mercoledì 24 luglio 2019

OLTRE LA FRONTIERA AL DI LA’ DAL MARE: LE RAGIONI DELLA FEDE ... (Parte I°), di Anna Rita Giardoni



OLTRE LA FRONTIERA AL DI LA’ DAL MARE:
LE RAGIONI DELLA FEDE ...
(Una “pecora” …. nell’arena del Forum”)
 
autore: Anna Rita Giardoni


 
PREMESSA

Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?". Gv 6: 25
 
Premetto che la mia fede non muove da un filosofare. E’ un dato di fatto che Dio non si può dimostrare, (altrimenti … non sarebbe Dio), è sempre….”al di là dal mare”.
Pertanto, il mio “argomentare”, non ha pretesa di volere essere insegnamento, la fede non muove da tutto ciò ma dall’incontro con Gesù che dà la consapevolezza che Dio ci ama e che solo amandolo lo si conosce. Solo dopo aver vissuto questo incontro ho sentito la necessità di dover approfondire le mie radici cristiane; ho compreso che bisogna cercare di rendere conto delle ragioni della nostra fede ed è questo lo scopo di questo scritto.
Questa ricerca è stata stimolata da 3 anni di confronto su un forum praticato da utenti con ideologie fortemente contrarie sia alla chiesa che al suo insegnamento. In questi 3 anni mi sono trovata a dibattere e dunque ad affrontare tantissimi temi di attualità; riflessioni che coinvolgono non solo la fede ma anche la responsabilità del credente che è chiamato ad essere testimone di ciò che l’Amore di Dio può compiere quando è accolto dall’uomo.
Tutte le informazioni; che ho raccolto, (scientifiche, storiche, epistemologiche ecc.) le ho sottoposte al vaglio della ragione ed è stato allora che ho scoperto che i due percorsi, quello della fede e quello della ragione, anche se distinti, camminano protesi verso la stessa meta, vero lo stesso confine “quello dell’oltre”: l’uomo per conoscere ha bisogno della fede.
"E' pur sempre una fede metafisica quella su cui riposa la nostra fede nella scienza -anche noi [...] atei ed antimetafisici- continuiamo a prendere il nostro fuoco dall'incendio che una fede millenaria ha acceso, quella fede cristiana che era anche la fede di Platone, per cui Dio è verità e la verità è divina."   Nietzsche, La gaia scienza
Questo è il ruolo della fede nei tempi moderni: che faccia quello che la fede da sola riesce a fare, raggiungere quello che invece né una persona, né una comunità, né uno Stato da soli né insieme potranno mai raggiungere. Rappresentare la verità di Dio, ma non quella limitata dalla fragilità umana o dagli interessi di uno Stato o, ancora, dalle abitudini transitorie di una comunità, ma per far sì che quella verità ci infonda l'umiltà, l'amore per il prossimo e la vera conoscenza che riesce veramente ad andare aldilà di ogni comprensione.”           Tony Blair dall'incontro del 27 agosto 2009 al Meeting di Rimini 
Si, sono “una pecora”…
Si, sono “una pecora”, facente parte del “gregge”. Una pecora bollata come “credulona” incapace di porsi delle domande, così difatti gli “intellettuali laicisti” considerano le pecore:“ad un gregge di creduloni si può dar da credere di tutto”. Questo in sostanza affermano “i lupi” di oggi che si credono sapienti e furbi. Ma “questa pecora” sente di dover e poter rendere testimonianza delle ragioni della propria fede.
L’uomo non è cambiato, ma ha accresciuto la sua conoscenza nel bene e nel male, pur mantenendo nella sua antropologia gli stessi pregi e difetti, ma il mondo si che è cambiato, si è, come si dice di tutto oggi, “globalizzato”. La comunicazione “vola” nell’etere, via cavo, via internet. Approfondire la fede oggi significa rendere conto delle ragioni della fede stessa, della sua verità nelle origini delle sue radici e darne testimonianza specialmente con la vita. Un cristiano non può astenersi da tutto ciò, Gesù stesso sapeva che ciò sarebbe accaduto: “Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere”. Lc 21, 13
Santa Caterina d'Alessandria fu una dei tanti cristiani chiamati a rispondere a difesa delle ragioni della fede in Gesù Cristo e lo fece talmente bene da convertire i suoi accusatori. Certo, quando si scrive c'è sempre il rischio di "filosofeggiare", la vera sapienza viene da Dio, ma la realtà e il confronto è proprio della nostra vita di cristiani: fare TUTTO in considerazione del TUTTO.
Ma l’accusa di creduloneria mossa oggi “alla pecora” non fa altro che mostrare quanta ignoranza c’è nei riguardi della fede in Gesù Cristo perché non tiene conto di una cosa essenziale; cioè che nel “gregge”, “la pecora” riconosce il Pastore, è unita a Lui e sa riconoscere la sua voce:
"Il pastore gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei» pertanto, se un “lupo” si spaccia per pastore “la pecora” se ne accorge, ne sente “la puzza” e se ne allontana, perché la voce del suo pastore è forte e chiara.
C’è da dire un’altra cosa sostanziale: questa voce non invita a credere tutto o al contrario di tutto ma invita a seguire il pastore giorno per giorno, e “la pecora” che lo ha incontrato, lo segue, si fida e confida in Lui perché sa che il suo pastore la ama e non la lascia sola, non la lascia sbranare dal lupo, ma l’attira a se per condurla alla vita.
Ma, partendo dal pre-concetto “che tanto la pecora è pecora” e dunque non ha difese se non nel proprio “recinto o gregge”, i furbissimi e presuntuosi lupi pensano che basta abbattergli il recinto (la chiesa) o tirarla fuori dal gregge e … voilà il gioco è fatto.
Ed ecco che nascono così le insinuazioni che diventano man mano veri e propri attacchi.
I lupi” (c’è da dire che tali bestiole non sono solo fuori dal gregge ma si annidano anche all’interno dello tesso gregge) affermano che le pecore sono state raggirate dai falsificatori, da quelli che nel forum un utente birichino chiamava benevolmente “quei Caproni Vaticani”: questa è una delle principali accuse mosse oggi alla chiesa.
I temi qui affrontati sono tutti di attualità, anche se a dire in vero la storia si ripete, perché a questi attacchi furono sottoposti subito anche gli apostoli sin dall’inizio dell’annuncio evangelico…
La ricerca dunque è stata vasta e ha spaziato in molti campi; dall’analisi delle nostre società, all’etica, alla ricerca scientifica, storica, antropologica ecc... Inoltre mi sono posta e ho posto delle domande alle quali ho cercato di dare delle risposte avvalendomi sempre del vaglio della ragione, di fronte alla fede che, nonostante i numerosi attacchi è e resta integra, e permane quale unico mezzo che permette di varcare quel confine… “oltre la frontiera, al di la del mare”.
dal Forum:
appena entrata nel Forum ho proposto questo interrogativo:
ma è obbligatorio scegliere di credere?”
L'esistenza di Dio non puoi nè provarla nè negarla: Pascal, che oltre ad essere un filosofo era anche un matematico, avrebbe detto siamo al 50% e 50%.O Dio esiste o Dio non esiste, ma noi comunque siamo invischiati.
Difatti dal momento che nasciamo ci troviamo come su un "treno", il treno della vita, non sappiamo da dove questo sia partito nè dove arriverà.
Molti si accontentano di trascorrere il tempo del viaggio senza porsi domande, altri invece, vogliono sapere da dove è partito e dove è diretto. Pascal diceva non si può non scegliere perchè il non scegliere è già una scelta.
Questa scelta è' una SCOMMESSA ma, NON E' UNA SCOMMESSA BANALE!
Se si vince si vince TUTTO. Se si perde non si perde nulla, ovvero se si scommette che Dio non esiste non si vince nulla ma, si perde TUTTO. Valutiamo i due casi...?”
UTENTE 1: Noi saliamo sul treno e facciamo il nostro viaggio: è un viaggio consapevole o è un viaggio "imposto"?
Se è un viaggio imposto: perché scegliere di credere o meno: tutto ci è imposto, quindi ci è imposto anche se credere o meno.
Se è consapevole, allora sappiamo il viaggio che stiamo facendo e quindi possiamo decidere se credere o meno. Io ci metterei anche la terza ipotesi: non scegliere non interessandoci dell'argomento. Tu la vedi come scelta, io potrei vederla come rassegnazione alla piccola vita umana che nulla può oltre l'umano. Ma siccome penso che io sono padrone del mio destino, penso che si scelga sempre riguardo le proprie convinzioni: si può anche scegliere un "non-dio"! Tu parti dal presupposto che la scelta debba riguardare "Dio", ma siamo sicuri che non ci sia altro? E perché sempre riguardo ad una divinità? Secondo me è perché l'uomo è piccolo e si sente solo di fronte all'università della spazio, del tempo e del luogo e quindi ha paura di quello che potrebbe essere e si crea un "dio" per pararsi le spalle.
ARGI: Sarebbe paradossalmente imposto se questo viaggio fosse fine a se stesso; proveniente da nulla e diretto verso il nulla, su un binario dove scorre inesorabilmente il tempo. Ma se questo treno è “un’apparire non da un “nulla” ma da una realtà diversa” quale materializzazione di questa realtà su un binario che dovrà ritrasformare questa materia “difettosa” in “non difettosa”, (scusa i termini semplicistici)? Non sono io a dire che tu hai fatto la tua scelta, ma è la non scelta in se che già è scelta: tra Si o NO non c’è un NI, ci può essere un FORSE, ma se c’è il FORSE , IL FORSE IMPLICA IL FATTORE VERIFICA. Comunque prima o poi la verifica è inevitabile volente o nolente. In questo senso sono d’accordo con te che sei “padrone del tuo destino”: puoi scegliere anche il NO, questa è l’altra ipotesi o ”scommessa” ma in questo caso ne convieni con me che comunque, se ciò fosse vero avresti perso TUTTO.
UTENTE 2: chiedi rispetto a coloro che credono!
perchè sono loro che solitamente non lo portano!
parlano di amore ,di dio.....di altre cazzate......e poi condannano il gay perchè diverso.
mi risulta che il vostro dio, parli di amore incondizionato verso tutte le creature eterosessuali.
Dio non parlava di ghettizzare i gay.......e nemmeno cristo.
ma la chiesa fa questo.
e anche i cattolici.

DLIN DLON ...è IN PARTENZA IL TRENO DIRETTO NELLA DIMENSIONE PARALLELA, CON DESTINAZIONE "?" ,CON PARTENZA DAL BINARIO "0".
SI PREGA I GENTILI VIAGGIATORI,DI PORTARE RISPETTO A TUTTI COLORO CHE NON CREDONO ....E LI PREGHIAMO INOLTRE DI NON DARE PER SCONTATO L'ESISTENZA DI COLUI CHE NON ESISTE,GRAZIE
ARGI: Il rispetto è innanzitutto lo dobbiamo a noi stessi. Nessuna condanna, perché questo Amore che tu hai nominato abbraccia tutti. La “condanna” è lo stato di sofferenza che ci fa percepire il distacco, la lontananza da questo Amore ma questa non è una condanna ma una scelta, una scelta libera; liberamente si sceglie di rifiutare l’abbraccio di “questo amore” perché si pensa di esserne giudicati, è questo che provoca il dolore, ma quando poi ci si lascia abbracciare, la gioia è grande! Si scopre che Chi ci abbraccia non giudica, ma è capace di accogliere la sofferenza dell’altro. Un abbraccio
UTENTE 3 Non è vero che non si perde NULLA. Pascal non teneva conto della QUALITA' DEL VIAGGIO. Il paragone dovrebbe essere questo.
Siamo su un treno, hai due possibilità: c'è chi passa tutto il viaggio con la testa fuori dal finestrino, senza curarsi di niente, cercando di vedere da dove è partito il treno e dove arriverà c'è chi invece non si importa di dove arriverà il treno, nè da dove è partito, ma si gode il viaggio, discute con i compagni di scompartimento, fa amicizie, scherza Io ho scelto di VIVERE piuttosto che PREOCCUPARMI DEL DOPO-VITA. Non credo che, se perdo, avrò perso tutto.
ARGI: Fai un errore di fondo: chi si pone delle domande non passa tutto il tempo con la testa fuori dal finestrino, al contrario, cercando di cogliere il senso della vita appezza di più la vita stessa e gode pienamente di ogni attimo, vive nel presente "coglie l'attimo" in un ottica non egoistica ma universale, cosciente di quello che è. Se sei un edonista e hai fatto del piacere la tua esistenza ciò non toglie che comunque hai già scelto "il non scegliere è già una scelta". Cogli il tuo attimo e... BUON VIAGGIO.
P.S.: Rispetta gli altri passeggeri!
UTENTE 4: Sarebbe da dimostrare che scommettendo su Dio ci sarebbe da vincere "tutto". A me pare, invece, che se la divinità fosse quel Dio delle religioni abramatiche sarebbe assai meglio perderla la scommessa.

ARGI: Non capisco? Che tu preferisca “una quieta e pacifica fine del tutto”.
Questa è una tua opinione che rispetto ma, scusa tanto, è di un comodo irrazionale; difatti ciò non esclude che di fronte a una perdita della “scommessa” dato che la tua “pacifica quitie” ci si debba comunque confrontare con il TUTTO che si è comunque perso. La “rischiosa vincita” della quale tu parli ci viene preclusa e quindi ciò che rimane non è il nulla ma, lo stare senza il TUTTO che si è semplicemente scelto di perdere. Pertanto per me il discorso logico è di andare a vedere quale è l’effettiva posta in gioco, cosa significa TUTTO e cosa significa quel nulla che, se così fosse né è preclusa l’esistenza.
UTENTE 5: “Ciao,vorrei soffermarmi criticamente sull'argomento pascaliano, perché mi sembra che esso abbia dei limiti proprio da un punto di vista razionale.
Se mettiamo in gioco due sole possibilità, quella cristiana della vita dopo la morte e quella non cristiana del nulla dopo la morte (o una simile) abbiamo un'effettiva parità di possibilità, ma questa parità di possibilità viene ribaltata se teniamo conto del fatto che esistono molte altre teorie, se nella nostra equazione inseriamo la teoria buddista, quella induista,quella ateista materialista,ecc.. non avremo più una parità di possibilità,ma uno squilibrio, e così l'argomento di Pascal,mi sembra, non è più valido.”
ARGI:                                        Premessa
Premetto che un Dio che coinvolge solo la ragione non serve all'uomo; che te ne fai di un Dio cervellotico e sadico che resta fuori dalla tua storia solo per giudicarti e dirigerti come un burattinaio? Questo è il Dio dei filosofi il Dio della ragione che cade nella sua contraddizione.
Oltretutto credo che non basti solo “la ragione delle nostre menti” a spiegare Dio, perché se così fosse sarebbe tutto chiaro e non celato come invece è. Pertanto ti posso dire che cosa mi dice la ragione al fine di questa tua e NOSTRA ricerca.
 
Tra teoria e testimonianza
Ecco che mi ritrovo in una veste di “argomentatore” che non mi appartiene in quanto sono consapevole che tutta la sapienza di questo mondo non basta per arrivare a provare l’esistenza di Dio e, tantomeno io mi ritengo saccente, soltanto che nell’affacciarmi in questo forum la scelta di Pascal mi è sembrata la più logica tra le tante argomentazioni, un punto di partenza da dove poter confrontare i vari pensieri. Certamente “l’ argomentazione teorica” su Dio non è necessariamente da considerarsi un valore al quale poter aderire con la propria vita”, la teoria difatti è una cosa e la vita è un’altra cosa, pertanto è solo l’esperienza personale “il vissuto” che conta quale testimonianza; “Pascal ha adoperato la sua breve vita (39anni) ad argomentare quell’incontro, mentre Madre Teresa ha speso la sua vita a mettere in pratica il vissuto di quell’incontro” questa è la differenza data dalla testimonianza vissuta .
Quale Dio?
Comunque certamente se Dio esiste e se volessi puntare per questa ipotesi, l’esistenza di Dio devo cercare di capire quale Dio. “Inoltre non il Dio dei filosofi e degli scienziati perché non ha rapporto personale, un rapporto di amicizia-amore. Anche se fosse dimostrabile ( e abbiamo visto che non lo è ) sarebbe un Dio distaccato dall’uomo e dalla sua storia, sarebbe un Dio “inutile” quindi che senso ha “puntarci la vita”?
Anche attribuire alla materia un anima, se “la fisica celeste” si è liberata da molti elementi teologici, permangono visioni dell’universo finalistici e metafisici (50% e 50%),” anche l’esoterismo, lo scientismo, lo gnosticismo, la religiosità araba pre islamica dalla quale hanno preso forza i fondamentalismi, i visnu e tutto cio che in “ismo” e….quante ancora…in ogni tempo quando sembra che” Dio è in crisi”, ed è proprio del nostro tempo, nascono nuove religioni e nuove sette che “mixano” vari elementi varie “verità” per “conformare una religiosità ad oc” da poter indossare per soddisfare quel “vuoto” che comunque rimane all’uomo senza Dio”. Sono d’accordo con te, nel senso che fin ad oggi si sono succedute sulla terra innumerevoli dottrine e sottodottrine e, ancor oggi ne nascono; tutte nel tentativo di ” conciliare “la morale dei tempi” al momento storico”.
Sono tutte proposte, ed ognuna di loro ha bisogno di essere formulata, discussa quindi superata e di nuovo formulata.” Ne sono nate tante e continuano a nascerne tante ma c’è una Verità?
Ognuna propone un “monologo, una via o delle vie” per arrivare a Dio ( o gli Dei), mentre il vangelo non è un monologo ma è un continuo dialogo con l’uomo, un dialogo che non finisce mai:Gesù chiede: “E voi chi dite che io sia?” Non impone la fede; questo è il pensiero aperto al pensiero al dialogo, la comunicazione aperta alla comunicazione, l’interrogativo aperto all’intelligenza (ragione) e alla libertà di scelta dell’uomo (fede).” Comunque considerato tutto ciò, sono daccordo sul fatto che la scelta è tra due, e solo tra due casi.
O Dio non c’è, oppure se c’è, è il Dio cristiano. Perchè?
La valutazione va fatta a monte e avviene per esclusione.
 
L’esclusione
Quello che appare come situazione oggettiva è che se c’è un Dio questo è nascosto.
Se esiste Dio si è nascosto, dunque bisogna escludere ogni religione che non afferma che Dio è nascosto. Ora solo per ebrei e cristiani Dio si è nascosto ("abconditus"), e solo il cristianesimo pone come uno dei principi il nascondimento di Dio. Il Dio giudeo-cristiano cerca l’uomo nella storia e l’uomo cerca Dio, del resto non si può cercare ciò che è palese, perchè se così non fosse noi non dovremmo cercarlo.
Il Dio della montagna, il Dio degli ebrei e dei cristiani, è l'unico Dio che si è celato all'uomo ma che si lascia intravedere. Nell’antico testamento: il Dio degli ebrei Jahvè dice di se stesso “Io abito nella caligine”(1 Re cap.8) (*). Dio è vicino ma si è nascosto nell'incanto nella meraviglia della natura. La natura e tutto ciò che appare non indica né tanto meno esclude la presenza di un Dio che si “cela” non appare : “poiché Dio”. “Invisibilia enim Ipsius a creatura mundi per ea quae facta sunt, intellecta conspiciuntur” (Ep. ad Rom., 1, 20). La natura dunque, può essere un buon inizio di ricerca che non si basa sulla fantasia ma sulla stato delle cose; "l'invisibilità" del Dio nascosto diventa visibile nella natura, dall'infinitesima particella alla grandiosità dell'universo.
Si nasconde dunque, questo Dio, ma perché nascondersi? Si nasconde chi vuole essere cercato, perchè se così non fosse non avrebbe lascito IN TUTTO "una traccia di se"; nella natura, dentro di me, nel mio pensiero fatto per ricercare... ma per ricercare cosa, se non l'artefice di tutto ciò che è vero? Ovunque l'occhio e la mente si posi, tutto parla, anche il semplice canto degli uccelli, della musica e dell'armonia che risuona nell'universo. Chi vede questa meraviglia comprende che c'è un artefice che si è celato, ma che continua a dirigere l'orchestra di questa musica universale in cui tutti siamo coinvolti.
C’è da cogliere l’evidenza di una cosa:“ solamente un Dio nascosto può intraprendere con gli uomini un rapporto di libertà e non di necessità; il cristianesimo dà all’ateismo il diritto di esistere, perché Dio rispetta la libertà dell’uomo. La “discrezione di Dio è nel dubbio che avvolge la sua esistenza lascia all’uomo la libertà di sceglierei amarlo: Gesù chiede a Simon Pietro “Mi ami tu?”
Solo nel cristianesimo Dio e l’uomo, si cercano e si incontrano in Gesù che fa dei due una sola cosa: “io e il padre siamo una sola cosa..
Perché il Dio unico?
Ora dal momento che voglio ricercare Dio fra le "tante verità" tra i tanti dei devo ricercare quello VERO altrimenti la mia ricerca non avrebbe senso.
Dio è VERITA', la verità è fedele a se stessa, altrimenti non sussisterebbe, la Verità rinnegata continua a sussistere perché è fedele a se stessa, in essa tutto sussiste eccetto la falsità. Se esiste Dio non può che essere altri che UN DIO VERO, altrimenti se ciò non fosse, tutto non sarebbe nè vero nè credibile: TUTTO RISULTEREBBE FALSO (quello che sta succedendo nelle nostre società che hanno cancellato la verità sostituendola con una libera interpretazione della stessa come vedremo in seguito).
Tutto è stato ricusato, in una “bolla-spazio-tempo-materia”, nella “ terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre.” (Gb 10: 22) dice la Genesi. Il Dio Vero rifiutato, si è
nascosto nella "caligine" (*) .
(*) foschia dovuta a pulviscolo o a fumi; offuscamento dell'aria; in senso fig., della mente etimologia più specifica del termine interessante da leggere specialmente x chi ama la scienza
Ora, solo il Dio nascosto, il Dio della montagna di Abramo Isacco e Giacobbe, il dio di Mosè, accusa i falsi dei chiamandoli idoli, perché sono “fatti da mani d'uomo”. Gli idoli nascono dalle idee dell'uomo “verità ad personam” che poi vengono trasformate nel mondo e in divinità, ad es. il dio della guerra Indra, Týr, Camaxtli , Anat , Bishamon-ten, Abigor, ecc..del sesso Pekko, Tlazolteolt, ecc.. del potere... della magia....Heka....ecc.. ecc.......fino ad arrivare all’illusione delle illusioni: dio è l’uomo.
Il Dio vero non ha paura di concorrenza, perché ciò che è falso non può concorrere, invece invita alla conoscenza, cioè invita a "bucare la caligine" a guardare “oltre il confine” :
Ma la caligine sarà dissipata, poiché non ci sarà più oscurità dove ora è angoscia. (Is 8: 22) perché Egli si rivela a chi lo ricerca e lo ama “ ed è lì che la caligine si dissipa: “nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”(Mt 11,25).
Un Dio geloso
L’amore dato e richiesto da questo Dio è assoluto; Egli stesso si definisce “un Dio geloso” perché questo amore in se già comprende tutto e chi non lo capisce e si attacca alle cose di questo mondo credendo di aver trovato il tutto e non è capace di andare oltre ha già perduto tutto: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me” (Mt 10,37). Il Tutto che si offre aspetta una risposta altrettanto totale perché coinvolge tutta la persona e l’intera vita: Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Perché si è nascosto?
Hai mai giocato a “nascondino” da bambino? " se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” (Mt 18, 3), questo perché i bambini hanno sete di conoscenza e sono pronti ad ascoltare per poter giocare. A giocare non solo ci si diverte ma si impara, il bambino non sa di sapere e mediante il gioco apprende; bene, l'uomo con Dio è proprio così. Questo Nostro Dio, il Dio cristiano gioca a nascondino con l'uomo, come l'uomo all'inizio si era nascosto a Dio, ricordi Adamo? Dopo aver disobbedito a Dio si era nascosto e Dio lo chiama: "Dove sei?". Da allora è Dio che si nasconde all'uomo per farsi trovare, del resto la posta data è grande è il TUTTO, è la vita stessa. Tornare bambini è un po' questo: avare l'entusiasmo di tornare a giocare con Dio per poter riconoscere il suo amore e riabbracciare il tutto perduto. Ci si nasconde perché l’altro ci cerchi; è un gioco d’amore, l’uomo ha scelto di allontanarsi da Dio, Dio si fa cercare dall’uomo. Dio non è onnipotente , l’onnipotenza di Dio cessa di esistere di fronte alla libera scelta dell’uomo di voler stare o meno con lui, “libero arbitrio” la libertà. Dio “si è avvolto di ombra per rendere la fede più appassionata e anche…per perdonare il nostro rifiuto”. Gesù ce lo spiega con la parabola del figliol prodigo; il figlio che per libera scelta si allontana dal padre facendosi dare in anticipo l’eredità e poi, invece, finisce fra i maiali, (che è l’animale più impuro per gli ebrei e Gesù era ebreo), solo allora questo figlio che si era allontanato dal padre per finire a spalare la cacca del maiale, ha un sussulto, Gesù racconta: “ritorna in se”, e decide, sceglie, di fare ritorno alla casa del Padre, da quel Padre che con sua meraviglia quando lo vede non lo rimprovera, non lo respinge, ma “gli corre incontro” (Luca 15) per abbracciarlo, il “gioco” del figliol prodigo è finito e comincia la festa.
Dio non poteva creare che nascondendosi altrimenti non avrebbe potuto esistere che Dio solo. Forse egli ha lasciato intendere di se quanto basta perché dalla fede in Lui l’uomo sia spinto ad occuparsi dell’uomo, perché non sia abbagliato dal cielo tanto da disinteressarsi della terra. (Simone Weil). Ecco che il cristiano sta “con i piedi per terra e non si astrae dal mondo” e, non per ultimo la considerazione provocatoria di Pascal La fede è una cosa così grande che è giusto che coloro che non vogliono prendersi la pena ricercarla ne sono privati” Perciò “c’è abbastanza luce per chi vuole credere, ma abbastanza buio per chi non vuole credere”
 
