testimoni, ed è testimonianza vivente, come vivente è il risorto in mezzo a noi. Credere in Gesù Cristo risorto non è credere in una “favoletta”; la resurrezione è il “fulcro” della nostra fede. Gesù è realmente risorto! Questa è la nostra Pasqua, chi crede in Lui vivrà!
LA RESURREZIONE DAI VANGELI

Vangelo secondo Marco
E’ notte fonda, Gesù è morto e, "al levar del sole", alcuni dei suoi arrivano al sepolcro, questa è già la resurrezione, indicata dal sole che si leva, la notte viene lasciata alle spalle il sole sta sorgendo; è il sole del nuovo giorno, l'ottavo giorno dell'umanità redenta. Arrivano i suoi discepoli per ungere un corpo morto, con un masso nel cuore, il macigno della morte che... non rotola via ma...guardando, videro....il masso non c'è più, allora entrano dentro e vedono un giovane seduto sulla destra” (riferimento a ciò che Marco ha detto al centro del vangelo "E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”) . Marco sottolinea il particolare della veste bianca, altro simbolo della resurrezione (si ritrova sempre in Marco 9,2 nella trasfigurazione "e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime"), ”ed ebbero paura” . Ecco che di fronte alla manifestazione di Dio l'uomo ha paura (questo sempre è descritto nella bibbia; non si può guardare il volto di Dio perché è fatale all'uomo, e l'angelo l’interfaccia che si frappone fra Dio e l’uomo).
Ed ecco di seguito l'annuncio di Marco:
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.
Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?".
Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.
Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto”
.
Dal vangelo secondo Giovanni

"Nel giorno di sabato Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non (?) entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti."
Vide e credette, non videro e credettero, anche se il plurale è sottointeso. Il primo a entrare attraverso la porta della resurrezione è Pietro, "cefa". Cefa è anche la pietra che è stata tolta dal sepolcro, la pietra che “rotolata via” permette di vedere la tomba vuota. Dunque si accede da quella "cefa", da quella pietra rotolata via "tu sei "cefa" e su questa pietra fonderò la mia chiesa". Pietro arranca sta dietro entra per primo … vede ma, chi crede subito quando entra è l'altro apostolo, il "testimone anonimo" ma oculare di questo vangelo.
C'è da dire che la chiesa di "cefa" e di Paolo (unica chiesa) è già una realtà fatta di credenti in Gesù il Cristo, alla quale solo più tardi si aggiunge questa testimonianza maturata oralmente e successivamente scritta. Questo vangelo propone Gesù quale fulcro di una religione rinnovata "in spirito e verità". Il vangelo di Giovanni anche se fa riferimento ad una tradizione ebraica ed una fonte antica è lo scritto nella sua stesura attuale più recente dei vangeli. Viene conosciuto quale vangelo già nella prima metà del II sec.: lo utilizza S. Ignazio d'Antiochia . La prima testimonianza chiara è quella di sant'Ireneo verso il 180 scrive: "In seguito anche Giovanni, il discepolo del Signore, lo stesso che riposò sul suo petto, ha pubblicato il Vangelo durante il suo soggiorno ad Efeso". Anche se c'è una tradizione che afferma il martirio di Giovanni, uno dei figli di Zebedeo, prima di questo periodo bisogna sottolineare che non è il vangelo della "storia", differisce profondamente dall'idea che se ne fa lo storico moderno, perché ciò che conta per chi scrive non è la storia, ma il vangelo della "conoscenza": spetterà allo Spirito Santo condurre i discepoli "i testimoni anonimi"alla verità tutta intera (14,26) “entrò, vide e credette”. La venuta del Figlio dell'uomo in questo mondo è l'incarnazione, il suo "ritorno" il "giudizio" è già nel cuore degli uomini e la "vita eterna" è già posseduta nella fede. Infine i segni sono necessari all'uomo per rafforzare la fede ma, l'apostolo prima di credere deve entrare nel sepolcro vuoto, passare “oltre il confine” attraverso la porta della resurrezione, dove trova lì, già dentro Pietro, magari ancora "affaticato" che sta a guardare cercando di capire e forse di credere.

Che sarebbe successo all’insegnamento di Gesù se, togli la resurrezione?
(Ai miei fratelli in Cristo)
La fede in Cristo è la resurrezione, questo voglio sottolineare, non tanto per chi non crede, chi non crede ha comunque fatto una sua scelta, ma specialmente nella stessa fede, cioè nella scelta di chi si ritiene cristiano.
La resurrezione è il fatto che è impossibile da comprendere (questo credo sia il termine appropriato), impossibile perchè la nostra razionalità ce lo vieta, ma ci sono molte cose che, non possiamo comprendere, eppure sono; una di queste è ciò che trascende l’uomo: la Gloria di Dio. Quando si parla di Dio non basta la semplice operazione di logica, perchè altrimenti non staremo qui a discutere; chi può "vedere" la Gloria di Dio? La Gloria di Dio non è visibile a tutti, Gesù lo dice: "Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio" .
Questa Gloria è l'opera stessa di Dio ed è descritta nel salmo 19, il salmo detto dello Spirito:
"I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono.
"Sal 19: 2|....
Dunque Dio ci parla attraverso la sua opera in un linguaggio o parole che si possono udire quale " suono", il grande orchestratore di musica dell'universo è il nostro Dio, pertanto il nostro "vedere", diventa un "sentirne il suono", ciò che non puoi vedere con la mente puoi sentire e vedere con il cuore: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio".
L'essere "è" e la sua gloria, non è apparenza ma un opera annunciata come testimonianza al giorno... alla notte, fine e inizio di tutto. Il cuore dell'uomo è capace di sentirne il “suono”, un messaggio, una notizia che, “non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono” , tutto ciò che trasforma la creazione in opera di Gloria, noi "
sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste...perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita”. (manca citazione)

Ciò che ora non possiamo vedere pienamente, possiamo, saggiare, sentire, attraverso la "caparra", cioè l'anticipo che lo Spirito, il soffio di Vita di Dio, “l’orchestratore” del mondo ci da: "È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito. Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione. " 2Cor 5: 5
Ecco perché non c'è resurrezione senza trasfigurazione, la resurrezione è il fatto;ma l'essere è trasfigurato dalla “musica” dell’orchestratore; lo spirito Santo. Il nostro corpo diviene per essere partecipe della Gloria di Dio, fino a quando potremo vedere questa gloria "faccia a faccia"1Cor 13: 12,
Nel frattempo, grazie all'incarnazione di questa Gloria, cioè a Gesù, il Figlio di Dio, noi "veniamo trasformati in quella medesima immagine, (l'immagine del Figlio) di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore."2Cor 3: 18: questa trasformazione gloriosa è già la resurrezione che sarà manifesta di fronte "alla pienezza di Lui cioè di colui che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà.": Gesù Cristo.
TESTIMONIANZA E INCONTRO NEL VANGELO CON IL CRISTO RISORTO
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni (altro numero biblico esprime il tempo della purificazione del popolo di Dio nel deserto, come quaranta sono i giorni della tentazione di Gesù, ecc.). Anche negli Atti 2,24 si da testimonianza;” Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte”.
 Ma la testimonianza più bella è quella di Maria di Màgdala (Maria Maddalena), nel vangelo di Giovanni: trovando “la tomba vuota e la pietra ribaltata dal sepolcro” corse a dirlo agli apostoli. Allora uscirono e tutti correvano, correvano insieme verso il sepolcro, lo trovarono vuoto con le bende a terra. Maria era rimasta all'esterno e... piangeva, piangeva come racconta l’evangelista. Non subito riconosce Gesù, prima, mentre piange, si china verso il sepolcro verso quel “confine dell’oltre”, e… vede due angeli in bianche vesti, che sono la manifestazione di Dio all’uomo e le rivolgono una domanda : "Donna, perché piangi?" .“Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Maria vuole sapere dov’è Gesù e solo quando si volta , come dice il vangelo, lo vede ma ancora non lo riconosce, per vedere Gesù risorto occorre volarsi verso di lui, seguire il suo insegnamento. Ed ecco che Gesù le rivolge nuovamente la stessa domanda ma che è più specifica: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?".
Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".
Ed è allora che Gesù la chiama per nome "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! “ (Gv 20,11-16), ed è allora che Maria  lo riconosce, quando di nuovo si volta verso di Lui. Questo continuo voltarsi che è espresso nel vangelo di Giovanni, simboleggia il cercare Gesù con tutto il cuore, l’andare verso di Lui per poter stare insieme a Lui, avere fede in Lui e seguirlo; questa è la conversione “il voltarsi”, cambiare ottica per vedere “oltre il confine” oltre il sepolcro ciò che Dio ha preparato per noi: “”beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.
 
La “falsa dottrina” che fa male alla chiesa
(Mancuso and &)

Mi permetto di intervenire in quanto piccolissima parte di questa realtà che è la chiesa e che io amo perchè amo Colui che l'ha costituita, amo la Sua Parola che è “lampada ai miei passi, luce sul mio cammino".

Oggi si la discussione di laici e teologi fuori dalla chiesa (e non solo) verte solo  sulla la storicità dell’uomo Gesù, cioè si pone in rilievo il  possibile "fatto storico" immanente, ma si trascura la conseguenza di questo “fatto” che trascende questa realtà: la resurrezione. Tra  questi ci sono alcuni fratelli, che si definiscono "cristiani" che, pur non negando la resurrezione, la "declassano" ad aspetto non rilevante per la vita dei fedeli, pertanto la resurrezione diventa “confutabile” o addirittura un “optional” della fede cristiana.
Bene, sarò chiara, ho visto seminare e poi crescere i frutti di questa “dottrina” che serpeggia anche tra i sacerdoti, ho visto la chiesa, la comunità, settarizzarsi, seccarsi, come quel fico che non da più frutti.
Declassando la resurrezione a "fatto evanescente non rilevante per la fede" si toglie la consapevolezza della fede in tutto ciò che è avvenuto dopo la Pentecoste, cioè dopo la discesa dello Spirito Santo che è il Dono di Dio, il Maestro, come dice Gesù “Colui che vi rivelerà ogni cosa”.
Si va contro il piano di Dio, contro il suo Dono; la sua misericordia. Il cuore dell’uomo si inaridisce perché viene privato, dalla mancanza di fede nello Spirito, cioè viene privato della stessa linfa vitale, che permette l’ unità con Gesù Cristo attraverso lo Spirito Santo, che è la fonte stessa di tutto l’Amore di Dio.
Dove si afferma l’uomo e solo l’uomo e si nega anche implicitamente la resurrezione di Gesù, si disconosce l’intervento dall’alto dello Spirito, cioè si rinnega la possibilità di Dio di operare e riversare la sua misericordia nel cuore dell’uomo. Questa è la bestemmia che Gesù indica nel vangelo di Matteo: “Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonataMt 12,31.
"L'albero" dice Gesù, "si riconosce dai frutti che produce" e il frutto di questa "dottrina", sta portando e porta nelle comunità cristiane un insegnamento contrario al messaggio evangelico, rivelato pienamente dallo Spirito Santo, che si può riassumere "Ama con il cuore di Dio". L'uomo, in quanto uomo, non può amare con il cuore di Dio e se riconosciamo in Gesù solo l'uomo, questo cuore, pur grande è solo un cuore di uomo.
E’ lAMORE DI DIO, lo Spirito Santo che ci da e la possibilità di poter amare attraverso il cuore dell'uomo (in Gesù) con il cuore di Dio e realizzare pienamente ciò che era stato annunciato nella sacra scrittura: Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in praticaEz 11: 19
Se non si conosce questo Amore “che sorpassa ogni umana conoscenza”  non si può adempiere ai due comandamenti fondamentali che riassumono tutta la legge di Dio: “ama Dio e ama l’uomo”, perché, come dice Gesù: “senza di me non potete far nulla”. Questa unità è data dallo Spirito Santo grazie alla nascita, morte, resurrezione e ascensione di Gesù che ha reso possibile “la rinascita dall’alto” che si concretizza mediante il segno (o sacramento) del battesimo;”Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio".
Lo Spirito Santo, "unico MAESTRO", trasmette ai fedeli di ogni tempo i quali riconoscono che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio mediante la sua incarnazione, nascita, morte, resurrezione e ascensione, la capacità di amare con il cuore di Dio e conoscere l'amore del Padre che, come dice S. Paolo “sorpassa ogni umana conoscenza " Ef 3:,19... cioè va oltre le nostre capacità acquisite nel tempo e nella storia.
" Se Cristo non è risorto è VANA LA NOSTRA FEDE!" continua S. Paolo il 13 apostolo scelto direttamente da Dio da "Gesù il Risorto".
Negando la realtà della resurrezione si nega pertanto l'AMORE DI DIO e quindi TUTTO l'insegnamento di Gesù diventa un mero insegnamento di uomo, pur storicamente grande ma solo di un uomo!
E' la fede che illumina la ragione, se avviene solo il contrario il rischio è ricondurre tutto ad una "dimensione umana" che snatura la scelta dell'incarnazione TUTTO IL DISEGNO DI DIO,CHE SI è INCARNATO PER AMORE E SOLO PER AMORE e non per lasciare un impronta di uomo nella storia ma per farci oltrepassare la frontiera e farci conoscere l'Amore di Dio Il regno di Dio è nello Spirito Santo che, ci fa figli nel Figlio. "Le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri" (Is 55,8). Pensare con il Pensiero di Dio vuol dire credere in TUTTO il messaggio di Gesù, che è LA LIETA NOVELLA! "la morte è stata sconfitta! Dov’è o morte il tuo pungiglione?”(1 Cor 15,55).Grazie a Dio lo Spirito non ci abbandona e rende vivo, nei credenti, il Suo insegnamento, nonostante l'inconsapevolezza del danno che producono nella chiesa "taluni maestri" dei quali il Signore Gesù ci aveva parlato:.
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete.. “Mt 7: 15
La resurrezione è dunque il fatto fondante della fede cristiana, passaggio dalla morte alla vita, alla nuova vita di figli di Dio.
Oggi dunque “la moda” è accettare il Gesù storico, "il Gesù uomo" e rifiutare il Gesù risorto "il Gesù Dio". Ma la nostra fede comprende entrambi: l'uomo e Dio. “Piacque a Dio ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra." Questa è la nostra fede! La fede in Gesù il Cristo; nato morto e risorto. (Atti 1, 3-)
Privata di questo Amore la chiesa viene svuotata del Cristo e di tutto il messaggio evangelico, pertanto questa è una dottrina diabolica perche va contro il piano di Dio, una dottrina che non è nuova, perché si adoperata in vari modi fin dall’inizio dell’annuncio evangelico, riconosciuta e allontanata dai padri della chiesa, anche Paolo ricorda:
, “Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. “At 20, 29
La Speranza cristiana non è la croce, la Speranza cristiana è la resurrezione
La Speranza cristiana non toglie nulla alle religioni, ma dona al mondo “la buona novella”: la morte è stata sconfitta, si aspetta la redenzione del nostro corpo. Questa porta, questa luce è per tutti ma soprattutto può darci già da subito la gioia di essere nuove creature consapevoli di essere, figli di Dio portatori dell’opera di trasformazione del suo Amore, nell’attesa che anche la materia sia trasformata completamente nell’ultimo giorno per poter passare attraverso quella porta che tutto sorregge e che condurrà “ai nuovi cieli e alla nuova terra”.
La croce non è la novità della "buona novella", la croce da sola e l'uomo Gesù da solo non è salvezza del mondo.
Non avrebbe senso l'incarnazione e lo stesso sacrificio di Gesù. Che senso avrebbe? “Se sei Dio scendi dalla croce salva te stesso”.  Se non si comprende la resurrezione, come dice S. Paolo: “è vana la nostra fede” ed è vano l'amore di Dio, ma ciò non può essere perché con Gesù: “tutto è compiuto” ed è in questa Speranza che siamo stati salvati.
Il pane e i pesci sono il simbolo dei primi cristiani, il pane è il vero segno eucaristico dei nuovi cieli e della nuova terra. Il pane del cielo è la porta, è il segno visibile dell’Amore di Dio lasciato da Gesù nell’ultima cena.
Il sepolcro resta vuoto perchè c’è una porta che conduce alla vita. La creazione non è finita.
Con la nascita morte ascensione e resurrezione di Gesù nella materia si è aperta una porta. E’ una porta aperta direttamente dal cielo, che permette di accedere alla nuova creazione” Io sono la porta” dice Gesù: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo..
L’uomo non si poteva salvare da solo: contestazione a Mancuso
L’uomo non si poteva salvare da solo e qui entro nella teologia o spiritualità non mistica ma “mastica” perché vissuta, ed è qui che contesto amorevolmente e umilmente, (del resto lui stesso ci ha invitato a farlo), il teologo laico Vito Mancuso. Ciò che non condivido ad es. la creazione solo dal basso, l’anima generazionale, l’impossibilità dell’intervento di Dio nella storia.
Per quanto riguarda la creazione dal basso, tento di sintetizzare il pensiero di Mancuso.
Dio è entrato nella materia sin dall'inizio dal basso con il famoso big bang; non esiste un'altra dimensione se non questa, come affermava Aristotele. Il mondo non è governato da una provvidenza personale, ma è governato. Non c’è un disegno divino scritto nel cielo ma questo disegno è stato pensato nella natura (creazione dal basso,). Il fine del Logos è la relazione, il pensiero vuole comunicarsi, questa relazione è l’amore; cita Mancuso Giordano Bruno, "l’amore è quella relazione integrale tra due esseri che permette la nascita di qualcosa di diverso: la vita,".L’amore maturo porta a sussistere fuori di se porta alla relazione e qui fa il collegamento con la scienza e la natura, queste relazioni inducono legami, i legami le sostanze, l’energia genera forme sempre più complesse di relazioni. In sostanza nulla viene direttamente da Dio, ma tutto viene indirettamente da Dio tramite la mediazione del mondo. “Noi non siamo stati voluti per noi stessi, noi siamo stati pensati per noi stessi cioè dotati di un progetto che è preesistente e che spetta a noi stessi realizzare basato sulla libertà,” l’intervento di Dio è solo nell’atto creativo spetta all’uomo realizzare il suo fine, cioè l’Uomo che Mancuso scrive con la lettera maiuscola cioè l’essere personale che ha in se lo Spirito di Dio il solo Spirito eterno o Santo. Dunque il mondo ha una sola anima e un solo destino, un unico mondo in cui religione scienza e filosofia devono insieme poter argomentare e in cui la religione cristiana può dare il suo contributo ma non senza rinunciare a parte di se stessa cioè ad alcuni dogmi di fede.”
Ed ecco ciò che non condivido: l’uomo che in sostanza “si salva da solo”, e ancora la quasi maniacalità di far coincidere scienza e fede; credo che la fede non debba rinunciare alla ragione ma non per questo ha bisogno di “rifondarsi” per “aggiustarsi” alla scienza che è in evoluzione come la materia, oppure omologarsi alla spiritualità delle altre religioni.
No, scienza e fede non vanno conciliate, le due non si conciliano ma stanno solo camminando insieme, non può essere altrimenti, non unite ma un pò come le "nostre particelle" della quantistica convivono.
L'evoluzionismo non è una spiegazione in se se ciò fosse tutto sarebbe stato esaurito, ogni spiegazione ma sappiamo che non è così..

