Domenico Tortorella
VOLARE ALTO
Quello che si propone non è un
letterato, professionista della penna, ma semplicemente uno dei tanti cittadini
del mondo, di media cultura, pensionato, e piuttosto in là con gli anni.
Ed è , forse questa maturazione,
questa esperienza questa saggezza da vecchiaia che spingono ad esprimere qualche
idea , con l'augurio che possa arrivare e fare breccia in alcune persone,
giovani in particolare.
Un suggerimento, un input a
modificare o ad evitare ove possibile e se possibile, la congestione di una vita
sempre più tormentata, sempre meno serena, o meno felice se si vuole, perché
scartati o messi da parte tutti quei valori che pure in passato avevano
costituito i pilastri fondamentali per un menage più accettabile, più disteso,
non dirò più felice, perché la felicità di cuore, vera, autentica, si sa, non è
di questo mondo.
Perché arroccarsi in false
sicurezze, autogestioni presuntuose ma dannose, senza avere il coraggio di
meditare e con saggezza di saper cogliere quello che è ancora valido nel
vecchio, ma collaudato, sapere scorgere tracce positive e con impegno ed amore
essere pronti a seguirle nei frangenti della nostra quotidianità.
L'umanità, la società d'oggi è quasi
sempre insoddisfatta della vita che mena (depressione, insicurezza, oppressione,
ecc.) e la ragione di tutto questo disagio, anche se in buona parte, non può
essere che l'allontanamento sempre più sensibile dalle sane fonti della vita e
continuando ad invertire gli autentici valori.
Non si sa più amare, vige sempre più
l'egoismo e l'egocentrismo trascurando quella facoltà all'adattamento e
all'adeguamento a quelle semplicità preziose che la natura, il divino ci offre.
Affanni, avidità, ingordigia,
inappagabilità la fanno da padroni. L'orgoglio rode e tutto pare che
spinga ad emergere, salire, salire, nella falsa illusione che il denaro, il
possesso, le ricchezze, la carriera, l'importanza, le passioni, ecc. portino
all'appagamento della vita.
Non sempre si pensa che ciò che
conta, ciò che realizza l'uomo nel suo intimo è di avere qualcosa di saggio,
nella mente, e di sincero, buono, dentro il cuore. Sono questi i
sentimenti che portano sulla via diritta, anche se apparentemente stretta.
E' qui il caso di portare questa
modesta considerazione in particolare ai giovani costretti a vivere in un
contesto ebbro di passioni: odio, cupidigia, vanità, sesso, degenerazione
morale.
E come trascurare l'attuale cancro
della droga che obbliga l'uomo dai primi anni della giovane età, nonostante la
palese attività informativa sul danno dei vari spinelli e poi exstasi, eroina,
cocaina, ecc. Si assiste sempre più ad un crescendo pauroso dell'affermazione
sempre più diffusa dello spaccio, delle organizzazioni malavitose che propinano
in un giro sempre più capillare i più svariati allucinogeni, ai quali ci si
approccia con l'illusione di arrivare a chissà quale pienezza di vita. Nella
certezza di eludere ad una quotidianità troppo anonima o poco esaltante,
sprezzando di ogni buona regola di vita e scegliendo una strada che
inesorabilmente porta a tragedie insanabili, a strade senza ritorno, destinati
alla fine.
Allora si torni alla sapienza, alla
meditazione, alla facoltà di discernimenti tra il bene e il male. La
seconda è indubbiamente la più suggestiva, la più invitante, di moda, ma al
tempo stesso la più dannosa, lesiva della dignità della persona.
L'augurio e la speranza è che si
torni a "volare alto" ammoniva Giovanni Paolo II, si riscopra la bellezza della
natura, della serenità, della libertà, si torni a cantare la vita in tutte le
sue manifestazioni anche le più piccole e apparentemente più insignificanti.
A conclusione di questo breve saluto
si fa urgente, pressante l'invito, in particolare ai giovani, perché si torni a
guardare la luce, perché si evitino le tenebre, la morte e si creino le premesse
per un mondo migliore nelle sue varie complessità.
Fonte : scritti
dell'Autore Domenico Tortorella.
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