l’islamismo
Per l’altra religione l’islamismo“Dio Allàh, “è il sole che splende nel cielo a mezzogiorno”. L’ateismo per un mussulmano è incomprensibile e poi aggiungerei qualcosa riguardo alla testimonianza chi è testimone di Maometto? Testimone di Maometto è l’arcangelo Gabriele che ha dettato “di sana pianta” i versi chiamati “corano” a Mohamed (Maometto). Chi è testimone di Gesù Cristo? Non solo i 12 apostoli che gli sono stati vicino e lo hanno seguito, ma tantissimi altri “In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta:” e sottolineare la veridicità “la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti”(1Cor 15,6). (e qui …la testimonianza continua proprio perché Gesù risorto si può incontrare)”
Il teismo
Il teismo: “L’obiezione classica stringe il teismo in un dilemma: o Dio può impedire il male e allora non è buono perché non lo impedisce; o Dio non può impedire il male e allora non è onnipotente: in entrambi i casi manca a Dio un attributo essenziale o la bontà o la potenza.” Per le dottrine asiatiche la realtà del mondo va negata e superata astraendosi dal mondo, mentre il cristiano combatte e vince il mondo con la sola forza dell’amore che trasforma l’essere in se. Dunque la realtà non viene negata ma accetta e trasformata dall’essere in se, che è unito a Dio in Gesù Cristo; così anche la sofferenza e la morte possono essere trasformate dalla fede nell’amore di Dio e comprese. Solo in Gesù, immagine di un Dio crocifisso, il male non viene né evitato né spigato ma compreso, assunto da un dio che lo giustifica sulla sua pelle. “Che rispetto avere per quel Dio che avrebbe creato il male estraniandosi da questa creazione?” “Il Dio cristiano non ci aiuta grazie alla sua onnipotenza, ma grazie alla sua debolezza” (Bonhoffer) Gesù Cristo non distrugge la croce ci si sdraia sopra e “soltanto il Dio che soffre ha potenza sufficiente per venire in aiuto”, perché si è spogliato della sua divinità per condividerne tutta l’umanità, compresa la sofferenza.
Perché non è un’invenzione
Credo che “ i gesti e le parole di Gesù sono sempre completamente diversi da quello che ci si attende da “un Dio inventato dagli uomini.” Lutero notava che “questo Dio ha assunto tutte le caratteristiche che gli uomini di sempre considerano l’opposto della divinità”.
Il Dio dell’incontro nella la testimonianza personale
Pertanto Dio per il cristianesimo è” una persona che va alla ricerca delle persone”. Quando si può dire di conoscere veramente l’altro, solo quando lo si incontra autenticamente. Nell’incontro l’altro ci comunica se stesso, si rivela nel rapporto di fiducia che si istaura; nella fede. “Ecco perché non può bastare affermare che Dio esiste per conoscerlo, questo è il Dio delle “religioni” per es. islàm significa “sottomissione”. Neanche basta accumulare dimostrazioni perché questo sarebbe un Dio del quale il pensiero moderno giustamente si scontra: viene accusato dal male che da sempre stravolge il mondo e la scienza può farne a meno. Questo è il Dio del deismo che è distante dal cristianesimo quanto l’ateismo”. Dopo la morte di Gesù gli apostoli erano terrorizzati dalla paura di fare la stessa sua fine, difatti si erano chiusi dentro, Pietro lo aveva anche rinnegato per lo stesso motivo, quindi erano tristi, impauriti, avviliti, ma succede un fatto che li trasforma, cambia cioè la loro vita: l’incontro con Gesù risorto che gli dice:“Coraggio non temete”, è il coraggio della gioia, l’incontro con l’Emanuelle IL DIO CON NOI “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi”. Ecco la novità del cristianesimo, la buona novella”: la resurrezione da annunciare al mondo con gioia della fede data dall’incontro con il Cristo risorto. Egli è il Dio della gioia non della sofferenza. Il cristianesimo si riferisce a un Dio Persona, l’altro non è una “dottrina” ma un incontro con quel Dio che ci ha scelto e che scegliamo di amare. Come Pascal sono convinta che il cristianesimo è “diverso”, che il Dio che annuncia è “l’Altro” ed ecco perché è la più “ragionevole” delle vie.

Perché siamo incastrati nel “gioco”
Perché " la puntata" è veramente grossa! Perché il prezzo del gioco è la vita stessa.
Ma oggi le ragioni di Pascal, come direbbe lui: "le ragioni del cuore che la ragione non comprende" sono ancora attuali? E’ vero che ragione e fede non possono conciliarsi?
Io credo che entrambe, fede e ragione, viaggino insieme ma per strade diverse, ma in fine la scelta, “la puntata”, resta comunque l’opzione fondamentale. Il calcolo delle probabilità del 50% e 50% è sempre attuale difatti l’esistenza di Dio, come vedremo, ancor oggi non si può né smentire né provare, pertanto non resta che avvicinarsi alla frontiera dell’oltre dove fede e ragione arrivano insieme.
Tommaso è la parte della nostra razionalità che di fronte all' "esplosione" della fede, vuole giustamente, o meglio umanamente, una "prova", un "segno": vuole “toccare con mano “Tocca con mano il segno dei chiodi e non essere più incredulo, ma credente”.
Tommaso siamo tutti noi.
Gesù stesso anche se dice:"Beati quelli che pur non vedendo crederanno”, sa bene che tutti noi siamo un po’ come Tommaso, abbiamo comunque nella nostra vita bisogno di "vedere" di "toccare". I nostri sensi sono fatti per questo e Dio lo sa, altrimenti perché ce li avrebbe fatti? Anche quella di Tommaso è una manifestazione di fede “se non metto il dito nelle piaghe ……” questa è la “sfida umana” della ragione alla fede ma, Gesù alla fine, si lascia toccare da Tommaso. Tommaso è l'uomo che non abbandona la sua razionalità neanche difronte “alla frontiera”, ma alla fine chi vince è l’uomo che con la sua ragione ma anche con la sua fede non può fare a meno di contemplare “l’oltre”: infine anche Tommaso dirà “Mio Signore e mio Dio”.

Da “Ipotesi su Gesù” di A. Messori
Quando anche la scienza conduce al “confine dell’oltre”
"la scienza senza la religione è zoppa,la religione senza la Scienza è cieca".............
Albert Einstein....,,,
Ancora, oggi si pone in maniera scorretta il rapporto tra scienza e fede. Vorrei fare una premessa, ricordare cioè, forse serve, che, senza filosofia non esiterebbe neppure la scienza. La filosofia è la madre di tutta la sapienza: senza pensiero non si attua l’idea, l’esperimentazione ha la sua origine nella teoria elaborata dal pensiero umano corroborata dalla cosiddetta intuizione. Vorrei ricordare, specialmente agli “scientisti” che, ad es. un certo Erasdone, vissuto circa 300 anni a.c. arrivò a calcolare la circonferenza della terra con molta precisione, lo stesso Talete calcolò l'altezza delle piramidi solo osservando la loro ombra, per l'appunto dando origine al teorema di Talete. Pertanto, è naturale che nel dibattito tra scienza e fede chi ha più da dire a livello epistemiologico è comunque la filosofia e, mediante la filosofia la ragione umana.
La matematica dice e dimostra il rapporto matematico tra i fenomeni ma la filosofia non può che accrescere la conoscenza di un matematico o un astronomo, perché accresce la conoscenza dell'essere in se. Tra i padri della filosofia, e tra filosofi della "scuola ionica" fu proprio Talete uno dei primi a sostenere che "ogni evento aveva una causa senza che una volontà esterna al mondo potesse intervenire", egli fu anche il padre della biologia; dalla sua osservazione degli enti (cose) dedusse che l'acqua era l’elemento base dell'universo.
Il punto è questo: mentre la matematica si serve dei numeri la filosofia si pone la domanda se esistano, sembra una domanda stupida ma non lo è, di fatto da queste domande sono nate tutte le nostre conoscenze anche quella di come poter applicare i numeri alla fisica. Così da Platone, Democrito, Pitagora lo stesso Cartesio, fino ad arrivare ad arrivare al nostro grande Galileo (che aveva già ipotizzato "la quantistica" e ripreso dal mondo naturale la possibilità di poter leggere ciò che ancora non potevamo decifrare ma che era scritto in leggi ben precise). Dunque, come c'è stato un recupero della matematica dal rinascimento in poi, oggi, che ci siamo "bloccati nel relativismo", occorre un recupero della filosofia che può ancora venire in aiuto sia della scienza che della fede, (di questo ne sono convinta) guardando a tutta l'esperienza umana non tralasciando la filosofia classica, anzi, rivisitandola con nuove concezioni.
Ma oggi, questo grande nostro strumento che è il pensiero, resta purtroppo intrappolato nella "fideazione scientistica", (lasciatemi passare questo termine che riassume un po' tutto il concetto di ciò che vorrei esprimere), sia la scienza che la filosofia, sono e restano solo strumenti, mezzi per esplorare e non gli artefici a cui sottomettere il pensiero umano, il pensiero umano non può essere ingabbiato è fatto per esplorare, per uscire fuori da se, varcare “la frontiera dell’oltre”, del resto anche la scienza è fallibile proprio perché scienza, direbbe il nostro caro Popper.
Dunque il vero “rapporto”, ovvero, le strade diverse ma parallele che invece si dovrebbero percorrere dovrebbero essere ragione (scienza e filosofia inclusa), ma è necessaria anche la fede, perché avere fede significa comunque credere in quell’oltre che accende la Speranza ed è grazie a quella speranza che l’uomo è riuscito a concretizzare ed ad ottenere tante certezze. Rinunciare alla fede significa privare la vita del suo senso: il domani ha una speranza solo se qualcuno pone in questo domani la fiducia e la fede. Dunque ragione e fede entrambe, nel loro ambito rappresentano tutto l’uomo potremmo dire che rappresentano ciò che diceva Pascal, la ragione del cervello e “quella del cuore” che pur se la ragione non comprende, ci sta comunque insieme, ci convive esattamente come avviene nel cervello umano con i due emisferi.

Il cervello umano come la quantistica;
esempio di un insieme “essere per comunicare”
Il nostro cervello non fa che rispecchiare questo insieme di diversità; essere insieme divisi ma passarsi informazioni utili alla vita e alla conoscenza. Recentemente si è scoperto nella prova scientifica delle diversità dei due emisferi del cervello (nel destro nascono le emozioni la creatività la genialità, l'arte, nel sinistro la razionalità, il sapere), che i due pur non comunicando fra di loro, riescono comunque a ottenere il risultato insieme. Il risultato è "energia che si trasforma in una idea e l’idea in azione", non è un caso  perché un’ idea è il frutto di una elaborazione di entrambi i lobi celebrali. Ora tutto ciò mi ha ricordato "le particelle della quantistica” incontrate nella mia ricerca quale argomento da esporre sul forum.
Difatti nell'infinitamente piccolo oggi si gioca la sfida per comprendere il fulcro della vita, la materia non è fatta solo di “tangibilità” ma è anche oltre il tangibile; un composto di energia, onde e particelle. Il nostro cervello non fa che rispecchiare questo insieme, un insieme da comunicare, un insieme non solo di neuroni, ma di neuroni che riescono a manifestare la forma, l'arte e a comunicare il pensiero e noi stessi. L’essere stesso si comunica per trasmettere energia e conoscenza, e questa conoscenza una volta trasmessa "vive" nell'altro, in un dialogo, in uno scambio, ciò rappresenta la concreta possibilità di varcare “il confine dell’oltre se”; questo è “il pensiero della frontiera”.
Allo stesso modo si comportano le particelle infinitamente piccole nella quantistica, per infinitesimali si intende la dimensione conosciuta del "piccolo" . Queste particelle fatte di onde e corpuscoli seguono un "principio" detto "d'inseparabilità", sono unite anche se distanti e non si capisce come ma pur non comunicando si influenzano; un'informazione data ad una passa anche ad un'altra, ma attualmente la scienza si è fermata non riesce a comprendere tutto di una particella, se ci si prova questa "sfugge", è come se si frapponesse al razionalismo un ostacolo e lì, nell’infinitamente piccolo la scienza ha trovato il suo limite. Pertanto queste particelle non sono "finite" ma al momento sono inconoscibili e lì, che si ferma la ragione.
E’ presso questo confine, proprio perché inconoscibile, che il tutto si lascia alla "casualità”, ma ciò non è un “caso” è un progetto che si attua in potenza, parimenti non è un “caso” l’evoluzione della specie constatata da Darwin. Ma tornando alla nostra particella e… al nostro “confine” è lì che Higgs ha ipotizzato il famoso “bosone”, la così detta “particella di Dio” o “essenza del mondo”, ciò che oggi gli scienziati stanno cercando di provare a "vedere” , sperimentando mediante l'acceleratore del CERN costruito in Svizzera.(*)
C’è chi ha anche ipotizzato per unificare nell'infinitamente piccolo le 4 leggi dell'universo, addirittura un universo a 11 dimensioni.
Ma una cosa è certa ed è un paradosso: dall'infinitamente piccolo è nato tutto l'universo, pertanto già in quel momento iniziale, l'infinitamente piccolo possedeva in se tutta l'energia esistente e dunque tutta la potenza necessaria dell'universo:ecco il paradosso.
Ora, l'Amore, ha in se questa energia: ho letto la teoria di Pank, essa spiega perchè un corpo riscaldato diventa luminoso anche se non c'è fuoco o sorgente luminosa, e come da rosso man mano diventi alla fine bianco. La luce della trasfigurazione di Gesù è descritta in questo modo bianca: " le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche" e la luce della resurrezione è bianca: "Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura “Matteo 11,25. E’ una luce che “spaventa”
(*)Per chi vuole comprendere con semplicità (l'ho capita pure io che di fisica non ne so un tubo), lascio il sito di un articolo molto interessante proprio per la sua semplicità di spiegazione scritto da un fisico che lavora a questo progetto del CENRN che spiega "al suo cane" Oliver questa "essenza" che si sta ricercando http://www.bivacco.net/marco/index.php/2007/01/23/il-bosone-di-higgs-spiegato-a-oliver/ .
Comunque ragione e fede non si possono conciliare, sono come i due emisferi del cervello destro e sinistro ...ma pur non conciliandosi devono poter coesistere insieme uniti in questa avventura tutta da scoprire che è la vita.
E’ allora che si può comprendere quel "pazzo" filosofo, matematico di Pascal, con la sua "ragione del cuore che la ragione non comprende" . Non comprende la ragione ma, intravede, intuisce, afferra e...decide la ragione, decide di "giocare" o meno una partita... in quel "gioco" di Dio, che è la vita stessa, ciò che fa dire a Albert Einstein "Dio gioca a dadi con il mondo" e chi crede di essere fuori dal gioco si sbaglia, l'indecisione non ferma il gioco: "i dadi sono stati gettati”, non è forse questo che dicono gli “scientisti del caso” sull’evoluzione delle specie? “è come se la natura gettasse dei dadi”.

La natura ha in se una legge…

La natura ha in se una legge; una morale comportamentale, che può sembrare spietata, ma che si evolve in organismi capaci di adattarsi e che la natura determina in base ad una selezione naturale. Dunque, quando si parla di legge naturale ci si riferisce a quei principi detti “caso” che sono finora in conoscibili che regolano la vita permettendone la sua continuazione.
I fautori del caso affermano che alcune specie sopravvivono per capacità proprie altre soccombono alle condizioni ambientali, ai predatori o quant’altro. Pertanto non ha nessun senso dire che la vita ha come scopo la spinta alla continuazione della vita stessa quale evoluzione.. ma la biologia oggi afferma che nella natura esiste "un programma" ad es. un embrione ha nei suoi cromosomi un piano, ha tutta l'informazione per divenire un uomo, non lo è ancora ma lo potrà divenire.
Ma come si manifesta la vita biologicamente parlando? La vita si manifesta nella libertà della casualità dell'incontro tra due sostanze diverse che si uniscono insieme. La vita nasce da questo incontro di libertà o casualità, il fine della vita è l'incontro," l'essere insieme".
Ora come definiresti l'essere insieme, il fondersi, nella ricerca dell’unità con l’altro per dare la vita se non con la parola atto d’amore? Il senso della vita, nel “dono di se” è l'Amore.
" La vita segue un programma l'insieme delle potenzialità incorporate nella sostanza dei geni" (il premio nobel Salvador Luria).
Ora il programma ha in se un carattere di potenza e probabilità; l’evoluzione deve fare i conti con le così dette “onde di probabilità” che svolgono un’azione dinamica e producono fenomeni che sembrano essere non riproducibili e dunque non spiegabili: “caso”, ma cosa significa caso? Caso è “ ciò che tende si muove e si produce da sé» autonomamente, ecco perché il "caso" è evoluzione in quanto ha in se un programma in potenza che si attua in probabilità "onde di probabilità" e tutto ciò è libertà allo stato puro.
Metaforicamente parlando "il caso" è paragonabile al vento, al vento dello Spirito di Dio, ed il vento è libertà allo stato puro, così come lo descrive lo stesso Giovanni:”Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».
Ora qual'é la differenza con il divenire guidato da una Logos (mente)?

Che cos’è il Logos? Provo a riassumere.
Dal pensiero o logos nasce il disegno; l'uomo ad es. ha una mente fatta per produrre energia che si trasforma in azione, ma tutto questo avviene in quanto la mente è capace di ideare, progettare. Cioè, quando dico "idea" non mi riferisco a un non senso ma ad un progetto che segue una logica. Ora se rivolgi questo progetto che segue una logica, su ciò che ci circonda (visibile e non visibile) hai il LOGOS. La logica del Logos è comunicare l'essere... Ecco, ora mi fermo perché tutto ciò è la metafisica, che come diceva Aristotele è la più alta delle scienze perché può cogliere l'essenza stessa del pensiero nel suo assoluto.
Il "caso" o “Logos” è evoluzione in quanto ha in se un programma in potenza che si attua in probabilità: è libertà allo stato puro... Il principio da preservare è la potenza della libertà che è capace di "creare". Questo "programma di libertà" che ha in se tutta la sua potenza può raggiungere la sua attuazione con la persona: l'uomo è persona è capace cioè di realizzare il programma, difatti ha in se l'autodeterminazione, la capacità di scegliere, sa progettare, non sa creare ma sa trasformare e dunque l'uomo può trasformare tutta la potenza in atto, tutta la forza dell'origine del programma, anzi può essere “il programma” che egli stesso attuata nel "farsi carico" dell'altro: "IO SONO PER TE E TU SEI PER ME: NOI SIAMO": ecco la realizzazione del programma perfetto, la natura lo cerca e lo attende da sempre:
"Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio;
essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto;
essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo
. ""(Rm 8: 19)
Quella libertà iniziale dell'atto in potenza si può realizzare pienamente mediante l'uomo, anche l'uomo viene trasformato interiormente da questa forza che opera e agisce in piena libertà che è lo Spirito; nella capacità di Amare l'uomo realizza la Libertà dell’essere per l’Altro, l’Uno per Tutto e il Tutto per l’Uno.
Certamente, l'impronta genetica della persona non è la persona, non è tutto il programma, è una traccia, “l'eredità biologica “, il DNA che è il fornitore delle risorse genetiche, ma poi via via, c’è l’ambiente che diventa il fornitore della crescita alimentare dell’individuo e di quella cognitiva. A questo divenire certamente contribuisce l'ambiente, ma l’attore principale è comunque la persona.
I termini che ho usato, Logos, evoluzione e caso, sono il modo non religioso per indicare su un’unica cosa, le origini della vita: un progetto, un disegno, “un caso” che si realizza comunque.
Ma perché Dio dovrebbe voler creare delle mutazioni in una specie per farla finire dritta dritta in un’estinzione?
La fede risponde a questa domanda avvalendosi della Parola lasciata da Gesù. Gesù dice “il mio regno non è di questo mondo” Gv 18: 36, E’ un regno che deve venire, ed è in divenire, difatti nel Padre nostro che Gesù stesso ci ha insegnato noi diciamo: “venga il tuo regno”; un regno che è vicino "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" perché con la venuta di Gesù è già in mezzo a noi "il regno di Dio è qui in mezzo a voi". Ma meglio di tutti spiega la parabola del seme gettato nel campo: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?
Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo."
Da notare che questo padrone ha lavorato di persona, lui stesso e ha seminato del buon seme ma... un suo nemico agisce “mentre tutti dormono” e semina l’erba cattiva la zizzania. C’è da dire che Gesù spesso sottolinea che "il dormire" l'addormentarsi nella routine della vita lascia spazio al nemico ecco perché ai suoi dice "vegliate". Quando c’è l’esplosione della fioritura nel campo non c’è solo il buon seme, non c’è solo ordine, c’è anche il disordine, la zizzania ma questo disordine non è stato posto da Dio ma dal “nemico”.
E ancora, il regno è paragonato al più piccolo, “minuscolo, di tutti i semi” capace però di trasformarsi nell’albero più grande. Oppure “al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta la pasta si fermenti".