La creazione non avviene solo dal basso, cioè dentro la materia: Dio è presente nella materia e non solo la crea, ma ci sta anche dentro, non solo come energia, nel vuoto si determina la vita di un corpo anzichè di un’ altro corpo, (*pag 82…). L’universo è in espansione, ma ha avuto un inizio e si muove verso un fine, oppure verso…una fine e/o un nuovo inizio. Il fine della creazione che determina la creazione stessa per la nostra fede è l’uomo in quanto persona. L’uomo è l’unico essere completo in se, completo di energia, logos, anima, sentimenti e soprattutto capace di relazione, cioè parlare e trasmettere anche’egli energia, anche se in modo diverso da Dio: difatti l’uomo non può creare, ma può ideare e progettare e rendere queste idee energia, idee, progetti che si realizzano, che sono capaci di cambiare in meglio o in peggio la vita e l’ambiente. Ma c’è da sottolineare che anche l’uomo è in evoluzione quale persona, come tutta la creazione. Difatti nella creazione non c’è solo lo Spirito di Dio che ordina e realizza il suo progetto, ma c’è anche lo spirito del disordine, cioè ciò che è capace di distruggere il fine e la stessa creazione. Non basta la presenza dello spirito dal basso, dentro l’uomo, perché l’uomo, che dovrebbe essere l’artefice del progetto di Dio non ascolta Dio, pur sapendo ciò che è giusto sceglie volontariamente l’ingiusto; s’illude di essere artefice di tutto ma, il suo “progettare” si infrange nella limitatezza della morte che è il suo fine è anche il suo limite.
Ma la morte non è il fine dell’uomo, è il fine di ciò che appare, di ciò che conduce alla porta dell’oltre, ma l’uomo non è stato progettato per questo! Anche la creazione attende la realizzazione della promessa di salvezza fatta da Dio al “popolo eletto”, attende un evento: egli manderà un Messia, l’unto da Dio, un re che ha un “mandato”, libererà il popolo da questa barriera che è la morte la farà cadere completamente e lo condurrà nella terra promessa. Ed ecco l’intervento dall’alto: l’avvento del Messia. Ora per gli ebrei deve ancora venire, ma per i cristiani questo messia è già venuto ed è Gesù, un messia che non potrebbe essere riconosciuto dagli ebrei perché come ha affermato anche il rabbino capo di Roma “ parlava con troppa autorità”: ad es. “Dio ha detto …ma io vi dico”; per gli ebrei un uomo non può parlare con tale autorità, perché ciò significa bestemmiare, significa farsi Dio, mentre per i cristiani questo Gesù è uomo ma è anche Dio.
Ecco il punto: “quando venne la pienezza dei tempi” da sempre preparati da Dio, la storia si aprì al cielo e il cielo partorì nella terra il nuovo seme capace di raccogliere in se la stessa storia: Gesù è l’Alfa e l’Omega è la porta aperta nel tempo di Dio per ricondurre tutta la creazione a Se. La porta aperta che non si limita a un dopo Cristo ma che coinvolge tutta la storia dell’umanità, avvolge l’intera storia, riporta “il vuoto” ,(nel vuoto definisce la materia) in cui si articola la storia, difronte all’’eterno: ecco perché Gesù è la porta della luce dell’eternità.
La venuta di Gesù non è “un optional” è il fine della creazione, anche se gli uomini non se ne accorgessero è il fine di tutta l’umanità: “TUTTO MI E’ STATO DATO DAL PADRE MIO”.Con la sua resurrezione, la creazione attende la realizzazione del progetto di Dio avere figli nel figlio “figli della luce” generati

non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati". ..in
Spirito Santo e fuoco”.
Non bisogna attendere la resurrezione dei morti, perché il regno è già qui nello Spirito del nuovo innesto. Ora si attende quello che non è ancora, non la trasformazione dello Spirito ma del corpo e ciò che sarà avverrà al momento del passaggio, quando attraverso quella porta ognuno incontrerà la Luce della “S/sua” resurrezione, fintanto che non verrà di nuovo “nel vuoto della storia e della materia” il Signore, nel giorno del giudizio, ma fino a quel giorno resta aperta, anzi spalancata la porta della Sua misericordia per ciascuno. Difatti, ancor prima che il Signore ritorni come giudice giusto, perché Dio è Giusto, resterà aperta la Sua porta per coloro che vogliono entrare nella sua misericordia: ecco perché l’uomo non si salva da solo, Gesù lo sapeva perché…. “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ecco perché Gesù ci invita a convertirci e a essere uniti a Lui per varcare insieme quella porta.
La salvezza del mondo dunque viene anche dall’alto ed è Gesù che è anche la realizzazione dell'immagine e somiglianza di Dio, cioè la concretizzazione della creazione; è il Figlio ingenerato, in quanto generato nella carne ma generato anche dallo Spirito, "l'uomo nuovo" morto, ma in quanto Figlio del Padre celeste risorto. La croce dei primi padri della chiesa era vuota per sottolineare la vittoria del Cristo, non solo di Dio, non solo dell'uomo ma dell'uomo unito a Dio, quell'uomo ingenerato, cioè dentro Dio, sin dall'inizio della creazione stessa "facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza": Dio sconfigge la morte dell'uomo vuotandola del suo contenuto e la sconfigge alla Sua maniera, cioè usando ciò che è considerato in questo mondo debolezza e follia (la croce, è la follia dell'Amore), trasformando la “stoltezza” in atto di potenza creativa e ricreativa, la croce è la conseguenza dell'ingiustizia dell'uomo non di Dio.
La croce è il dolore innocente
La croce è tutto “il dolore innocente”. Allora, tutto il dolore del mondo è il dolore di Dio, soprattutto quello innocente, perché l’innocente è Dio, quel Giusto che è stato crocifisso.  
Ma che significa tutto ciò? Chi crede dovrebbe soffermarsi a riflettere su ciò che è il significato stesso della nostra fede: la resurrezione. Ciò non significa solo che la morte è stata sconfitta (e questo già sarebbe tutto), ma che anche la sofferenza ha un senso. La sofferenza non è più solo cosa umana che ha il suo fine ultimo nel dolore e nella morte ma, nell'incontro con la croce di Cristo è la manifestazione stressa dell'Amore di Dio per l'uomo, per un fine che va oltre il dolore innocente e oltre la morte che ha per scopo ed orizzonte non la croce ma la gioia, non la morte ma la vita. Il Dio della gioia non abbandona il giusto ma lo attira a se e gli rende la vita.
Anche la sofferenza dell’innocente dunque, trova nella croce non la solitudine e la disperazione, ma Dio stesso che si unisce a quel singolo dolore, a quella singola sofferenza per trasportarlo oltre il confine in quella terra promessa, dove “scorre latte e miele” dove “Eliminerà la morte per sempre”, dove “il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto;la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato” Is. 25,8
Ha parlato e la sua Parola è “il fatto” è l’azione di Dio (Gesù Cristo) che si compirà con "il tempo è compiuto” e con “il prezzo”, il sangue del patto dell’alleanza, il sangue dell’agnello innocente versato da Dio e dall’Uomo" per la realizzazione della salvezza dell’intera creazione.
La resurrezione è l’atto ricreativo di Dio "è quell’ l'Amore che genera la Vita" che non si può fermare sulla croce, ma "esplode nella luce nella potenza della resurrezione ad opera dello Spirito Santo: "Dio disse sia Luce, e luce fu!".


SULLA RESURREZIONE
PERCHE’ TANTE DISCORDANZE?
La domenica mattina, "Maria di Magdala e Maria di Giacomo" (Marco 16:1), recatesi sulla tomba per ungere il corpo di Gesù, la trovarono vuota.
Secondo Marco (16:5) nella tomba "un giovane" vestito di bianco annunciò loro che Gesù era risorto.
Matteo (28:2) riferisce che un angelo apparve dopo un terremoto e rimosse la lastra.
In Matteo (28:5-6) ad annunciarlo è l'angelo.
In Luca (24:4) sono due uomini "in vestiti sgargianti".
Secondo Giovanni (20:11-18), Maria Maddalena vide due angeli e poi il Cristo risorto.
Ma perché tante discordanze se erano presenti ed hanno vissuto insieme quei momenti?
Ora perchè penso che le discordanze sono una prova pro e non contro?
Perché se veramente questa "manciata di complici" avesse voluto inscenare qualcosa di questo genere avrebbero dovuto mettersi d'accordo, sulla descrizione dell'evento, invece quello che conta è andare ad annunciare il fatto: la buona novella! Non importa mettersi d'accordo importa raccontare quanto ognuno ha vissuto e sperimentato personalmente.
Quando si racconta un fatto importante tutto verte su ciò che i testimoni vogliono sottolineare di quanto visto. Il particolare viene messo da uno per sottolineare un determinato aspetto, da un altro viene sottolineato un altro aspetto, ma alla fine sentiti tutti i testimoni il fatto l'evento risulta essere quello e i particolari possono arricchire la scena ma il fatto resta; cioè il Cristo risorto è “trasfigurato” ed il rapporto con il Cristo risorto è “personale” . La trasfigurazione è vista alla Luce della resurrezione e viceversa.
L’angelo è colui che si frappone a questa Luce tra l’immagine dell’uomo e l’immagine di Dio. Difatti nell’Antico Testamento era impensabile vedere Dio faccia a faccia e restare vivi, pensiamo al profeta Isaia e alla sua chiamata nel tempio quando vede Dio e dice:
“Ohimé! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». (Isaia 6,5…)

Dunque la resurrezione è una esperienza personale fatta “oltre il confine al di la dal mare”, che i testimoni descrivono come possono usando parole umane per raccontare l'esperienza del risorto.  
In Marco che è il vangelo più corto, ma non per questo il meno ricco e profondo di spiritualità, la resurrezione non è descritta solo nelle brevi parole finali, come è stato sottolineato erroneamente, ma è presente fin dall'inizio del vangelo e in tutto il vangelo:" [1] Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio." Mc 1,1, Marco è breve, conciso, ma già ci ha detto tutto; ci ha detto fin dall’inizio chi è Gesù.  Questa è la sua presentazione, poi man mano ci svela colui che ha presentato. Chi è questo Gesù? Il cuore del vangelo, che è il centro come dimostra la filologia, è la domanda stessa posta da Gesù agli apostoli " E Voi chi dite che io sia?" Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". Di nuovo breve, conciso, tre parole per dirci tutto.
Il Cristo per gli ebrei è l'unto di Dio il Messia Davidico e subito dopo sempre Marco nel cuore del suo vangelo afferma" E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare."
E ancora di fronte a Pilato " Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?".
Gesù rispose: "Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo".