Dio non è malvagio, semplicemente non può operare senza l’aiuto dell’uomo, il regno è un seme spirituale deposto nel cuore dell’uomo, che se “si fa impastare” trasforma e lievita tutta la pasta, cioè può cambiare già da oggi la realtà partendo da quel lievito, che fermenta riportando la gioia e l'armonia anche nella natura.
questo regno non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo”

Dal Forum:
Creazione e Darwinismo

Parla Arnould, frate-ingegnere che concilia evoluzionismo e creazione
"Non importa tanto il Big Bang, ossia l'inizio temporale, bensì il rapporto d'origine tra noi e il Padre; è solo lui che possiede il senso del mondo".
"La selezione delle specie non è una legge che dà il significato della realtà, serve soltanto come principio per collegare gli eventi tra loro"
Da Avvenire: http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/000621a.htm

Argi: La teoria dell'evoluzione di Darwin parte dall'osservazione dell'adattamento della vita all'ambiente terrestre ma il tutto si è "evoluto" da quella "polvere" cosmica, dall'acqua e dalla luce. Lo studio della genetica oggi dimostra come i vari geni si uniscono e abbiano un "codice" ben definito a formare le varie forme di vita; il "codice uomo" è la vita intelligente. Ciò non può essere "un caso" perché "nel codice c’ è "una legge, un indirizzo" per arrivare a comporre la vita nelle sue varie specie un indirizzo che agisce in libertà (“caso”). E’ da notare, che quanto è scritto nella bibbia in genesi, non contraddice tutto ciò, anzi lo ha anticipato. Il testo sacro parla di spazio "informe e vuoto", dove "aleggia" lo Spirito di Dio. Dio parla e tutto nell'informità prende forma:"Dio disse"! Poi … l'evoluzione della vita a partire dall'acqua " Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo ed ecco “il codice" :
"La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:"",
Poi parla di "polvere" dalla quale è tratto l'uomo, ma solo dopo che "il soffio di Dio" gli dona la vita, il soffio di Dio è lo Spirito che da la vita a tutto. http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__P2.HTM

Infine il lavoro di Dio della creazione non è "istantaneo" è scritto simbolicamente 7 giorni, 7 nella bibbia è il numero della perfezione, difatti alla fine di ogni giorno il testo sacro ripete "e Dio vide che era cosa buona", solo alla fine della creazione dell'uomo, che Dio fa sua immagine e somiglianza, il testo dice "e Dio vide che era cosa molto buona" e inizia il dialogo con l'uomo. Il vedere di Dio è già nell’idea del suo progetto. Infine e solo alla fine di quella che deve essere stata una lunga fatica "si riposò". Ora dimmi dove vedi contraddizione? Io vedo un incredibile anticipazione nel testo che è il più antico del mondo di ciò che la scienza ha scoperto e sta cercando di scoprire.
UTENTE: Cara argi, perdona, ma non ho mai escluso il tocco divino nel grande cosmo! anzi...io ci credo!
l'oggetto del dibattito, però, è totalmente differente, ossia volto a negare completamente la teoria dell'evoluzione optando per una creazione alla "pataffutte!! e furono fatte le specie!!!!", cioè come sono spuntate, come sono rimaste! immobili, immutabili... e cioè prendendo alla lettera la genesi, e non alla simbolica!!
Argi: Cara “…..” la bibbia è piena di simbolismi . Il simbolo è lo strumento che introduce alla conoscenza. Pertanto la genesi da sempre, per chi conosce le sacre scritture, è il racconto "simbolico" per la comprensione della creazione. Da notare, come ho già scritto, che il simbolo è comunque una porta reale per entrare nella luce della conoscenza: es. "l'informità", "il vuoto", "la polvere", lo Spirito "il soffio di Vita" ecc….sono simboli (parte riguardo la simbologia ….)
UTENTE 2: Perché ci deve essere a tutti i costi un "creatore"? Tutti partano dal presupposto (dato per scontato) che tutto è stato creato da qualcuno/qualcosa: perché? Non potrebbe essere che siamo tutti parte di un ingranaggio che non è stato mai creato da nessuno e che piano piano si è sviluppato fino ad arrivare quello che è oggi?
Argi: Tutto è possibile, anche l’antico motto di Anassagora del V secolo a.c. ripreso da Antoine Lavoisier, «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma non è stato ancora smentito dalla scienza, Ma di fronte all’affermare che tutta la creazione si sia sviluppata da un "caso", di contro obietterei che, data la realtà della perfezione di tutta la natura e, rilevato che tutto il processo di Darwin è dettato da talmente tante lunghe catene "imprevedibili" che la stessa imprevedibilità (scusate il gioco di parole) diventa improbabile, non prevedibile neanche scientificamente. Karl Popper avrebbe affermato che “le teorie che non sono falsificabili di principio non sono scientifiche, tuttavia una teoria non scientifica non è necessariamente falsa”. Peraltro più correttamente la scienza non è in grado di chiarire se sia verosimile o falsa. In sostanza la teoria del “ caso” non è prevedibile perchè “sfugge” alla ragione. La creazione “sfugge” alla ragione come il famoso “bosone di Higgins”, la ragione da sola non ce la fa, occorre qualcosa d’altro, l’altra parte dell’emisfero del nostro cervello che ci spinge verso “l’irrazionalità”: occorre anche “il cuore” come diceva il nostro Pascal.
Se la legge fosse solo quella naturale che cosa sarebbe del senso della giustizia?
Per Darwin il senso della giustizia non è che abitudine.
UTENTE 2: Stai farneticando? Quando mai Darwin l'avrebbe sostenuto?
Argi: di Francesco Agnoli:

"
Ma andiamo con ordine. Bisogna anzitutto ricordare che l'evoluzione in sé è perfettamente compatibile con il pensiero cristiano e con il concetto di creazione, al punto che fu in qualche modo intuito già da Basilio, Gregorio di Nissa, Agostino d'Ippona e tanti altri, i quali ritenevano che Dio, nel creare la materia, avesse immesso in essa le capacità, o "rationes seminales", per generare nel tempo le varie creature. Ma non è altresì compatibile con l'antropologia cattolica l'idea darwinista, per nulla scientifica, che tutto sia dovuto al caso, e che l'anima non sia in fondo che materia evolutasi attraverso imprecisate ed inspiegabili modalità. Non è compatibile con la nostra fede, né con l'intelligenza, ritenere, come facevano già nell'Ottocento pensatori darwinisti, che il cervello sia solo una macchina a vapore, e che il pensiero venga da esso prodotto analogamente a come l'urina o i succhi gastrici vengono secreti da altri organi. Se infatti così fosse, crollerebbero i fondamenti per affermare la libertà dell'uomo, la sua coscienza, la morale, l'immortalità dell'anima, le sue aspirazioni e tutto ciò che fa di noi degli "animali" razionali, sociali, capaci di scegliere tra il bene e il male.
Ne è consapevole lo stesso Darwin, allorché sostiene che il senso di giustizia dipende dall'abitudine, e non riguarda qualcosa di metafisicamente vero: «Se ad esempio gli uomini fossero allevati nelle stesse condizioni precise delle api, possiamo supporre che, come le api operaie, le nostre femmine non sposate riterrebbero un sacro dovere uccidere i loro fratelli, le madri cercherebbero di uccidere le loro figlie fertili, e nessuno penserebbe di intervenire»
(L'origine dell'uomo, trad.it., Newton Compton, Roma 1994, p.603).

Così, se l'uomo fosse veramente, solamente, un'altra forma di scimmia, verrebbe meno l'idea, come scriveva Russell, che possano esistere dei "diritti umani
" sacri ed inviolabili, superiori a quelli delle altre creature. Infatti, a ben vedere, dovrebbe valere, per le bestie come per noi, la stessa legge: quella del più forte, la legge della selezione naturale. Legge, questa, che piaceva indifferentemente a Marx ed Engels, che la considerava l'altra faccia della medaglia della lotta di classe, e agli economisti liberisti, di cui Darwin era un accanito lettore, ritenendo che «la forza motrice dell' evoluzione» fosse «una specie di economia biologica in un mondo di libera concorrenza».

 
UTENTE : Certo nella bibbia il caratterino di Dio sembra essere proprio questo, lui crea l’uomo, si pente della sua creazione perché non è come la voleva lui e gli manda giù un bel diluvio.
Non solo è pasticcione, crea e si pente perché gli viene male, ma poi disfa pure salvandone solo uno, Noè, quello che gli era venuto su meglio.
Ma un dio così davvero noi lo possiamo volere? O non è meglio per Lui che lasciamo stare la sua volontà e i suoi progetti più o meno intelligenti e lasciamo la responsabilità solo alla natura?
Argi: Dio crea ;“getta il suo seme buono”, un progetto ordinato “il seme” si trasforma, ogni cosa si trasforma su questa terra “se il chicco di grano non muore non porta frutto”: è il frutto ciò che conta, è “la staffetta del bene” cioè quanto amore si è seminato a nostra volta, che conduce al progetto di Dio: l’Uomo nuovo, l’uomo evoluto non solo nella materia ma anche nello spirito. Questo Figlio il primo di una nuova generazione è Gesù, “il nuovo Adamo”, il Figlio che ama il Padre e sceglie di ritornare al Padre per dare vita alla nova creazione o “ricreazione” dove Dio è finalmente insieme, unito alla sua creazione. Anche la quantistica sembra avvalorare tale tesi. Le particelle infinitamente piccole nella quantistica seguono un "principio" detto "d'inseparabilità"; sono unite anche se distanti. Tutto è compreso, tutto è avvolto, e tutto viene configurato nella materia ma il tutto secondo una legge che sfugge all'analisi logica, sfugge, come le minuscole particelle della quantistica, sfugge come lo spiegarsi come fanno i due emisferi del nostro cervello che, pur non comunicando riescono a produrre insieme azione e energia.
UTENTE: Che cosa dice a proposito dell’anima la religione cristiana? Quando c’è l’input che fa partire tutto?
Argi: Nell'uomo anima e corpo sono un tutt'uno o "sinolo" (S. Tommaso lo sottolinea riprendendo Aristotele); l'anima vivifica il corpo e le dà il possesso della capacità di vivere. Dio crea tutto: materia e forma. -Ciò che non è materia è spirito (ad es. gli angeli sono esseri spirituali), L'anima è la parte spirituale dell'uomo e in quanto spirito non può morire. Nell'anima c'è anche la volontà e la libertà. Anche se sembra che in Paolo ci sia una dualità tra anima e Spirito ciò riguarda l'inizio; lo Spirito è fin dall'inizio colui che sospinge quell'inizio (alfa) verso l'unità completa con Dio (omega).
Per quanto riguarda la tua domanda se guardiamo ai 2 racconti della creazione, nel primo c'è lo Spirito di Dio che "aleggia". La presenza della vita di Dio (notare il verbo alee, area) poi Dio crea gli esseri viventi e li benedice, benedire significa unirsi a loro, gli dà vita, lo Spirito è in loro, quale fattore di dono, Dio crea per amore, lo Spirito è un dono di vita alle stesse creature. Poi Dio fa l'uomo a sua immagine e somiglianza (di tutte le creature solo questa ha entrambi i "codici", immagine e somiglianza) e benedice anche l'uomo, dona all'uomo lo spirito che è un tutt'uno con l'anima, l'anima è anche potenziale di conoscenza, consapevolezza e soprattutto l'anima è libera; è la sola cosa che appartiene all'uomo, ma che comunque l'uomo dovrà ricondurre alla presenza di Dio.
Ultima cosa, per l 'esperienza acquisita in questi anni nella fede, posso testimoniare che Dio si manifesta proprio nel piccolo, nel piccolo c'è già tutto il riassunto dell'esistenza; nel DNA umano c'è il riassunto di ciò che sarà l'uomo. Il secondo racconto della creazione sottolinea che senza l'acqua nulla nasce sulla terra; l'acqua piccolo elemento ma vitale (come aveva già notato Talete) è l'elemento senza il quale la vita non nasce sulla terra, dunque; aria, acqua e fuoco: questi sono tutti elementi che nella teologia biblica indicano lo Spirito. Tu hai chiesto quando c’è l’input? " La benedizione è l"input"; il sigillo della presenza della divinità, negli esseri: "Dio li benedisse" cioè sigillo, input, poi... ecco il quando "Siate fecondi e moltiplicatevi", il seme nella moltiplicazione continua (come affermava Anassagora) ed è già presente quel tutto: la cellula si scinde e ne forma altre due e poi ancora ognuna secondo la sua specie, a formare ciò per cui è stata creata, come dice la bibbia, secondo quelle origini secondo l'input di quella benedizione.
La Verità negata e la prigione del relativismo
Pascal era un matematico e da matematico aveva ben valutato la percentuale del 50% e 50% sull’esistenza o meno di Dio, tanto che questa percentuale ancora oggi è valida, difatti, entrambe le posizioni non si possono né negare né affermare.
Ma attualmente “la scommessa” di Pascal, non può essere compresa poiché la vita stessa ha perduto il senso. Viene così a mancare la motivazione della scommessa: la vita.
L’uomo odierno, specialmente nelle società occidentali, preso nell’utilitarismo dei propri fini, dalle realizzazioni dei propri singoli interessi ,“singole verità”, carcerato nel relativismo etico, ha di fatto rinunciato alle potenzialità della ricerca Tommasiana, cioè alle possibilità intrinseche di tutto l’uomo di poter ricercare la Verità e dunque di ricercare Dio. Pertanto oggi la domanda non è se Dio esiste o non esiste, perché questo, nell’utilitarismo passa in secondo piano. Nell’utilitarismo la vera domanda è quella che smuove il calcolo, l’interesse dei singoli, e cioè il senso o l’utilità della ricerca stessa.
Dunque oggi la domanda che ci si pone è un’altra, ed è questa:
Ha senso cercare ancora DIO?”
Le nostre società occidentali, in nome di una mal interpretata “libertà illuminista” che è pronta ad appoggiare ogni singola verità, negano di fatto il bene e il male. Ma se il bene e il male non esistono a che serve la giustizia? Se si elimina la Verità si elimina anche la giustizia.
Ed ecco che il pensiero, ricolmo di se stesso si è “annichilito”, si è intrappolato tra mille verità relative che di fatto negano la Verità e fanno si che essa scompaia, dando luogo al caos più totale, così ad essere “ucciso” non è solo Dio, (quel “Dio è morto” profetizzato da Nietche*) ma lo stesso uomo.
Il pensiero debole nato da Kant in poi con Friedrich Nietzsche, Martin Heidege, ha portato all'uccisione di Dio. La "scala dei valori" è stata capovolta per poi essere "frammentata", sbriciolata, pertanto anche il concetto del bene ha fatto la stessa fine; il bene non è più il bene in se, ma è il bene del punto di vista del singolo individuo. Per fare un esempio, per un mafioso è bene per se arricchirsi e uccidere a discapito della società, oppure frodare lo stato non è un male perché dal punto di vista del singolo è “bene per se”. Dunque con questa concezione abbiamo il dilagare della crisi morale che tutti percepiscono.
Pertanto “Dio è morto”, ma non si è SUICIDATO, l'uomo ha voluto e dovuto ucciderlo “espellerlo dal mondo” direbbe Bhonnefer, per poter "evolversi" credendo di poter fare a meno di Dio, ma l’uomo non può essere “il Dio di se stesso” semplicemente perché l’uomo non è Dio.
Spesso si sente dire che Friedrich Nietzsche sia il dissacratore di Dio, non è così. Nietzsche vedeva già allora ciò che sarebbe accaduto, se potesse parlare ridirebbe oggi:" Guarda uomo che Dio è morto! Tu lo hai ucciso. Non vedi che “le chiese maleodorano del cadavere di questo Dio” che tu hai ucciso? E adesso, cosa sei capace di costruire tu, da solo uomo? Hai distrutto e demolito tutta la scala dei valori compreso il più alto il punto di riferimento, e adesso, puoi ricostruirla? Ecco, questa è la tua sfida ma tu, lì solo, in cima alla scala a vedere che tutto crolla. Io non ci sono riuscito anche se ci ho provato (con il “super uomo”). Adesso provaci tu a rimpiazzare Dio." Era un profeta vi dico!
Ha descritto decenni prima quello che oggi sta accadendo. Solo che questa "evoluzione" porta al caos e all'autodistruzione... e la sfida continua.
Bisogna ricostruire la scala dei valori partendo si dalla ragione, ma non abbandonando il valore assoluto quello del " bene" Socratico del Giusto, quello che “il vecchio” Platone insegna essere il motore della politica: “la filosofia e l’etica”.
«Il bene, se si manifesta, è comune a tutti», diceva Platone.
Se noi diciamo che il pluralismo è qualcosa di buono, allora questa frase ha un significato solo se la stessa parola «buono» ha un senso univoco. Se invece il bene e il male sono relativi, allora queste parole di fatto non hanno alcun significato". La sciagura di tutta la storia dell’umanità è data proprio da chi vuole piegare la verità secondo i propri comodi secondo logiche sporche di potere personale e totalitario, non ricercando ciò che è giusto ma cercando di "vestire" il giusto secondo il proprio pensiero.
E’ questo oggi il "nuovo" regime dittatoriale, è’ la maschera del buonismo relativista, che ha soggiogato le nostre società; ne possiamo vedere i "frutti" nella politica della "mondezza" del “sofismo dell'etica” fatta marcire, ad esempio, agli angoli delle strade di Napoli e poi fatta aspirare quale "profumo" gradito a quegli "interessi particolari" che non mirano al bene della società, perchè vedono solo e vogliono adempiuto il singolo bene o interesse personale. E' la rinuncia dell'assoluto che lascia spazio all'assolutismo.
Io non credo che l'illuminismo sia stato “un peccato di superbia”, l'uomo è dovuto crescere, è dovuto divenire consapevole delle sue capacità. E' l''illuminismo che si è posto al centro, o alla base di tutto il futuro dell'uomo. E’ da lì, dalla presa di coscienza dell'individuo che sono partite tutte le grandi ideologie del pensiero forte (idealismo, maxismo, socialismo, fascismo, nazismo ecc…) ma anche la contrapposizione del pensiero debole che, nutrito alla fonte delle nostre democrazie, ha volutamente cancellato ogni ideologia.
Ma se, ed ecco il punto, non riusciamo a riconoscere che l'uomo ha bisogno, per costruire “un etica del bene” di poter oltrepassare “la frontiera dell’oltre”, se non riconosciamo che la necessità di sapere di vivere con gli altri e non solo per se stessi, se abbiamo rinunciato a tutto ciò per approfittare di “cogliere l’attimo ” quale sfruttamento della vita, se l'uomo non sente più la necessità di avere quale “bene comune” l’integrità della vita stessa, cosa c’è di errato a dire che l'illuminismo ha fallito? Ha fallito non la ragione, ma l’ arrestarsi della ragione difronte alla accettazione delle tante verità contrapposte e la rinuncia del pensiero a ricercare quello che i padri della filosofia greca chiamavano “il bene in se”.
Ecco dunque che nulla a senso perche niente è vero. Tutto è “caos” dal momento in cui, non esiste più una verità integra con la quale rapportarsi quella “bussola”, quale punto di partenza e di arrivo il “ metro di paragone”. Tutto si sbriciola e tutto affonda in una stretta buonista, una stretta mortale che abbraccia l’uomo, la natura ed infine (questo è il paradosso), anche lo stesso pensiero umano incapace di pensare all’ “oltre se stesso”.
Non solo è saltata la scala dei valori ma sono "saltate" o comunque sono in crisi tutte le grandi ideologie (ad es. marxismo, idealismo) che costituivano la base della coesione sociale e tutto questo è un rischio perché, ad un al pensiero debole, si sta contrapponendo un altro pensiero forte che coglie impreparate le nostre società democratiche, un pensiero che mixa l'ideologia con l'integralismo religioso. Questa miscela è altamente esplosiva e va a cozzare contro il vuoto dei valori relativi delle nostre civiltà.
Il pensiero dunque si trova in un’ impasse; ha rinunciato a quello che io chiamo “il pensiero della frontiera”, il solo capace di avventurarsi “nell’oltre”, quello che sa di poter uscire fori da se per poter comunicare se stesso e per poter così incontrare l’altro pensiero e crescere in tal modo nella conoscenza, ha rinunciato cioè a quel pensiero nato con l’uomo, arricchito nell’umanesimo, che ha fatto si che si progredisse con scienza e sapienza in tutti i campi dello scibile umano, quello che ha portato al “traguardo dell’illuminismo” ma, questo “traguardo” ha costituito anche il suo limite: il non saper andare oltre la frontiera del proprio “lume”, questo è dunque il limite del pensiero ed è anche il suo “fallimento”. Questa “etica relativista” che pone tutto sullo stesso piano, è un etica fallimentare e, se applicata, porta al disfacimento di tutta la società. Pertanto, “cercare di prendere atto delle difficoltà oggettive, significa sollevare una critica positiva perchè rivolta a migliorare il futuro dell'umanità.

La verità negata: “il dubbio” e il negazionismo
(tratto da un parere di un utente)  “A seconda delle posizioni ideali, delle esperienze, del modo di vedere la vita ed il mondo, qualsiasi delle cose che generino disaccordo tra gli uomini può piacere ad alcuni e dispiacere ad altri. Ma questo non vuol dire che quelle cose abbiano in-sè una valenza assoluta di segno positivo o negativo.  Nessuna diciamolo chiaramente, è la Verità
In questo “clima relativista”, ciò che si pone in discussione è “il fatto in se”, dunque la verità, pertanto qualsiasi “fatto” può divenire motivo di negazione, da parte di chi afferma un’altra “posizione ideale” e dal momento che non ci sono più certezze, tutto diventa … “cospirazione”. E’ in questo contesto fioriscono testi quali il “Codice Da Vinci”, “e venne un mito chiamato Gesù”, “la Favola di Cristo”, ecc..ecc..ecc.. un filone di testi che ha comportato e comporta molto successo e anche molti soldi per gli stessi autori.
La motivazione è sempre la stessa; si cerca “una verità nascosta” ma per edificare poi la propria verità. Come? Davanti a varie ipotesi si sceglie sempre quella che calzi meglio al fine di dare consistenza a quella che il nostro utente chiama propriamente “posizione ideale”, posizione che, alla fine risulterà antagonista all’altra e dunque toglierà a ciò che era dato per vero, il valore di verità. E’ da sottolineare che non si muove dal dubbio ma dalla “posizione ideale” quale certezza iniziale. Nasce così “il negazionismo” che è un fenomeno radicato che ormai coinvolge tutti i fatti delle nostre società. Si nega “il fatto in se”, fino a togliergli la sua valenza, e dunque la stessa esistenza: conclusione il fatto non è vero, ovvero non esiste.
Ecco dunque che oggi una "gassazione" non è più una morte ma va "interpretata. Questo è il "negazionismo": si arriva a negare l'olocausto quale fatto opinabile non più vero. Ecco perché la verità ha bisogno di testimoni, perchè fintanto che ci saranno testimoni, resta comunque la vittima del fatto a testimoniarne l'esistenza. Ciò che è evidente che, nella ricerca della verità, chi non ne è testimone deve poter compiere un atto di fede. Io che non sono stata testimone dell’olocausto, non ho mai avuto il minimo dubbio, perché ho creduto ai testimoni e visto i filmati, i tristi reperti, ma ora come ben sapete, con il passare del tempo sono moltissimi e non solo un religioso che mettono in dubbio l'olocausto, cioè si nega la verità.  Ma non basta, per articolare ed avallare le proprie “posizioni ideali”, si cercano anche altri agganci con fatti più recenti, ad es; l’abbattimento delle torri gemelle, anche quelli visti in diretta da tutto il mondo. Sono molti quelli che non solo non credono alla shoà, ma accusano gli ebrei di essere stati loro gli artefici dell'abbattimento delle torri gemelle, questa l’ho sentita la notte di capodanno da due coniugi convintissimi antisemiti. A quel punto ho dovuto smettere la discussione, ormai divenuta troppo accesa, anche perché non c’erano spazzi in quella “certezza” (che qualcun altro aveva inculcato nella testa dato che loro non potevano essere stata testimoni di nulla). Dunque non solo “folle cospirazione” ma diabolico ….diabolico “dubbio” (quanto simile a quello della genesi…).
Gli insinuatori del “dubbio” continuano imperterriti anche oggi come in passato. Non serve neanche la tecnologia, le foto i filmati perché anche questi possono essere “truccati”…. sono tutti falsi….Tutto dunque diventa opinabile, perché tutto è FALSO, dal momento che NULLA E' VERO, nulla è più credibile; non si crede più alla verità non perché la verità non esita, ma perché si vive in un clima di presunta menzogna.  Ma noi sappiamo che non è così. La verità esiste e va ricercata nella testimonianza di chi ha vissuto e/o vive il fatto in se. C’è comunque e resta la scelta di credere alla testimonianza della notizia, per chi non è testimone, e questo è comunque un atto di fede. Ciò che mi ha fatto riflettere sono le analogie, su questa negazione del vero con il fatto della storia cristiana: oggi si mette in dubbio l'olocausto degli ebrei (che significa “il sacrificio”), a soli 60' dall'evento, come si fece allora con un altro olocausto, di un altro ebreo quello di Gesù; dopo circa 60/70 anni, dalla morte dei testimoni che avevano assistito "al fatto” (unico nella storia dell’uomo) cioè alla sua venuta e alla sua resurrezione. Per questo ho voluto proporre il negazionismo e questa relazione, quale argomento sul Forum.
Dal Forum discussione:“il negazionismo
UTENTE 1: Nella trasmissione televisiva: "La storia siamo noi" è stato spiegato che il negazionismo inizia a dilagare quando si è venuti a sapere che i giornalisti che hanno filmato l'arrivo dell'Armata Rossa ad Auschwitz, hanno invitato gli ex prigionieri a rifare il filmato perché era venuto male.
Così quelli che già erano nagazionisti hanno detto:"Ecco la prova che foto e filmati erano falsi".
Mentre solo e soltanto un filmato è stato rifatto.
E anche se è stato rifatto, rappresentava comunque la realtà dei fatti.
UTENTE 2: Ho visitato di persona Auschwitz Birkenau, sono ancora presenti cose terribili come montagne di capelli, occhiali, valigie e scarpe. La cosa che commosse più profondamente fu la vista di vestitini di neonati ed infanti.
UTENTE 3: Mi dispiace sentir gente che parla di qualcosa che NON conosce se non attraverso un sola fonte… (coi puntini di sospensione si introduce il dubbio e si lascia intendere ….ma… non si dice, questa è la tecnica di chi vuole imporre la sua posizione ideale)
Si perchè i dubbi sull'11 Settembre più che sull'accaduto si concentrano sulle paternità.. Che due aerei si siano schiantati sulle Twin Towers nessuno ha dubbi, semmai ci si chiede come siano potuti crollare quegli edifici che erano stati progettati per "assorbire" impatti plurimi di aerei di linea...(si ripetono i puntini di sospensione e … si rilascia intendere ma non si dice)
UTENTE 2: Non so a quali canali privilegiati tu possa avere accesso se non le inchieste giornalistiche ed il chiacchierio della rete. A questo punto il "conoscere" potrebbe essere un bell' eufemismo.
Non mi sono mai tappato le orecchie e non ho mai chiuso gli occhi di fronte alcun tipo di notizia, ma poi permettimi che io possa trarre le mie personalissime conclusioni. Che i sostenitori del complotto non espongono mai in modo sufficientemente esplicito. Diciamolo chiaramente, secondo costoro fu una colossale messinscena minuziosamente architettata dalla ... CIA?Non mi pare, le tesi dei complottisti sono diverse e molto varie, ci sono anche quelli (non pochi) che negano l'impatto da parte di aerei di linea, per la gioia dei parenti delle vittime che vi si trovavano a bordo. YouTube insegna.
semmai ci si chiede come siano potuti crollare quegli edifici che erano stati progettati per "assorbire" impatti plurimi di aerei di linea.” Infatti l'impatto fu assorbito, ma gli aerei erano carichi di carburante. Quelle torri erano fatte di acciaio, calcestruzzo, e vetro, tutti materiali che non potevano resistere ad una intensa e persistente fonte di calore. Dunque potevano crollare e sono crollate.
UTENTE 1: La prova incontestabile:
nel filmato originale del secondo impatto contro le torri,si vede l'aereo che entra,esplode ed esce indenne ! Cosa è successo? E' successo che coloro che hanno AGGIUNTO al filmato l'aereo,non si sono accorti del fatto, ma chi ha guardato l'originale con fermo immagine,se ne è accorto e come! L'aereo era virtuale non reale e non sono riusciti a fermarlo in tempo!
UTENTE 2: Allora da quel che leggo, e come volevasi dimostrare, l'11 settembre addirittura nessun aereo colpì mai le torri, ma fu tutto un fotomontaggio. I testimoni oculari sono agenti in incognito pagati dalla CIA. Pensa un po', mi hai fatto venire in mente che questo è proprio l'atteggiamento che hanno gli schizofrenici nei confronti della realtà che li circonda. In genere reinterpretano gli eventi come qualcosa di non coerente o addirittura di minaccioso, e questo li conduce ad elaborare una realtà immaginaria che via via sostituiscono a quella contingente.
UTENTE 4: …ma quale filmato? Quale aggiunta? Non stiamo parlando di filmati di cent'anni fa che possono essere stati manipolati in quanto nessuno di noi c'era... Milioni di persone, fra cui io, hanno assistito in diretta a quegli eventi, e non c'era sicuramente il modo ne' il tempo di manipolare alcunché... macché termodinamica d'Egitto: l'acciaio ha semplicemente ceduto (che non vuol dire completamente fuso, è sufficiente che le travi e le armature si dilatino quel tanto da mettere in seria difficoltà la resistenza del cemento.) faccio presente che il combustibile degli aerei non è certamente la benzina delle automobili, ma ha una capacità calorifera molto ma molto superiore.
Le fiamme erano di centinaia di gradi superiori a quello che si sarebbe scatenato con un "normale" incendio alimentato dalla benzina! il fuoco non è mica tutto uguale...!
aggiungiamo il tempo a cui le armature sono state sottoposte a questa situazione: ricordo chiaramente che non passarono esattamente 2 minuti fra l'impatto e il crollo!! l'agonia delle torri (e di chi c'era dentro) è stata bella lunga!
Inoltre le torri non sono proprio crollate: si sono come "incastellate"... ossia sono crollate (cioè hanno ceduto) i piani in cui c'era l'incendio, mentre i piani sottostanti sono crollati sotto il peso del crollo dei piani soprastanti: un piano alla volta!
morale: sì, è più che possibile!
UTENTE 5: Io NON Prendo posizione sulla Verità vera anche se mi riesce mooooolto difficile credere al complotto. Si parla di prova incontestabile del complotto e io allora ti faccio una domanda. Complotto x complotto perché non ipotizzare che è stato Organizzato un complotto x far Credere che l' attentato alle torri sono una bufala e che c’è stato un complotto x screditare la Cia?  Riguardo al filmato, basta complottare in modo che si fa credere che il filmato con l' aereo aggiunto è stato aggiunto x far credere che sia quello originale. Oddio con tutti sti complotti mi son perso!!!
UTENTE 2: Se poi dietro al complottismo e al negazionismo si nascondessero inconfessi fini, dettati magari da una particolare fede ideologica, allora in tal caso negare diventa una necessità, e non vi sarà più tecnologia che tenga, che siano foto filmati o quant'altro.
UTENTE 3 : La differenza tra quelli come me e quelli come te argi? E' che io mi pongo dei dubbi e questo mi stimola ad informarmi, a ricercare informazioni e a formarmi un'idea sentendo TUTTE le campane..
Argi: Sei tu che poni differenze di sorta, ti ho fatto semplicemente notare, (e sottolineo che non me ne frega niente del fatto politico) che non basta insinuare il dubbio, perché il dubbio può essere un mio atto iniziale per poter ricercare la verità, questo mi deve smuovere. Il dubbio per chi non è testimone in se non è negativo è positivo, se il dubbio è una domanda, ma se il dubbio ha in se già la risposta non è più un dubbio è una certezza. Ecco perché ti chiedevo di arrivare alla conclusione, cioè alla certezza della tua affermazione, per toglierci dal dubbio, perché tu hai solo sottinteso una verità. Questa è la "cultura del falso" del cercare a tutti i costi una trama nascosta sordida schifosa che ha come scopo di trasformare la vittima in carnefice affinché la verità scomoda sotto gli occhi del mondo sia cancellata, insieme alla morte di circa 3.000 civili. Non si tratta di "informarsi", ma di masturbarsi mentalmente al fine di tentare di far materializzare comunque l'idea o opinione che più conferma "la tua idea di verità".
Ci si chiede? No, non si chiede per conoscere ma per .... insinuare il dubbio. Difatti poi ... non hai concluso apertamente: chi sono i colpevoli, gli assassini...? Ora lo devi dire, non si lancia il sasso e poi si nasconde la mano; quando si affermano certe "verità" bisogna portarle fino in fondo ...fino alla fine .....Chi sono i colpevoli? Allora sii esplicito ... "NON LASCIARCI NEL DUBBIO!!!!"
UTENTE 3 : “Per quanto riguarda Gesù Cristo mi vien da chiedermi come mai non esiste una sola riga che lo citi tra le migliaia di pagine degli STORICI dell'epoca?
Argi: Faccio notare che a domanda schietta nessuna risposta schietta. Comunque ciò che hai scritto E' FAlSO, NON E' VERO CHE NON ESISTE UNA SOLA RIGA CHE LO CITI, magari sei poco informato, informati meglio: non ne esistono molte per determinati motivi, ma è ben diverso dire NON ESISTE.
UTENTE 6: Il paragone poi con il Nazareno, ancorché suggestivo,mi sembra un pò stonato. Dalla croce è nata una grande religione, dalla Shoa, solo un indennizzo al popolo ebraico da parte della comunità internazionale.
Argi: Ecco gli elementi in comune che fanno riflettere:
L'unico Dio, l'identità, la scelta e l'obiettivo:
- Un popolo, il popolo ebraico, viene scelto da Dio, l'unico Dio, per trasmettere la sua Parola: la Thorà la sua legge.
- Un uomo, un ebreo, viene mandato dallo stesso Dio in qualità di Figlio, per portare la sua Parola, cioè il compimento della Thora: la legge dell'Amore.
L'olocausto è per entrambi:
- L'olocausto degli ebrei è stato e resta un grido per il mondo di sacrifico, un sacrifico assurdo sopportato da un popolo per tutti i popoli. L'olocausto sta li di fronte a tutte le religioni in particolare a quella cristiana, che è capace di dedurne la portata universale nel mistero della storia di un popolo, che coinvolge tutti i popoli e tutti gli uomini nella storia stessa dell'umanità, sta lì a portarne il peso: quando si ha paura del diverso scatta il martirio di cui l'olocausto rappresenta il culmine delle nefandezze umane. (C'è sempre da stare attenti al razzismo!!!N'est pas?) Questo è l'avvertimento pedagogico che rappresenta l'olocausto con la Speranza che grida:MAI PIU' NELLA STORIA...MAI PIU'!!!
- L'olocausto di Gesù, per il cristiani è il mistero di Dio che si è fatto uomo e porta nella storia il peso della sofferenza del cosmo, ma anche la speranza nella gioia della resurrezione.
Entrambe le verità vengono negate:
Entrambe le verità sono negate sia quale fatto spirituale sia quale fatto storico e la conseguenza della Verità negata (sin dalla genesi ) è il martirio di "un popolo" e la croce di Gesù.                                  
Conclusione
Ho visto che tra di voi vi contestate anzi, addirittura negate i fatti che si sono svolti "pochi minuti fa" come la shoà e l'11 settembre, in confronto al "fatto di Gesù" avvenuto più di 2000 anni fa. Tutti dicono, giustamente, che "vogliono risalire alla fonte" ma nel far ciò vogliono escludere però i vangeli. Ora, ma quale sono le fonti se non le testimonianze stesse degli apostoli, cioè di coloro che hanno, come dicono gli stessi vangeli "veduto, toccato, ascoltato" la persona di Gesù?
Inoltre vogliamo ammettere che, chi non è stato testimone dell'11 settembre o della Shoà, si trova comunque a fare una scelta di credere o non credere al fatto in se: credere ai testimoni o non credergli?
Considerando però che per "il fatto Gesù" la scelta non è un optional ma è la scelta primaria in quanto coinvolge la stessa vita. Difatti, la vita di ogni persona, credente o non credente è comunque chiamata a pronunciarsi sul "fatto per eccellenza", quello che fa discutere più di tutti nella storia dell'umanità, anche oggi, più che mai attualissimo cioè: chi è Gesù?
E’ la stessa domanda che Lui stesso pone: “E Voi chi dite che io sia?”. Una discussione che dura da 1969 anni, più o meno, cioè da quando morirono gli ultimi testimoni presenti al fatto stesso, (anche se ci sono stati e ci sono altri testimoni che hanno vivificato e vivificano la presenza "del fatto di Gesù "nella storia dell'umanità fino ad oggi, cioè a coloro che credono in Lui perché lo hanno incontrato “oltre la frontiera, al di là dal mare”).
Dunque con Gesù ci si trova di fronte ad una scelta; credere o non credere, ma con una differenza basilare diversa dagli altri fatti avvenuti nella storia dell'umanità: chi sceglie di credere può "entrare nel fatto", può cioè entrare e vedere di persona per scoprire la Verità, ed essere lui stesso fatto che determina il cambiamento della storia, partendo dalla sua storia per essere "nuova storia". Ecco perché Gesù dice "Io sono la porta" e "Io sono la via, la verità e la vita". Oltre quella porta, oltre quella frontiera per vivere “un incontro”.
 
_____________________________________________________________
La testimonianza è personale:

"ciò che noi abbiamo udito,
ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi ,
ciò che noi abbiamo contemplato
e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita

(poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),

quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.
Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. (1Gv 1: 1)
La testimonianza personale
LA PROPOSTA”:
ARGI: è’ da poco che visito questo spazio riservato all’esistenza o meno di Dio. Mi sono imbattuta in discorsi particolari quali: fisica, metafisica, matematica, e… chi più ne ha più ne metta. Ho provato a “stare al gioco”, tutto ciò per dimostrare l’inconcludenza delle tante parole spese da ciascuno di noi. Credo che invece di confrontarci, o meglio scontraci, sulla conoscenza astratta o desunta “dottrinalmente” da trattati, da pre-concetti o da siti www…, occorrerebbe “tirare fuori”la propria esperienza personale; cioè da che cosa nascono al di la delle tesi, o dei testi, le nostre convinzioni. La testimonianza personale, se pur con valore “strettamente personale” non è impositiva, ma non è neanche un opinione, resta un fatto, anche questo credibile o meno, ma pur sempre un fatto vissuto. Capisco che è difficile parlare di se stessi e che è molto più facile parlare in modo astratto o puntare il dito contro “quel gruppo o quella religione” ma credo che così facendo sarebbe sicuramente più interessante e questo forum si arricchirebbe, allora si, di conoscenza. E’ una proposta ….però c’è una regola importante che secondo me va rispettata: la replica non può essere una “critica” ma una richiesta di spiegazione o di confronto.
UTENTE1: diciamo che e' difficile aprirsi non le pare...sono ho non sono ermetico?

UTENTE2 Cosaaa!!! Tirare fuori la propria esperienza personale in campo religioso?
Tu nella tua vita hai conosciuto persone in grado di farlo?
Persone in grado di rifiutare l'autorità psicologica della cultura in cui sono nati e in grado di parlare in base alla propria esperienza?
Tu conosci persone simili?
Allora presentamele. Io non ne ho mai incontrata una.
ARGI: Perché credo?
A 26 anni avevo “tutto”( tutto ciò che si può desiderare, non parlo di soldi), una famiglia alla quale voglio bene e che me ne vuole: due figli un marito, gli amici, un lavoro, ma, nonostante tutto in me cresceva”quel vuoto”, ogni giorno diventava sempre + grande. La mattina mi svegliavo e poi ci tornavo a dormire. Io che amavo ridere, non ridevo più e avevo perso la voglia di cantare. Passava il tempo, anni, c’era in me “il male di vivere”svegliarsi con l’angoscia di un nuovo giorno (chi ha provato può capire) e quel Dio al quale chiedevo aiuto non rispondeva.. Poi feci un sogno che si è ripetuto per 3 volte (non ridete, della serie Marcellino pane e vino); Gesù mi dava la mano dalla sua croce. Decisi di entrare in chiesa, di mattina, io che andavo solo per matrimoni e funerali; non c’era nessuno, ma prima di uscire ho sentito delle voci provenire da dietro l’altare, mi avvicinai per vedere e, passando sotto quel crocifisso (lo stesso del sogno) lì stavano dando,ai pochi presenti la comunione, sentii che dovevo prenderla anch’io e così tornai a fare quasi ogni mattina. Nel frattempo ho sentito il desiderio di leggere la bibbia, me ne ero procurata una, la aprivo e… non ci capivo niente. Ma in mio aiuto viene uno di quei messaggini provenienti da Madgjugorie, apro il vangelo a “caso” e leggo “era quel brano che dice (scusate, più o meno a mente) se ti chiedono qualcosa tu dagli tutto, e, nel silenzio, di fronte a quella parola, sentivo rompere qual’cosa dentro, spesso piangevo perché mi rendevo conto di quanto fosse lontana la mia vita da quella parola (e sono, anche se sto cercando di seguirla); non rubavo non ammazzavo cercavo di vivere onestamente, ma questo che mi veniva proposto era di + “ben altro” , “ ama i tuoi nemici, fa del bene a chi ti fa del male; se fai del bene solo a chi te ne fa, che merito ne hai, anche i pagani fanno così” il messaggio era chiaro: ama gratuitamente senza ricambio. E’ questo che mi ha “stregato il cuore “! Nel dare c’è già tutta la gioia di vivere. Così dopo aver letto, pianto, mi sentivo il cuore avvolto nel suo amore e presa la chitarra cantavo, o se cantavo! Un messaggio “folle” ma che follia se il mondo fosse tutto così folle! Dove sarebbe il male? Fu così che Gesù mi ha “stregata”, non solo, ma mi ha ridato la vita, quella che avevo persa, è come se fossi rinata di nuovo. Il “vuoto non c’è più, al suo posto c’è Lui, e l’Amore che ricolma il cuore e che cerco di vivere consapevole di tutti i miei limiti, ma con la forza che Egli ogni giorno mi da.
UTENTE 3 GRAZIE DELLA TUA TESTIMONIANZA. Non avevo letto prima. Il tuo racconto mi ha commossa e confermata nella convinzione che la Fede è un dono, ma va cercata e continuamente rafforzata. le Sacre Scritture sono un valido aiuto. Ti abbraccio. Prega anche per me.
UTENTE 4 arricchirsi?? e di cosa propriamente??
in cosa ci si potrebbe arricchire... di grazia!..... personalmente trovo i post sulla fisica e sulla matematica stimolanti e costruttivi perché mi stimolano ad andare a informami, a leggere i libri che qualcuno posta, a crescere e istruirmi! questo non è una sorta di "anonimi credenti" in cui una serie di frustrati hanno la mera esigenza di tirar fuori la propria vita,
riuscirebbero le esperienze personali a indurre qualcosa di simile?
ARGI: Mi sbaglio o su questo forum si può parlare di Dio? Se ne può parlare astrattamente oppure, con un esperienza personale comunque, sempre di Dio si parla.
Non ho nessuna intenzione di stimolare il racconto della vita di chi che sia, (anche se non è mai inutile stare ad ascoltare; saper parlare è un vanto di molti, saper ascoltare è una saggezza di pochi), ne tantomeno mi interessa sfogarmi, perché ci si sfoga di qualcosa che ci opprime, io non mi sento oppressa ne tantomeno frustrata o infelice, anzi. Intendevo semplicemente mettere a confronto le motivazioni che ci spingono a credere o a non credere partendo da quella “fonte” che è stata all’origine delle nostre scelte: riflettere su che cosa sono basate le nostre idee. Inoltre non ho scritto che il tutto non sia discutibile ma, semplicemente che non è “criticabile”; mi spiego, la discussione apporta un arricchimento perché si mettono a confronto le esperienze, mentre la critica qui è fine a se stessa e, dal momento che ”il fatto”, è una testimonianza che, in se per se già esiste, è inutile e inopportuna.
Comunque ti ringrazio per il tuo “gentile intervento” e ti auguro una buona serata.
UTENTE 5 Ciao “UTENTE 4”. Io sono una di quelle che ha proposto argomentazioni, a partire dalle proprie esperienze, quindi, ora sistemo per bene la mia coda di paglia in modo che non mi disturbi e ti rispondo.
Sono d'accordo con te nel fatto che il forum debba essere un modo per crescere, ma non solo intellettualmente credo.
A volte si cerca di esporre le proprie esperienze non solo parlando come dei libri stampati, ma anche evidenziando il fatto che comunque sia la percezione della realtà è sempre personale.
UTENTE 6 Ciao Argi, fin da piccola ho sempre creduto in Dio, pregavo sempre per la mia famiglia e qualche volta speravo che mio padre morisse per il male che faceva a mia madre, a me e ai mie fratelli. Ho sofferto molto la mia infanzia, tanto che decisi di sposarmi per andarmene via da mio padre. Ho affrontato un matrimonio giovanissima, all'età di 21 anni è nata mia figlia. Credevo molto alla famiglia e al matrimonio, ma poi sono successe tante cose brutte tra cui la morte di mio padre, la malattia di mia suocera, il suicidio di mio suocero, la depressione di mio marito ecc. ecc.. Da premettere che all'età di 19 anni sono stata, per tre mesi, vicino a mia suocera in un ospedale, andavo la mattina e tornavo a casa la sera. Ho visto in quel reparto cose che, oggi, una ragazzina di 19 anni non se lo immagina nemmeno che cosa vuol dire la sofferenza e il dolore che una persona prova quando si è affetti da un tumore.
Poi sono successe altre cose che mi hanno portato a rinnegare Dio e a decidere di affrontare la vita da sola. Fino a un certo punto è andata bene, ma poi si sono ripresentati i dispiaceri, non ti dico quali per non affliggerti. Tre anni fa sognai Gesù Cristo che pregava da quel giorno è entrato nel mio cuore e finalmente ho capito perché tanta afflizione. Ho visto il Signore Gesù, è vivente ed ora è sempre vicino a me.
ARGI: Capisco pienamente la tua sofferenza, ho perso mio fratello malato di cancro, so cosa significa, si dichiarava "ateo"e io durante tutta la sua lunghissima sofferenza andavo in chiesa e "facevo la comunione per lui". Una volta mi guardò e mi disse "quando vado su, lo prendo per la barbetta e gli dico: mi devi dire che t'ho fatto?" E' stato quello il suo ribadire nella sofferenza la SUA fede. Siamo così fragili di fronte al male, ma non siamo soli, questa è una certezza, più dei sogni che trovano il tempo che trovano esiste una realtà che va vissuta pienamente consapevoli che non siamo soli. ciao
UTENTE 7 Per quello che mi riguarda, io non ci sono arrivato tramite esperienze, ma tramite il ragionamento. Le cosiddette prove dell'esistenza di Dio non le ho mai sentite. Ma capisco chi le ha provate, anche se faccio di tutto per tentare di fargli cambiare idea. Il ragionamento serve perché ho un cervello e so che 2 + 2 fa 4 e da questa conclusione parto con il mio ragionamento sul divino: un ragionamento "logico" e "probabilistico" .
Mi sono accorto che quanto mi è stato insegnato dalla religione cattolica non corrispondeva alla verità, o perlomeno alla mia visione della realtà. Ad es. perché la trinità? E poi quando vai a leggere la bibbia non ci si capisce niente. Non ho mai vissuto esperienze di fede: forse mi mancano, ma ancora, come già scritto, non ho sentito il richiamo. Non lo sentirò mai in quanto non si può sentire quello che secondo me non esiste. Come posso credere o sperare che ci sia un'esperienza di fede quando ritengo che la fede è irrazionale?
Posso aggiungere che, sono disposto a "ricredermi", dovesse succedere che arrivino nuovi input!!!!!
ARGI: Accipicchia ….”domandina piccola piccola”: perché la trinità?
In relazione alla impostazione di questo post, non voglio scendere sul filosofico o sullo scientifico, perché se ti parlassi del concetto matematico del numero tre in relazione anche alla fisica a che servirebbe? Pertanto mi baso sull’esperienza personale che ho della parola di quel “ Gesù” che considero amico.
Anch’io non ci capivo niente quando all’inizio aprivo la bibbia, ma poi facendo un segno di croce ho chiesto aiuto direttamente a Lui, Gesù è’ come una chiave che apre ogni sorta di porta. Mi sono accorta che tutta la scrittura alla Luce della Parola di Gesù si illuminava. I primi cristiani la chiamavano “letio divina”, poi ho sentito il bisogno di confrontarmi con gli altri, di approfondire, di verificare di condividere.
Per parlare della Trinità, ci si avventura in Dio, mi “avventurerò” unendomi alle parole di Gesù, chiedendo scusa a Dio (e anche ai “dotti”). Egli ci parla del Padre, dunque innanzitutto Dio è Padre:l’immagine del padre è umana descrive l’amore e la responsabilità della paternità, ma avrebbe potuto dire anche madre. Poi Gesù ci dice che Egli è il Figlio e, come dice Gesù stesso, “Chi vede me vede il Padre , io e il padre siamo una sola cosa” , sin dall’inizio Egli è “il verbo” l’azione della creazione di Dio. “In principio Dio crea il cielo e la terra “Genesi 1” La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.” Come vedi sono presenti, sin dall’inizio sia il Padre Il Figlio e Lo Spirito di Dio che “aleggia”. Lo Spirito chi è ? E’ il dono. Quando uno ama sa, che si vorrebbe donare totalmente all’altro, questo umanamente non è possibile, dunque quando doniamo scegliamo un dono che deve essere speciale per poter dire questo è quanto più posso donarti di me. Per es. chi è innamorato dice “Ti donerei tutto me stesso”, oppure “morirei d’amore per te”, tutto ciò a noi non è possibile ma a Dio si. Il Padre DONA se stesso al Figlio, il Figlio DONA se stesso al Padre Lo Spirito è il DONO del Padre al Figlio e viceversa. Il dono, lo Spirito che chiamiamo Santo perché è Dio esso stesso, possiamo dire impropriamente che lo Spirito è il “contenitore” di tutto l’Amore di Dio, ecco perché anch’ Egli è Dio perchè è ciò che rende Dio unico, UNO. Il Padre è nel Figlio e Il Figlio è nel Padre per mezzo dello Spirito. Gesù chiama lo Spirito anche “il maestro che vi insegnerà ogni cosa” e ancora “il consolatore”. Lo Spirito è l’AMORE di Dio, purtroppo della trinità è il più trascurato, ma non meno importate, è anche ciò che unisce la chiesa, NOI CREDENTI a Dio, ed è Colui “che ci racconta ogni cosa” . Spero di essere stata semplice anche se il tema non lo è. Chiedo scusa di nuovo a Dio e ai "dotti". Ciao
UTENTE 8 Dopo attenta lettura, credo che la proposta della Sig.ra argi, non mi è parsa un'idea peregrina. Difatti, il forum in questione, oltre alle solite stantie contestazioni, contraddizioni, prese in giro con esposizione di personali idee su Dio, sul Cristo, credere, non credere ecc. ecc. , non ha portato e non porta ad alcuna concreta conclusione.
Tutti gli interlocutori, nessuno escluso, parla per preconcetti, per sovrastrutture acquisite attraverso letture di una bassa letteratura, ne sono convinto, o per ipotesi scientifiche o storiche , campate in aria.
Libri scritti, con molta probabilità, da gente che dopo aver letto qualche libro scritto da altri ed essersi appropriato di idee e concetti non suoi, ha deciso di scrivere un'altro libro riveduto e corretto, come i tanti in circolazione, tanto per fare un po' di quattrini.
L'idea della Signora, dunque , non è peregrina perché risulterebbe molto più interessante ed istruttivo conoscere il percorso interiore o culturale che ha portato il tizio od il caio a diventare buddista, maomettano, induista ecc. ecc. , oppure del perché si affermi che il Cristo non sia esistito oppure il motivo che induce a credere ancora nel demonio e via dicendo.
Quando la Signora parlava di aprirsi agli altri, alludeva, io credo, proprio a questo in base alla personale esperienza che l'ha condotta lungo la strada che oggi segue.
Le critiche non servono ad altro che a creare tensione ma non cultura.
Questo è quanto penso, poi, ognuno ha le sue idee giuste o sbagliate che siano .
Non esiste la strada della conoscenza ma le innumerevoli strade, lunghe o corte che siano che poi portano alla conoscenza ed alla verità.