Un Messia Davidico liberatore che Marco descrive così: (non è un'altra "strana incongruenza?"
"Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo".

Ed infine le altrettante brevi parole di Marco per descrivere la resurrezione.
e abbiamo visto che a Marco non servono tante parole per "dire la sua", Marco è se possiamo dire "un concentrato del vangelo di una profondità immensa” e la sua grandezza è proprio nell’accuratezza della scelta delle parole e nella logica anche matematica in una sintesi del divenire che non può non affascinare nello studio dell’esegesi.
La natura e il corpo

Da questa nuova nascita spirituale non può essere esclusa la materia e non quale "vestito vecchio" ma come "vestito nuovo": "Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi"(Mc 2: 21); cioè quella carne che ora non è compatibile ma che lo sarà nell'ultimo giorno quello che sarà il "giorno dell'incontro faccia a faccia" con quel Dio che da sempre ci ha atteso.
"La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio;
essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza
di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto;
essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo."Rm 8: 19

La natura stessa, è partecipe della redenzione, il corpo da sempre per i cristiani è "il tempio dello Spirito" , Gesù stesso dirà riferendosi al suo corpo quale tempio di Dio:
""Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Gv 2: 21
Il corpo, quanto è importante il corpo per i cristiani! Ma perché? Perché è il tempio dello Spirito Santo :"O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio,...Glorificate dunque Dio nel vostro corpo"1Cor 6: 19
Il corpo, la materia stessa viene trasfigurata dall’azione ricreatrice dello Spirito, il corpo e l’anima divengono un tutt' Uno “un sinolo”. Dio ha amato questa materia, l'ha amata a tal punto da assumerla in se: tutta la materia, sia nel bene che nel male è stata presa su di se dal Figlio di Dio "Tutto mi è stato dato dal Padre mio". Tutto dunque, perché TUTTO sia salvato. Ecco perché il cristiano non si stacca dalla realtà, dal suo corpo, non si astrae come le religioni orientali (buddismo ecc.) il cristiano è colui che "ha lo sguardo verso il cielo ma i piedi ben saldi per terra", sta dentro la realtà “esserci” per trasformarla. Mediante l’azione dello Spirito Santo, anche il nostro corpo viene trasformato dal di dentro “nel cuore” ad immagine e somiglianza di Dio nell’Unione con il figlio.
Dunque restiamo pure con i piedi per terra, scendiamo “nel villaggio” in mezzo a ciò che Dio ama, ma non dimentichiamoci che siamo uomini nuovi perché Gesù è veramente risorto!

Ricondurre il tutto all’ UNO E L’UNO AL TUTTO?
Il discorso si fa complicato, per dirla “sinteticamente”; è lo stesso discorso che parte dall’UNO per ricondurre al TUTTO o viceversa, che parte dal TUTTO, per ricondurre all’UNO.
La prima teoria riconcilia il pensiero orientale la seconda il pensiero occidentale.
A tentare una sintesi dei due, non solo Teilhard De Chardin ma molti altri filosofi scienziati e, oggi più che mai, nasce la necessità, nell’occidente “culla del sapere”, prodotto dell’umanesimo e dell’illuminismo, non solo nel mondo scientifico ma anche in quello filosofico, di analizzare e vagliare “la mente”. “Il verbo logos giovanneo non può non essere pensato in questo senso. “
La logica del Logos è comunicare l'essere. L’energia è il filo conduttore di tutto “il discorso” perché; di ordine logico si tratta se osservi l’universale o il cosmo osservi l’energia. L’energia è nella materia è l’universo, ma l’energia si trasforma e nel trasformarsi comunica energia alla forma, riempie “il vuoto”; il vuoto è la forma dove l’energia si manifesta e viene tenuta insieme fintanto che si trasforma in un’altro “vuoto”, un’altra forma, nel divenire, man mano sempre più complesso che ha portato alla struttura della “mente consapevole” cioè l’uomo. Ma scendendo via, via nel particolare, nel dettaglio l’universalità e quest’ “ordine logico” sembra sfuggire, alla comprensione della stessa “mente consapevole”, quel “dettaglio del progetto” sfugge è...energia è...intuizione è....scintilla è comunicazione è… l’origine, è "la sintesi" della stessa energia che è stata necessaria per dare vita alla forma del cosmo e che ha portato indubbiamente alla “mente consapevole”.
Dunque la consapevolezza è “il traguardo”?
L’UNO è il TUTTO e il TUTTO è l’UNO, o c’è di più!?
Tutto è fatto per essere osservato ma occorre chi l’osserva “l’osservatore”.

Questo “osservatore” un giorno scopre una cosa sbalorditiva: la meraviglia.
Tutto ciò è meraviglioso; dal cielo, alle stelle, dall’albero alla mela, dal piccolo bruco...all’atomo all’elettrone, al protone e alla particella più piccola che sta facendo “impazzire” la scienza; “il quark”.
Mi soffermo questo primo punto; la scienza vuole entrare sempre più nel dettaglio, nel particolare, perchè studiando il dettaglio , spera di comprendere l'origine di tutto, ad es. bosone di Higgs, ha anche se trovassero il "bosone" questo non spiegherebbe nulla.
La spiegazione è logica: quando si entra nel dettaglio, si vede meglio il particolare però, si rischia di perdere di vista la visione d'insieme. Per spiegarmi faccio un esempio. se osservi un quadro da molto vicino con l'occhio di un microscopio puoi avere la sensazione di essere dentro il particolare, alla fine puoi analizzare e vedere di che materiale è fatto il quadro, il tipo di colore usato, la tecnica, la datazione, ma la visione di insieme più ti avvicini e più si perde, la visione del quadro si ha solo vedendo tutto il quadro. E’ solo quando si riesce a guardare l’opera tutta intera  che si può azzardare di afferrarne il significato, il "contenuto",  “il linguaggio”, cioè cosa voleva dire l'autore. Anche se il vero significato è e resta nel cuore e nella mente dell'autore, tutte le cose esistenti nella natura sono come un quadro, non sono staccate l'una dall'altra ma sono interdipendenti e hanno senso considerate, viste, nell'insieme.
Ma l’uomo non controlla la materia la osserva, la contempla e da osservatore cerca di comprenderne i meccanismi per manipolarli per diventarne il “controllore” ma, "l’artefice" è di più dell’osservatore; è quell’UNO persona (mente, sapienza intelligenza) da cui parte il molteplice che si dona (prende forma)  nella materia (cuore e sentimento, dunque Amore, libertà e...irrazionalità o...“follia”) per poter comunicare se stesso.

Tutto questo è un viaggio nella storia del tempo dell’umanità nell’evoluzione della materia attraverso lo Spirito: solo lo Spirito è “evoluto”, la materia in se non conosce il male o il bene è energia, quell’energia impetuosa creativa. Neanche la conoscenza distingue il male perché è semplicemente conoscenza, tutto ingloba in se, ma lo Spirito è capace di riconoscere il bene e il male, perché ancor prima di diventare realtà il male nasce nella mente e nel cuore della persona che è capace anche di scegliere. “
Il male è la visione del bene e la scelta del suo contrario”.
Quindi c’è una evoluzione della materia attraverso lo Spirito; lo Spirito “evoluto” è lo Spirito Santo che guida al bene, all’ordine al giusto. Lo Spirito Santo è capace di ricreare l’uomo nuovo, capace dell’UNO Persona che si dona nel molteplice nella libertà di scegliere di amare, (non solo mente, ma scelta di VITA; cuore, sentimento), capace di ESSERE nel molteplice e di Amarlo e amarlo con un unico cuore, LO STESSO CUORE che, fatto CARNE, racchiude TUTTO il battito del mondo E TUTTO il tempo dell’umanità: IL CUORE DI CRISTO REDENTORE :
” VI DARÒ UN CUORE NUOVO, METTERÒ DENTRO DI VOI UNO SPIRITO NUOVO, TOGLIERÒ DA VOI IL CUORE DI PIETRA E VI DARÒ UN CUORE DI CARNE.
 PORRÒ IL MIO SPIRITO DENTRO DI VOI E VI FARÒ VIVERE SECONDO I MIEI STATUTI E VI FARÒ OSSERVARE E METTERE IN PRATICA LE MIE LEGGI.
Ez  36,26-27
Ecco questa è la “follia” dell’amore di Dio, questa “follia” guida il mondo e che Gesù spiega con quel TUTTO MI E’ STATO DATO DAL PADRE MIO NESSUNO CONOSCE il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” .
Quell’UNO che ricapitola in se IL TUTTO, il molteplice:
“egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.”
Conoscenza non “teorica” perche passa attraverso quel “battito”, il battito nuovo del mondo quel battito che da vita ai  “nuovi cieli e alla nuova terra”, il battito di quel cuore da cui tutto è partito in cui tutto passa e in cui tutto è rigenerato, attraverso quello stesso sangue prezioso, quella linfa vitale per il nuovo corpo della nuova umanità quella del Cristo Redentore.
Dal Forum: Mauro Pesce, Odifreddi and &
Utente: Una parte della Chiesa cattolica italiana ha criticato il suo libro Inchiesta su Gesù. Perché?
In questi ultimi vent'anni, la Chiesa cattolica italiana si è trovata in una situazione particolare: il Concilio vaticano II ha insistito sul fatto che tutti i cattolici dovessero avere al centro della propria vita la Bibbia. Mettendo in mano la Bibbia alla gente era però necessario fornire anche alcuni strumenti di lettura. La Chiesa si è resa conto che non ne aveva: gli specialisti di scienze bibliche scrivevano libri solo per specialisti. Allora è iniziata una critica sempre più grave dell'esegesi storica, che è stata messa da parte. Tuttavia, invece di fornire spiegazioni semplici del come si è formata la tradizione scritta su Gesù, si è preferito insistere sulla verità assoluta dei testi, in modo che il pubblico cristiano li metta al centro del proprio nutrimento spirituale.”
Argi: Falso, io stessa ho partecipato a un corso di teologia per laici aperto a tutti; tre anni di esegesi, storia della chiesa, formazione dei vangeli e delle antiche scritture ecc..., corsi praticati da professori universitari aperti al confronto, formazione di alta cultura con traduzioni simultanee, fatte direttamente dai testi sacri in aramaico e greco. Pertanto chi vuole approfondire lo può fare può confrontarsi. Per quanto riguarda il "nutrimento dei testi", i testi non sono soltanto "scritti" asettici ma testi sono comunque Parola di Dio. In poche parole la conoscenza non è solo "opera dell'uomo" , l'uomo ci mette la voglia di conoscere, ma la conoscenza è "opera" di un Dio che ha voluto farsi conoscere nella storia dell'umanità parlando e ispirando la scrittura. Per questo "la chiave" per accedere, è la Parola stessa di Dio, cioè Gesù Cristo. Senza "chiave" non si accede e tutto rimane uno studio ricostruito, "storico", del sapere umano, interessante senza dubbio ma fine a se stesso. La Parola non è nascosta, questa è la "chiave" della conoscenza: non basta conoscere bisogna Amare e per Amare bisogna conoscere.
Utente: la Chiesa cattolica ha preferito fare ignorare alle persone quali sono gli orientamenti della ricerca storica sulla Bibbia e quando questa si diffonde capillarmente tra la gente, invece di informare, sceglie di demonizzare chi lo fa e chi vuole approfondire.
Argi: Ben venga chi vuole approfondire, Viva Dio! Finalmente!
Ma permettimi di fare una considerazione: si vuole approfondire e confrontare, oppure si vuole dimostrare di avere una propria "verità rivelata"? Mi spiego: se si parte con il pre-concetti il Gesù non è che un personaggio storico o addirittura mitologico, se si vuole veramente il confronto bisogna essere pronti a verificare cosa c’è oltre il confine. Il Gesù storico non è una realtà da "sapere", il Cristo è una realtà che si incontra con umiltà, il "conoscere" significa varcare il confine; la fede non si scambia, non c'è una via di mezzo, c'è un cammino personale che conduce a Dio in cui la ragione non è esclusa. Pertanto non vedo demonizzazioni, del resto Gesù Cristo ha subito nella storia innumerevoli "assalti", ed è chiaro anche il perché; come egli stesso ha detto "io sono la pietra d'inciampo" e, la pietra d’inciampo da troppo fastidio! Faccio notare che nessuna religione è stato mai attaccata come quella cristiana, parlo soprattutto di attacchi alla fede. Non oso pensare che succederebbe se venisse messo in discussione ad es. una sola "virgola" del corano. Il Cristiano non ha paura di confrontarsi. Purtroppo il problema sta nell'educazione della gente, specialmente nelle nostre società occidentali nate dalle radici cristiane, si da per scontato tutto su Gesù, è per questo che viene messo da parte, come qualcosa che si da per scontato e che quindi non interessa.
Utente: Riporto dal libro di Odifreddi una parte molto interessante: […] ma agli inizi del cristianesimo essa [la croce] non si trovava invece da nessuna parte. Al suo posto veniva usato il pesce, che era in origine un simbolo pagano associato ad Afrodite (Venere) da un lato e ad Apollo dall’altro: nel primo caso perché la dea si sarebbe gettata in un fiume col figlio Eros (Cupido) e i due sarebbero stati sorretti da due pesci, poi divenuti per premio l’omonima costellazione; nel secondo caso perché il dio sarebbe arrivato a Delphi come un delfino (delphos), recando sul dorso i suoi sacerdoti……Il motivo per cui il pesce passò poi a simboleggiare il Cristo è probabilmente il fatto che la sua nascita coincise astrologicamente con l’inizio dell’Era dei Pesci: cioè del periodo di circa 2000 anni in cui il sole sorge nella costellazione dei Pesci durante l’equinozio invernale (oggi quell‘era è finita grazie alla precessione degli equinozi, e siamo ormai passati nell‘Era dell‘Acquario).
Argi : La simbologia indicata dal Sig. Augias non è quella cristiana, non tiene conto della tradizione giudaica che non è legata a simbolismi pagani, (il Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe non tollera gli idoli: Egli è l’unico Dio). E’ vero che la croce non è il simbolo iniziale dei cristiani, difatti, il primo simbolo, quello più antico, è il pesce insieme ai pani, ad indicare la gioia della resurrezione: la moltiplicazione dei pani e di pesci, indica la moltiplicazione della vita e l'evento della "buona novella". Il pane e i pesci è l'agape, la festa, il banchetto nuziale, il pane spezzato è il fare memoria della presenza di –Dio in mezzo a noi, Egli è l’Emmanulle “il Dio con noi”. Poi, con la persecuzione dei cristiani questo simbolo purtroppo si è tralasciato, ma nel tabernacolo rimane. La croce col tempo ha preso risalto per rafforzare la fede di tutti i credenti perseguitati, come era stato profetizzato da Gesù: “come hanno fatto a me faranno anche a voi". Ma la croce è vuota, perché Cristo è risorto ed è in mezzo a noi, in quel pane spezzato. Ecco perché il pane è e resta "il segno" dei segni perché è Gesù stesso: “io sono il pane… e questo è il mio corpo”, quel corpo che rimane per tre giorni sotto terra, come quel “chicco di grano che se non muore non può dar frutto”, come quel pesce, dall’A. T. , in cui Giona resta per tre giorni nel ventre prima di ritornare alla vita.
 (vd. rif. Gio   2, 1)Il pane è il segno visibile del pesce che è Gesù risorto, è il segno concreto dell’Amore di Dio: ..."fate questo in memoria di me", è nel fare memoria che si rende viva la carità, l'agape cristiana, ci si nutre del pane di vita per divenire pane di vita. L'Agape è infatti per i cristiani il vertice più alto dell'amore, il punto in cui la filosofia culmina nella religione, quando dopo aver percorso l'ascesi filosofica ha inizio il cammino inverso, per rendere partecipi gli altri uomini della Verità appena raggiunta. L’Agape è quindi l'amore gratuito, di colui che dona tutto sé stesso all'altro o agli altri senza prevedere e senza pretendere nulla in cambio, ed è perciò incondizionato o assoluto. ed “io sono con voi tutti i giorni " perché la vostra gioia sia piena".