 
la gaia scienza degli scientisti
"L'evoluzione è la spina dorsale della biologia e la biologia
si trova dunque nella peculiare condizione di essere una scienza
fondata su una teoria migliorata; perciò è una scienza o una fede??"
Charles Darwin.
Ciò che non condivido è la quasi maniacalità di far coincidere scienza e fede; credo che la fede non debba rinunciare alla ragione, ma non per questo ha bisogno di “rifondarsi” per “aggiustarsi” alla scienza anche perché la stessa scienza è una verità in evoluzione come la materia.
Ho assistito, per caso, ieri sera ad un programma televisivo “la gaia scienza” dove un “illustre scienziato” spiegava, sul tema “scienza e fede”, a degli attori “allievi”, messi li per fare spettacolo, che la teoria di Darwin non è più un teoria ma è “un fatto” . Il professore metteva più volte l’apostrofo sulla parola fatto, dando per scontato dunque che dalla casualità e dall’errore nasce tutta l’evoluzione della specie che è “un caso”, ma un caso che ha detto l’illustre maestro “è come gettasse i dadi”. Quindi le conclusioni del professore scientista, sono che l’uomo non è il punto piramidale dell’evoluzione ma solo “un caso”.
Ho visto ripetere il paradosso di chi per dimostrare la sua verità scientista usa la scienza contro la fede ma poi se la scienza da rilievo alla fede è pronto ad attaccarla e smembrarla pur di dar risalto alla sua verità spacciando per scienza la sua “fede scientista”. Ed ecco come i fautori della gaia scienza hanno “apparecchiato” la cosa? Sulla base della notizia scientifica che ha scoperto che la fede in Dio accresce le capacità di sopportazione del dolore delle persone e dunque rende più forti, i forgiati allievi assistenti, dopo aver applaudito il professore, hanno preconfezionato un “esperimento”. Hanno messo a confronto con la fede in Dio di un uomo presentato quale credente di Padre Pio (che, con tutto il rispetto per Padre Pio ma Dio è qualcos’altro e quindi già l’esperimento non sarebbe accreditato) “la fede” di un tifoso per la sua squadra di calcio, e quella di una giovane donna per il suo fidanzato. Dopo aver fatto accomodare i tre personaggi, i solerti allievi hanno testato la loro soglia del dolore facendogli infilare un dito della mano dentro una pila con dell’acqua bollente, successivamente facevano ripetere il tutto ma ponevano di fronte a loro le fotografie raffiguranti i soggetti delle loro fedi (Padre Pio, la squadra di calcio, e … il fidanzato), in tal modo guardando la fotografia raffigurante “la propria fede”, il soggetto avrebbe dovuto resistere di più. Lascio indovinare, data la poca fantasia, chi dopo aver visto le varie foto è arrivato ultimo. Infine anche l’illustre professore “scientista”, sospinto dai suoi allievi, si è sottoposto all’”esperimento” e ci ha mostrato la sua fede; cioè ponendo di fronte a lui prima e dopo la sbollentatura del suo dito la fotografia di un piccone. Si, proprio un piccone, questa è la visuale di chi crede che la scienza sia “la Verità” e pretende di usarla per l'appunto come “un piccone” per poter demolire la fede e per far ciò è pronto ad andare contro anche allo stesso fatto scientifico che avvalli il contrario della “sua verità e/o fede”, ed è questo il paradosso.
Comunque l'evoluzionismo "corroborato da prove scientifiche" non ha spiegato perché e come tutto ciò sia avvenuto, cioè non si discute perché la materia si sia evoluta (anche se l'evoluzione avvolte si è visto che può consistere anche in regressione, nel senso di vita intelligente per la sopravvivenza), si discute il perché e il come questo sia avvenuto.
Pertanto agli scientisti (ed ai materialisti che non si pongono il problema), non posso non porre una domanda logica, proprio perché credo nella logica da cui deriva tutta la conoscenza, compresa la scienza, "chi o cosa determina la cosiddetta selezione naturale? E' la creazione o l''evoluzione? Progetto logico o cieca casualità? Questa è la domanda propria della filosofia:" Perché l'essere piuttosto che il nulla?" Il pensiero umano è solo un "incidente" della natura?

La forma e il vuoto
La forma, ciò che appare (per i nostri avi che pur credevano ai cosiddetti miti) è mutevole.
Ho letto che l'atomo è sostanzialmente vuoto e ciò che tiene unito questo immenso spazio vuoto è l'energia che si sviluppa intorno al nucleo a una velocità pazzesca, tutto ciò fa si che nulla è fermo, "nulla è nulla", tutto è in movimento tutto è energia, il segreto dell'esistenza o "dell'apparire" della forma è il lavoro, cioè l'energia il movimento.
Anche noi sostanzialmente siamo vuoti, siamo racchiusi nella materia dal vortice dell'energia ma mentre un sasso rimane fermo noi invece ci muoviamo, ciò sembrerebbe far pensare che non c'è un dentro o un fuori c'è un vortice di energia che tutto racchiude.
Il paradosso è che nel momento "iniziale" c'era già tutta l'energia dell'universo, e allora mi chiedo: "dunque dov'è il prima e dov'è il dopo in ciò che avvolge tutto fin dall'inizio fino alla fine? Semplicemente è “il principio
”:
In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.”
(Genesi 1,1..)
" L'universo racchiuso come noi in un "vuoto di energia"; il principio primo e in tutto unico?
Da li partirei come ragionamento; dal pensiero, il "pensiero evoluto". Cosa determina la selezione naturale? Perché una specie anziché un'altra? Ho letto una notizia abbastanza recentemente, dei genitori dovendo scegliere su due gemelli che dovevano nascere di cui uno dei due era malato, hanno deciso una "selezione" o scelta, che non possiamo chiamare naturale, dato che non è la natura ad operare ma il medico eliminando il gemello malato, solo che il medico ha eliminato per sbaglio anziché il gemello malato quello sano. Ora non si giudica i genitori, perché i genitori cercano la perfezione dei propri figli dato che è nell'imperfezione che risiede la sofferenza, ciò che sottolineo è il fatto in se; la decisione dei genitori risulta essere "la selezione". I genitori cercano di eliminare l'imperfezione più grande la sofferenza, questo è comprensibile ma sappiamo che non è possibile ingabbiare i propri figli in "scatole asettiche" cercando di preservarli da ogni male, perché la vita inevitabilmente comprende entrambi, bene e male e … la libertà di scelta del singolo pensiero.  C'èra uno scritto nella stanza del pediatra dei miei figli che recitava così:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa...
essi vengono attraverso di voi, ma non da voi.
E benché vivano con voi non vi appartengono...
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
la vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco
.”
Il problema è il controllo sulla vita, ma la vita è libera "sfugge" non vuole essere controllata, la libertà è quella cosa che sfugge al controllo del pensiero e, quando questo pensiero liberamente sceglie la sua strada l'atto più grande è l'atto d'amore; cioè lasciarlo libero di agire.
Questo è ciò che accade nella vita, il mondo comunque è, e noi siamo grazie a questa libertà di azione, o scelta di libertà: chi ha lanciato la freccia si è ritirato per lasciare la libertà alla freccia di percorrere la strada che lui stesso ha lanciato che ci conduce al pensiero evoluto, quel pensiero che non vuole il male e la sofferenza ma cerca la perfezione il bene e la pace, cioè come dice l'autore del bellissimo scritto (Kahlil Gibran).

E’ possibile condividere un valore unico al di la del credere o non credere, perche si possa uscire dalla prigione del relativismo?
Questa è la domanda che oggi non solo la chiesa indica.
Questo problema era sorto precedentemente anche nel mondo greco, era sorto ad opera dei maestri dell’epoca, se vogliamo i "precursori" del relativismo, si chiamavano sofisti. Già allora i grandi filosofi colsero pienamente il problema (pur non essendo "cristiani"). Socrate e Platone si scontravano con “i sofisti”, coloro che all’epoca volevano escludere, il vero, il giusto e confondere cioè le idee, perché così facendo escludevano il bene in se. Ora non si tratta di avere o meno alleati, ma di riconoscere oggettivamente che esiste “un’impasse”, se non riconosciamo ciò, non possiamo migliorare le nostre società, dato che neanche il termine "migliore" si può comprendere perché pure questo è relativo.
A suo tempo Socrate aveva già posto la discussione, cioè se si può definire giusto soltanto l'opinione dei più, oppure se c'è un senso del giusto, che ricerchiamo perché conosciamo, perché ce lo troviamo dentro, ma per comodo lo accantoniamo, lo "seppelliamo" e procediamo inversamente.
SOCRATE: il bianco è bianco, il nero è nero, e uno sceglie. Se ti rubano la borsa chiedi di averla indietro e che il ladro venga punito. Ma se devi mettere in discussione lo scorrere tranquillo del tempo, se devi aprire gli occhi sulla consuetudine della tua ignavia, tacitamente condivisa dalla maggioranza, allora è molto più difficile accettare di rinunciare al quieto vivere per amore di giustizia.
PABLO: Ma giustizia e libertà sono inscindibili. Nessuna società puo' dirsi libera se non vi regna la giustizia.
SOCRATE: Questo è sicuro. Ma la giustizia è figlia della verità, e la verità spesso si preferisce ignorarla. Questo è sempre accaduto, oggi come ai tempi miei. Nessuna giustizia e più ingiusta di quella decretata dall'opinione dei più."
Ora il senso è più chiaro Socrate faceva un esempio, non si tratta di decidere in fretta, ma di decidere per il giusto che non è sempre quello che decretano i più, ma è dato dalla ricerca del giusto e del vero." La scelta è la caratteristica dell'uomo che ne indica il fondamento, la sua libertà, che dovrebbe arrivare a comprendere, non solo attraverso la razionalità ma anche attraverso la ricerca di una consapevolezza; la capacità di vedere non solo le aspettative ma anche i suoi limiti. Ora, dal momento che il fondamento di tutto è la scelta, credo che si ponga il problema quale scelta sia giusta, perché abbiamo visto che anche le stesse soggettività possono confliggere.
Ecco il punto che sto cercando di rappresentare nel forum, che va al di là della fede o di una legge perché riguarda tutti; credenti e non credenti, non si possono fare leggi su misura per le persone per accontentarle tutte, perché se non si vede oltre quella libera scelta soggettiva, se non si indirizza ad un punto fisso oggettivo che è il bene di tutti il sistema collassa.
Ora, la religione, ha questo scopo, indirizzare le coscienze al bene, un bene che non sia solo soggettivo ma comune perché giusto. Oggi dal momento che non ci sono più valori il bisogno soggettivo diventa lo strumento fondante.
Abbiamo bisogno di ritrovare dei valori comuni che, partendo dalla base di un nuovo umanesimo e di un illuminismo rinnovato, siano capaci di varcare “il pensiero della frontiera” cercando di non rinnegare ciò che è parte della storia dell'uomo; compresa la fede, le nostre radici, tenendo conto che la natura è "una cornice" e che se al centro della cornice non ci metti l'uomo qualsiasi argomento non tiene e si discute invano; il cuore dell'etica è l'uomo, su questo "bene" in se si deve iniziare a discutere.

La chiesa non fa altro che riaccendere il dibattito per tirare fuori quanto sepolto e per verificare dove stiamo andando
Il mondo non dà risposte, ma la risposta della chiesa è nella fede in Gesù Cristo in quell'amore di Dio che non abbandona l'uomo mai, mai mai!!!
Questo amore è visibile nel crocifisso cristiano: il crocifisso è l’immagine del Giusto, è lo stesso Dio e il suo messaggio è l'unico messaggio di Speranza per l'uomo di fronte alla sofferenza e alla morte. Questo Dio non abbandona "E' lì INSIEME CON", a soffrire con, a morire con ma anche per far RIVIVERE CON, INSIEME, nella gioia della resurrezione: questa è la risposta cristiana!
La chiesa parla per portare al modo, che vuole accettarla, la gioia e l'amore di Dio. Se si rifiuta di attingere dalle proprie radici non è possibile costruire il futuro perché il futuro di chi vive “cogliendo l’ attimo” è il futuro di chi non ha più speranza.
Dal Forum:
la natura è "una cornice" , se al centro della cornice non ci metti l'uomo qualsiasi argomento non tiene e si discute invano; il cuore dell'etica è l'uomo, su questo "bene" in se si deve iniziare a discutere.
UTENTE: L’uomo però non bisogna dimenticare che è anche natura è inserito come elemento della natura insieme ad ogni altro non si può sottrarre a tutto il resto se si vuole parlare di legge naturale
Argi: Esatto, "il quadro" va visto nel suo insieme una visione globale dei vari elementi; natura, uomo e in questo contesto il bisogno di ordinare che ha l'uomo, come del resto anche la natura ha un ordine in se, ma l'uomo ha qualcosa in più della natura, (ed ecco secondo me il punto focale di tutto),: l'uomo ha la capacità di determinare, scegliere, e la scelta si articola tra qualcosa che è innato nell'uomo (capacità di ordinare,ordine naturale) e tra il bisogno di determinare le proprie esigenze personali (volere). Ora se a questo "volere" occorre applicare anche un ordine morale che stabilisca il fine ultimo del bene in se il senso stesso della vita che non può non essere la Vita, perché la vita dell'uomo è legata alla vita nell'ambito naturale se ciò finesse finirebbe la vita stessa. Ecco perché il fine è quello che conta nella scelta, il fine non può essere il solo mio unico interesse ma è il bene dell'uomo e del suo contesto naturale, famiglia, comunità. In questo mondo globalizzato non si può più far finta di non vedere che il bene di pochi determina l'infelicità e la fame di molti. Le nostre società non reggono più il conflitto nell'ordinare le proprie scelte attraverso le sole esigenze dei pochi, l'uomo può falcidiare la natura, la stessa natura umana, sfruttandola, e sottomettendola ai propri fini: i propri fini non sono il fine del bene in se la salvaguardia della vita dell'uomo sulla terra e della stessa terra. Bisogna progettare (che è diverso da determinare) insieme il bene di questa umanità iniziando a salvaguardare la vita più indifesa, perché lì non c'è determinazione e non c'è scelta.
UTENTE : Ci sono almeno due cose che mi mettono in allerta, il bene comune e il comune a tutti. Faccio un esempio (sempre il solito) cosa succederebbe se cercassimo nella natura la legge universale, e vi trovassimo la sopravvivenza della specie? Che in questa bisogna sacrificare alcune vite per evitare la sovrappopolazione ..? Che la legge dovrebbe imporre per la vita di tutti di staccare la spina a chiunque sia un peso per la società?
Argi: Ecco perché è sempre la LIBERTA' il punto focale di tutto. Ma se il punto focale è la libertà bisogna stabilire cosa significa in se essere libero di fronte alla scelta della vita, ecco il punto io sono libero di scegliere di morire, ma non ne ho il diritto perché la mia vita non è solo mia ma è un insieme di relazioni di vite, da questo essere insieme l'uno per l'altro nasce il bene.

IL SENSO DELLA VITA
Dunque la natura ha in se una legge capace di generare la vita stessa. In questo quadro naturale, solo l’uomo ha la capacità di determinare e di determinarsi; può cioè modificare la natura e gli stessi principi legandoli ad un fine proprio. Quando intendo che i principi della natura in se vanno salvaguardati è perché la vita di tutti è in stretto rapporto con questi stessi principi. Ora il principio primo della vita è “generare” la vita; quale vita di tutti gli esseri viventi, se l’uomo andrà contro questo principio primo, non sarà la legge naturale ad essere distrutta, perché la forza generatrice di questo principio è tale che può autorigenerarsi, ma sarà “il suicidio dell’uomo”, come dire, sarà un’ auto eliminazione, in quanto autodeterminata da un uomo non abbastanza evoluto (responsabile) per poter vivere, ma abbastanza determinato per scegliere tra il bene e il male e anche tra la vita e la morte che sono le forze che orientano gli stessi principi vitali.
Ora mi pongo e vi pongo una domanda; quale morale ha l’uomo? Certamente non una morale che si avvicina a quella naturale perché con la sua autodeterminazione sta distruggendo la natura.
Ma che significa autodeterminazione? Lo sappiamo bene è sinonimo di libertà di scegliere.
Da tutto ciò nascono alcune riflessioni sulla ”libertà”: dire “io mi appartengo” è senza dubbio vero, dire IO è già dire tutto, perchè la persona si identifica tutta lì, in quel soggetto “IO”, lì c’è tutta la libertà della persona, ma questo sarebbe pienamente vero se non ci fossero gli altri soggetti, cioè se noi vivessimo in un mondo senza alcuna relazione da SOLI, ma non è così. Noi tutti siamo soggetti a leggi che regolano la stessa vita in comune, quindi, dov’è la vera libertà dell’IO?
Ecco perché la libertà dell’IO è una libertà limitata dagli obblighi relazionali ma che richiede a sua volta diritti. Tutto qui, nessuno è schiavo di nessuno, semplicemente un uomo è veramente libero quando quell’IO diventa responsabile della sua scelta difronte alla collettività, acquisisce cioè la sua libertà scegliendone liberamente il prezzo, “il prezzo dell’IO” e a sua volta la collettività è veramente libera quando fa altrettanto nei confronti della persona.
Ecco perché il fondamento di tutto è la scelta: dalla scelta dipende la vita, la scelta è il fondamento della “vita consapevole”.
Certamente non è un obbligo condividere la sofferenza, come non è neanche un diritto perché condividere la sofferenza è uno stato naturale umano che si acquisisce nascendo.
Siamo parte di un sistema naturale che ha in se questo stato: la sofferenza, la sofferenza è “il prezzo” della vita. L’uomo se è riuscito ad evolversi è perché di fronte a ciò non è rimasto indifferente perché la vita appartiene certamente alla persona e la persona ne è responsabile fino in fondo ma la comunità non può non interagire con la stessa vita perché ne è compartecipe e in un certo qual modo responsabile.
Dal Forum:
Chi stabilisce quando una vita “è degna” di essere vissuta?
UTENTE: Il giudizio sulla propria vita spetta al legittimo proprietario, Il proprietario della vita decide della sua vita questa è a suo insindacabile giudizio. L’uomo appartiene a se stesso.
Argi: Tu in questo hai delle certezze, permettimi di avere dei dubbi. Innanzitutto il limite alla libertà soggettiva è il diritto, cioè la stessa legge, questa è la realtà, altrimenti se la libertà fosse automaticamente diritto non occorrerebbe la legge, e se occorre una legge che stabilisca il diritto significa che la scelta non ricade più sulla singola persona ma su tutta la collettività ecco perché questo è un problema di ordine morale che investe tutti.
Il discorso dunque non è ideologico ma è realistico ed è volto tutto verso il tipo di società che avremo nel futuro perché l'uomo è quello che sceglie di essere insieme, ogni scelta ha comunque una conseguenza futura.
Ora dimmi se la vita è un diritto perché dovremmo escludere da questo diritto il nascituro o l'incapace di se? Perché è debole ed incapace? La legge naturale la usiamo a nostro piacimento, non vorrei infastidire troppo, ma devo ricordare che naturalmente non si abortirebbe, e ancora sempre naturalmente non verrebbero eliminati i feti nel quale si riscontra o “si presume” ci siano delle imperfezioni (come è successo anche oltre il diritto a Napoli), in questo caso quindi non vale la legge del "il proprietario della sua vita decide della sua vita"?
UTENTE: L'aborto è una conquista di civiltà, diritto e rispetto della donna, e chi non approva non è costretta a praticarlo.
Argi: Non credo che per la donna l'aborto sia una conquista di civiltà, è un'ultima spiaggia nel mare della disperazione dove nulla e nessuno sembra poterti aiutare se non "quel cucchiaio" che raschiando via la vita, porta via insieme a quella vita anche una parte della tua anima.
Questa la chiami una conquista di civiltà? Chi vuole può farlo in un ottica di "diritto", a suo tempo, ho votato "si" proprio per questo: "diritto" di scegliere senza dover morire su un bancone di una "mammana", ma se potessi dare un consiglio ad una figlia, un figlio, o ad una amica direi di cercare di vedere oltre quel mare di disperazione, oltre quel mare c'è sempre la vita che è pronta a manifestarsi in chi vuole accoglierla ed amarla. Se ti fai un giretto negli ospedali dove si pratica l'aborto grazie a quel "diritto"acquisito, ti accorgi che oggi quella pratica nata come tutela della donna è diventata un modo di contraccezione. Quando apri una porta "al diritto" bisognerebbe rendersi conto che, ancor prima ci sono dei doveri, e se una società perde, trai i doveri, il dovere rispetto alla vita, tutto diventa possibile, anche la morte del più debole e indifeso che oggi è un "feto", domani ….è lo stesso uomo.
nel sogno io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque
materne: so che là io ero esistente.”
Pier Paolo Pasolini

UTENTE: Tu non vuoi abortire? benissimo nessuno te lo impone, ma neanche tu devi imporre una scelta personale ad un'altra donna. Proprio perché so che sei cristiana, ti propongo un parallelo con l'argomento del libero arbitrio....
Argi: Imporre? Libero arbitrio?  Esatto scelta personale e, specialmente nel caso dell'aborto non c'è un termine paritario; o vita madre o vita del figlio, ma solo libertà di scelta o rifiuto della madre alla nuova vita, ma questo è ben distante da essere il diritto della madre, perché parimenti c’è il diritto del figlio che “non ha voce” e pertanto non può essere espresso.
Inoltre nessuna legge di Dio implica la possibilità di fare il male. Il libero arbitrio non è "una legge" è una scelta morale personale, con risvolti fisici, che va ad incidere anche sulle singole relazioni personali, mentre il diritto fa sorgere un obbligo e un rispetto verso la stessa norma per cui anche uccidere può diventare morale. Così come nel caso dell’aborto: si “legalizza” un atto (uccidere) che in se è male e questa obiettivamente non può essere chiamata conquista di civiltà. Non c’è da meravigliasi poi se si trovano negli ospedali ad abortire, in fila tantissime adolescenti e tantissime donne straniere che tornano, e poi di nuovo ritornano ad abortire, perché sanno che gli "spetta di diritto", perché lo Stato sovvenziona l'assistenza; prova a dirgli di prendere i contraccettivi senti che ti rispondono.
Uno Stato che adotta una legge e pensa che con questa ha risolto il "problema”, (aborto o eutanasia) e poi non dà gli strumenti di informazione e di assistenza necessari per poter prevenire o per poter dare un'alternativa alla morte, non si deve meravigliare se poi ritrova i bambini nei cassonetti dell'immondizia: questo è il risultato del ” valore” che si da alla vita!
Comunque, in entrambi i casi (aborto e/eutanasia) il fondamento di tutto è la scelta: dalla scelta dipende la vita, la scelta è il fondamento di tutto il nostro vivere.
UTENTE: Apprezzo la tua e la altrui sollecitudine per la vita delle persone, la condivido e cerco di averne anch'io, allo stesso modo; ma la sollecitudine non può arrivare, se condividi alcuni valori fondamentali che ispirano la nostra costituzione, ad imporre le cose agli altri quando gli altri vogliono poter decidere di sé. E' proprio il cristianesimo ad avercelo insegnato, lo sai bene: non c'è morale nell'imposizione. Non c'è morale, non c'è libertà, non c'è dignità. Il primo a soffrire perché ci lascia fare è proprio Dio, che pure continua a soffrire per lasciarci autonomi. Ci pensi a che sacrificio incredibile e straordinario dev'essere? Mi pare quindi arrogante pensare di poter fare quello che nemmeno Dio fa.