La dottrina nel tempo

La VERITA’ E IL DOGMA
La Verità per i cristiani è Gesù Cristo. Bisogna distinguere tra opinione e verità. La verità è ciò che non cambia, non può cambiare, è "la pietra d'inciampo" una pietra che non può essere rimossa; al contrario dell'opinione che è fine a se stessa. La pietra, la Verità, è Gesù stesso. Pertanto la Verità è UNA e, non si "possiede", perché la Verità non è "COSA", la Verità è una PERSONA che ha in se, quale dono il TUTTO. “Tutto mi è stato dato dal Padre mio” ed è attraverso quell’UNO persona che si può conoscere il tutto “nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”, Mt 11: 27 .Pertanto la conoscenza non è un impegno dell’uomo a conoscere ma la rivelazione stessa di Dio. Per dogma si intende proprio il riferimento a questa rivelazione nella storia dell’uomo (*), è l’Uno persona che decide quando e a chi rivelarsi.
Ecco perché, potrei rinunciare a tutto ma non al fondamento, cioè a quell’ Uno.
Perciò chi vive la vita nello Spirito, cioè nella rivelazione dell’Amore di Dio, crede in Gesù Cristo, nato, morto e risorto ma non può non credere e avere speranza anche nell’uomo, in quell’uomo al quale Gesù stesso ha continuato e continua a dare fiducia nonostante quest’uomo abbia in se la capacità di amare ma allo stesso tempo anche di rinnegare e di tradire.
Non ci si salva da soli Dio ha voluto avvalersi dell’uomo e l’uomo non può fare a meno di Dio. Quell’uomo è la chiesa, la famiglia di Gesù; questa non è la "dottrina del dogma" ma la consapevolezza di essere figli nel Figlio.
(*da Wikipedia): Il termine dogma viene assegnato a punti fermi teologici che sono considerati parte di un patrimonio dottrinale definitivo, anche se talvolta ottenuto a seguito di controversie (come le dispute cristiane sulla trinità), al punto che una loro proposta di discussione o revisione significa che la persona non accetta più una certa religione come sua, o che è entrata in un periodo di crisi personale. Il dogma è distinto dalle opinioni teologiche nel senso che queste ultime non sono state oggetto di definizione da parte dell'autorità. Esistono dei criteri per determinare i dogmi: ad esempio nel cristianesimo un criterio tradizionale per stabilire se una dottrina è verità di fede è che essa sia stata creduta "da tutti, da sempre, ovunque", stabilendo quindi come parametri validi l'antichità e il consenso universale. I dogmi possono essere ulteriormente chiarificati ed elaborati, ma non negati. Il rifiuto del dogma può portare all'esclusione dalla partecipazione al culto, anche se l'esercizio di tale pratica è variato notevolmente a seconda dei periodi e delle comunità religiose.
UTENTE : La trasmissione nel tempo di un corpo dottrinale "vero" è una delle caratteristiche della religione.
Alcune religioni hanno addirittura elaborato il concetto di dogma,per indicare una verità eterna,creduta per fede.
Non è una novità, né una mera ipotesi,che nel corso dei secoli,le dottrine hanno conosciuto cambiamenti,aggiustamenti,ripensamenti,spesso operati alla luce delle nuove conoscenze. In Occidente,il rapporto scienza-fede è illuminante in quanto a questo. Il cristianesimo,soprattutto, ha avuto a che fare con la costante diffusione di teorie scientifiche che mettevano in dubbio le verità di fede, e costringevano ad elaborare nuove soluzioni e compromessi, come quello di leggere il racconto biblico come, per grandi tratti del Libro, una metafora e un simbolo di verità più profonde di quelle che apparivano da una lettura letterale......
Argi: Non credo che ciò che hai scritto sia esatto. Fin dall'inizio la "lettura letterale" della bibbia, e non solo del cristianesimo ma dell’ebraismo, non è stata applicata, anche perché il simbolo o segno ha sempre rappresentato il modo di comunicazione più immediato. i libri dell'Antico Testamento, per i credenti (sia ebrei che cristiani) sono l'epressione della Parola di Dio comunicata all'uomo attraverso alcuni uomini "i profeti". Quindi la Parola è il mezzo, il

tramite per la "comunicazione" dell'agire di Dio "rivelazione". Dio si avvale di simboli fin dall'inizio. Pertanto fin dall’inizio c'è simbologia nell'A. T. non è una "evoluzione di adattamento" per la scienza o per la"convenienza", la stessa cosa vale per i vangeli.
Ora la thorà, la legge di Dio (i dieci comandamenti consegnati a Mosè) non può cambiare, Gesù stesso lo precisa quando ne da la garanzia:
"Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto."( Mt 5: 17)
La legge di Dio non è come "un vestito" che si indossa a piacimento.
Riguardo alla "teoria della rivelazione nel tempo" attraverso lo Spirito per i cristiani non è una teoria. Già S. Paolo e S. Pietro paragonavano la fede come qualcosa da nutrire e da far crescere con “il latte spirituale:

"Sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci...Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo." (Eb 5: 13)
 e anche Pietro afferma:
“Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza,
come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza: se davvero avete già gustato come è buono il Signore.
Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio...Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa
e chi crede in essa non resterà confuso. Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, sasso d'inciampo e pietra di scandalo. Loro v'inciampano perché non credono alla parola."
(1Pt 2: 2 )
Un bambino diventa adulto man mano, ha bisogno di tempo e soprattutto di tanto latte, per crescere e conoscere. La conoscenza di Dio è rivelazione, questo è stato possibile solo dopo l'invio dello Spirito Santo sugli apostoli: il dono più grande che un cristiano possa richiedere a Dio è il dono dello Spirito Santo.
E’ lo Spirito Santo che guida la chiesa cioè i credenti in Cristo ma è lo stesso Spirito che non può negare se stesso, e qui mi riferisco al tuo "interessamento" e alla tua domanda...
Tutta la legge infatti trova la sua pienezza e si riassume in un solo precetto: ama Dio e ama l’uomo ed è questa è la sintesi della dottrina cristiana "vera e immutabile".

Perché nasce la dottrina cristiana?
Il primo ad insegnare è proprio Gesù; nel vangelo di Luca ai discepoli di Emmaus che sono in cammino verso Gerusalemme e stanno conversando “lungo la via” di ciò che è accaduto a Gesù, nel cammino di un villaggio “distante sette miglia”, (sette sempre numero biblico simbolico dell’universalità, che rappresenta il cammino di tutti i credenti verso la Gerusalemme celeste), ai discepoli di Emmaus che sono tristi e non lo riconoscono si mette a spiegare:
 "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro”.
Ma è solo quando Gesù, a tavola con loro, benedice e spezza il pane che lo riconoscono.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si
dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". (Lc  24, 32) Gesù risorto si fa riconoscere ma poi… “sparì dalla loro vista”; le cose del cielo sono invisibili sono “ al di la dal mare”, come dice il salmo “Sul mare passava la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque e le tue orme rimasero invisibili.” Sal 77, 20
Solo con il cuore e l’intelletto possiamo contemplare Dio
“Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità Rm 1: 20, ma “Egli è immagine del Dio invisibile “; Gesù è colui che ha reso e può rendere visibile anche l’invisibile, perché ha permesso che il trascendente (Dio Figlio) è disceso, cioè è entrato nella storia dell’uomo per modificarla, e che risalendo al Padre, ha lasciato aperta la porta che modifica la storia dell’umanità riconducendola a Dio.
Ora, fin tanto che si rimane nell'ambito ebraico la legge e le scritture sono conosciute; se si parla di Dio si sa che si parla del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, del Dio della promessa, della alleanza ma quando ci si trova a parlare di Dio ai "pagani", nasce la necessità di chiarire.
E’ Paolo che per primo, dopo la resurrezione annunzia ai pagani, ma Paolo non fa altro che riprendere dall’insegnamento di Gesù che si rivela a chi ha fede; ad es. alla donna Cananea (straniera) che lo supplica di aiutarla chiedendogli
“le briciole che cadono dalla mensa del padrone”
Mt 15: 26, Mc 7: 27 oppure la guarigione del sevo del centurione romano Lc 7: 6 Mt 8: 5 . Inoltre Paolo sente la necessità di tenere salda la fede dagli attacchi e di mantenerne la forma, l’annuncio o Kerigma:
Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! “1 Cor. 15,1
La fede è una trasmissione di conoscenza ma è soprattutto una testimonianza personale:
Vi ho trasmesso
dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture,
fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto”
.
C’è da sottolineare che l’annuncio (Kerignma) viene fatto quando ancora “la maggior parte” dei testimoni “vive ancora” , pertanto, se questa  non fosse stata la verità quei testimoni avrebbero potuto smentirla.
Ma nasce tutto da li, dalla "mensa dell'Amore di Dio"; da quel "nutrimento solido" che è l'eucarestia. Dopo la resurrezione di Gesù i primi credenti si riuniscono, seguendo il suo insegnamento, "dove sono due o tre riuniti nel mio nome Io Sono in mezzo a loro"Mt 18,20  e fanno memoria di Lui, della sua parola, cioè spezzano il pane eucaristico, come nell'ultima cena:" fate questo in memoria di me".
E’ quando si fa memoria dell’amore di Dio, assumendo Gesù, la sua Parola, nella propria vita “lungo la via” quale alimento capace di trasformare e rinnovare nella promessa di Dio la vita, è allora che si rende viva la fede. Fare memoria significa rendere viva la Parola di Dio attualizzare quell’“io sono con voi tutti i giorni fino alla fine”. Mt 28,20
Quindi la catechesi (l'istruzione) e la dottrina (l'annuncio nella verità) servono a fare memoria a rendere viva la fede di ciò che si attualizza nel sacrificio eucaristico. Ecco perché non è inutile l'opera della chiesa quando nasce dall'ascolto della Parola di Dio, cioè da quel "latte e miele" che si succhia da quella mammella che è la mensa eucaristica in seno alla “madre” ; la chiesa di Cristo.

La Verità e le divisioni del cristianesimo

UTENTE 1 Sulla relatività delle vie il discorso credo sia interessante. Ora se possibile vorrei sapere, come, su che basi si possono riconoscere le vie sbagliate? E ancora, se riconosci che esiste l'errore, lo sbaglio, come fai a porre sullo stesso piano il bene e il male? Inoltre dove porterebbe questa via?
Argi: Il bene e il male non sono sullo stesso piano. Non mi risulta che chi ha accettato in se la Parola di Dio, e abbia vissuto unita a questa Parola abbia operato un'altra via se non quella della Carità, "l'albero lo riconoscerete dai frutti”. Il frutto buono dunque è la carità.
UTENTE 1 chi è che stabilisce qual'é la via legittima? Dio non mi pare si sia espresso al riguardo, altrimenti non staremmo qui a discuterne.
Argi: A me pare proprio di si, che Dio abbia legittimato suo figlio Gesù Cristo e che questa via sia stata espressa chiaramente più di 2000 anni fa, poi se l'uomo non vuole accettarla e la rifiuta libero di farlo. La manifestazione dell'amore di Dio per l'uomo è Gesù Cristo e il Cristiano unito a Cristo è la manifestazione di questo amore . ""voi siete il sale ...voi siete la luce" se il sale perde il suo sapore se la luce viene nascosta.." Ecco se il mondo non ha più sale e non ha più luce è perché Gesù Cristo non è accolto, la Parola di Dio è rifiutata. La verità non si scambia non si relativizza ma, essendo persona, ed essendo luce, illumina l'intelletto e la vita dell'uomo che la vuole accogliere. Accogliere la Parola significa lasciarla vivere in se. Le parole di Gesù sono state chiare: "Io sono la via" , la via è la via dell'Amore, la misericordia, la carità.
UTENTE 2 Vabbé Argi, mi arrendo evidentemente sò diventata stupida io, che non capisco più quello che mi viene detto:Io chiedo chi è che sbaglia tra i diversi gruppi cristiani e tu mi rispondi che chi ama Dio sa cosa gli è gradito.

ARGI:
Esatto. Chi ama sa cosa è gradito a Dio in Gesù Cristo. Sai bene e so bene che non sei stupida, la nostra ragione umana sta in degli schemi o luoghi comuni e quando si abbracciano tali schemi e luoghi comuni, non è questioni di spiegazioni, ai voglia a cercare di "far volare oltre". La sai la differenza fra fede e religione? Tu stai parlando di religione io sto parlando di fede. Tu stai nella "scatola della ragione" io sto volando oltre in quello Spirito che ci ha inviato Gesù Cristo.

UTENTE 2 Io chiedo se è relativo appartenere all'una o all'altra, e tu mi rispondi che le parole di Gesù sono assolute.

ARGI: Non è relativo appartenere all'una o all'altra perché, tutte sono una; la chiesa di Gesù Cristo, la chiesa è il corpo di Cristo, cito a memoria: " Vedi tua madre e i tuoi fratelli ti cercano.. Chi è mia madre chi sono i miei fratelli? Chi fa la volontà del Padre mio è mia madre e i miei fratelli", Gesù è unito alla sua chiesa che è il suo corpo e la sua chiesa sono coloro che fanno la volontà del Padre, “sua madre e i suoi fratelli”. Il fiume scorre verso il mare ogni goccia ne è parte, la meta è il mare; l'Amore di Dio e la costituzione del Suo regno, il Fiume è la via: Gesù Cristo. I cristiani si sono divisi ma, se compiono la volontà del Padre, sono nel fiume che scorre verso il mare, il credo è lo stesso, chi crede in Gesù deve portare frutto ed essere compartecipe alla costruzione del Suo regno mediante la fede le opere.

UTENTE 2 Io chiedo qual'é la strada legittima da percorrere, visto che TUTTI i cristiani dicono che è la propria e Dio in proposito tace, e tu rispondi che Dio ha legittimato Gesù Cristo.
ARGI: Tu dici che Dio in proposito tace, io credo che abbia già abbondantemente parlato: le religioni sono vie, che devono rispondere per essere tali a tre interrogativi: Perché siamo qui? Perché la sofferenza? Perché la morte? Da sempre l'uomo si è posto questi interrogativi e le religioni hanno cercato di dare un senso. Gesù è la risposta totale, non parziale, di Dio all'uomo "Tutto mi è stato dato dal Padre mio...", in Gesù l'uomo conosce e si unisce al Tutto, a Dio, unito a lui va oltre gli interrogativi, li supera, è nella vita stessa di Dio.

UTENTE 2 Mi chiedo cosa ha detto di preciso questo Dio, e tu rispondi che il Suo regno è l'amore.


ARGI: Esatto, noi usiamo tante parole per descrivere una storia, si sa che il riassunto, la sintesi, è l'abilità dell'intelligenza, il riassunto della legge di Dio è l'Amore per Dio e per l'uomo: " Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.  Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.”Dt 6,4, questo è il sunto che Gesù fa della vecchia legge dell'A. T., ma non basta amare Dio, Gesù dice che per amare Dio bisogna anche amare l'uomo, il prossimo, colui che è vicino che ha bisogno del nostro aiuto, amarlo come si ama se stessi.

UTENTE 2 Io chiedo com'è possibile conciliare il concetto di Verità Assoluta con le innumerevoli interpretazioni esistenti della stessa Parola di Dio, e tu addirittura, incredibilmente, fuori da ogni logica e da qualsiasi evidenza, mi rispondi che un cristiano non ha bisogno di interpretazioni!!

ARGI: L'interprete è qualcuno che traduce ciò che dice l'altro, questo non è sbagliato, ma nel caso della parola di Dio è lo stesso Dio che attraverso lo Spirito Santo si fa intermediario, illumina l'intelletto e dà a ciascuno l'insegnamento necessario per vivere quotidianamente nella sua parola, "dacci oggi il nostro pane quotidiano" il pane quotidiano è la parola di Dio, il suo insegnamento, il pane è Gesù stesso che si è fatto pane. Questa Parola viene prima ascoltata, poi viene mangiata e diviene il nostro nutrimento spirituale sotto forma di eucarestia. Ma forse preferivi che ti avessi risposto con i soliti schemi:

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

 
Ti avevo parlato di una unità comunque dei cristiani al di la del loro essere divisi cito testualmente:
" i cristiani sono coloro che hanno un solo credo: Gesù Cristo, e il SIMBOLUM è il credo dei Cristiani"e che si riuniscono intorno a lui per fare memoria, cioè rendere vivo il suo insegnamento, la sua Persona: Gesù Cristo vive ed opera nel Cristiano”.
Pertanto chi accoglie la fede in Gesù Cristo, accoglie la Parola di Dio, per i cristiani è un vivere-con Dio, questa Parola, è Gesù Cristo e, accolta nella fede, svela se stessa. "Svelare" significa conoscere non "interpretare", in questo caso Dio stesso, una persona è un infinito conoscere come S. Paolo lo spiega in Efesini 3:
"Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere ..quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
Puoi essere protestante, cattolico, ortodosso, evangelista, ma se chiedi a uno di questi fratelli che ha fatto questo incontro, "perché credi in Gesù?" La risposta è semplice: perché mi da gioia, perché è l'unico che mi da Speranza. Questo ci accumuna, la Verità, l’assoluto: Gesù Cristo.
UTENTE 2 Stai per caso dicendo che non conta un benemerito accidente di niente, se un uomo nella vita è stato cattolico, protestante, evangelico o mormone?? Stai dicendo che TUTTE le fedi a base cristiana vanno bene, perché hanno in comune Gesù? Stai dicendo che si equivalgono, agli occhi di Dio? ... Dubbio atroce... ma stai forse "relativizzando" le Parole Divine?????
ARGI: Non sto relativizzando anzi, sto prendendo per assolute le parole di Gesù Cristo "Io sono la via , la verità, chi crede in me vivrà in eterno".
Non spetta a me dire chi si salverà ti posso dire che Gesù ha una parabola in Matteo molto precisa a tal proposito ti invito a leggerla (Mt 20, 1….).
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.” E ancora Mt 19: 30 Mc 10: 31|
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Ed è questo il "cuore", lo Spirito che è anche L'UNITA', nel seguire Gesù Cristo non c’è un primo o un ultimo perché in Cristo c’è l’Unità…
UTENTE 3 Se c'è qualcuno che ne da testimonianza evidentemente ha sperimentato che esiste questa possibilità.
UTENTE 2 Dobbiamo forse discutere di che colore ci appare il cielo?
No, perchè tutti siamo concordi nel definirlo azzurro.
ARGI: Sperimentare l'Amore di Dio è qualcosa di più che guardare il cielo, è "toccarlo" ed è esserne riempiti. Riesci a definire il gusto di un piatto eccezionale che non avevi mai assaggiato prima? Ci provi, ma se gli altri non sono seduti ad assaggiarlo insieme a te userai mille parole per descriverlo ma l'esperienza non è la stessa, l'esperienza è personale ma non per questo il piatto da gustare non esiste o è relativo, lo stare bene in salute è uno stato oggettivo e assoluto "io sto bene", così come "io sono felice".
UTENTE 2 Certo che è strano forte stò Dio, eh???? vuole farsi trovare Che fa, prima crea un essere capace di ragione e coscienza, poi si nasconde per suscitagli il desiderio di trovarLo, eppoi quando quest'essere si mette a cercarlo gli fa: "Eeeeehhh no cittino bello, te un' mi po' trovare, un te lo permetto mica!"
ARGI: No, non è strano si è nascosto e vuole farsi trovare, ma se l'uomo lo cerca in una via che lo allontana da se e invece che avvicinarsi a lui nella sua ricerca se ne allontana perché  crede di averlo trovato nei mille alti idoli che l'uomo stesso si è costruito, non credo sia strano che Dio rimanga nascosto. Questo Dio lascia delle indicazioni strada facendo per farsi trovare, i cosidetti "segni" della sua potenza, del suo "venire" vicino all'uomo. Questi segni a volte sono molto grandi, visibili (i miracoli) e avvolte non visibili che alla persona stessa, (pensiamo ai mistici) ma poi, quello stesso Dio che si è manifestato in maniera così ampia si nasconde di nuovo, lasciando l'uomo nel famoso "deserto" dove la voce di Dio, di quel Dio che era così vicino a lui anzi dentro di lui, sembra non esserci e tutto tace.
Si, Dio si nasconde all'uomo perchè l'uomo deve cercarlo, deve sapere che lui, l'uomo non è dio. Si  può cercare Dio, si  può crescere e vivere nel suo insegnamento e chiedere di essere un tutt'uno con lui, nell’attesa di poterlo vedere "faccia a faccia" alla fine del cammino, quando "il gioco" finirà, quando Dio stesso starà lì ad aspettarci per abbracciarci e dirci come nella parabola descritta da Gesù ”Bene, servo buono e fedele, … sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.Mt 25,23: Non serve arrivare “primi” o “ultimi” l’importante è partecipare alla gioia; stare insieme al nostro Dio al “Dio della gioia”.
UTENTE 2 Cosa ha detto questo Dio, si può sapere?
Ha detto soltanto di credere in Gesù Cristo?
Allora anch'io finirò in Paradiso con voi, nonostante sia divorziata e risposata, mi sia capitato di abortire e non creda una sola parola del catechismo cattolico!
ARGI: Questo Dio, che è IL NOSTRO DIO, è Dio di tutti gli uomini, ama l'uomo e non è venuto qui in mezzo a noi per condannare ma per salvare, non è venuto qui per dare la morte ma per portare alla vita, la stessa vita che aveva data fin dall'origine. La vita in Dio è il suo regno e il suo regno è l'Amore, l'Amore è lo Spirito di Dio.
Ciò che rimarrà di tutto l'insegnamento delle religioni compreso l'insegnamento di Gesù Cristo è l'Amore, la carità, e chi avrà scelto e fatto della sua vita di questo insegnamento il cuore. Il suo Regno è un regno di Pace e di Giustizia dove lo Spirito unisce l'Uno al tutto e il Tutto all'uno. Nello Spirito non c'è discordia, chi ama Dio sa cos'è a Lui gradito e pertanto si comporta di conseguenza.

LE CONTRADDIZIONI SUI TESTI
VERO E FALSO..IL SIGNIFICATO DELL'ASCENSIONE...

L’accusa: "Si costruì l'ascensione....."
Le contraddizioni che si notano sui testi sulle testimonianze sull’ascensione riguardano i luoghi, dove ascese Gesù e il tempo, (quando). Gli autori sono diversi e seguono scuole diverse, ma in Luca però c’è una contraddizione palese, sul luogo e sul tempo. Ora, che le contraddizioni siano rimaste quale testimonianze ( a dispetto di chi dice che i vangeli sono stati artefatti), dispone a favore dell'autenticità degli scritti evangelici.
Dopo la notizia delle resurrezione ciò che resta dell'evento è L'ANNUNCIO. Gli evangelisti vogliono che il messaggio di Gesù sia passato quale testimonianza agli uomini e lo fanno con un fatto importantissimo. Non importa sapere quando o dove ascese ma importa sapere il messaggio cioè il fatto importantissimo e fa riferimento al 2° Libro dei Re cap. 2, dove si parla dell’ascensione al cielo del grande profeta Elia. "
Gli Ebrei lo aspettano, perché c’è scritto nella Bibbia che quando verrà il Messia, sarà preceduto dal profeta Elia, perché non è morto, ma asceso al cielo.
Mentre sta camminando con Eliseo, Elia gli dice che sarà rapito in cielo e gli chiede che cosa vuole in eredità. Eliseo risponde: “ Due terzi del tuo spirito diventino miei”. Elia risponde: “ Sei stato esigente nel domandare; se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò ti sarà concesso
Si apre il cielo, scende un carro di fuoco e cavalli di fuoco ed Elia in un turbine viene portato in cielo. Il mantello di Elia cade, Eliseo lo raccoglie, si ferma sulle rive del Giordano e colpisce le acque con il mantello: “ Dove è il Signore, Dio di Elia?” Le acque si separano ed Eliseo passa dall’altra parte.
Questo significa che è avvenuto un passaggio di consegne.
Come Eliseo, vedendo ascendere al cielo il suo maestro, è capace di fare le stesse opere del suo maestro Elia, infatti il libro dei Re continua con “ I miracoli di Eliseo”, così noi con l’Ascensione di Gesù al cielo, abbiamo ricevuto un passaggio di consegne dal nostro maestro. Eliseo ha avuto i due terzi dello Spirito di Elia,
noi abbiamo la presenza dello Spirito, senza misura..."
Il racconto dei vangeli è scritto da ebrei che sono stati testimoni di un avvenimento, che si è concretizzato in Gesù: Gesù alla luce di questo avvenimento è il Messia che essi aspettavano. Pertanto non si può estrapolare Gesù da questo contesto religioso, cioè non si può riconoscere Gesù se non nel suo ruolo, nel suo "mandato" , nella sua identità di ebreo e messia (che in poche parole significa "unto" del Signore, e anche qui c'è tutta una simbologia da dover conoscere, fatta di allacci concatenanti nell'A. T. altrimenti non si può comprendere in pieno il significato del termine messia, cioè colui che avrebbe salvato il popolo). E'chiaro che il racconto della bibbia è simbolico, come simbolico ad es. è il racconto in Genesi, come simbolico è il passaggio nel mare, ma simbolico non significa falso o fiabesco, significa dover legare ai segni "simboli" il racconto, per poter comprenderne il mistero, il mistero dell'intangibile che diventa tangibile, perché, ed è questo il punto, il racconto biblico è il mistero stesso di Dio nella storia dell'uomo, mistero che non significa non poter conoscere ma al contrario invito a conoscere attraverso il segno stesso che "rivela".
Ora per ciò che riguarda l'ascensione, il corpo di Gesù non c'è più, non è più tangibile; gli apostoli che pure hanno fatto concretamente l’esperienza con il Risorto, non possono più toccarlo come prima perché Gesù è risalito al Padre . "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"(Gv ) . Ecco perché Gesù stesso lascia un segno visibile attraverso il quale l'intangibile tornerà ad essere tangibile. Il segno visibile del corpo di Gesù è il pane eucaristico, il pane eucaristico è il tramite per accedere al tutto, cioè al mistero e poter fare personalmente l'esperienza che non è una esperienza intellettuale, ma è un esperienza di un incontro con il mistero stesso di Dio. Egli è l’ Emmanuelle, il Dio con NOI.
Il battesimo di Gesù
Dal Forum