Argi: Stai parlando della croce ma stai anche parlando dell’Amore te ne rendi conto? Il sacrificio fatto da Dio per amore della libertà dell'uomo è la croce: l'uomo e Dio si incontrano li, su quella croce, dove l'Amore è talmente grande che abbandona tutto se stesso nelle mani dell'altro. “Padre nelle tue mani abbandono il mio Spirito” Ed è nel rifiuto di questo Amore che la croce è il luogo stesso della sofferenza umana e allo stesso tempo divina: è il punto di incontro, che si fa luogo d'incontro. E' l'Amore che viene rifiutato ma che aspetta comunque l'altro, " Ci pensi a che sacrificio incredibile e straordinario dev'essere?"  Si, ci penso, come in tutti questi secoli ci hanno pensato tutti coloro che si sono sentiti non amati e abbandonati da tutto e da tutti anche da Dio, da quel Dio che lascia che si uccidano i bambini e non da nessuna spiegazione se non mostrarsi su quella croce.  Ma non è imposizione dire "ti amo", questo sia Dio che noi siamo chiamati da quel luogo di incontro, da quella croce, ancora ad affermarlo. Non può essere imposizione smuovere le coscienze verso l'Amore. L'imposizione è data dalla legge: è la legge che impone ma non l'Amore, e la legge la fanno gli uomini, mentre alla legge indicata da Dio, cioè alla legge dell'Amore, non resta che, oggi come allora, mostrare il segno di se, su quella croce. Tu scrivi:"Non c'è morale, non c'è libertà, non c'è dignità. Il primo a soffrire perché ci lascia fare è proprio Dio,", si ma, riguardo alla dignità e alla morale ultima, non risiede nella libertà ma "nel risveglio" della nostalgia di amare essere amati. Se riusciamo a "svegliarci" e a guardare oltre “la follia della croce” , la croce sparisce, ciò che resta è l'abbraccio con Dio.
UTENTE: Cara argi, magari in seguito mi lancio con te in una discussione specificamente teologica, ma per ora ti pongo un interrogativo piuttosto diretto: tu credi sia meglio imporre a tutti la morale cristiana e obbligarli, anche se non vogliono, a comportarsi come tu ritieni che la morale cristiana prescriva?
Argi: Carissima ……, io ti avrei già risposto: “Ma non è imposizione dire "ti amo", questo sia Dio che noi siamo chiamati da quel luogo di incontro, da quella croce, ancora ad affermarlo. Non può essere imposizione smuovere le coscienze verso l'Amore. L'imposizione è data dalla legge: è la legge che impone ma non l'Amore, e la legge la fanno gli uomini” ma evidentemente non sono stata chiara o come intendi tu diretta, e allora vorrei per poterlo essere farti una domanda: cosa intendi per imporre a tutti e obbligare? La domanda non è "cretina" perché per poterti rispondere devo sapere cosa intendi tu per imporre o obbligare, cioè se in questo è incluso anche il dover tacere e il nascondimento dei propri valori.
UTENTE: Intendo imporre per legge. Faccio un discorso più di diritto che di etica.
Argi: Bene, se ne fai un discorso di legge umana tutti noi da sempre ci riferiamo a quella scritta dai nostri padri fondatori che è il fondamento di tutta la nostra legge cioè la costituzione. All'art. 2 la costituzione sancisce che il diritto alla vita della persona è una norma fondamentale. Dunque, la nostra legge la costituzione non prevede il diritto alla morte, certamente che la legge si può cambiare. In America Obama lo ha fatto; come primo atto del suo insediamento ha firmato la legge del diritto a scegliere l'atto dell'aborto mettendolo per la prima volta nella costituzione Americana.
Pertanto fin ad oggi la legge si è preoccupata (io credo giustamente) di garantire il diritto alla vita e non il diritto alla morte essendo questo ultimo un atto considerato naturale. Oggi invece si apre un nuovo dibattito: se è bene per l'uomo decidere di intervenire sulla morte anticipandone l'evento naturale, (questa si chiama eutanasia almeno che non vogliamo inventare un altro termine).  Ora se vogliamo cambiare anche noi la legge e trasformare il diritto alla vita in un diritto alla morte possiamo farlo ma per far ciò dobbiamo cambiare la legge cioè occorre andare a votare. Ciò apre dei grossi interrogativi non solo di “diritto” ma anche etici perché se andiamo a votare sulla vita o sulla morte ciascuno di noi sarà chiamato ad esprimere un parere che andrà ad incidere non solo sulla singola esperienza personale, perché la scelta, in questo caso “il voto”, determina un indirizzo valido per tutti.
UTENTE : Il proprietario della vita decide della sua vita questa è a suo insindacabile giudizio. E allora per me riconoscere dignità ad una persona si traduce e non potrebbe essere altrimenti nel riconoscimento del diritto di autodeterminazione.
Argi: Se si parla di suicidio, come ben sai, qui non serve una legge, il suicidio lo compie la persona stessa, ma certamente in uno "stato laico" che si rispetti bisogna intendersi pure in questo: ad es. se sai che drogarsi con determinate droghe ti porta ad ucciderti, che fa lo Stato te lo permette? Ti lascia libero di suicidarti? Allora, decidiamo di organizzare la cosa; facciamo delle "camere della morte" dove passiamo gratis la droga e garantiamo così la libertà di drogarsi permettendo così anche il suicidio. Altrettanto possiamo fare per le persone anziane malate di alzaimer, per i malati terminali, anche questo può essere “giusto” nel diritto di autodeterminazione, sai quanto risparmierebbe la società? Come vedi questi sono solo alcuni esempi che non sono solo "idee" per chi crede nella "libertà della morte" , questa come sai, non è solo una possibilità ma è l'attuazione della libertà del singolo di volersi uccidere per le più svariate ragioni.
Ma anche ammettendo che la società voglia tutto questo, bisogna che tutto ciò passi attraverso il
voto dei cittadini, difatti, in uno stato democratico, cosiddetto "libero" ciò dovrebbe avvenire, o no????  Anche se resta comunque una domanda: "lo Stato non dovrebbe nella sua costituzione difendere la vita dei suoi cittadini? Ma non basta difenderne la vita bisogna garantirne la morte. "Giusto", dal momento che la morte è l'unica certezza della vita che sfugge al volere dell'uomo, bisogna poter decidere, determinare, anche questo. Ma c’è qualcosa che non quadra in tutto ciò. Ora, mi e ti pongo una riflessione: come fa un legge che ha carattere generale a stabilire caso per caso? Tu che parli e difendi "le verità relative" dovresti ascoltarne quantomeno il difficile dibattito prima di decidere se sposare una legge Ad es. nei riguardi del testamento biologico: quanti hanno la coscienza del problema scientifico, anche considerando che la scienza è in evoluzione? Anche se diventassimo tutti laureati in medicina e chirurgia ciò non basterebbe, perchè su questo argomento anche i medici stessi sono divisi.
Il punto dunque è e resta l'interpretazione che uno Stato da della libertà del singolo: fino a che punto il singolo cittadino può assoggettare lo Stato al suo volere? Ma non si possono neanche fare le leggi su misura per ogni cittadino perchè altrimenti il risultato è il caos e comunque il problema è morale ed è dentro la scelta non nella legge.  Uno Stato che non ha più punti di riferimento è allo sbando, come una bussola impazzita che non sa più dove andare.
Chi si affida Gesù ha la sua luce, Gesù è "la stella polare", e si può mantenere la rotta in questo "mare impazzito". Pertanto non si baratta la mente e la fede: il
voto è una responsabilità e me la prendo, e non rinuncio neanche a dire che essere per la vita è giusto, per far piacere a chi non la pensa come me. Questo sarebbe solo buonismo. Ora, se tutti gli altri vogliono fare il contrario, io resto in questo mondo per esserci nella coerenza del messaggio di Gesù, al di la delle scelte altrui che rispetto, comprendo, ma non posso condividere, anche se so che già faccio parte di un resto, di... "un piccolo resto".
Per rispondere alla tua domanda dunque io credo che la legge fatta dagli uomini deve essere fatta per il bene dell'uomo ricercando il giusto e il vero…..
PABLO: Nessuna società può dirsi libera se non vi regna la giustizia.
SOCRATE: Questo è sicuro. Ma la giustizia è figlia della verità, e la verità spesso si preferisce ignorarla. Questo è sempre accaduto, oggi come ai tempi miei. Nessuna giustizia e più ingiusta di quella decretata dall'opinione dei più."
Comunque, so che andremo verso il testamento biologico, e so anche come ho scritto questo non risolverà il problema perché l'origine di tutto è diverso, sta nel prolungamento della vita con le tecniche dell'innovazione della scienza e nella paura della sofferenza e della morte che è vissuta non più come evento naturale ma come vuoto incolmabile da nascondere ed eliminare.
Anche se io credo bisognerebbe tenere a mente sempre le parole di Gesù "Voglio misericordia e non sacrifici"..." perché la misericordia ha sempre la meglio nel giudizio": l'Amore sa sempre cosa scegliere, sceglie, fa e non impone ma non rinuncia mai ad essere se stesso a portare anche nel buio la sua luce. Ma il voto non è un imposizione è un diritto al quale non si può rinunciare perché esprime non solo il pensiero ma da luogo all’indirizzo della società.
La vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa”.
Il più grande filosofo laico del Novecento italiano, Norberto Bobbio, con una frase che il cardinale Carlo Maria Martini ama ripetere facendola propria, diceva che “la vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa”.
Ma Dio non è ”un pensiero” o “un ‘idea”
Ma Dio non è ”un pensiero” o “un ‘idea”, non è l’uomo Dio. Questa rinuncia a varcare la frontiera dell’oltre ha fatto si che tutto fosse affidando alla scienza, come se quest’ultima dovesse gestire di fatto tutto, anche l’antropologia, ma l’uomo non è una conquista della scienza. E’la Sapienza, il pensiero aperto alla frontiera, quello che non si riveste di pregiudizi che impongono barriere, che ha dato modo alla scienza di progredire. Anche se dovremmo discutere sul termine “progredire” ; perché occorre (ed ecco perché la scienza da sola non può bastare), stabilire cosa significa progredire e per far ciò non è possibile non confrontarsi con la frontiera dell’etica. E’ su questa frontiera che riemerge la domanda fondamentale, che si era voluta seppellire nel relativismo, ma che comunque riesplode di fronte al richiamo, quale invito al confronto, quando “l’ oltre” irrompe nella storia dell’uomo, e varca il limite, ponendosi di fronte quale interrogativo essenziale che coinvolge la vita stessa dell’intera umanità: “cos’è il bene?” e di contro “cos’è il male?”  Ci si è illusi di poter evadere questa domanda, perché questa domanda riporta alla ricerca fondamentale del pensiero umano. E così mentre anche il papa oggi ammette che anche la teologia può sbagliare ma invita comunque a non stancarsi mai di ricercare la verità nel rispetto dell’altrui pensiero, ci sono “maestri” che non possono ammette di sbagliare.
Sono loro i veri integralisti; “maestri” del sofismo e del relativismo, che “confezionano la verità” con le parole e poi avvalendosi della “maschera del relativismo” mutano la loro verità in dottrina da imporre agli altri. Si vestono della veste di “nuovi teologi” che si ergono a “salvatori della chiesa”, i quali pongono in discussione, anzi negano la stessa esistenza della Verità. Oppure quei pensatori atei che nel nome della loro superiorità intellettuale si sentono “prescelti” avendo appreso il senso della giustizia dallo stesso loro pensiero come una sorta di “auto rivelazione illuministica” , ma questa non è che un’altra dottrina: è la nascita della dottrina atea.
Questa superiorità quando si fonde nella politica riassuntiva del potere machiavellico, quale esso sia, “del fine giustifica i mezzi” ecco che si confeziona nella storia dell’umanità l’integralismo, sia esso ateo che religioso.
La verità da fastidio
Ecco che c'è una nuova e sottile dittatura, quella che con la scusa "dell'imposizione" vuole togliere di mezzo l'altrui pensiero religioso, (ma non solo perché poi tutto ricade su un effetto domino). “La religione”, afferma questo pensiero, “specie quella cattolica, è un imposizione”. Questa dittatura è sottile perché fa leva su i tuoi stessi principi di scelta di libertà, ti dice: “"non decidere per me secondo gli schemi che ti derivano dalla tua fede”. O.K. io non decido per te ci mancherebbe la scelta che fai sulle cose della vita resta tua e non mia, riguarda solo te. Ma se sono chiamata ad esprimermi tramite il voto, cioè democraticamente sono chiamata a dare un parere su ciò che va a incidere su tutta la comunità, anche questa è una scelta perché riguarda il bene comune, dunque, perché dovrei rinunciare a esprimermi su ciò che ritengo essere giusto in riferimento ad un valore unico essenziale? Perché dovrei “assecondare” tutto ciò in nome di una particolarità individuale che pretende, con la scusa “dell’astieniti dal voto” di essere legittimata in termini assoluti?
Questa opzione, il voto alla quale sono chiamata, diventa anche la mia scelta, perché mi coinvolge personalmente (sia se decida di votare che se decida di astenermi), la mia coscienza di credente e il mio diritto di esprimere anche la mia idea di società.
Ormai si è iniziato a considerare invadenza ecclesiastica la professione del proprio credo e non solo religioso; da fastidio quello che la pensa diversamente che non si allinea alle proprie posizioni sia nella politica che nella religione. Il solo dover stare ad ascoltare le altrui idee viene vissuto come imposizione, non c’è tolleranza, e poi si addita la persona di fede cattolica (con i termini dispregiativi che invece in realtà non lo sono), quale “assolutista è integralista”, quando invece c’è un integralismo relativista che crea e porta al caos sociale. Ma quando si tratta di attaccare la chiesa, con la scusa dell’invadenza ecclesiastica, questo fronte trasversale si compatta fino a diventare per assurdo ciò che vuole combattere: più che una dottrina, una dittatura.
Ciò che ad alcuni sfugge è che “il nemico” che viene attaccato non è il papa, il clero o l’istituzione ecclesiastica, ma l’attacco che viene fatto è alla stessa professione di fede:l’attacco è a Gesù Cristo, e insieme a Gesù Cristo è l’uomo stesso che viene attaccato. Riguardo al rispetto del punto di vista non è una imposizione considerare e valutare una riflessione, eppure anche questo invito alla riflessione è visto come una imposizione integralista.
Questo è il nocciolo di ciò che voglio rappresentare: quando la società diventa intollerante i primi a farne le spese sono le religioni, magari si inizia da quella più scomoda, poi ciò che segue è che o ci si assoggetta “all’opinione dei più” o si viene ridotti al silenzio.
Dal forum
UTENTE : Io ,sono fermamente convinto,che la religione o quello che NOI pensiamo della religione, sia una cosa intima...che abbiamo dentro di noi....e di conseguenza ci comportiamo come dice il cuore. E’ un fatto intimo...che non deve trascendere nel comune.
argi: Che intendi per "trascendere nel comune"? Se Dio ci dice "ama" questo di fatto già trascende il comune ci fa scendere dentro il comune, ci fa andare “oltre” e ce lo fa abbracciare, questo “comune” è tutto ciò, vuol dire mettersi in gioco, uscire fuori dal proprio "giardinetto" ,per essere nel comune con il comune e portare nel comune, a chi vuole “la buona notizia” (vangelo).
UTENTE: Ma non spararle più grosse di quello che pensi....andiamo... vedi che non hai capito il nocciolo della questione? E come il 99%del gregge pensi che gli sia stato fatto un grandissimo danno ?
Se quà cè qualcuno che tende a censurare e a non rendere legittime e libertarie certe scelte che può e deve fare il cittadino in tutta libertà quella è la CHIESA CATTOLICA.
Le pecore che belano! Un poco di dignità...per favore... e di rispetto.
argi: si, sono “una pecora”, ma ho la mia dignità e anche il rispetto per gli altri: quando con il "ricatto" dell'imposizione, ti vogliono far credere che esprime il proprio pensiero religioso pacatamente significa IMPORRE, questo diventa dittatura. Se siamo in un paese laico e democratico ognuno deve poter esprimere la propria opinione e poter professare il proprio credo, come indica l'art. 19 della costituzione.
Ma diciamolo, quello che da fastidio è' la presenza dei cristiani nella società "fuori dalle chiese".
Ci si illudete che il potere sia arroccato nelle mura di uno stato “lo stato vaticano” e non dico che anche lì non ci sia, anzi,dato che il potere è ovunque è anche, come profetizzava Gesù degli ultimi tempi, “nel luogo santo dove non dovrebbe essere”.
Il potere è ormai radicato nella società ed è esternato nella mancanza di etica. Pertanto, si può anche decidere di togliere quel "pezzo di legno" , quel crocifisso, che era appeso sui muri delle aule delle scuole, nelle sale delle istituzioni o dai muri delle case, o in una chiesa, o appeso al collo come ornamento da mostrare quale reliquia di fede morta. Perché non è il crocifisso appeso che da fastidio, perché quello stava lì da prima, immobile, pertanto ora se lo togli è ininfluente, è quando quel crocifisso torna ad essere "parlante", è quando quella Parola vivente te la trovi davanti, ecco che quella parola, la Parola di Dio, è scomoda, troppo scomoda, diventa come dice Gesù “la pietra d’inciampo”, ed è lì che c'è lo scontro più duro, dentro il cuore dell’uomo.
Oggi invece quel crocifisso te lo puoi ritrovare nelle strade, nelle piazze, nei posti di lavoro, e questo può smuovere e cambiare le coscienze. E’ l’ignoranza il vero "pericolo", è questo che il potere oggi si adopera per far tacere e deve far tacere.
UTENTE 1: La chiesa? Le sue ricchezze? Come si giustificano con il credo cristiano Riguardo all'ignoranza, cara utente, dovresti stare attenta a quello che dici. ......attenta.......
argi: Sto attenta, sto bene attenta ma io non rinnego quello che sono; sono credente cristiana e cattolica, è evidente che non ti stanno simpatici i credenti, soprattutto cattolici.
Ce l'hai tanto con la chiesa ma sai che questa chiesa è fatta anche di persone che non hanno"le scarpette rosse" e cercano semplicemente di vivere il vangelo? Io non disprezzo chi non la pensa come me, ma vorrei poter esprimere la mia opinione.
Ripeto, sono convinta (e non solo io nei termini) che l'ignoranza è e continua ad essere "la culla" della miseria umana. Ora stai ben attento tu a ciò che sto cercando di spiegare: conoscere per l'uomo equivale ad avere la possibilità di poter comprendere e di poter rendersi padroni della propria dignità delle proprie idee. Sottolineo in tal senso delle proprie idee, quali idee non acquisite in blocco dalla conoscenza degli altri ma desunte ed elaborate dal proprio cervello e dai propri sensi (vista, udito, odorato..ecc..) nel tempo, cioè, il tempo vissuto nella propria "sperimentazione quotidiana".

Dunque il concetto di "ignoranza" non è in relazione alle persone ma alla privazione della conoscenza stessa: chi ne viene privato si ritrova ad essere più povero nei riguardi di se stesso. Quando ciò avviene per libera scelta è un conto, ma quando ciò avviene per sottrazione o distorcimento dell'informazione è un altro, e se l'informazione viene distorta, è la conoscenza che viene distorta, è la verità che viene demolita e l'immagine che abbiamo è un'immagine imposta. Ora questo "distorcimento" tu lo vedi solo nella chiesa, io invece lo vedo dappertutto.
La chiesa e le sue ricchezze
Per tornare alla chiesa direi che questa ha in se entrambi gli aspetti la ricchezza ma anche la povertà, dicevano già i nostri padri della chiesa “è santa e meretrice” è del resto come l’uomo. Ma, chi segue veramente il vangelo sà che la provvidenza e la ricchezza più grande, pertanto chi segue il vangelo conta su quel lasciare vestire "i fiori dei campi e gigli " con i colori della provvidenza. Se fosse per me donerei tutte le ricchezze della chiesa ma dove andrebbero poi quelle ricchezze? Chi le dovrebbe gestire? Una volta ottenuti questi benedetti soldi e “monetizzato il tutto” dove andrebbero a finire questo tutto? Se consideriamo che, come ho spiegato prima, la povertà è nella culla dell 'ignoranza, gli stati dittatoriali e gli interessi di parte di potere ne approfitterebbero ancor di più sottraendo tutto. Poi una volta che tutto sia venduto, ceduto, pensi che possa bastare per risolvere il problema della povertà? Voglio dire che almeno ora alla "sete della povertà" un po' d'acqua arriva attraverso quei tubi, attraverso quella struttura, quell'impianto costruito, ma poi quando quest'acqua finisce perché l'impianto idrico viene tolto, non ci saranno più i tubi chi porterà l'acqua? Prima di sfasciare tutto bisogna avere pronte delle alternative e soprattutto che siano migliori delle attuali. Sono d'accordo con te che la chiesa non è nata per essere un centro di assistenza e di beneficenza, la chiesa è nata per annunciare Cristo risorto ma è comunque una struttura che oltre all’annuncio che continua da millenni, riesce a far passare nei tubi bene o male l'acqua alla "sete della povertà".
Inoltre, ogni qual volta che l'uomo ha provato a "svendere la fede", quando nella storia della chiesa tutto sembra contraddire l'insegnamento del suo Capo, quando la chiesa stessa sembra sia destinata allo sbando, lo Spirito interviene con forza a circoncidere il cuore dei credenti e nasce "il risveglio": così nascono i mendicanti di Francesco, Chiara, Bernardo, i domenicani, gli agostiniani, i benedettini e ancora Teresa, Teresina e così via, di santità in santità, fino ai nostri giorni e che dire dell'Abbé Pierre? (ultimi santi proclamati da Giovanni Paolo II ) Chi ha letto la loro biografia? La grandezza della loro fede sta nella semplice ma chiara coerenza della loro vita cristiana: i santi stanno li non per farsi adorare ma per testimoniare al mondo che il vangelo si può vivere.
[url]http://212.77.1.243/news_services/liturgy/saints/index_saints_it.html [/url] )
Anche oggi lo Spirito "infuoca" la chiesa intervenendo personalmente in coloro che credono.
UTENTE 1: Io sono fortemente Anticlericale...,molti si offenderanno, ma il fatto di esserlo non esclude che io possa credere in DIO..o no? Io non credo nella chiesa....
argi: Posso capire il tuo anticlericalismo contro tutto ciò che è struttura ma non bisogna confondere la chiesa con la struttura istituzione della chiesa. La chiesa sono tutti coloro che, battezzati, credono in Gesù Cristo e seguono la sua Parola, dunque la chiesa è lo strumento umano attraverso il quale Dio attua la comunità di tutti i credenti, non si tratta di struttura umana, ma di struttura divina, difatti quel corpo di Cristo è formato da tutti i credenti. Ora, “Pietro”, la struttura umana è stata indispensabile per poter organizzare la chiesa che si espandeva nel mondo. La struttura umana ha portato con se ciò che di buono c'è nella fede, permettendo la nascita di grandi santi, ma anche portato con sé le molte debolezze dell'uomo. Ma la chiesa divina no, quella divina è stata ed è sempre salvaguardata da Dio stesso: "le forze del male non prevarranno su di essa". Gesù aveva avvisato che nella chiesa, tra i suoi, ci sarebbero state "forze del male" , ma la chiesa è di Cristo e non degli uomini pertanto Dio ha dato una garanzia "non prevarranno" e Dio mantiene sempre la sua parola.

I maestri dell'idolatria"
Sono quei " maestri"....che negli anni passati hanno creduto e voluto una società “libera da Dio” e da tutti quei valori a lui agganciati, illudendosi che l'io da solo avrebbe potuto crearne di nuovi e di più giusti, volendo fondare uno stato senza Dio, che loro credono "più libero" ma che in realtà è divenuto prigioniero e schiavo di quello stesso ’IO” CHE SI E’ AUTOPROCLAMATO DIO”, e così facendo, ha perso in se stesso il senso del giusto e della giustizia.
Cosi' ecco che il "CARPE DIEM”" di Orazio, viene tradotto ed assunto e ribaltato completamente dall’"IO". Dunque “l’attimo” non e' piu' un dono di Dio che permette di completarsi nel NOI, ma un furto, un furto al Noi, al bene comune, a favore dell’”IO”.
“Carpe diem” cogli l'attimo e “frega” perché...cosa importa del domani se il domani non ha Speranza? Che cosa importa del domani se il domani non ha giustizia? Dal momento che la giustizia è agganciata all’”io” ognuno se la fa da sé la giustizia e...magari con l’approvazione della legge (leggi razziali ad es.). Così …..non c’è più giustizia, ma se non c’è giustizia non c’è pace, e se non c’è pace non c’è libertà ed ecco i frutti dei falsi maestri. C’è da dire che costoro sono trasversali nella società e hanno proposto e propongono la “finta libertà” data in pasto ai nostri figli, che si radunano davanti ad un muro VUOTO (quel muro, che ora è il loro "io" e il loro dio) . Lì, davanti a quel muro vuoto, ballano, ma soprattutto cercano di riempire quel vuoto, storditi dalla musica, dall’alcol e dalla droga, con la scritta: ” Fun is meaning of love, che se tradotto significa “ Va dove ti porta il cuore” , quel cuore che, ormai confuso, non cerca l’amore ma solo il piacere.
Difatti, il piacere è il bene supremo (edonismo), indotto dai falsi maestri, perché per loro è ciò che piace che bisogna perseguire, è ciò che piace “lo scopo” della vita. Pertanto gli ideali da perseguire sono ricchezza, bellezza e fama: “più belli, più ricchi e più famosi” . Ed ecco che l’apparenza, l’immagine diventa tutto, ed ecco che per raggiungere la ricchezza ed il successo si fa di tutto. Sono questi “i valori” che passano, ed è questo ciò che ci sta distruggendo.
Alt! Signori che vi spacciate per "relativisti” e che invece siete i reali integralisti; la vera intolleranza non è quella di chi crede, ma quella di chi vuole "respingere senza mezzi termini tutto ciò che è fede, perché non controllabile o condizionabile", non potete essere i padroni del pensiero umano, tanto da voler gestire le nostre menti, e anche le nostre anime. Ma lo sapete che i più grandi filosofi dell'antichità erano già arrivati, solo con la forza del pensiero alla “frontiera dell’oltre”, e a tutto ciò che la scienza sta sperimentando? La libertà di pensiero non si tocca, si può discutere, ma il vero insegnamento, come diceva il saggio Socrate, viene solo da chi sa di non sapere perché è solo chi sa di non sapere è disposto a ricercare la verità.
Ma come discutere con chi afferma a priori che la verità non esiste addossandosi in tal modo il ruolo di verità assoluta?
L’ateo oggi è il vero integralista: l’ateo non solo crede nella non esistenza di Dio, (e fin qui nulla da dire) ma si scaglia con forza contro la fede perché vuole dimostrare la sua fede “una fede divenuta atea.
Questi sono i dogmi della “nuova sottile dittatura”:

1° vivitela nel tuo intimo ma non professarla apertamente;
2° torna nelle tue “catacombe”;
3° seppellisci nel tuo cuore tutto ciò che professi e tutto ciò in cui credi;
4° noi intanto fondiamo un credo che non è altri che “una nuova dottrina”; la “UAAR UNIONE degli ATEI e degli AGNOSTICI RAZIONALISTI, per dimostrare che il tuo Dio non esiste, così eliminiamo “il problema” e la sua “fonte””.

Oggi chi si dice ATEO forse non si rende conto di avere UNA RELIGIONE:

Crede che Dio non esista e impone agli altri il volerlo credere. Questa non è solo "fede" ma è anche una vera e propria religione (denominata "Uaar" che si organizza nella società tramite i suoi "adepti" che ne finanziano il progetto). Così abbiamo.. "la notizia" , venuta fuori dal riscontro dell'utilizzazione della rete da parte degli adepti della "nuova religione" in tutti i vari spot che circolano e su tutti i primi siti, perciò non mi meraviglia che ora la loro pubblicità investa anche gli autobus. Ed ecco come spendono i soldi:

"LA CATTIVA notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno".

Ciò dimostra quanto questa organizzazione si sia trasformata da fede in religione: la fede coinvolge la persona, la religione cerca adepti (quasi a volersi autoconfermare nel suo credere). Sta di fatto che questi atei italiani mentono a se stessi e agli altri perché non possono dimostrare la non esistenza di Dio, perciò mentre in altri paesi questa campagna in atto, come in Inghilterra, pubblicizza "Probabilmente dio non esiste. Smettila di preoccuparti e goditi la vita" , oppure come in America "Perché credere in dio? Sii buono per amore della bontà" la nostra nuova religione italiana afferma "Dio non esiste” e la da come cattiva notizia (il massimo della incongruenza logica) e poi continua con il massimo del sentimento di onnipotenza che pervade ormai le loro menti "megalomamente Nietchane"... "non ne abbiamo bisogno" e.....questa sarebbe "la notizia buona"?.... Ora ci sono Loro il nostro Dio, cioè l'U.a.a.r, loro si che sanno quello che di cui abbiamo e non abbiamo bisogno
.
 
LA DOMANDA”
(ho chiesto sul forum)
Mi sono posta e vi pongo una domanda: ”Ma che cosa può fregare ad un ateo del Cristo? Dal momento che è ateo e non crede a qualsivoglia religione? O meglio che cosa spinge un ateo a voler “demitizzare” il cristianesimo, il Cristo e alla sua negazione? Perché concedere questa “appassionata ricerca” e questo “privilegio” ed interessamento esclusivo nei confronti del cristianesimo? Difatti, l'interessamento è palese: se si naviga su internet i primi siti che trovi nella ricerca di Gesù (provare per credere) sono tutti, e ripeto TUTTI ad esclusiva “dimostrazione” della presunta falsità dell'origine del cristianesimo e dato che ne è pieno anche questo Forum e visto che a me piace molto “viaggiare controcorrente”, soprattutto per avere le idee chiare; bisogna dunque partire da questa domanda, capire ciò che “smuove” tutta la presunta ricerca cioè è “il fattore” perché si sa, anche in matematica da sempre considerata una scienza esatta, è il fattore che determina il risultato e … se  cambia “il fattore” cambia inevitabilmente anche il risultato.
UTENTE1: Serve di più a convincere sè stesso di non avere "perso" nulla non avendo fede. E' una sorta di tranquillizzazione psicologica...Viceversa si avrebbero dei terreni inconquistati dentro di sé, cioè dei rimpianti.
UTENTE 2: Chi, per qualsiasi ragione, nn ha voglia di far parte d'un particolare gregge, ha tutto l'interesse a pensare che i valori fondanti di quel gregge siano inconsistenti, superflui, o ancor meglio dannosi. Così, tanto per sentirsi sicuri di non aver perso nulla. La motivazione è inconscia, e senz'altro molto forte in quanto tocca da vicino i nostri sentimenti d'appartenenza ad un gruppo, nonché le nostre più ataviche ansie secondo le quali ci chiediamo e richiediamo continuamente se ci sentiamo più sicuri da una parte piuttosto che dall'altra.

Argi: La motivazione psicologica ci sta tutta: la ricerca di una sicurezza che viene dall'escludere l'altro che fa parte di un altro gruppo, anche questa ci sta è comunque "la diversità" e ciò che non conosciamo fino in fondo la diversità che spaventa ma ripeto....non basta come spiegazione alle domanda posta, non è sufficiente, perché qui c'è una supposizione di conoscenza che non giustifica la motivazione psicologia, come analisi può essere solo uno dei punti di partenza.
UTENTE 2 Poi esistono altre ragioni .. che fare con l'amore per la verità; sono ad esempio gli studi antropologici sulle religioni, sul manicheismo, sul mitraismo, sullo zoroastrismo e via dicendo. Sono studi che fino a poco tempo fa erano ritenuti eretici, sono comparazioni di fronte le quali il cristianesimo rischia di perdere alcune caratteristiche tradizionalmente uniche, e di fronte alle quali è possibile maturare diverse forme di scetticismo.
Argi: L'amore per la verità?L'amore per la verità non regge come motivazione, fatta in questo modo. La ricerca della verità è il fondamento delle radici cristiane; è da queste radici che è potuto scaturire l'illuminismo, lo scientismo e anche l'ateismo . E' il cristianesimo che giustifica l'ateismo: La “discrezione di Dio è nel dubbio che avvolge la sua esistenza e lascia all’uomo la libertà di scegliere di amarlo.
UTENTE 2 Permettimi, ma se la ricerca della verità fosse veramente il fondamento delle radici cristiane; come si metterebbe se la verità conducesse a screditare molti presupposti del cristianesimo tradizionale?
Argi: La Verità dei cristiani conduce alla nostra fonte che è Gesù Cristo: è Lui stesso il maestro. Tutte le diatribe tra i primi cristiani sono state sui contenuti della fede, ciò che si spaccia per “nuovo” è vecchio di millenni. Non ci dobbiamo dimenticare che è grazie alla fede e è solo per fede che i monaci manuensi, con pazienza certosina, hanno permesso alla chiesa cattolica di conservare gli scritti evangelici e tutta la documentazione che è tutt’ora è visibile nelle grandi librerie vaticane, che anche oggi si può approfondire. Ma qualcuno ha detto ed è vero, che il più grande nemico della fede è l’ignoranza o meglio la presunzione di conoscenza, perché chi crede di sapere, sia fedele o meno, non approfondisce, dunque, il credente resta con una fede “bambina” e fragile mentre il non credente che presume di sapere parte dal presupposto che è "tutta una balla" pertanto, la cosiddetta “verifica” della fede è inficiata da un vizio iniziale.
UTENTE 2 Prima di rispondere ho googlato un po' per cercare di capire meglio a cosa ti riferisci; per primo è saltato fuori il sito: www.cristianesimo.it. Dando una veloce occhiata ho immediatamente avuto l'impressione che il nobile intento della ricerca della verità qui c'entra poco, l'impostazione del sito infatti mi pare più che altro di natura ideologica o politica, non certo accademica.
Dunque ad esempio professarsi atei è un modo per togliere potere agli esponenti del clero. Nel momento in cui mi dichiaro ateo, sciolgo il legaccio che permette ad un vicario della deità di avere potere sulla mia coscienza.
Argi: Dunque si, la motivazione politica: il cristianesimo da fastidio, "Finché il cristianesimo è annuncio di amore,... suscita interesse di natura spirituale, di ricerca....quando ... si operano scelte che toccano la sfera politica, economica, sociale ...." il cristianesimo nella nostra società da fastidio, l'annuncio d'amore di spiritualità di solidarietà fraterna non deve invadere la sfera personale deve rimanere nella spiritualità, ma "il cristiano è chiamato a collaborare per la costruzione di una società civile più giusta, partendo dai propri ideali quali (lo dico senza mezzi termini non riuscirei a fare diversamente) la famiglia (mamma donna, papà uomo e figli), la difesa della vita, la condivisione con i più poveri, l'accettare chi viene da lontano, il ricercare la pace ... Essere cristiani è scomodo....e dà anche tanta scomodità.
UTENTE 2: Tuttavia, seppur abbiamo svelato le intenzioni del sito, dobbiamo pur riconoscere che molti degli argomenti trattati sono di pertinenza alla ricerca storica ed antropologica, e proprio a queste ultime stavo facendo riferimento, poiché esse non potranno essere alienate da schermi ideologici o dottrinali. É per questo che alcuni studi storici o antropologici sulle origini e sulle derivazioni del cristianesimo possono indurre lo studioso a maturare un cauto scetticismo nei confronti della nostra tradizione religiosa, quali il concetto di "potere spirituale" della chiesa e del suo clero, e di tutte le rivelazioni dogmatiche ad essa associate
Argi: Cauto scetticismo? Basterebbe solo lo scetticismo, invece qui c’è un movimento che, contrario al potere politico nei riguardi del clero, fregandosene della fonte di spiritualità che comunque la chiesa rappresenta, non potendo eliminare tale potere, usa lo strumento del dubbio e del discredito sull’intera verità della fede. Perché qui non si tratta di salvare “Gesù uomo” ed eliminare la chiesa perché questo non è ciò che si vuole fare, e che qualcuno, voglio credere forse ingenuamente, vorrebbe fare, perché tutto ciò è comunque un utopia dal momento che le due cose, Gesù e la chiesa spirituale, sono comunque un tutt’uno e la chiesa è l’uomo. Dunque alla fine, non è la chiesa che si vuole eliminare ma l’uomo. Tutte le società “democratiche” che dir si voglia si reggono su quei valori che provengono dalle nostre comuni radici cristiane, (l’assistenza sanitaria agli indigenti, lo stesso Stato sociale, l’accoglienza ai profughi ai rifugiati, tutto questo e lo stesso volontariato provengono da ciò che abbiamo ereditato da Gesù Cristo). Vogliamo veramente approfondire le nostre radici? Vogliamo vedere di “toccare la realtà" della nostra fede? Bene, questo occorre approfondire, ma ciò non significa denigrare. Non si può gettare via il bambino insieme all'acqua sporca. Questo è lo spirito con cui bisognerebbe “da scettici” accostarsi a Gesù Cristo.
UTENTE 3: Se ti riferisci all'aria particolare che si respira in questo forum avrai notato che in realtà atei qui non ce ne sono, ma piuttosto persone attaccate ad una propria verità incapaci di mettersi in discussione, ..no carissima qui semmai c'è un diffuso sentimento anticlericale e anticattolico che unisce in una specie di caccia alle streghe "vaticane" le più astruse ideo o ideologie, dove tutto può essere utile alla denigrazione una specie di "noi" liberi contro "voi" pecoroni.
Ammiro la tua costanza nel proporre le tue idee e nel non demordere nel presentarle, in una costante ricerca della "verità" e possibilmente documentata.
Ecco ciò che manca qui persone che si interrogano, persone che verificano, persone che non danno nulla per scontato, curiose insomma.
UTENTE 4: il cristiano, specialmente in occidente da 2000 anni, impone a tutti la sua fede definendola “VERITA’ RIVELATA”, “VERBO DI DIO” “VERITA’ ASSOLUTA”.
Argi: Non è la mancanza di libertà a dar luogo al “movimento laicista”, ma è "la rivelazione della verità atea che deve imporsi, sulla verità rivelata perché, quello che proprio non va giù è il dover ammettere IL DUBBIO. Ora, ed è questo il punto, chi è veramente obbiettivo sa bene, come ho sempre scritto sin dall'inizio in questo forum, che l'esistenza di Dio non si può né negare né affermare, (50% e 50% vedi la scommessa di Pascal), pertanto, alla ragione obbiettiva non resta che la SUPPOSIZIONE, mentre il credente non si arresta di fronte al suo 50% e se vuole, può andare oltre, ed è questo il campo della fede che permette di varcare “il confine dell’oltre” e di incontrare Dio ed è proprio questo che a Cascioli and & non va giù: LA SUPPOSIZIONE,...un dubbio che riveste il 50% E' UN DUBBIO CHE PUO' "PESARE". ... e questa ...non è demagogia.
La storiella del Cascioli è nota, come è noto il suo anticlericalismo.
Mai religione è stata passata al vaglio della ragione come quella cristiana e non solo dall'illuminismo in poi ma fin dai primi secoli del suo esistere, eppure nessuno ha mai potuto smentire qualcosa che, non è solo fede.


Come si costruisce “il mito” di Gesù

Da internet… e non solo “Nessun adulto sano di mente crede alle favole su Gesù bambino, ma non sono soltanto i bambini a credere alle storie su Gesù adulto.”
Si parte, dunque, dal presupposto che Gesù sia “una favola e si ricerca la composizione o puzzle. Come?
Davanti a varie ipotesi si sceglie sempre quella che calzi meglio al fine di dare consistenza alla “posizione ideale” (fede) di partenza che, come dimostrato, non muove dal dubbio (ecco perché fede), ma da una presunta certezza: cioè chi crede, “crede alle favole su Gesù””.
Da internet… e non solo:“Per poter tirare le fila del discorso sulla religione occidentale bisogna dipanare la matassa che va sotto il nome ``Gesù'. 'Non sono casuali neppure i molti legami dei miti evangelici su Gesù con una serie di simili miti su altri eroi e divinità antiche: dall' Osiride egiziano al Krishna indiano, dal Mitra persiano all'Ercole greco.”
Ed ecco che partono gli studi antropologici sulle religioni, sul manicheismo, sul mitraismo, sullo zoroastrismo e via dicendo, qui di seguito ho riportato ad es. il mito di mitra, ma ce ne sono altri ai quali accennerò ad es. Krishna, ma nei quali non mi dilungherò, perché, al fine di chi vuole che Gesù sia un mito, il risultato è comunque lo stesso.
come si procede
Chi vuole dimostrare sono coloro che ricercano "dati" cosiddetti "storici" e attingono da svariati piani a mo di puzzle al fine di farlo combaciare alle loro convinzioni, tutto ciò per “dimostrare” l'inattendibilità della fede cristiana, pertanto, tra diverse ipotesi si va a “cogliere” sempre quella che nel “puzzle” ci sta meglio.
Analizziamo i miti
Mitra... ci sono due piani
Piano a: Mitra nasce da una grotta in una grotta, ma (secondo il mito) nacque da una roccia, presumibilmente lasciando una grotta dietro di sé. La roccia non può certamente essere definita "una vergine", e inoltre Mitra nacque già adulto.
ma...c'è sempre il piano B, nel piano B (successivo sempre al piano A) c’è l'altra versione in cui Mitra nasce da una vergine. Questo significa piegare "forzare" il parallelismo allo scopo che si vuole ottenere cioè accostare il personaggio a Mitra.
L'idea secondo cui Mitra sarebbe nato da una vergine è fondata su un uso arbitrario della terminologia. Mitra sarebbe nato dalla "materia primordiale", chiamata anche "prima madre" o "materia vergine". È evidente che la differenza tra la materia inanimata e una donna vergine è abissale.

Rimane da affrontare il discorso dei pastori, e anche questo non ha niente a che fare col vangelo, in cui i pastori non assisterono al parto. I pastori del mito di Mitra, invece, presenziarono alla sua nascita, e fecero anche di più: lo aiutarono a "uscire" dalla roccia, e gli offrirono alcuni elementi dei loro greggi.

Si consideri poi che la nascita di Mitra avrebbe avuto luogo quando gli uomini non erano ancora stati creati [Cum.MM, 132]. Come potevano allora esserci dei pastori ad aiutarlo a nascere?

In realtà queste idee, come praticamente tutti i presunti "paralleli cristiani" presenti nel mitraismo romano, sono nati almeno un secolo dopo la stesura del Nuovo Testamento, dunque troppo tardi per dire che il Cristianesimo abbia "preso in prestito" qualche idea dal mitraismo, ed è invece estremamente probabile che sia vero il contrario.
Nella letteratura mitraica non c'è alcun riferimento all'idea che Mitra fosse un "maestro".

Il Mitra iraniano aveva un solo compagno, Varuna. Il Mitra romano invece aveva due aiutanti, due piccole creature simili a lui e che forse simboleggiavano l'alba e il tramonto, o la vita e la morte.
Mitra aveva anche una quantità di animali suoi compagni: un serpente, un cane, un leone, uno scorpione - ma non erano affatto 12, e non erano persone.

Alcuni atei affermano che durante l'iniziazione a Mitra, i devoti romani si vestivano secondo i segni zodiacali e formavano un cerchio attorno all'iniziato. Queste idee non provengono dalla letteratura mitraica, e nessuno studioso di mitraismo le ha mai confermate.

Il mitraismo prometteva agli iniziati solo la "liberazione dal fato che attende tutti gli uomini" [MS.470]. L'unica idea di una "salvezza" è un affresco del 200 d.C. su cui è scritto che Mitra avrebbe salvato gli uomini versando il sangue del toro che, secondo il mito, Mitra avrebbe ucciso. Questa "salvezza", secondo l'interpretazione mitraica "astrologica", non indica l'immortalità ma solo un livello di iniziazione più elevato.
Anche qui, si tratta di un'idea di ben due secoli successiva al Cristianesimo, e quindi è evidente che il mitraismo ha importato il concetto dal Cristianesimo.”
C’è da dire anche che"Mithras o Mitra è un Dio mitologico che viene raffigurato come un giovane con una tunica corta ed un mantello agitato dal vento che brandisce una daga nella mano destra mentre sta tenendo ferma con la sinistra il capo di un toro che sta per sgozzare ma distoglie da lui lo sguardo guardando verso un punto imprecisato A questa scena sacrificale, assistono delle figure secondarie, tra le quali: un cane, un corvo, un serpente, figure che vennero interpretate dal belga Franz Cumont, nel 1896, come i simboli delle forze del bene e del male. Ma Mitra veniva considerato anche come la sorgente di una potentissima luce «nuova», (culti misterici esoterismo post cristiano) insensibile ed interiore, alla quale era legato la rinascita magica ed interiore degli adepti. Più che un dio del sole, Mitra era considerato come un portatore di luce. Un LUCIFERO, appunto. Tertulliano a riguardo scrive che il diavolo scimmiotta i sacramenti cristiani nei riti dedicati alla celebrazione degli dei pagani: «E se mi ricordo ancora in maniera esatta di Mitra, posso dire che il diavolo caratterizza le sue milizie con un segno sulla fronte; egli celebra anche l’offerta del pane e interpreta un’imitazione della resurrezione, combatte con la spada e vince la corona» («De corona militis», 15). la cosiddetta metempsicosi è anche la morte iniziatica, condizione necessaria alla quale il mistero si deve sottoporre, per spezzare la circolarità carmica, e giungere alla rinascita a se stesso. " Dunque Mitra è l’opposto di Gesù.
Il culto di Mitra scomparve con l'avvento del cristianesimo, perché il cristianesimo seppe, come del resto fece con tutte le culture con cui venne a contatto, inserirsi nelle usanze per poi inglobare riadattandole al proprio culto e fede. Ma il culto di Mitra si conservò "in una occulta tradizione capace di operare invisibilmente nelle grandi correnti storiche occidentali.