Utente: Tralasciando le valenze misteriche (da cui la chiesa si guarda bene dall'ufficializzarle) e rimanendo nella linea della dottrina classica (che è quella sotto esame ora!) ribadisco che non è specificato se gesù fosse o non fosse colpito dal peccato originale!
sta di fatto che i dogmi sanciscono maria come sola e unica immacolata concezione...e non gesù! quindi, a casa mia, 2+2 fa 4!!
Argi: il vangelo di Mt dice che Giovanni quando vide Gesù che andava a farsi battezzare da lui voleva impedirglielo:" Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?" e Gesù gli risponde "lascia fare per ora, perché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Di che giustizia parla Gesù? Poi fu portato dallo Spirito, dice sempre il vangelo, nel deserto per essere tentato dal diavolo. Non trovi quantomeno "strano" che lo Spirito, cioè Dio stesso, conduca Gesù in questa situazione? Gesù è vero uomo e, come vero uomo; il vangelo sottolinea che come noi è tentato in tutte le situazioni della vita. Tre tentazioni, il numero perfetto che vuol dire tutto, lasciamo stare il dettaglio esegetico. Torniamo all'adempimento di ogni giustizia che dice Gesù. Di che adempimento parla? "C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! " e ancora ai figli di Zebedeo che chiedevano di sedere nella gloria alla sua destra e alla sua sinistra risponde:"Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?".
Dunque il battesimo di Gesù non è un battesimo di penitenza e lo dicono gli Atti, il battesimo di Gesù è "una missione" che egli riceve dal Padre che termina "nel calice". Il calice, amaro, che berrà sulla croce prima di morire. "Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.. Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. " Ef 4..Col 2,12) "Figura, questa, del battesimo, che ...non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio... in virtù della risurrezione di Gesù Cristo" (1pt 3,21).
IL LIMBO e il battesimo delle origini
Il limbo non è mai stato dogma di fede, ma soltanto un'ipotesi teologica. La storia del limbo nacque allorché i fedeli sentivano la necessità del battesimo per coloro i quali nascendo o, ancor prima di nascere, morivano senza aver ricevuto il sacramento. Difatti il battesimo si faceva (e ancora si fa per chi lo vuole) in età adulta, dopo un cammino di fede di circa tre anni. I tre anni non erano un tempo ben definito, questo tempo poteva essere anche più lungo perché si doveva essere pronti a cogliere l'importanza dell’evento battesimale che veniva dato soltanto la notte di pasqua insieme agli altri due sacramenti dell’iniziazione cristiana (cresima e comunione).
Le Basiliche fuori erano grandi proprio perché i non battezzati sostavano all’esterno. Solo  la notte di pasqua i catecumeni potevano entrare per ricevere il battesimo, mediante il rito del fuoco acceso. Fuori della porta, a luci spente, si entrava nella chiesa e/o basilica(come ancor oggi si fa).
Le fonti battesimali erano fatte a mo di utero oppure di tomba. Se andate nelle basiliche trecentesche in tutta Italia si possono ancora vedere tali battisteri. Il rito era per immersione. La tomba rappresenta il luogo dove muore l'uomo vecchio (Adamo), l’ utero perché è la nuova nascita; nasce dalle acque della fonte battesimale che è data dall’acqua e dal sangue del costato di Cristo trafitto sulla croce l'uomo nuovo (il nuovo Adamo, il Cristo, e in Cristo il cristiano).
Nel credo, (il primo credo, il "simbolum" ) si afferma la rinuncia a satana, che è un vero e proprio esorcismo e a tutto ciò che satana propone. Fatto ciò i catecumeni si giravano completamente verso la luce, con una "conversione", ponendo la faccia all'altare da dove proviene la luce e si recitava  il credo. Questo segno visibile stava a testimoniare il cambiamento di vita del neo battezzato, la nuova vita del credente che, ora appartiene a Cristo. Tornando al limbo, la gente credente, che vedeva morire i propri cari prima di aver ricevuto il battesimo, cominciò a porre il problema di dove andassero a finire queste anime. La chiesa raccolse e fece suo questo problema con la figura di questo luogo "il limbo". Ma l'Amore di Dio non esclude nessuno, da a tutti la possibilità di vivere perciò "il limbo" non esiste perché è da sempre “il luogo” dell’Amore del Padre.
UTENTE:        IL SEGNO DEI TEMPI NON PASSERA’ QUESTA GENERAZIONE PERCHE’ GESU’ DICE COSI’?
"Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre. "Mc 13: 32
Argi: Il "cuore" del discorso di Gesù da dove parte il parallelo con la generazione è il segno: la gente e gli apostoli chiedono un segno, e non capiscono che il segno gli verrà dato già da questa generazione:
“Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona". E lasciatili, se ne andò. Mt 16: 4
Ma tutti continuano a chiedere un segno anche gli stessi apostoli e... "Sedutosi sul monte degli Ulivi.." si avvicinano e Gesù, in disparte, inizia il discorso:
“.. i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: "Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo".Mt 24,3
E Gesù con pazienza per spiegare “il segno” del suo ritorno riprende da Noè:
“Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca,Mt. 24,38
La generazione è la generazione umana difatti a Noè Dio dice:
“Il Signore disse a Noè: "Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione”. Gn 7: 1
Dunque non passerà questa generazione umana affinché il suo ritorno avvenga, ma prima della fine della stessa generazione umana occorre entrare “nell’arca”. L’arca è l’arca dell’alleanza, l’alleanza fatta da Dio con l’uomo dall’inizio del mondo, Dio e la sua alleanza resta e
nell’alleanza il segno è il sangue versato dall’agnello pasquale:
Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre..”(Es 12,13)
Questa alleanza è un memoriale, una festa da celebrare di generazione in generazione, un rito perenne:
Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne.(Es. 12,14)
La nuova alleanza sarà quella fatta con il sangue dell’agnello pasquale, Gesù e il memoriale sarà l’eucarestia: “fate questo in memoria di me”.
Quando Gesù dice “non passerà questa generazione”;significa che il segno è stato già dato in questa generazione ed è il segno di Giona (il profeta Giona rimane per 3 giorni ingoiato nel ventre del pesce ma poi è tornato fuori). Il riferimento è chiaro, è alla sua morte e alla sua resurrezione. Anche Noè e all’arca, sono indicativi: Gesù è l’arca dell’alleanza che mette in salvo questa generazione per traghettarla nella nuova.
Oltre a Matteo, anche un'altro vangelo sinottico Marco:
"Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione". Mc 8: 11
Se dunque non sarà dato alcun segno a questa generazione se non come scritto il segno di Giona (la morte e la resurrezione) Quale altro "segno" dovrà attendere questa generazione se non quella parola che è già venuta?
Difatti continua il discorso "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno."Mc 13,31
Poi predice ciò che deve accadere nell'attesa della parussia (del suo ritorno). Riporto di seguito quello che più mi ha colpito di tutto questo :"Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni. " e finisce con "Vegliate". Riguardo al tuo quesito io credo che, sia l'abbreviazione che "la generazione" sia riferita al tempo dell'attesa che per ogni uomo è comunque "una veglia" (a Roma si dice "state in campana"), ...
Utente: Se non ho inteso male dal tuo fugace passaggio sull'argomento, il significato di "questa generazione" per te sarebbe universale, ossia indica la vita di ogni uomo. É così?
Argi: Fugace??? Comunque il messaggio di Gesù è personale ma è anche universale, grazie a quella generazione nuova nata da quello stesso Spirito di cui ti ho accennato precedentemente.
Dunque "questa generazione" è intesa in modo personale ma anche universale grazie all'universalità della nuova generazione innescata da Gesù e al suo ritorno al Padre, ma soprattutto grazie alla discesa dello Spirito Santo, che è l'artefice della stessa generazione.
Anch'io come vedi ho la testa dura e ho notato che tutto il tuo discorso parte da un dato: voler smentire Gesù relegandolo la sua predizione alla sua generazione storica, questo è compressibile per chi non crede se non nel Gesù storico, ma così non è per chi crede in Gesù quale Figlio di Dio (“passeranno i celi e passerà la terra la mia parola non passerà”) perchè ciò che ha predetto si è già realizzato, si realizza e si realizzerà nel tempo dell'attesa, personale ed universale, tempo che finirà per tutti con l'ultima predizione, ma non quale fine a se stessa ma quale nuovo inizio di una storia diversa per l'umanità.
Inoltre, se permetti un appunto personale aggiungo che, la sincerità di una persona non si misura con rapportarla alla proria idea perche il metro di paragone potrebbe essere inesatto (visto l'argomento trattato).
Del resto l'adattabilità personale della Parola che tu riscontri è un dato che credo di aver illustrato ma ciò non significa, come spiegato, che essa perde la sua universalità, anzi questo è un riscontro verificabile personalmente.
Infine, riguardo alle predizioni di Gesù molto si è già avverato basta esaminarle:
"molti verranno nel mio nome", le "guerre tra nazioni", " terremoti e carestie" (mi sembra che ultimamente se ne sta insinuando una planetaria), le persecuzioni dei cristiani in ogni tempo (la generazione), il vangelo sarà annunciato a tutte le genti, la corruzione totale della "generazione" :" Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte" e ancora l'ODIO da parte della società per i cristiani, infine "l'abominio della desolazione nel luogo santo" al quale seguirà "la grande tribolazione di quei giorni come mai ce ne stata uguale" . Ma ciò che conta è "il Vegliate", non il ciò che accadrà, quello ci è stato già predetto.
 
DAL FORUM:
Perché essere donna credente?

UTENTE: : Oggi, cosa spinge una donna ad essere credente nel cattolicesimo vista la scarsa, pessima considerazione che hanno avuto le donne nei testi sacri?
Argi: Carissima, tu poni questa domanda alla quale mi permetto di rispondere dato che ho tutti i requisiti da te richiesti: credente e donna.
Sono credente perché questo Dio di cui questa "Unione degli atei agnostici" si da tanto cura “sparlare” (il termine è appropriato perché si sparla di ciò che non si conosce) si è manifestato nella mia vita. Inoltre forse tutto sommato non è vero che le donne sono escluse dal cristianesimo, basta guardare la storia della chiesa iniziando proprio da quella Maria Maddalena che prima dell'incontro con questo Dio era "una prostituta” . Questo Dio nel quale io credo, ha deciso di rivelarsi per prima dopo la sua resurrezione proprio ad lei, una donna, e a “quella donna”, che dopo avere incontrato “il risorto”, corre, corre "col cuore che le scoppia di gioia" a dare l'annuncio ai dodici.
Sono credente e sono donna, contentissima di essere le due cose, di più non potevo chiedere, difatti Dio ha scelto Maria, una donna, per riscattare tutta l'umanità; ed è la donna, e solo la donna (almeno ancora l’uomo non è riuscito a partorire) che fa nascere una vita, ed è la donna e solo una donna, Maria che fa nascere LA NUOVA VITA. Se per una donna e non solo per una donna avvenne "il distacco o caduta", per un’altra donna, Maria che, in piena facoltà disse si a Dio, (poteva anche rifiutarsi dato che la legge prevedeva per le adultere la morte per lapidazione) si può riavere l’unità alla Vita con Dio.
Sono credente e donna e…”masochista”, come qualcuno, che diverge dal mio pensiero ha definito il “mio scrivere su questo forum, e non perché faccia uso del silicio, (ritengo che come disse Gesù"ad ogni giorno basta la sua pena"), ma perché evidentemente essere cristiani e cattolici su questo Forum e non solo, Equivale ad essere “masochisti”.
Infine, ma non per ultimo, sono credente e donna perché, come la Samaritana, ho bevuto alla fonte della Parola di Dio: Gesù, "acqua viva" che con la sua nascita morte e resurrezione, ci ha fatto conoscere che Dio è Padre, e ci ha inviato un maestro "unico" che ci spiega "ogni cosa" che è lo Spirito Santo che è La Sapienza stessa di Dio.
Da notare inoltre tutto il capitolo che "questo Gesù, definito da voi " Dio maschilista" dedica a questa donna la samaritana. Gesù parla con lei faccia a faccia, le parla di questa Sapienza che viene da Dio, la invita a bere di quest'acqua viva, che è la stessa che sgorgherà dalla fonte del suo costato bucato da una lancia sulla croce, lo stesso costato da dove uscì sangue e acqua.
Bere “ l'acqua viva” dello Spirito Santo significa entrare nella famiglia di dio, essere figli nel Figlio mediante quella fonte che è l’ acqua della fonte battesimale, che da modo di poter conoscere la Sapienza di Dio e di poter comprendere tutte..."Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.” (1 Corinzi 2,9) Ecco perché sono credente, e ringrazio Dio di essere una donna.
 