Secondo il mito, Mitra non sacrificò se stesso, ma piuttosto compì il gesto eroico di uccidere il "grande toro del Sole". Non esiste niente nella letteratura mitraica che giustifichi l'idea che Mitra si sia sacrificato. E non è neanche possibile paragonare la morte di un toro "per la pace del mondo", con Gesù Cristo che venne nel mondo dando la sua vita per salvare gli uomini dal peccato (e non per una generica "pace").


Nella letteratura mitraica non esiste alcun riferimento né alla morte né alla sepoltura di Mitra. Lo studioso Gordon dice apertamente che nel culto di Mitra non esiste "nessuna morte di Mitra" [Gor.IV, 96], dunque non si può neppure parlare di resurrezione.

Il mito non dice affatto che Mitra risorse. Dice piuttosto che non Mitra, ma gli dèi, dopo aver cercato gli umani, salirono al cielo, e Mitra attraversò l'Oceano con il suo carro. L'Oceano cercò di inghiottirlo e fallì, e infine egli raggiunse la dimora degli immortali.

 
Un’altra importante sottolineatura “è interessante fermare la nostra attenzione su quella che può considerarsi una circostanza curiosa, se non proprio una coincidenza significativa. Infatti, secondo la teoria di Ulansey appena esposta, la città dalla quale prese origine e si diffuse in tutto l’Impero il culto misterico di Mitra sarebbe Tarso. Ma Tarso è anche la patria dell’Apostolo che annunziò il Vangelo ai Gentili secondo una prospettiva del tutto nuova (6). Quando infatti San Paolo presenta ai pagani la dottrina del Cristo pantocrator (Colossesi 1, 15-20; 2, 3-15; Filippesi 3, 20-21), lo fa solo dopo avere annullato la consueta logica del mito. Egli non proclama l’aspetto glorioso di Cristo, che pure conosce molto bene. Ma ne esalta la sua morte in croce. Dunque, la sua sconfitta dal lato umano. Che però corrisponde all’esaltazione nell’ottica di Dio: «La parola della croce è infatti stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio» (1 Corinzi 1, 18).
Esaltazione della croce, affermata in precedenza da Isaia (52, 13
...) altra circostanza che confermerebbe che il culto mitralico misterico esoterico si modifica in contrapposizione al culto cristiano. Ecco perché negli atti "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.” At 15,22-31
Inoltre Paolo nella lettera agli ebrei scrive di sacrifici che si fanno per eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. I culti rituali mitralici si avvalevano proprio di queste iniziazioni, sono già presenti pertanto in opposizione alla dottrina cristiana.
Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati,
poiché è
impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Eb 10: 4
I cristiani non offrono sacrifici perché l’unico sacrificio è la lode a Cristo:
Contro i sacrifici
Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono”. At 14,13
Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo.
Infatti i
corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel santuario dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori dell'accampamento.
Perciò anche
Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città.
Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo obbrobrio, perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.
Per
mezzo di lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome Eb 13, 9-15
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla.“Sentendo ciò, gli apostoli Barnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: "Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano”.

Circolavano già allora varie dottrine diverse che tendevano a sviare i cristiani Polo raccomanda di “non badare più a favole e a genealogie interminabili”, 1Tm 1, 3 le Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle”. 1Tm 4, 1 . Le chiama “favole profane”; sono in relazione ai miti che, venuti a contatto con il cristianesimo ne prendono alcuni aspetti quali ad es il senso del mistero e l’ occultismo, ma anche in relazione alla “genealogie interminabili” allusione ai tanti scritti che circolavano già allora su Gesù.
La profezia delle favole
Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”. 2Tm 4, 3
Favole, mentre il fatto cristiano non lo è. E’ intorno al fatto della resurrezione, che fin dall’inizio si scatenano “le favole” e i cristiani sono avvisati, ma chi ha incontrato Cristo risorto ha un insegnamento diretto quello dello Spirito Santo che porta al di là del confine “oltre la frontiera” direttamente a bere all’acqua della fonte stessa della Sapienza di Dio “alla fonte della giustizia per distinguere il buono dal cattivo” Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo. Eb 5, 13-14
Perciò, lasciando da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le fondamenta della rinunzia alle opere morte e della fede in Dio, della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.
Questo noi
intendiamo fare, se Dio lo permette.
Quelli infatti che sono
stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro.” Eb 6, 1-5
E Giovanni, l’apostolo che è rappresentato come l’aquila che vola in alto, metterà in guardia; si può andare “oltre il confine” solo uniti a Cristo:  “Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio.” 2Gv 1, 9
la differenza sta nella fede nel Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe rivelato da Gesù Cristo:  Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, At 24: 14
Ingannatori:”Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, costui è accecato dall'orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. 1Tm 6: 3| “Questa testimonianza è vera. Perciò correggili con fermezza, perché rimangano nella sana dottrina e non diano più retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che rifiutano la verità.” Tt 1, 13 .
 La sana dottrina che indica Paolo non sono né “le favole giudaiche” né i “precetti di uomini”, ma la dottrina secondo pietà, cioè che tenga conto dell’insegnamento di Gesù: Dio è Amore.


Dal personaggio al mito”
Dal Forum discussione:
Non solo Mitra ma anche Vishnu o Krishna e Osiride
Utente 1: Vishnu,decide di farsi carne sulla terra, sotto le spoglie umane di Krishna, e nasce da una madre vergine, Devaki, la quale è costretta a nascondersi perché il re Kansa ne teme la venuta e vuole ucciderlo. Pensa perciò di eliminarlo ordinando una strage di bambini. La nascita del fanciullo divino avviene fra i pastori. Di discendenza reale,viene battezzato nel Gange, fa risorgere i morti e guarisce lebbrosi, sordi e ciechi. Krishna si servì dì parabole per ìnsegnare la carità e l'amore. Fu trasfigurato davanti ai suoi discepoli e fu legato ad un albero insieme a due ladroni all'età di 33 anni ! Risorse dalla morte e salì in cielo. Fu definito il Redentore, il Primogenito di Dio, il Verbo universale e considerato la seconda persona della Trinità, ìnsieme a Brama e Visnù. I discepoli lo chìamarono 'Jezeus" che significa "pura essenza".
Argi: “Vishnu,decide di farsi carne sulla terra, sotto le spoglie umane di Krishna”
Vishnu si “incarna” ogni qual volta c'è un declino dell'etica e della morale. Pertanto Vishnu (una delle divinità del Trimuri) si “incarna” non una ma 10 volte, in 10 “Avatar”diversi (entità oggi tanto di moda su internet) di cui il n. 8 Avatar è Krishna, un nobile principe....
e nasce da una madre vergine, Devaki,”
di nuovo ecco... il piano o fattore iniziale: madre e vergine
Devaki non è madre solo di Krishna ma di ben 8 figli, di cui 6 vengono uccisi da suo cugino Kansa, la quale è costretta a nascondersi perché il re Kansa ne teme la venuta e vuole ucciderlo.
Kansa non è un re ma è il cugino della madre di Krishna , Devaki (ma per la formulazione del.... piano, occorre dire non che sia il cugino ma il re, vedete come il mix prende man mano il volto del personaggio che vogliamo costruire ) Kansa avendo saputo da una profezia che sarebbe stato ucciso da uno dei figli di Devaki li vuole uccidere tutti. Dunque il 7° figlio per evitare l'uccisione viene “trasferito”dovrebbe essere Balorama (che poi dovrebbe divenire Budda ma... non chiedete oltre perchè sono tante le divinità che è facile perderne il conto, come è facile trovarne una che ci "azzecca" qualcosa che da far combaciare ...il piano o fattore di partenza ) dunque Balorama viene “trasferito”nel ventre di un'altra donna e nel ventre di Devaki invece prende forma la dea Yoga-Midra , si ritiene che anche l'8° figlio krishna (ecco il punto tra i tanti che viene scelto) abbia subito tale “trasferimento” per sfuggire sempre all'uccisione.
Pensa perciò di eliminarlo ordinando una strage di bambini.
La strage di cui si parla è un demone che sotto forma di donna , Putana, suppongo da ciò che compie, cioè allatta i bimbi e li avvelena tutti tranne lui, il Krishna, che invece uccide il demone succhiandogli tutto il latte avvelenato.
La nascita del fanciullo divino avviene fra i pastori.”
La sua nascita è in una prigione, gli angeli sono ovunque di personaggi di doni non si parla, né di discepoli. Per quanto riguarda la sua morte, muore in una foresta trafitto in un tallone pare unico punto vulnerabile. Viene affidato ad un pastore (Nanda) e a sua moglie ( Yohanda) e vive tra i pastori (del resto credo che a qull'epoca fosse naturale incontrare pastori perché era il lavoro abituale.
Di discendenza reale,viene battezzato nel Gange,”
No, non ci siamo, non fu battezzato in riva al Gange perché dove è apparso Krishna passa la Yamuna, no, il Gange e poi nella cultura Vedica il battesimo non esiste.
Riassumiamo: Krishna non aveva il padre falegname ma era un re, non è nato da una vergine (prima di Lui erano nati altri 6 bambini), E' apparso con 4 braccia (Visnu) per poi "trasformarsi" in una forma "più umana a due.
Infine i miracoli di Krishna sono di tutt'altro genere, quelli da te elencati sono i minori.”ad es. solleva una intera collina (Govina) .

Mentre invece ho scoperto che esiste una profezia di 5000 anni fa nel Bahavysia Purana in cui si parla proprio dell'avvento del Messia Gesù al quale si da anche il nome di Isha-putra (figlio di dio), mentre Krishna viene menzionato sempre come Isvara o Supremo Controllore.
La profezia: [url]
http://isvari.splinder.com/post/15734236/Ges%C3%B9[/url]
UTENTE 1: ( continua) Salvatori e figli di Dio, numerosi dei quali crocifissi o comunque uccisi a 33 anni.

Adad dell'Assiria
Adone, Apollo, Ercole e Zeus della Grecia
Alcide di Tebe
Attis in Frigia
Baal in Fenicia
Bali in Afghanistan
Beddru in Giappone
Budda in India
Crite di Caldea
Deva Tat del Siam
Hesus dei Druidi
Horus, Osiride e Serapide di Egitto (i cui lunghi capelli gli davano una apparenza simile a quella poi adottata per il Cristo)
Indra del Tibet/India
Jao del Nepal
Krishna dell'India
Mikado dei Scintoisti
Mitra di Persia
Odino in Scandinavia
Prometeo del Caucaso/Grecia
Quetzalcoatl del Messico
Salivahana nelle Bermude
Tammuz di Siria (che alla fine fu trasformato nell'apostolo Tommaso)(35)
Thor nella Gallia
Il Grande Re delle Sibille(36)
Wittoba del Bilingonese
Xamolxis della Tracia
Zaratustra/Zoroastro in Persia
Zoar dei Bonzi
Argi: Caro Utente, è inutile che fa l'elenco delle" onoranze funebri " perché il teorema "TUTTI ALLORA NESSUNO" non regge (a parte il fatto che tutte le salme citate non sono morte in croce ne a 33 anni e non si sono appellati figli di Dio). Lo sa quanti personaggi che si sono detti messia sono nati prima di Gesù Cristo? Allora è poco documentato....eppure lei ben sa che uno solo è uscito fuori dalla storia dell'umanità come tale. Lei stesso ha espresso le sue "personali" motivazioni. Su via, Lei certo può dare qualcosa di più personale che un elenco di nomi che viaggiano su lapidi ormai inesistenti.
UTENTE 1: Sapiente e leggiadra ARGI
l'elenco serve solo come spunto di riflessione per i <simplices> perché potrei continuare con effetti speciali quali gli innumerèvoli miti nati in una grotta,con il simbolismo della grotta stessa,con il mistero della transustanzazione conosciuta già dagli Aztechi,con l'ostia che ha sostituito l'hostia,l'esposizione del S.S. Sacramento che sostituisce la spiga di grano della liturgìa eleusina etc.etc.
Insomma,più che annotare errori e imprecisioni con la matita blu/rossa,cogli il <sensum> di quello che cerco di dire...............athena ti sia sempre propizia.
UTENTE 2: "Estore ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae"

Il "sensum" è usare la testa e la ragione non uno dei tanti siti fantasiosi:
http://www.storiacristianesimo.it/vergini%20fecondate%20da%20divinit%C3%A0.htm

Perchè volendo fare i precisini, o gli spocchiosi come dice qualcuno si potrebbe tagliare la testa al toro ...... appunto; ricordando che un pastore può pascolare diverse cose, in cina le oche ad esempio ........ già le oche, ma proseguiamo, anzi no: che Govinda ci protegga
Argi: anche le oche mi risulta che, nonostante i luoghi comuni hanno una loro caratterino … se non erro salvarono Roma. Ma analizziamo i miti ... vediamo ci sono due piani.
Mito di Osiride
Piano A: Osiride muore in un sarcofago perché viene gettato dentro il Nilo ma...eh.. c'è sempre il piano B, cioè quello che ai fini del puzzle "calza meglio", nel piano B Osiride muore in croce.
Altro esempio il Dio Mitra
Piano A: Mitra non nasce da una vergine ma da una roccia ma...eh.. eh...c'è sempre il piano B , nel piano B successivo sempre al piano A scatta il piano B cioè l'altra versione in cui Mitra nasce da una vergine. Questo significa piegare "forzare" il parallelismo allo scopo che si vuole ottenere cioè accostare il personaggio a Mitra. Inoltre c'è da dire che il culto di Mitra era un culto mistico che non ha documentazioni le sole documentazioni sono quelle che attingono dalla patristica cristiana, è proprio Mitra ad attingere dal cristianesimo per fermarne il diffondersi (mitralismo romano del II sec.) "quindi tutti i rituali del mitralismo derivano dall'archeologia" pertanto Mitra nasce da una roccia non da una vergine.
Infine come mai dato che il 25 dicembre figurava anche nella religione ebraica quale festa della dedicazione "Encenie" (e non solo per la religione ebraica il 25 dicembre è una data che coinvolge molte religioni) mai nessuno ha sospettato che ci fosse un parallelismo con tali rituali solari, cosa che invece è stata fatta per il cristianesimo?
Quello che cerco di dire...illustre maestro...non annoti errori ....risponda.
Utente 1: Perché i miti altrui sono meno veri del suo?
Argi: Lei .... divaga, evidentemente i troppi miti e/o mitomanie le confondono le idee: che Gesù Cristo è "un mito" lo deve ancora provare.
Da parte mia non si tratta di sapienza, non potrei sono "ignorante" nel senso che ignoro e ricerco, la mia è semplicemente una ricerca; ho cercato di verificare i riscontri e ciò che ho trovato è un estratto di vari pezzi "pazzle" che sono presi un pò di qua e un po' la, a voler comporre la teoria del "mito". Or bene se questo la può acquietare avendo Lei esaurito la parola dubbio si tenga pure la sua teoria (perché tale resta se non è provata) mentre invece se vuol seriamente approfondire (come vede nonostante conosca le sua provenienza esoterica dovrei demordere ma questo invito ma che vuole, anch'io sono devota di Santa Sofia... )
Utente 1: Anche i Vangeli ( non solo sinottici ) contèngono discrepanze,omissioni,aggiunte,ritagli e frattaglie,ma quello non è un piano A e un piano B,ma pura verità calata ab alto...... Insomma si lamenta che non c'è alcun evangelion canonico con tanto di <nihil obstat > egizio o copto?
Argi: Vede caro utente come torna nel suo discorso di nuovo il sistema dei puzzle: una parolina "puzzle" messa qua, un'altra parolina "puzzle" messa la ecc..e....così.... la M unito a I insieme alla T con l'aggiunta di O.
Poi nell'approfondire si scopre ad es. che la festa della Chanukkà 25 Kislèv dicembre, la festa delle luci d'inverno e non certo per Joshua, e che ha al suo interno ancora la preghiera con il Salmo XXX che ricorda la riconsacrazione del Santuario e viene spesso chiamata come festa delle Encenie o inaugurazione.
E ancora che ad es. anche gli ebrei tolsero alcuni libri della bibbia per difendere la loro fede attingendo dai soli testi scritti in ebraico escludendo gli altri, molto probabilmente per distinguersi dai cristiani che invece optavano per il canone più ampio già a disposizione, eppure nessuno ha accusato gli ebrei di “omissioni”. Ed è ben chiaro che i vangeli apocrifi sono sempre circolati fin dall’inizio nella chiesa nascente, (ma ora si vuol far credere il contrario) lo stesso Luca afferma “molti hanno posto mano a scrivere” e dunque già da Luca sente il bisogno di mettere ordine sulla vita di Gesù, dove evidentemente anche l’infanzia appassionava e già giravano gli apocrifi. Ad es. la nascita nella grotta; quanti dipinti hanno la grotta? Anche il presepe ha la stalla o la grotta, solo dopo viene la necessità di porre ordine agli scritti nasce come gli ebei da una difesa della fede si scelgono alcuni vangeli i 3 detti sinottici perché le testimonianze degli scritti sono più attendibili dal momento che danno una visione globale e sono concordi tra di loro nei racconti e il 4° vangelo di Giovani ....
Utente 2: Caro Utente: mi accingo a dar man forte alla leggiadra argi ripostandole uno scritto di un forumista di passaggio
----------------------------------
Concezione verginale di Iside

Iside era vergine ma anche sposa e sorella di Osiride. La concezione verginale di Horus avvenne così: Seth uccise è smembrò il corpo di Osiride. Iside ricompose il corpo smembrato di Osiride suo fratello ma non trovò il pene del marito e dovette usare le sue arti magiche per concepire dal marito morto. Ma da qui al concepimento verginale di Maria ce ne corre! Penso comunque che accostare le figure di Maria a Iside sia una forzatura perché i due personaggi sono del tutto diversi. Semmai si può trovare qualche similitudine tra il concepimento "da spirito" nella storia della dea primordiale Neith, ma si tratta comunque di una dea e Maria non lo era.

Il personaggio Horus

Seth, geloso di suo fratello Osiride con un inganno chiuse Osiride in un sarcofago e in seguito smembrò il corpo di Osiride in 14 parti. Osiride da morto fecondò Iside e divenne padre di se stesso. Horus e Osiride, secondo la religione egiziana più tardiva, sarebbero la stessa persona. Tuttavia la vicenda di Horus sia come figlio di Osiride sia come reincarnazione di Osiride, ruota attorno alla vendetta su Seth. Seth, che era omosessuale, volle addirittura sedurre Horus ma quegli gli tagliò un testicolo...
Con ciò vorrei dire che se anche Horus fosse nato il 25 dicembre (ma Gesù non è nato il 25 dicembre e la festa è solo liturgica e non storica!) anche se ci fossero annunci di stelle e re magi alla culla di Horus i personaggi di Gesù e Horus non hanno niente a che vedere l'uno con l'altro. Che poi Horus abbia camminato sull'acqua, che si sia trasfigurato ecc sarà anche vero ma mi sembra che ciò sia del tutto trascurabile visto che si parla di un personaggio che ha il sole e la luna (mezza mangiata da Seth) come occhi.

Che Horus avesse discepoli e che fosse resuscitato dopo essere stato crocifisso non ho trovato alcun riferimento. Ovviamente io faccio riferimento alla religione egiziana classica. Probabilmente ci saranno tante altre interpretazioni fatte dai culti misterici e dalle sette gnostiche.  
Cristo e Krsna :Per quanto riguarda Krsna non c'è alcun riferimento alla verginità della madre, Krsna è l'ottavo figlio. La vicenda di Krsna ruota attorno alla lotta contro gli usurpatori del regno e muore raggiunto da una freccia sul calcagno... Il contesto della vita di Krsna e del poema Bagvad Gita all'interno del Mahabharata è del tutto diverso da quello dei vangeli.
----------------------------------------
Parrebbe dunque che da un tempo non precisabile, ma comunque recente, abbondino false notizie.
Sostenitori di un flusso di pensiero fanno di tutto per accomunare personaggi fatti e somiglianze, dando così un prodotto assai credibile proprio perché falso.
Si sa che questo è un mondo dove la menzogna risulta più credibile della verità.

MA ma io mi chiedo:
Che tutti questi cervelli siano il frutto del nostro tempo?
Come mai gli eretici furono perseguitati per tutt’altri motivi?
Che nessuno prima di noi si sia accorto di queste incongruenze?
E ancora: come mai nessuno si accorge della differenza FONDAMENTALE fra i personaggi citati e Gesù? Quale? L'assenza della sete di potere, per esempio. L'assoluta discrezione e utilità pratica dei suoi miracoli per es. Gesù non solleva montagne e non vuole essere simpatico rubando yoghurt. Egli dona la vista e la vita con il messaggio: "NON DIRLO A NESSUNO!!!!"
Dunque? A parte che come prima risposta verrebbe da dire: e allora?, in ultima analisi nessuno dei personaggi ha mai scritto a me piacciono gli uomini, ma la cosa si DEDUCE dal normale comportamento dell'epoca. A dunque "si deduce", ma si prova?
C O N C L U D E N D O:
“Il Cristianesimo non attinge né è influenzato da alcun altro culto, poiché tutte le sue dottrine sono presenti nell'Antico Testamento delle Sacre Scritture (affidato al popolo giudeo), compilato molto tempo prima della nascita di Cristo - tra il 2000 a.C. e il 400 a.C. - e la cui autorevolezza storica è confermata da solide prove archeologiche.

L'Antico Testamento racchiude sotto forma di simboli la dottrina Cristiana spiegata nel Nuovo Testamento, e contiene profezie su Gesù Cristo, il figlio di Dio (Zac. 12:10) che sarebbe dovuto venire nel mondo nascendo da una vergine (Is. 7:14), essendo poi crocifisso (Sal. 22), risuscitando (Sal. 16:10), ecc. Ogni particolare della sua vita fu profetizzato molti secoli prima della sua nascita, e si è verificato con assoluta precisione.

Non fu dunque il Cristianesimo ad attingere ad elementi pagani, ma il contrario: diversi culti pagani, tra cui il culto di Mitra, durante il loro sviluppo nel 1° e 2° secolo, cominciarono ad adottare vari elementi della teologia cristiana, per facilitarne la diffusione tra i cristiani. Lo stesso avvenne nel 9° secolo per il culto di Zoroastro.

R. Nash, nel libro Cristianesimo e Mondo Ellenistico, spiega: "Le asserzioni di una dipendenza del Cristianesimo dal Mitraismo sono state rigettate per diversi motivi. Il Mitraismo non aveva concetti di morte e risurrezione del suo dio e in esso non aveva luogo il concetto di rinascita - almeno durante le sue fasi iniziali... Inoltre, il Mitraismo era essenzialmente un culto militare. Pertanto, bisogna guardare con scetticismo all'idea che esso possa essere stato accolto da persone pacifiche come i primi Cristiani".

B. Wilson aggiunge: "Sebbene vi siano diverse fonti che suggeriscono che il Mitraismo includesse la nozione di rinascita, esse sono tutte post-Cristiane. La più antica risale al secondo secolo d.C."  Michael Grant conferma: "I metodi critici moderni non danno sostegno alla teoria del 'Cristo mitico' [Osiride, Mitra, ecc.]. Tale teoria è stata ripetutamente ribattuta e demolita da studiosi fra i più eminenti". Pertanto, considerando che il Nuovo Testamento fu redatto da Ebrei che rigettavano le filosofie pagane, e che l'Antico Testamento conteneva già tutte le nozioni del Cristianesimo molti secoli prima del Mitraismo e della venuta di Cristo, è evidente che furono i culti pagani ad attingere alla teologia Cristiana per poter resistere durante il periodo di nascita ed espansione del Cristianesimo.”
Furum libero http://spazioinwind.libero.it/popoli...MITRAISMO.html

http://www.bizstore.f9.co.uk/birth.html;
http://www.well.com/user/davidu/mithras.html; http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1481/92/lang,it/




* * *
Fine Parte Prima







Fonte : scritti e appunti della teologa e scrittrice Anna Rita Giardoni , e-mail: giardoni.annarita@libero.it  .





Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari negli ultimi 30 giorni