Gesù e le donne…

Il modo di fare di Gesù con le donne, considerando il periodo storico (circa 2012 anni fa), è a dire poco "rivoluzionario". Difatti le donne dovevano sedere in un'area separata del tempio e usualmente la torah, (la
raccolta dei testi sacri), non veniva insegnata loro. La legge diceva che sarebbe stato meglio bruciare la torah piuttosto che affidarla ad una donna.
Gesù dunque capovolge l'intendimento del tempo e insegna TUTTO ALLE DONNE.
Egli è l'unico a parlare con le donne: Marta e Maria per es. Marta si era seduta ai piedi di Gesù per ascoltare la sua parola e Maria "era tutta presa dai tanti sevizi. Pertanto fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille che mi aiuti" Ma Gesù le rispose:"Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta"; non le dice di servire, cioè la cosa che le donne "erano nate per fare", ma le dice di scegliersi un'altra cosa "la parte migliore". Specificherà in seguito quale è questa parte migliore con l'incontro e il dialogo con un'altra donna, la Samaritana presso il pozzo, ( i pozzi e i luoghi dove c'è acqua determinano l'itinerario terrestre e spirituale dei patriarchi e del popolo dell'esodo). Vicino al posso dei patriarchi Gesù parla a lei, una donna, a tu per tu e prima le dice "Dammi da bere" poi le dice: "se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice"Dammi da bere!" tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva" , non è più lei, la donna che serve, ma è Lui che serve. Poi continua un lungo dialogo con lei, un dialogo di una spiritualità grandissima e, quando giungono i discepoli ""si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna": Gesù non solo "discorreva" con quella donna, ma la "invitava" a conoscere "il dono di Dio" ", lei, una donna può conoscere il dono di Dio.
Inoltre nel dialogo le si rivela; mentre lei evidentemente dal suo parlare aveva intuito qualcosa: "So che deve venire il Messia" e Lui le risponde "Sono io, che ti parlo".
Con nessuno dei suoi discepoli aveva avuto un dialogo così elevato e aperto, ma con quella donna, una con la quale "i giudei non tengono buone relazioni" dice il vangelo, Gesù si espone così tanto gli rivela se stesso.
Ci sarebbero altri esempi, come la prima apparizione da risorto sempre ad una donna, Maria di Màgdala, l'adultera, alla quale aveva detto salvandola dalla lapidazione: "dove sono quelli che ti condannavano?"vai donna io non ti condanno ..." .
Gesù si lascia toccare dalle donne:
"Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del mantello del suo mantello. Pensava infatti ."se riuscirò a toccare anche solo il lembo del suo mantello sarò guarita"(Mt 9,20-22) .
A Betania, una donna gli si avvicina in casa di Simone e versa sul capo di Gesù dell'olio profumato molto prezioso, gli apostoli la sgridano e Gesù dice "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto una azione buona verso di me..versando quest'olio sul capo lo ha fatto in vista della mia sepoltura, in verità vi dico ovunque sarà predicato il vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto in ricordo di lei" .
Gesù invitato in casa di un dottore della legge viene per tutto il tempo "bagnati i piedi dalle lacrime e asciugato con i capelli” da una donna.
E ancora una donna "straniera" che va e si getta ai suoi piedi (Mr 7,25..) e Gesù le disse "Lascia prima che si sfamino i figli, non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini" Ma essa replicò "Si, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli" Allora le disse (Mt 15,19) Donna davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri", mentre esalta il gesto di umiltà della donna.
Ma chi è simbolicamente la donna? La donna è la Madre di una nuova umanità. Una umanità che va “in sposa” a Cristo.
Alle nozze di Cana venuto a mancare il vino simbolo della feste e dunque fonte di gioia, Maria gli fa notare che è finito, ed è qui che Gesù chiama sua madre per la prima volta “donna” "Che ho da fare con te, o donna? ed è sempre la madre, la donna, che dice ai servi, alla nuova umanità "Fate quello che vi dirà". Gv 2,3
Infine sotto la croce dirà a sua madre "Donna, ecco il tuo figlio!" e al discepolo "Ecco la tua madre!". Una nuova terra, una terra che da frutto, “ la terra promessa” per una nuova umanità, “i figli di Dio” che hanno per madre una donna: Maria.
Per una chiesa rinnovata non c’è bisogno di “fondarne un’altra”

Il luogo santo è la chiesa, ma è l'uomo la pietra vivente della chiesa. La chiesa senza l'uomo è solo una pietra vuota. E’ l'uomo che è chiamato santificare il luogo, se stesso e la chiesa: "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi."1Cor 3: 16
Sono parole forti, ma sono anche la garanzia "il vincolo" di abitazione che lo Spirito ha posto nella chiesa e nell'uomo.

Ieri sera riflettevo su quel pezzetto di vangelo in cui Gesù dice "non si mette il vino nuovo in otri vecchi” perchè il vino nuovo le spacca e si rischia di perdere tutto, ma "vino nuovo in otri nuovi": bene questo è ciò che intendo per chiesa rinnovata dallo Spirito: non c'è bisogno di fondarne un'altra. Quanti scismi, quante chiese, quante religioni sono sorte? Sono forse "diverse" per contenuti "otri"? Dunque occorre cambiare gli otri, cioè l'uomo: l' uomo nuovo per il vino nuovo lo Spirito di Dio. E' questa la grande rivoluzione del vangelo che oggi più che mai è viva.
Il cristiano, come può testimoniare Dio in un mondo che non crede più in Dio?
" Io vorrei parlare di Dio non ai confini ma nel centro, non nella debolezza ma nella forza, non nella morte e nella colpa ma nella vita e nella bontà dell'uomo. Giunto ai limiti, mi pare meglio tacere e lasciare irrisolto l'irrisolubile. La fede nella risurrezione non è la soluzione del problema della morte. L'aldilà di Dio non è l'aldilà delle nostre possibilità di conoscenza. La trascendenza della gnoseologia non ha nulla a che fare con la trascendenza di Dio. Egli è al di là in mezzo alla nostra vita. La chiesa non risiede là dove la capacità dell'uomo non ce la fa più, ai confini, ma in mezzo al villaggio " (Bonhoffer "Resistenza e resa", lettera 16.7 del 1944).
L'annuncio di Gesù, l'invito di Gesù, è possibile solo se lo si fa con la propria vita, immergendosi e non astraendosi dal mondo e questo anche quando sembra che il mondo abbia escluso Dio. Bonhoffer indica vivere davanti a Dio (l'Altro e l'uomo), con Dio (insieme alla propria fede) come se Dio non esistesse. In sostanza ciò significa non imponendo Dio, ma accogliendolo in se e facendolo vivere in mezzo all'uomo, nel testimoniare con la vita il suo messaggio di amore.
Continuare a testimoniare Dio attraverso l'esserci, l'essere insieme, vicino all'altro nella condivisione di tutto, in quel "farsi tutto con tutti", nel rispetto dei comandamenti di Dio, nel farsi imitatori di Cristo che non disdegno di andare e mangiare insieme agli ultimi delle società, a coloro che erano ritenuti "feccia" , perchè sono proprio quegli "ultimi" che nel vangelo si riveleranno incontrando Gesù "i primi" proprio perchè pronti ad accogliere il suo invito.
Ritornando a Bonhoffer penso che cosa poteva consistere l'essere cristiano in un lager nazista, pregare e condividere insieme agli ebrei lo stato di essere immersi “nel male”  ma non alla sua accettazione, cercando comunque "nel buio del mondo" la luce:
così pregava:
“È buio dentro di me, ma presso di te c’è luce; sono solo, ma tu non mi abbandoni, sono impaurito, ma presso di te c’è aiuto; sono inquieto, ma presso di te c’è pace; in me c’è amarezza, ma presso di te c’è pazienza, non comprendo le tue vie, ma tu conosci la mia vita”.

Utente: ma nn rispondi all domanda in oggetto. come si fa a esser credenti, come impone il vostro catechismo, e nn pretendere di conoscere dio, come diceva Bonhoeffer?
Argi: Vivendo la fede "in mezzo al villaggio". Nella fede non si pretende, ma si ricerca, dunque il linguaggio principale non è "il catechismo" che è un insegnamento astratto, ma il vangelo che è vivo.
Il linguaggio oggi necessario alla gente, che non comprende più niente di redenzione di Trinità, in mezzo a persone che non cercano più Dio e non ne sentono o sembrano non sentirne il bisogno, non è una introduzione alla religione, ma è conoscere la fede attraverso l'applicazione della fede: ESSERE IL VANGELO. Ciò permette di INCONTRARE direttamente Gesù, incontrarlo nel credente che, mediante la fede, esce fuori dalla religione, pur conservando la sua integrità di fede e entra dentro "il villaggio" perchè è lì, nel villaggio che DIO E L'UOMO SONO INSIEME e si incontrano."IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI..."
Questo non significa altro che ritornare alle proprie radici cristiane, alle radici dei nostri padri:ASCOLTA CON FEDE E...METTI IN PRATICA
Utente: e poi, cn tutto il rispetto per quello che hanno patito gli ebrei, pregare li aiutava solo ad affrontare la tragedia più sereni (forse). Magra consolazione.
Argi: Chi vive "l'ESSERCI" ha  più di una consolazione: “Noi sappiamo già che dalla morte siamo passati alla vita la prova è questa: che amiamo" ( 1Gv   3: 14)

Chi è l’uomo?
Siamo fatti per conoscere, ma conoscere cosa? La conoscenza si riassume nella scienza oppure va oltre e si rispecchia nella grandezza della mente umana?
Il papa è d’accordo con Arthur Rimbaud sulla natura dell’uomo, (il giovane poeta “maledetto”di fine ottocento, che fece a pezzi tutte le convenzioni sociali e letterarie passando per tutte le esperienze anche quella dell’omosessualità). La scienza non può arrivare a “definire” l’uomo; da sola la scienza non basta. L’uomo non si può rinchiudere in una “conoscenza” che crediamo di avere; la stessa “supposizione” degli altri nei nostri confronti da fastidio: chi conosce l’uomo? L'uomo è un mistero che sfugge anche a se stesso. Arthur Rimbaud dirà: "IO e un’altro.”
Perciò dice il papa teologo, l’antropologia, (lo studio sull’uomo) diventa la scienza più importante, perchè la scienza da sola non basta a conoscere l’uomo: il poeta Rimbaud nella “stagione all’inferno”, e insieme a lui oggi il teologo Ratzinger, dicono: “la scienza è troppo lenta per noi per mettere a fuoco quello che siamo” ci abita un certo segreto, che neanche l’uomo stesso sa spiegare, qualcosa che sta nel profondo del nostro IO, una realtà che non è valutabile, ne calcolabile ma che il poeta come l’uomo di fede “afferrano” : IO e altro.

 
“Se l’ottone si desta tromba, non è certo per colpa sua. La cosa mi pare ovvia: io assisto allo sbocciare del mio pensiero: lo guardo, lo ascolto: do un colpo d’archetto; la sinfonia si agita nelle profondità, oppure salta con un balzo sulla scena.
Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia; egli cerca se stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto, - e il sommo Sapiente! - Egli giunge infatti all’ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di ogni altro! Giunge all'ignoto, e anche se, sbigottito, finisse col perdere l'intelligenza delle proprie visioni, le avrebbe viste!... Dunque il poeta è veramente un ladro di fuoco.
Ha l’incarico dell’umanità, degli animali addirittura; dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni; se ciò che riporta di laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, egli dà l’informe, Trovare una lingua; - Del resto, dato che ogni parola è idea, verrà il tempo di un linguaggio universale! Questa lingua sarà dell’anima per l’anima, riassumerà tutto: profumi, suoni, colori; pensiero che uncina il pensiero e che tira. Il poeta definirebbe la quantità di ignoto che nel suo tempo si desta nell’anima universale: egli darebbe di più - della formula del suo pensiero, della notazione della sua marcia verso il Progresso! Enormità che si fa norma, assorbita da tutti, egli sarebbe veramente un moltiplicatore di progresso!
Quest’avvenire sarà materialista, come lei vede; - Sempre piene di Numeri e di Armonia, queste poesie saranno fatte per restare. Nel frattempo, chiediamo ai poeti del nuovo, - idee e forme …Ogni mestierante potrebbe credere ben presto di aver soddisfatto tale domanda. - No, non è questo!... il rinvenimento di cose ignote richiede forme nuove
.
Da una lettera di Rimbaud
Io credo che si, siamo fatti per conoscere ma che questa conoscenza non si limita a studiare i fenomeni, le leggi naturali e a conoscerli e a cercare di impadronirsene per modificarli, nel bene o nel male, io credo che siamo anche fatti per “conoscerci” cioè comprenderci, capirci e questo è possibile solo attraverso un linguaggio “comune”. Il poeta maledetto, (che solo ieri ho scoperto nella mia “ignoranza” grazie a questo “spunto di riflessione”), afferma che la vera forma è attinta da quell’ ignoto IO, che è dentro l’uomo, “anima universale” ed è lì che la forma prende forma e comunica se stessa.  IO so che non solo posso conoscere ma che posso essere conosciuto, non sono fatto solo di materia ma di quell’anima che come “fuoco”, muove il mondo al divenire linguaggio per essere conoscenza e, come esprime meglio il poeta:” Del resto, dato che ogni parola è idea, verrà il tempo di un linguaggio universale! Questa lingua sarà dell’anima per l’anima, riassumerà tutto”.Chi conosce l’uomo? L'uomo è un mistero che sfugge anche a se stesso. Arthur Rimbaud dirà: "IO e un altro.
Varcare la frontiera
Dunque, di fronte alla frontiera della propria ragione affermare "io so", o “lo conosco” significa fermarsi. Dov'è "l'oltre"? Se il se si ferma a “contemplare” se stesso e la propria ragione non può andare a scoprire quella dell'oltre. Il sapere non è una cosa astratta ma è ciò che si concretizza nell'uomo per il suo bene, e dal momento che nell’umanesimo l'uomo è il bene dei beni, l’uomo ha bisogno di essere pronto a condividere se stesso e a comunicare con gli altri, mentre oggi sono pochi quelli che sono disposti a “porsi sulla frontiera” e ad ascoltare l’altro.
Qualcuno sul forum una volta mi scrisse in un modo colorito:
I più lungimiranti tra le pecore concedono: "bisogna accettare le diversità",
'sti coglioni; non bisogna accettare la diversità, bisogna perseguirla la diversità, tra l'accettare e l'amare la diversità c'è l'abisso.”
Non è proprio così, tra l'accettare e l'amare si, c'è un abisso, ma l’abisso non sta nel perseguire la diversità, ma sta nel condividere. Perseguire significa tener dietro con costanza ed ardore fino al raggiungimento del fine, ma se il fine in se è la diversità, ciò non è il tutto. Condividere invece significa spartirsi il tutto, gioie e dolori, dare e ricevere, questo è il significato dell’Amore nella condivisione ed è certamente diverso dall’altro che persegue il fine dell’altro e lì, in questo fine si annienta, “si annichilisce”, mentre la condivisone è un continuo dialogo per far crescere tutto verso il fine stesso del rapporto tra essere e essere per il raggiungimento del bene, della pace e della giustizia.
L’umanità si condivide nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza, ma per un fine comune e migliore, che non sia più causa di sofferenza e di morte. Questo è ciò che ha fatto Gesù: è entrato nel mondo, ha amato l’uomo così com’è, spartendo con lui tutto, anche la sofferenza ma non perseguendo il male che ne è la causa. Ha abbracciato l’umanità in tutta la sua esistenza, compresa la sua debolezza: la morte, ma per poterla trasportare oltre, oltre quella porta, oltre quella “croce”… “io sono la porta….” e, attraverso questa porta “oltre il confine al di la dal mare”.
Noi siamo fatti di "luce e di ombra" l'oltre è la porta che si apre su ciascuno di noi, oltre l'ombra dell’uomo c’è Cristo, ed è Lui la porta dell'oltre; non più “un confine” dunque, perché Cristo è la luce che abbracciato l'ombra stessa dell'umanità.
Chi ama questa umanità non l’abbandona, ma ci sta dentro ed è pronto a condividere nell'ombra dell'uomo, la propria ombra. La sfida dell'Amore, della luce nei confronti di quel “ lupo” di qell’ombra, che vuole invece cancellare “annichilire" tutta l’umanità.
"La porta dell'oltre" serve a questo: a far entrare la luce e a dissolvere l'ombra e a dare la forza di esserci, di essere luce comunque, soprattutto nel buio; una luce, una Speranza, “una buna novella”.
C’è ancora una proposta
Ma se il mondo va a rotoli c'è chi ha ancora una proposta, c'è chi crede ancora nell'uomo e da ancora speranza. E’ vero che siamo tutti avvolti in ingranaggi, "ruoli" , rischiamo di essere parte di un grande show, un grande reality globale. Ma spezzare le catene si può, si può uscire fuori da tutto ciò per andare “oltre” verso l'altro. Le nostre catene non sono solo quelle del potere ma sono soprattutto quelle delle nostre paure, dei nostri egoismi. I muri cadono e ci scopriamo fragili, il ricco occidente più che gli altri. Il potere viene abbattuto dall'onda della povertà, ma è quando si è poveri che si riscoprono quei valori di condivisione che possono ancora salvare la nostra umanità. Noi non siamo soli in tutto ciò, fintanto che c'è qualcuno che crede che sia possibile varcare la frontiera dell’oltre, fondando nell’Amore di Dio questa Speranza. Si può continuare a dibattere e financo a "combattere" la Speranza, ma non la si può sconfiggere perché questa Speranza è già nell’ "oltre", e quell'uomo nuovo è già "oltre", oltre quelle catene.
Ciò richiede però la possibilità di aprire un varco, “una frontiera” al proprio pensiero, perché poter comunicare bisogna essere pronti ad uscire da se stessi dalle proprie ideologie, dalle proprie barriere, pronti a saper ascoltare anche gli altri senza pre-concetti, stare nella realtà e non nella finzione, scendere cioè come avrebbe detto Bhonnoeffer, (filosofo e credente morto in un lager nazista), “nel villaggio”; calarsi cioè nell'uomo, nella sua “carne”, nel suo ambiente e non accontentarsi di una immagine.
"L'uomo di vetro...proposta alle fedi”
La fede non esclude le certezze acquisite; ciò avviene col nostro esserci dentro questa esperienza che è la nostra vita. La vita infatti è fatta anche di relazioni con gli altri, le relazioni comportano la fiducia, non solo in noi stessi, ma anche negli altri. Nonostante le nostre reticenze e paure, non si può negare che l’’ESSERCI E’ INSIEME e l’esserci insieme è una certezza. Al mattino quando ci alziamo sappiamo che faremo determinate cose e incontreremo determinate persone grazie a questa consapevolezza che ci da la fiducia dell’esserci. L’esserci insieme comporta relazioni, le relazioni comportano anche il fidarsi di incontrare quella persona e quelle cose che sono grazie a questi rapporti (lavoro, amicizie, ecc.) Ecco perché l’esperienza della fede, non è una esperienza da disprezzare perché è parte comunque della nostra vita, è una esperienza che coinvolge comunque tutto l’uomo, tutto l’universo, tutto lo spazio e tutto il tempo, che è sì il nostro tempo, un cammino di ricerca personale, ma che si vive e si condivide insieme. Esserci nella certezza di essere consapevoli di questa Unità; si è INSIEME parte di quella “sostanza” che non solo appare ma è, ed è proprio grazie a quel dono di fiducia nell’altro che nasce il seme stesso e la certezza della Vita .

Ora non è la chiesa che si pone sul piano di Dio è Dio stesso che ha posto la chiesa sul piano dell'uomo, ha fatto scendere il cielo sulla terra mediante "l'uomo di vetro" Gesù e poi, ha innalzato la terra al cielo.
Il vangelo di oggi, (mentre sto scrivendo), guarda “caso” dice proprio questo: "Quando sarò elevato attirerò TUTTI A ME". Questo significa proprio TUTTI, anche "le fedi", anche LA FEDE perché si, Cristo è di TUTTI ma soprattutto Cristo è la sua chiesa, cioè coloro che credono nella forza e allo stesso tempo fragilità dell'Amore, quelli che credono che la potenza di Dio si esprime nella fragilità dell'uomo. Quell'uomo che porta in se "un'ombra che può nascergli dentro, una violenza che non è solo dentro di se ma che è capace di contagiare tutto e tutti. E “la grande ombra” o “il grande lupo” capace di avvolgerci in una spirale che ci risucchia nella logica del potere, dove regna l'egoismo e la violenza che soffoca e svuota l'anima, dove all'uomo resta solo l'apparenza, una immagine superficiale che può sembrare bella ma è vuota; un contenitore VUOTO che ha perso la propria anima.

Per noi tutti la nuova sfida è riscoprire un nuovo umanesimo, riscoprire "l'uomo di vetro" , quell'"oggetto prezioso" che appare fragile, ma che trae proprio dalla consapevolezza della sua fragilità tutta la sua forza e la sua bellezza, è l'uomo che sa di avere dei limiti e si apre all'altro per aiutare e farsi aiutare in modo reciproco; è l'uomo che è capace ancora di avere Speranza, è l'uomo capace ancora di sognare che questa umanità possa cambiare, è l'uomo che si riveste di luce e che scioglie nella LUCE la sua ombra.
La chiesa è tutto questo, la chiesa è questa proposta, Gesù è "l'uomo di vetro". Certo è che in un mondo dove la grande ombra che sta avvolgendo tutto cresce, dove cresce la violenza, nelle case, nella stessa famiglia, che dovrebbe essere il luogo principale ove poter essere accolti e amati, nelle piazze, dove “per gioco” si da fuoco all'altro, nelle scuole…, quest'uomo, "l'uomo di vetro", rischia di diventare ancora una volta la vittima di un unico carnefice. Ma la sfida, la nostra sfida è proprio su questa fede: non si può perdere la Speranza, occorre guardare alla luce per essere luce, aprirsi agli altri.
La chiesa non è "fuori" la chiesa è questa Luce e "l'uomo di vetro", Gesù è il faro a cui guardare, siamo noi che abbiamo smarrito il senso della luce, la luce brilla ma noi non la vogliamo vedere, ci siamo chiusi nei nostri "altari" , quando invece l'altare è l'intera umanità:
"Quando sarò innalzato attirerò TUTTI A ME".(Gv 12,20-33)
(*tratto quale spunto dal bell'intervento del Prof. Severino Antinori..)
 

 
Stamane, mentre camminavo per andare al lavoro, ho sentito una signora che diceva ad alcune persone che l'uomo non è mai stato sulla luna, diceva:
"Ho parlato con uno scienziato e questo è scienziato mica uno qualunque, mi ha detto che è stata tutta una montatura, una favola."

E' " il viaggio" che è stato messo in discussione, cioè il percorso che unisce le due realtà; la luna e l'uomo. Il Nazareno è un po’ come quel "viaggio".
C'è chi dice che è Lui, il Nazareno che ha compiuto per primo “il viaggio” e che è Egli stesso è "il mezzo", “la nave” o “la barca” per potersi imbarcare personalmente.
Questa è la differenza sostanziale: “il viaggio” insieme al Nazareno si compie di persona, non si ascolta solo ciò che è stato detto o fatto da altri, ma si “viaggia insieme” sulla sua “nave”.
Sono tante le persone che affermano che ciò è possibile, c'è anche chi dice che è tutta una favola, che il viaggio non è stato mai compiuto, ma metaforicamente parlando chi ha provato a "salire sulla sua nave" ha la consapevolezza di essere già lì, mentre ancora si compie "il viaggio", su quella "LUNA", come annunciato dal profeta Isaia dove … “né sole né luna ma … LUCE ETERNA".

Il sole non sarà più la tua luce di giorno,
né ti illuminerà più
il chiarore della luna.
Ma il Signore sarà per te luce eterna,
il tuo Dio sarà il tuo splendore.

Il tuo sole non tramonterà più
né la tua luna si dileguerà,
perché il Signore sarà per te luce eterna
Is 60: 19
Figlia mia, parla al mondo della Mia misericordia. Che conosca tutta l’umanità la Mia insondabile misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia. Fintanto che c’è tempo ricorrano alla sorgente della Mia misericordia, approfittino del Sangue e Acqua scaturiti per loro (309). Prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia misericordia. Chi non vuole Passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia (390).”
(Tratto dal “Diario” di Santa Faustina Kowaslka)
.....
You watch the world exploding every single night
Dancing in the sun a newborn in the light
Say goodbye to gravity and say goodbye to death
Hello to eternity and live for every breath

Your time will come, your time will come
.....





 INDICE
PREMESSA                                                                                      
 
  • Si, sono “una pecora”                                                          
  •  “ma è obbligatorio scegliere di credere?”                 
Premessa; Tra teoria e testimonianza; Quale Dio?       
    O Dio non c’è, oppure se c’è, è il Dio cristiano. Perchè?       
    L’esclusione; Perchè il Dio unico?       n Dio Geloso; Perché si è nascosto?  
    L’islamismo Il teismo; Perché non è un’invenzione; Il Dio dell’incontro nella la testimonianza personale                                                            
     Perché siamo incastrati nel “gioco”         
  • Quando anche la scienza conduce al “confine dell’oltre”        
  • Il cervello umano come la quantistica; esempio di un insieme
“essere per comunicare”      
  • La natura ha in se una legge                                    
Che cos’è il Logos? Provo a riassumere                       
Ma perché Dio dovrebbe voler creare delle mutazioni
in una specie per farla finire dritta dritta in un’estinzione?               
Dal Forum: Creazione e Darwinismo   
 
  • la verità negate la prigione del relativismo       
   “Ha senso cercare ancora DIO?”
 
  • la verità negata: “il dubbio” e il negazionismo                          
 
Dal Forum discussione:“il negazionismo”               
 
·         La testimonianza personale dal forum:
“LA PROPOSTA”                                                      
- la gaia scienza degli scientisti          
 
  • La forma e il vuoto        
  • E’ possibile condividere un valore unico al di la del credere o non credere, perche si possa uscire dalla prigione del relativismo?   
  • La natura ha in se una legge... Dal Forum:    
  • IL SENSO DELLA VITA                                                                     
Dal Forum: Chi stabilisce quando una vita “è degna” di essere vissuta?
  • “La vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi
pensa e chi non pensa”                         
 
Ma Dio non è ”un pensiero” o “un ‘idea”
La verità da fastidio                                
Dal forum La chiesa e le sue ricchezze              
 
  • “I maestri dell'idolatria"                 
“LA DOMANDA”                                                             
·         Come si costruisce “il mito” di Gesù               
Analizziamo i miti: ci sono due piani                                                                      
La profezia delle favole                             
Dal personaggio al mito”                
 
·         Ma la bibbia che roba è?              
·         Esiste un linguaggio che unisce le varie culture?        
Il Dio che presenta la bibbia                     
Obiezioni sulla bibbia                         
Il tempo e la creazione alla luce della ragione        
Genesi... come mai tutto comincia con un peccato?            
La simbologia nell’atto creativo alla luce della conoscenza:     
·         Il fatto che va “oltre”…la resurrezione dal forum         
La tomba vuota: dal “VUOTO” la resurrezione               
La resurrezione dai vangeli                       
Che sarebbe successo all’insegnamento … ai miei fratelli in Cristo   
La “falsa dottrina” che fa male alla chiesa (Mancuso and &)           
La Speranza cristiana non è la croce, la Speranza cristiana è la resurrezione
L’uomo non si poteva salvare da solo: contestazione a Mancuso      
La croce è il dolore innocente                   
Sulla resurrezione perché tante discordanze?         
·         La natura e il corpo                      
Ricondurre il tutto all’ UNO E L’UNO AL TUTTO?      
Dal Forum: Mauro Pesce, Odifreddi and &            
·         La dottrina nel tempo:  verità e dogma                   
Perché nasce la dottrina cristiana?            
La Verità e le divisioni del cristianesimo         
·         Le contraddizioni sui testi; Vero o falso il significato dell’ascensione  
Il battesimo di Gesù; il limbo e il battesimo nell’origini; il segno dei tempi non passerà questa generazione
·         Dal Forum: Perché essere donna e credente?          
Gesù e le donne                                   
·         Per una chiesa rinnovata non c’è bisogno di “fondarne un’altra”  
Il cristiano, come può testimoniare Dio in un mondo che non crede più in Dio?  
·         Chi è l’uomo?         
Varcare la frontiera               
C’è ancora una proposta                                                                                                
"L'uomo di vetro...proposta alle fedi”            

 




Fonte : scritti e appunti della teologa e scrittrice Anna Rita Giardoni , e-mail: giardoni.annarita@libero.it  .











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